Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2643 del 25 giugno 1997 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 25 GIUGNO 1997

OGGETTO N. 2643/X Completa applicabilità della legge regionale recante norme in materia di lavori pubblici. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso che la legge regionale 20 giugno 1996, n. 12 avrebbe la finalità di riformare e rilanciare l'esercizio dell'attività amministrativa in materia di opere e lavori pubblici secondo criteri di efficienza e di efficacia, garantendo la qualità progettuale ed esecutiva, la certezza dei risultati, l'uniformità dei comportamenti e l'utilizzo di procedure improntate a tempestività, trasparenza e correttezza;

Sentiti diversi operatori locali del settore che incontrano non poche difficoltà a causa della farraginosità delle procedure e del complesso normativo nel suo insieme;

Considerato che numerose disposizioni appaiono di difficile applicazione anche da parte degli enti locali, le cui strutture amministrative non sono sempre adeguate a far fronte agli adempimenti previsti dalla legge;

Rilevato che, ai sensi dell'articolo 30, avrebbe dovuto essere approvato, entra trenta giorni dall'entrata in vigore della suddetta legge, il capitolato generale per i lavori pubblici di competenza della Regione;

Rilevato, altresì che la struttura centrale di coordinamento, di cui all'articolo 40, non è ancora riuscita, a un anno dall'entrata in vigore della suddetta legge, a organizzare quelle attività inerenti alla tenuta e all'aggiornamento dell'albo regionale di preselezione, della banca dati - osservatorio dei lavori pubblici e dell'elenco prezzi;

tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per conoscere se ed entro quali termini ragionevoli intende procedere al fine di rendere completamente operativa la legge di cui in premessa oppure se non ritiene più opportuno provvedere a effettuare migliorie di quelle parti che sono tuttora inapplicate o sembrano addirittura inapplicabili.

F.to: Tibaldi - Marguerettaz

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Fra due giorni scocca il termine ultimo del regime transitorio di 12 mesi previsto dalla legge 12/96 di rilancio del settore dei lavori pubblici, entrata in vigore esattamente il 27 giugno 1996. Quindi sta terminando quel congruo periodo di transitorietà che era stato fissato per permettere il rodaggio della complessa normativa sui lavori pubblici e per consentire il dispiegamento dell'efficacia di tutte quelle regole che in esso sono contenute.

Lo scopo di quest'interpellanza, che è stata presentata insieme al collega Marguerettaz, è quello di capire se, terminato questo regime di transitorietà, fra due giorni la legge sarà in grado o meno di entrare nel cosiddetto "pieno regime".

Seguendo il dettato legislativo, che è abbastanza articolato, sarebbe interessante sapere alcune cose dall'Assessore competente, in particolare, quante gare di appalti per lavori pubblici di interesse regionale sono stati indetti dopo il 27 giugno 1996. Adesso queste domande non sono particolarmente identificate nell'interpellanza, però spero che nella relazione l'Assessore sia in grado, al termine di questo primo anno di regime transitorio, di tracciare un quadro di quella che è stata l'attività - o di quella che non è stata l'attività - svolta dalla Giunta in questo periodo. Quindi, si chiede di sapere quante gare di appalti per lavori pubblici di interesse regionale sono state indette dopo il 27 giugno 1996; è bene sapere quanti cicli di realizzazione sono stati avviati seguendo questa nuova impostazione e a che punto si trovano questi cicli, per sapere se queste procedure singole non si sono piuttosto invischiate in quella che è la giungla delle norme e delle sottonorme, delle commissioni, sottocommissioni e centri di coordinamento che sono previsti. E ugualmente sapere quante prestazioni di servizi di ingegneria e di architettura sono state affidate dopo questa data del 27 giugno; se è già stato predisposto dalla Giunta il testo di legge che dovrebbe uniformare ai principi della legge 12 la disciplina per la realizzazione dei lavori relativi ai beni culturali, tutti punti che sono indicati in maniera precisa e tassativa nella legge.

E ancora si chiede di sapere se gli atti amministrativi che sono identificati come indispensabili per dare piena operatività alla legge 12 e per superare questa fase transitoria, atti a cui si fa riferimento nella circolare esplicativa n. 5113 del 15 novembre 1996, sono stati adottati dalla Giunta; nella fattispecie, se l'elenco regionale dei collaudatori, di cui all'articolo 17, è stato istituito dalla Giunta, se la Giunta ha sentito gli ordini professionali interessati e se è già disponibile presso il servizio competente dell'Assessorato. E ancora, quali sono i criteri di aggiudicazione degli appalti; quali le modalità di applicazione della procedura di valutazione delle offerte anomale; se gli schemi tipo di capitolati d'oneri, di cui all'articolo 29, per i servizi attinenti all'ingegneria e all'architettura sono stati predisposti e a tal proposito, se la Giunta con apposita deliberazione ha provveduto ad istituire la Commissione paritetica fra funzionari regionali e organi professionali. Lo stesso dicasi per i bandi per servizi, di cui all'articolo 20, i cui contenuti avrebbero dovuto essere proposti sempre da questa commissione paritetica.

Poi c'è una competenza del Consiglio regionale, il capitolato generale di cui all'articolo 30 per i lavori pubblici di competenza della Regione, che costituisce il cosiddetto "contratto tipo", che avrebbe dovuto essere approvato entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, vale a dire entro il 27 luglio ?96.

Sono previste ancora l'istituzione della banca dati - osservatorio dei lavori pubblici presso l'Ufficio centrale di coordinamento, la definizione dei requisiti professionali e le modalità di accertamento della certificazione di qualità, di cui all'articolo 44, che dovrebbe essere approvato - ma può darsi che entro due giorni riesca a farlo la Giunta - entro un anno dall'entrata in vigore della legge; il censimento degli studi e delle progettazioni già eseguite, di cui all'articolo 47, anche questo da disporre entro un anno dall'entrata in vigore; l'elenco prezzi elementari predisposto dall'Assessorato ai lavori pubblici.

