Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 693 del 23 giugno 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 23 JUIN 1999 (MATIN)

OGGETTO N. 693/XI Notizie in merito allo "Stage di formazione per la realizzazione di animali transgenici" organizzato dalla Fondazione per le biotecnologie di Torino. (Interrogazione)

Interrogazione Avendo appreso che nel programma della Fondazione per le Biotecnologie di Torino è presente anche uno "Stage di formazione per la realizzazione di animali transgenici";

Ricordato che la Regione Valle d'Aosta, con legge regionale 9 luglio 1990 n. 45, sostiene tale Fondazione con un contributo annuo di 100 milioni;

Ricordato altresì che un membro del Consiglio di Amministrazione di tale Fondazione è nominato dalla Giunta regionale;

Considerando che tutta la materia relativa alla manipolazione genetica è di estrema delicatezza, dato che può dar luogo a esperimenti dall'esito per lo meno dubbio sul piano etico;

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano la Giunta per sapere:

1) quali sono le finalità della Fondazione ed in particolare quali gli obiettivi dello "Stage di formazione per la realizzazione di animali transgenici";

2) quali indicazioni circa l'impostazione del programma di attività della Fondazione sono formulate da parte della Regione.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Le finalità della Fondazione per le biotecnologie sono indicate nello statuto di costituzione approvato con legge regionale 9 luglio 1990, n. 45, precisamente: educazione sull'importanza delle biotecnologie, supporto all'attività di docenza dell'Università del Politecnico di Torino, informazione al pubblico sul significato delle biotecnologie in riferimento alle problematiche che possono essere affrontate e risolte, training di ricerca rivolti a piccoli gruppi di studenti che ricevono una formazione specifica e pratica in tema di biotecnologie e loro applicazione.

L'obiettivo dello "stage" in oggetto, rivolto ad un piccolo gruppo, una decina di ricercatori e tecnici a livello universitario, è quello di fornire strumenti operativi per la realizzazione di topi transgenici. Gli animali transgenici sono animali nati da una cellula uovo fecondata, non clonata, in cui è stato inserito un gene proveniente da un'altra specie allo scopo di modificarne le caratteristiche e far loro sviluppare capacità che non avrebbero mai potuto acquisire spontaneamente.

La storia della transgenesi animale ha inizio all'incirca nel 1982 con la produzione dei primi topi transgenici, ma negli ultimi due anni il processo tecnologico ha portato questo tema alla ribalta delle cronache anche a causa del potenziale interesse economico che questi animali geneticamente modificati, considerati come laboratori viventi per la produzione di proteine per la maggior parte d'interesse farmacologico, hanno dimostrato.

Il trasferimento delle conoscenze scientifiche al campo della produzione in questo settore è estremamente rapido e quindi anche la circolazione delle informazioni ai tecnici di settore deve obbligatoriamente rispettare questi tempi.

L'obiettivo dello "stage" è quello di esporre ai ricercatori questa tecnologia ed evidenziare che prima di progettare un'attività di questo genere si devono mettere a fuoco molte variabili. Allo stesso tempo è necessario che i ricercatori sappiano nel dettaglio quali sono i requisiti richiesti per poter affrontare questo tipo di tecnologia. Si darà ai corsisti un quadro generale della tecnologia con esempi applicativi specifici per gli animali geneticamente modificati che da tempo vengono utilizzati per le ricerche di biologia di base e che hanno portato all'approfondimento degli studi sul meccanismo dei geni.

Il corso è aperto, come ho detto, ad un numero limitato di studenti; alla fine del corso gli studenti avranno acquisito una visione generale, sufficiente per interpretare i dati della letteratura ottenuti con questa tecnologia e per poter interagire con i pochi centri specializzati che fanno questo tipo di lavoro. Saranno messe in evidenza particolare tutte le norme di legge europee e italiane che devono essere seguite per poter attuare questa sperimentazione.

Per quanto riguarda la seconda istanza, la Regione Valle d'Aosta, in qualità di socio fondatore della Fondazione per le biotecnologie, propone annualmente alcuni programmi d'interesse regionale. Per il 1999 sono stati proposti due argomenti operativi: la preservazione con metodiche biotecnologiche dei beni artistici, corso in programma dall'11 al 15 ottobre organizzato dal Dott. Lorenzo Appolonia, e un corso pratico sulle metodiche biotecnologiche in campo diagnostico medico, organizzato dal Dott. Piergiorgio Montanera.

Numerose altre iniziative sono messe in atto ogni anno e rivestono interessi particolari per la nostra Regione, in particolare nel campo dell'agricoltura per la quale c'è un programma apposito per il 1999.

Nell'ultimo consiglio di amministrazione, riunitosi in data 18 giugno, è stata approvata l'istituzione di una segreteria in Valle d'Aosta proprio al fine di poter dare maggiore visibilità e trasparenza ai programmi e alle attività della fondazione. Inoltre è stato deciso di tenere nella nostra Regione una o più conferenze al fine di dibattere le problematiche connesse alle biotecnologie. Tutta l'attività della fondazione viene effettuata nel pieno rispetto della normativa vigente in materia con particolare riguardo agli aspetti etici delle biotecnologie.

