Oggetto del Consiglio n. 1834 del 28 febbraio 1996 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 28 FEBBRAIO 1996
OGGETTO N. 1834/X Situazione produttiva e occupazionale della Società ITEM di Pont-Saint-Martin. (Interrogazione)
Interrogazione Venuto a conoscenza delle forti difficoltà che starebbe attraversando la società ITEM di Pont-Saint-Martin, che sarebbero confermate dai ricorsi a cassa integrazione e dai ritardi nei pagamenti dei dipendenti;
Preso atto dell'esborso da parte della Regione Autonoma Valle d'Aosta per l'acquisto dello stabile dalla ditta stessa avvenuto pochi mesi fa;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
l'Assessore competente per sapere:
1) qual è la situazione della società ITEM;
2) quali accordi erano stati presi, in merito a garanzie occupazionali, con la società in questione all'atto di acquisto dell'immobile.
F.to: Chiarello
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'industria, commercio e artigianato, Mafrica.
Mafrica (GV-PDS-SV) Ci sono due domande: qual è la situazione della società ITEM e quali accordi erano stati presi.
Nelle premesse dell'accordo per l'acquisto del capannone industriale della ITEM si diceva che la società, che occupava allora 40 addetti, era impegnata ad aumentare tale numero.
Gli addetti attualmente sono 49, quindi da questo punto di vista si può dire che c'è stato un rispetto dell'impegno.
Sull'andamento della società: nel 1994 e nel 1995 il fatturato è stato rispettivamente di 2,150 miliardi e 2,450 miliardi, nel 1996 la società prevede un fatturato di 3,200 miliardi.
C'è da dire che l'interrogazione è fondata per ciò che riguarda la fine del 1995 e l'inizio del 1996, perché da informazioni provenienti da parte dei responsabili aziendali è emerso che in questo periodo, a causa della ristrutturazione allora iniziata dal gruppo Olivetti, ci sono stati alcuni elementi di difficoltà nel ricevere materiale in conto lavorazione per l'evasione degli ordini; sospensione della linea di credito in factoring a causa della ristrutturazione interna dell'Olivetti che ha comportato la cessione di società di factoring a cui faceva riferimento la ITEM; temporanea diminuzione degli ordini.
A causa di questa situazione la società è ricorsa alla cassa integrazione ordinaria e a causa della mancanza di liquidità, legata alla difficoltà di sconto delle fatture che prima avveniva con la società di factoring della Olivetti, c'è stato un ritardo nella corresponsione degli stipendi, quantificato in circa un mese e mezzo.
La società ha comunque concordato con i rappresentanti sindacali e con i lavoratori il recupero del ritardo con un piano a scalare, che dovrebbe riportare la situazione alla normalità entro il mese di aprile.
La linea di credito è stata ripristinata tramite un accordo sottoscritto con un altra società di factoring, la Aosta Factor; quindi i problemi di liquidità dovrebbero risolversi attraverso questa soluzione. Il 90 percento delle maestranze ha ripreso il lavoro e si prevede che entro breve tutti gli addetti possano rientrare a far parte dell'organico produttivo.
La società è inoltre impegnata nella ricerca di nuovi settori e di accordi con altri partner per lo sviluppo delle sue produzioni.
Diciamo quindi che, rispetto alle preoccupazioni sollevate con l'interrogazione, si conferma una difficoltà che però da parte dell'azienda viene presentata come temporanea e legata a fattori che sono in via di superamento e ad un riassetto, che dovrebbe avvenire entro il mese di aprile.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.
Chiarello (RC) Vorrei fare una piccola storia di questa società e di quello che è successo.
L'anno scorso in III Commissione passa la delibera di acquisto del capannone ITEM; a quella delibera io ho votato contro.
Ho votato contro perché si parlava sempre di alienare il patrimonio pubblico, invece in quel caso si comprava di nuovo un capannone. Ho detto in quella sede che, se questa società aveva dei grossi problemi finanziari, la Regione doveva farsi carico di andarle incontro finanziariamente, dato che fino adesso sia chi si è installato ex novo sia chi c'era già ed aveva dei problemi finanziari in qualche maniera la Regione li ha sempre aiutati.
Dato che a me interessa l'occupazione, interessa che queste aziende siano sane, nonostante sia stato acquistato e siano stati dati dei soldi "freschi" a questa società, che aveva problemi con dei mutui fatti come sono stati fatti, a me non interessa, perché poi l'imprenditore è colui che rischia del suo, no? L'imprenditore ha fatto i mutui a suo rischio, la Regione è andata a coprire quel buco, e un paio di mesi dopo quest'azienda, nonostante abbia preso circa 4 miliardi dalla Regione Valle d'Aosta, ha cominciato a pagare in ritardo gli operai, ripeto: un paio di mesi dopo, non un paio di anni dopo. Ed è questo che mi ha spinto a chiedere all'Assessore cosa stava succedendo.
Sono arrivato lì per la cosa che mi sembra più grave e parlando con questo imprenditore, ho cercato di fargli capire la divisione dei compiti: sono un amministratore della Valle d'Aosta, ritengo che sia fra i miei compiti quello di chiedere come sta andando un'azienda, che bene o male prende dei soldi dei contribuenti, tutti valdostani. Questo l'imprenditore non lo ha capito o probabilmente non ha voluto capirlo. Quello che è più grave è che in questi ultimi giorni sembra abbia radunato i suoi dipendenti facendo del terrorismo contro chi chiede qualcosa in Regione.
Vorrei raccomandare all'Assessore, che si è premurato di chiedere a questo imprenditore quanto gli avevo chiesto io, di fargli un'ulteriore precisazione: se questo imprenditore non conosce quali sono i ruoli, che almeno non faccia del terrorismo all'interno della sua azienda. Non siamo più in certi periodi storici, che io ho combattuto come delegato sindacale; pensavo che i sindacalisti qui, prima di fare degli accordi - se veramente ci sono degli accordi - avessero sentito anche i dipendenti. Ma i dipendenti che conosco non sapevano di andare in cassa integrazione, o di prendere lo stipendio con un paio di mesi abbondanti di ritardo.
Mi sembra un sistema che funziona così: finché "mamma Regione" sovvenziona si va avanti, altrimenti si chiude, e se qualcuno va a chiedere qualcosa, vengono minacciati i dipendenti. Questo sistema non mi sta bene.