Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2602 del 11 giugno 1997 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL'11 GIUGNO 1997

OGGETTO N. 2602/X Determinazioni di sfratto dei nomadi accampati in un terreno regionale nella regione Tzambarlet del Comune di Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Appreso che la Regione avrebbe preso la decisione di sfrattare i nomadi accampati in un terreno regionale ad Aosta in zona Tzambarlet senza prevedere un sito alternativo;

Visto che è da più di due anni che esiste questo problema e nonostante i diversi incontri avuti con responsabili comunali e regionali e relative assicurazioni in merito alla soluzione del problema a tuttora non ci sarebbero soluzioni se non lo sfratto;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta per sapere:

1) quali sono le motivazioni dello sfratto;

2) se sono stati proposti siti alternativi per la sistemazione dei suddetti nomadi;

3) se la Giunta regionale nell'accordo di programma con il Comune di Aosta o con i comuni limitrofi non preveda l'installazione di un'area attrezzata che dia una risposta a questo problema.

F.to: Chiarello

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) In merito al contenuto dell'interpellanza ho anticipato anche gli organi di stampa perché la mia interpellanza è datata da prima che uscisse sui giornali questa cosa proprio perché c'era questo problema; qualcuno aveva avuto sentore che quest'area regionale, che era stata occupata abusivamente, si dovesse liberare per cause di forza maggiore.

Non metto in discussione la necessità di liberare l'area, il punto per me è un altro e cioè se come Regione Valle d'Aosta riteniamo utile fare un'area attrezzata, nel senso che la Regione legiferi per dare ospitalità ai nomadi di passaggio nella nostra Regione, proprio per evitare occupazione abusiva di aree, condizioni igieniche a dir poco cattive.

In questo periodo mi sono documentato presso altre regioni; c'è la legge regionale del Piemonte che parla dei nomadi e di come devono essere attrezzati i campi nomadi, dei contributi che la Regione prevede di dare ai comuni che in base alla legge attrezzino un campo di accoglienza per i nomadi, chi deve essere riconosciuto come nomade.

D'altro canto, dopo la messa in pratica di questa legge è anche scritto che è assolutamente vietato fermarsi in aree non autorizzate, il che andrebbe incontro ai disagi della legge che vede in aree non autorizzate fermi dei nomadi, ma questo succede perché non ci sono altri spazi da poter utilizzare.

Questo non è un problema regionale, ritengo che la Regione debba dare degli indirizzi in questo ambito ai comuni; vedo che la Regione nel piano Aosta capitale ha concordato con il Comune come dovevano essere le modifiche ad Aosta, penso che in quest'ottica si poteva anche prevedere un'area di sosta per i nomadi di passaggio.

Faccio questa domanda e penso che sia pressante. Ho letto che ieri il Presidente della Giunta ha incontrato il rappresentante dei nomadi o degli operatori che lavorano per dare assistenza ai nomadi, in special modo di quelli interessati a questo fatto e poi oltretutto perché l'area in cui si trovano attualmente è della Regione.

Penso che la Regione, nel momento in cui dice ai nomadi che su quell'area non possono sostare, debba dare un'alternativa: o si mandano in Piemonte, dove ci sono dei campi attrezzati, altrimenti a qualcosa dobbiamo pensare, magari di concerto con il Comune. Anche quando il Presidente della Giunta, in qualità di prefetto sfratta qualcuno dagli alloggi, si preoccupa di trovare un alloggio alternativo, specialmente se si tratta di una famiglia bisognosa.

Vorrei sottolineare fra l'altro che interessate sono una quindicina di persone, di cui 3 sono dipendenti e lavorano in città, certi bambini sono nati ad Aosta, e inoltre i rilievi degli operatori sono abbastanza soddisfacenti perché su queste persone non ci sono mai state delle lamentele, pertanto vorrei sentire quali sono le posizioni di questa Giunta in merito.

Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Tout d'abord je veux souligner que, contrairement à ce que vient de dire Monsieur Chiarello, personne ne s'est présenté pour solliciter une rencontre ou, s'ils sont venus, étant donné que le mardi est une journée "portes ouvertes" et que des personnes étaient déjà dans la salle d'attente, ils ont probablement renoncé. Tout simplement pour dire que ce n'est pas dit que tout ce qui est relaté dans les journaux corresponde toujours à vérité.

Monsieur Chiarello demande quelles sont les raisons qui ont amené le Gouvernement à adopter ces actes. Il y a tout d'abord des raisons liées aux conditions sanitaires et hygiéniques de ces logements, sur la base des rapports qui ont été présentés par les services d'hygiène de l'USL, par la police municipale d'Aoste et par le service de police, et tous conviennent sur la nécessité de déplacer ces personnes, sur la nécessité donc d'éloigner ces personnes compte tenu de ces conditions.

