Oggetto del Consiglio n. 1406 del 21 giugno 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1406/XI Situazione finanziaria dell'azienda USL. (Interpellanze)
Interpellanza A conoscenza delle gravi carenze esistenti nell’assistenza sanitaria a livello ospedaliero e sul territorio, nonché della grave situazione economico-finanziaria dell’USL, riscontrata a chiusura del bilancio consuntivo relativo all’anno 1999, riportata dagli organi d’informazione;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Giunta e l’Assessore competente per conoscere:
- a quanto ammonterebbe il disavanzo dell’USL a chiusura del bilancio consuntivo relativo all’anno 1999;
- i fatti e avvenimenti che ritiene lo abbiano determinato;
- come intende procedere per sanare una situazione che non è più sostenibile.
F.to: Beneforti - Squarzino Secondina
Interpellanza Premesso:
- che il bilancio dell’U.S.L. Valle d’Aosta dell’anno 1999 ha un saldo negativo di oltre 30 miliardi;
- che il neo direttore generale dell’U.S.L. ha individuato tra le cause del deficit la forte mobilità sanitaria (9 miliardi e mezzo), gli incrementi contrattuali (6 miliardi), l’informatizzazione (oltre 5 miliardi), il maggior costo sostenuto per le polizze (3 miliardi), i "progetti obiettivo" necessari a sopperire le carenze di organico (2 miliardi);
Rilevato che nel valutare il dato di bilancio il direttore generale sottolinea che ad inizio ?99 alla Regione erano state quantificate le risorse necessarie per la sanità valdostana senza che nulla fosse obiettato, lasciando così intendere che poi i trasferimenti non siano pervenuti per l’intero;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’assessore alla Sanità per sapere:
1) se il deficit dell’U.S.L. derivi da un’insufficiente erogazione di risorse da parte dell’Amministrazione regionale rispetto alle previsioni o se, invece, altre siano le cause;
2) quali indirizzi di politica sanitaria intende adottare per superare tale situazione.
F.to: Frassy - Tibaldi
PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)Nella seduta del Consiglio regionale del 15 e 16 dicembre avemmo la conferma che il bilancio dell'USL si sarebbe chiuso allora con un disavanzo superiore o intorno ai 16 miliardi previsti, lo confermò lo stesso Assessore.
Noi non pensavamo che triplicasse, che raggiungesse quasi i 50 miliardi di cui si è venuti a conoscenza nei giorni scorsi.
La presente interpellanza è stata quindi da noi presentata per conoscere dalla Giunta e dall'Assessore a quanto ammonta il disavanzo dell'USL a fine 1999 e per conoscere i fatti e gli avvenimenti che lo hanno determinato; infine per conoscere come si intende procedere per sanare una situazione che riteniamo non più sostenibile.
A parte la cifra definitiva del passivo, o della sottostima della spesa prevista come piace affermare all'Assessore Vicquéry, alla seconda e alla terza domanda dalla data di presentazione dell'interpellanza ad oggi abbiamo già avuto delle risposte: c'è già un disegno di legge che prevede la copertura del disavanzo 1999, ed è pronta la richiesta della piena autonomia rispetto allo Stato nella gestione della politica sanitaria, perché sembra che la non autonomia dallo Stato sia la causa di tutti i nostri mali.
Dopo questa breve introduzione restiamo in attesa delle precisazioni dell'Assessore e, se necessario, del Presidente della Giunta perché certe dichiarazioni rilasciate pubblicamente per giustificare quanto è avvenuto nella politica sanitaria non ci convincono e non le riteniamo credibili; dimostrano anche - lasciatemelo dire - la poca considerazione che i nostri amministratori hanno nei confronti della Comunità valdostana.
Per questo riconfermo che occorrono delle precisazioni e dei chiarimenti, che occorre dire la verità come pure la verità deve essere detta anche dall'attuale Direttore generale dell'USL nella sua veste di ex direttore amministrativo e quindi di responsabile delle risorse economiche e finanziarie previste per l'assistenza sanitaria in Valle d'Aosta in questi ultimi anni.
Termino qui, aspetto la risposta dell'Assessore.
PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI)Una breve illustrazione a un'interpellanza che penso sia chiara nelle premesse, ma anche nei dati che sono di dominio pubblico.
La breve illustrazione che vogliamo fare di questa interpellanza è soprattutto su alcune delle voci che dovrebbero essere poste alla base del deficit stesso; allora sarebbe bene capire se l'informatizzazione, come è stato detto e scritto, abbia comportato oneri per oltre 5 miliardi che è una cifra non indifferente. L'informatizzazione delle strutture ospedaliere per una cifra del genere lascia intendere che probabilmente si sia stati nel 1999 all'anno zero, dimenticando che per l'informatizzazione sono già state spese in passato risorse ingenti ed è difficile credere che questa cifra possa essere giustificata solo dal cosiddetto "millennium bug". Questa è una delle cifre sulle quali esprimiamo delle perplessità ma, al di là delle perplessità sulle singole cifre, una perplessità più in generale dobbiamo esprimerla sulla situazione da un punto di vista finanziario della sanità valdostana.
