Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 700 del 23 giugno 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 23 JUIN 1999 (MATIN)

OGGETTO N. 700/XI Intendimenti in merito ai problemi derivanti dai generi alimentari contaminati dalla diossina. (Interpellanze)

Interpellanza Preso atto di come la diossina, presente in prodotti alimentari provenienti dal Belgio, costituisca un pericolo per la salute;

Evidenziato che anche in Valle d'Aosta si è proceduto al sequestro cautelativo di alcuni generi alimentari;

Considerato come sia importante informare l'opinione pubblica sulla tipologia dei prodotti che possono arrecare danno alla salute;

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per conoscere:

1) quali sono stati finora i risultati delle analisi condotte sui prodotti sequestrati in via cautelativa nella nostra regione;

2) se ritiene che i controlli effettuati siano stati sufficientemente capillari;

3) se non ritiene utile attivare una campagna di informazione che offra ai consumatori criteri di guida nei consumi.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz

Interpellanza Vista la grave emergenza generata dalla scoperta di carne contaminata da diossina destinata ad uso alimentare, proveniente da grandi allevamenti europei, e i conseguenti sequestri, da parte dell'Autorità, di massicce quantità di carne bianca, suina e bovina nei mercati italiani;

Considerati i ritardi, segnalati anche dal Ministro della Sanità, nell'informazione sulla carne contaminata da parte dei competenti organi di controllo, ritardi che hanno compromesso la percentuale di sicurezza delle misure precauzionali messe in opera per limitare al massimo la vendita di prodotti alimentari tossici;

Considerato altresì che in Italia i piccoli produttori di generi alimentari provenienti dal settore agricolo potrebbero subire a più livelli effetti quanto mai negativi derivanti dalla preoccupante situazione venutasi a creare dalla "emergenza diossina";

Atteso che il fenomeno della carne intossicata proveniente dalle grandi produzioni europee avviene paradossalmente proprio mentre la Comunità Europea si appresta a rendere applicabile, a tutti gli effetti, la legge sulla "HACCP", la quale obbliga le piccole e medie imprese ad applicare nuove norme e nuove procedure, simili a quelle industriali, nell'analisi dei rischi di contaminazione delle produzioni alimentari;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per sapere:

1) in quale modo intende affrontare tutti gli eventuali problemi di salute pubblica, nonché di tipo economico, che la "emergenza diossina" nelle produzioni di carne alimentare potrebbe comportare a tutti i soggetti, dai consumatori ai produttori, interessati dal rischio di intossicazione nella nostra regione;

2) se ha già approntato, o se e quando intende farlo, misure di intervento rivolte a tutti i piccoli produttori e commercianti valdostani che, dalla grave situazione venutasi a creare in seguito alla scoperta di carne contaminata, potrebbero ottenere danni economici e di immagine piuttosto rilevanti;

3) quale lettura da del fenomeno "emergenza diossina" alla luce di una norma, quella sulla "HACCP", la quale sostiene l'asetticità e la sicurezza alimentare della produzione industriale a scapito di quella "genuina" e casalinga, ovvero di quella "biologica", e in vista anche dei progetti di attività promozionale dei prodotti tipici valdostani previsti per il prossimo anno.

F.to: Lanièce - Comé - Marguerettaz - Collé

Presidente La parola alla Consigliera Secondina Squarzino.

Squarzino (PVA-cU) Credo che tutti noi in questi giorni ci siamo preoccupati delle conseguenze per la salute dei cittadini a seguito alla presenza di diossine in carne come polli, vitelli, maiali e via dicendo.

Tutti sappiamo che la diossina è cancerogena, ormai questo è stato dimostrato in modo inconfutabile, fra l'altro sono stati anche recentemente rivisti alcuni livelli di guardia sotto i quali si colloca la presenza di diossina negli organismi viventi.

