Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2206 del 23 ottobre 1996 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 24 OTTOBRE 1996

OGGETTO N. 2206/X Approvazione del "Piano decennale di interventi per la riqualificazione di Aosta" ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge regionale 2 marzo 1992, n. 3.

Deliberazione Il Consiglio

a. vista la legge regionale 2 marzo 1992, n. 3, concernente "Interventi per la riqualificazione di Aosta quale moderno capoluogo regionale" che dispone l'erogazione di finanziamenti regionali al Comune di Aosta per la progettazione e realizzazione di interventi diretti a qualificare servizi e infrastrutture della città e, in particolare:

a.1. all'articolo 1, individua gli obiettivi da perseguire e le tipologie degli interventi di riqualificazione;

a.2. all'articolo 4, autorizza la Giunta regionale a contrarre, per l'erogazione dei finanziamenti, mutui passivi per l'importo complessivo di lire 150 miliardi nel periodo 1992-2001, di cui lire 15 miliardi annui nel triennio 1992/94;

a.3. all'articolo 2, definisce i principi generali del processo pianificatorio delle azioni di riqualificazione, prevedendo che:

a.3.1. il Consiglio comunale di Aosta adotti il programma degli interventi e lo trasmetta alla Giunta regionale, affinché questa proceda all'armonizzazione delle proposte acquisite e adotti il programma medesimo, trasmettendolo al Consiglio regionale per l'approvazione definitiva ed il relativo finanziamento;

a.3.2. le modifiche e le integrazioni al programma o la presentazione di successivi programmi seguano le procedure di cui in a.3.1.;

b. vista la deliberazione del Consiglio comunale di Aosta n. 207 del 15 luglio 1992 - trasmessa alla Regione in data 10 settembre 1992 - con la quale è stato adottato, quale programma di interventi di riqualificazione ai sensi della legge regionale 3/1992 per l'anno 1992, un elenco di tredici stanziamenti del valore cumulato di Lit. 15,4 miliardi, a valere su altrettanti capitoli di spesa, già iscritti nel bilancio comunale di previsione per il medesimo anno;

c. richiamata la deliberazione n. 12535 del 31 dicembre 1992 della Giunta regionale - ratificata dal Consiglio regionale con deliberazione n. 4142/IX del 27 gennaio 1993 - con la quale, tra l'altro, a seguito della deliberazione di cui in b), si è ritenuto indispensabile - anche ai fini dell'armonizzazione di cui all'articolo 2, comma 3 della citata legge regionale 3/1992 - che il documento di piano in a.3.1. contenesse almeno i seguenti elementi essenziali, in considerazione delle finalità, della durata e della rilevanza finanziaria degli investimenti:

c.1. scenario socio-economico ed urbanistico di riferimento, obiettivi principali del processo di riqualificazione e strategia individuata per il perseguimento degli obiettivi medesimi;

c.2. progetti - intesi quali insiemi organici di interventi finalizzati al conseguimento degli obiettivi sopra menzionati - in cui si articola la strategia di cui in c.1., con indicazione delle tipologie di opere previste (studi, investimenti...) e della loro disaggregazione temporale nel decennio di applicazione della legge;

c.3. interventi facenti parte di ciascun progetto, con indicazione - riferita a programmi triennali "scorrevoli" per opportuna analogia con i bilanci regionale e comunale - dei principali connotati tecnici e di costo, della tempistica e delle modalità di attuazione, della compatibilità con gli strumenti urbanistici e con gli altri interventi previsti, dei risultati attesi;

d. dato atto che il Presidente della Giunta regionale ha invitato il Comune di Aosta ad elaborare e produrre alla Regione il piano contenente gli elementi di cui in c), con lettere in data 15 gennaio, 18 febbraio e 7 ottobre 1993;

e. vista la deliberazione del Consiglio comunale di Aosta n. 309, del 2 dicembre 1993, trasmessa alla Regione in data 10 dicembre 1993, con la quale, tra l'altro, sono stati approvati il documento "interventi per la riqualificazione di Aosta quale moderno capoluogo regionale (legge regionale 3 del 2 marzo 1992)" - che delinea lo scenario urbanistico di riferimento alla programmazione e individua i progetti prioritari - nonché l'elenco degli interventi da finanziare, ai sensi della legge regionale in argomento, per il biennio 1992/93, i cui connotati principali sono stati successivamente definiti dal Comune con lettera prot. n. 4907, del 22 febbraio 1994;

f. richiamata la deliberazione del Consiglio regionale n. 629/X del 20 aprile 1994, con la quale, nelle more della predisposizione da parte del Comune del piano di cui in a.3.1. e sulla base della deliberazione e delle successive precisazioni di cui in e), si approva l'elenco degli interventi da finanziare per il biennio 1992/93, e la concessione di un primo finanziamento regionale per lire 26,7 miliardi;

g. dato atto che:

g.1. la necessità di predisporre il piano è stata ribadita al Comune di Aosta dopo la deliberazione di cui in f), con lettera in data 7 giugno 1994 del Presidente della Giunta regionale;

g.2. il Comune ha inviato alla Regione in date 20 ottobre 1994, 5 dicembre 1994 e 8 giugno 1995 tre stesure del piano, nessuna delle quali, peraltro, giudicata dal competente Servizio regionale in possesso dei requisiti fissati dalla Giunta regionale;

g.3. a seguito della mancata approvazione del piano non è stato possibile approvare i finanziamenti e gli impegni di spesa relativi agli anni 1994 e 1995 e, conseguentemente, non si è reso necessario provvedere all'assunzione di mutui passivi nel medesimo periodo;

h. visto il documento "Piano decennale di interventi per la riqualificazione di Aosta", approvato dal Consiglio comunale di Aosta con deliberazione n. 168 del 30 luglio 1996 e trasmesso alla Regione con lettera prot. n. 18962 del 31 luglio 1996;

i. considerato che il piano decennale di cui in h):

i.1. possiede i requisiti richiesti con deliberazione 12535/92 della Giunta regionale in quanto:

i.1.1. tiene conto del documento di cui in e), per quanto concerne lo scenario urbanistico di riferimento (cfr. premessa e capitolo 1);

i.1.2. definisce lo scenario socio-economico (cfr. capitolo 1), gli obiettivi (cfr. capitolo 2) e la strategia (cfr. capitoli 3 e 4) di cui in c.1.;

i.1.3. individua e descrive, in coerenza con quanto stabilito, rispettivamente, in c.2. e c.3., i progetti (cfr. paragrafi 4.1, 4.2, 4.5 e capitolo 5) e gli interventi (cfr. capitolo 5);

i.1.4. articola la pianificazione - avendo presente anche quanto detto in g.3. - riferendola ai seguenti programmi operativi (cfr. paragrafi 4.2, 4.4.2 e 4.5) che rappresentano lo strumento di saldatura tra il piano medesimo e l'avvio di ciascun intervento:

programma 1992/93, approvato con la deliberazione richiamata in f);

programma triennale 1996/98;

programma triennale 1999/2001;

programma biennale 2002/2003;

i.2. prefigura modalità di applicazione (cfr. paragrafo 4.3.1) dei principi generali di cui in a.3. che tengono conto della ripartizione tra Consiglio e Giunta (ai sensi della legge 142/90, per i comuni e della legge regionale 66/1979, per la Regione) delle funzioni, rispettivamente, di programmazione e di attuazione, nonché della esaustività delle indicazioni fornite in ordine a ciascun intervento nel piano medesimo, prevedendo, di conseguenza, che:

i.2.1. Consigli regionale e comunale approvino il piano e le modifiche sostanziali al medesimo e ne verifichino l'attuazione attraverso l'esame di relazioni alla fine di ciascun programma pluriennale;

i.2.2. le Giunte regionale e comunale approvino i programmi pluriennali - in quanto strumenti attuativi delle scelte di piano - verificandone la regolare attuazione mediante l'esame di relazioni annuali;

i.3. prevede una sistematica attività di monitoraggio dell'attuazione degli interventi (cfr. paragrafi 4.3.2, 4.3.3, 4.4.3 e 4.6), finalizzata a garantire il rispetto dei tempi e dei costi di realizzazione prefissati, affidandola ad apposito Comitato di sorveglianza composto da rappresentanti del Comune e della Regione;

i.4. definisce modalità e tempi per l'effettuazione degli impegni e l'erogazione dei finanziamenti, da parte della Regione e per la codifica contabile dei finanziamenti nel bilancio, l'adozione degli impegni e l'effettuazione dei pagamenti, da parte del Comune (cfr. paragrafo 4.4.3);

i.5. prescrive particolari regole di comportamento da osservare nei rapporti dell'Amministrazione comunale con progettisti e imprese (cfr. paragrafo 4.4.3), al fine di assicurare la coerenza della fase attuativa con le scelte di piano in ordine a caratteristiche e tempi di realizzazione degli interventi;

i.6. individua progetti del tutto coerenti con altri già definiti dalla stessa Amministrazione comunale e dall'Amministrazione regionale in programmi precedenti e, quindi, risponde ai requisiti di "armonizzazione" previsti dalla legge;

j. ritenuto, per quanto sopra esposto, che il piano decennale in argomento possa formare oggetto di approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale;

k. dato atto che - ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 23 novembre 1994, n. 70 - è stato richiesto, con lettera in data 12 agosto 1996, il parere della Consulta regionale dell'Economia e del Lavoro (C.R.E.L.) sulla presente deliberazione e che tale parere non è pervenuto nel termine prescritto;

l. visto il parere favorevole di legittimità rilasciato, in assenza del Dirigente del Servizio Studi, programmi e progetti, dal Capo settore operativo Pianificazione e valutazione investimenti pubblici del Servizio di cui sopra, ai sensi dell'articolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modificazioni e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1 - lett. e) e 59 - comma 2 - della legge regionale n. 45/1995 sulla presente deliberazione;

Delibera

1) di approvare, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge regionale 2 marzo 1992, n. 3, il "Piano decennale di interventi per la riqualificazione di Aosta" allegato alla presente deliberazione di cui forma parte integrante, che individua, in particolare:

1.1 gli obiettivi (al capitolo 2) e la strategia (ai capitoli 3 e 4) di riqualificazione;

1.2 gli assi prioritari (al paragrafo 4.1.1), i progetti (al paragrafo 4.1.2) e gli interventi (al capitolo 5) programmati, con relativi costi (al paragrafo 4.2), tempi (al paragrafo 4.5) e modalità (al paragrafo 4.4) di attuazione;

1.3 i seguenti programmi operativi pluriennali (al paragrafo 4.2) - da approvarsi dalla Giunta regionale, se non già approvati - quale strumento di saldatura tra la pianificazione decennale e l'attuazione dei singoli interventi:

