Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2075 del 24 luglio 1996 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 25 LUGLIO 1996

OGGETTO N. 2075/X Illustrazione e discussione delle leggi relative all'assestamento del bilancio e al finanziamento di spesa.

Presidente Ha chiesto la parola il relatore, Consigliere Lanivi.

Lanivi (PVA) Se il Consiglio è d'accordo, leggerei le sintetiche relazioni ai disegni di legge nn. 191, 192 e 193.

Sul primo, rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario '95, il risultato della gestione della competenza del '95 evidenzia un avanzo di 9,967 miliardi a dimostrazione di un sostanziale equilibrio delle risorse accertate con gli impegni assunti. L'avanzo complessivo di amministrazione da applicare al bilancio '96 ammonta a complessivi 186,429 miliardi ed è stato così determinato: 43 miliardi dalle economie effettuate sui residui passivi e dall'eliminazione dei residui impropri, 89 miliardi dalle economie per perenzioni amministrative, 127 miliardi dalle economie sulle previsioni finali di competenza, 36 miliardi dai minori accertamenti sui residui attivi, 117 miliardi dalle minori entrate sulle previsioni di competenza, infine dal miglioramento per effetto dell'applicazione dell'avanzo di amministrazione alla chiusura dell'esercizio '94.

É importante evidenziare il miglioramento che si è ottenuto nell'erogazione della spesa; questo dato, con l'esclusione delle contabilità speciali, si è attestato al 70,91 percento rispetto al 66,76 percento del '94 sul totale degli impegni, con punte del 91 percento per il settore alla sicurezza sociale e del 72 percento per il settore della promozione sociale. Anche sul lato delle entrate regionali si è operato con la dovuta celerità, infatti le riscossioni sono pari all'84 percento degli accertamenti finali. Per quanto riguarda lo stato patrimoniale si ritiene di segnalare il consistente aumento del valore dei beni immobili, che passa dai 314 miliardi alla data del 31 dicembre 1994 agli attuali 548 miliardi. Ciò in parte è il risultato di una parziale rivalutazione dei valori attribuiti alle unità immobiliari stesse sulla base delle stime avviate dal competente servizio.

Per quanto riguarda il disegno di legge n. 192, la finanziaria, con la legge finanziaria bis prevista dall'articolo 19 della legge regionale di contabilità, presentata contemporaneamente alla legge di assestamento di bilancio, si sono operate modifiche ed integrazioni a disposizioni legislative, ivi compresa la legge finanziaria regionale per il 1996, approvata unitamente al bilancio di previsione dell'anno in corso in modo da consentire all'Amministrazione regionale di far fronte alle effettive esigenze di spesa.

Fra le variazioni di autorizzazione di spesa, articoli 1, 2, 4, 7 e 8, possiamo citare l'aumento di 10,4 miliardi per intervento regionale in materia di agricoltura, di 3 miliardi per l'acquisizione di immobili e di 2,150 miliardi per la realizzazione del sistema funiviario fra Chamois e Antey-Saint-André. Si prevede inoltre la riduzione dell'autorizzazione alla Giunta a sottoscrivere aumenti di capitale della S.p.A. Digrava da 5 miliardi ad 1 miliardo e si approva una eventuale dismissione della partecipazione finanziaria della Regione alla medesima società, qualora tale partecipazione non risultasse più necessaria (articolo 3).

Si sono anche inserite disposizioni per consentire l'applicazione del rinnovo del contratto di lavoro autorizzando la Giunta a disporre le variazioni di bilancio, al fine di permettere l'erogazione dei benefici previsti dallo stesso (articolo 5). Con l'articolo 6 infine si dispone una riduzione di autorizzazione alla contrazione di mutui passivi per un importo di lire 50 miliardi, riducendo così l'indebitamento regionale e dando copertura delle spese di riferimento con l'avanzo di amministrazione dell'esercizio '95 applicato interamente al bilancio corrente. Le disposizioni previste dalla legge che stiamo esaminando trovano ovviamente regolare riscontro contabile nel provvedimento di assestamento del bilancio corrente.

Sul disegno di legge n. 193, assestamento del bilancio di previsione, con la legge di assestamento del bilancio regionale si provvede:

1) alla determinazione dei residui attivi (articolo 1) e passivi (articolo 2) dei precedenti esercizi sulla base dei risultati di chiusura del conto consuntivo per l'esercizio '95;

2) all'applicazione dell'avanzo di amministrazione all'esercizio '95, pari a lire 186,429 miliardi;

3) alla rettifica del fondo iniziale di cassa, 191,484 miliardi, già iscritto per 30 miliardi in sede di previsione di bilancio (articolo 3);

4) all'iscrizione di fondi relativi a trasferimenti dello Stato non impegnati entro l'esercizio '95 (articolo 4); si provvede inoltre a modulare sia in aumento che in diminuzione gli stanziamenti di vari capitoli di bilancio sia di entrata (articolo 5) che di spesa (articolo 6) anche in relazione alle modifiche alle vigenti disposizioni legislative disposte dalla legge finanziaria bis, collegata al provvedimento che stiamo esaminando.

Per quanto riguarda la parte entrata, si evidenzia la riduzione di 50 miliardi dell'indebitamento della Regione previsto in sede di predisposizione di bilancio di previsione in complessivi 140,6 miliardi e l'iscrizione di maggiori introiti dovuti a: 7,35 miliardi relativi alle quote fisse di ripartizione delle tasse di circolazione; 1 miliardo relativo all'assegnazione di fondi comunitari per il miglioramento e l'efficienza di strutture agrarie; infine al contributo annuo previsto dal recente contratto di Tesoreria che gli istituti tesorieri si sono impegnati a versare alla Regione per attività sociali, assistenziali, culturali e sportive.

Per quanto riguarda la parte spesa, le variazioni più significative riguardano: la diminuzione delle quote di ammortamento dei mutui ridotti in entrata per 6,489 miliardi, l'aumento dello stanziamento per far fronte al maggiore onere per il personale docente dovuto all'applicazione dell'articolo 2 della legge n. 335/95 di riforma del sistema pensionistico, pari a 32,278 miliardi, l'iscrizione delle risorse per la realizzazione della discarica di tipo 2b, pari a 4 miliardi di lire, l'adeguamento dei fondi di riserva per la riassegnazione di residui perenti in seguito alla revisione degli stessi in chiusura del bilancio '95, infine l'iscrizione delle somme necessarie per il rimborso allo Stato per tributi indebitamente riscossi sul territorio valdostano e trasferiti a suo tempo alla Regione, conguagli fiscali IVA, IRPEF, eccetera.