Poi deve essere organizzato l'albo regionale delle imprese, in proposito è stata adottata solo il 26 maggio scorso dalla Giunta regionale una deliberazione, la n. 1840, che approva l'articolazione dell'albo su tre livelli del sistema di qualificazione, che stabilisce le modalità e i criteri di accesso all'albo stesso, che fissa i limiti degli importi e degli appalti di lavori pubblici di interesse regionale; deliberazione che costituisce un presupposto per l'albo, ma non è l'albo, e che è soggetta al visto ancora della Commissione di Coordinamento.

Si tenga presente - questo è scritto in legge - che l'iscrizione all'albo è condizione necessaria per la partecipazione alle gare per l'affidamento degli appalti di lavori pubblici di interesse regionale, e questo è chiaramente sancito dell'articolo 23. L'albo ancora non pare esistere e avrebbe dovuto essere adottato entro 3 mesi - cioè entro il 27 settembre dello scorso anno -dall'entrata in vigore della legge, dovrebbe essere organizzato presso la struttura centrale di coordinamento e probabilmente avrebbe già dovuto essere sottoposto al primo aggiornamento semestrale.

Cosa ha fatto la struttura centrale di coordinamento - questa è una domanda che è contenuta nell'interpellanza, il cui quesito generico la racchiude - a un anno dalla entrata in vigore della legge? Ha organizzato la raccolta e la composizione degli schemi di settore, di sviluppo e di previsione e di tutta la documentazione utile alla redazione regionale dei lavori pubblici del programma regionale di previsione e del programma regionale operativo? Ha coordinato questa struttura le proposte dei vari assessorati, segnalando eventuali incompatibilità? Ha inviato le informazioni inerenti ai singoli atti pianificatori alla banca dati - osservatorio dei lavori pubblici, che dovrebbe essere stata istituita e organizzata su base informatica entro la fine dello scorso anno? Abbiamo già visto che questa struttura non ha potuto tenere né tanto meno aggiornare l'albo di preselezione, in quanto inesistente.

Poi abbiamo l'elenco dei prezzi unitari, altro atto fondamentale, perlomeno così dichiarato quando la legge venne presentata e votata da questo Consiglio il 13 marzo dello scorso anno. Si tratta di un elenco dei prezzi unitari delle singole voci di lavorazione, delle forniture, della mano d'opera, dei noleggi, delle attrezzature e dei materiali che vengono utilizzati nei lavori di interesse regionale. Avrebbe dovuto essere anche questo approvato entro l'anno di regime transitorio.

Sempre a proposito di coordinamento, come stanno operando i coordinatori dei cicli dei singoli lavori pubblici, le cui funzioni sono assimilate a quelle del responsabile unico del procedimento che è previsto dalla legge Merloni? In particolare, negli enti locali il coordinatore del ciclo corrisponde spesso alla figura del segretario comunale; sappiamo che negli enti comunali minori i segretari comunali sono spesso part-time, si appoggiano a tecnici comunali che sono previsti in forma consorziata fra più amministrazioni, e spesso si appoggiano a soggetti esterni per svolgere le proprie mansioni. Ciò significa che aumenta considerevolmente la spesa pubblica. Da un lato abbiamo le responsabilità che sono in capo al cosiddetto "coordinatore del ciclo", dall'altro le competenze che vengono affidate a soggetti esterni. C'è questa suddivisione un po' strabica di competenze e responsabilità.

Questa che è stata tracciata seguendo analiticamente il percorso della legge è la legge n. 12, è la monumentale articolazione della legge 12; con quest'interpellanza si vuole sapere come l'Assessore o la Giunta intendono dare applicazione a questo fardello normativo al termine dell'anno transitorio, dopo di che entrerà - o dovrebbe entrare o non entrerà, sentiremo dalla risposta dell'Assessore - a pieno regime in vigore la legge. Finora abbiamo visto che i termini non sono stati rispettati, gli adempimenti non sono stati onorati, molti organismi non sono stati istituiti e la legge diciamo che non è operativa in quasi nessuna sua parte.

A questo quesito molto formale di questa interpellanza corrisponde, come ben sappiamo, la demoralizzazione di una classe imprenditoriale che è rappresentata dagli edili valdostani, demoralizzati perché al loro sconforto non sono corrisposte soluzioni; queste non sono parole mie, ma sono parole del rappresentante della categoria degli edili. Imprenditori valdostani che, come abbiamo avuto più volte occasione di sentire tramite incontri personali e come è stato relazionato in maniera molto precisa dalla Banca d'Italia in una relazione che ci è stata consegnata ieri, sono diventati dei subimprenditori in quanto lavorano a livello di subappalto per imprese esterne, che sono aggiudicatarie a maggioranza di quelli che sono gli appalti indetti dalla regione.

Di fronte a questo stato di cose l'Assessore conosce benissimo che l'umore di questa gente non è assolutamente ad alti livelli, sa che gli imprenditori in questa situazione non possono crescere né in termini di fatturato, né in termini di qualità professionale, e che non ci sono grandi prospettive, a meno che sia già in previsione qualche modifica, qualche variazione applicativa di questa legge che è un monumento alla burocrazia e al dirigismo e che ricalca nelle parti forse peggiori la legge Merloni.

Lascerei la parola all'Assessore per vedere se e come intende dare attuazione a questa legge, che agli occhi dei più appare come un grande esercizio di stile giuridico, difficilmente applicabile alla realtà valdostana.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) La mia risposta si articolerà in due tempi. Il primo tempo sarà dedicato alla risposta sull'interpellanza, il secondo tempo nei limiti del possibile a tutti gli altri quesiti che non sono contenuti nell'interpellanza. Comunque fin d'ora mi impegno a fornire tutta la documentazione, relazioni, quadri, stato di attuazione della legge ai consiglieri interpellanti.

