Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2919 del 8 gennaio 1998 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL'8 GENNAIO 1998

OGGETTO N. 2919/X Mancata approvazione del piano regionale per il commercio. (Interpellanza)

Interpellanza Considerato che l'Assessore Mafrica nel mese di febbraio u.s. dichiarava ai mezzi d'informazione che entro la fine del 1997 sarebbe stato approvato il piano regionale per il commercio;

Visto che dal mese di agosto nel Comune di Quart è stato aperto il Fifty Factory Store;

Constatato che la licenza di esercizio rilasciata dal Sindaco di Quart riguarderebbe soltanto la Tab. XIV, la quale esclude dalla vendita abbigliamento e calzature;

Tenuto conto che in varie occasioni sia l'AMSA che l'ASCOM segnalavano al Presidente della Giunta e al Sindaco di Quart la presenza di irregolarità;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) quali sono stati i motivi che hanno impedito l'approvazione del piano commerciale entro i tempi previsti e quali sono gli interventi che la Giunta regionale intende assumere al fine di fare massima chiarezza sul delicato settore del commercio in Valle d'Aosta;

2) se e con quali modalità sono stati effettuati dei controlli per appurare eventuali violazioni di legge da parte della Fifty Factory Store e quali eventuali provvedimenti sono stati assunti;

3) se la legge statale n. 426/71 concernente la disciplina del commercio è stata applicata su tutto il territorio regionale e se i Sindaci sono in possesso di tutti gli strumenti per esercitare dei controlli sulla sua corretta applicazione.

F.to: Parisi - Lanièce

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (Aut) Lo scopo di quest'interpellanza non è solo quello di sollevare un problema specifico riguardante il piano commerciale regionale, ma è anche quello di fare il punto sulla grave situazione che versa in questo momento il commercio in generale, più in particolare il commercio al dettaglio. Da dati che il sottoscritto ha avuto, solo nel Comune di Aosta nel ?97 sono state restituite circa 60-70 licenze, il che mi sembra sia un fatto grave.

Più volte in passato ci siamo occupati in questo Consiglio del problema del commercio però, ancora adesso aspettiamo delle risposte da parte della Giunta, risposte che non si intravedono e che lasciano abbastanza preoccupati per la situazione futura.

L'Assessore Mafrica in merito al piano commerciale aveva annunciato, così come ha fatto in tutti questi anni la Giunta: abbiamo visto la grande enfatizzazione che vi è stata in occasione del bilancio di fine anno dei grandi progetti realizzati, progetti che però alla fine, come dicevo anche prima, concretamente non hanno dato delle grandi risposte. Dicevo, l'Assessore Mafrica nel febbraio ?97 aveva annunciato che entro la fine dello stesso anno sarebbe stato presentato il piano regionale commerciale, il quale avrebbe risolto tutta una serie di problematiche che in questi anni hanno travagliato il settore. Il ?97 è passato e ancora non abbiamo avuto notizia del piano commerciale.

Abbiamo sollevato anche in questo Consiglio il grave problema dei rapporti fra la grande distribuzione e il commercio al dettaglio facendo presente che non era possibile in Valle d'Aosta autorizzare l'apertura di altri centri commerciali in quanto sarebbe saltato tutto il delicato sistema distributivo valdostano tenuto conto delle dimensioni della nostra Regione. Qui infatti non parliamo di una Regione con un milione di abitanti e con un'utenza enorme; qui parliamo di 118mila abitanti distribuiti in un territorio che è appunto il territorio valdostano.

La mancanza di questo piano commerciale ha portato ad una situazione molto confusa; a questo proposito un fatto emblematico, Assessore, è la situazione che si è venuta a creare a seguito dell'apertura del grande emporio denominato Fifty Factory Store verso il quale sono state effettuate da parte delle associazioni di categoria delle denunce circa la legittimità dell'attività svolta, a seguito delle quali vi sono state querele e contro querele. Fra l'altro anche le associazioni sono in questo momento oggetto di indagine o di avviso di garanzia, comunque la situazione è abbastanza confusa e delicata.