Si dà atto che, dalle ore 12,27, presiede il Vicepresidente Aloisi.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore al bilancio e finanze, Lévêque.

Lévêque (Ass.tec.) Per integrare con alcune considerazioni ed alcuni dati l'introduzione a questi tre provvedimenti che sono importanti, in quanto il primo rappresenta la fotografia finanziaria e contabile dell'esercizio passato, il secondo modifica gli articoli di leggi di spesa in funzione dell'assestamento e della variazione di bilancio, che è contenuta nel terzo provvedimento.

Qualche considerazione sul consuntivo. Mi sento di dire a questo Consiglio che il conto consuntivo dell'esercizio '95 rappresenta la fotografia di un'organizzazione a posto, se fosse un'azienda si direbbe di un'azienda sana. Cosa si è verificato in sostanza nel '95? A consuntivo registriamo un incremento delle entrate rispetto anche a quelle previste in sede di predisposizione di bilancio previsionale, registriamo un incremento della percentuale di risorse impegnate rispetto a quelle disponibili rispetto all'anno precedente, registriamo una riduzione dei debiti, perché in sostanza sono debiti i residui passivi, registriamo un incremento dei crediti, tali sono i residui attivi.

Questo insieme di fattori concorre a portare il risultato finanziario del documento consuntivo alle cifre che sono esposte nella legge, cioè a 186 miliardi di avanzo finanziario, tenendo però conto del risultato di competenza, che è un risultato di sostanziale equilibrio, cioè su 1800 miliardi circa di risorse effettive c'è un differenziale effettivo di 7 miliardi circa, quindi un sostanziale pareggio.

Vediamo più in dettaglio quelle che sono queste quattro dinamiche. Primo dato, l'incremento delle entrate, quelli che in un'azienda sono i ricavi: accertiamo 1590 miliardi di entrate nel '95 contro 1471 miliardi del '94, di cui però 60 erano mutui, quindi erano a titolo di debito, mentre invece in queste entrate accertate al '95 questo non è presente.

Il primo dato da tenere in considerazione è che le entrate effettive accertate nel '95 rispetto all'anno precedente al netto dei mutui sono 180 miliardi circa in più, quindi è quasi il 13 percento in più. É una performance che sicuramente è stata determinata da un andamento diverso del sistema economico, che conferma quindi una ripresa del sistema economico e che in parte è da ascrivere a misure di politica economica e industriale della Regione, che hanno consentito anche la produzione di base imponibile.

In effetti, se andiamo a confrontare i dati relativi ad alcune poste di entrata legate ai tributi, quindi alla fiscalità, vediamo che: l'IRPEF chiude con 294 miliardi contro i 270 dell'anno precedente, quindi 24 miliardi in più; l'IVA chiude con 172 miliardi circa contro i 160 dell'anno precedente, quindi il 7,5 percento in più; le imposte di fabbricazione, legate anche all'attività di alcune importanti aziende in Valle, chiudono con 38 miliardi contro i 32 dell'anno prima, 24,6 contro i 22 dell'anno prima, quindi con tassi di crescita superiori alle due cifre.

In sostanza, abbiamo un totale delle entrate derivanti da compartecipazioni che passa dai 1066 miliardi accertati nel '94 a 1112 miliardi. In aggiunta evidenzierei anche il dato positivo sui tributi propri, che è da ascrivere principalmente alla gestione di Saint-Vincent, che contro i 150 miliardi del '94 ha prodotto 10 miliardi in più, cioè 160 miliardi per l'esercizio '95.

Quindi, una buona performance delle entrate, come dicevo prima. Malgrado ciò, registriamo un aumento della percentuale di risorse utilizzate, cioè non solo la dinamica è stata superiore alle aspettative, ma sul fronte delle spese siamo stati in grado di far fronte con efficienza a questa performance.

Se confrontiamo il dato della percentuale di spese impegnate sul totale, quindi sul totale delle previsioni di entrata nel '95, vedete da una delle tabelle allegate alla relazione che questa percentuale è del 94,85 percento, cioè sono state impegnate sostanzialmente il 95 percento delle risorse a disposizione, contro il dato dell'anno precedente che era 88,56 percento sul consuntivo del '94. Si tratta di un salto significativo di quasi sette punti, che sulle cifre di cui stiamo parlando costituiscono un fattore di indubbia rilevanza.

Per quanto riguarda le spese, abbiamo impegni finali accertati per 1580 miliardi contro impegni finali del consuntivo '94 di 1515 miliardi, ovvero 65 miliardi in più, pari al 4,3 percento.

Veniamo adesso all'aspetto più complesso, che è quello che poi conduce all'effettivo risultato finanziario, che è la dinamica dei residui. Ho sintetizzato in apertura per rendere meglio comprensibile quello che è successo che tale dinamica si sostanza in una riduzione dei residui passivi e in un mantenimento e in un lieve incremento dei residui attivi, quindi riduzione dei debiti e incremento dei crediti.

Per quanto riguarda i residui attivi, quelli accertati nel '95 sono 633 miliardi contro 694 dell'anno precedente, quindi c'è stata una lieve diminuzione; ma mettiamo subito un segno alla pagina perché qui dovremo fare un collegamento con il risultato di cassa. Però la dinamica dei residui è interessante, nel senso che nello stock complessivo dei residui attivi quelli riscossi nel '95 sono ben 829 miliardi, da confrontare con i residui attivi riscossi nel '94, che erano di 578. Quindi la capacità di incassare i crediti dell'Amministrazione nel 1995 si è accresciuta e può essere quantificata in un 43 percento in più, tenendo conto che i due stock di residui erano abbastanza analoghi. La differenza fra i nuovi residui attivi creati nel '95 e i residui riscossi nel '95 è un saldo negativo di quasi 200 miliardi; pertanto abbiamo migliorato la posizione di 200 miliardi contro una situazione nel '94 che era di più 116, cioè si erano creati più di quanti sono stati riscossi.

Per quanto riguarda la dinamica dei residui passivi, cioè dei debiti, accertiamo nel '95 nuovi residui passivi per 482 miliardi contro il dato analogo del '94 di 535, qui abbiamo la situazione opposta, cioè abbiamo una creazione di residui passivi inferiore di oltre il 10 percento rispetto all'assestato e al consuntivo dell'anno precedente, di cui pagati nel '95 537 contro i 361 dell'anno precedente, quindi una capacità di smaltimento dei debiti superiore all'anno precedente.