Sappiamo che il livello di guardia si colloca fra 1,4-1,5 picogrammi, cioè milionesimi di milionesimo di grammo per ogni kg del peso corporale; un altro segno di pericolo lo possiamo trovare anche nei latticini e qui il livello di guardia si colloca ad un picogrammo per ogni grammo di grasso presente nel latte e nei prodotti caseari.

Fra l'altro ricordo fra parentesi, ma credo che non si ricordi mai abbastanza, come proprio in Francia, nel dipartimento del nord, è stata avviata recentemente un'indagine proprio sui latticini per verificare la presenza di diossina; si è rilevata una presenza di diossina di 2-3 picogrammi per ogni grammo di grasso del prodotto, latte anche per bambini, burro, latticini. A quanto pare, questa presenza della diossina in prodotti di origine casearia è dovuta alla presenza d'inceneritori nella zona. Questo credo che faccia suonare un campanello di allarme rispetto ad un ipotetico progetto di un bell'inceneritore da collocare in fondo alla Valle come biglietto da visita per il turista; non credo che i Canavesani siano destinati ad essere trattati peggio di noi.

Dicevo che nei prodotti che provengono dal Belgio la diossina era presente con una concentrazione mille volte superiore a quella tollerabile dal livello di guardia; sappiamo anche che la causa di questa tossicità deriva da un mangime arricchito con rifiuti tossici, con oli esausti. Questo non va bene, ma c'è da chiedersi se è opportuno che lo stesso uso di mangimi di origine animale, con grassi o farine animali, sia poi il più adatto per mucche, pecore, polli che sono vegetariani o al massimo granivori, anche qui se cominciamo ad andare contro la natura stessa dell'animale, credo che prima o poi alcuni inconvenienti li incontreremo sicuramente.

La diossina entra nella catena alimentare e provoca danni enormi; si è calcolato per esempio che i consumi elementari di un solo giorno nel Belgio abbiano provocato dai 10 ai 15 casi di cancro. Se poi consideriamo che nel Belgio l'allarme è scattato solo 100 giorni circa dopo la messa in circolazione di questa carne contaminata, ci si chiede quali possano essere le conseguenze.

È vero, il Belgio è lontano, ma quello che succede nel Belgio riguarda anche noi; ormai l'importazione di carni, di prodotti lattiero-caseari e di mangimi è tale per cui, se non si controlla con molta attenzione non solo l'origine di questi prodotti (in questo caso la responsabilità è delle autorità del Belgio), ma se non si controlla anche la messa in circolazione di questi prodotti, si consente che elementi nocivi alla salute circolino impunemente nei supermercati, nei negozi ed entrino nelle case della gente.

La domanda che vogliamo porre con l'interpellanza è la seguente: qual è la situazione in Valle d'Aosta? Abbiamo saputo dagli organi di informazione che ci sono stati alcuni sequestri cautelativi con indagini che sono state fatte, però vorremmo sapere ad esempio i risultati delle analisi condotte su questi prodotti sequestrati in via cautelativa nella nostra Regione.

Non solo, ma vorremmo sapere se la rete dei controlli che è stata effettuata è giudicata sufficientemente capillare, tale da dare garanzie al consumatore, perché in fondo l'obiettivo è garantire il consumatore rispetto ai prodotti che il consumatore va ad acquistare; ancora, chiediamo se i responsabili politici della salute non ritengano utile attivare delle campagne d'informazione per consentire ai consumatori di avere dei criteri più chiari.

Vorrei sapere infine, anche se qui non è stata esplicitata come domanda precisa, se rispetto a quello che è l'utilizzo in agricoltura di alcuni mangimi si è pensato di dare un'informazione adeguata e corretta.

Presidente La parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (Aut) La collega Squarzino ha già enunciato alcuni temi che volevamo anche noi riprendere nel nostro intervento e quindi cercherò di essere breve.