A tutt'oggi non sappiamo se, a seguito di tutte queste segnalazioni, sono stati fatti i controlli opportuni e quali sono i risultati di questi controlli. Ci auguriamo che anche in merito a questo ci siano delle risposte.

Non comprendiamo poi come mai questo grande magazzino di distribuzione in possesso di una licenza con la tabella 14, la quale esclude la vendita di abbigliamento e calzature, possa svolgere quest'attività. Vorremmo precisare che con la tabella 14 possono essere venduti soltanto prodotti non previsti da tutte le altre 13 tabelle. Le tabelle merceologiche sono 14, la tabella 14 prevede soltanto la vendita di tutti quei prodotti che non sono previsti dalle altre 13 tabelle e invece al momento questo sta avvenendo.

L'altro interrogativo che ci permettiamo di sollevare è come è possibile che questo grande magazzino venga considerato spazio aziendale, il quale, per chi conosce la legge - che fra l'altro è una legge fascista - era previsto solo per la vendita dei prodotti all'interno della produzione. Non ci pare che il grande magazzino sia uno spazio aziendale. Allora mi piacerebbe - come piacerebbe forse alle categorie interessate - sapere come questo è possibile.

Mi auguro che queste risposte vengano finalmente e che non siano le solite risposte fumose o che la giustificazione della mancanza della presentazione del piano commerciale sia quella del passaggio delle competenze dall'Assessore Mafrica all'Assessore Agnesod perché capisco che il povero Assessore al turismo magari essendosi adesso caricato di questo problema, in tre mesi non sia stato in grado di prepararlo, ma penso che l'Assessore, che fino all'altro ieri aveva la competenza, abbia fatto tutto quello che era legittimo fare per arrivare alla definizione di questo piano.

Mi auguro anche che nella predisposizione di questi piani vengano coinvolti i soggetti direttamente interessati perché se noi, come abbiamo fatto fino adesso, diamo incarico di elaborare questi Libri bianchi a studi sicuramente molto famosi, ma che non conoscono la realtà valdostana, continueremo a fare dei grandi progetti senza che questi abbiano la necessaria concretizzazione sul nostro territorio.

Mi auguro che di fronte a queste domande precise ci siano delle risposte altrettanto precise da parte dell'Assessore competente.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore al turismo, commercio e sport, Agnesod.

Agnesod (UV) Evidentemente, per quanto riguarda le considerazioni espresse dall'Assessore Mafrica, risponderà successivamente l'Assessore stesso.

Per quanto mi riguarda da luglio stiamo analizzando questo settore che ha indubbiamente molti problemi e su cui occorre dirigere la nostra attenzione, ma io credo che quello che abbiamo fatto in questi anni già vada in questa direzione. Mi spiego. Su proposta dell'Assessore all'industria e al commercio, con deliberazione n. 541 in data 27 febbraio 1997 veniva conferito l'incarico a questa Società per la redazione di uno studio propedeutico alla programmazione regionale per il commercio. La spesa per il lavoro su indicato ammontava a 83 milioni, il termine di consegna era stato previsto in sei mesi a decorrere dalla data di stipulazione della convenzione, 10 marzo 1997. L'effettiva consegna del lavoro è avvenuta il 27 novembre 1997 a seguito di una proroga di 45 giorni, autorizzata.

Trattandosi di uno studio propedeutico alla programmazione del commercio, nonostante indicazioni di natura programmatica in esso contenute, si renderà comunque necessario accedere ad una fase di elaborazione vera e propria di quelli che sono gli indirizzi e le linee di programmazione, di cui la Regione vorrà dotarsi per regolamentare e disciplinare la materia. Dunque, se tale studio preparatorio, avente soprattutto un carattere ricognitivo del fenomeno commerciale in Valle d'Aosta, rappresenta un primo importante passo, rimane ancora da svolgere la fase della verifica che si sostanzia nella scelta e nell'approvazione da parte nostra delle linee di indirizzo e di programmazione a cui deve essere informato il settore commerciale nella nostra Regione.