Alla dinamica composta di questi due fattori, che sono apparentemente in equilibrio contabilmente, va aggiunto il saldo di cassa di 196 miliardi. Cosa significa? Significa che al 31 dicembre 1995 in Tesoreria giacevano 196 miliardi di lire; queste risorse però sapete che in base alla legge sulla Tesoreria unica non possono stare presso il nostro conto, ma devono essere se non per un 3 percento riversate su un contro presso il Ministero del tesoro, il famoso conto della Tesoreria unica.

Pertanto queste risorse sono a tutti gli effetti da considerare come dei residui attivi, cioè il 2 gennaio questi fondi sono stati accreditati sul conto del Ministero del tesoro e quindi se fosse successo questo il 28 o il 29 dicembre, questi sarebbero stati 196 miliardi di residui attivi in più, cioè di crediti in più. Ecco la ragione effettiva per cui possiamo parlare di una gestione di competenza in equilibrio e di una gestione finanziaria in cui i crediti sono aumentati e i debiti sono diminuiti, e questo dà un saldo finanziario rilevante.

In aggiunta mi sia consentito fare un'ultima considerazione su questo aspetto. Nel lavoro di rilevazione dei residui passivi è stato mandato in perenzione un ammontare di residui passivi pari a 90 miliardi circa. Ora, il significato dell'invio a perenzione dei residui passivi è importante che sia chiaro: quando si esaminano i residui passivi, alcuni risultano inesistenti e quindi vanno in economia e sono un'effettiva riduzione di residui, altri invece vengono mandati in perenzione e quindi risultano come non più debiti, ma sono invece dei debiti a tutti gli effetti differiti nel tempo che l'Amministrazione mantiene e nei confronti dei quali bisogna costituire un apposito fondo di riserva a copertura, perché nel momento in cui i creditori vengono a vantare diritti su queste poste, la Regione deve essere attrezzata per avere la possibilità di soddisfarli.

Ecco che allora va considerato che una parte di questo avanzo finanziario è da attribuirsi a questo fenomeno e, a mio modo di vedere, correttamente, la proposta di assestamento tiene conto di questo, destinando una parte importante di questo avanzo finanziario a copertura di questa massa aggiuntiva di residui perenti che è venuta determinandosi.

In sintesi, due parole su quelle che sono le destinazioni per grandi blocchi di questo avanzo finanziario. Questo avanzo finanziario, come dicevo, per circa 50 miliardi va a coprire questi 90 miliardi aggiuntivi di residui perenti, per circa 50 miliardi trattandosi di avanzo finanziario va a compensare le previsioni di entrata per il '96 coperte da mutui, e voi sapete che la parte entrata del bilancio di previsione aveva una parte di entrate che non erano entrate proprie ma erano entrate a titolo di debito, e non c'era solo il mutuo a pareggio, c'erano mutui specifici; ora, 50 miliardi di queste risorse vengono annullate facendo una compensazione con parte dell'avanzo, in particolare il mutuo per l'intervento sull'area Cogne, il mutuo di 15 miliardi per Aosta capitale e 10 miliardi degli 80-90 previsti per il mutuo a pareggio. Quindi 100 miliardi di questo avanzo vanno a coprire aspetti meramente finanziari.

La restante parte, 85-86 miliardi, è ripartita su due grandi blocchi; il primo blocco è di spese imprevedibili e obbligatorie che si sono verificate da ottobre '95 ad oggi, e sono: 32 miliardi per il fondo di previdenza degli insegnanti - si è modificata una norma che rende obbligatori i versamenti per questa posta -, la quantificazione purtroppo è questa e ce la porteremo dietro negli anni, per cui per il '97 se vogliamo fare un confronto corretto sulle spese di funzionamento della scuola dovremo tener conto di questa variazione; 11 miliardi che sono invece il risvolto della medaglia dei 9/10, cioè noi incassiamo i 9/10 dei tributi quando questi sono dovuti dal cittadino all'amministrazione finanziaria, ma quando invece ci sono i crediti di imposta e il cittadino riceve dall'Amministrazione quello che ha impropriamente versato, anche i nostri 9/10 vanno restituiti all'Erario, e quindi 11 miliardi sono la restituzione richiesta dal Ministero delle finanze per questi rimborsi che hanno fatto. Resta una effettiva capacità di circa 42 miliardi, che costituiscono la vera variazione di bilancio che proponiamo con la terza delle tre leggi oggi in discussione, su cui mi riservo di intervenire più puntualmente per alcuni aspetti specifici in sede di chiusura di discussione generale.

Vi sono stati presentati, oltre a quelli che sono stati presentati in commissione e che trovate negli allegati al disegno di legge, due ulteriori emendamenti: uno alla finanziaria bis e uno alla variazione di bilancio, che in via del tutto eccezionale sono presentati dall'Assessore al bilancio in questa fase e che sono stati adottati e proposti su richiesta dell'Assessore all'industria per un fabbisogno finanziario imprevisto nel momento in cui si stava confezionando la variazione, legato alla discussione che è stata fatta ieri sulla Zincocelere in relazione ai fondi per la formazione. Questo non dà origine a modifiche nel totale della variazione, ma vengono sostituiti due interventi consentendo così di dotare il capitolo sulla formazione professionale di quel miliardo e mezzo ritenuto necessario per dare corso alla convenzione ratificata ieri dal Consiglio.

Presidente É aperta la discussione generale.

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) Questo rendiconto dell'esercizio '95 ci presenta una situazione certamente migliorata nella gestione complessiva dei residui - come già diceva l'Assessore alle finanze - sia passivi che attivi, anche se rimangono ancora molto alti, oltre 800 miliardi. Il rapporto fra spese correnti, 58,15 percento, e spese di investimento ha avuto una positiva inversione di tendenza rispetto al '94, dove questo rapporto era del 62,43 percento, ma si è ancora lontani dai risultati del '93, dove si erano conseguiti dei risultati migliori e questo rapporto era a 55:71.

L'avanzo di amministrazione per 186 miliardi è dovuto per la gran parte a miglioramenti dei residui passivi, 132 miliardi contro i 36 miliardi degli attivi, per una differenza di 96 pari a circa il 52 percento dell'avanzo di amministrazione; quindi una maggiore pulizia fra le somme impegnate che non sono state spese.

