Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2335 del 3 dicembre 2001 - Resoconto

OBJET N° 2335/XI Illustration de la loi de finance et de la loi de budget pour l’année 2002.

Président Avant d’aborder cette discussion, je voudrais vous rappeler la procédure traditionnelle que nous suivons pour l’examen de la loi de finance et du budget annuel et pluriannuel. Comme dans notre tradition, nous allons procéder à la présentation des rapports, celui du Conseiller rapporteur Cerise et celui de l’Assesseur au budget, sur quoi nous suspendrons nos travaux pour permettre une correcte évaluation et méditation du contenu dudit rapport.

Dans la journée de demain nous ouvrirons la discussion générale, qui portera sur les deux objets conjointement; à la fermeture de la discussion générale le rapporteur, l’Assesseur au budget et le Président du Gouvernement pourront répliquer.

Nous procéderons ensuite à l’examen des annexes suivant l’ordre des pages du budget et des annexes y afférentes et, par la suite, nous procéderons aux déclarations de vote, à la votation de la loi de finance, article par article, et à la votation générale et, enfin, à la votation générale du budget. D’après les intentions manifestées, l’ensemble de l’examen du document et du projet de loi devrait avoir lieu dans la journée de demain. Cela également pour que les personnes qui suivent professionnellement nos travaux puissent avoir le tableau complet de l’ordre de nos travaux.

Il ne m’appartient plus qu’à vous rappeler que sur le projet de loi n° 146 nous avons reçu un avis favorable et des observations de la part soit du Conseil permanent des collectivités locales, soit de la Conférence régionale pour l’économie et l’emploi, et ces deux avis ont déjà été transmis à tous les conseillers. La IIème Commission, qui a été chargée de l’examen du budget, a exprimé à la majorité un avis favorable et rapporteur de cet avis et des travaux de la commission est le Conseiller Cerise, auquel je donne la parole.

Cerise (UV) Devo chiedere scusa ai colleghi per due questioni. La prima è che nella relazione che vi viene distribuita c’è qualche "errorino", dovuto intanto al fatto che costituisce per me una primizia. È la prima volta che faccio la relazione al bilancio, o meglio a queste due leggi, e sarò sicuramente molto incompleto.

Questo è il quarto appuntamento della corrente legislatura con la legge finanziaria ed il bilancio. Esso costituisce un fondamentale momento di verifica dell’azione sin qui condotta e di messa a punto degli strumenti finanziari e normativi per l’attuazione del progetto politico contenuto nel programma di legislatura. Sotto questo punto di vista troviamo il primo dato positivo, infatti il rapporto fra le risorse destinate ai fondi globali e quelle per la legislazione vigente attesta come l’attuazione di questo programma sia stata rispettata nei tempi e nei modi previsti.

È stato detto che questo è "il bilancio del ritorno alla normalità". In effetti, dopo quello della tragedia del tunnel e quello dell’alluvione, in questo bilancio ci sono i segnali per chiudere questi episodi dolorosi e cicatrizzare nel limite del prevedibile e del possibile, le ferite da loro lasciate, per riprendere con nuovo slancio la strada della modernizzazione e dello sviluppo socioeconomico della nostra regione nel rispetto e nella valorizzazione della sua identità. Cammino che quei tragici eventi non hanno certamente fermato, ma solo reso per un tratto più difficile. In queste difficoltà va evidenziato che la nostra Regione si è scoperta più solida e reattiva di quanto si pensasse, elemento che contribuisce a stimolare e a rafforzare l’azione verso traguardi sociali ambiziosi. Guardando indietro e dentro il territorio della regione, si trovano le motivazioni per un razionale e giustificato ottimismo, ma i segnali che giungono dalla situazione internazionale e nazionale sono tutt’altro che rassicuranti e soprattutto fortemente contraddittori. Di essi si è dovuto qui tenere conto, per cui possiamo affermare che sulle certezze degli obiettivi politici, sociali ed economici che si intendono perseguire, gravano negativamente - per quanto non dipendano da noi - alcune incertezze che influenzano il bilancio.

