Oggetto del Consiglio n. 2856 del 26 novembre 1997 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 26 NOVEMBRE 1997
OGGETTO N. 2856/X Problemi relativi al contenimento della specie "cinghiale". (Interpellanza)
Interpellanza Vista la legge regionale n. 64/94 articolo 11 comma 2 che prevede, qualora vengano istituiti ambiti territoriali, si deve ottenere un'equa ripartizione dei cacciatori negli stessi ambiti attraverso un equilibrio tra territorio, pressione venatoria e presenza di selvatici;
Ricordato che con Delibera di Giunta n. 1301 del 21 aprile 1997 è stato approvato un programma di contenimento della specie "cinghiale" al fine di evitare gravi danni alle colture agricole consentendo tra l'altro al corpo forestale di esercitare una "caccia" anche notturna fino all'apertura della stagione venatoria 1997;
Visto il perdurare, a seguito delle decisioni del Comitato regionale per la gestione venatoria, della protesta dei cacciatori delle squadre della media Valle;
Considerato che tale situazione penalizzerà enormemente gli agricoltori valdostani e nel contempo determinerà un maggior onere finanziario per l'Amministrazione regionale sia diretto che indiretto;
i sottoscritti consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) quali sono state le motivazioni che hanno determinato tale incresciosa situazione;
2) quali sono gli eventuali provvedimenti che l'Amministrazione regionale intende assumere per derimere la grave situazione venutasi a creare.
F.to: Viérin Marco - Parisi - Lanièce - Aloisi
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.
Parisi (Aut) Per una volta tanto intervengo io anziché il Consigliere Viérin, tenuto conto che lui interverrà dopo, in merito a questa vicenda anche perché si è interessato molte volte del problema "cinghiale".
Abbiamo presentato quest'interpellanza in quanto preoccupati dalla situazione che si è venuta a creare nel mondo venatorio a seguito delle decisioni che sono state assunte all'interno del Comitato regionale per la gestione venatoria. Decisioni che a nostro parere potrebbero vanificare lo sforzo che è stato effettuato in questi ultimi anni per raggiungere un equilibrio all'interno dei vari soggetti del mondo venatorio, dopo anni di aspro dibattito e di situazioni che non andavano nel segno positivo.
Non vogliamo fare alcun dramma e pensiamo che questo non sia il problema dei problemi; riteniamo tuttavia che sia opportuno intervenire per evitare che ragioni di campanilismo o di egoismo personale arrechino gravi danni al settore agricolo e che di conseguenza questi danni e questi maggiori costi economici si riversino poi sulla Comunità valdostana.
Crediamo d'altra parte che se dopo anni di confronto siamo riusciti a dotarci di una legge regionale, sia doveroso intervenire per non vanificare tutto lo sforzo compiuto per raggiungere determinati obiettivi.
Lo spirito e l'intento non sono quelli di scoprire di chi la colpa o di chi la ragione, ma è quello di ricercare un'equilibrata e corretta soluzione tenendo conto però di alcuni dati di fatto. Il primo dato riguarda i censimenti che sono stati fatti in primavera dai cacciatori o dalle squadre con la collaborazione del corpo forestale, dai quali è emerso che la presenza di quest'animale è così distribuita: 211 esemplari nella bassa Valle, 76 nella media Valle e 42 in alta Valle.
L'articolo 11, comma 2 della legge 64/94, ed è il secondo dato di cui bisognerebbe tener conto, prevede che, qualora vengano costituiti gli ambiti territoriali - e qui apro una parentesi per chiedere all'Assessore se gli ambiti territoriali sono stati istituiti in base a quello che prevede l'articolo 5, da dove si deduce tutto quello che è il percorso per l'applicazione corretta della legge 64 -, si debba ottenere un'equa ripartizione dei cacciatori negli stessi ambiti attraverso un equilibrio fra il territorio, pressione venatoria e presenza di selvatici. Quindi l'articolo 11 con i criteri dell'articolo 5 prevede che gli ambiti territoriali, una volta istituiti, debbono tener conto di quello che dicevo prima.
Il terzo dato oggettivo, importante perché recepisce le finalizzazioni della legge, è la delibera di Giunta n. 1301, con la quale si davano, in base agli accertamenti effettuati, dei suggerimenti al Comitato regionale per la gestione venatoria di quelli che dovevano essere gli sviluppi per stabilire tutto il procedimento e per evitare che vi fossero dei contrasti fra i cacciatori.