Una preoccupazione viene invece dall'aumento dei residui perenti rilevabili dal conto patrimoniale, che passano da 141 miliardi dell'esercizio '94 agli attuali 160 miliardi; oltretutto sappiamo che a livello matematico questi residui anziché 160 avrebbero potuto essere anche di più, è stata fatta una scelta dell'Amministrazione che ritengo corretta sotto un certo punto di vista. La preoccupazione viene da questo forte avanzo di amministrazione che, come ribadiva l'Assessore, solo per 42 miliardi verrà ridestinato in senso pratico al reale assestamento di bilancio.

Quindi, se si può affermare che per l'aspetto prettamente contabile l'Assessore al bilancio e gli uffici competenti hanno dimostrato di aver raggiunto alcuni obiettivi, altrettanto non si può dire per l'attività di vari assessorati, in modo particolare per quello dell'industria, commercio e artigianato e in senso generale nel campo dello sviluppo economico dove, a fronte di 214 miliardi di spesa per investimenti, sono state effettuate spese correnti per ben 114 miliardi. Secondo noi questo rapporto non è sintomo di buon andamento, perché se per fare investimenti si debbono sostenere spese correnti pari al 50 per cento c'è qualcosa che non funziona.

É vero, Assessore, che ci sono alcune cose che possono essere giustificate, però è molto forte questo rapporto. Contesto comunque in questo passaggio il fatto che ci sia una migliore attività economica per i 180 miliardi di maggiore entrata, dovuti a IRPEF, IVA, imposte di fabbricazione, Casinò, eccetera. Dico che una parte di questo aumento è dovuto all'inflazione, agli aumenti salariali e ad altre cose, non deriva solo da un reale miglioramento dell'attività economica, anche perché possiamo constatare che questo miglioramento sul territorio della Valle d'Aosta non sta avvenendo.

Purtroppo un bilancio consuntivo così strutturato non permette di valutare la reale efficacia ed efficienza della produttività dell'intervento pubblico; infatti, la sua predisposizione è ancora affidata esclusivamente a tecnici dell'Assessorato alle finanze, che hanno come dovere d'ufficio il rispetto della normativa del bilancio pubblico, che non prevede di evidenziare il reale risultato dell'intervento pubblico nei vari settori, non permettendo di conseguenza una vera e reale analisi sotto il profilo costi e benefici, tramite i quali si potrebbe veramente verificare se c'è stato un miglioramento dell'attività economica e della situazione economico-produttiva in Valle.

Ad esempio, quali sono stati gli effetti dell'intervento della Regione sul settore occupazionale? Quanti sono oggi gli occupati e quanti i nuovi posti di lavoro rapportati agli investimenti destinati ai vari settori? Per ogni nuovo occupato quante sono le risorse finanziarie destinate? Ebbene, tutti questi dati non possiamo desumerli da questo bilancio, ma non per colpa dell'Assessore o degli uffici competenti, ma proprio per la normativa vigente che non impone queste analisi economiche.

Solo con questi dati si potrebbe quindi fare un'analisi chiara, perché se questi dati ci dimostrassero, Assessore, che abbiamo speso circa le stesse risorse degli anni passati, mentre la disoccupazione è più che raddoppiata, le deduzioni sarebbero almeno due: uno spreco nella finalizzazione degli investimenti oppure una miopia e un'incapacità nella programmazione. Se invece le risorse destinate fossero addirittura superiori agli anni passati, la cosa sarebbe ancora più grave.

Quindi abbiamo veramente bisogno di un bilancio consuntivo che permetta di non giocare con i numeri secondo convenienza, ma che sia un costante termometro per misurare l'utilità della presenza pubblica nei vari settori economici e sociali. Oggi la domanda che dovremmo porci come amministratori regionali è se siamo ancora utili e propositivi per i settori dell'economia e dell'occupazione. Ebbene, potremo ancora essere utili, certamente indispensabili anche, ma non in una gestione come quella degli ultimi anni dove a fronte di un costante mantenimento e crescita delle risorse finanziarie disponibili questa maggioranza non riesce a costruire un vero e reale intervento a favore della grave crisi economica e occupazionale in atto, che è la cosa più preoccupante che vediamo oggi in Valle d'Aosta. Anche nel disegno di legge di assestamento della legge finanziaria non vediamo una propulsione in questo senso, cioè nell'utilizzo reale dei 42 miliardi.

Mi riservo di intervenire successivamente nella dichiarazione di voto per fare altre considerazioni, dopo aver ascoltato anche i colleghi.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.

Lanièce (GA) Il conto consuntivo rappresenta uno strumento fondamentale per la gestione dell'azienda Regione, è quindi un atto che permette al Governo regionale di fare il punto della situazione economico-finanziaria, verificando concretamente cosa è successo nella gestione annuale del bilancio. Ed è proprio su questo che dovrebbe incentrarsi il dibattito in Consiglio regionale per dare orientamenti utili per l'impostazione delle gestioni future. Purtroppo non è consuetudine di questo Consiglio e delle sue commissioni dedicare tempo sufficiente all'analisi dettagliata del conto consuntivo, che invece meriterebbe maggiore attenzione rispetto anche alla stessa discussione del bilancio di previsione, poiché è pressoché inutile approvare il preventivo se poi non si vaglia il modo in cui sono state realizzate le previsioni, tanto più che il consuntivo rappresenta la fotografia reale della gestione del bilancio regionale da parte della Giunta.

Quali sono gli elementi che emergono dal consuntivo 1995? Per quanto concerne le entrate, occorre sottolineare che a fronte di una previsione iniziale di entrate di circa 2316 miliardi e di una previsione definitiva di circa 2455 miliardi si sono avuti accertamenti finali di entrate pari a 2339 miliardi, con una evidente differenza.

Analizzando brevemente alcune voci di entrata, si vede che al capitolo 1300, relativo alle quote fisse di ripartizione del gettito IVA, abbiamo minori entrate sulle previsioni finali di circa 78 miliardi. Inoltre nel titolo IV delle entrate, relative alle entrate derivanti da alienazione di beni patrimoniali, da trasferimenti di capitale e rimborso crediti, a fronte dei 9 miliardi di previsione di competenza il totale dell'accertamento è di circa 3,5 miliardi, che rappresenta quindi un terzo di quanto è preventivato.