Nel 1998 il disavanzo della sanità era stimato per la parte corrente in 8,7 miliardi, ai quali poi si aggiungevano gli oneri della mobilità passiva per 18 miliardi circa; però la parte corrente del disavanzo era di 8 miliardi. Ricordiamo tutti che il disavanzo di 8 miliardi ha poi portato alla rottura del rapporto fra l'Amministrazione regionale e l'allora direttore generale, rottura che si consumò in conseguenza anche di quella che fu la vicenda finanziaria.
Nel 1999 c'era una previsione di trasferimenti di risorse da parte dell'Amministrazione regionale all'USL per 251 miliardi e la conclusione è quella di cui stiamo oggi discutendo.
Nel 2000 la previsione di trasferimento di risorse regionali all'USL era di 259 miliardi e questa somma, se non cambia qualcosa nel meccanismo di gestione della sanità, probabilmente non sarà sufficiente per chiudere il 2000 senza ulteriori disavanzi.
Allora le domande che poniamo nell'interpellanza sono due e parto dalla seconda che è quella forse più di prospettiva e dove c'è l'indirizzo politico: se non cambia qualcosa negli indirizzi della politica sanitaria, che questo Consiglio e il potere esecutivo e dunque l'Assessore hanno l'onere di dare, difficilmente potranno cambiare quelli che sono i risultati della gestione finanziaria.
Non dimentichiamo il piano sanitario regionale, sul quale non so se vi siano o meno novità; c'era stata una proroga, che se non erro va a scadenza a fine anno, ci piacerebbe poter seguire per tempo e con i dovuti approfondimenti la vicenda e non trovarci poi a dover fare le maratone in commissione, con le iscrizioni d'urgenza in Consiglio; perciò quali sono questi indirizzi, se vi sono, che possono lasciarci ipotizzare un futuro più roseo e meno rosso nei conti della sanità valdostana?
E poi vorremmo che l'Assessore facesse chiarezza sulle affermazioni fatte dall'attuale amministratore generale, allora direttore amministrativo, quando lascia intendere agli organi di informazione che la responsabilità non è gestionale, ma è politica in quanto richieste precise avanzate in sede di previsione 1999 non sono state oggetto di considerazione in sede di trasferimento delle risorse. Non so se questo sia vero, non perché voglia fare il difensore d'ufficio dell'Assessore Vicquéry, ma perché la stima contabile che l'Assessore ha fatto tempo addietro sui 16-17 miliardi di deficit presunto confliggono con quella che è la conclusione.
Perché se è vero quanto sostiene l'attuale direttore generale, ossia che le richieste erano chiare e precise ad inizio 1999, che la Regione non obiettò nulla, ma che nei fatti trasferì delle risorse inferiori lasciando intendere che gran parte di questa responsabilità stia in capo all'Assessorato per trasferimenti insufficienti, diventa difficile ipotizzare questo deficit, che si attesta intorno ai 40 miliardi, come una responsabilità esclusivamente politica per un omesso trasferimento; perché l'omesso trasferimento, se c'è stato, dovrebbe essere quantificato nei 16-17 miliardi che l'Assessore stimava come presunto deficit della sanità regionale.
Dunque ci piacerebbe capire in riferimento al punto 1 quali sono le cause, i momenti in cui si è consumato questo deficit di bilancio.
PresidenteLa parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Cercherò di essere breve, però le domande poste sono cinque, ma sono complesse e non potrò essere breve anche se parte della discussione la riprenderemo in sede di esame del disegno di legge per cui sotto questo punto di vista vi chiedo di prendere già atto sin d'ora per economia di tempo che non entrerò troppo nel dettaglio, darò delle indicazioni generali.
Che i conti delle USL continuino a fare acqua o quanto meno a non stare in linea rispetto al fabbisogno di 117 mila miliardi, stimato per il 2000, già al di sotto della spesa 1999 di 120 mila miliardi e comunque con un rapporto sul PIL decisamente basso, il 5,6 percento, è una convinzione diffusa. Sia il Ministero del tesoro in data 5 aprile scorso, sia in ambito regionale, dichiarano che le stime ufficiali parlano di un disavanzo minimo per il 2000 di ben 7.500 miliardi per una spesa finale intorno ai 125 mila miliardi. Le stime sono di 7.500 miliardi di sottostima, come giustamente dice il Consigliere Beneforti piuttosto che di disavanzo rispetto alle necessità?
(commenti da parte dei Consiglieri Beneforti e Squarzino Secondina, fuori microfono)
? lo dicono tutti gli Assessori regionali alla sanità e tutti i Presidenti delle Giunte d'Italia, Polo e Centro Sinistra compresi, che si parla di sottostima e non di disavanzo anche se - lo dirò dopo - ci sono dei margini di risparmio purtroppo molto contenuti, ma l'ipotesi di uno sforamento anche superiore di 9.500 miliardi per uscite totali dal servizio sanitario che viaggerebbero verso i 127 mila miliardi non viene escluso neppure dal Ministero del tesoro, effetto anche del recente contratto della dirigenza come delle prossime convenzioni di medicina generale ed effetto anche dell'impennata della spesa farmaceutica rispetto alla quale la Regione Valle d'Aosta assieme ad altre tre regioni è sotto la media nazionale, mentre tutte le altre hanno sfondato enormemente.