L’attentato dell’11 settembre da una parte ha aggravato il rallentamento dell'economia americana, con riflessi negativi per quella europea; imporrà una revisione su scala mondiale della distribuzione della ricchezza con un diverso approccio delle politiche di cooperazione e stabilirà minori condizionamenti agli scambi commerciali.

Si è aperto un nuovo conflitto dagli sviluppi imprevedibili e preoccupanti, che costerà ingenti risorse a tutti i paesi coinvolti, ma nello stesso tempo ha disegnato nuove opportunità, come quella per la stabilizzazione in Medio Oriente, ha riavvicinato l’URSS agli Stati Uniti, ha reso più evidente la necessità che l’Europa si dia una politica estera di difesa e una Costituzione. Sono premesse che avranno già, a breve e medio termine, pesanti riscontri nell’assetto politico e nell’economia dell’Europa, riflessi che potranno rafforzare le identità economico-istituzionali come le nostre, oppure penalizzarle fortemente.

Le previsioni della Commissione europea, rese note in data 21 novembre, affermano che non ci sono per il 2002 grandi problemi per l’Italia, soprattutto se si considera che un gigante come la Germania si avvia a chiudere l’anno con un indebitamento netto del 2,5 percento. Il Governo nazionale ha confermato la stima di una crescita del 3,3 percento del prodotto interno lordo, ma sappiamo come sia il Fondo monetario internazionale e l’OCSE, oltre alla stessa Commissione, collochino le loro previsioni su un range compreso fra l’1,2 e l’1,8 percento; è un'ipotesi che potrebbe imporre di rivedere la stessa finanziaria nazionale.

L’azione che è stata portata avanti dal Governo e che ha come risultato una manovra per il 2002 di 17 miliardi di euro, richiede tagli e razionalizzazioni della spesa con inevitabili riflessi nel bilancio delle regioni, una per tutte l’intesa raggiunta con queste per i condizionamenti alla sanità.

Altre incertezze derivano dall’incidere del processo di decentramento anche in relazione a nuove proposte, intese ad accelerare il tragitto verso la trasformazione in senso federale dello Stato italiano. Sempre più urgente, e questo dalla proposta di bilancio è messo in evidenza, risulta la ridiscussione con lo Stato del finanziamento di compiti che si assolvono e di quelli che si dovranno assolvere.

Per quanto riguarda la nostra Regione, rileviamo come vi siano indicatori positivi; i trend occupazionali esprimono una costante crescita, sebbene ci si discosti ancora dall’allineamento dei contratti di lavoro a tempo determinato con quelli a tempo indeterminato per i nuovi assunti, evidenziando però che una facilitazione in tal senso avviene attraverso l’aumento costante del lavoro interinale, oggi attestatosi attorno alle 2000 unità.

La crescita delle imprese di settori come quello dei trasporti, delle intermediazioni finanziarie e monetarie, dei servizi alle imprese, testimoniano la vitalità della nostra economia. Il titolo I della parte entrate palesa come questa crescita abbia un effetto positivo su questo bilancio, che persegue l’obiettivo di sostenerla e consolidarla, affinché possa averlo per quelli futuri.

Per quanto riguarda le connessioni esistenti fra i due disegni di legge, esse saranno illustrate in una unica esposizione che segue il tracciato della legge finanziaria, sviluppando qualche considerazione estesa ad alcuni contenuti del bilancio. Questo anche considerato quanto è già stato detto e si dirà peraltro da sedi autorevoli.

In merito al Titolo I, Capo I in materia di entrata, è da rilevare come all’articolo 1 si disponga per autorizzare la Giunta regionale a contrarre uno o più prestiti per un aumentare massimo di 130 milioni di euro, destinati al finanziamento degli interventi di ricostruzione e di ripristino delle infrastrutture danneggiate dall’alluvione, come peraltro puntualizzato all’articolo 27. Si tratta di una decisione assunta in seguito all'incertezza dello Stato a farsi carico di queste spese, mentre è determinata la volontà della Regione di accelerare le fasi di riassetto definitivo dai danni dell’alluvione.