Quindi dal 27 novembre io credo - sarà poi l'Assessore Mafrica a dare una risposta - che l'Assessore si riferisse a questa consegna, a questo materiale che è materiale comunque propedeutico per realizzare e concretizzare il piano commerciale regionale, piano che evidentemente ha dei tempi che devono essere quelli giusti tenendo conto delle difficoltà del settore; sui tempi stiamo già lavorando, faremo incontri con le organizzazioni sindacali di categoria, con l'ASCOM, con la FACOM, con tutti coloro che rappresentano i commercianti in Valle d'Aosta, cercando di coinvolgere la realtà locale. A questo riguardo penso che l'osservazione che ha espresso il Consigliere Parisi sia estremamente importante e noi lavoreremo su quest'obiettivo cercando di congiungere i nostri tempi con quelli che sono previsti da una comunicazione che ci è arrivata dell'intenzione del Ministero dell'industria di utilizzare la delega della legge Bassanini per riavviare immediatamente un decreto che riorganizzi questo settore. In questo momento abbiamo ancora la legge del ?71, infatti la legge 426 risale al 1971 e non ci dà molti spazi come Regione, non ci permette di lavorare in maniera incisiva in questo settore, quindi abbiamo dei limiti che ci derivano da una legge che è molto datata e che si riferiva ad una situazione completamente diversa da quella di oggi, quando non esistevano i supermercati né la grande distribuzione.

Tenendo conto che in questo settore non abbiamo potestà primaria di legiferare, ovvero la nostra potestà in materia è di integrazione e attuazione ai sensi dell'articolo 3, lett. a) dello Statuto, in questo momento lavoriamo per approfondire il materiale che ci è stato consegnato, per coinvolgere la realtà locale e le associazioni di categoria in questo discorso perché il piano commerciale non è solo bloccare la grande distribuzione perché su questo già siamo intervenuti e autorizzazioni per la grande distribuzione non ne sono più state date e non ne daremo più. Non è soltanto questo, dicevo, ma è capire quali sono gli strumenti che la Regione potrebbe mettere in atto attraverso proprie iniziative, o quelle degli enti locali, o raggruppando gli enti locali, o attraverso le comunità montane, per andare a distribuire meglio e a far mantenere sul territorio quegli esercizi commerciali che sono dei servizi indispensabili per la popolazione residente e per la popolazione turistica, quindi è su questa strada che in questo momento stiamo lavorando.

Non è possibile stabilire oggi quali possono essere i tempi necessari per arrivare a concludere, ma indubbiamente il lavoro che stiamo facendo con le risorse umane disponibili è un lavoro che potrà dare una risposta adeguata alle esigenze della categoria.

Per dirla poi come testualmente hanno scritto gli interpellanti, sono perfettamente convinto che il settore del commercio in Valle d'Aosta, oltre che di massima chiarezza, ha bisogno soprattutto in questo momento di interventi concreti in grado di determinare un'effettiva riqualificazione, un effettivo ammodernamento, un'effettiva riorganizzazione dell'apparato commerciale, i quali siano tali da determinare il consolidamento e lo sviluppo di un settore economico che, essendo intimamente connesso all'attività turistica, costituisce uno dei cardini fondamentali della nostra economia.

Per quanto concerne gli interventi che la Giunta regionale intende assumere in materia di commercio, voglio citare un disegno di legge che è in corso di elaborazione e che è stato elaborato e formulato in modo congiunto dall'Assessorato dell'industria e dall'Assessorato del turismo. È un disegno di legge che va a dare una risposta agli interventi a favore delle piccole imprese per l'effettuazione degli investimenti; in questo settore vorrei fare un piccolo inciso perché poi sul disegno di legge, le commissioni prima e il Consiglio poi, avranno modo di entrare nel merito, ma segnalo fin d'ora un aspetto significativo: sarà il primo disegno di legge che prevede un contributo a fondo perso nel settore del commercio.