Il primo tempo, dicevo, si riferisce all'interpellanza, che devo dire, fossi stato un consigliere di minoranza, avrei presentato anch'io; mi sembrava costruttiva, mi sembrava non polemica, dava l'opportunità di chiarire alcuni aspetti dell'attuazione della legge.

Altra cosa sarà il secondo tempo, sul tenore dell'intervento di Tibaldi, al quale darò risposte successivamente.

Partendo dall'interpellanza, vediamo le premesse.

Si dice: "Sentiti diversi operatori locali del settore che incontrano non poche difficoltà a causa della farraginosità delle procedure e del complesso normativo nel suo insieme;", ma questo non è vero perché abbiamo fatto su questa legge riunioni in tutti i comuni, in tutte le comunità montane, con gli amministratori locali, con i segretari e con i tecnici comunali. I vari operatori locali sono 2-3 segretari, cosa anche confermata nell'ultimo incontro che abbiamo avuto all'Associazione dei sindaci. Peraltro i segretari hanno scritto anche alcune lettere all'Assessorato ai lavori pubblici, alle quali abbiamo dato delle risposte; al limite farò pervenire gli interpellanti copia delle risposte.

È interessante sottolineare una delle richieste dei segretari comunali: "Va poi rilevato che mentre la legge Merloni prevede per il coordinatore unico una specifica remunerazione, correlata all'importo dell'opera, la legge regionale, pur prevedendo maggiori competenze e responsabilità a carico del coordinatore del ciclo, nulla stabilisce in proposito". A me pare che l'obiettivo di alcuni segretari non sia quello di dire che la legge regionale non è applicabile o non funziona, ma sia quello di utilizzare il grimaldello della legge n. 12 per ottenere dei benefici di tipo economico. Attenzione, perché la legge regionale non prevede la figura del coordinatore unico introdotta dalla legge n. 109.

"Considerato che numerose disposizioni appaiono di difficile applicazione anche da parte degli enti locali - si dice ancora nelle premesse dell'interpellanza -, le cui strutture amministrative non sono sempre adeguate a far fronte agli adempimenti previsti dalla legge"; a me pare che questa riprenda in toto quella che è la posizione di alcuni segretari comunali, ma ciò non è vero. Però pensiamo per un momento che la legge n. 12 non esista; chiedo quali sono le responsabilità dei segretari comunali. Quando il sindaco dà il via al pagamento di uno stato di avanzamento, chi è che compila lo stato di avanzamento per il sindaco? Il problema è che la legge n. 12 va proprio a individuare in quella che prima Tibaldi definiva burocrazia, dove nessuno è responsabile di niente, va ad individuare un responsabile. Per quanto attiene l'Amministrazione regionale individua all'inizio di ogni ciclo del lavoro il responsabile di riferimento di quel ciclo, quindi il sindaco, il cittadino, l'operatore economico, chi vuole avere delle informazioni su un'opera pubblica che si sta realizzando, sa che andando nell'Assessorato competente trova un responsabile per quel lavoro. Non c'è più il travaglio che c'era precedentemente di dover forse passare da un ufficio all'altro, senza che nessuno sia in grado di dare delle risposte. Quindi a me pare che questo sia un falso problema, perché le responsabilità che i segretari non si vogliono assumere, se le devono assumere; non penso che sia competenza del sindaco assumersi la responsabilità della gestione di un lavoro. Tenete presente che i lavori pubblici che appaltano i singoli comuni hanno un progettista, che ha le responsabilità che sono a capo del progettista, hanno un direttore dei lavori a cui fanno capo le responsabilità proprie di quella figura, a volte c'è chi fa la contabilità al quale competono le responsabilità di chi segue la contabilità.

Non chiediamo al segretario di fare il progetto, di fare il direttore dei lavori, di controllare se la contabilità è esatta; queste figure, che comunque già esistono in un ciclo di lavoro, hanno una ben precisa assunzione di responsabilità dal punto di vista della legge. Il segretario comunale o una delega eventuale che il segretario comunale può dare all'interno delle strutture delle singole amministrazioni comunali sono solo punto di riferimento per il cittadino, che ha bisogno di chiedere un'informazione; questo nello spirito della separazione fra scelte politiche, che sono quelle di indirizzo, e scelte di tipo tecnico-burocratico. Quindi questo è un falso problema, perché prima della legge n. 12 chiedo al Consigliere Tibaldi chi era il responsabile di alcuni atti all'interno della pubblica amministrazione: solo il sindaco, che magari ha la quinta elementare? Quindi, ripeto, questo è completamente un falso problema.

Sul problema poi dell'organizzazione, non solo la legge n. 12 ma anche la Merloni prevede che si possano utilizzare dei supporti esterni. Però i comuni che non sono organizzati per avere al loro interno le figure che sono in grado di gestire un appalto, possono o consorziarsi come comuni, oppure utilizzare una struttura come la comunità montana per creare un minimo di supporto tecnico. Allora qui i comuni vogliono avere competenze, vogliono avere maggiori risorse, vogliono potere appaltare, e poi non vogliono assumersi responsabilità? Non tocca all'Amministrazione regionale andare nella direzione di integrare, coordinare, modificare o organizzare delle strutture burocratiche dei singoli comuni!

Continua l'interpellanza: "Rilevato che, ai sensi dell'articolo 30, avrebbe dovuto essere approvato, entra trenta giorni dall'entrata in vigore della suddetta legge, il capitolato generale per i lavori pubblici di competenza della Regione;"; un capitolato l'Amministrazione regionale lo ha messo in essere, infatti continua ad appaltare e nessun lavoro è stato bloccato. Il capitolato definitivo non è stato ancora approvato perché nel frattempo sono uscite norme nuove sulla sicurezza, sulla 626, che prevedono una revisione di questo capitolato, e stiamo procedendo alle modifiche anche utilizzando competenze esterne all'Assessorato. Però l'aggiornamento del capitolato è stato fatto entro i 30 giorni, prova ne è che nessun lavoro è stato bloccato. Nella lettera che abbiamo inviato ai sindaci e ai segretari comunali abbiamo sottolineato quanto più volte avevamo già verbalmente ribadito nelle varie riunioni, e cioè: "si ribadisce quindi la disponibilità di questo Assessorato, come già comunicato con nota... eccetera, eccetera, ... nel fornire tutti i chiarimenti e il supporto necessario agli enti locali nell'applicazione della legge regionale n. 12". Ma se non ci fosse la legge n. 12, i segretari comunali non avrebbero una minore difficoltà nell'applicazione della n. 109, questo dev'essere chiaro. Poi alla fine dirò quali sono i vantaggi della legge n. 12 rispetto alla legislazione nazionale.

