Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 541 del 7 aprile 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 7 AVRIL 1999 (APRÈS-MIDI)

OGGETTO N. 541/XI Modalità di esecuzione dei lavori di scavo per la realizzazione del cunicolo tecnologico nelle vie Aubert e Croce di Città di Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Richiamati i noti disagi e ritardi che stanno caratterizzando i lavori di scavo per la realizzazione del cunicolo tecnologico nelle vie di Aosta E. Aubert e Croce di Città;

Rilevate le incomprensioni che sono emerse tra l'amministrazione comunale aostana e la soprintendenza regionale ai beni culturali circa le tempistiche e le modalità di esecuzione dei lavori;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore all'Istruzione e cultura per sapere:

1) se il progetto dei lavori sopra richiamati fosse stato oggetto di esame preventivo con la soprintendenza ai Beni culturali;

2) quale giudizio esprima sulla vicenda;

3) quali previsioni ed eventuali provvedimenti ritiene opportuno formulare in merito.

F.to: Frassy - Tibaldi

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Abbiamo presentato quest'interpellanza perché riteniamo che il problema degli scavi, che stanno interessando il centro della città di Aosta sia un problema - almeno stando alle affermazioni emerse in sede comunale - che dipende da difficoltà di relazione e forse addirittura di comprensione con le competenti strutture regionali.

I fatti penso che siano noti: dopo anni e stagioni di asfaltature e di posizionamento della pavimentazione e di successivi lavori di scavo una volta per l'ENEL, una volta per le fognature, una volta per il gas, finalmente, recependo una proposta che tra l'altro avevamo proprio noi come Forza Italia sostenuto nello scorso Consiglio comunale, quella dei cunicoli tecnologici - che poi sono l'invenzione dell'acqua calda perché sono realtà in tutte le città nord-europee - finalmente, dicevo, si è dato corso a questo progetto di cunicolo tecnologico, che dovrebbe evitare ai lavori del sottosuolo lo sconvolgimento del sopra suolo.

Paradossalmente però sembra di dedurre che questi lavori di scavo per il cunicolo tecnologico siano destinati a protrarsi ben oltre quelli che erano i tempi previsti: 210 giorni, 7 mesi circa di lavoro. In base all'inizio di quei lavori e alle previsioni progettuali i lavori stessi avrebbero dovuto terminare tra fine aprile e maggio in modo tale da consentire alla città di Aosta di avere una stagione turistica primavera-estate regolare; sembrerebbe invece che così non sia. Dico sembrerebbe perché l'Assessore Grimod, che è l'omologo dell'Assessore Pastoret in Amministrazione comunale, ha dichiarato testualmente in una riunione che c'è stata di recente che la Sovrintendenza non ha rispettato gli impegni presi, sostenendo che gli impegni presi dalla Sovrintendenza erano di procedere ad un tipo di scavo diverso rispetto a quello che invece si sta attualmente concretizzando nelle vie del centro storico.

Sembrerebbe che le vie Croce di Città e Aubert fossero vie già conosciute da un punto di vista archeologico, anche perché di scavi ne erano stati fatti parecchi nel passato recente, e che ciononostante ci sia un intervento pressante dalla Sovrintendenza che di fatto comporta la paralisi dei lavori. I lavori stentano ad andare avanti, i costi lievitano, e si protrae il disagio per i cittadini, per gli operatori insediati sulle vie interessate i quali rischiano anche di compromettere l'imminente stagione turistica di quest'estate.

Vorremmo capire allora qual è il giudizio che l'Assessore esprime su questa vicenda; se è vero che ci sono state le incomprensioni così come è stato dichiarato dall'Assessore responsabile del Comune di Aosta, se queste incomprensioni sono state superate ammesso che vi siano state.

Vorremmo sapere se effettivamente questo progetto prima di essere cantierato era stato oggetto di accordo con gli organismi preposti della Regione, in particolare la Sovrintendenza, se è vero che gli impegni allora presi siano poi stati mutati in corso di lavori e di conseguenza quali previsioni l'Assessore ritenga di fare sul prosieguo dei lavori come tempistica, ma anche e soprattutto come modalità operative.

Président La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Pastoret.

Pastoret (UV) Una precisazione intanto: io e Grimod non siamo omologhi, lui si occupa di lavori pubblici, io no.

Frassy (fuori microfono) Omologhi sul problema.

Pastoret (UV) Ah, va bene. Un'altra precisazione: 210 giorni di lavoro per un intervento iniziato a metà dicembre non significano maggio e giugno, ma ben altro, d'altronde dalle notizie che ho, ma che poi poco conto hanno nel resto della risposta che devo fare, risultava a me che erano state fatte già nel corso dello scorso anno delle riunioni con i commercianti del centro storico e che in quella fase il Comune già avesse detto che durante l'estate vi sarebbero stati dei cantieri per questo tipo di intervento e la scelta fosse all'epoca di rinviare tutto al 1999, anziché fare quest'intervento nel 1998. Questa è una parentesi a fine di chiarimento.