Voglio citare un'altra proposta di legge in corso per l'eliminazione della tassa di concessione regionale prevista in materia di commercio sulle aree pubbliche che, uniformandosi alle indicazioni contenute nel decreto legislativo in materia di riordino della disciplina dei tributi locali, approvata dal Consiglio dei ministri in data 10 dicembre 1997, prevede l'eliminazione della tassa di concessione regionale in materia di commercio su aree pubbliche il che costituisce uno sgravio in termini di costi, rappresentati in questo caso dagli oneri fiscali per le già tanto tartassate imprese di questo settore.

Questo è quanto in questo momento stiamo facendo sul piano commerciale, quindi in senso globale e con iniziative specifiche che mirano a migliorare la condizione della categoria.

Per quanto riguarda la seconda domanda dell'interpellanza, in effetti il servizio competente ha ravvisato che il caso in specie potesse configurarsi di violazione di carattere amministrativo della legge n. 426/71, pertanto ha ritenuto che la relativa attività di carattere sanzionatorio amministrativo dovesse rimanere affidata all'autorità amministrativa che ha provveduto al rilascio dell'autorizzazione, cioè il sindaco, e all'UPICA (Ufficio provinciale industria commercio artigianato), le cui funzioni come è noto continuano ad essere svolte presso la Direzione dei servizi camerali e contingentamento dell'Assessorato dell'industria, artigianato ed energia, quindi credo che dopo il mio intervento l'Assessore Mafrica su questa domanda potrà essere più esauriente.

Alla terza domanda posta dagli interpellanti vorrei rispondere che innanzitutto quanto già detto nelle premesse va a rispondere alla prima parte della terza domanda; non si può rispondere che facendo riferimento a quanto già espresso. Per quanto riguarda invece la seconda parte, cioè se i sindaci sono in possesso degli strumenti di controllo sulla corretta applicazione della 426, evidentemente come per molte altre competenze - quindi non solo commercio, ma tutta una serie di competenze di livello comunale - i piccoli comuni soffrono di strutture atte ad analizzare e ad autorizzare o ad esercitare i controlli, ma nulla vieta che molte di queste competenze - non solo per quanto riguarda gli esercizi commerciali - vengano esercitate insieme, cioè unendosi più realtà comunali o utilizzando lo strumento dell'ente comunità montana.

Tutto questo tenendo conto certamente che il lavoro dei comuni è svolto d'intesa con la Regione, con i servizi preposti, che svolgono da quanto mi risulta azione di assistenza, consulenza ed informazione, ma evidentemente ci sono degli aspetti legati a precisi dettami legislativi che non possono sostituirsi ai compiti spettanti ai comuni stessi.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'industria, artigianato ed energia, Mafrica.

Mafrica (GV-PDS-SV) Rispetto ad alcune osservazioni di carattere generale fatte dal Consigliere Parisi, la prima risposta è relativa al piano commerciale. Noi stiamo procedendo non alla stesura del piano commerciale, ma alla seconda revisione del piano commerciale.

Il piano commerciale risale agli anni ?88 come prima versione, è stato rivisto nel ?93 e agli inizi del ?97 abbiamo pensato di procedere ad una revisione. Ricordo che il Consigliere Lanièce in una precedente interpellanza sosteneva quasi che non fosse opportuno rivederlo perché non è obbligatoria la revisione, è stata un'iniziativa della Giunta quella dopo tre anni di passare ad un aggiornamento del piano stesso. I tempi di consegna del materiale tecnico sono stati rispettati, l'Assessore Agnesod adesso ha spiegato come intende procedere.