1.3.1 programma 1992/93, approvato con deliberazione n. 629/X del 20 aprile 1994, del Consiglio regionale;

1.3.2 programma triennale 1996/98;

1.3.3 programma triennale 1999/2001;

1.3.4 programma biennale 2002/2003;

2) di approvare, per l'attuazione del piano di cui al punto 1), la spesa di lire 150.000 milioni comprensiva della spesa approvata ed impegnata, per lire 11.700 milioni, con deliberazione della Giunta regionale n. 12535 del 31 dicembre 1992, ratificata con deliberazione del Consiglio regionale n. 4142/IX del 27 gennaio 1993 e, per lire 15.000 milioni, con deliberazione n. 629/X del 20 aprile 1994, del Consiglio regionale - suddivisa per asse prioritario, progetto e programma pluriennale secondo quanto indicato al paragrafo 4.2 (tavola 10 "piano finanziario decennale") del piano;

3) di rinviare l'adozione degli impegni di spesa per l'attuazione del piano al momento dell'approvazione dei seguenti programmi operativi pluriennali - da predisporsi, da parte del Comune di Aosta, in coerenza con il piano di cui in 1) - stabilendo che all'adozione degli impegni e all'approvazione dei programmi provveda la Giunta regionale:

3.1 programma triennale 1996/98;

3.2 programma triennale 1999/2001;

3.3 programma biennale 2002/2003;

4) di affidare il monitoraggio sull'attuazione del piano ad apposito Comitato di sorveglianza nominato e presieduto dal Sindaco di Aosta o suo delegato e composto di due tecnici scelti dal Sindaco e due dirigenti regionali designati dal Presidente della Giunta regionale, prevedendo che le attività di sorveglianza e valutazione siano condotte con le modalità definite ai paragrafi 4.3 e 4.6 del piano;

5) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di coordinamento per la Valle d'Aosta ai sensi e per gli effetti dell'articolo 8, comma 1, lett. b), del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320;

Allegati

(... omissis...)

Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Dino Viérin.

Viérin D. (UV) La loi n° 3/92, la loi régionale à laquelle l'on fait référence pour la présentation de ce plan décennal, à l'article 1er fixe les objectifs et la typologie des interventions pour le renouveau de la Commune d'Aoste, tandis qu'à l'article 2 elle établit les principes généraux de la procédure à suivre, qui attribue au Conseil municipal et au Conseil régional l'approbation du plan des interventions et au Gouvernement valdôtain la tâche d'harmoniser les propositions de la commune pour permettre au Conseil régional de les approuver.

Par ailleurs, la délibération du Gouvernement du 31 décembre 1992, ratifiée par le Conseil au mois de janvier 93, a indiqué les critères qui devront être observés lors de la préparation des documents de programmation aux fins de cette harmonisation prévue par la loi. Elle a prévu que la commune présente un plan organique couvrant les dix ans - puisque les délais techniques de réalisation imposent la définition des projets dès le début - et portant mention des objectifs et de la stratégie de renouveau des projets ainsi que des coûts et temps d'exécution y afférents, des procédures de réalisation et des organes institutionnels qui sont impliqués dans le processus de programmation à titre divers, et également un programme triennal d'application, détaillant les interventions prévues par les différents projets.

La Commune d'Aoste a fait siennes, dans son plan décennal, toutes ces indications établies par la délibération ratifiée par le Conseil. Ce plan, établi en accord avec le service régional compétent, a été transmis à la Région après l'approbation de la Junte et du Conseil municipaux le 31 juillet 1996.

Par ailleurs, dans l'attente de l'élaboration de ce plan décennal la Région avait déjà approuvé, à la demande de la commune par délibération de l'assemblée de 1994, le programme partiel 92-93, dont le plan décennal tient compte.

En particulier, le plan qui est soumis à votre attention illustre, dans le chapitre premier, le cadre socio-économique, compte tenu des aspects généraux et des objectifs de renouveau établis à l'article 1er de la loi régionale. Il définit, dans le 2ème chapitre, les domaines des processus d'amélioration qu'il convient de mettre en oeuvre; il définit 5 secteurs d'intervention: l'hébergement, la productivité, la solidarité, la qualité de la vie et toutes les procédures visant à une meilleure efficacité.

Dans le 3ème chapitre, il analyse les points forts sur lesquels il faut s'appuyer et les limites qu'il faut dépasser, et expose, dans le chapitre IV, les stratégies de renouveau qui vont être suivies. Il illustre aussi ce qu'il faut faire, les 4 axes prioritaires subdivisés en 12 projets, pour concentrer les efforts sur la solution de problèmes définis et importants. A cet effet, il donne des indications sur le prix: 150 milliards, dont 25 pour cent sur l'axe réhabilitation du patrimoine ancien, 15 pour cent sur l'axe intensification du vert public, 28 pour cent sur l'axe Quartier Cogne, 27 pour cent sur l'axe mobilité et 5 pour cent concernant l'adaptation des bâtiments et l'assistance technique. Il indique également qui le fait: le Conseil municipal et le Conseil régional pour la planification, la Junte communale et le Gouvernement régional pour la programmation triennale, la Junte communale pour la réalisation, le comité de surveillance pour le suivi des différentes interventions.

Il indique encore comment le faire: par le biais d'une planification économique et urbanistique, la présentation des projets définitifs et exécutifs, direction et exécution des travaux; et quand le faire: il y a l'indication d'un chronogramme concernant la réalisation des différents projets; et enfin, comment vérifier les résultats: indicateurs de fiches des projets et procédures de surveillance.

Il y a donc toute une procédure qui a été établie, il y a des critères qui ont été fixés par la loi régionale; nous avons, en ce qui nous concerne, vérifié le respect et de cette procédure et de ces critères.

Il nous paraît, de ce point de vue, qu'en tant que Gouvernement et en tant que Conseil régional, nous n'avons pas l'intention - du moins c'est notre point de vue - d'examiner le contenu de l'acte en tant que tel, vu que sur ce thème spécifique le Conseil municipal d'Aoste s'est exprimé.

Sur la base du respect du principe de l'autonomie en général des collectivités locales en ce qui concerne ce point spécifique de l'autonomie du Conseil municipal d'Aoste, le Conseil a fait des choix quant aux priorités, quant aux projets, quant aux options, nous en avons en quelque sorte pris acte, nous avons vérifié le respect des consignes établies par la loi et, sur la base de cette vérification, nous soumettons à l'attention de l'assemblée le plan décennal pour l'aménagement et pour les interventions concernant la Commune d'Aoste, qui devront permettre d'utiliser les fonds prévus par la loi régionale spécifique.

Président La discussion générale est ouverte. Quelqu'un demande la parole?

La parole au Conseiller Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) Mi limiterò in questo primo intervento a porre alcune domande, alle quali mi auguro sia data risposta.

La presentazione da parte del Presidente della Giunta dell'approvazione di questo programma è stata una presentazione direi laconica. Il Presidente si è limitato nella sua esposizione a leggere la delibera; poco fa mi diceva: è inutile che io dica le cose che sono scritte in delibera.

Ma a parte questo, vorrei cercare di approfondire questo punto, che ha una rilevanza notevole, perché è bene ricordarsi che oggi ci accingiamo ad approvare un programma per il quale destineremo al Comune di Aosta qualcosa come circa 123mila milioni, che non sono come suol dirsi "bruscolini". Dicevo 123mila milioni, non 150mila, perché come tutti sapete parte di questi finanziamenti sono già stati erogati in precedenza a fronte di quel piano pluriennale 1992-1993 cui faceva riferimento il Presidente della Giunta, che questo Consiglio ha approvato due anni or sono.

Credo sia compito di quest'Amministrazione regionale, nel momento in cui si accinge ad approvare un programma ben più ampio, che abbraccia il decennio e non più solo il biennio, fare una prima valutazione di questo primo biennio di realizzazione del contenuto di questa legge del '92.

Se è vero che è compito della Giunta verificare che la presentazione del programma che ci accingiamo a discutere, risponde a quei requisiti a cui faceva riferimento il Presidente della Giunta, è altresì vero che compito dell'Amministrazione era quello di sorvegliare e valutare la realizzazione del programma del biennio '92-'93. In questo senso, il 20 aprile di due anni fa il Consiglio, quando approvò il programma proposto dal Comune di Aosta, che fu finanziato per circa 27 miliardi con i sistemi previsti di finanziamento rateo, approvò contestualmente l'allegato n. 4 - che era parte integrante di quella delibera - in cui si diceva che l'attuazione di quel programma veniva sorvegliata tramite un comitato di sorveglianza, composto da due dirigenti dell'amministrazione comunale designati dal sindaco e due dirigenti - peraltro già individuati: uno, quello del Servizio studi programmi, l'altro, quello del Servizio affari generali - nominati da parte dell'Amministrazione regionale.

Non solo, l'attuazione veniva sorvegliata anche sulla base di relazioni annuali, di cui la prima doveva essere redatta entro il 30 giugno 1995, quindi a questo punto dovremmo essere in possesso già della seconda, perché immagino che la seconda dovesse essere redatta entro il 30 giugno 1996.

Oltre a questo, sempre l'attuazione del programma veniva sorvegliata per il tramite di controlli effettuati per campione da parte del Servizio affari generali e con interventi diretti dell'Assessorato regionale dei lavori pubblici.

Su cosa doveva essere fatta - e su che cosa è stata fatta sicuramente - questa vigilanza e questa valutazione? Lo dice il punto 1 dell'allegato: "Per sorveglianza s'intende un sistema di informazioni sullo stato di avanzamento del programma, che consente di raffrontare l'effettiva attuazione degli interventi con le caratteristiche e i tempi di esecuzione indicati nelle schede".

Mi fermo semplicemente qui per chiedere cortesemente a chi vorrà rispondermi di dare ragione al Consiglio di questa prima valutazione del biennio '92-'93.

Président La parole au Conseiller Parisi.

Parisi (RV) Possiamo dire che finalmente, dopo cinque anni, abbiamo un documento che possiamo anche criticare nel suo contenuto, ma che se non altro, a distanza di tutto questo tempo, forse permetterà di iniziare il lavoro per il quale era stata voluta questa legge. Credo che sia importante prima di entrare nel merito del contenuto, dire quello che era il significato politico di questa legge speciale, approvata e voluta nel 1992.