A questo proposito comunque il Presidente della Giunta con una lettera ha interessato i due rappresentanti all'interno del Consiglio di amministrazione per la Valle d'Aosta, il Dott. Ercole Bruno Martinet e il Dott. Piergiorgio Montanera, per avere informazioni più precise. Do lettura della lettera del Presidente della Giunta in data 18 giugno:

"Con lettera aperta in data 11 maggio 1999, che si unisce in copia per debita informazione, è stata rappresentata da parte di diverse associazioni di protezione ambientale del Piemonte, preoccupazione per alcune tematiche che saranno oggetto di trattazioni, di convegni e seminari organizzati nel corso del corrente anno dalla Fondazione per le biotecnologie. In particolare, gli esponenti nell'esprimere perplessità su singole iniziative, lamentano una carenza generale d'informazione sull'attività svolta dalla fondazione riguardante questioni assai complesse e non ancora pienamente conosciute e valutabili. In relazione a quanto sopra, sarà cura delle SS.LL., in qualità di rappresentanti della Regione autonoma Valle d'Aosta in seno all'organo di amministrazione della Fondazione per le biotecnologie, voler attivarsi per la parte di competenza per far conoscere meglio l'attività della fondazione stessa e per far sì che le diverse iniziative si attengano a criteri di correttezza e sicurezza. Si rimane pertanto in attesa di cortesi assicurazioni in merito unitamente alle proprie valutazioni sulle questioni sollevate. Si ricordano infine gli specifici adempimenti: trasmissione della relazione annuale alla Regione, espletamento del proprio mandato conformemente all'indirizzo politico amministrativo della Regione stessa, ricadenti in capo ai rappresentanti della Regione in società e in enti, ai sensi dell'articolo 13 della legge regionale 11/97".

Aggiungo che maggiori e più dettagliate informazioni sull'attività passata, presente e futura della fondazione possono essere tratte dal sito Internet specifico all'indirizzo che tralascio, mentre informazioni particolari possono essere richieste anche via e-mail all'indirizzo che tralascio.

Concludo dicendo che seguiamo con molta attenzione l'attività e, come dice la lettera del Presidente della Giunta, ci attiveremo se l'attività stessa andrà oltre al "petitum", se così possiamo dire.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) È la stessa lettera a cui il Presidente ha risposto che ha suggerito la nostra interrogazione, nel senso che sono state sollevate una serie di questioni, di dubbi, di perplessità e ringrazio il Presidente della Giunta per aver risposto immediatamente a questa sollecitazione e per aver colto la pregnanza dei problemi di cui stiamo trattando.

Tutti siamo consapevoli come manipolare piante, animali, parti del corpo umano - non è questo il caso - diventi estremamente pericoloso perché così facendo si entra nel patrimonio genetico dell'umanità intera, diciamo degli esseri viventi, e soprattutto perché non sappiamo quali sono ancora i rischi per la salute ad oggi imprevedibili. Non si sa quali sono gli effetti delle modificazioni genetiche nel tempo e nello spazio, fra l'altro c'è anche il problema che il singolo cittadino non è neanche tutelato rispetto ad eventuali conseguenze di questi interventi modificativi del DNA di pianti ed animali, quindi non potrà mai un domani chiedere i danni che potranno derivare da questi nuovi organismi di cui oggi nessuno risponde perché non è possibile risalire alle responsabilità.

Lei sottolineava che tutto avviene nell'ambito della legislazione europea e italiana; vorrei ricordare che proprio su questo punto c'è un forte contrasto fra il punto di vista dell'Italia e il punto di vista europeo in quanto la direttiva europea, che riguarda addirittura il brevetto di queste nuove produzioni genetiche, non è stata approvata dall'Italia e fra l'altro si tratta di una direttiva europea che è già stata presentata tre anni fa, ed è stata bocciata dal Parlamento; dopo tre anni è stata riproposta ed è stata votata e questo è avvenuto perché, come diceva il Presidente che relazionava su questa direttiva, ci sono state delle pressioni fortissime di "lobbies" europee. E come ricordava l'Assessore prima, qui ci sono degli interessi economici micidiali talmente forti da superare quelle che sono a volte le perplessità di carattere etico. Per questo bisogna fare estremamente attenzione a questo problema, in questo caso si tratta di ratti per laboratorio, ma non si sa bene come vengono utilizzati.

Prendo atto con favore dell'altro impegno dell'Assessore, a nome di questa fondazione, che è quello di procedere ad un'informazione più accurata e capillare perché è vero che bisogna fare i corsi relativi ad alcune specifiche professioni, dalla professione del medico alla professione dell'architetto o dell'agricoltore, ma c'è a monte un elemento molto più forte che è l'informazione; ricordava l'Assessore che due delle tre grandi finalità della fondazione riguardano l'informazione.

Per cui prendo atto della risposta e chiedo che quest'impegno sull'informazione su queste tematiche così delicate ed importanti sia tradotto in iniziative concrete nella nostra Regione.