E ancora: "Rilevato, altresì che la struttura centrale di coordinamento, di cui all'articolo 40, non è ancora riuscita, a un anno dall'entrata in vigore della suddetta legge, a organizzare quelle attività inerenti alla tenuta e all'aggiornamento dell'albo regionale di preselezione, della banca dati - osservatorio dei lavori pubblici e dell'elenco prezzi;", ha detto bene prima Tibaldi, ci sono due organismi che prevede la legge e che sono stati istituiti immediatamente dalla Giunta regionale, uno è la Consulta e l'altro è la Commissione paritetica.

I criteri dell'albo di preselezione non sono oggetto d'impostazione da parte del Consiglio regionale, era un compito della Consulta, che è stata istituita immediatamente e che è composta dai rappresentanti del settore edile, sindacale e dai funzionari regionali. La Consulta ha lavorato in una normativa in evoluzione anche a livello nazionale, perché tenete conto che la legge n. 12 non può estraniarsi da quelle che sono alcune linee quadro a livello nazionale e da quelle che sono le normative europee. La Consulta ha lavorato in modo approfondito e corretto e ha predisposto i criteri per l'iscrizione all'albo di preselezione dell'impresa. Non appena la Giunta regionale ha avuto la proposta della Consulta, ha adottato l'atto. L'atto è al visto del Presidente della Commissione di Coordinamento, che ha richiesto alcuni chiarimenti abbastanza formali, abbiamo già preso un appuntamento con il Presidente della Commissione di Coordinamento per fornire i chiarimenti sollecitati.

All'albo di preselezione si collega la banca dati - osservatorio dei lavori pubblici. All'interno dell'Assessorato dei lavori pubblici si è già fatto il censimento degli appalti degli ultimi dieci anni, in particolare si è fatto l'approfondimento, per andare all'elenco prezzi parametrico degli appalti degli ultimi tre anni. L'elenco prezzi parametrico è diverso dall'elenco prezzi generale, perché gli appalti li abbiamo fatti anche adesso e un elenco prezzi c'è già. Adesso stiamo definendo l'elenco prezzi definitivo, utilizzando anche supporti di esperti esterni, perché la materia non è certamente di facile applicazione. Ma l'elenco prezzi è strettamente collegato all'approvazione dell'albo di preselezione delle imprese, perché prima Tibaldi nella sua dotta esposizione parlava di criteri di aggiudicazione, ma i criteri di aggiudicazione sono quelli esistenti a livello nazionale e per il momento la modalità per la verifica delle anomalie è quella introdotta a livello nazionale.

Nel momento in cui sarà applicata la procedura dell'albo di preselezione a seguito del visto del Presidente della Commissione di Coordinamento, si ritornerà al massimo ribasso, a quel punto saranno utilizzati l'osservatorio degli appalti e i prezzi parametrici portati avanti come punto di riferimento, utilizzando di nuovo il massimo ribasso per dire che è un'offerta anomala, evitando così il contenzioso che c'era quanto tu dichiaravi che un'offerta era anomala per un ribasso troppo elevato. Il contenzioso portava al ricorso al TAR, che il più delle volte dava ragione al ricorrente, con il risultato che i lavori rimanevano bloccati e dovevano essere riappaltati dopo un anno.

La struttura centrale di coordinamento già c'è, anche se non è ancora completamente organizzata, perché la cosa si lega enormemente con la riforma della pubblica amministrazione e la Giunta regionale nella prossima seduta del 30 giugno approverà definitivamente gli organismi principali previsti per la riforma della P.A., il coordinatore, le direzioni e i dirigenti di secondo livello. A quel punto potrà essere data la definizione della struttura centrale di coordinamento che nella riforma è prevista come un ufficio, ma già tuttora è efficiente e funziona da più di un anno. Per tutto il settore degli incarichi c'è una struttura centrale all'interno dell'Amministrazione regionale e nel momento in cui un Assessorato decide di dare un incarico parte l'informazione, si fa la verifica se all'interno di tutta la pubblica amministrazione ci sono le figure che possono assolvere a questo compito, diversamente si passa alla struttura esterna. Quindi già c'è un punto di riferimento, non c'è ancora l'organigramma complessivo perché aspettavamo, visto che la cosa si intrecciava con la n. 45, di definire la riforma complessiva della n. 45 per andare ad individuare anche le figure specifiche all'interno della struttura specifica dell'Ufficio centrale di coordinamento, attualmente le funzioni già vengono assolte dal coordinatore dell'Assessorato dei lavori pubblici, prova ne è che a tutti i comuni abbiamo detto che siamo a completa disposizione per dare un supporto di tipo normativo sul ciclo dei lavori pubblici.

Queste erano le premesse. Per quanto riguarda le richieste dell'interpellanza, probabilmente la legge di cui in premessa sarà operativa interamente nella prossima legislatura, perché l'impostazione della legge prevede il programma della maggioranza; in base a questo viene fatto il censimento delle necessità che possono soddisfare questo programma, e in base alla programmazione vengono impostati i lavori pubblici.