Il motivo fondamentale era che il Comune di Aosta in particolare, a differenza degli altri comuni, non riusciva almeno in quel momento - e credo che la cosa continui ancora adesso - ad avere una possibilità programmatoria in quanto i rapporti fra ente Comune e Regione anche per situazioni politiche diverse non gli consentivano di avere l'autonomia e i finanziamenti per poter programmare degli interventi qualificanti sul suo territorio. Allora si è pensato di proporre questo disegno di legge che doveva andare a risolvere quelle che erano, secondo gli scopi della legge, le grandi opere del Comune di Aosta.

Da una prima analisi invece è risultato che questa legge, che doveva dare quelle risposte, è servita soltanto per andare ad effettuare opere di ordinaria amministrazione senza dare la possibilità al Comune di Aosta di diventare "Aosta capitale", così come era stata chiamata nel disegno di legge. Infatti abbiamo visto che molti dei finanziamenti fin qui erogati sono serviti magari per aggiustare gli ascensori del quartiere Cogne, per fare qualche intervento che riguarda qualche strada, per fare qualche tratto di strada, fra l'altro pagato a caro prezzo; però sicuramente la legge non si è dimostrata quello strumento che doveva risolvere il problema di fondo, vale a dire la programmazione e la concertazione con la Regione secondo una visione completa.

Attraverso questa legge il Comune e la Regione si dovevano trovare intorno ad un tavolo e definire quello che era lo sviluppo della città, quelle che erano le grandi opere che andavano fatte per qualificare Aosta. Basta citare alcuni esempi, dei quali non si è più avuta notizia. Si parlava allora del Centro sportivo, si parlava di palazzetti dello sport, di campi da tennis, si parlava di maneggi, si parlava di grandi parcheggi che avrebbero dovuto dare alla città di Aosta una risposta a quella che ancora oggi è un'esigenza drammatica non solo per i cittadini, ma anche per i turisti alla disponibilità di aree. Non sto a citare altri esempi, potrei continuare con tutti quelli che erano gli interventi nei monumenti, nelle aree verdi, eccetera. Tutto questo almeno fino adesso non ha avuto risposta.

Ora, giustamente, il Presidente della Giunta nel suo intervento ci diceva che come Consiglio regionale non possiamo fare altro che prendere atto di una decisione, che ha già assunto il Consiglio comunale di Aosta sulla base di una propria valutazione. É chiaro che questo ragionamento per ognuno di noi, che finora ha portato avanti un discorso di autonomia degli enti locali, non fa una piega. Ma allora bisogna chiedersi perché il Consiglio regionale viene coinvolto a dare un suo parere a posteriori su un qualcosa sul quale non ha il diritto di critica, né può entrare nel merito di quello che è il documento. Forse, per evitare questo, il Consiglio regionale doveva essere investito nel momento della programmazione, oppure si doveva fare una modifica alla legge del '92, perché se oggi siamo chiamati ad approvare questo documento dovremmo avere anche il diritto di entrare nel merito e quindi di porre delle domande su alcuni interventi che vengono citati nella proposta fatta dal Comune di Aosta.

Un'altra osservazione riguarda i dati contenuti nelle tabelle, che credo vadano riferiti a dati ISTAT del '90-'91: nel giro di 5-6 anni la situazione complessiva è mutata rispetto alle situazioni createsi in quegli anni, per cui non so se questo documento risulta ancora oggi attuale.

Ribadisco che questo, al di là di tutte le critiche che si possono fare, è un documento importante che potrebbe dare la possibilità al Comune di Aosta finalmente di effettuare alcuni interventi che fin qui non sono stati fatti, che non emergono forse in maniera chiara dal documento; è altresì un documento programmatorio, quindi non è un documento rigido sul quale non si possa poi intervenire successivamente per modificare l'impostazione che viene data in questo momento, e non credo neanche che, date le necessità del Comune di Aosta, 150 o 123 o 130 miliardi siano una cifra enorme da spaventare qualcuno, perché se si volessero davvero fare degli interventi qualificanti e rendere Aosta capitale e Carrefour d'Europa, sicuramente ci vorrebbero molti più soldi di quelli che vengono programmati attraverso questa legge.

Voglio precisare che siamo d'accordo con questa legge, l'abbiamo voluta nel '92, quando magari altre forze presenti in questo Consiglio erano contrarie perché ritenevano che si volesse attraverso questo strumento dare la possibilità a delle forze politiche che allora governavano il Comune di Aosta, di fare "bella figura", ritenendo - forse giustamente allora - che lo stesso trattamento andasse riservato agli altri comuni della Valle d'Aosta. Noi invece l'abbiamo voluta perché pensavamo che Aosta, dovendosi far carico di una serie di servizi che derivano da tutta una serie di problemi e di strutture pubbliche che insistono sul suo territorio, dovesse avere la possibilità di far fronte agli interventi che citavo prima.

Un'altra cosa che volevo dire è che dall'analisi degli specchietti emerge - forse noi che abbiamo avuto la fortuna di sedere per tanti anni sui banchi del Comune di Aosta abbiamo anche un po' di deformazione - che alcuni progetti e alcune idee che erano state allora programmate non appaiono più. Come dicevo al vicesindaco, può anche darsi che l'attuale Giunta comunale abbia ritenuto - come era suo diritto - di dover cancellare alcune opere da una programmazione effettuata allora, però secondo noi forse alcune opere di allora potevano essere ancora oggi attuali e potevano cambiare l'immagine della città di Aosta. Si parlava allora dell'area Saumont, si parlava della passeggiata, e qui mi ricordo delle battaglie fatte con i Verdi quando si stava per programmare la cosiddetta "tangenziale sud" di Aosta: allora vi era stato un impegno ben preciso per cui accanto al muro della tangenziale doveva venire una bellissima passeggiata con alberature, con degli interventi che riqualificassero quei luoghi. Se andate a vedere adesso, mi sembra che quello non sia stato più realizzato; si parlava di passeggiate lungo il Buthier, si parlava di una serie di interventi che non ritroviamo più.

Per il momento mi fermo qui. Consigliere Mostacchi, se a lei dà fastidio o non interessa quello che sto dicendo, non deve far altro che andare a prendersi un caffè e la cosa è risolta, però mi permetta di dire quello che ritengo di dover dire, può piacere o non può piacere, la cosa mi lascia del tutto indifferente! Io parlo al Consiglio, ma mi rivolgo ai cittadini aostani in particolare, che di questi problemi sicuramente fino adesso ne subiscono le conseguenze, e basta andare a guardare i settori dell'abitazione e della viabilità, per comprendere se le critiche che vengono fatte siano cose interessanti o meno.

Per adesso mi fermo qui, eventualmente riprenderò la parola per dichiarazione di voto.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Borre.

Borre (UV) ... per i tribuni del Comune di Aosta...

(... ilarità dell'assemblea...)

... il Consigliere Parisi ha detto finalmente, e anch'io dico finalmente questa legge! Inoltre Parisi ha detto che oggi forze che allora erano contrarie propongono questa legge. L'Union Valdôtaine non era contraria, Parisi, ad una legge per il Comune di Aosta. L'Union Valdôtaine - e lo dimostrano i fatti - voleva predisporre una legge con la quale il Comune di Aosta avesse avuto i tempi e la possibilità di operare. Quello che dicevamo si è dimostrato vero, perché dopo cinque anni solo 7 miliardi sono stati spesi. Conoscevamo benissimo la capacità della struttura organizzativa del Comune di Aosta: si è dimostrato che non era in grado di operare per quei 10 miliardi che arrivavano all'anno, quindi non ha fatto fronte a quelle che erano le disposizioni della legge.

Con la legge n. 142 il Comune ha potuto attrezzarsi e organizzarsi in maniera diversa e con la collaborazione non solo del denaro che arriva dalla Regione, ma con il contributo degli uffici regionali, quindi insieme, il disegno di legge è all'approvazione oggi del nostro Consiglio.

Marguerettaz, forse anche ad arte, ha detto 122mila milioni per far pesare di più la quantità di denaro che affluisce nel Comune di Aosta; io dico invece che la quantità di denaro non è rilevante per un capoluogo che fa fronte a tutte le esigenze della Regione. Ieri abbiamo passato un disegno di legge di 65 miliardi per il Comune di Verrès; è vero che è una struttura regionale ma sono 65 miliardi, ovvero 65mila milioni...

Il discorso invece è quello di riuscire a capire quali sono le esigenze del Comune di Aosta a fronte delle richieste di servizi che il Comune di Aosta fornisce a tutta la Regione. Qui condivido quello che ha detto il Presidente: non tocca a noi entrare nel merito delle scelte e non per questo siamo esautorati dal pronunciarci sul disegno di legge. Noi dobbiamo valutare se i criteri della legge del '92 vengono rispettati all'interno di questo progetto e controllare se gli interventi che il Comune ha predisposto sono armonizzati con quelli che la Regione sta predisponendo sul territorio della nostra città: mi riferisco agli interventi nell'area Cogne, che sono una montagna di miliardi anche lì, o nella viabilità. Ecco qual è il nostro dovere.

Quindi mi felicito con il Comune di Aosta e con gli uffici regionali, che sono riusciti finalmente a predisporre questo piano per rivalutare Aosta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Forse canto un po' fuori dal coro, non sono un ex consigliere comunale, conosco molto meno i problemi della città di Aosta, però l'impressione che ho avuto leggendo questo piano e discutendolo in commissione, è che sia una legge che dà alla città di Aosta, in un periodo in cui si parla di autonomie locali e di decentramento dei poteri, un'autonomia controllata. Quando si parla di decentramento bisogna parlarne sempre e portarlo avanti sempre; qui c'è una legge che dice: il Comune di Aosta ci presenti un piano, se ci va bene lo votiamo, altrimenti... e qual è l'autonomia non lo so! E vi spiego anche il perché.

Un problema che ho potuto notare, essendo nella commissione che si occupa dell'area Cogne, è che si parla di via Paravera nella ristrutturazione dell'area Cogne e il vicesindaco di Aosta ci dice che non accetterà nessun tipo di ristrutturazione, se la Regione non si fa carico anche del rifacimento di via Paravera. Passano una ventina di giorni, facciamo una nuova riunione, non c'è il vicesindaco, i funzionari regionali ci informano che il Comune si è fatto carico di via Paravera. Ecco, è stata scaricata sul Comune la ristrutturazione di via Paravera. Qui è scritto 7,5 miliardi; da quello che ci ha detto il funzionario regionale una cifra del genere fa ridere per via Paravera. In questo caso, in cui posso intervenire con ragione di causa, mi sembra che sia un progetto buttato lì perché tanto si doveva parlare di via Paravera. La ristrutturazione di via Paravera comprende lo spostamento della ferrovia che va all'interno della Cogne, il ponte della ferrovia che deve essere spostato; questo ci è stato detto dai tecnici, Presidente, poi lei ci dirà quello che pensa!

