Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1900 del 21 marzo 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1900/XI Possibili soluzioni per risolvere il problema della frana della Becca di Nona. (Interpellanza)

Interpellanza Richiamato il contenuto dell’interrogazione posta all’ordine del giorno del Consiglio regionale del 27.02.2001 ed avente per oggetto "Risultanze dello studio commissionato dall’Amministrazione regionale sullo stato e sulla evoluzione della frana della Becca di Nona";

Ricordato che in tale occasione l’Assessore competente per materia dichiarò che erano necessarie alcune settimane di tempo per approfondire il contenuto degli studi commissionati dalla Regione e formulare delle proposte in ordine alle possibili soluzioni del problema;

Ritenuto necessario ritornare sulla questione, atteso il lasso di tempo trascorso;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l’Assessore competente per sapere:

1) quali soluzioni sono state teoricamente prospettate per risolvere il problema costituito dalla frana della Becca di Nona;

2) cosa intende fare l’Amministrazione per evitare gli effetti dell’eventuale discesa a valle della frana.

F.to: Curtaz

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU)Questa interpellanza ricalca un'analoga interpellanza che avevo già presentato esattamente un mese fa. Nell’occasione l’Assessore Vallet mi disse che lo studio che era stato commissionato dalla Regione a proposito dell’evoluzione della frana e dei possibili rimedi era stato appena depositato e che quindi gli uffici avevano bisogno di alcune settimane per studiarlo ed eventualmente fare delle proposte al riguardo.

Ho lasciato trascorrere quattro settimane, come richiesto dall’Assessore, e ho ripresentato questa interpellanza che, ripeto, ha sostanzialmente lo stesso tenore della precedente, perché l’obiettivo è quello di sapere dall’Amministrazione quali soluzioni sono state teoricamente prospettate per risolvere il problema costituito dalla frana della Becca di Nona e cosa intende fare l’Amministrazione per evitare gli effetti dell’eventuale discesa a valle della frana.

PrésidentLa parole à l’Assesseur au territoire, à l’environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV)Comme j’avais eu l’occasion de dire, il y a un mois, l’étude de faisabilité, qu’on avait commissionnée à la société d’ingénierie SPEA de Milan, a été consignée.

Elle est visée à définir les solutions possibles et les projets nécessaires pour la mise en protection du torrent du risque de barrage suite à une accumulation de l’éboulement et par conséquent du risque successif de débordement incontrôlé.

A ce sujet, quatre interventions sont envisagées par les techniciens:

- première solution: ne pas réaliser d’ouvrages spécifiques, mais prévoir d’intervenir au sommet du barrage une fois que l’éboulement s’est produit pour contrôler et pour régulariser l’écoulement descendant vers la vallée;

- deuxième solution: prévoir la mise en place d’un canal en dessous du lit du torrent garantissant le débit en cas de crue;

- troisième solution: réaliser un canal sous un tunnel et détourner définitivement à son intérieur tous les cours d’eau;

- quatrième solution: construire un by-pass sous tunnel qui pourrait fonctionner pour faire écouler le trop plein en cas de nécessité.

Entre les solutions envisagées quelques-unes présentent des problèmes de nature technique ainsi qu’opérationnelle telle à limiter même de façon importante leur efficacité et efficience à long terme.

D’autres solutions nécessitent d'une mise à point des projets et d’analyses géognostiques, afin de définir correctement les interventions du point de vue économique et de pouvoir les programmer compte tenu qu’il est impossible de les mettre en place dans la période hivernale.

Pour ce qui concerne la deuxième question, pour une évaluation globale et pour un approfondissement et en termes techniques et de programmation, il sera procédé d’abord à une action de concertation avec les communes concernées. Une première rencontre est fixée pour aujourd’hui même. On évaluera les suggestions de l’étude de faisabilité, pour écarter les solutions présentant une diminution du taux de risque insuffisant par rapport au danger existant, et on décidera à la suite du dossier qui présente nombre d’aspects particulièrement complexes et de difficile approche.

Je me rends compte d’avoir répondu d’une façon synthétique, voire insuffisante, aux questions posées, peut-être, mais je n’ai pas retenu de falloir entrer dans des détails techniques qui seraient difficilement explicables au cours d’une réponse à une interpellation.