Attualmente, già nella fase della predisposizione del piano lavori abbiamo tenuto conto di quelle che erano le indicazioni della legge regionale anche dal punto di vista della programmazione, facendo riferimento a un censimento di progetti che è stato fatto immediatamente; e questo era un altro degli adempimenti che chiedeva prima Tibaldi. Si presuppone che se c'erano i progetti esistenti, appaltabili, questi progetti sono stati assegnati e avviati perché andavano a soddisfare dei bisogni. Ma la completa programmazione potrà essere impostata nella prossima legislatura.

Per quanto attiene gli altri termini previsti dalla legge, sono ordinatori, non sono perentori; la funzione della Consulta e della paritetica dipende anche dai tempi che questi due organismi, che abbiamo istituito immediatamente, impiegheranno per poterci dare dei risultati definitivi.

Nell'interpellanza si chiede infine: "se non ritiene più opportuno provvedere a effettuare migliorie di quelle parti che sono tuttora inapplicate o sembrano addirittura inapplicabili". Parti inapplicabili non ce ne sono, parti inapplicate ce ne sono ma non si riferiscono ai 12 mesi di norma transitoria, perché la legge va applicata per le parti che sono applicabili e non c'è vuoto normativo, perché per le parti che non sono applicabili della legge n. 12 vengono applicate le norme della n. 109. Quindi vuoto normativo non ce n'è.

Stiamo già verificando la possibilità di provvedere a delle migliorie, che era l'impegno che ci eravamo presi un anno fa quando abbiamo detto entro 12 mesi vedremo se ci sono dei punti di difficoltà, dei punti di difficile applicazione, insieme anche agli enti locali. Infatti abbiamo chiesto al direttivo dei sindaci di farci pervenire eventuali suggerimenti per migliorie, stiamo già verificando la possibilità di impostare alcune migliorie, per cui non diciamo che la legge n. 12 è perfetta o non sia perfettibile, anzi siamo a disposizione per ricevere consigli e suggerimenti da parte dei consiglieri, però non c'è nessuna norma della legge che sia inapplicabile.

Per quanto attiene la seconda parte dell'intervento del Consigliere Tibaldi, il quadro dell'attività, adesso non ho l'elenco puntuale di tutti gli appalti, ma gli posso dare qualche dato significativo.

Per quanto attiene il ?96 sono stati appaltati lavori per 225 miliardi, pertanto il secondo semestre del ?96 non è stato certamente inattivo. Questi 225 miliardi sono il risultato di 327 appalti, di questi 327 appalti - al contrario di quanto dice la Banca d'Italia, perché questi sono i dati che abbiamo trasmesso alla Banca d'Italia - 276 sono stati affidati a imprese valdostane direttamente. Penso di interpretare l'articolo della "Stampa", quando parla di "un'opportunità", perché è chiaro che se c'è l'appalto di 30 miliardi della Syntax, in Valle d'Aosta non ci sono imprese che siano in grado di portare avanti questo tipo d'intervento. È ovvio che gli interventi di una certa dimensione vadano all'esterno, una fetta di mercato che va all'esterno comprende proprio questi lavori che normalmente sono di soglia europea, dove la risposta all'organizzazione delle imprese in loco è poco presente.

Altro discorso è l'insoddisfazione delle imprese. Noi come Amministrazione regionale dobbiamo cercare da una parte di risolvere dei problemi concreti, che sono la realizzazione di interventi puntuali sul territorio, di interesse regionale o di interesse locale; in seconda battuta diamo le opportunità alle imprese, però non tocca a noi andare a verificare se le imprese sono in grado di essere sufficientemente organizzate per cogliere queste opportunità. Noi stiamo lavorando su un tavolo comune per creare tutti i presupposti di crescita e di miglioria, con il raggiungimento della qualità necessaria per poter avere questi requisiti. Se poi vuole il Consigliere Tibaldi, gli posso fare avere una copia dei dati che abbiamo fornito alla Banca d'Italia.

La Banca d'Italia mi pare che non faccia riferimento ai dati dell'Assessorato ai lavori pubblici: un'indagine campionaria effettuata dall'Assessorato dell'industria segna la diminuzione media annua del 4 percento rispetto... ma non so neanche cosa sia questa indagine campionaria dell'Assessorato dell'industria; i dati che abbiamo trasmesso alla Banca d'Italia sono qui e stanno a significare un incremento estremamente positivo visto che nel ?94 sono stati appaltati lavori per 60 miliardi, nel ?95 per 100, nel ?96 per 225. Qua c'è anche la suddivisione dei vari importi e delle modalità di assegnazione dei singoli interventi.

Per quanto attiene le osservazioni che faceva fuori dall'interpellanza il Consigliere Tibaldi, me le sono annotate, non so se sarò in grado di dare risposte a tutte.

Elenco regionale dei collaudatori: abbiamo già fatto la delibera della composizione della commissione, abbiamo fatto richiesta agli ordini professionali che ci hanno trasmesso il nome dei loro rappresentanti all'interno della commissione stessa; la Giunta ha già deliberato la composizione della commissione. A questo punto è compito della commissione di definire i dettagli. La commissione è prevalentemente composta dalle categorie interessate e i professionisti stanno definendo i dettagli per l'impostazione dell'albo dei collaudatori.

Sui criteri di aggiudicazione degli appalti ho già detto prima; attualmente applichiamo la verifica dell'anomalia automatica con il meccanismo che è imposto dalla legge nazionale. Applicheremo la verifica delle anomalie con riferimento agli elenchi prezzi per gli appalti che potranno essere affidati, utilizzando l'albo di preselezione a livello regionale, e qui torneremo al massimo ribasso.

Per rispondere ad un altro quesito di Tibaldi, il tetto fissato - che è un'altra delle cose previste dalla legge - è di 3,6 miliardi per la categoria II e di 1,8 miliardi per le altre categorie. Questo concordato con la Consulta, tenuto conto di una fotografia dell'offerta che c'è a livello regionale, perché quando parliamo di fette di mercato e di opportunità perse è sulla dimensione di alcuni interventi, dove non c'è l'offerta sul mercato delle imprese che hanno organizzazione stabile in Valle. Infatti questo tetto è stato concordato con l'associazione, perché se superiamo questo tetto abbiamo 4-5 imprese che hanno l'iscrizione per poter partecipare alle gare e non possiamo fare delle gare per 4-5 imprese, la legge stessa lo vieta.