In questo caso l'autonomia del Comune è stata violata; rivendichiamo allo Stato l'autonomia verso la Regione e poi al Comune controlliamo se va bene il piano. Ritengo che il Comune di Aosta, come Comune capoluogo, abbia diritto ad avere questi soldi e debba investirli al meglio, però non ritengo che noi dobbiamo controllare, intervento per intervento, quello che deve fare.

Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Aloisi.

Aloisi (RV) Anch'io sono un "già" consigliere del Comune di Aosta. Intanto, anche a parziale rettifica di quanto aveva sostenuto il mio collega Parisi, non è che la Presidenza della Giunta non incida, perché questo piano va comunque armonizzato in accordo con il Comune di Aosta. Però partirei da un'altra considerazione che sempre Parisi ha fatto, ed è che questo piano, che mi ricorda sempre più "La città del sole" di Tommaso Campanella, ha tanti bei sogni, ma si ha la sensazione che possano restare sogni e che potremmo arrivare ai due tempi: c'è un tempo della realizzazione e un tempo poi della normalizzazione.

Mancano per tutta una serie di cose le grandi opere. Nella città di Aosta è da un po' di tempo che non si pensa più a realizzare le grandi opere di cui la città ha bisogno. E non è che non si è pensato perché prima il Comune non aveva una capacità organizzativa, caro collega Borre, la legge n. 142 è entrata in vigore nel 1990 e già da allora si potevano studiare tutta una serie di strumenti organizzativi e normativi che potevano mettere in condizione...

(... intervento di un consigliere, fuori microfono...)

... ero lì con te e forse anche all'opposizione con te, eravamo anche in minoranza e poi siamo stati di nuovo maggioranza. La legge n. 142 è entrata in vigore nel 1990, come dicevo, e quindi già da allora si potevano approntare tutta una serie di strumenti normativi.

Il Consigliere Marguerettaz era altalenante, una volta era in maggioranza, volta aveva la crisi di identità, quand'era in maggioranza poi è andato di nuovo in minoranza, c'è rimasto. Abbiamo vissuto tutti quanti la storia del Comune di Aosta degli anni 85/93.

C'è però un altro dato da evidenziare: che in quel periodo non si riusciva bene a concordare un piano operativo perché la cittadella del Comune di Aosta era assediata, rappresentava un qualcosa dove difficilmente, per tutta una serie di considerazioni, si poteva non solo non armonizzare con l'Amministrazione regionale, ma addirittura spesso si andava in una sorta di forte contraddizione, e di forti contrasti sulle scelte da operare. Basterebbe solo ricordare la proposta di recupero dell'area di piazza Narbonne con tutto quel volume di cemento, che forse qualcuno oggi con troppa facilità vuole dimenticare o cerca di annacquare.

Bisogna anche ricordarsi quali sono stati i forti contrasti in merito al recupero del centro storico: dalla via Challand, progettata in illo tempore con un input notevolissimo da parte del Comune e che ancora è lì e sta partendo con molta difficoltà, per non parlare ancora del PRG. Allora, certi ritardi nel far arrivare quei 120mila milioni di cui parlava il Consigliere Marguerettaz forse è bene ci siano stati, perché non c'era né la capacità né la struttura e forse mancava anche la volontà di andare a realizzare tutta una serie di iniziative e di opere.

Tornando alla città del sogno di Tommaso Campanella, non vorrei che questo piano diventasse un libro dei sogni, su cui la Giunta ha lavorato, si è confrontata, il Consiglio entra nel merito, valuta, e poi nostro malgrado assisteremo a tutta una serie di interventi disomogenei, scoordinati e disomogenei per la città. Alcuni esempi li abbiamo avuti già, penso a piazza Roncas, che viene pedonalizzata senza creare strutture per gli operatori economici, con tutto quanto ne diriva. Il centro storico lo lasciamo a quelle che sono le iniziative di alcuni privati e manca un grosso disegno di organizzazione e di destinazione.

Noto invece che aumentano le zone blu da parte della civica Amministrazione, che per certi aspetti non solo non riesce in alcune situazioni ad utilizzare bene quelli che sono gli avanzi di amministrazione, ma addirittura crea situazioni di maggiori entrate che poi difficilmente riesce a spendere. Poi c'è tutto il problema delle dismissioni con quello che comporta.

Allora questo progetto, secondo il quale questa città dovrebbe diventare una città vivibile, turistica, solidale, io lo prendo come una sorta di libro dei sogni che mi auguro si possa realizzare, perché se si realizzerà non solo ci sarà un'identità da parte del cittadino, ma con molta onestà dovremmo dire che qualcosa è stato fatto. Da qui al 2000 l'augurio più fervido che posso fare a questi amministratori è che venga realizzato tutto questo malloppo con le riserve che ho espresso.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Florio.

Florio (VA) L'impressione che si ha a sentir parlare i colleghi che mi hanno preceduto è quella dei topi che scappano tutti insieme, avendo condiviso responsabilità di governo, chi più chi meno, all'interno di quel palazzo.

É un atteggiamento curioso, che una volta tanto consente, stando alla finestra, di rilevare ciò che non si è riusciti a fare quando si sedeva nei posti nei quali invece si era chiamati ad affrontare problemi difficilissimi di questa città.

Credo che ci siano alcune riflessioni da fare su questa deliberazione, soprattutto su quello che sta dietro a questa deliberazione.

La prima riflessione è che la legge a cui si riferisce questa deliberazione è del 1992, e questa non è una legge voluta dall'Union Valdôtaine, è una legge nata in un altro periodo. E ricordo che è nata in un altro periodo non per far risaltare particolari meriti della maggioranza che allora la promulgò, ma perché fu il risultato di un momento di collasso della capacità del Comune di Aosta di poter far fronte ai problemi che aveva da risolvere.

Il collasso riguardava l'aspetto finanziario. Se si ricordano i miei ex colleghi, vi erano alcuni aspetti dell'attrezzatura urbanistica ed edilizia di questa città, dei quali si aveva tutti netta sensazione di mancanza o di insufficienza assoluta, e nei confronti dei quali non era possibile avviare alcuna soluzione in presenza dei normali flussi finanziari che provenivano dall'Amministrazione regionale. C'erano cioè tutti quei settori connessi con i servizi che questa città svolge anche per il resto della Regione, che non potevano essere assolutamente affrontati. Questo disegno di legge nacque allora per dare risposta a questo tipo di problemi, lasciando ovviamente ad altri tipi di finanziamento la soluzione dei problemi più propri della città.

Il vero problema è costituito però da due aspetti del disegno di legge. Il primo è la subordinazione di quanto deciso dal Comune ai vagli e alle valutazioni della Giunta regionale prima e del Consiglio regionale poi. Ma questa subordinazione dimostra una volta di più che le opere finanziabili con questo disegno di legge sono quelle di interesse regionale, localizzabili all'interno della città di Aosta; altrimenti non ci sarebbe ragione per sopravanzare le indicazioni progettuali o di investimento proprie del Comune di Aosta per quanto riguarda le proprie attrezzature, i bisogni dei propri cittadini, la loro distribuzione sul territorio, la loro esecuzione concreta, eccetera. E questa è la prima contraddizione della legge e di questa deliberazione, nella quale sono comprese opere che, a mio avviso, non rientrerebbero tra i finanziamenti di cui a questa legge.

Chi mi ha conosciuto nell'altro palazzo sa che queste cose le ho sempre dette in passato e le ripeto ancora oggi, e ne sono profondamente convinto, altrimenti qui parleremmo bene e razzoleremmo male nei confronti del rispetto dell'autonomia di ogni singola realtà comunale.

La seconda contraddizione sta nel fatto che il Comune di Aosta, in quanto tale, allora - come ha detto chi mi ha preceduto - e oggi non è in grado di far fronte compiutamente, concretamente, correttamente, a questo flusso finanziario dotandosi delle necessarie prospettive, dei necessari progetti, non avendo a sufficienza le idee chiare in proposito.

Questa è una constatazione che faccio come cittadino prima di tutto, ma non come cittadino normale, ovviamente. E qui il richiamo non può che essere alle forze politiche che costituirono quella maggioranza, e lo faccio esplicitamente, perché a mio avviso personale le novità sono state poche.

La terza considerazione da fare riguarda invece il concreto del piano. Ci sono sicuramente una serie di aspetti sui quali finalmente si è riusciti a mettere un punto fermo, quasi a metterli in evidenza, quasi ad individuarli concretamente come obiettivo di spesa, e sono tutti sostanzialmente condivisibili, sono sicuramente tutti necessari, con i se e i ma che dicevo prima in rapporto a questa figura di Aosta capitale. Perché voi mi sapete dire, ad esempio, cosa c'entra con la figura di Aosta capitale il problema del patrimonio di edilizia residenziale pubblica? Secondo me non c'entra, sono due cose molto diverse, anche se non di peso diverso nel senso che il problema dell'edilizia residenziale pubblica in Aosta è un problema consistente, grave, difficile da affrontare; ma è un problema che non ha a che vedere con i problemi di Aosta in quanto struttura a servizio della collettività regionale nel suo insieme. Ma tant'è c'è, è inserita al punto 1.3 dell'asse 1 ed è positiva la sua individuazione.

Così come c'è da sottolineare lo sforzo nei confronti dell'asse 2, che è il recupero alla pubblica fruizione di aree verdi, il tentativo di diffondere nella città una trama del verde che cerchi di superare non solo l'attuale insufficienza, ma anche l'attuale frammentarietà.

Così come ci sono una serie di suggestioni interessanti nei confronti del problema che è forse il problema chiave della città di Aosta oggi, il problema della mobilità interna, credo da tutti riconosciuto. Sono comprese suggestioni e indicazioni di intervento con previsioni di finanziamento negli anni a venire su aspetti interessantissimi, che già altre volte - chi mi conosce lo sa - avevamo individuato come indispensabili per la città.

Ma vi sono nel contempo in questo elenco delle cadute di tono che sono inammissibili, che non trovano giustificazione di nuovo all'interno di una legge di finanziamento, avente la ragione sociale per Aosta capitale. Mi limito a citarne uno, nei confronti del quale già altre volte ho avuto a che dire, premettendo che non si tratta di sminuire l'importanza di quell'indicazione, che presa a sé stante è sicuramente dotata di valenza, ma che all'interno di questo piano perde subito di consistenza dal punto di vista dell''incidenza sui bisogni della città come città capitale. Ed è il punto 4 dell'asse 4, la strada di Vignole. Come ho già avuto modo di dire nel passato e di scrivere sul nostro giornale, che sia prevista una spesa incredibile di quasi 6 miliardi per realizzare un asse stradale per una frazione che forse comprende 10 nuclei familiari, non trovandosi in questo piano la previsione di nessun reale intervento viario a parte quello di via Paravera, connesso però con la risistemazione dell'area Cogne, fa pensare!