Il piano esistente è già sufficientemente restrittivo per uno degli argomenti sollevati da Parisi. Faccio presente che in tutti questi cinque anni non è stata autorizzata nessuna apertura di nuovi centri della grande distribuzione, tutte le domande sono state respinte e si è aperto un contenzioso che ancora non è concluso con imprese che intendevano aprire in Valle nuovi centri di grande distribuzione.

Il settore del piccolo commercio in effetti è un settore che presenta delle difficoltà, i dati citati da Parisi per le licenze riconsegnate probabilmente sono corretti, ma bisogna dire che in questo settore c'è un dinamismo di questo tipo: che a volte alla chiusura di un esercizio corrisponde la riapertura dello stesso da parte di un'altra impresa che probabilmente per la collocazione del locale o per le condizioni generali del commercio non riesce a far fronte alle sue aspettative e ritorna di nuovo a richiudere il locale. C'è un po' questo meccanismo per cui vi sono licenze che vengono cancellate e nuove licenze che vengono date con la difficoltà per alcuni punti ad avere un'attività che sia efficace.

Rispetto al piano commerciale, gli indirizzi che erano stati ribaditi e che credo Agnesod abbia ben presente erano tre: non dare spazi alla nuova grande distribuzione, intervenire per favorire la vita di esercizi commerciali e di pubblici esercizi nei comuni di media montagna, favorire l'associazionismo fra imprese per rendere più efficace e competitiva la risposta.

Questa legge delle piccole imprese che è già stata discussa con le associazioni prevede, come diceva Agnesod, contributi in conto capitale fino all'importo di 400 milioni, partendo da 50 milioni di investimento, con una percentuale del 20 percento; per i negozi di media montagna il minimo di investimento da 50 viene portato a 30 e la percentuale a fondo perduto o di contributi in conto interessi dal 20 passa al 30. C'è quindi un'attenzione particolare per i comuni che non siano dotati di esercizi commerciali o di bar perché possano fare gli investimenti necessari.

Per quello che riguarda la questione sollevata al punto 2, in questo caso sono stati presi interventi per ciò che riguarda la competenza dell'Assessorato e fin dal giugno ?97, prima ancora che quest'esercizio venisse aperto, è stata inviata una circolare a tutti i sindaci e per conoscenza alle associazioni per chiarire una questione su cui alcune imprese lavorano sulla linea di confine della legalità. Vale a dire, la tabella 14 comprende molti prodotti e la legge 426 dice che non si possono vendere con la tabella 14 prodotti compresi in altre categorie. C'è però nella tabella 14 una categoria per articoli sportivi che prevede che si possano tenere nel negozio anche calzature per lo sport o tenute sportive.

Giocando su questo tipo di discorso, alcuni esercizi trasformano la possibilità consentita dalla norma di tenere calzature e tenute sportive in qualcosa di molto ampio. Con la circolare avevamo precisato rispetto a quest'argomento che, quando nell'elencazione dei prodotti si ritrova la dicitura "articoli per", si fa espresso riferimento ad attrezzature o nel caso di capi di abbigliamento a quelli rigorosamente specifici per determinate discipline. Si cita l'esempio di articoli sportivi che sicuramente comprendono gli attrezzi, vedi piccozze e chiodi da alpinismo, oltre alle scarpette da roccia, non sicuramente tutte le calzature da ginnastica o i costumi da bagno. Tali articoli possono essere presenti in misura limitata quando sono di tipo specifico allo scopo di fornire un assortimento completo di attrezzature varie per la pratica di un determinato sport.

Nel caso in questione, è stato sollecitato il Comune per i suoi compiti di vigilanza, il Comune ha fatto i suoi riscontri e le sue relazioni e si è trovato di fronte ad articoli che vengono presentati come sportivi da parte della Società autorizzata dal Comune.

