Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 832 del 23 settembre 1999 - Resoconto

OGGETTO N. 832/XI Notizie in merito all'avvio dell'attività produttiva dell'industria "Antonio Bertolini S.p.A. " a Champ-depraz. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto che dai primi giorni del mese corrente ha iniziato l’attività produttiva a Champdepraz l’industria "Antonio Bertolini S.p.A.";

A conoscenza che l’azienda si è trasferita in Valle d’Aosta per motivi di spazio, dato che i capannoni di Collegno erano ormai insufficienti;

I sottoscritti Consiglieri

Interpellano

la Giunta regionale e l’Assessore competente per conoscere:

1) quali intese, se sono avvenute, sono state sottoscritte fra la Regione, o per conto della stessa, con la società Bertolini;

2) quanti dei dipendenti, che l’azienda intende occupare, sono provenienti da Collegno e quanti sono stati o saranno assunti in Valle d’Aosta;

3) quali interventi finanziari per investimenti, per addestramento e preparazione professionale sono stati richiesti dall’azienda ed accolti dalla Regione;

4) quali garanzie ritiene sussistano in merito al mantenimento e potenziamento dei livelli occupazionali e dell’attività produttiva della società.

F.to: Beneforti - Squarzino Secondina

PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) Credo che l'interpellanza sia chiara nei suoi contenuti e richieste. Sono certo, pertanto, che l'Assessore avrà compreso ciò che ci interessa conoscere. Tuttavia voglio fare alcune riflessioni.

Un'azienda nuova, che si trasferisce in Valle d'Aosta, è per noi un fatto positivo; ogni unità produttiva che arriva crea ricchezza sul piano economico e sul piano occupazionale. Noi dobbiamo fare affidamento sulle aziende che vengono dall'esterno in Valle d'Aosta per l'assenza dell'imprenditoria locale. Nonostante gli aiuti e l'assistenzialismo, l'imprenditoria locale non dà segni di grande espansione e di sviluppo, sia sul piano produttivo che occupazionale.

Certamente gli imprenditori non vengono in Valle per farci un favore o per cambiare aria, ne traggono indubbiamente dei benefici, vista la nostra ospitalità economica e finanziaria. La ditta Bertolini si è trasferita con determinazione in Valle d'Aosta, perché aveva bisogno di spazio, spazio che non ha trovato nel comune di Collegno, suo comune di provenienza. Addirittura dopo aver trovato a Champdepraz questo spazio, si è fatta scortare dalla Polizia per poterlo mantenere, scatenando anche le furie delle organizzazioni sindacali, che hanno emesso in quel momento un comunicato di protesta.

Devo dire che sono d'accordo con la protesta dei sindacati, perché il comportamento della ditta Bertolini è stato alquanto anomalo. Anomalo anche perché sul piano occupazionale i posti riservati ai Valdostani sono molto pochi in questo inizio di attività e anche in rapporto ai finanziamenti a carico della Regione, almeno di quei finanziamenti di cui siamo venuti a conoscenza.

Sembra che dei 55 dipendenti che l'azienda ha alle sue dipendenze, il 90 percento provenga da Collegno, per cui, fatte le dovute operazioni, si può constatare che solo 5-6 unità lavorative delle 55 vengono assunte nella nostra regione, oltre ai 10 allievi ammessi ad un programma di formazione. Questo a fronte di una sede di 8.000 metri quadrati e di fronte ad una spesa di 10 miliardi.

Le cifre che ho espresso forse non saranno esatte, per cui sarà l'Assessore, rispondendo all'interpellanza, a chiarire la situazione.

Vogliamo conoscere quali intese sono state sottoscritte dalla Regione o per conto della Regione con la società Bertolini, quanti dipendenti l’azienda intende occupare, quanti sono provenienti da Collegno e quanti sono stati o saranno assunti in Valle d’Aosta, quali interventi finanziari per investimenti, per addestramento e preparazione professionale sono stati richiesti dall’azienda ed accolti dalla Regione, quali garanzie ritiene sussistano in merito al mantenimento e potenziamento dei livelli occupazionali e dell’attività produttiva della società. Sappiamo che questa non la può determinare nessuno, perché nessuno di noi è indovino, però vogliamo sapere se ci sono delle garanzie che fanno sperare che quest'attività produttiva possa rendere sul piano produttivo e occupazionale nella nostra regione.

Président La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Tutti sanno indubbiamente chi è la Bertolini, vorrei solo fare una prima precisazione.

Il Consigliere Beneforti ha fatto riferimento a interventi di carattere assistenziale; io credo che questo sia un elemento che non c'è nella Regione, nel senso che le norme sulla concorrenza - poi abbiamo anche il commissario europeo Monti che vigila oggi su queste cose - pongono dei limiti piuttosto precisi rispetto agli interventi che le amministrazioni pubbliche possono fare, di conseguenza parlare di assistenzialismo è un termine improprio rispetto a questa questione.

Rispetto alle domande poste nell'interpellanza, al primo punto si chiede quali intese siano avvenute o sottoscritte dalla Regione o per conto della stessa con la società Bertolini. Va detto che il trasferimento della Bertolini, come è stato ricordato anche dal Consigliere Beneforti nella sua introduzione, è una scelta che l'azienda ha fatto anche con degli elementi traumatici sul piano sociale, ci sono stati dei momenti di forte conflittualità a Collegno, l'intervento delle forze di polizia è avvenuto su una decisione della Digos di Torino, ma oggi la situazione è tornata alla normalità. Ma, come dicevo, la decisione di spostare lo stabilimento è venuto dalla proprietà dell'azienda, che ha scelto Champdepraz e ha acquistato i terreni.