Ricordo che l'ultimo intervento viario di una certa importanza realizzato in questa città è rappresentata dalla ristrutturazione di via Piccolo San Bernardo, dopo di che non si è fatto nulla, e dagli ultimi dati che il Comune possiede, da un anno all'altro sembra che ci sia un aumento giornaliero delle penetrazioni di autovetture nella città di Aosta di quantità che vanno da 15 a 20mila all'anno in più, nonostante questa pressione che con chiarezza sta soffocando la città, non solo la città e le abitazioni, ma anche le attività economiche. Nonostante questo, nulla è più stato fatto e viene prevista la spesa di 6 miliardi per la strada di Vignole. Ricordo che se avessimo acquistato per ognuna di quelle famiglie un fuoristrada inglese di quelli eccezionali, avremmo speso infinitamente meno, pur impegnandoci a sostituirlo dopo dieci anni.

Non c'è quindi proporzione di scelta politica, amministrativa, di responsabilità, fra i due aspetti del problema. Questo non significa sostenere che ad esempio bisogni come quelli della frazione Vignole non debbano essere soddisfatti, ma devono essere soddisfatti con tempi e secondo scansioni che tengano conto dell'incidenza e della gravità dei problemi. Anche perché poi al punto precedente, punto 4.3, là dove si cerca di individuare le prospettive future per migliorare la mobilità in questa città, troviamo solo 500 milioni, e dovrebbero essere invece qui inseriti i maggiori e più cospicui finanziamenti tendenti ad affrontare e risolvere il problema della mobilità urbana.

Un'ultima considerazione infine. Si sperava nel '92 che con questa legge ci fosse una sorta di riconoscimento di dignità da parte di questo palazzo nei confronti dell'altro; dignità che, allora e nel periodo precedente a quello, avevamo avuto modo di constatare soventissimamente messa da parte, in quanto le scelte principali venivano fatte qui. Ecco, facciamo sì che questo non avvenga più oggi. Mi sembra che non sia più in questi termini, mi sembra di poterlo riconoscere; certo è che alcuni fatti accaduti e riconosciuti dal Consigliere Chiarello nei confronti dell'area Cogne fanno nascere il timore che ancora non solo si tratti di collegamenti stretti, che necessariamente devono esserci, ma si tratti di imposizioni determinate non tanto da imposizioni in sé, quanto dal maggiore peso economico di questo palazzo nei confronti dell'altro.

Vorrei ancora una volta invece rivendicare al palazzo del Comune di questa città la totale autonomia, riconoscendo che all'interno di quel palazzo c'è la necessità di elaborare soluzioni che affrontino i problemi di questa città anche in contrapposizione con le esigenze o con le prospettive di questo palazzo. Il vero problema è che non si è mai riusciti a costruire un tavolo di confronto costante, definito e rispettivo dei ruoli; così come d'altra parte il Comune di Aosta non è mai riuscito a creare un tavolo di confronto paritario dal punto di vista della dignità con gli altri comuni circostanti il suo territorio. Fino a quando non risolveremo questi due problemi, credo che le contraddizioni esistenti fra i bisogni di questa regione all'interno di questa città e i bisogni della città stessa all'interno della conurbazione di Aosta non potranno trovare soluzione.

Presidente Altri chiedono la parola? Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale...

(... interruzione del Consigliere Marguerettaz, fuori microfono...)

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) Avevo detto nel precedente intervento che quello era il mio primo intervento e che avrei chiesto cortesemente se potevo avere risposta e sulla base di quelle risposte avrei fatto un secondo intervento. Grazie.

Presidente Qualcuno intende rispondere alla richiesta del Consigliere Marguerettaz?

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz per il secondo intervento.

Marguerettaz (PpVA) Siamo partiti con una scortesia, passando attraverso la laconicità e adesso disattendendo quello che questo Consiglio regionale aveva deciso due anni fa. Abbiamo via via, nel corso di queste due ore di lavori aggravato la situazione. Ma mentre i primi due atteggiamenti da parte di questa Giunta erano accettabili, pur se non condivisibili, questo è veramente grave. Florio, questa coerenza che tu giustamente ricordavi, spero ti contraddistingua anche su questi passaggi, perché oggi ci apprestiamo a votare un programma decennale, due anni fa decidemmo di approvare un programma biennale, e due anni fa questo Consiglio decise di andare a fare una verifica puntuale della realizzazione di questa legge. Oggi ci apprestiamo ad approvare un programma decennale senza che l'impegno che questo Consiglio si era dato venga rispettato. Questo è grave, è a mio avviso inaccettabile, perché la necessità di inserire quei punti a cui facevo riferimento prima della sorveglianza e della valutazione del programma sono indispensabili affinché questa legge possa avere un decorso accettabile.

Certo, collega Borre, sono perfettamente d'accordo con te, non sprechiamo i soldi per la città di Aosta; la città di Aosta di questo denaro ha realmente bisogno e forse, come diceva qualcuno, non è nemmeno sufficiente visto lo stato in cui versa. Ciò non toglie che l'ente Regione che eroga questo denaro, fatta salva - come è stato detto - l'autonomia del Comune e delle sue scelte, intervenga con un'azione di controllo, diversamente è inutile tutto il dibattito che facciamo, è inutile entrare nel merito, facciamo una delibera di Giunta in cui facciamo un trasferimento di fondi alla città di Aosta!

Comunque dirò che questo lavoro di sorveglianza non l'ho potuto fare nei termini previsti dalla delibera da voi votata due anni fa; ma, paragonando i documenti in mio possesso e vedendo in qualità di semplice cittadino di Aosta le cose, ho potuto fare una valutazione, sicuramente sommaria e approssimativa, che butto sul tavolo della discussione perché, ripeto, ritengo che questo sia un punto sostanziale.

É bene ricordare che oggi andiamo per certi versi a riapprovare una serie di interventi sulla città di Aosta, che già approvammo due anni or sono, in aggiunta a questi ve ne sono evidentemente altri. Di questi interventi che approvammo due anni or sono vorrei fare brevemente un excursus, andando a vedere a due anni di distanza a che punto siamo.

Partirei dal rifacimento dell'illuminazione pubblica della città, che era un punto votato da questo Consiglio il 20 aprile 1994, del quale il programma del Comune di Aosta prevedeva il collaudo nel febbraio '96. Oggi sull'atto che ci apprestiamo a votare scopriamo che su questo punto non siamo arrivati al collaudo, non siamo arrivati nemmeno alla progettazione dell'illuminazione, ma la stessa progettazione così come l'esecuzione dei lavori viene prevista fra quest'anno e il 2001, senza aggiungere che rispetto al progetto del 1994 mancano una lunghissima serie di vie per le quali era prevista l'illuminazione pubblica e che invece erano previste nel 1994.

Andiamo poi a vedere via Festaz: due anni fa ci illudevamo, visto l'atto che abbiamo votato, che gli incarichi fossero ultimati addirittura l'anno stesso, nel 1994; invece oggi scopriamo che la progettazione di via Festaz sarà ultimata nel 2000.

Per quanto riguarda via Challand, vicino a noi, due anni fa ci veniva detto dal Comune di Aosta che il collaudo del rifacimento di questa via sarebbe avvenuto nell'agosto '96; credo che gli interventi del Comune su via Challand siano davanti agli occhi di tutti.

Maison Savouret: il progetto definitivo, ci veniva detto due anni, sarà pronto entro il novembre '95; scopriamo oggi su questo atto che le fasi progettuali sono state avviate e che avranno termine nel '97.

Regione Saumont: ultimazione del progetto prevista nel '95, oggi spostata al '97.

Quartiere Cogne: dovevamo avere il collaudo degli interventi questo mese, in realtà i lavori non sono stati ancora consegnati.

I famosi ascensori delle case Filippini, Stura, Giachetti, per i quali il collaudo era previsto nel maggio di quest'anno: l'esecuzione, così come recita il programma che dobbiamo approvare oggi, è prevista per gli anni '96-'97.

La strada per Vignole, di cui parlava il collega Florio: il programma precedente prevedeva l'ultimazione dei lavori per il marzo 1997, mi diceva ieri il collega Borre che i lavori non sono ancora iniziati, e visto l'avvicinarsi della brutta stagione ben difficilmente si stima la possibilità di concluderli per il marzo '97.

Il campo scuola di atletica leggera: era previsto il collaudo della nuova illuminazione e del rifacimento delle tribune per l'ottobre di quest'anno, non è stato fatto nessun intervento.

Allora, ripeto, una verifica sommaria, così come questo Consiglio chiedeva quando diceva che il Servizio affari generali, l'Assessorato regionale ai lavori pubblici, il comitato misto Comune-Regione dovevano verificare in base allo stato di avanzamento del programma e al rispetto dei tempi di esecuzione. Non si può prescindere da quest'analisi per andare a discutere della delibera che oggi ci viene proposta. E badate bene che finora non sono entrato nel merito della qualità degli interventi, così come proponeva il Presidente della Giunta - anche se dopo lo farò, seppure parzialmente - ho semplicemente analizzato il rispetto dei tempi che il Comune di Aosta ci aveva suggerito, anche a fronte delle indicazioni fornite dalla delibera del '93, in cui venivano definiti tutti i criteri che il Comune doveva rispettare per avere i finanziamenti previsti dalla legge.

Non so se per consapevolezza o inconsapevolezza questo problema del rispetto dei tempi e quindi della capacità di programmarsi il Comune stesso di Aosta lo inserisce, come avrete senz'altro avuto modo di vedere, all'interno del programma, quando contrappone i punti di forza della città con i limiti della città stessa, e nel capitolo dedicato ai limiti della città, al punto i), dice che uno dei limiti della città sta nella scarsa considerazione assegnata al fattore tempo per la formazione e l'attuazione delle decisioni pubbliche.

Ripeto, non so se si tratta di una frase messa consapevolmente, che però assumerebbe le caratteristiche di un'arrendevolezza, sarebbe il riconoscere che questo è un limite al quale non si sa far fronte, o se invece è stato l'inserimento inconsapevole di una considerazione, con la quale gli stessi amministratori non pensavano di dover fare i conti.

Mi riservo per quanto concerne il discorso della valutazione di approfondire e di chiedere con altre formule di avere accesso a questi documenti, perché la prima impressione che si ha dalla sommaria valutazione di cui ho parlato finora e dalla considerazione inserita nel programma dallo stesso Comune di Aosta, è che i tempi previsti ancora una volta non saranno rispettati. Questo per vie traverse più o meno chiare mi è sembrato di coglierlo anche dagli interventi di chi mi ha preceduto. Perché il vero cancro del Comune di Aosta è proprio questo: che a fronte delle immani esigenze della città non si riesce a dare adeguate risposte in tempi utili.