Il Titolo II, relativo alle spese, contiene nove capi. Al Capo I, relativo alla finanza locale e ai programmi di investimento, assume particolare rilievo politico la scelta effettuata all’articolo 7: con esso si viene a modificare l’impianto della ripartizione dei fondi ai comuni e alle comunità montane, disposti dalla legge n. 48/95. Il trasferimento prevede una somma complessiva di 176 milioni di euro, pari ad un 20 percento in più rispetto all’anno precedente.

In deroga a quanto previsto dalla legge n. 48, essa viene trasferita per 107 milioni di euro, pari al 61 percento, senza vincolo di destinazione, per 35 milioni di euro, pari al 20 percento, per gli interventi FRIO e FOSPI, e per assicurare gli ammortamenti di mutui degli enti locali accesi negli anni precedenti, per 33 milioni di euro, pari al 19 percento, con un vincolo di destinazione come indicato nell’allegato A.

Si tratta di una scelta concordata con il Consiglio permanente degli enti locali, che va nella direzione di rafforzare l’autonomia di questi enti di attuare il federalismo. Discende da essa una serie di conseguenze, che impongono tra l’altro nuovi criteri per la ripartizione dei fondi fra gli enti, una più impegnativa assunzione di responsabilità, dare continuità e farsi carico di quelle azioni intese a sostenere gli interventi non più compartecipati dalla Regione, tenendo però conto della programmazione di questa, delle risorse e degli investimenti che questa ha predisposto e organizzato nei singoli settori per soddisfare le esigenze della collettività, soprattutto nell’ambito sociale.

Il comma 3 definisce in 4,5 milioni di euro la quota da ripartirsi secondo le disposizioni della legge n. 41/97 e in 98 milioni di euro quella destinata ai comuni e in 5,297 milioni di euro quella alle comunità montane.

Come si vede, vengono fortemente contratti i fondi destinati alle comunità montane, le quali saranno però dotate di finanziamenti ulteriori da parte dei comuni stessi in relazione alle funzioni e ai servizi che questi affideranno loro.

Sono innovativi i disposti dei commi 4 e 5, con i quali si dispone la partecipazione del Comune di Saint-Vincent alla ripartizione dei fondi senza vincolo di destinazione come per gli altri comuni, e l'istituzione di un fondo pari allo 0,25 percento del fondo destinato alla finanza locale, di cui alla legge n. 48/95, previsto per il 2002 in 441.000 euro, destinato al finanziamento del Consorzio degli enti locali, tenuto conto che ad esso aderiscono tutti gli enti locali. Sono confermati, nell’ambito della spesa complessivamente prevista, i finanziamenti per Aosta quale moderno capoluogo regionale.

Il Capo II tratta l’importante settore delle politiche del lavoro e dei programmi comunitari. Per le prime l’investimento previsto è di 4 milioni di euro per il 2002, i programmi comunitari riguardano l’obiettivo 2 (riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali), e i programmi di cooperazione transfrontaliera noti come Interreg. In merito all’obiettivo 2 si ricorda come la Commissione europea, con decisione n. 2121 del 19 settembre 2001, ha approvato il Documento unico di programmazione (DOCUP).

Gli interventi previsti sono la prosecuzione della riconversione industriale per l’area ex Cogne, il completamento della riconversione dell’area autoportuale di Pollein-Brissogne, e il recupero e la valorizzazione del Forte di Bard, il radicamento della cultura di impresa, la progettazione e l’attuazione degli interventi per la realizzazione del microsistema di Pont-Saint-Martin, Bard e Donnas.

L’ammontare complessivo delle risorse è previsto nel triennio in 38.646.000 euro. I programmi Interreg attivano nello stesso periodo risorse per 15.680.000 euro.

A sottolineare l’impegno della Regione in materia sanitaria e sociale, si richiamano le disposizioni contenute nel Capo IV. All’articolo 15 dispone in 223.8130.000 euro la spesa sanitaria corrente, comprendente l’assegnazione all’USL della quota indistinta per il finanziamento di spese correnti, il trasferimento straordinario all’USL per il ripiano del presunto disavanzo di gestione dell’esercizio 2001, assicurato con risorse regionali, il rimborso al fondo nazionale degli oneri relativi alla mobilità passiva, gli interventi diretti della Regione e i trasferimenti all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e per il suo funzionamento.