Questi sono alcuni esempi in cui viene messo in evidenza che in sede di bilancio di previsione sono state fatte delle previsioni non perfette, che hanno fatto sì che siano state gonfiate le entrate che poi non sono state effettivamente riscosse.

Per quanto riguarda le spese, si vede che a fronte di una previsione iniziale di spesa di circa 2316 miliardi e di una previsione definitiva di 2455 miliardi, si sono avuti impegni finali di spesa pari a 2329 miliardi. Anche qui, analizzando alcune spese, si può verificare ad esempio che vi è stata una notevole diminuzione nell'ambito del trasferimento dei fondi agli enti locali pari a circa 23 miliardi rispetto alle previsioni, questo in contrasto con il tanto auspicato decentramento o meglio federalismo fiscale.

Nel capitolo 33665 si possono notare 15 miliardi in meno, questo è il capitolo che riguarda gli interventi finalizzati alla riqualificazione della città di Aosta, che dimostrano che è ancora molto lontana la strada per giungere ad una Aosta capitale, come si parla spesso soprattutto durante il bilancio di previsione.

Nell'ambito dell'Assessorato all'industria si può vedere che ci sono state delle economie di impegni su previsioni finali e residui passivi di 4,6 miliardi per quanto attiene al totale degli interventi promozionali per l'industria, di 3,2 miliardi per quanto attiene gli interventi promozionali per l'artigianato e di 2,9 miliardi per quanto riguarda gli interventi di valorizzazione delle risorse energetiche.

Penso che questi siano tre punti fondamentali, che sono la base di un intervento, se si vuole davvero intervenire a fondo nel settore industriale valdostano. Penso agli interventi promozionali per l'industria e per l'artigianato, penso al famoso problema del piano energetico, se ne parla sempre in quest'aula ma fino adesso non abbiamo visto nulla di concreto e queste economie di impegni di spesa dimostrano che quando si fa un bilancio di previsione, si tende a fiorire tale bilancio parlando di impegni importanti, ma poi a consuntivo si deve riscontrare che tali impegni erano solo sulla carta e che probabilmente il piano energetico passerà prima in televisione a "Chi l'ha visto?" piuttosto che passare in Consiglio regionale.

Sempre nell'ambito delle spese si può vedere, ad esempio, che vi è un'economia di spesa di circa 5,5 miliardi nell'ambito degli interventi promozionali per il turismo; anche questo è un settore molto importante se vogliamo rivalutare la nostra regione, tenuto conto della valenza turistica della Valle d'Aosta e soprattutto se vogliamo diventare concorrenti forti del Trentino Alto Adige. Quindi anche qui, rispetto alle previsioni, vi è stata una diminuzione dell'impegno di spesa.

La stessa cosa vale per gli interventi nel settore dei trasporti, dove si registrano 2,6 miliardi in meno; anche qui sembra quasi che qualcuno si voglia sempre far bello durante il bilancio di previsione parlando di mega-interventi, ma alla fine vediamo che la maggior parte dei soldi vengono spesi per incarichi e non per valorizzare o intervenire a fondo nell'ambito dei settori.

Un altro elemento importante è che nell'ambito delle spese per la formazione professionale vi sono state economie di impegni su previsioni finali dei residui passivi per un totale di 10 miliardi: anche questo mi sembra un importo esagerato, tenuto conto dell'importanza degli interventi per la formazione professionale. Sono interventi fatti ad hoc per dare ai cittadini valdostani quella formazione professionale utile e necessaria per l'attività lavorativa. Quindi anche qui c'è una grossa differenza fra quanto previsto nel bilancio di previsione e quanto, di fatto, abbiamo appurato nel conto consuntivo.

Facendo un'analisi assessorato per assessorato, si può vedere che nell'ambito dell'Assessorato all'agricoltura ci sono 16,4 miliardi di economie con circa 14 miliardi di residui perenti eliminati; se si fa un raffronto con le previsioni finali di cassa si hanno circa 44 miliardi in meno rispetto a quanto previsto.

Nell'ambito dell'Assessorato all'industria, usando sempre gli stessi parametri abbiamo 11,6 miliardi in meno di economie e 47 miliardi in meno rispetto alle previsioni di cassa.

Questo vale anche per gli altri assessorati, quindi anche per quello del turismo con 11 miliardi in meno, per la sanità dove ci sono 24 miliardi di economie, 4,4 miliardi di residui perenti eliminati e 51 miliardi in meno rispetto alle previsioni di cassa.

Per quanto riguarda l'Ambiente, vi sono 3 miliardi in meno di economie, 14 miliardi per quanto riguarda le previsioni di cassa e 7 miliardi per quanto riguarda i residui perenti eliminati; bisogna tener conto però che lo scorso anno questi residui perenti erano di 2,7 miliardi, per cui c'è stata una triplicazione di residui perenti eliminati.

Per quanto riguarda i residui attivi e passivi, se si può in una prima analisi parlare di un miglioramento della gestione dei residui, bisogna però far notare che questo miglioramento avviene sempre grazie ad un'accurata opera di ripulitura di antichi residui che sono stati eliminati per perenzione, anche se è in parte sempre forte il processo di formazione di nuovi residui.

Giustamente prima l'Assessore parlava di un miglioramento rispetto al consuntivo dell'anno scorso, dicendo che sia per i residui attivi che per i passivi si poteva verificare un miglioramento; però bisogna tener conto che non solo bisogna confrontare i residui riscossi e quelli nuovi, ma bisogna tener conto anche che ad esempio nel '94 per quanto riguarda i residui attivi sono stati eliminati 7 miliardi perché inesigibili o insussistenti, mentre quest'anno sono stati eliminati 36 miliardi. Anche questa è una cosa di cui bisogna tener conto quando si fa la sommatoria.

La stessa cosa vale per quanto riguarda i residui passivi: nel '94 c'era stata un'eliminazione per perenzione di 65 miliardi, nel '95 è stata di 89 miliardi. Anche di questo c'è da tener conto quando si parla del miglioramento rispetto agli anni precedenti.

Per quanto riguarda sempre la gestione dei residui passivi per assessorato, si può notare che la percentuale di pagamento rispetto al carico iniziale di residui è in parte bassa, è del 35-40 percento, soprattutto negli Assessorati ai lavori pubblici ed ambiente, mentre le perenzioni sono alte, fra il 12 e il 15 percento, soprattutto negli Assessorati ai lavori pubblici, all'agricoltura, mentre per l'Ambiente la percentuale raggiunge livelli molto alti, pari a 35,7 percento.