La nostra interpellanza è stata presentata per conoscere eventuali misure d'intervento mirate ad affrontare i possibili problemi di salute pubblica derivanti dal problema della diossina, ma anche quelli di tipo economico che l'attuale questione dell'emergenza diossina potrebbe comportare a tutti i soggetti interessati dal rischio d'intossicazione nella nostra Regione. Quando parlo di problemi economici mi riferisco ovviamente ai produttori e ai commercianti valdostani che, dalla grave situazione venutasi a creare in seguito alla scoperta di carne contaminata, potrebbero subire dei danni economici anche piuttosto rilevanti.

Mi auguro che dalla risposta che ci darà l'Assessore emergano da parte della Giunta regionale alcune iniziative; sappiamo che sono stati fatti ad esempio dei controlli, sono state prese delle precauzioni, sono state sequestrate delle carni in Valle d'Aosta e quindi mi auguro che emerga dalla risposta la volontà d'intraprendere un'azione immediata, da parte dell'Amministrazione regionale, volta a tutelare e a limitare eventuali danni alla salute pubblica e anche a prendere in considerazione eventuali danni economici che potrebbero avere i commercianti e i produttori di generi alimentari valdostani.

Ma nella nostra interpellanza, a differenza dell'iniziativa del gruppo dell'Ulivo, vi è una domanda diversa: abbiamo chiesto quale lettura si può dare del fenomeno "emergenza diossina" alla luce di una nuova norma, la ormai famosa HACCP, la quale sostiene l'asetticità e la sicurezza alimentare della produzione industriale a scapito di quella casalinga.

Della HACCP abbiamo parlato in Consiglio poco tempo fa e chi è intervenuto oltre a me, ha manifestato le mie stesse perplessità circa gli effetti collaterali di questo complicato provvedimento. Ancora adesso, discutendo a livello di pro-loco, c'è una certa tensione nel sapere se ci sarà oppure meno questa proroga a livello del Parlamento italiano: diversamente dal 1° luglio entreranno in vigore le sanzioni di questa normativa, sanzioni che vanno da 2 a 60 milioni, e pertanto potrebbero provocare dei seri e forti danni ai produttori e alle stesse pro-loco. Vogliamo sapere se c'è una correlazione, cioè se l'Amministrazione regionale ha analizzato a fondo le eventuali conseguenze di quest'emergenza dovuta alla presenza di carne contaminata da diossina in modo correlato con questa normativa, che è un'emanazione di una direttiva CEE.

Credo però che dalla vicenda diossina possiamo comunque trarre una buona lezione, cioè occorre concentrare gli sforzi verso un miglioramento biologicamente qualitativo della produzione alimentare tipica della Valle, cosa che può senz'altro contribuire a migliorare la qualità della vita dei consumatori dei nostri prodotti e restituire ai prodotti alimentari valdostani l'immagine e il valore che meritano nel settore agroalimentare italiano ed europeo. Colture biologiche dove è possibile, trattamenti integrati, agricoltura sana in un ambiente meno contaminato e più genuino che altrove: questi sono per me gli obiettivi che l'Amministrazione regionale deve porsi in materia di alimentazione e di agricoltura e che potrebbero, in correlazione con questo fatto, essere evidenziati. Questa penso che sia un'azione sentita e voluta anche dalla maggioranza dei Valdostani, quindi ci auguriamo che su questa piccola proposta ci sia da parte della Giunta regionale la volontà di verificare la possibilità di "approfittare" di questa situazione per valorizzare i prodotti agricoli valdostani come prodotti biologicamente sicuri e di buona qualità, in modo da restituire ai nostri prodotti l'immagine e il valore che meritano nel settore agroalimentare italiano ed europeo.

Presidente La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Cercherò di rispondere a tutti i quesiti interessanti che mi sono stati posti facendo una premessa: che il tema della sicurezza alimentare è un tema fondamentale nel tema delle politiche regionali e non solo, dovrebbe essere come sta diventando uno degli obiettivi principali di quest'Europa di cui tanto parliamo, ma purtroppo i fatti ci dimostrano che ancora così non è e che molti passi rimangono da fare.