L’entità di questi finanziamenti è quella stimata necessaria per assicurare, in qualità e numero, l’erogazione dei servizi e addirittura il loro ampliamento, senza ricorrere ad aggravi fiscali. Questo trasferimento determina un consistente aumento di risorse per l’USL e una diminuzione per le disponibilità dell’Assessorato. Con questa scelta si tenta anche di dare una soluzione al problema del disavanzo, prevedendo risorse sufficienti per far fronte alle necessità, fatta salva la lievitazione di costi non prevedibili al momento, in particolare per le voci relative ai farmaci e al personale, del quale è in corso di definizione il contratto di lavoro per il biennio 2001-2002, lievitazioni che non fanno capo a decisioni della Regione.

È chiaro che lo sforzo fatto da questa si deve accompagnare a quello di una razionalizzazione delle spese, senza penalizzare gli utenti. Gli investimenti di cui all’articolo 16 relativi alle strutture sanitarie e ospedaliere ed alle apparecchiature, ammontano a 8.676.000 euro.

Con essi si intende decollare con il "Concorso progettazione III fase presidio ospedaliero", che si prefigge lo scopo di attivare un project financing per realizzare l’ala nuova del Presidio ospedaliero in cambio della gestione da parte di privati dei servizi generali dell’Ospedale, la realizzazione del parcheggio dell’Ospedale e la gestione totale del Beauregard, inteso come riabilitazione e lunga degenza.

Altri qualificanti interventi sono l’attivazione della Risonanza magnetica nucleare, la cui apparecchiatura è appena arrivata, l’area di progettazione del fabbricato dell’ex Maternità e continuare l’opera di ristrutturazione per ospitare fra l’altro, assieme alla Psichiatria, il Centro socio-educativo di Quart e quello di Aosta, destinando quest’ultimo, previa sua ristrutturazione, ad ospitare i minori in affidamento che sono fuori Valle. Si concludono l’RSA di Antey, l’apertura del Centro traumatologico di Valtournenche, Ayas, Gressoney.

I contenuti dell’articolo 17 definiscono meglio il ruolo e le funzioni che l’ARPA viene ad assumere in quanto ente strumentale della Regione, e come tale in grado di costituire un importante supporto ai servizi di prefettura. Si rafforza in questo modo un sistema preposto alla sicurezza, alla salute e alla salvaguardia ambientale, che si potenzia ulteriormente con le disposizioni della legge prevista nei fondi globali, intesa a promuovere interventi finalizzati alla riduzione dell’inquinamento.

La spesa nel settore sociale, prevista in 47.823.000 euro, ai quali andranno aggiunti quelli provenienti dal Fondo sociale nazionale, attesta l’attenzione che vi è per esso. Con i fondi di questo bilancio si fa decollare il piano sociosanitario, proiettato verso la riorganizzazione dei servizi, per una migliore efficienza. Significativo l’impegno per la famiglia, previsto in 2.320.000 euro annui.

La Regione ha posto le basi per un'efficace azione nei confronti dell’assistenza ai minori, ora passata sotto la competenza dei comuni, ai quali sono state trasferite le risorse, come potrebbe avvenire per gli anziani a partire dal 2003; resta a carico della Regione attraverso investimenti impegnativi e rilevanti anche nel difficile ambito dei portatori di handicap, per il completamento di infrastrutture la cui presenza agevolerà gli enti locali nel dare continuità di programmazione e quindi di servizio alle fasce sociali interessate, senza soluzione di continuità.

L’articolo 25 del titolo V, relativo al patrimonio e alle partecipazioni, dispone per la liquidazione della Gestione Straordinaria della Casa da gioco.

Nel capo VI, relativo all’assetto del territorio e alla tutela dell’ambiente, oltre all’articolo 27, relativo alla destinazione dei fondi di cui all’articolo 1, per far fronte alle necessità di ripristino dei danni alluvionali - 107 milioni di euro per le opere pubbliche generali e 22.836.000 euro per le infrastrutture agricole - si innova in materia di edilizia pubblica con diverse norme.