La Regione in questo caso svolge solo compiti di intervento su segnalazioni da parte del Comune. Il Comune nella relazione finale - c'è al riguardo un carteggio copioso di lettere e di documenti - non è riuscito a stabilire in modo inequivocabile la presenza di condizioni di irregolarità proprio perché ha riscontrato la presenza di marchi come Invicta e Marina Yachting e abbigliamenti legati a questi marchi, presentati come sportivi, che però possono anche configurarsi visti da un'altra ottica come una concorrenza sleale. Il Comune ha chiesto un parere per poter eventualmente irrogare le sanzioni previste, evitando se possibile complessi contenziosi legali.

Per ciò che riguarda gli uffici della Regione si è rimasti a disposizione dei comuni nel dare le indicazioni e nell'essere disponibili, una volta che il Comune accerti l'irregolarità esistente, ad aggiungere la sanzioni previste a livello di UPICA.

Il materiale è a disposizione di Parisi se è interessato, è indubbiamente qualcosa a cui il legislatore nazionale dovrà porre qualche elemento di chiarezza perché, per come sono configurate queste tabelle, esistono delle società che giocano sui margini di ambiguità normativa. Se si riscontra in modo chiaro che esiste l'irregolarità e tutte le procedure sono state avviate, l'intervento è sicuramente irrogato.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (Aut) Dovessi attribuire dei voti, sicuramente sarebbero molto bassi...

(ilarità dell'Assemblea)

... potrei essere magnanimo nei confronti dell'Assessore al turismo perché ha cercato di dare delle risposte però, capisco che non poteva dare che quelle risposte lì: vedremo, stiamo studiando, e questo perché la materia gli è capitata da poco tempo sotto mano però, per quanto riguarda l'Assessore Mafrica, che risponde con dei "probabilmente", "vedremo", "abbiamo fatto gli accertamenti", "la legge nazionale non ci dà gli strumenti per avere le certezze", mi sembra che siano delle risposte che non danno agli operatori del settore quella tranquillità necessaria per poter operare con la certezza del diritto.

Questa situazione almeno per quanto riguarda la seconda parte, mi riferisco all'apertura di questo magazzino, ancora non si conosce perché non è stato in grado il Comune di accertare quello che doveva accertare, gli uffici camerali aspettano che sia il Comune a prendere i provvedimenti e questa è la situazione del gatto che si morde la coda. Sta di fatto che esiste una situazione confusa non molto chiara e che non si riesce a capire come mai vada avanti così come è andata avanti da tanto tempo a questa parte. Gli interessati dovrebbero avere invece delle risposte molto più precise e mi auguro che queste risposte possano venire.

Prendiamo atto di questo nuovo disegno di legge che finalmente darà un incentivo alla categoria, ben venga, perché credo che nei confronti di una categoria come questa - anche se su alcuni problemi non ha dimostrato l'impegno che doveva avere per far fronte alla concorrenza spietata che veniva avanti da parte della grande distribuzione - si debbano fare degli interventi per fare in modo che la distribuzione al dettaglio non muoia, vista la funzione sicuramente importante che questa svolge sul territorio. E sarebbe veramente una grave iattura se piccoli negozi e piccole attività, laddove esistono, dovessero chiudere perché soffocate da problemi che vanno dal sistema fiscale a tutti gli altri che ben si conoscono.

Mi dispiace che alle domande non siano venute le risposte. Un fatto però è certo: da quello che ho capito il piano regionale commerciale è un documento essenziale per fare chiarezza sulla situazione che esiste oggi perché tutti i ricorsi che attualmente sono al TAR da parte delle società di grande distribuzione probabilmente non ci sarebbero se ci fosse un piano regionale commerciale che chiarisse almeno alcuni aspetti che oggi sono confusi e non danno risposte chiare.

Ripeto, pur dichiarandomi non soddisfatto, mi auguro che in futuro almeno gli operatori del settore possano avere le risposte che oggi non siamo stati in grado di dare. La Giunta oggi purtroppo non è stata in grado di dare delle risposte agli interrogativi che vengono da parte di questo settore.