Allora è inutile che oggi andiamo ad approvare questo programma, che sappiamo benissimo fin d'ora visti i precedenti, che non sarà assolutamente rispettato.

Vorrei fare alcune considerazioni entrando nel merito del programma del Comune, anche perché qui non si tratta di emendare il programma proposto dal Comune, in questo senso l'autonomia del Comune è salvaguardata; noi non andiamo a dire oggi al Comune che non può realizzare questo o che deve realizzare quest'altro, perché questo vorrebbe dire ledere l'autonomia del Comune. Esprimere invece un giudizio di merito sui contenuti proposti dal programma comunale credo sia compito di quest'Assemblea.

Amerei ricordare come il Consigliere Rollandin interveniva a proposito della discussione di questi programmi quando non era Presidente della Giunta, ma forse perché faceva parte del suo carattere o forse perché faceva parte del carattere dell'Union Valdôtaine in quel periodo, ed esprimeva apprezzamenti in base al programma che veniva presentato, senza già allora peraltro emendarne i contenuti. Diceva il collega Rollandin: "En effet on est obligé de dire qu'il est indispensable de solliciter une action plus forte de la part de la commune" e fin qui ci arriviamo, siamo in grado di dire almeno questo "pour comprendre ce qu'on veut faire de la ville d'Aoste, autrement encore une fois on doit dire que cette loi spéciale n'a pas accompli à sa tâche". Credo che questo giudizio di tre anni e mezzo fa sia ancora attualissimo e che il Consiglio regionale debba farlo suo, non potendo rimanere asettico di fronte ad una città che con la banlieue raccoglie più della metà degli abitanti della Valle d'Aosta.

E quindi - di questo me ne dispiaccio in modo particolare - proprio l'Union Valdôtaine non può non notare come all'interno di questo programma decennale gli interventi che il Comune prevede per le frazioni della città, che tanto stanno a cuore almeno in tempi di campagna elettorale all'Union Valdôtaine, siano pressoché nulli: su 150 miliardi previsti complessivamente per i 10 anni, alle frazioni di Aosta il Comune destina 7 miliardi. Questo non può non farci interrogare anche da un punto di vista politico, così come non può non farci interrogare - questo lo diceva già chi mi ha preceduto - sulla potenzialità che comunque questa legge avrebbe per il Comune di Aosta per risolvere alcuni dei problemi più significativi della città. Perché è vero, Florio, che gran parte di questi problemi sono problemi della città, ed io capisco che sia importante andare a ragionare su un accorpamento del verde pubblico che oggi è spezzettato oltre ad essere scarso, è vero, è un problema della città di Aosta; ma proseguendo su questa strada, cioè su questi obiettivi minimi così come ce ne sono a migliaia - gli ascensori, il verde pubblico, la strada, gli impianti sportivi, la manutenzione delle scuole - proseguendo cioè su quella che è una ordinaria amministrazione, non vorrà dire che ad esempio un problema vitale per la città di Aosta qual è quello del centro storico non verrà affrontato. E non mi riferisco solo all'abbellimento del centro storico; molti di voi mi insegnano quante volte si sia affrontato il problema del centro storico per la città di Aosta per quanto concerne la sua destinazione e per come arrivare a mettere mano a questo, che è sicuramente il patrimonio più importante dal punto di vista economico, abitativo, turistico.

Di questo non si parla; andremo secondo questa logica a fare i piccoli interventi, mirati e utili, tutto quello che volete, ma non affronteremo i veri problemi di questa città e quindi il Comune di Aosta disattenderà lo spirito che stava alle spalle di questa legge. Una legge che avrà mille difetti, per carità, ma che aveva senz'altro uno spirito giusto, quello di dire prendiamo coscienza che questa è la città più importante della nostra regione, che soffre di maggiori carenze rispetto ad altri comuni, e che quindi bisogna in qualche modo tutelare e sviluppare.

Questo era lo spirito della legge, sul quale tutto il Consiglio regionale, all'epoca, credo fosse d'accordo, anche se si divise sulla modalità con cui questa idea voleva prendere corpo, ma questo è il punto a cui bisogna ritornare; e oggi approvando questo programma non credo che andremo nella giusta direzione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-PDS-SV) Anch'io chiedo scusa se mi inserisco in questa riunione straordinaria del Consiglio comunale di Aosta, nel senso che non entrerò nel merito del piano per un motivo molto semplice. In questa sede molte volte abbiamo stabilito che ci sono ruoli diversi fra Comune e Regione, e nel momento in cui vedo che un consiglio comunale, come è oggi il caso del Comune di Aosta, approva un piano, penso che vadano rispettati questi ruoli differenti, non foss'altro per rispetto di quel principio di sussidiarietà che molte volte invochiamo, ma che alla prova dei fatti ci dimentichiamo esistere.

Credo che questo piano abbia un pregio; è vero, lo abbiamo sempre tutti detto, c'è stato un peso debordante, eccessivo, della Regione rispetto al Comune, mi pare che anche da una lettura non molto attenta di questo piano si evidenzi come i ruoli del Comune e della Regione vengono messi su binari che ritengo essere quanto meno binari giusti, ruoli che in ogni caso tendono ad identificare un modello di intervento. Qui si trattava di andare ad applicare una legge del '92, lo facciamo nel '96, in una situazione politica indubbiamente diversa, però non siamo oggi nelle condizioni di modificare una legge, si tratta di andare ad applicarla al meglio.

Dicevo prima, mi inserisco in questa discussione straordinaria del Consiglio comunale di Aosta, perché tutta una serie di rilievi che sono stati fatti in modo puntuale da Marguerettaz, ma per certi versi anche da Florio, si riferiscono più ad una discussione di merito che va fatta in un'altra sede, non in questa. Credo che diventi difficile porre delle domande al Presidente della Giunta, quando queste andrebbero poste al sindaco di Aosta, sono due ruoli sostanzialmente differenti...

(... intervento del Consigliere Marguerettaz, fuori microfono...)

... sì, ma si riferisce ad impegni che avrebbe dovuto assumere il Comune e quindi la responsabilità della progettazione, tutti gli esempi che tu prima facevi mica li doveva fare la Regione, sono compiti e responsabilità del Comune.

Mi pare che allo stesso modo il piano riconfermi questo tipo di indirizzo, per cui ritengo che questa discussione vada ricondotta nei propri binari.

Ma credo anche che questo piano rappresenti una novità perché, pur con i limiti che qualunque tipo di pianificazione ha, definisce un progetto di una portata sicuramente di respiro, tende a modificare il volto di questa città, cosa sulla quale tutti siamo d'accordo, ma credo anche un'altra cosa. Se andiamo a vedere come viene impostato questo piano, come vengono individuati gli obiettivi, come vengono individuate delle risorse, come vengono individuati dei parametri di verifica dei risultati, mi pare che dal punto di vista dell'impostazione non possiamo che essere d'accordo e quindi non possiamo che convenire tutti su una cosa: il Comune di Aosta per la responsabilità che gli compete, si espone molto da questo punto di vista perché fare un piano, indicare obiettivi, indicare risultati e poi non realizzarli, è una questione di cui dovrà farsi carico e rispondere.

Penso - e mi associo con chi prima di me aveva fatto gli auguri al piano - che questo piano possa realizzarsi perché la città di Aosta ne ha bisogno, ma anche perché l'attuale maggioranza che governa il Comune di Aosta rispetto alla realizzazione o meno di questo piano si gioca il proprio futuro.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Florio per il secondo intervento.

Florio (VA) Una velocissima battuta: non vorrei che su questo problema comunque si mettesse un pannicello caldo perché passi la polmonite.

La cosa è molto più seria. Io chiedo veramente, senza voler sottolineare nulla delle decisioni proprie di questo indipendente, altro ente, che le forse politiche che siedono qui dentro e che siedono anche in quel Consiglio si facciano carico di far sì che le cose che stanno scritte qui prendano avvio.

Presidente Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Dino Viérin.

Viérin D. (UV) Permettez-moi de faire aussi quelques réflexions sur cette proposition et d'apporter quelques précisions au moins en ce qui concerne la Région, parce que s'il est opportun, si c'est un devoir, même, d'exprimer des réflexions de caractère général, une partie des réponses qui se rapportent à ces réflexions ne peuvent être données à l'intérieur de cette salle, parce que s'il doit y avoir respect de l'identité, des fonctions et des rôles, s'il doit y avoir concertation, il doit y avoir également partage des responsabilités, des choix et des décisions.

Quant à la loi, c'est une loi spéciale, on a beaucoup discuté en 1992 sur la signification, l'importance et également les retombées de cette loi. C'est une loi spéciale qui prévoit l'attribution des financements à la commune d'Aoste avec certaines modalités, afin que celle-ci puisse utiliser ces fonds pour réaliser toute une série de projets et d'interventions.

Le problème de fond sur lequel la discussion avait eu lieu à l'époque, c'était: est-ce qu'on donne tout simplement un financement à une autre collectivité, ou est-ce qu'on essaie de destiner ce financement à la présentation de certains projets et d'un programme, sur la base duquel on puisse ensuite effectuer des vérifications, vu que c'est l'Administration régionale qui attribue ce financement? Et c'est finalement cette hypothèse qui avait été retenue par cette assemblée, au-delà du fait que majorité et opposition aient exprimé des doutes, mais nous sommes ici aujourd'hui pour donner application à cette loi, et un de nos devoirs est celui de vérifier si les projets qui sont présentés par la commune d'Aoste sont cohérents avec les objectifs de la loi. Autre chose c'est par la suite d'exprimer un jugement ou une appréciation de caractère général sur les retombées ou sur les modalités ou, même, la qualité et le type de projets qui nous sont présentés.

Mais en tout cas je pense que ce n'est pas de notre ressort de faire un examen à la commune d'Aoste, qui est si bien représentée; ce qui nous démontre que l'attachement avec les réalités municipales est une chose importante, il n'y a pas que la commune de Châtillon à l'intérieur de cette assemblée, il y a également la commune d'Aoste comme il y a d'autres communes, mais je n'exprime pas une appréciation négative de ce fait. J'en prends acte et, même s'il est difficile, j'essaie de séparer les fonctions et les rôles et de ne pas - comme quelqu'un l'a souligné - transformer cette séance en une séance extraordinaire de la commune d'Aoste, tout en exprimant des considérations.