Nel ribadire l'importanza di un maggiore e necessario approfondimento di questo consuntivo, che penso sia l'atto politico più importante che passa in Consiglio, invito l'Assessore a prendere in considerazione in futuro la possibilità di dare maggiore spazio a tale documento attraverso una maggiore analisi sia in sede di commissione che in sede consiliare, in modo che con un'analisi pagina per pagina si possa meglio valutare quella che è stata la gestione di bilancio da parte del Governo regionale. Questo andrà sia a favore della maggioranza, che potrà dimostrare il suo operato, sia a favore della minoranza, che potrà avere ulteriori delucidazioni in merito ai vari capitoli, ai vari impegni di spesa e alle varie entrate.

Ferma restando questa richiesta di maggiore attenzione per il conto consuntivo, tenuto conto anche del valore politico del voto dato al consuntivo, e tenuto altresì conto di quanto detto precedentemente, il mio voto sarà contrario.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Premetto subito le difficoltà, che non ho mai disconosciuto di avere, nell'affrontare con cognizione di causa i documenti contabili che ci vengono proposti dall'Assessorato al bilancio, dal momento che ci sono movimentazioni finanziarie che non sono di facile comprensione da parte di tutti ed io sono fra quelli che hanno queste difficoltà, pertanto faccio questa doverosa premessa.

Tuttavia questo non mi impedisce di trarre, con piccole valutazioni elementari, alcune conclusioni che possono essere, se non sotto il profilo strettamente contabile, quanto meno sotto il profilo politico, di suggerimento e di commento a questo documento, che giustamente è da ritenersi politicamente importante perché consente di verificare se l'azione politica promessa tende verso le direzioni previste oppure da esse si discosta.

Il consuntivo '95 è importante anche perché è un esame di metà legislatura, dove si può verificare in che misura i propositi vengono perseguiti, oppure non vengono perseguiti, dal Governo regionale.

Un'altra piccola premessa è riferita alla Valle d'Aosta, che deve essere considerata in un quadro più ampio: quello dell'appartenenza all'Italia; quindi una regione italiana che segue - o subisce - le variazioni congiunturali favorevoli o sfavorevoli che riguardano il Paese nel suo complesso.

A parte i cenni trionfalistici di cui abbiamo visto recentemente parlare tutti gli organi d'informazione in merito ad un'inflazione che sembra essere in discesa, ad un'inflazione che qualche giornale in maniera un po' ardita e soprattutto ipocrita ha detto che da vent'anni a questa parte si è ridotta notevolmente, bisogna tener presente che in realtà l'economia italiana è fortemente frenata soprattutto dall'inizio del '96, per cui questi cenni trionfalistici che fanno da corollario e da megafono a quello che è stato l'insediamento del Governo Prodi devono essere valutati con maggiore attenzione e con maggiore prudenza. Questa inflazione significa sostanzialmente che siamo in piena recessione, perché nel nostro Paese stanno scemando i consumi a seguito della sensibile diminuzione della disponibilità finanziaria dei singoli soggetti economici, in primis le famiglie, rispetto agli anni precedenti.

Di fronte a questo trionfalismo che, ripeto, è fortemente ipocrita perché tende ad addormentare la popolazione su quello che è il reale andamento dell'economia italiana, si colloca anche un altro dato importante: è il debito pubblico, che purtroppo sta costantemente lievitando, e dico purtroppo perché, come tutti sapete, il debito pubblico dovrebbe diminuire anche a fronte delle vendite notevoli che sono state fatte dallo Stato italiano, delle cessioni di enti come la COMIT, la Credit o l'INA, che avrebbero dovuto cominciare ad alleviarne il peso, mentre in realtà questi "interventi terapeutici" non sembrano aver dispiegato assolutamente i loro effetti.

Rimangono ancora due gioielli: l'ENEL e la STET. Certo che se il trend di risalita dell'economia italiana nella compagine internazionale sarà di questo livello, siamo malmessi.

Quindi fra il debito pubblico, di cui l'entità gravosa viene assolutamente sottaciuta, e il trionfalismo ipocrita sull'inflazione, non vorrei che la popolazione e soprattutto le famiglie fossero narcotizzate da quello che è il potere e da quella che è l'informazione di potere che sta dilagando fortemente nel nostro Paese.

C'è da fare un'altra serie di valutazioni, oltre a quelle sul peggioramento del debito pubblico e sull'inflazione in apparente diminuzione, c'è da fare un ragionamento sulla crescente immigrazione che abbiamo nel nostro Paese e che riguarda anche la Valle d'Aosta, e sui disagi sociali che conseguentemente l'immigrazione comporta. Immigrazione che si traduce in necessità di nuovi posti di lavoro e nuove fonti di sostentamento anche per coloro che entrano nel nostro Paese; necessità che non trova risposta né dalle parti politiche né dalle parti sociali ed economiche per il semplice fatto che all'aumento di produzione e di valore aggiunto, non corrisponde purtroppo un aumento di occupazione.

Come si innesta la Regione nel contesto italiano? Possiamo dire, se consideriamo le regioni venti sorelle, che la Valle d'Aosta può essere considerata un nano dal punto di vista politico e geografico, ma senz'altro un gigante dal punto di vista delle disponibilità finanziarie. L'analisi contabile che ha fatto l'Assessore contempla anche cenni di miglioramento rispetto al passato e penso che non possa essere smentita dai dati che ci sono stati forniti. Sarebbe ipocrita da parte nostra dire che il miglioramento non c'è stato; almeno io personalmente mi sento di riconoscere all'Assessore che un effetto migliorativo da un punto di vista contabile. Ma, ripeto, non bisogna disconoscere che la Valle d'Aosta ha un grande vantaggio rispetto ad altre regioni, e questo grande vantaggio che permarrà finché non si comincerà ad entrare in maniera seria e concreta nel grosso capitolo delle riforme istituzionali, cioè finché non si avvierà quel processo di riforma dello Stato in senso federale che andrà ad incidere sugli equilibri finanziari fra Stato e regioni e fra regioni e regioni.

In particolare, prossimamente verrà insediata la Commissione bicamerale, che rappresenta una terza esperienza e che sarà - presumo - un palliativo, una messa in scena per far vedere che qualcosa si cerca di fare, ma in realtà questa volontà di fare le riforme scarseggia fortemente da tutte le parti, ed andrà già bene se alla fine la Commissione bicamerale riuscirà a sformare una legge elettorale che accontenti la maggioranza dei partiti.