Schemi tipo per architetti e ingegneri: qui è la Commissione paritetica che è stata istituita immediatamente da parte della Giunta regionale, che ha fatto un lavoro molto importante e puntuale. A livello nazionale tutti i giorni leggiamo di proposte di legge, di proposte di valutazioni con schemi e calcoli impossibili da decifrare per la valutazione dei curricula; la Commissione paritetica ha fatto un lavoro estremamente preciso per poter andare alla definizione trasparente della valutazione dei curricula e si è fatta anche la suddivisione degli incarichi che stanno sotto l'importo dei 40 milioni, per poter dare accesso ai giovani che non hanno curriculum. Quest'impostazione è composta da una circolare molto dettagliata, puntuale e precisa, che evita qualsiasi tipo di contenzioso con gli enti locali qualora la vogliano applicare, se non la vogliono applicare sono liberi di farlo; i contenziosi che hanno con gli ordini è perché non applicano questa circolare. La circolare è stata trasmessa a tutti gli enti locali e in base a questo tipo di circolare valutiamo i curricula per l'assegnazione dei progetti. Quindi questi schemi tipo sono già stati definiti e trasmessi, se il Consigliere Tibaldi vorrà, gliene farò avere una copia. Chiaramente la Consulta e la paritetica sono state istituite e stanno lavorando.

Sulla banca dati - osservatori ho già detto, sui censimenti degli studi è già stato detto in un intervento precedente; sul malumore degli edili è chiaro che non è compito legittimo dell'Amministrazione regionale andare a fare l'arbitro nella distribuzione dei lavori sul territorio, noi diamo l'opportunità, insieme ai rappresentanti del settore su un tavolo comune di lavoro, cercando di creare i presupposti affinché certi interventi possano essere realizzati dalle imprese che hanno organizzazione stabile a livello regionale.

Sul problema del subappalto la legge regionale fissa un limite molto preciso del 30 percento, tenete conto che la materia è molto complessa e bisogna fare delle distinzioni sulle varie categorie di lavori, perché un conto è subappaltare una strada, un altro è il subappalto relativo a un edificio pubblico dove le specializzazioni difficilmente sono tutte contenute all'interno dell'organizzazione di un'impresa. Cioè difficilmente un'impresa realizza il cemento armato, le strutture, le rifiniture, ha al suo interno il piastrellista, l'impiantista, l'imbianchino; veramente bisogna distinguere le varie categorie. Quali sono le cose anche positive che abbiamo potuto verificare dell'applicazione di questa legge? Ci sono alcuni aspetti difficili di applicazione e d'interpretazione, come tutte le leggi che hanno una certa rilevanza e, come ho detto prima, ci siamo impegnati e stiamo lavorando per modificarle e per renderle più snelle dal punto di vista delle risposte burocratiche.

Sull'albo delle imprese abbiamo già detto; qualora la Commissione di Coordinamento visti la delibera, penso che sia una delle innovazioni molto importanti che vanno nella direzione di dare non solo delle opportunità alle imprese che hanno organizzazione stabile in Valle, ma anche una grande garanzia all'Amministrazione regionale nel momento in cui appalti un lavoro di poterlo vedere realizzato sia nei tempi che nella qualità prevista dalla progettazione.

Sul problema della qualità, la Consulta sta verificando una modificazione progressiva nell'arco dei 3 anni per fissare dei paletti sempre più restrittivi, fino ad arrivare entro i 3 anni alla certificazione della qualità per poter essere iscritti all'albo delle imprese.

Un'altra innovazione importantissima è il comma 5 dell'articolo 15, che ci ha permesso in diverse situazioni dove c'è stato il fallimento, nell'arco di 3-4 settimane di poter riappaltare i lavori e riavviare gli stessi; un esempio per tutti è la strada di Saint-Vincent, dove è fallita l'impresa e nell'arco di 15-20 giorni si è potuto riappaltare utilizzando il comma 5 dell'articolo 15, che prevede la procedura del metodo dell'economia senza più il tetto dei 400 milioni. Questa sarà una delle procedure che adotteremo anche in situazioni analoghe, dove vi sono imprese che sono oggetto di fallimento in questi giorni.

L'altro aspetto innovativo è il soggetto promotore, che dà la possibilità all'imprenditore, che veramente vuole fare l'imprenditore, di proporre all'Amministrazione regionale un progetto alle condizioni economiche che ritiene opportune per essere realizzato. L'Amministrazione accetta questo tipo di progetto, lo mette in gara, qualora ci sia una offerta migliore il soggetto promotore ha diritto di prelazione; qualora non eserciti il diritto di prelazione, il vincitore della gara paga le spese di progettazione e di studio del progetto al soggetto promotore. Noi diamo gli strumenti, poi tocca alle imprese utilizzarli correttamente.

A me pare che dal punto di vista generale la legge n. 12 non vada assolutamente a complicare nulla, ma crei delle grandi opportunità. È chiaro che il settore è un settore in grande difficoltà, lo sforzo dell'Amministrazione regionale può andare in due direzioni: quella di dare l'opportunità, anche se poi comunque devono seguire le regole di libero mercato, e quella di avere un tavolo di confronto costante con gli operatori del settore per cercare di correggere storture o di semplificare le procedure.

Ancora una battuta sul malcontento degli edili. L'altro giorno gli edili hanno fatto l'assemblea, alla quale ho partecipato insieme al Presidente della Giunta; non mi è parso di vedere quel malcontento che è stato riportato da organi di stampa. Perché poi il Presidente dell'associazione davanti a tutti ha smentito alcune dichiarazioni che sono state riportate su alcuni organi di stampa. Mi pare che una successiva intervista televisiva abbia detto che queste dichiarazioni non sono state fatte. Chiaramente siamo consci della difficoltà, ma è una difficoltà che nasce da un'organizzazione molto debole del settore, una crescita sovradimensionata del settore; sono problemi noti a tutti, noi come amministrazione regionale cerchiamo di assolvere al nostro compito, ma ci vuole una risposta di efficienza anche da parte delle imprese.