L'interpellanza chiede se il progetto dei lavori sopra richiamati fosse oggetto di esame preventivo con la Sovrintendenza ai beni culturali; devo dire che la Sovrintendenza ai beni culturali in Valle d'Aosta, in particolare per quanto riguarda la città di Aosta, contrariamente a quanto avviene in altri luoghi al di fuori della Valle, dove essa esprime solo alla fine il parere favorevole o contrario, qui ha dato sin dalla fase progettuale il massimo apporto per cercare di ridurre il grado di incertezza riguardo alla conoscenza della presenza di reperti archeologici nelle zone dove erano previsti gli scavi per il cunicolo tecnologico.

In aggiunta a questa collaborazione in fase progettuale, il Servizio beni archeologici e diagnostica ha previsto due saggi che poi sono diventati tre da effettuarsi direttamente a carico dell'Amministrazione regionale - altro fatto questo altamente significativo fra l'altro a livello di attenzione rispetto a questo problema - nel centro storico di Aosta e questo con lo scopo di indagare alcune delle zone ritenute più a rischio di eventuali ritrovamenti.

Purtroppo questa fase ha subito un ritardo legato alle difficoltà incontrate durante l'inizio delle fasi di cantiere dovuto alla presenza di numerosi impianti tecnologici che peraltro si vedono passando nelle zone che era sconveniente deviare in quanto avrebbero poi dovuto successivamente essere nuovamente rideviati durante le fasi operative del cantiere comunale.

Con la direzione lavori era stato deciso di far partire la fase propedeutica almeno una quindicina di giorni prima dell'inizio del cantiere per la fognatura e devo dire che se ci sono state delle non comprensioni, sono state probabilmente in questa fase ormai peraltro superata. Difatti per ragioni che non sono di nostra conoscenza, i lavori sono iniziati in anticipo e questo anziché essere un vantaggio, ha fatto sì che il cantiere si trovasse direttamente coinvolto in un ritrovamento di alto valore archeologico data la sua unicità su tutto il territorio regionale e di alto interesse anche a livello nazionale. Si tratta di quel basolato della strada romana e della crepidine ad essa collegato.

Si ritiene inoltre che, nonostante le reiterate indicazioni sulle problematiche legate all'eventuale presenza di reperti e soprattutto sulla necessità di documentazione che essa richiedeva, non vi sia stata inizialmente sempre una valutazione complessiva delle necessità legate a tale tipo di intervento. Ciò ha fatto sì che l'Amministrazione regionale dovesse intervenire con un affido diretto a un disegnatore specializzato che seguisse il cantiere comunale.

Si sottolinea che questa, più che una necessità, è un obbligo peraltro non eludibile a cui è tenuto l'organo di tutela, nello specifico la Sovrintendenza, sulla base della legge dello Stato in primo luogo la n. 1089/39 e della legge regionale n. 56/83.

In aggiunta a questo si deve evidenziare come l'ispezione geomagnetica, effettuata in fase progettuale, si è rivelata non efficace e ha fornito indicazioni che hanno fuorviato la fase progettuale stessa tenuto anche conto del fatto che il tracciato della vecchia fognatura realizzato attorno agli anni '30 non ha, come era stato previsto, sconvolto gli stati archeologici sovrastanti in quanto per problemi probabilmente economici lo scavo effettuato all'epoca è stato condotto in galleria rompendo quindi solo una piccola parte delle esistenze archeologiche e andando a scavare e a murare sotto le fondazioni stesse. Questo fatto è emerso solo dopo la prima fase di scavo e ha stravolto le impostazioni progettuali obbligando ad interventi imprevisti da parte del Servizio beni archeologici e diagnostici.

Questo Servizio, per cercare di ovviare ai disagi creatisi, è sempre intervenuto con tutte le sue maestranze o con affidi a ditte specializzate ad ulteriore supporto delle squadre che la Direzione lavori aveva previsto e legato alla gara di appalto. Sotto questo punto di vista quindi c'è stata tutta la collaborazione possibile e necessaria, tutto questo con l'intendimento di ridurre al massimo i tempi di intervento e quindi di disagio.

Cito, a puro titolo di esempio, che il risultato di questi interventi è dato da alcune fasi quali ad esempio quella della rimozione di una parte del basolato, sei metri per quattro metri, che verrà ora musealizzata, rimozione che è avvenuta in una zona estremamente importante per la costruzione del crocevia dell'impianto fognario. Questo lavoro è stato dalle nostre maestranze condotto ed ultimato in un solo giorno di lavoro.

Certo, all'inizio ci sono state delle difficoltà che tutti conoscono. Devo dare atto, siccome peraltro mi viene anche richiesto in modo esplicito dall'intervento verbale del Consigliere Frassy, che vi sono stati diversi incontri con il Comune di Aosta, con la Direzione lavori, con lo stesso Assessore Grimod, e che, chiariti gli elementi di difficoltà iniziali, ora si sta lavorando con uno spirito di collaborazione che può anche darsi debba fare i conti con altri imprevisti che non sono nelle nostre previsioni ma che, per quanto riguarda tutto quanto è ipotizzabile, è stato sia dalla Sovrintendenza, sia dall'Assessorato dei lavori pubblici del Comune di Aosta a questo punto concordato.