Al momento non sono stati comunicati da pare dell'Istituto superiore di sanità gli esiti delle analisi effettuate sugli animali sotto sequestro, 35 bovini da ingrasso provenienti dal Belgio.

A questo proposito si fa presente che il Dipartimento alimenti, nutrizione, sanità pubblica e veterinaria del Ministero della sanità ha disposto, con nota in data 10 giugno 1999, che i prodotti, compresi i mangimi e gli animali, restano sotto sequestro in attesa di distruzione tramite incenerimento salvo che il detentore non sia in grado di dimostrare mediante analisi che i prodotti animali non sono contaminati dalla diossina, mentre con nota in data 16 giugno 1999 si consente che gli alimenti di origine animale prodotti in Belgio possano essere adibiti al consumo umano purché scortati da un certificato ufficiale attestante che sono stati prodotti con materie prime totalmente provenienti da paesi diversi dal Belgio.

Con una nota del 18 giugno invece il Ministero della sanità decreta il divieto d'introduzione nel territorio nazionale di animali vivi e relative carni e gli altri prodotti destinati al consumo umano o animale, rispettivamente allevato in Belgio, a fare data dal 15 gennaio 1999 o ottenuti da detti animali che vengono di seguito elencati.

Per cui c'è stata una giusta attenzione da parte dell'Istituto superiore della sanità, ma con disposizioni contraddittorie e colgo l'occasione per dire che, indipendentemente dalle disposizioni centrali dell'Istituto superiore di sanità del Ministero della sanità, gli organi regionali preposti alla vigilanza e, in questo caso il servizio veterinario area delle carni, ha lavorato con assoluta efficacia ed efficienza; questo devo dirlo perché non si sono risparmiati, ma hanno provveduto immediatamente a fare dei controlli a tappeto sul territorio regionale privilegiando ovviamente i centri di alta distribuzione, anche lavorando nei week-end. Di questo bisogna dare atto al servizio veterinario perché questi operatori pubblici sono lì per tutelare la salute dei Valdostani.

I controlli e i sequestri, effettuati dai servizi d'igiene e sanità pubblica e dai servizi veterinari nonché dai carabinieri del nucleo antisofisticazioni della sanità, hanno interessato tutti i prodotti di origine belga introdotti in Valle d'Aosta sia direttamente su segnalazione dell'Ufficio veterinario degli adempimenti CEE, Ufficio veterinario della dogana di Pollein, sia indirettamente su segnalazioni delle USL delle altre regioni. C'è l'elenco, che metto a disposizione, delle tipologie delle merci, delle quantità, della provenienza e delle ditte presso le quali è stato effettuato il sequestro nonché degli attori del sequestro, riguardano oltre i bovini di cui ho già parlato: carni bovine, lonze suine, pollo, yogurt, sottilette, formaggi e würstel. Queste sono le merci considerate più a rischio di provenienza belga.

In merito ai prodotti sotto vincolo si fa presente che sono già stati dissequestrati 5.946 chilogrammi di carne di vitello provenienti dal macello belga e i prodotti della Krasviacob Suchard a seguito di presentazione delle prescritte certificazioni da parte delle autorità sanitarie belghe con le garanzie stabilite dal Ministero della sanità di cui ho parlato prima contenute nella circolare del 16 giugno.

Per quanto riguarda le carni suine congelate provenienti dal Belgio, esse saranno dissequestrate ed inviate nuovamente presso lo stabilimento italiano che le ha importate per le dovute analisi. Gli esiti delle analisi dei 35 bovini da ingrasso probabilmente saranno comunicati in settimana dall'Istituto superiore di sanità.

Aggiungo che la Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione contro il Belgio che è stato messo sotto accusa anche per non aver rispettato le misure di emergenza prese dall'Esecutivo l'11 giugno ed aver continuato imperterrito a vendere sul proprio territorio latte e carne suina e bovina che dovevano essere ritirati in via precauzionale dal mercato. Probabilmente questa bruttissima faccenda potrà servire per il futuro per tutelare meglio tutti i cittadini europei.