Un altro dato è quello contenuto nel deliberato del 9 novembre 1997 predisposto dal Comitato regionale per la gestione venatoria, che aveva distribuito le squadre per la caccia a quest'animale; le squadre individuate erano 14, di cui 7 nella media Valle, 4 nella bassa Valle e 3 nell'alta Valle.
Credo che questi dati dovrebbero tener conto di tutta una serie di altre delibere che sono state prese legittimamente e autonomamente dal Comitato per la gestione venatoria, delibere che sicuramente hanno creato la situazione esistente in questo momento.
Detto questo, non sappiamo se i cinghiali siano salassi, siano romani o siano di altra nazionalità, come qualcuno scriveva l'altro giorno, però sappiamo che i danni causati da questi animali sono enormi; non vorrei sbagliarmi, ma l'anno scorso mi pare che sia stato quantificato in un centinaio di milioni il danno economico arrecato e che è stato il rimborso dato agli agricoltori. Non vorremmo che, come è avvenuto per tantissimi altri problemi, quella situazione che si è venuta a creare fosse presa in maniera superficiale; non vorremmo altresì che questo problema, se affrontato in maniera superficiale, diventasse più grave di quanto lo è attualmente.
Quindi lo scopo di quest'interpellanza è sapere cosa intende fare l'Assessore. Ci auguriamo che l'Assessore si faccia promotore di un'iniziativa con cui verificare se è possibile far rientrare questo problema nel suo giusto equilibrio, evitando in tal modo un aggravamento della situazione. Non vogliamo entrare nel merito, come dicevo prima, di chi è la ragione e di chi è il torto, però vorremmo che si potesse giungere ad una soluzione equilibrata per evitare ulteriori danni che è già gravato di altri problemi.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Vallet.
Vallet (UV) Prima di rispondere puntualmente alle due domande che sono state evidenziate nell'interpellanza, permettetemi alcune considerazioni di carattere generale.
È fuor di dubbio che questa è una situazione che rasenta il ridicolo per non dire che è una situazione ridicola; potremmo anche ridere e divertirci se non ci fosse il problema dei danni gravi alle colture che i cinghiali provocano, quindi è evidente che di questa situazione dobbiamo farci carico in qualche modo.
Seconda considerazione di carattere generale. Con la legge 64/94, appunto la legge regionale che norma in materia di caccia, si era fatta una constatazione di carattere generale; quella legge aveva come presupposto la constatazione che fosse presente nell'ambiente venatorio una certa maturità e quindi una disponibilità, anzi una richiesta forte di partecipare direttamente e concretamente alla gestione non solo dell'attività venatoria, ma alla gestione dell'attività e di tutto quanto concerne la gestione faunistica della nostra Regione. La constatazione che devo fare con molto rammarico e con molta delusione è che una certa parte del mondo venatorio dimostra un'immaturità evidente, che pone limiti alla possibilità di gestire in maniera matura tutta la questione. Perché? Perché sono abituato a ragionare in termini di rispetto dei ruoli e di rispetto delle regole democratiche.
Rispetto dei ruoli. Proprio riferendoci alla presupposta maturità e capacità quindi degli organi che gestiscono il mondo venatorio di decidere senza che ci fosse bisogno dell'intervento degli organi politici, abbiamo delegato al Comitato regionale per la gestione venatoria la distribuzione delle squadre per l'attività della caccia in battuta sul territorio regionale e il Comitato regionale per la gestione venatoria ha assolto il suo compito. Parlo a questo punto di rispetto della democrazia perché le decisioni sono state prese e non è detto che le volontà di pochi o comunque di una minoranza debbano prevalere sulle decisioni che sono state prese dalla maggioranza. Come giustamente ha detto il Consigliere Parisi, non entro nel merito e non voglio cercare di dare ragione agli uni o agli altri; mi limito a dire che in questa situazione l'atteggiamento dell'Assessorato è che l'organizzazione della distribuzione delle squadre sul territorio è una decisione che abbiamo demandato al Comitato, quindi alle decisioni del Comitato ci atteniamo. È evidente che se io dico che in modo ridicolo qualcuno decide di scioperare, fra virgolette, il problema del contenimento della specie cinghiali resta, quindi in queste zone dei provvedimenti dovremo prenderli.