Per quanto riguarda le intese sottoscritte dalla Regione, posso affermare che la Bertolini ha utilizzato delle incentivazioni che sono presenti in Valle, ma non esiste, come in altri casi, una convenzione che vada al di là delle normali incentivazioni. Quindi, cosa ha utilizzato la Bertolini (sui livelli occupazionali tornerò dopo)? Gli interventi fatti dalla Regione sono un contributo in conto capitale di 1,75 miliardi a valere sulla legge regionale n. 85/92, che prevede un contributo fino al 30 percento per un massimo di spesa ammissibile di 5 miliardi per le aziende che intendono costruire un nuovo opificio in Valle. Quindi si tratta di un finanziamento di cui usufruiscono moltissimi altri imprenditori in Valle, ce ne sono che si stanno insediando in altre aree della Valle utilizzando questo strumento, e sono imprenditori sia Valdostani che non.

Per quanto riguarda gli ulteriori investimenti, essi riguardano due mutui concessi dalla Finaosta in gestione ordinaria, uno di 3.930 milioni, decennale, per la realizzazione dell'immobile, e l'altro di 2,37 miliardi della durata di 6 anni per l'acquisto degli impianti.

Come ricordava, la cifra d'investimento totale per la costruzione e gli investimenti è di 10,5 miliardi.

Come si può vedere, questo della Bertolini è il tipico caso in cui l'azienda investe direttamente quote significative e dove l'intervento della Regione consiste solo in un contributo a fondo perso di 1,75 miliardi, che deriva da una legge regionale, mentre negli altri casi sono mutui, quindi soldi che sono concessi all'imprenditore, ma che torneranno a Finaosta.

Questo per dire come l'azienda si sia impegnata direttamente con propri mezzi finanziari.

Per quanto riguarda i dipendenti, la venuta in Valle d'Aosta della Bertolini ha portato anche il trasferimento in Valle di un'azienda di più piccole dimensioni, la SAMIG, che lavora nel campo dell'automazione industriale. Questa è un'azienda che da sempre è collegata alla Bertolini e lavora sull'innovazione degli impianti di questo stabilimento. Questo ha comportato un'occupazione aggiuntiva di 10 addetti, 9 residenti in Valle e 1 no. Attualmente la situazione della Bertolini è questa: sono stati assunti 10 lavoratori residenti in Valle d'Aosta, da Collegno si sono trasferiti 40 lavoratori, 32 operai e 8 impiegati, quindi la forza totale dello stabilimento attualmente è di 50 addetti. Per quanto riguarda la forza in carico allo stabilimento, quindi i lavoratori che provengono da Collegno, sono in corso in questi giorni dei contatti con le organizzazioni sindacali perché è intenzione dell'azienda ricorrere ad una procedura di mobilità per circa una ventina di persone, per cui per quanto riguarda l'occupazione è ipotizzabile che nei prossimi mesi ci sarà un ulteriore aumento dei lavoratori assunti in Valle intorno alle 20-25 unità.

L'andamento del mercato per quanto riguarda lo stabilimento è positivo, la Bertolini è una società che controlla il 60 percento del mercato nazionale, credo che non ci sia famiglia in Italia che non abbia una bustina della Bertolini, quindi è uno stabilimento che ha una storia, una tradizione, capacità di mercato, una solidità patrimoniale, condizioni queste per uno sviluppo positivo in futuro. Poi, come sapete, questi sono legati alle capacità imprenditoriali, alle capacità dell'azienda di stare sul mercato, caratteristiche che fino ad oggi ha indubbiamente dimostrato.

Per quanto riguarda gli interventi per la formazione, la Bertolini ha presentato due progetti di formazione per 10 addetti per un costo complessivo di 288,5 milioni. Sono due corsi di formazione per operatori del settore alimentare, vengono fatti in due cicli, entrambi di 800 ore, il primo è in corso di svolgimento, il secondo verrà avviato alla fine dell'anno e quindi proseguito nel corso del 2000.

Si dà atto che, dalle ore 11,14 presiede il Vicepresidente La Torre.

Presidente La parola al Consigliere Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Ringrazio l'Assessore per la risposta che ha voluto darci, fornendoci tutti i dati di cui non eravamo in possesso. Quello che ci fa piacere è constatare che non è un intervento del tutto assistenziale, anche se un contributo della Regione viene messo a disposizione della ditta Bertolini. L'impresa stessa mette i capitali a rischio nella sua attività produttiva.

L'importante è che in queste aziende venga assunta mano d'opera locale. Ora la Bertolini si è trasferita da Collegno a Champdepraz portandosi dietro 40 dipendenti; fino a quando questi 40 dipendenti non troveranno una collocazione pensionistica o un'altra attività lavorativa, rimarranno in azienda e non daranno la possibilità ai Valdostani locali di poter entrare in quell'attività produttiva. Per cui bisogna insistere con l'azienda, perché trovi delle soluzioni o dei supporti sociali per risolvere il problema di quelle famiglie e per dare lavoro alle famiglie valdostane.

Non ho molto da aggiungere, se non di chiedere all'Assessore, visto che leggeva dei dati, di poter avere per cortesia la risposta che ha letto.