Si passa dagli iniziali 2.000 miliardi di buco all'ipotesi di sforamento che ho detto tant'è che la Conferenza dei Presidenti delle regioni ha chiesto e ottenuto in Conferenza Stato-regioni di aprire un tavolo di verifica sui dati e sulle metodologie di calcolo delle spese del settore sanità, tavolo che è già stato convocato e che è composto dai Presidenti del Veneto, Lazio, Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Provincia autonoma di Trento. Come potete notare le rappresentanze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome sono due su esplicita richiesta nostra perché abbiamo chiesto di entrare a sederci al tavolo della spesa sanitaria rispetto a quanto è stato fatto finora per poter incidere nei momenti decisionali della spesa stessa.
Cito un solo esempio: la spesa sanitaria nei primi tre mesi del 2000 è aumentata del 15 percento rispetto a quanto previsto, ma rimaniamo al 1999 che è l'oggetto dell'interpellanza, precisiamo subito che i 16 miliardi previsti sono in effetti 26 perché per problemi di contabilità di bilancio avevamo inserito 16 miliardi nel bilancio 2000 e altri 10 nel bilancio 2001 per un totale di 26 miliardi. Questo già avevamo previsto in fase di predisposizione del bilancio 2000.
Ciò non toglie che è vero quanto afferma il Consigliere Frassy; il disavanzo 1999 è di 33,057 miliardi tratto dalla differenza fra i ricavi e i costi: ricavi 268 miliardi e rotti, costi 301 miliardi. La quota attribuita dalla Regione all'USL per il 1999 di 238,5 miliardi di cui 9,529 per mobilità passiva, cioè per conteggiare quanto dovremmo dare allo Stato in virtù dei cittadini valdostani che si fanno ricoverare o curare fuori della Valle d'Aosta, è risultata, come dice giustamente il Consigliere Frassy, inferiore rispetto a quella dell'esercizio 1998 pari a 235 miliardi senza oneri di mobilità, infatti la deliberazione della Giunta regionale n. 350/99 di assegnazione dei fondi ha previsto l'assorbimento della mobilità sanitaria passiva all'interno della quota 1999 determinando di fatto un minor finanziamento 1999 rispetto al 1998.
Questa è stata una scelta all'epoca di tipo tecnico e non politico perché all'epoca era in discussione a livello interregionale tutto il ricalcolo sulla mobilità sanitaria, passiva e attiva delle regioni e si tendeva a far gravare sulle spese delle singole aziende USL questo conteggio.
Mi pare che sia chiaro il concetto: si è messo nella quota indistinta anche l'onere della mobilità passiva che invece era ed è a carico delle regioni anche se il ragionamento non cambia. In Valle d'Aosta con una sola azienda evidentemente il sistema non cambierebbe, per le altre regioni si è voluto differenziare proprio per responsabilizzare maggiormente le ASL che hanno una mobilità passiva maggiore rispetto alle altre, pertanto rispondo alla prima domanda del Consigliere Frassy dicendo che in effetti c'è stato un finanziamento inferiore nel 1999 rispetto al 1998 in termini puramente reali di contabilità economica.
Evidenzio comunque che il finanziamento totale per le spese di parte corrente disposto dalla Regione per il 1999 è risultato maggiore di 28 miliardi rispetto alla disponibilità prevista dal riparto statale determinando una quota pro capite regionale di 2.225.100 lire rispetto a quella definita dallo Stato pari a 1.881.000 lire.
Questo per dire che è vero che è stato inferiore il trasferimento del 1999 rispetto a quello del 1998, ma è pur vero che noi rispetto ai parametri nazionali finanziamo per ben 28 miliardi in più classificandoci in seconda posizione come spesa pro capite sanitaria dopo Bolzano e prima di Trento. Le tre regioni a statuto speciale sono quelle che spendono ed investono di più sulla sanità. Penso che venga recepito come un dato positivo il fatto che investiamo di più nella sanità.
Passando alle entrate per di più vi è stata una sovrastima delle entrate nel 1999 perché le entrate, stimate dalla Regione sulla base delle indicazioni del ministero in lire 11.881 milioni, non corrispondono all'effettivo ammontare dei ricavi aziendali che nei consuntivi dell'ultimo triennio hanno registrato un importo oscillante fra i 10 e 10,5 miliardi con una differenza di circa 1 e 1,4 miliardo rispetto ai ricavi stimati. Questo dipende da moltissimi fattori, dall'imposizione dei ticket a quant'altro.