On a parlé d'autonomie, M. Chiarello a dit pourquoi il faut contrôler: il me semble qu'il n'y a pas, tout au moins dans ce cas spécifique, une situation de Fort Apache ou de Fort Alamo, parce qu'il y a la plus large disponibilité et la plus totale collaboration de l'Administration régionale pour faire face à des problèmes qui sont de la compétence de la commune d'Aoste.

Les difficultés d'application de cette loi ont déjà été soulignées, sur la base de ces difficultés nous avons accepté de proroger de deux années la validité de ce programme extraordinaire. C'est sur la base d'une collaboration de l'Administration régionale, de ses services, que ce programme a été présenté et il est important, parce qu'au-delà des prévisions de ce programme c'est la première fois à partir de 92 que nous avons la possibilité de discuter un programme, tel qu'il a été prévu par la loi.

Nous en avons jusqu'à présent approuvé une partie, c'était une première tranche de financements et on avait dit: "en attendant la présentation de ce programme général". Aujourd'hui il y a finalement cette présentation et là nous pouvons constater qu'il y a ce respect des rôles et des fonctions, et il y a une disponibilité de l'Administration régionale; la même disponibilité nous pouvons la constater, au-delà des suggestions qui sont formulées par des techniciens ou dans des réunions de travail, lors des rencontres entre Junte municipale d'Aoste et Gouvernement de la Région.

Nous avons adopté et nous sommes en train d'adopter, par exemple en ce qui concerne le problème des aires Cogne, auquel il est fait référence, ce modèle de la concertation ou de la confrontation pour ce qui est des objectifs de nature politique que nous voulons atteindre. C'est dans ce contexte qu'on discute actuellement avec la Commune d'Aoste tous les problèmes concernant le réaménagement de cette zone, y compris les problèmes de viabilité et les problèmes de rue Paravera, qui sont des problèmes importants, sur lesquels il faut se pencher uniquement du point de vue des solutions que l'on veut adopter compte tenu des retombées générales sur la ville d'Aoste et également des coûts y afférents. J'ai entendu parler de déplacement du chemin de fer: on en discute, mais il n'y a pas encore eu de décision, donc on ne peut pas parler aujourd'hui d'imposition de la Région vis-à-vis de la commune d'Aoste face à un problème dont on discute encore.

Comme du point de vue des appréciations, il est tout à fait normal, ce n'est pas la loi qui nous impose de voter tel qu'il a été présenté ce programme, ce n'est pas une obligation, nous devons exprimer en tant qu'assemblée un vote parce que c'est la condition qui a été posée pour l'octroi du financement, mais il n'y a pas une obligation spécifique de voter tel quel le programme. Le tout fait partie d'une approche que nous voulons donner avec la commune d'Aoste, de rapport avec la même commune d'Aoste. Ce n'est pas donc une obligation, c'est un choix, nous pouvons le faire d'une façon ou d'une autre, évidemment tout en exprimant des considérations et des appréciations. Mais la volonté, ensuite, se concrétise au-delà des suggestions et des appréciations par un vote; donc cette assemblée, après toutes ces analyses, votera en faveur ou votera contre, tout en sachant que voter en faveur ou voter contre cette mesure c'est voter en faveur ou contre un choix qui a été effectué par la commune d'Aoste.

A cet égard la commune d'Aoste a présenté deux rapports, j'ai commencé à demander un double; on est en train de faire de photocopies, parce qu'il s'agit de dossiers concernant la première partie des interventions et des financements, la partie à laquelle a fait référence M. Marguerettaz. Deux rapports ont été présentés, le premier: "Relazione sullo stato di avanzamento dei lavori al 22 febbraio 1995", le deuxième: "Relazione sullo stato avanzamento lavori al 31 dicembre 1995". Le premier rapport, qui a été présenté par la commune d'Aoste, approuvé et examiné par la commission mixte, le comité de surveillance, à l'intérieur duquel il y a la présence du représentant de l'assessorat des travaux publics, qui peut vérifier le respect de toutes ces consignes qui ont été établies, ce premier rapport a été examiné et approuvé par le comité de surveillance. Le deuxième rapport a été examiné par ce comité, mais n'a pas encore été approuvé. J'ai pour l'instant le rapport jusqu'au 22 février 1995, où il y a le compte rendu de tous les actes qui ont été effectués pour respecter la volonté qui avait été exprimée par la délibération du Conseil.

Alors il y a les prémisses: "La presente relazione concerne lo stato di avanzamento al 22 febbraio 1995 dei programmi e progetti inseriti nel programma relativo al biennio '92-'93 in attuazione alla legge regionale 3/92. Tale data è stata scelta per la definizione dello stato di avanzamento poiché in quel giorno si è insediata l'unità di progetto, costituita dall'amministrazione comunale per la gestione dei progetti di cui... eccetera, i principali atti sono - seguono le delibere dell'Amministrazione regionale e dell'amministrazione comunale - connotati del programma operativo. Il programma prevede nel biennio '92-'93 l'attuazione di 12 sottoprogetti che possono essere aggregati in 5 assi prioritari, avanzamento del programma al 22 febbraio 1995".

Di seguito per ogni intervento viene illustrato lo stato di avanzamento dei lavori. "Causa ritardi: i progetti hanno registrato un sensibile ritardo sui programmi previsti, le principali cause sono riconducibili ai seguenti motivi: carenza di personale da parte dell'amministrazione comunale, incertezza sulla normativa vigente in relazione ai lavori pubblici in seguito all' introduzione dei nuovi procedimenti amministrativi legati agli appalti - vedasi "legge Merloni" - carente qualità di alcuni progetti che ha richiesto continue correzioni ed aggiustamenti. Contributi erogati dalla Regione all'amministrazione comunale: l'Amministrazione regionale ha sinora erogato contributi per 10,680 miliardi pari al 40 percento dei previsti finanziamenti relativi agli interventi. Avanzamento finanziario del programma: dalla sintesi dello stato finanziario emerge che sono stati impegnati 15.420.653.955 lire, il 58 percento del totale, così suddivise. Sono state pagate 5 miliardi, il 20 percento del totale, così suddivise. Conclusioni: il programma non ha rispettato gli obiettivi prefissati in sede di approvazione da parte dell'Amministrazione regionale in termini di tempo per i motivi sopracitati. Per risolvere i problemi relativi alla gestione degli interventi, dovuti principalmente alla carenza di personale, l'amministrazione comunale ha istituito con delibera del 7 dicembre 1994 l'unità di progetto".

Je n'ai pas ici le deuxième rapport, qui est mis à jour au 31 décembre 1995, mais nous pourrons le vérifier. Cela pour dire que ce qui avait été prévu par cette délibération a été réalisé et le comité qui avait été prévu pour le suivi des projets a déjà examiné deux rapports et il y a une mise à jour à la date du 31 décembre 1995.

Pour conclure, nous sommes tout à fait conscients de l'importance de cet acte, non seulement pour la commune d'Aoste mais également pour la communauté tout entière en raison des retombées et de l'influence que la solution de ces problèmes aura sur la communauté en général.

Nous ne pouvons que nous associer aux voeux qui ont été formulés qaunt au respect des engagements qui sont prévus dans ce plan, et donc finalement quant à la réalisation de ce même plan, pour résoudre certains problèmes.

Nous sommes aussi conscients que ce problème s'insère dans le cadre des rapports entre Région et Commune d'Aoste et, en général, entre Région et collectivités locales; nous avons toujours démontré notre disponibilité et les actes que nous avons pris sont là pour prouver que nous voulons respecter ce principe de subsidiarité et d'autonomie des collectivités locales.

Nous continuerons donc à le faire et le thème de l'aménagement de l'aire Cogne est un des thèmes qui prouvera le bien-fondé des ces affirmations. Dans le projet de loi de réforme des collectivités locales, que nous sommes en train de préparer, nous avons prévu des dispositions spécifiques pour la Commune d'Aoste, parce que nous sommes convaincus que - et j'utilise là un terme propre aux urbanistes - "l'area urbana di Aosta" doit être considérée d'une façon particulière. Nous sommes en tout cas aujourd'hui confrontés à cet acte qui, avec toutes les limites, représente néanmoins - quelqu'un disait "finalement" - le premier acte de planification et de tentative de reconduire à l'intérieur d'un programme toute une série d'interventions concernant la ville d'Aoste. Je crois que tout en exprimant nos réflexions nous devons également, si nous croyons dans la nécessité de contribuer à donner une vitalité nouvelle à l'action administrative de la commune d'Aoste, voter cet acte parce que c'est l'un des éléments qui pourra contribuer à résoudre une partie des problèmes qui ont été soulevés.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Borre, per dichiarazione di voto.

Borre (UV) Oltre che per dichiarare il voto favorevole, volevo approfittare di questa occasione per ricordare al Consigliere Marguerettaz che i finanziamenti per Aosta capitale non sono stati dimenticati per le frazioni. In parte quello che interessava le frazioni è stato messo all'interno, il parco Zattelin che qui è ancora chiamato quota BP e la strada per Vignole. É per questo che voto convinto questo piano.

L'immagine dei cittadini di Aosta, felici forse dei topi che fuggivano dalla nave che faceva acqua, in questo caso mi sembra che sia un'immagine abbastanza sbagliata, perché abbiamo preso una passerella quasi dorata per i topi in fuga da quella nave che affondava. Forse i cittadini faranno tesoro di quel motto che dice: "Promuovere per rimuovere", quindi mi auguro che il Comune di Aosta oggi abbia degli amministratori che, se hanno capacità diverse da quelli che sono stati promossi, portino a compimento questo progetto.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz per il secondo intervento.

Marguerettaz (PpVA) Anzi, sono contento delle cose che ha detto il Consigliere Borre. L'interpretazione autentica dell'ultima parte dell'intervento del Consigliere Borre si riferisce alla maggioranza con i Verdi: promoveatur ut amoveatur, forse questo voleva dire? Credo di sì.

Alcune considerazioni per motivare il voto di astensione della mia forza politica.

Sono felice che ciò che questo Consiglio aveva deliberato due anni fa sia stato - burocraticamente parlando - rispettato, anche se il tono del Presidente, quando mi leggeva questi atti, era il tono di chi volesse dire: "Vedete quanta burocrazia"! Ma torno a sottolineare il fatto che le decisioni di procedere con questa modalità appartengono a questa maggioranza e non ad un'altra; forse era un processo alle intenzioni, ma mi sembrava proprio dal tono che volesse dire: "Il comitato tale ha proceduto, comporto da queste persone...", insomma tutte cose che avete messo in piedi voi.