Il serait plus intéressant pour les conseillers de pourvoir dans la IIIème Commission, si elle le veut bien, à l’illustration de l’étude de faisabilité et concerner les conseillers dans la discussion pour envisager la suite à donner à ce dossier qui présente des aspects très complexes et de difficile approche.

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU)La risposta dell’Assessore Vallet potrei definirla insoddisfacente perché non risponde a quella che è l’esigenza di conoscenza che traspariva dalla nostra interpellanza.

Anche se onestamente debbo riconoscere che è vero quanto dice l’Assessore quando afferma che la situazione è particolarmente complessa, che le soluzioni prospettabili sono diverse e che è difficile individuare la soluzione migliore.

Questo lo riconosco con onestà perché anche noi abbiamo sentito degli esperti in materia e devo dire che neanche gli esperti hanno le idee chiarissime su quale sia la soluzione migliore.

Rispetto alle soluzioni prospettate a me sembra, anche se lo dico da incompetente, che manchi un aspetto. Lo evidenzio come motivo di riflessione. Tutte le quattro soluzioni dello studio teorico che l’Assessore ha esposto rispondono alla questione: cosa fare se la frana cade. Perché sappiamo che se la frana cade, si tratta di un paio di milioni di metri cubi, si verifica un effetto diga, una diga di terriccio e di pietre raccoglie dell’acqua ed è l’acqua ad essere molto pericolosa, non la frana in sé, perché la frana in sé non arriva né a Pollein, né ad Aosta, né a Saint-Christophe, non va da nessuna parte, si ferma nel vallone del Comboé e rimane lì. C’è un effetto diga, dicevo, quindi il problema è come impedire che queste acque tracimanti abbiano un effetto disastroso a valle. Allora ricerchiamo tutte le soluzioni: far defluire lentamente le acque, regolamentarne il flusso costruendo un canale, facendo il by-pass o altre soluzioni ancora. Tutte cose apparentemente ragionevoli.

Però a me sembra, e se è così chiederei conferma in altre sedi all’Assessore, che non venga data risposta ad un’altra domanda che è preventiva: c’è un mezzo tecnico per fare in modo che questa frana non scenda? Perché questo è il punto.

Noi dobbiamo porci i problemi delle soluzioni se la frana scende, se siamo persuasi che non ci può essere nessun accorgimento tecnico per far tenere su la frana. Io questo non lo so, chiaramente lo dovranno dire i geologi.

Dico questo perché se questo studio si è limitato solo a rispondere alla seconda questione, è un po' come se si fosse occupato delle conseguenze del barrage, ma non delle cause, quindi interviene quando la frittata è fatta piuttosto che impedirla. Poi può anche darsi che sia impossibile dal punto di vista tecnico impedire la discesa della frana che potrà avvenire fra un mese, fra un anno, fra cento anni; nessuno credo sia in grado di rispondere a questa domanda.

Su questo punto quindi rimangono le mie perplessità. L’Assessore, e io da un certo punto di vista lo capisco, mi dice che altre soluzioni meritano approfondimenti, ci sono incontri con i comuni, eccetera. Io prendo atto che allo stato non c’è una proposta definita dalla Giunta, prendo atto che sono necessari ulteriori approfondimenti, prendo atto che è necessario sentire gli enti locali e approfondire anche in sede consiliare attraverso convocazioni la III Commissione, eccetera, però credo che, fatti questi ragionamenti e acquisiti elementi tecnici, si debba poi partire perché la situazione da una parte è tecnicamente complessa, però dal punto di vista concreto è anche piuttosto preoccupante, infatti i fenomeni alluvionali dell’ottobre scorso hanno fatto muovere significativamente la frana, è possibile che a seguito di altri eventi comportanti precipitazioni consistenti la frana abbia un altro movimento.

Se, visti gli avvertimenti di sei mesi fa, le amministrazioni regionali e comunali si trovassero impreparate e in ritardo rispetto a un evento calamitoso di una certa gravità, sarebbe un dato estremamente negativo e quindi nello stesso tempo bisogna approfondire, ma anche agire con una certa celerità.