A parte questa parentesi, vorrei fare alcune considerazioni sul consuntivo nel senso più stretto del termine. Il consuntivo della Valle d'Aosta presenta da un punto di vista contabile segni più positivi rispetto al passato, rispetto al '94 soprattutto, tenendo conto però che il '95 è stato un anno di congiuntura favorevole mentre il '96 si è aperto all'insegna della recessione e di un'economia in forte rallentamento.

Il gettito tributario per quanto riguarda le grandi imposte ha dato qualche segnale in più, l'IRPEF più 24 miliardi e l'IVA più 12 miliardi, però teniamo conto anche dell'IRPEG che è scesa di 8 miliardi abbondanti, quindi nei grandi gettiti va considerata anche l'IRPEG ed ha un segno negativo.

Negativo anche l'andamento delle spese: le spese correnti, nel consuntivo '95, si attestano a 914 miliardi, quasi 50 miliardi in più rispetto a tre anni fa. Ciò significa che in questo triennio il comparto amministrativo e la relativa spesa hanno subito un'ulteriore dilatazione con un aggravio di quasi 50 miliardi, mentre gli investimenti che sono totalizzati in 658 miliardi a consuntivo '95 sono in flessione rispetto a quanto previsto in bilancio: ci sono 35 miliardi in meno rispetto a quanto previsto nel preventivo, e ammontavano a ben 690 miliardi nel 1992, quindi 40 miliardi in meno rispetto a tre anni fa. Il discorso non deve essere solo quantitativo, ma deve essere anche qualitativo, e proprio in forza di quest'analisi di qualità penso che la filosofia di intervento della Regione non sia mutata un granché rispetto al passato. Una filosofia di intervento che vede comunque e sempre l'epicentro dell'ente pubblico Regione nell'ambito del sistema economico e sociale Valle d'Aosta, con un'organizzazione amministrativa regionale sproporzionata rispetto a quelle che sono le esigenze della popolazione, ricordo che ci sono 2600 occupati, che fanno della Regione molte volte il primo imprenditore, concorrente di molte imprese private e spesso anche cliente unico di molte altre in riferimento a particolari settori.

La finanza locale ha subito radicali modificazioni nel '95 con l'entrata in vigore di una legge di riforma della finanza locale, con clausole che collidono con quelli che sono i principi del federalismo fiscale; in particolare sappiamo che i princìpi di accertamento sul territorio dell'imposta sono spesso disincentivati per il fatto che al maggior accertamento dell'ente locale corrisponde un minor trasferimento da parte dell'ente Regione, qualora l'accertamento dia un esito positivo. Quindi c'è una disincentivazione da parte della Regione a sollecitare l'ente locale ad amministrare meglio il suo territorio e a verificare quante e quali sono le imposte pagate dai suoi contribuenti. Secondo me questo è un principio che collide con il disegno di federalismo fiscale, cardine dell'auspicata riforma dello Stato italiano.

Un altro punto che ritengo fortemente sottovalutato è la nostra grande risorsa: l'acqua. Il "petrolio bianco" di cui disponiamo, di cui sappiamo quali sono le potenzialità, è sempre relegato in una posizione marginale. In particolare, a parte i criteri provvisori che sono stati approvati all'inizio del '95 per il rilascio delle subconcessioni di derivazioni di acqua, non si sente più parlare di interventi pianificatori di carattere globale, come l'atteso piano energetico regionale. Purtroppo non si sa nemmeno quali siano le risultanze di quella mozione che è stata approvata dal Consiglio regionale in merito alla riduzione del sovrapprezzo termico per i Valdostani, cioè quali impegni abbiano portato avanti i Parlamentari neo-eletti o rieletti in merito ad un diritto che spetta alla collettività locale proprio per questo grande beneficio naturale di cui gode: il possesso dell'acqua in grande quantità e il suo sfruttamento a fini energetici.

Abbiamo visto che anche di recente si è dato corso ad iniziative di rafforzamento e consolidamento del settore funiviario, la più rilevante delle quali è quella della Monte Rosa Ski, e che, corrisponde a un ripianamento pubblico originale, attraverso la sottoscrizione di capitale azionario in luogo di tradizionali contributi. Non penso che questa fusione o questo modello di fusioni sia una soluzione per quelle che possono essere delle esigenze che anche i comprensori montani, i comprensori sciistici o le società che gestiscono gli impianti di risalita devono sopportare.

Per quanto riguarda il fenomeno industriale, vi è la crisi generalizzata del settore che sta attraversando la Bassa Valle, ma non solo, perché se vi ricordate se non era per un'interpellanza, portata in quest'aula dal sottoscritto e dal collega Linty, non si veniva neppure a conoscenza dei tagli che nel '95 hanno riguardato la "Cogne". Si tratta di tagli alla produzione che sono di diverse tonnellate, che vedono i piani siderurgici di riavvio dell'azienda in forte rallentamento rispetto a quel programma Falcone che ci venne illustrato nel '94. Quindi non solo in Bassa Valle, ma anche la principale industria valdostana, non rispetta quei programmi così rosei che ci erano stati illustrati già tempo fa. Purtroppo il dato drammatico è che gli elementi di verità si conoscono solo nel momento in cui si fanno interpellanze o interventi ad hoc, altrimenti tutto tace.

Non si conosce l'esito di grandi iniziative da parte della Regione, come ad esempio quella dell'Autoporto, su cui forse l'Assessore riterrà opportuno farci sapere qualcosa in sede di replica e di conclusione del dibattito sul consuntivo, perché anche lì un paio di anni fa il Consiglio regionale ha dato disposizione di intervenire finanziariamente con diverse decine di miliardi, però non sappiamo a che punto siano gli interventi, se stiano procedendo secondo quelli che erano i piani di azione oppure se ci siano anche lì dei ritardi e magari delle sorprese impreviste.

La Bassa Valle ha subito uno sconvolgimento dal punto di vista industriale e imprenditoriale, grosse e piccole aziende sono in crisi, oltre alla Conner che è deceduta quest'anno abbiamo anche appreso che la Balteadisk ha delle sovrapproduzioni e delle conseguenti difficoltà a commercializzare il prodotto.