Il y a à cet égard des communications formelles de la part de la Commune d'Aoste et de la part de l'USL; c'est un problème qui remonte à 1995 parce que tout d'abord ces personnes étaient installées à côté du terrain de sport Tesolin et ensuite, sur la base des visites sur le lieu effectuées par la police municipale d'Aoste, elles se sont déplacées sur un autre terrain, celui-ci propriété de l'Administration régionale. Cela pour dire comme parfois on essaie de donner une réponse à certains problèmes.

Je veux faire référence par exemple aux communications du bureau d'hygiène publique de l'USL, où il est dit: "Si ravvisa la necessità di procedere allo sgombero delle aree interessate", ou encore "l'opportunità di collocare questi in ambienti più consoni al vivere civile, tanto più che questi producono profitto con il lavoro e quindi in grado di pagare una quota sociale per vivere al pari di ogni altro cittadino".

Egalement - deuxième raison - l'Assessorat du tourisme nous a communiqué que "Si è riscontrato che le aree e i fabbricati appositamente acquisiti alla proprietà regionale e siti in località Tzambarlet risultano abusivamente occupati da persone, materiali e attrezzature. Si prega pertanto di voler disporre le idonee iniziative, atte a rendere liberi gli immobili sopra indicati, poiché sugli stessi è prevista già dai prossimi mesi la realizzazione di prove che dovrebbero svolgersi senza la presenza di persone o cose estranee".

C'est l'accord de programme entre Région, Commune d'Aoste et CONI en vue de la réalisation du Centre sportif de Tzambarlet et donc la nécessité de procéder sur les sites à des essais techniques, à des tests géologiques et à des sondages et cette nécessité a mis en évidence la présence de personnes et de roulottes.

Compte tenu des conditions, compte tenu également de l'approche de l'hiver, toute mesure avait été renvoyée et en même temps on avait pris contact avec la Commune, pour essayer de trouver une solution à ce problème, tant il est vrai que déjà au mois de décembre 1996 par un courrier adressé au Syndic d'Aoste nous soulignions le fait que "al di là di eventuali urgenze legate ad interventi puntuali, si ritiene comunque che il problema vada risolto nella sua globalità, con il reperimento da parte di codesto Comune innanzitutto di un'area da attrezzare e da destinare a campo nomadi a tutela sia della popolazione nomade, che della popolazione locale, nel rispetto dei reciproci diritti-doveri. Si rimane pertanto in attesa delle determinazioni cui vorrà pervenire codesta amministrazione, al fine di consentire fin dalla prossima primavera una normalizzazione della situazione per i soggetti aventi i prescritti requisiti giuridici e un inevitabile allontanamento nel rispetto delle norme e tenuto conto delle esigenze socio-sanitarie per i soggetti che ne siano privi".

Là il faut également apporter une précision et d'ailleurs l'exposé de Monsieur Chiarello l'a déjà souligné clairement: on ne peut pas aborder ce thème uniquement sous l'aspect de la qualité des personnes concernées de réfugiés ou de nomades parce qu'ils ne remplissent pas ces conditions. Les intéressés ne peuvent en effet se prévaloir de leur qualité ni de réfugiés ni de nomades....

(... interruzione del Consigliere Chiarello, fuori microfono...)

... c'est une affirmation de Monsieur Chiarello....

En tout cas sur la base de ces éléments nous avons sollicité des interventions et même le Comité pour l'ordre et la sécurité publique s'est penché sur cet aspect et "all'unanimità la soluzione del problema è stata vista nella preliminare individuazione di un'area comunale attrezzata con servizi tipo camping, che possa fungere da campo nomadi a rotazione e comunque non come struttura ricettiva fissa per extracomunitari o altri, e quindi da regolamentare a priori per evitare abusi o soluzioni di comodo".

Donc, la Région et la Commune se sont réunies à plusieurs reprises et il est ressorti de ces réunions que la meilleure solution possible serait de disposer effectivement d'un terrain communal, équipé pour l'accueil temporaire des personnes, ce qui contribuerait également à résoudre les difficultés causées par des situations d'urgence.

Les réponses qui nous ont été données pour l'instant sont: absence de terrains communaux adéquats, difficultés que soulève le fait que les intéressés ne sont ni réfugiés, ni nomades, et difficultés également que la gestion d'une telle zone poserait.

Au printemps nous avons reçu une dernière note de la part des services de la police municipale, où ils nous informent: "È parere dello scrivente che tale situazione, così come attualmente si configura, possa integrare gli estremi per la configurabilità del reato di invasione di terreni e di edifici, prevista dall'articolo 633 del Codice penale".

Nous avions déjà laissé, compte tenu de cette situation, le temps nécessaire pour que, de concert avec la Région, d'autres organismes puissent trouver une solution à ce problème, mais face à cette communication, pour éviter que conformément à l'article 633 du Code pénal une dénonciation obligatoire ne soit faite aux autorités judiciaires, nous avons adressé une injonction de sortie, exigeant que le terrain en question soit libéré sous 15 jours parce que, si cette mesure est exécutée volontairement, il n'y a pas toute une implication sur le plan judiciaire et pénal.