Mi sono permesso di sollecitare il Comitato regionale per la gestione venatoria con una lettera del 12 novembre, nella quale ho detto che: "Preso atto della decisione dei capicaccia della media Valle di sospendere la caccia in battuta al cinghiale, e considerato che la riduzione numerica di questo selvatico si pone come indispensabile al fine di riequilibrare le popolazioni faunistiche e salvaguardare le produzioni agricole, sollecito con la presente codesto Comitato a ricercare un'urgente ed equa soluzione al contenzioso".
Ma sono andato oltre, e qui vengo a rispondere al secondo punto dell'interpellanza che chiede quali sono gli eventuali provvedimenti che l'Amministrazione regionale intende assumere. Continua la lettera: "Poiché la limitazione dei cinghiali nel centro Valle costituisce un obiettivo irrinunciabile di questo Assessorato, prima di adottare atti amministrativi specifici intesi a disporre con personale iniziative, procedure e metodi diversi dalla caccia in battuta, è opportuno che siano valutate tutte le soluzioni, compresa la ricerca nel centro Valle di cacciatori in possesso della qualifica di capobattuta disponibili ad organizzare nuove squadre". Perché se questi capibattuta si rifiutano di uscire in battuta, bisognerà che qualcun altro ci pensi.
Concludo nella lettera: "Nel ribadire che quanto richiesto riveste carattere di massima urgenza, si confida in una fattiva collaborazione e si porgono distinti saluti".
In seguito a questa lettera il Comitato si è riunito per ben due volte, soluzioni concrete non ne sono state trovate. Su "La Stampa" di oggi credo che ci siano le risposte anche di tipo personale a queste problematiche, ripeto, non voglio entrare nel merito, mi limito a dire che in presenza di questa situazione è chiaro che l'esigenza di controllare la specie c'è ed è forte, quindi stiamo già attivandoci per provvedere in modo alternativo. Come? Ci sono diverse possibilità, alcune più facilmente praticabili, altre che per questioni di tempo probabilmente non sarà possibile mettere in piedi perché presuppongono una modifica del calendario venatorio. E prima che abbia riunito tutti gli organi che devono esprimersi sulle modifiche del calendario venatorio, è terminato il periodo destinato alla caccia in battuta, quindi questa è una soluzione difficilmente perseguibile.
Resta comunque praticabile, ai sensi della legge 157 e della legge 54, la possibilità del controllo della fauna che può avvenire con gli strumenti che le leggi consentono, non è detto solo attraverso gli appostamenti notturni così come lo abbiamo fatto nei mesi primaverili ed estivi di quest'anno e dell'anno precedente, ma anche attraverso minibattute o battute, a cui saranno chiamati a partecipare oltre al corpo forestale valdostano anche i cacciatori esperti che si renderanno disponibili. E vi garantisco che ce ne sono.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Viérin Marco.
Viérin M. (Aut) L'Assessore oggi è stato molto pacato nelle risposte dateci probabilmente perché si trova in difficoltà in quanto non pensava che potessero nascere alcune incresciose situazioni, però mi pare che l'Assessore abbia concluso il suo intervento - e dico questo non nel senno del poi, o del "lo avevo detto" - prospettando soluzioni che il sottoscritto ha dato qui già 3-4 anni fa. Di questo posso essere lieto; posso solo rimproverarmi di non essere stato più incisivo per fare in modo che queste scelte potessero partire già 2 o 3 anni fa. Il mio sforzo è stato fatto, purtroppo non potevo far di più essendo il mio ruolo di minoranza ed essendo fino ad ora la minoranza anche molto risicata cioé di 7 consiglieri su 35.
Fatta questa premessa, mi ha stupito una certa deresponsabilizzazione da parte dell'Assessore, il quale fino all'anno scorso ha affrontato questo problema con propri decreti che prevedevano tutte le modalità. Decreti sui quali abbiamo discusso varie volte, sui quali ho fatto varie proposte più decise e concrete, che però non hanno mai trovato ascolto. Invece quest'anno l'Assessore ha pensato di inserire il tutto nel calendario venatorio, ma cos'è che si è inserito nel calendario venatorio? Non si è inserito il come fare, ma si è precisato il numero massimo di squadre, quindi si è messo un limite al numero delle squadre e si è diviso il territorio regionale in tre zone. Tutto il resto è stato demandato al Comitato, anche se è legittimo responsabilizzare il Comitato regionale in questo senso, era prevedibile che questioni già sorte l'anno scorso, quest'anno potevano esplodere, e su un'avvisaglia di questo tipo mi sembra che l'Assessore abbia voluto lavarsi le mani e delegare il tutto al Comitato.