Sulla convenzione con la società Zincocelere abbiamo avuto ieri occasione di da dire molte cose. In un certo senso l'opposizione ha fatto un'apertura di credito nei confronti della Giunta astenendosi, però è un'apertura di credito condizionata nel tempo, perché sappiamo che ci sono forti zone d'ombra su questa operazione e ci sono soprattutto forti elementi di rischio connessi al mercato, connessi al principio che un'impresa in via di espansione normalmente non procede a licenziamenti in altre unità produttive.

C'è da dire ancora, tornando alla ricchezza, alla disponibilità finanziaria, all'opulenza in cui si trova la nostra regione, che certi aspetti e certi disagi sono contraddittori nel sociale talvolta si vivono o si leggono sui giornali. Cito alcuni esempi significativi di mala sanità, che sono apparsi recentemente: per esempio, i disabili psichici che sono obbligati a pagare la retta, o ancora le limitazioni notevoli ai soggiorni marini per gli anziani. Penso che anche questi semplici fatti, non solo analizzati specificamente, ma inseriti in questo contesto di ricchezza, di dati a nove o dieci cifre, fanno riflettere sul fatto che, nonostante queste grandi potenzialità, anche la Valle abbia questi nei che o non riesce a colmare o assolutamente non vuole colmare.

Vi è un altro aspetto importante, anche questo sollevato di recente. Spero che la Giunta voglia farsi promotrice di una forma di risarcimento che deve essere corrisposto alla Valle d'Aosta per i danni su quell'opera che è rimasta temporaneamente incompiuta e che è l'autostrada del Monte Bianco: 32 miliardi di danni diretti alle imprese, senza considerare i danni indiretti, che hanno leso l'immagine di una Valle d'Aosta che dovrebbe apparire efficiente e in grado di allacciarsi, in quanto Carrefour d'Europe, in maniera altrettanto completa attraverso le sue vie di comunicazione, alla Francia e alla Svizzera. Quindi penso che ci sia maggiore sensibilità da parte della Giunta nel veder riconosciuti certi danni che abbiamo subito dal blocco dei lavori.

In questo contesto si inserisce anche quella che è la difficoltà dei piccoli imprenditori, in particolare artigiani e commercianti, che fanno fatica a sopravvivere anche nella nostra regione nonostante tutti questi presupposti favorevoli. Artigiani, commercianti e imprenditori in genere che purtroppo non dispongono ancora - di uffici camerali adeguati per far fronte ad adempimenti che sono richiesti dalla legge e che comportano l'esborso di danaro da parte degli operatori economici.

Concludo qui la mia analisi, che è uscita forse dal solito seminato contabile che normalmente si fa in quest'occasione, quando si viene a valutare i dati del conto consuntivo, annunciando che il mio voto per questo complesso di osservazioni sarà comunque contrario.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.

Linty (LNPIAP) Alcuni colleghi che mi hanno preceduto hanno parlato del conto consuntivo come una fotografia; credo che di fronte a questo conto consuntivo ci siano due forme di lettura: una che è quella strettamente contabile, che deriva dalle somme algebriche delle varie voci di spesa, ed una che invece è un po' più politica perché è la sintesi di decisioni prese o decisioni non prese.

In base a questo secondo aspetto credo che più che di una fotografia oggi sia il caso di parlare di un quadro, che ha una tela molto molto piccola e una cornice molto molto spessa, perché se è vero che dal punto di vista contabile sono state apportate quelle modificazioni auspicate nell'anno passato, che hanno compresso in maniera evidente la gestione dei residui, consentendo un avanzo di amministrazione che è congruo rispetto ai miliardi stanziati a bilancio, tant'è che per la prima volta in qualità di revisore nominato dalla minoranza ho firmato con convinzione il verbale dei revisori, c'è da dire tuttavia che dal punto di vista politico è un conto consuntivo statico, fermo, bloccato. Dico questo perché rientra nella cosiddetta ordinaria amministrazione di una regione che ha le sue spese ed ha le sue entrate e le gestisce in maniera statica, le gestisce - come dicevo prima - contabilmente in questo caso bene, però il mio intervento verte sulle scelte. Allora vediamo quanto all'interno del conto consuntivo, che oggi siamo chiamati ad approvare, incida ancora il trasferimento esterno.

Il mio attacco alla finanza derivata non è teso ad annullarla, perché siamo ben consci tutti del fatto che occorre a questa Regione avere le entrate sufficienti per soddisfare i bisogni della popolazione valdostana, però la cosa che lascia alquanto perplessi è vedere come un conto consuntivo rimane tuttora ancorato alla finanza derivata a fronte di un'assenza di movimento - per questo parlavo di bilancio statico - nella direzione opposta, vale a dire della riappropriazione delle proprie risorse. Non si vede una minima iniziativa che va in questo senso ed io ripeto sempre, quando ne ho l'opportunità, che esiste una commissione mista ENEL-Regione che è stata convocata una volta in tre anni.

Di fronte a questo immobilismo viene da chiedersi, nell'ipotesi che dovessimo approvare un conto consuntivo nel tanto auspicato "Stato federale", su quali voci potremmo fare affidamento. Se domani si deciderà grazie a Dio di voler riformare lo Stato e dare alla Valle d'Aosta quell'indipendenza che spetta a qualunque entità federata, su quali conti saremo chiamati a discutere? É questo il discorso che volevo fare.

I trasferimenti del mancato gettito IVA più quelli per le funzioni delegate sono importanti, ma dobbiamo cominciare a mettere le basi per una struttura economica autosufficiente.

Detto questo, è chiaro che viene alla mente e guardando il conto consuntivo e guardando gli ultimi avvenimenti come il settore economico della Valle d'Aosta sia ancora permeato dalla presenza della Regione. L'ha ricordato Tibaldi prima, lo hanno ricordato altri come ancora la Regione non sia così leggera, come viene spesso indicato e auspicato a livello di bilancio di previsione; ci rendiamo conto che la tendenza è quella di appesantire il tessuto economico valdostano con una presenza massiccia della Regione.

Credo che il conto consuntivo, sebbene dal lato contabile meriti la dovuta attenzione, non possa essere considerato valido o quanto meno strategico dal punto di vista della programmazione economica, perché è vero che un consuntivo dimostra la gestione com'è stata, però di fronte a dover programmare degli interventi risulta molto importante definire qual è la base di partenza.

Presidente Vi sono altri colleghi che intendono intervenire? Se nessuno chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.

Terminano i lavori della seduta mattutina, ci aggiorniamo alle ore 16.

La seduta è tolta.