Il continuo apporto e sostegno all'attività di scavo da parte del Servizio beni archeologici e diagnostica ha permesso quindi un confronto serrato con la Direzione lavori e attualmente, sulla base di quanto emerso e non conosciuto in precedenza, il Comune, la Direzione lavori e i tecnici del Servizio regionale hanno previsto una variante al progetto che permetta di adeguare il sistema alle esigenze di adeguamento degli impianti salvaguardando la necessità di cantieri e gli obblighi di tutela della Sovrintendenza.

Perché una cosa bisogna avere ben chiara: che in ogni caso c'è l'obbligo di documentare in modo adeguato le fasi archeologiche che sono emerse, che emergono e che emergeranno sia perché questo è previsto dalle leggi di tutela del patrimonio storico, sia perché quest'intervento in questa fase e in questa zona è da considerarsi distruttivo, di conseguenza tutto ciò che ora viene tralasciato risulterà poi essere un tassello perduto nel quadro della conoscenza e dello sviluppo storico della città e della Regione.

Sotto questo punto di vista credo che, con tutte le ragioni che vi sono alla base di un intervento importante come quello che è stato pensato e che si sta realizzando, si debba anche in questa fase e in questo momento di analisi tenere conto che gli elementi che sono legati all'intervento di salvaguardia, di tutela di ricostruzione storica, debba trovare anche la sua giusta dimensione a condizione che questa non interferisca sui lavori come, da quanto ho detto, si è cercato in modo assoluto e categorico di fare.

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Prendiamo atto della risposta che l'Assessore ha fornito anche se rimangono alcune perplessità che le voglio così sunteggiare.

La prima perplessità è quella sui tempi perché mi sembra di aver capito che l'Assessore stesso abbia precisato che i 210 giorni sono una previsione che difficilmente verrà ad essere rispettata, perché comunque già gli operatori erano stati allertati, e di conseguenza se non rispettiamo i 210 giorni nessuno scandalo; prendiamo atto.

Quello che però vorremmo evidenziare è come proprio, nel corso di quelle riunioni citate da me, ma anche richiamate dall'Assessore, si facesse riferimento a due modalità di scavo archeologico: il cosiddetto scavo programmato e il cosiddetto scavo di emergenza. L'Amministrazione comunale, attraverso non solo gli organi esecutivi e politici, ma anche attraverso i propri uffici tecnici, affermava che la Sovrintendenza aveva sempre sostenuto di dovere e volere effettuare il cosiddetto scavo di emergenza che è cosa diversa rispetto a quello che è lo scavo meticoloso che avviene in zona archeologica.

Dopodiché, siamo noi i primi a voler tutelare i beni archeologici che sono patrimonio di questa comunità; avremmo però piacere che la Sovrintendenza non perdesse di vista quello che è il senso di questa tutela e mettesse la stessa cura, la stessa sollecitudine e lo stesso impegno in realtà sicuramente ben più evidenti, ben più consistenti e ben più trascurate. Penso all'area megalitica, vedremo cosa accadrà in futuro, però per venti anni è rimasta inaccessibile e per certi versi abbandonata a sé stessa; al Teatro romano che da dieci anni è chiuso alla vista per le impalcature che gli stanno attorno; alla villa romana che è uno scandalo non a cielo aperto in quanto è coperta dal cemento, ma comunque rimane uno scandalo. Ecco, ci piacerebbe che questa tutela e questa sensibilità della Sovrintendenza fosse ad ampio raggio. Ci sembra per certi versi difficilmente comprensibile ed eccessivo al di là di quelli che possono essere certi reperti ritrovati, tipo quelli citati dall'Assessore, che venga monitorata in maniera insistente ed assillante la singola pietra. La città di Aosta è ricca di storia anche nel suo sottosuolo, non solo nella sua cultura, ed è evidente che scavare in un centro storico comporti problematiche di questo tipo.

Si è augurato nel suo intervento l'Assessore che non vengano fuori nuovi problemi, ma ha subito aggiunto che non lo esclude; quello che auspichiamo con l'interpellanza è che i problemi vengano sì affrontati, ma vengano affrontati nell'ottica di ciò che ha valore rispetto a ciò che valore ormai non ne ha più, nel senso che la storia della città romana è abbastanza nota per tutta una serie di saggi che sono stati fatti nel passato e, al di là dei ritrovamenti che possono ancora oggi essere importanti e forse non preventivati, gli angoli delle murature delle case dell'epoca romana penso che possano essere oggetto anche di studio ma non abbiano interesse più di tanto, perlomeno non fino ad arrivare a bloccare completamente l'agibilità del centro storico, perciò auspichiamo che i lavori possano procedere senza ulteriori intoppi per arrivare quanto prima alla loro conclusione.