Si dà atto che, dalle ore 11,14 alle ore 11,25, presiede il Vicepresidente Marco Viérin.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Una breve replica, poi lascio la parola al collega Marguerettaz.

La reazione emotiva dell'Assessore mi sembra ingiustificata a fronte della formalità del quesito contenuto nell'interpellanza. Da parte del sottoscritto non c'è stata nessuna "dotta esposizione" sull'articolato della legge, perché quello che ho letto prima è null'altro che quanto contenuto negli articoli della legge, dove c'erano delle scadenze da osservare, dove c'erano degli adempimenti anche lì da effettuare.

È ovvio che questo elenco delle deficienze applicative di questa legge non solo è stato sottolineato dagli interpellanti, ma è stato confermato dallo stesso Assessore; questa legge non è stata applicata, o perlomeno è stata solo parzialmente applicata in una minima parte, tant'è che abbiamo avuto un'altra conferma da parte dell'Assessore che dice che i termini sono ordinatori, non sono perentori. La legge non parla di perentorietà, è vero, però fissa un regime di transitorietà di 12 mesi; vuol dire che questo regime è stato dilatato unilateralmente dall'Assessore, in barba a quanto stabilito dalla legge e quindi in barba a quanto votato dal Consiglio regionale. Almeno questo mi è parso di aver capito pochi minuti fa su affermazioni fatte dall'Assessore in maniera precisa.

Allora non bisogna minimizzare quelle che sono deficienze applicative; capiamo che la legge è un monumento alla burocrazia e questo lo sa benissimo anche l'Assessore, sappiamo che ci sono difficoltà di applicazione non solo a livello di enti locali, ma anche a livello di uffici dello stesso Assessorato, sappiamo che ci sono difficoltà di comprensione e di applicazione anche da parte degli operatori del settore e in questo punto ci riferivamo, come è scritto nell'interpellanza, non ai segretari comunali ma agli imprenditori edili, quindi tutta quella dissertazione sui segretari comunali che ha fatto l'Assessore è stata in un certo senso inutile.

Non è vero, come ha detto l'Assessore, che immediatamente la Giunta ha operato a nominare le commissioni previste dalla legge perché se l'albo di preselezione doveva essere fatto entro tre mesi, cioè entro il 27 settembre, solo il 7 ottobre la Giunta provvedeva a nominare la consulta, quindi esattamente 10 giorni dopo quel termine di scadenza - benché ordinatorio - fissato dalla legge n. 12. Quindi mi sembra alquanto increscioso arrivare oggi in aula e cercare di traslare delle responsabilità su organismi amministrativi, che sono stati costituiti già in ritardo, per cercare di deresponsabilizzare quella che invece è una mancanza politica. L'Assessore dice che non c'è vuoto normativo; questo sarà vero, ma c'è un vuoto amministrativo e quindi un vuoto politico nell'applicazione della legge, e questo non possiamo assolutamente lasciarlo passare inosservato.

Ritengo che, a fronte di questa monumentale attività legislativa, di questa monumentale attività amministrativa di organismi, organi e organuli che si stanno creando o che si debbono creare per dare applicazione a questa legge, debba essere tenuto in debita considerazione anche la difficoltà degli imprenditori del settore. È vero che l'Amministrazione non può sostituirsi agli imprenditori, in quanto sono due ruoli completamente separati: l'Amministrazione ha dei doveri e dei compiti di indirizzo, di strategia, e l'imprenditore deve resistere nel mercato e cercare di guadagnare quote sulla base della propria professionalità e della propria capacità; però l'Amministrazione ha speso non pochi soldi anche in consulenze, e lo stesso Assessore Lavoyer ne è stato uno dei protagonisti, per cercare di realizzare studi e proposte sugli interventi per risolvere gli aspetti connessi alla crisi dell'industria valdostana.

E questo è iniziato sin da quando era Assessore regionale alle finanze, nel 1992: incarichi di consulenza che sono poi stati reiterati a professionisti che hanno seguito fin dall'inizio la questione edilizia e i cui sintomi di carenza strutturale del settore sono stati segnalati anche puntualmente dal Centro Sviluppo, organismo che è stato creato sempre dall'Assessore Lavoyer nel ?92. Lo stesso Centro Sviluppo ha individuato che se non ci saranno cambiamenti radicali, questa legge avrebbe dovuto essere uno dei fenomeni di radicale cambiamento, la crisi strutturale continuerà a permanere.

Allora non c'è vuoto normativo, siamo d'accordo; però se questa legge si rende di difficile applicazione, si rende ancora più intricata e vischiosa rispetto a quella che è la legge nazionale, c'è da chiedersi effettivamente se la classe politica regionale era adeguata a questo ruolo di programmazione e di strategia, se cioè ha sfruttato tutte le competenze che sono previste dallo statuto di autonomia nel migliore dei modi, per cercare di far fronte ai problemi, per cercare di individuare prospettive non voglio dire felici ma più rosee e più ottimistiche per un settore imprenditoriale che ha sempre costituito una delle spine dorsali del comparto industriale, e se quindi ha agito secondo quelle che sono le regole della migliore utilizzazione degli spazi di autonomia che ci sono consentiti.

Prendo atto solo di una cosa nella risposta che ci ha dato l'Assessore ed è la sua disponibilità a fornirci i dati, che seguiremo con attenzione, anche perché abbiamo capito che questo regime transitorio ormai si sta dilatando e che fra due giorni questa legge non potrà entrare a pieno regime, con gravi e ulteriori difficoltà che dovranno essere sopportate e verranno dissipate sempre sui soliti imprenditori valdostani.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) Sarò molto più breve del collega, intervengo solo per fare alcune osservazioni di carattere più che politico direi istituzionale.