De ce point de vue nous sommes tous parfaitement conscients des questions humanitaires et sociales que cette affaire entraîne, mais pour l'instant nous constatons que beaucoup se sont bornés à regarder de loin et à attendre de voir quelle décision serait ou ne serait pas prise. Nous ne pouvons qu'affirmer que la solution envisageable ne peut être que celle de la mise en place d'une zone équipée, mais pour ce faire il y a la nécessité de la collaboration de la part de la Commune, compte tenu du fait qu'il s'agit d'une question de compétence communale. Il suffit de se rapporter aux problèmes de Turin, où des questions analogues se posent.

D'autre part la solution envisagée ne résoudrait pas les problèmes liés à l'aspect contingent, parce qu'il ne s'agit pas de nomades, il s'agit de personnes qui en partie sont déjà résidantes ici et donc on ne peut pas imaginer de donner une solution à un problème lié à une présence temporaire pour des gens qui sont ici depuis deux années au moins, dont une partie est résidante.

Par ailleurs le problème du logement, même à l'échelon local, ne permet pas d'être optimiste, car la demande pressante des citoyens valdôtains à ce propos ne laisse pas pour le moment envisager de solutions immédiates et nous ne pouvons pas non plus imaginer que l'on puisse prévoir des parcours privilégiés par rapport à cette situation. Si nous devons les considérer dans un cadre commun, nous sommes tout à fait favorables, mais nous ne pouvons pas accepter de requêtes qui veulent donner priorité à cette situation.

Je termine en soulignant encore notre disponibilité à participer à toute rencontre avec la commune ou les communes disponibles pour donner une réponse à ce problème, mais les solutions envisageables ne peuvent aujourd'hui que passer par un abandon de la part de ces personnes de ces lieux.

Ils peuvent trouver temporairement des places dans des campings et par la suite nous pourrions vérifier avec les collectivités locales quelles mesures peuvent être adoptées. Mais, je le répète, si la solution de ce problème nous permettra de donner des réponses à une question de caractère général, elle ne permettra pas de répondre au problème spécifique parce que la situation de ces personnes ne peut être considérée comme celle des personnes nomades ou des réfugiés vu qu'elles ne remplissent pas les conditions requises.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Parto dall'ultima affermazione fatta dal Presidente con cui non sono assolutamente d'accordo. Allora, sono riconosciuti nomadi i Sinti o i Rom, questi sono dei Rom, di conseguenza fanno parte riconosciuta dei popoli nomadi.

Oltretutto queste persone arrivano da Osiek, che è una città attualmente in mano ai Croati, e questi sono Serbi e dovrebbero tornare nella loro città di origine. Allora le chiedo, Presidente: sono da considerarsi dei profughi oppure no? Dato che lei ha detto che non sono da considerare né nomadi né rifugiati, li rimandiamo a Osiek...

(... interruzione del Presidente della Giunta, fuori microfono...)

... d'accordo, va bene non hanno seguito la procedura, però non mi venga a dire che non sono Rom. Nella legge del Piemonte è scritto che sono riconosciuti nomadi i discendenti dei Sinti e dei Rom, questi sono Rom, allora il Presidente mi deve dire come mai non sono dei nomadi. Se uno è Valdostano, lo è per tutta la vita anche se abita a Ivrea e poi torna in Valle d'Aosta, invece i Rom, se hanno la residenza in Valle d'Aosta non sono più dei Rom. Vorrei capire come si intrecciano queste cose.

È vero, nessuna legge prevede di stare fermi in eterno, ma sempre la legge regionale piemontese parla di un anno con possibili rinnovi.

Per quanto riguarda questa polizia municipale di Aosta così attiva, ci sono degli operatori delle varie organizzazioni volontarie che lavorano a contatto con questa gente, gratuitamente, dando loro una mano, invece la polizia prende quest'atteggiamento. Dato che è il Comune inadempiente, come diceva il Presidente, allora è il Comune ad essere incompetente, però la polizia dello stesso Comune è così attiva per far sì che questi vengano mandati via. Sarebbe auspicabile che nello stesso ente i vari organismi si mettessero d'accordo; se la polizia dice che devono andare via, il Comune nello stesso momento si mette in moto per trovare loro un sito adeguato.

Ritengo giusto quanto diceva il Presidente in merito alla carenza di alloggi già per i Valdostani, però quando è stato presentato il rinnovo della legge sui mutui, l'Assessore ha tenuto a ricordare che il 2 percento - correggetemi se sbaglio - è per gli extracomunitari, cioè una percentuale di questi soldi può essere utilizzata anche dagli extracomunitari.

Infine, Presidente, mi ricordo che forse lo stesso giorno in cui è uscita sulla Stampa questa notizia degli sfratti c'era anche il rappresentante dei sindaci della Valle d'Aosta, si è detto che si sarebbe organizzata una giornata contro l'apartheid, e contemporaneamente esce fuori che per quei dieci che sono lì non si riesce a trovare un'area e si mandano via.