Rispondo alla terza domanda posta dall'interpellanza Beneforti. La Giunta regionale ha approvato questo disegno di legge in data 12 giugno 2000, con il quale viene previsto un intervento finanziario straordinario finalizzato a rideterminare la spesa sanitaria di parte corrente per il 2000 prendendo a riferimento le risultanze contabili dell'esercizio 1999 dell'azienda. Infatti va evidenziato che l'aumento di lire 8,7 miliardi della quota indistinta di lire 247,2 miliardi rispetto a quella determinata nel 1999 di lire 238,5 miliardi, non garantisce all'azienda la copertura dei costi sostenuti per l'anno 1999 per il disavanzo di 33.057 milioni per cui è necessario aumentare di 24.357 milioni la quota indistinta 2000.
Inoltre occorre evidenziare che con il suddetto disegno di legge si prevede una maggior spesa di 13 miliardi da trasferire all'USL per dare copertura agli oneri derivanti dal rinnovo contrattuale di medici veterinari dipendenti e delle convenzioni per la medicina generale, pertanto il finanziamento all'USL per le spese di parte corrente relative all'anno 2000 saranno aumentate di lire 37.357 milioni.
Gli interpellanti mi chiedono poi quali sono i fatti e gli avvenimenti che si ritiene abbiano determinato questo disavanzo o questa sottostima.
Io andrò per titoli, proprio per non entrare nei dettagli, e per titoli le componenti di costo che hanno evidenziato incrementi particolarmente significativi sono le seguenti e preciso che parliamo sempre del 1999.
La prima voce di costo è per il personale dipendente: 5.982 milioni compresa l'IRAP per il personale, scostamento da attribuire all'applicazione del nuovo contratto del comparto, mi riferisco sempre al 1999, e ai progetti obiettivi straordinari di cui abbiamo più volte discusso qui e che sono stati più volte ribaditi: dallo screening all'elisoccorso, alla medicina penitenziaria, al costo degli anestesisti, al disagio infermieristico e a quant'altro. Sono progetti obiettivi di tipo aziendale che sono finanziati con spese correnti.
La seconda voce di costo riguarda i prodotti farmaceutici ed emoderivati per uno scostamento di 2.302 milioni, pur avendo già detto che, per quanto riguarda la spesa dei farmaci, siamo sotto la spesa nazionale c'è un aumento grosso per gli antitumorali di ben 380 milioni per un maggior consumo di questi prodotti, di antibiotici e chemioterapici per 500 milioni di cui 170 derivanti da antiretrovirali che hanno da soli determinato nel corso dell'anno una spesa di circa 600 milioni che è da attribuire al 100 percento all'ambulatorio e agli esterni dell'Unità operativa di Malattie infettive. Per gli altri prodotti non può essere individuato un unico o pochi reparti come responsabili del maggior consumo.
Per gli emoderivati vi è l'aumento di circa 260 milioni con l'incremento del fattore ottavo della coagulazione, utilizzato quasi esclusivamente dalla Pediatria che sta seguendo un bambino emofilico, ripeto un solo bambino emofilico ci costa 260 milioni.
Ci sono poi altre tabelle merceologiche di cui non voglio entrare nel merito.
La terza voce di costo: materiale radiografico, lo scostamento di 1.095 milioni dovuto al consumo di lastre legato al noleggio di una nuova TAC che prevede un numero maggiore di scansioni per un importo di 300 milioni.
La nuova TAC è stata presa in noleggio per ridurre i tempi di attesa e sta dando dei risultati notevolissimi perché una TAC mediamente impiegava tre quarti d'ora o un'ora di tempo rispetto ai 10 minuti di questa, sono scelte aziendali comunque condivise dall'Amministrazione regionale.
Poi c'è un grossissimo incremento del consumo del materiale di medicina nucleare perché le prestazioni sono aumentate del 20 percento per 150 milioni.
Vi è l'incremento del materiale di consumo radiologico legato al noleggio di una risonanza magnetica nucleare per le parti articolari per ben 200 milioni, ulteriori 500 milioni sono legati all'aumento dei valori di giacenza in magazzino della radiologia.
La quarta voce di costo è per la manutenzione degli immobili per più 1.034 milioni, scostamento da attribuire al grosso programma di lavori del 1999 che ha riguardato un'installazione di apparecchiature radiologiche, la realizzazione della medicheria, cucina e controsoffittature dell'ORL, il cablaggio del presidio ospedaliero, gli interventi urgenti per la 626 che si ultimeranno entro il primo semestre 2001, i lavori preparatori per la sostituzione della centralina, qui parliamo non solo di ospedale, ma di tutta l'attività di tutti i centri territoriali.
Quinta voce di costo: manutenzione macchine tecnico-economali per più 1.186 milioni. Questa è una delle voci del "millennium bug" che porta a 4,8 miliardi, ma per rispondere in parte alla domanda del Consigliere Frassy con il "millennium bug" si sono sostituite alcune apparecchiature hardware, si è speso molto per la consulenza per seguire le reti e si è speso molto anche per la messa a norma dei sistemi software, però molte di queste apparecchiature comunque si sarebbero dovute sostituire indipendentemente dal "millennium bug", si sono semplicemente anticipati i tempi perché non erano più in linea con il sistema nella sua interezza.
Sesta voce di costo: manutenzione attrezzature sanitarie per 523 milioni.