Per rispondere in parte al quesito del Consigliere Lanièce che mi chiede se non ritiene che ci siano dei danni economici d'immagine ai produttori e ai commercianti valdostani, ritengo di no in tutta sincerità perché tutto si può dire tranne che i rivenditori sia all'ingrosso sia al minuto siano responsabili di questa brutta storia perché, nel momento in cui mettono in vendita un prodotto, loro lo mettono in vendita con la certificazione di bolli ufficiali che vengono attentamente vagliati dai servizi veterinari per quanto riguarda le carni, ma non solo i servizi veterinari.

Pertanto non penso che ci siano delle misure d'intervento da prendere nei loro confronti che sono sicuramente informati perché gli ispettori hanno dato corretta informazione della provenienza delle carni e si sono premurati di contattare direttamente gran parte dei rivenditori, dei commercianti e dei ristoratori perché andava spiegato - ma la cosa era nota - che venivano poste sotto vincolo solo le merci importate dal Belgio e che non erano ancora state analizzate.

L'emergenza diossina non solo è l'ennesima riprova che in alcuni paesi dell'Unione europea l'attuale organizzazione dei servizi veterinari non consente una corretta e attenta difesa né della salute dei consumatori né della sanità animale e qui faccio un inciso: i nostri servizi veterinari hanno frequenti contatti con i paesi europei e soprattutto con la Francia, ma devo dire in tutta sincerità che il livello d'interpretazione della normativa esistente è del tutto diverso, che si tratti di HACCP, che si tratti di normative riguardanti il risanamento del bestiame, che si tratti di normative igienico-sanitarie per gli stabilimenti o per le stalle.

Ci sono ad oggi interpretazioni diverse sulle direttive europee e applicazioni diverse da parte dei diversi Stati. Per quanto ci riguarda, se un rilievo può essere fatto - e che può essere visto in negativo come in positivo -, è che in Valle d'Aosta tendenzialmente siamo portati ad applicare alla lettera - a volte anche troppo - le direttive europee rispetto a quanto fanno altri paesi europei. È sufficiente visitare questi paesi per rendersi conto quanto ancora sia diffusa la vendita al minuto da parte del produttore dei singoli prodotti.

E su questo intervengo sulla domanda che ha posto il Consigliere Lanièce, il quale ritiene che la HACCP sostiene l'asetticità e la sicurezza alimentare della produzione industriale a scapito di quella genuina, casalinga ovvero di quella biologica.

Non penso che sia così, non è nello spirito della direttiva europea difendere la produzione industriale piuttosto che la produzione biologica o casalinga; lo spirito è inverso, è quello di applicare anche alla produzione casalinga biologica del singolo produttore normative di tutela igienico-sanitaria che generalmente già applica la grande industria, generalmente perché di fatto vediamo che spesso così non è. Se la logica fosse quella, sarei totalmente contrario a dare una lettura di questo genere alla normativa, ma così non è.

Evidentemente accolgo l'invito e lo recepisco del Consigliere Lanièce di utilizzare quest'occasione per incentivare le colture biologiche e i prodotti tipici della Valle d'Aosta; è il momento buono per mettere in piedi delle azioni di sostegno, azioni che però non devono essere fatte solo dall'Amministrazione regionale, ma dagli organismi deputati alla tutela dei prodotti che esistono in Valle d'Aosta e che dovrebbero attivarsi un po' di più perché è il momento buono per far capire alla gente che forse è preferibile comprare prodotti biologici la cui certificazione dal punto di vista igienico-sanitario è accertata e che vengono prodotti in Valle piuttosto che altri prodotti che vengono commercializzati e pubblicizzati in maniera molto massiva e molto diffusa.

In merito alle iniziative da intraprendere è un puro caso, ma noi abbiamo spedito dieci giorni fa una pubblicazione predisposta dal Dipartimento di prevenzione dell'USL che vi farò avere che riguarda l'educazione alimentare.