Oggi siamo in una situazione in cui sicuramente avremo un prelievo di cinghiali inferiore a quello dell'anno scorso e ci troviamo anche di fronte ad alcune scadenze; giustamente l'Assessore ricordava che la caccia è prevista dal 9 novembre all'8 gennaio e se aspettiamo ancora un po' di tempo, riusciremo ad avere solo le feste natalizie a disposizione per le battute e non so che risultati potremmo avere. Quindi rimane solo l'adozione da parte dell'Assessorato di quei provvedimenti riferiti alle leggi 157 e 54, cioè il controllo della fauna. Però qui si innesca un altro problema, l'Assessore in tutte le sue delibere degli ultimi cinque anni, quando ha proposto alla Giunta la delibera di controllo della specie del cinghiale, ha inserito come presunta presenza di quest'animale sul territorio valdostano sempre 300 esemplari e si era determinato che per un giusto controllo si doveva prelevarne il 20 percento, cioè 60 cinghiali. Quindi vorrei capire anche come si potrà ribaltare la questione; non penso che di punto in bianco l'Assessore possa dire che i cinghiali in tre mesi sono aumentati arrivando a 600 o 1000 cosa che il sottoscritto ha sempre sostenuto, insieme al fatto che si doveva prelevare non il 20 percento, ma il 40 percento o il 60 percento.
Quindi vedo la strada molto impervia, con due conseguenze. La prima conseguenza è che quest'anno ci sarà un minor prelievo e alla fine l'agricoltura sarà messa ancora più in ginocchio da questo fatto, perché come Parisi ha detto e come io ho già ricordato altre volte, è vero che l'Amministrazione paga contributi per danni per alcune centinaia di milioni, ma l'Assessore sa bene che molti agricoltori non fanno neanche la domanda perché dopo aver fatto la domanda, l'agricoltore deve aspettare il sopralluogo della forestale, la misurazione dell'appezzamento, la constatazione del danno alle colture e alla fine riceve un'indennità di 3-400mila lire. Pertanto agli agricoltori costa di più presentare la domanda che quello che ricevono come indennizzo. Quindi la gran parte degli agricoltori, come l'Assessore sa, si rifiuta categoricamente di presentare la domanda di contributo perché è una presa in giro.
L'altra considerazione è che comunque scaricandosi di questa responsabilità, l'Assessore rischia di far esplodere una certa situazione all'interno del mondo venatorio che non so come potrà essere definita, come potranno proseguire gli screzi e cosa potrà succedere. Avrei preferito che l'Assessore fosse sceso in campo, come si suol dire, anche perché chi ha fatto questa protesta ha presentato un ricorso al TAR chiedendo la sospensiva, quindi c'è anche quest'aspetto da definire. Se l'Assessore avesse voluto - e intendesse - scendere in campo per trovare una giusta mediazione, cercando di capire le ragioni degli uni e degli altri ponendo come finalità gli obiettivi - che sono quelli di cui abbiamo parlato prima -, e cioè l'abbattimento dei cinghiali, avrei preferito e ritengo che sarebbe stata la soluzione migliore. Mi rammarica il fatto che oggi l'Assessore si trinceri, mentre altre volte non l'ha fatto, vedasi la legge regionale n. 64 che la maggioranza ha voluto approvare dato di fatto il potere decisionale ai dirigenti e all'Assessore regionale, mentre oggi per difendersi e per togliersi da questo problema ha utilizzato il concetto di democrazia.
Infatti, Assessore, se va a rileggersi il dibattito che abbiamo fatto in Consiglio durante l'approvazione della legge regionale 64, vedrà che il sottoscritto ed altri avevano proposto emendamenti proprio per rendere quella legge molto più democratica e dare uno spazio maggiore agli interessati, che sono coloro che esercitano la pressione venatoria sul territorio e gli agricoltori.
Infine c'è il discorso degli ambiti territoriali. Qui per la prima volta abbiamo una legge che dice che, istituendo ambiti territoriali, ci si dovrebbe comportare in una certa maniera, invece oggi mi pare che ci si comporti in una maniera completamente diversa.
Confido ancora che l'Assessore scenda in campo perché questo è un suo compito proprio per dirimere l'attuale situazione ed evitare ulteriori screzi su questa vicenda fra le parti, ponendosi come primo obbiettivo l'abbattimento dei cinghiali.