Settima voce: prestazioni sanitarie e ospedaliere per 571 milioni. La mancata disponibilità di anestesisti ci è costata 400 milioni di progetti obiettivi, non so se avete sentito le dichiarazioni del ministro al Senato, ha detto che i due problemi grossi oltre alla spesa sanitaria riguardano mancanza di anestesisti e mancanza di radiologi per i quali prevede delle borse di studio e l'aumento dei posti disponibili nelle scuole di specialità universitarie, il che significa che avremo delle risposte fra 5 anni. Se vengono aumentate le borse di studio e i posti a disposizione, i primi ad essere specializzati saranno nel 2005 e abbiamo 5 anni davanti nei quali dovremo arrangiarci con progetti obiettivi a gettone, inoltre vi è stato l'incremento delle prestazioni rese dal Sant'Anna di Torino per prestazioni di laboratorio non effettuabili presso il presidio di Aosta.
L'ottava voce di costo è l'assistenza ostetrico-infermieristica per 1.236 milioni perché c'è stata una richiesta di aumento di ore di assistenza infermieristica a cui si è data risposta con questa voce. Si sono aumentate le ore di specialistica convenzionate nel 1999.
La nova voce di costo è l'assistenza farmaceutica delle farmacie convenzionate per 3.718 milioni. C'è stato un incremento del 6,32 percento del numero di ricette spedite nel 1999 rispetto al 1998 pur essendo sotto la media nazionale da questo punto di vista. Di questo 6,32 percento solo lo 0,5 è attribuibile all'aumento del numero degli assistiti e dei residenti, mentre il resto è determinato dall'aumento del numero delle prescrizioni mediche di ogni singolo medico. C'è stato un notevole aumento dello sconto, ma non è il caso di entrare in questi dettagli.
La decima voce di costo è l'assistenza medico-specialistica interna per più 545 milioni; è dovuta a un aumento del numero di biologici e di psicologici ricollegabili all'aumento dell'attività sul territorio, alla progressiva deospedalizzazione e all'attivazione dell'Unità operativa di Psicologia in attuazione al piano sanitario regionale, le consulenze tecniche per 550 milioni all'interno dei 4,8 del "millennium bug", i canoni di noleggio di attrezzature tecnico-sanitarie per 701 milioni all'interno della voce "millennium bug", le assicurazioni per 1.209 milioni per la disdetta delle assicurazioni stesse e gli altri servizi generali per 376 milioni, infine il servizio elaborazione dati per 1.392 milioni e i servizi di lavanderia per 561 milioni dati all'esterno. Il che non sempre significa che "l'outsourcing" porta dei benefici dal punto di vista economico anche se voglio in parte correggermi su quanto sto dicendo perché si è comunque riutilizzato il personale che lavorava e si è dato un migliore servizio rispetto alla situazione precedente.
Queste a grandissime linee le voci principali in cui entreremo nel merito nelle opportune sedi.
Rispetto alla seconda domanda del Consigliere Frassy, è già stato firmato un accordo con i sindacati medici confederali a fine novembre avente per oggetto l'attribuzione di risorse aggiuntive all'USL della Valle d'Aosta che definiva quattro grossi macrobiettivi: la riduzione dei costi di gestione, la riduzione del tasso di ricovero in misura non inferiore al 2 percento, la riduzione delle liste di attesa, la soddisfazione dell'utenza. Se verranno raggiunti questi obiettivi, saranno trasferiti dei fondi per le risorse aggiuntive per il personale inteso nella sua interezza.
Sotto questo punto di vista abbiamo chiesto conto all'USL se già è stato attivato qualcosa e rispetto al primo punto l'USL risponde che si è provveduto all'invio ad ogni unità budgetaria dei reports, sui costi diretti 1999 suddivisi per fattore produttivo, per classe merceologica, sui costi relativi ai consumi sanitari, relativi ai consumi non sanitari, le prestazioni di servizi di radiologia, eccetera. Questo è un malloppone che ho avuto modo di visionare all'interno del quale si vede chiaramente l'aumento delle voci di costo dei circa 9.000 prodotti che vengono gestiti dall'ASL, per ogni voce dal singolo farmaco al prodotto alimentare, alla carne, al pesce, alla verdura, è evidenziato chiaramente qual è stato l'aumento nel 1999 rispetto al precedente.
Questo permette al responsabile del centro di costo, che è il primario o che è comunque il dirigente amministrativo, di avere una visura esatta e un monitoraggio continuo delle spese e di poter provvedere di modo da poter a fine anno verificare se c'è una riduzione dei costi di gestione perché ogni centro di costo ha un budget che gli è stato assegnato e che deve ridurre per dare applicazione all'accordo con i sindacati.
L'importo della riduzione non viene calcolato, Frassy, come un risparmio per l'azienda e di conseguenza per la Regione perché se vi sarà un importo del 10 percento in Radiologia, del 5 percento in Chirurgia generale, questo 10 percento viene ridistribuito in virtù dell'accordo sindacale come salario di risultato a tutti i dipendenti che ne fanno parte, per cui in termini reali non c'è un risparmio.