L'abbiamo spedita alle biblioteche, alle amministrazioni comunali e quant'altro, è una pubblicazione molto ben fatta che dà dei consigli su come alimentarsi. Ne farò avere una copia ai colleghi consiglieri anche perché proprio in questi giorni abbiamo deciso d'intraprendere già nell'estate una serie d'incontri con la popolazione per illustrare una logica di una corretta alimentazione. Questo volume è stato predisposto dal medico dirigente della sanità pubblica, Dott. Orlandi, ma è un volume preso su autorizzazione degli autori che hanno una valenza assolutamente scientifica, pertanto le iniziative che intendiamo prendere in questo momento sono queste.

Concludo cercando di rispondere all'ultima domanda della collega Squarzino che mi ha chiesto se ritiene sufficiente la rete di controlli messa in atto. Devo dire di sì perché da anni ormai in Valle d'Aosta il Dipartimento di prevenzione sta lavorando con una logica di monitoraggio costante dei controlli dei prodotti di origine alimentare e proprio ultimamente sono stati meglio definiti i ruoli dei servizi veterinari rispetto ai servizi d'igiene pubblica e ambientale in modo da evitare sovrapposizioni e soprattutto in modo tale da dare una linea guida uguale per i due servizi che intervengono sui prodotti di origine animale.

Viene fatta questa programmazione semestrale e al suo interno viene data priorità sicuramente ai prodotti di dubbia provenienza, pertanto si tratta di continuare su questa strada, però è importante anche, come è stato detto giustamente dai colleghi Squarzino e Lanièce, che la popolazione stessa prenda coscienza dell'importanza di autocontrollarsi perché il miglior controllore è il singolo individuo, la singola casalinga che, nel momento in cui va ad acquistare dei prodotti, dovrebbe guardare più che al prezzo alla qualità e all'autenticità del prodotto.

Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Ringrazio l'Assessore per tutta questa serie d'informazioni che ha dato e mi dichiaro soddisfatta della risposta che l'Assessore mi ha dato.

Sono soddisfatta perché ho visto che c'è la presa in carico di questo problema non solo a parole, ma anche nei fatti, nelle azioni che casualmente o meno, questo non mi importa, si stanno attivando, negli impegni che ha preso.

Prendo atto con soddisfazione che è efficiente la rete di controlli sugli alimenti che è attiva in Valle d'Aosta poi è chiaro che verificheremo di volta in volta che sia attiva in ogni situazione.

Prendo altresì atto con soddisfazione dell'importanza che viene data all'informazione e anche io concordo sulla valutazione dell'Assessore rispetto al fatto che questo è il momento - anche se purtroppo è successo quello che è successo - in cui forse è più chiaro sia ai consumatori che ai produttori come rivolgersi verso prodotti locali la cui filiera sia sicura, controllabile e documentabile, che va verso dei marchi di prodotti tipici, sia una tendenza che facilita, che viene incontro alle esigenze del consumatore oltre che del produttore.

Ricordo fra parentesi che proprio in questo periodo c'è un boom della vendita di polli italiani, che sono quelli che si immettono sul mercato con maggior sicurezza rispetto alla tipologia di mangimi. Chiederei ancora all'Assessore all'agricoltura di verificare i mangimi usati nella nostra agricoltura, nelle nostre stalle, nei nostri piccoli allevamenti.

Su un punto l'Assessore non mi ha risposto, era un punto incidentale, però chiedo all'Assessore una riflessione sulle conseguenze per la salute umana che può avere la proposta di un inceneritore all'imboccatura della nostra Valle.

Presidente La parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (Aut) Per dichiarare la soddisfazione per la risposta che ci ha dato l'Assessore e per ribadire l'invito, che l'Assessore sembra aver recepito, di approfittare di questo momento per puntare sulle colture biologiche e sulla promozione dei prodotti agricoli valdostani.