L'Assessore Lavoyer ha esordito dicendo che se lui fosse stato all'opposizione avrebbe ritenuto opportuno presentare un'interpellanza quale quella che insieme al collega Tibaldi abbiamo in questa occasione presentato. Credo che sia stata un'apertura felice del ragionamento; credo senza voler peccare di presunzione né di voler tacciare i colleghi di scarsa attenzione che però questa osservazione potrebbe suonare un po' di rimprovero, se vogliamo usare questo termine, nei confronti di tutto il Consiglio. È bene ricordare infatti che quando discutemmo questa legge, tutte le forze presenti in questo Consiglio approvarono questa legge sui lavori pubblici tranne il gruppo dei Popolari per la Valle d'Aosta.

Non votammo contro, ci astenemmo; partecipammo al dibattito e avanzammo delle proposte sotto forma di emendamenti, che puntualmente furono rifiutati in talune occasioni con promesse quali quelle che viene ancora a farci oggi l'Assessore, cioè sulla puntualità con la quale si sarebbe seguita l'applicazione di questa legge e con la obiettività con la quale si sarebbe misurata la necessità eventuale di intervenire a modificare la legge stessa.

Quando dibattemmo di questa legge, furono molti i consiglieri - fra cui lo stesso relatore, il Consigliere Borre - ad avanzare la necessità di un ente, immagino consiliare, che avesse in quest'anno di transizione il compito di seguire l'applicazione di questa legge. Noi facemmo nostra l'idea del collega Borre e proponemmo un ordine del giorno in questo senso, che però fu respinto. È in questo senso che dico che era davvero compito di tutto il Consiglio e non dell'opposizione risollevare questo problema al termine dell'anno di transizione, per verificare l'applicazione di questa legge.

Una cosa che è risultata evidente, nonostante la difesa dell'Assessore, è che gran parte delle cose previste dalla legge stessa non sono state applicate; molte cose sono state applicate, lo diceva lo stesso Assessore, altre non sono state applicate, stiamo facendo...

(... interruzione dell'Assessore Lavoyer, fuori microfono...)

... esatto, però di fatto questo Consiglio votò una legge con delle scadenze ben precise. Scadenze che, come avemmo modo di dire all'epoca, sembravano già allora abbastanza spropositate perché pensare su tutta una serie di provvedimenti che la Giunta o il Consiglio avrebbe dovuto prendere nell'anno di transizione, di dare delle scadenze di 30 o 60 giorni sembrava già allora quanto mai pretestuoso e oggi puntualmente verifichiamo che così è.

A noi risulta - su questo l'Assessore non è stato d'accordo - che i comuni abbiano particolari difficoltà nel seguire gli adempimenti previsti dalla legge ma, come ricordava anche Tibaldi, non solo i comuni. A noi risulta che vi siano dei settori all'interno dell'Assessorato regionale che sono davvero in forte difficoltà nell'interpretare questa legge. A noi risulta che settori diversi procedono in maniera piuttosto improvvisata, non nel senso di deficitaria, quanto piuttosto in maniera autonoma, in maniera personalistica se posso dire così, e le cose vanno avanti con un certo rilento, anche se l'Assessore dice per confutare questo dato che sono state appaltate opere per 225 miliardi. Questo dato bisognerebbe forse approfondirlo un attimo, lo faremo magari nel tempo, perché è vero che la cifra è notevole indiscutibilmente, ma bisognerebbe analizzare due varianti di questo dato.

Il primo dato da analizzare è quanti di questi miliardi rimangono in Valle. L'Assessore dice che su tot appalti, tot sono andati a ditte valdostane; è vero, ma bisognerebbe verificare su tot miliardi quanti ne sono rimasti in Valle d'Aosta, che è un parametro leggermente diverso. Il secondo parametro che a mio avviso sarebbe necessario approfondire è quale tipologia di interventi è stata appaltata, perché questo forse rivelerebbe un altro dato sintomatico della situazione attuale. Di questi 225 miliardi quanti sono stati destinati ad esempio all'edilizia, o quanti alle strade, alle fognature o ad altri tipi di intervento? Questo sarebbe un ragionamento costruttivo, non polemico, ma sarebbe un dato che servirebbe a far ragionare il Consiglio regionale su eventuali necessità di prestare più attenzione a determinati settori oggi più deboli, rispetto ad altri che invece sembrerebbero marciare con una certa tranquillità.

Chiedo scusa se torno indietro su un passaggio che ho fatto prima in merito alla questione all'interno dell'Assessorato. L'Assessore parlava di assunzione di responsabilità e su questo concordo, cioè il principio di poter individuare un responsabile dei procedimenti è senz'altro un principio positivo e condivisibile, fatto salvo però che il responsabile abbia chiara la strada che deve percorrere, ed è quello che dicevo prima. Per quanto concerne l'Assessorato, questa è una piccolezza, ma ad esempio per le direzioni lavori affidate a dipendenti regionali, la legge prevedeva che questo surplus di responsabilità fosse anche riconosciuto in termini economici in relazione ai contratti eccetera; non so se questo sia...

(... interruzione dell'Assessore Lavoyer, fuori microfono...)

... siamo ancora nella fase delle trattative? D'accordo. Questo per dire come anche una piccolezza come questo esempio, però mentre siamo in fase di trattativa per vedere quanto deve essere questo trattamento accessorio, c'è l'applicazione della legge per quanto riguarda l'onere chiesto ai dipendenti.

Ultima considerazione. Posso anche capire quando l'Assessore, rispondendo a tutto l'elenco di impegni che prevedeva la legge n. 12 per la Giunta e per il Consiglio con le scadenze che ricordavamo prima, dice che si sta organizzando e che la Consulta sta operando, questo è vero, però di fatto tutti questi impegni non sono ormai stati rispettati.