C'è sicuramente un maggiore incentivo a razionalizzare i costi e a guadagnare di più perché è la logica che abbiamo seguito nell'accordo sindacale.
Quali sono i ricavi possibili? Anche qui vado per titoli: da una parte il recupero della mobilità sanitaria, e su questo l'azienda dovrà fare uno sforzo grosso, la Commissione sanitaria che è stata istituita dalla Regione ha dato queste risposte: bisogna recuperare la mobilità sanitaria attiva, cioè di coloro che utilizzano le strutture della Valle d'Aosta, che non vengono finora contabilizzate e che riguardano alcune prestazioni di diagnostica ambulatoriale, l'attività di prelievi d'organo e trapianti, l'attività di somministrazione diretta di farmaci da parte delle strutture ospedaliere, l'assistenza medica di base, le prestazioni termali e le prestazioni di elisoccorso per un importo stimato di 1.200 milioni da parte della Commissione sanità, pertanto chiediamo con forza che venga contabilizzata questa mobilità attiva in modo da aumentare i ricavi per il prossimo anno.
Si propone la revisione dei ticket, tema politico su cui nutro grosse perplessità perché il ticket in sé non serve a nulla dal punto di vista della riduzione del costo, ma serve a complicare la vita ai cittadini.
Si propone l'introito di sponsorizzazione, come fanno alcune aziende, e sarebbe un'interessante iniziativa in Valle d'Aosta, ma difficilmente praticabile.
Si propone una razionalizzazione dei costi con un'applicazione della legge regionale n. 5/2000, l'applicazione della contabilità analitica che viene fatta e altri interventi possibili.
I risparmi possibili quali sono? Qui entriamo nella sfera della gestione politica perché l'azienda lo dice chiaramente, propone sul personale dipendente il blocco delle nuove assunzioni, propone il blocco dei turnover, propone la sospensione delle incentivazioni derivanti da fondi integrativi regionali, propone il blocco degli straordinari. Sono scelte politiche su cui se dovessi esprimermi già oggi, direi di no perché significa ridurre la qualità dell'assistenza, mentre noi la stiamo aumentando, Consigliere Beneforti.
È vero quando la settimana scorsa si diceva che parlavamo di liste di attesa già 5-6 anni fa, ne parliamo sempre, è il tema prioritario del ministro e di tutti gli assessori regionali alla sanità. Ben 11 regioni hanno presentato programmi per la riduzione delle liste di attesa, ma il quantum delle liste di attesa di oggi, la qualità dei servizi forniti oggi rispetto a 5 anni fa per fortuna è diversa per cui non abbiamo bloccato le assunzioni o i turnover come hanno fatto altre regioni e sono scelte politiche di cui ci assumiamo la responsabilità.
Propongono, sulla parte dell'acquisto dei beni e dei servizi, tutta una serie di interventi che sono molto tecnici e riguardano i prodotti farmaceutici, i prodotti di profilassi igienico-sanitaria, materiale di laboratorio; propongono l'accorpamento dei laboratori, cosa che stiamo attuando, e l'addebito del costo di laboratorio alle altre strutture; propongono interventi sul materiale radiologico e quant'altro.
Non voglio dilungarmi più di tanto, ma questo per dire che il tema è all'attenzione sia dell'Assessorato sia della Giunta regionale nella sua interezza e che intendiamo seguirlo con molta attenzione.
Sono aperto a qualunque tipo di suggestione e di proposta da parte del Consiglio regionale perché alcuni di questi interventi di possibile risparmio sono di natura prettamente politica per cui se ritenete opportuno, rinviamo parte di questa discussione in II Commissione quando discuteremo del disegno di legge di cui abbiamo parlato.
PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)Prendo atto della risposta dell'Assessore, ma questa risposta non può soddisfare noi e tantomeno la Comunità valdostana e non soddisfa neppure la parte sana degli operatori che operano a tutti i livelli nel settore sanitario. Credo che non possa soddisfare neppure lei e la Giunta, perché la sua risposta è dettata solo dalla necessità di giustificare in qualche modo una situazione che non è più sostenibile. La sua risposta non dimostra la vera volontà politica di voltare pagina.
Sbagliare i conti è umano, ma affermare che il deficit è avvenuto per una sottostima delle spese previste dal contratto di programma, quindi del bilancio, è davvero paradossale, incredibile e del tutto fuori luogo.
Ci può essere indubbiamente una sottostima, ma non può una sottostima arrivare ai livelli in cui è arrivato oggi il disavanzo dell'USL.
Assessore, quando è stato approvato il bilancio di previsione 1999 dell'USL, certe spese dovevano essere previste: perché non sono state previste? E se erano state previste dall'USL, perché non sono state inserite nel bilancio e sono state finanziate?
Certo, ci saranno state motivazioni più politiche che amministrative, ma non sapevate che il 2000 era l'anno del "millennium bug"?
A parte questo, sapevate che certi impianti di informatizzazione dovevano essere rinnovati perché vecchi ed obsoleti e che la spesa per l'aggiornamento andava prevista in bilancio.