Devo dire che quello che dice il comitato mi consola, nel senso che da quell'analisi grossolana che avevo fatto per quanto concerneva la verifica delle progettualità approvate da questo Consiglio due anni or sono risultava che queste non sono state rispettate. Il comitato di valutazione dice il Comune di Aosta non ce l'ha fatta a rispettare i tempi per i motivi che sono stati illustrati. Come diceva giustamente il Presidente, è una presa d'atto.

Però tornerei a sottolineare questo aspetto, perché conferma alcune cose che dicevo nel corso del primo intervento. Vorrei dire al collega Ferraris che se vogliamo andare avanti sul Comune di Aosta con della demagogia, possiamo anche farlo, ma non risolveremo i problemi della città. La demagogia il collega Ferraris la fa quando parla della sussidiarietà, quasi a voler dire: ecco, coloro che mi stanno di fronte, che predicano la sussidiarietà, nel momento in cui c'è da applicare questo concetto, immediatamente lo disattendono. Questa è pura demagogia, perché la sussidiarietà non significa fregarsene; significa semplicemente non fare delle azioni che l'ente più piccolo può svolgere autonomamente...

(... intervento del Consigliere Ferraris, fuori microfono...)

... e quindi non sopravanzare le cose amministrative che il Comune in questo caso può svolgere autonomamente. Questa è la sussidiarietà. Quello di cui bisogna prendere atto, se non vogliamo fare della demagogia, e il primo verbale del comitato di valutazione ce lo sta dicendo a tutti noi, è che il Comune di Aosta non riesce a fare queste cose, non ci riesce per mille e un motivo. Allora, vogliamo fare della demagogia? Basta che diciamo che il Comune è lì, faccia quello che vuole. Il Comune può fare quello che vuole, ma vediamo anche quello che ha dimostrato nel corso di questi anni, e a questo proposito, Ferraris, permettimi, tu dici che la maggioranza si gioca tutto su questa cosa, ma se la maggioranza si gioca tutto su questa cosa senza intervenire in quello che è il cancro di quest'Amministrazione, la maggioranza può andare a casa domattina, facendo un favore ai cittadini, perché il problema è proprio lì.

Diceva bene Florio, dobbiamo metterci attorno ad un tavolo per capire perché questo Comune non riesce a fare da solo, non per fare come si faceva in passato che la Regione si sostituiva al Comune, ma per prendere atto che il Comune di Aosta vive un momento di enorme difficoltà, tanto che non riesce a stare nemmeno dietro, lo sappiamo tutti e in particolare quelli che sono passati per quei banchi, all'ordinaria amministrazione. Ve ne rendete conto ogni qualvolta passate per questa città e vedete lo stato dell'asfaltatura delle strade di questa città, o guardate in che modo sono ridotti gli intonaci delle case di questa città, o guardate in che modo è ridotto il verde di questa città. Siamo di fronte ad un Comune ingessato. Allora, sussidiarietà non è fregarsene di questo; questa è pura demagogia.

Quindi la motivazione dell'astensione è proprio dovuta a questo, cioè non è che ci asteniamo perché non crediamo nel programma presentato dal Comune di Aosta; no, noi ci asteniamo perché, come abbiamo già detto - e purtroppo già in diverse occasioni siamo passati per menagrami, ma spesso e volentieri avendo dei riscontri - siamo certi che questo programma non potrà essere rispettato, anche fosse il miglior programma di questo mondo. Allora, che senso ha votarlo? Ecco il motivo della nostra astensione.

Un'ultima nota di carattere più tecnico: ho visto che nella delibera che dobbiamo votare manca la data in cui il CREL ha pronunciato il parere...

Presidente ... sotto questo aspetto, lo dirò poi nella votazione, il problema non esiste per questo oggetto.

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-PDS-SV) Vorrei solo fare una brevissima precisazione. A me pare di aver detto cose sufficientemente ovvie per non essere tacciate di demagogia. Direi che tacciare di demagogia le dichiarazioni altrui è un vecchio artificio retorico a cui si ricorre quando non si hanno argomenti molto solidi.

Non ho parlato di fregarsene, ho parlato di sussidiarietà, e credo che ci sia differenziazione fra i due termini, come tutti sono in grado di capire; così come ho detto una cosa che mi pare altrettanto ovvia ma vera, che se una Giunta comunale, regionale, quello che vogliamo, fa un programma, stabilisce degli obiettivi, mette delle date, riceve dei finanziamenti, nel momento in cui questo programma non lo realizza, mi pare che si assuma tutte le responsabilità del caso.

Con questo penso di aver chiarito quanto detto, chiudo qua.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) Brevissimamente per dire che, come avevamo preannunciato, voteremo questa delibera. Volevo solo però ricordare ai colleghi che l'importanza di questa legge allora era legata a due motivi fondamentali: uno di carattere finanziario, ma l'altro legato alla situazione politica del momento, dove la Regione la faceva da padrona su tutti gli interventi di opere di carattere regionale. Chi che ha vissuto quell'epoca all'interno del Comune di Aosta, si sentiva completamente ricattato nel momento in cui doveva andare a fare delle scelte sul territorio del Comune di Aosta. Quindi l'importanza di quella legge era per svincolare il Comune da questo abbraccio mortale che in quel momento esisteva.

Oggi la situazione è completamente mutata; abbiamo fatto una legge di decentramento, abbiamo una situazione diversa da quella che esisteva negli anni '90 sia per quanto riguarda i finanziamenti, sia per quanto riguarda l'autonomia gestionale del Comune, però non si può disconoscere quella che era la grande difficoltà di rapporti che esisteva in quel momento anche dal punto di vista della concertazione. Quante volte abbiamo tentato di avere dei rapporti con i comuni viciniori per poter programmare degli interventi di carattere più generale, che andassero al di fuori del confine del Comune di Aosta, e non è stato possibile fare; ma forse non per responsabilità dei comuni vicini, ma anche per incapacità del Comune di Aosta e della Regione di andare a questo tavolo di concertazione.

Qualcuno diceva, non vorremmo fare come i topi. Ma noi siamo stati i promotori e i sostenitori di questa legge e ci crediamo ancora a questa legge, per cui noi la voteremo. Però non possiamo neanche dire - come diceva il Consigliere Ferraris, forse è stato interpretato male - che non dobbiamo esprimerci su quello che fa il Comune di Aosta, perché la responsabilità è del Comune di Aosta. No, non ci sto a questo tipo di discorso, perché oltre ad essere Consigliere regionale sono anche cittadino di questa città e recepisco le situazioni di enorme difficoltà che trovano i cittadini di Aosta nel vivere in questa città. Come Consigliere regionale ho la responsabilità di denunciare alcune cose, e nello stesso tempo ho il dovere di tener conto delle esigenze dei cittadini di questa città, per cui almeno permetteteci di fare la critica sulle scelte che vengono fatte, anche se poi bisogna riconoscere che sono scelte che il Comune deve fare in piena autonomia.

Voteremo questa delibera, però teniamo conto degli scopi della legge nel momento in cui era nata.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Avevo fatto pochi rilievi, però il rilievo di via Paravera va a favore di quello che dicevo io, Presidente, poi lei può ritenere quello che vuole, ma secondo me è stata una piccola imposizione nei confronti di questo piano. Dai vari momenti di incontro che abbiamo avuto, via Paravera ce lo siamo trovati qui, e non si sa bene come mai!

Dico solo questo a favore della mia tesi. É vero Aosta è in Valle d'Aosta, anzi, questo palazzo è ad Aosta, però da tutti gli interventi che hanno fatto gli ex consiglieri comunali di Aosta mi sembra di capire che da sempre c'è stato un piede della Regione sul Comune, perché questa difficoltà del Comune di Aosta nel sapersi gestire può essere attribuita o ad un atteggiamento di comodo - tanto gestiva la Regione... - oppure per incapacità burocratica (in quanto gestiva la Regione). Qualche Consigliere qui si è detto sicuro che il Comune non riuscirà a farle queste cose; io spero che riesca a farle, altrimenti non si qualifica la città di Aosta per quello che vorremmo che si qualificasse, però sono anche convinto che in questo piano c'è di nuovo il piede della Regione.

Se lo Stato italiano, quando trasferisce i miliardi alla Valle d'Aosta, ci chiedesse di fare un piano e si riservasse di dire se quel piano va bene oppure no, noi obietteremmo subito: "Maîtres chez nous". E invece questo in piccolo è quello che facciamo con il Comune di Aosta.

Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Dino Viérin, per dichiarazione di voto.

Viérin D. (UV) Pour confirmer le vote favorable sur cet acte. Je voulais simplement apporter une précision, parce qu'ici on ajoute toujours de la confusion à la confusion. Tous les avis sont légitimes, mais on ne peut pas mettre sur le même plan une loi spéciale, des interventions spécifiques, un programme extraordinaire, qui en tant que tel doit être finalisé, doit viser quelque chose, et l'attribution que nous faisons aux communes et notamment à la commune d'Aoste de financements, que la commune d'Aoste est libre d'utiliser comme bon lui semble. Ce sont deux choses différentes et on ne peut pas, M. Chiarello, les mettre sur le même plan.

Quant au respect des collectivités locales, nous sommes les seuls en Italie à avoir mis en application un principe, qui a pris comme base de transfert aux communes l'un des piliers des recettes fiscales, l'impôt sur les revenus.

Nous transférons chaque année 95 pour cent du montant de cet impôt sur la base du bilan des deux années précédentes aux communes: 50 pour cent de ce montant est attribué aux communes librement, elles peuvent en faire ce qu'elles veulent, 20 pour cent va aux communes pour des financements spécifiques, le FOSPI, 30 pour cent va aux communes pour des lois de secteur. Mais maintenant faire le parallélisme entre notre attitude et ce problème spécifique des financements...

Le fait qu'à l'intérieur de cette salle, où une région attribue 150 milliards à la commune d'Aoste, le fait que ce soit cette même Région à être mise au banc des accusés, voilà une chose qui présente des difficultés de compréhension sur le plan de la logique. Après, on peut dire le tout et le contraire du tout, mais finalement pour une fois permettez-moi de dire - je suis aujourd'hui influencé par M. Marguerettaz -: il faut donner à César ce qui est à César.

Président Je tiens à préciser que l'avis qui a été demandé au CREL remonte à la date du 12 du mois d'août; 30 jours sont passés qui auraient dû permettre au CREL d'exprimer l'avis, mais on n'a pas eu d'avis, ni favorable ni contraire. Nous en prenons acte.

On passe à la votation:

Presenti: 32

Votanti e favorevoli: 25

Astenuti: 7 (Chiarello, Collé, Lanièce, Linty, Marguerettaz, Tibaldi e Marco Viérin)

Il Consiglio approva