Assessore, solo l'impianto del laboratorio di analisi era vecchio di 10 anni ed era da tempo che si fermava, tant'è vero che si è fermato a lungo anche quando è stato riparato. Non si venga a dire che non si conosceva la situazione dell'informatizzazione del Reparto di Analisi?
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? quando mi si parla dei miliardi per la spesa del contratto di lavoro dei dipendenti, è vero che è un costo deciso da Roma, ma ci sarebbe stato ugualmente sia che la trattativa fosse avvenuta a livello locale, sia che ci fosse stata la vostra presenza al tavolo delle trattative in sede romana.
Non penso che i nostri operatori della sanità vi avrebbero fatto uno sconto rispetto al resto del Paese, anche trattando direttamente con voi vi avrebbero costretto a firmare l'accordo e a pagare quello che hanno rivendicato e ottenuto con la firma a livello nazionale.
Si dice che questo è un meccanismo da rivedere e che le regioni devono essere coinvolte, certamente, ma questo non giustifica quanto è accaduto, cioè di non aver previsto a bilancio almeno le spese certe, perché il contratto si sapeva che doveva essere rinnovato. O non si sapeva?
Vicquéry (fuori microfono) ? non si sapeva, è stato firmato nel 2000?
Beneforti (PVA-cU)? ma tu sai benissimo che i contratti hanno retroattività e si prevedono a bilancio, non mi dire che per il contratto del comparto unico non abbiamo previsto la spesa al nostro bilancio? Quando firmi sai qual è la spesa, non veniamo qui a raccontarci le novelle, Assessore!
Ho letto che la Regione chiederà la competenza totale delle politiche sanitarie per poter decidere in Valle d'Aosta i costi sanitari.
"Non possiamo subire?", ha dichiarato alla stampa il Presidente Viérin e mi sembra lo abbia riconfermato anche l'Assessore, "? i costi decisi da altri, quali il rinnovo contrattuale e la spesa farmaceutica". E perché: glielo ha imposto lo Stato il rinnovo contrattuale e la spesa farmaceutica o ci sono anche le case farmaceutiche che determinano i costi dei medicinali? Penso che siano anche le case farmaceutiche che impongono?
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? come no? C'è quello che c'è, comunque i prezzi si possono prevedere anche nel tempo perché non è che avvengano dalla sera alla mattina. Nei giornali era tempo che si suonava la batteria su questo discorso e anche lei in questa sede, quando si parlava di spesa sanitaria, ci ha detto più volte che aumentavano le spese come quelle del contratto; ha parlato di spesa farmaceutica, ha parlato di tutte le altre spese che ci potevano essere.
Comunque noi siamo d'accordo per cambiare il rapporto fra Stato e Regione anche se avete portato ad esempio nelle vostre dichiarazioni due capitoli: quello del contratto e quello della spesa farmaceutica che comunque avremmo dovuto subire essendoci o non essendoci a quella trattativa.
Quello che è importante, Assessore, è che alla nostra spesa sanitaria non corrisponde l'efficienza sanitaria che è richiesta.
È vero, come lei ha detto, che si devono portare avanti dei risparmi e fare delle scelte politiche, una scelta politica però non è quella di ridurre i costi riducendo o limitando i servizi di assistenza. La scelta politica da fare è quella di centrare sulla sanità le spese necessarie per dare i servizi ai cittadini, come pure di fare la scelta per il sociale per dare ai nostri anziani l'assistenza necessaria.
Queste sono le scelte politiche da fare, invece di spendere i soldi in altri rivoli e rivoletti come viene fatto, si concentrino sulla spesa sanitaria e sulla spesa sociale per dare dei servizi efficienti, servizi efficienti che siamo noi a decidere, e che non ci impone Roma.
PresidenteLa parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Sinteticamente. Sono anni che noi registriamo un disavanzo dell'USL, sono anni che l'USL fa una stima delle sue spese: la sottostima non è attribuibile all'USL, ma all'organo politico, alla Giunta, all'Assessore, che non prevede nel bilancio i soldi di cui l'USL ha bisogno.
Questo comportamento - lo denuncio da anni; lo denunciavo anche quando ero in maggioranza - traduce la volontà politica dell'Assessore di poter decidere di volta in volta se dare o non dare i soldi di cui l'USL ha bisogno. In questo modo infatti si controlla direttamente il direttore dell'USL. E lo abbiamo visto con molta chiarezza: un disavanzo di pochi miliardi di Bragonzi è stato sufficiente per farlo allontanare, per giustificare il venir meno del rapporto di fiducia, mentre un disavanzo molto superiore di altri responsabili dell’USL non è naturalmente utilizzato allo stesso modo.
PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI)Esprimiamo delle perplessità sulle risposte che l'Assessore ha fornito.
In riferimento soprattutto al primo punto penso di essere abbastanza perplesso sul meccanismo che sovrintende alla gestione della sanità regionale e mi spiego.
Abbiamo visto nell'illustrazione qual è stato il deficit e qual è stato il contesto in cui si è prodotto quel deficit nel bilancio 1998, abbiamo appreso dall'Assessore i modi e i motivi del deficit 1999 e abbiamo appreso che nel 2000 la sanità valdostana non avrà deficit perché, a seconda dei modi e dei tempi in cui le risorse vengono assegnate, il gestore della sanità pubblica ha possibilità di fare una figura diversa che può essere una bella figura o una pessima figura.
Mi sembra che l'Assessore abbia detto che per il 2000 sono da mettere a previsione qualcosa come 37 miliardi di ulteriori spese: 24 per le parti correnti, 13 per i rinnovi, la stima è fatta oggi, se andiamo a trasferire queste risorse prima della chiusura dei conti dell'anno 2000, l'USL ha gestito al meglio le risorse assegnate e riesce a far bella figura chi ha la responsabilità dell'USL. Questa è alla fine la conclusione.
Allora, Assessore, siamo ancora lontani di parecchie lunghezze da quella impostazione che in embrione era contenuta nella legge che abbiamo approvato a inizio anno sull'aziendalizzazione dell'USL perché un'aziendalizzazione che ha un cordone ombelicale siffatto è un'aziendalizzazione che sta forse più nelle parole che nella sostanza dei fatti. Su questo aspetto allora non possiamo non esprimere le nostre perplessità perché la gestione non sarà mai completamente sganciata dal cordone ombelicale, di fatto finanziario, che lega la sanità valdostana alle casse regionali.
Per quanto riguarda gli indirizzi della politica sanitaria prendiamo atto che l'Assessore ha dato disponibilità ad aprirsi ad ogni proposta. Ci piacerà poi capire se questa disponibilità sarà anche nel recepire proposte che possano essere effettuate dalle forze di minoranza.
Però esprimiamo preoccupazione per un'impostazione che già è stata data e che l'Assessore ha ricordato e mi riferisco all'accordo con le organizzazioni sindacali stipulato nel novembre 1999.
Avevamo già avuto modo di dirlo in commissione, lo voglio ribadire in aula; il salario di risultato non può essere ricavato da una riduzione dei costi di gestione, i quali incidono direttamente sull'utente del servizio sanitario, perché è evidente che al fine di ottenere il salario di risultato può essere forte la tentazione, in assenza di controlli e di parametri particolari, di tagliare i costi di gestione andando a fare delle scelte discutibili sui medicinali che devono essere passati o meno, andando a fare delle scelte discutibili su quella che può essere la politica delle dismissioni e dei ricoveri, perché questi risparmi finiscono per essere convertiti nelle tasche del personale sanitario.
Parlava l'Assessore anche dei progetti-obiettivo, in proposito sarebbe bene che ci fosse un momento in cui si potessero fare delle analisi serie e approfondite. Sono rimasto perplesso quando ho letto, e lo cito a mo' di esempio di progetto-obiettivo deteriore o meglio di progetto-obiettivo che nei fatti è l'erogazione di risorse travestite da progetto-obiettivo, dicevo che sono rimasto perplesso quando ho letto il progetto-obiettivo che titola: "Ricerca o applicazione di nuova cartella clinica".
Abbiamo delle forti perplessità che si possa creare una nuova cartella clinica anche perché questa sappiamo tutti cos'è e cosa deve contenere. Se l'anamnesi sta prima della terapia o se si invertono i modi di scrivere la cartella clinica, non penso che si possa parlare di progetto obiettivo.
Allora sui progetti obiettivi e anche sulle carenze di organico, Assessore, le scelte politiche pesano. La convenzione con il day hospital è una di quelle convenzioni che pesa in termini finanziari e noi abbiamo sostenuto da sempre che piuttosto che convenzioni di questo tipo è opportuno effettuare e ridisegnare la politica degli accrediti delle strutture sanitarie private, allora lì si inverte il meccanismo: non c'è il trasferimento di risorse sin da subito, ma c'è la verifica delle prestazioni effettuate sulla base di certi parametri che in sede di politica e di programmazione sanitaria devono essere rispettati dalle strutture accreditate.
Questo per dire cosa? Per dire che sia i dati di cui l'Assessore ci ha inondato, sia la disponibilità finale a cui l'Assessore ha fatto riferimento paradossalmente sono l'indice di una difficoltà nella gestione della politica sanitaria regionale, perciò auspichiamo che ci possa essere effettivamente un cambiamento di rotta e che, al di là delle parole che l'Assessore ha voluto anche in questa occasione dispensare in maniera rassicurante, di coinvolgimento delle forze politiche, ci possa essere un momento nelle commissioni che, al di fuori dell'emergenza, al di fuori dell'urgenza dei provvedimenti legislativi, possa consentire lo svolgimento di un monitoraggio che porti a delle proposte concrete che diano un'impronta diversa alla sanità valdostana.
Se è vero che la sanità è uno dei grossi problemi nazionali, è altrettanto vero che in certe regioni - cito la Lombardia - la sanità da un po' di anni a questa parte ha iniziato ad essere gestita con un approccio diverso rispetto a quella che è tout court l'emergenza sanitaria.
PresidenteIl Consiglio è sospeso, riprenderà alle ore 16,00.
La seduta è tolta.