L’articolo 31 dispone la possibilità di assegnare al fondo di rotazione destinato al finanziamento di mutui per la realizzazione di alloggi da parte di cooperative edilizie, mentre con l’articolo 32, oltre ad integrare la composizione della Commissione di edilizia residenziale pubblica con un membro designato dalla Presidenza della Giunta, avente il ruolo di collegamento fra Giunta e commissione, tenuto conto delle rispettive competenze, nei commi successivi si è inteso rendere condivisa, agevole e trasparente quella mobilità, qui definita "straordinaria", intesa a conciliare le esigenze degli utenti con le caratteristiche degli alloggi, che via via si rendono disponibili.

Con l’articolo 33 si prevede, per gli anni 2002-2003, di effettuare una sola graduatoria annuale per l’assegnazione dei mutui prima casa, dando maggiori e più solerti certezze ai richiedenti, dei quali entrano nella suddetta graduatoria mediamente un centinaio l’anno. Una ulteriore facilitazione per l’abitazione è preventivata nel fondo globale, con il quale si destinano 1.550.000 euro annui nel triennio, che dovrebbero corrispondere a circa una cinquantina di interventi di ricostruzione o di costruzione di edifici, da destinare alla locazione mediante canoni convenzionati ossia in favore dell’edilizia agevolata.

A conclusione di questo argomento dobbiamo evidenziare come per favorire l’accesso alla casa sono previste risorse complessive annue pari a 33 milioni di euro, dei quali poco più della metà per la proprietà e il restante per l’edilizia sovvenzionata e quella agevolata, comprese le risorse di cui al fondo globale. Con l’articolo 34 si definiscono i limiti per i finanziamenti per i mutui con i fondi di rotazione relativi al recupero di centri e nuclei abitati, in modo da evitare speculazioni, e si determina il momento al quale fare riferimento per il calcolo della penale in caso di violazione dei vincoli stabiliti dalla legge stessa, ponendo termine al contenzioso. Un altro capitolo dei fondi globali di rilevante interesse per i suoi numerosi riflessi è quello relativo alla legge sulla delocalizzazione degli edifici esposti a rischio idrogeologico.

Passando al Capo VIII, relativo agli interventi in materia di sviluppo economico, rileviamo la razionalizzazione che si propone con l’articolo 36, inteso ad evitare dispersive concomitanze fieristiche. Come si è già avuto modo di dire, il supporto allo sviluppo economico costituisce una delle colonne portanti del bilancio.

Il quadro dell’azione è articolato, sono potenziati i sostegni agli investimenti, il cui sistema di incentivazione sarà oggetto di razionalizzazione con una apposita legge prevista nei fondi globali, norma che avrà un forte contenuto innovativo, come la programmazione degli interventi preceduta dalla verifica dell’efficacia di quelli passati, oppure con l'introduzione di nuovi strumenti, quali ad esempio il concorso nelle fideiussioni con una parziale copertura da parte della Regione, le azioni per l'innovazione tecnologica e la partecipazione al capitale di imprese particolarmente interessanti dal punto di vista dell'innovazione.

Impegni crescenti sono presi in favore della ricerca e della sicurezza sui posti di lavoro, ovvero della qualità e dell’ambiente, questi ultimi anche in favore delle piccole e medie imprese attraverso un'apposita legge prevista nei fondi globali.

Sempre in questi fondi, troviamo la previsione di una legge che integra la legge n. 215/92, sull'imprenditoria femminile con la possibilità di formare delle graduatorie regionali. L’artigianato tipico verrà consolidato, tutelato e valorizzato attraverso una nuova legge, il cui finanziamento è previsto ancora nei fondi globali. Perseguendo l’obiettivo di attuare il federalismo e la sussidiarietà in campo economico, infine, si prevede la legge di riordino dei servizi camerali. Per il 2002, escludendo i fondi globali, sono previste a sostegno del settore industriale e artigiano risorse per un ammontare di 12.836.000 euro, mentre per quello dell'energia 1.388.000 euro.

Colgo l’occasione dell’articolo 37, con il quale si consente l’accesso alle disponibilità del fondo di rotazione per attuare le misure previste nel Piano di sviluppo rurale, Misura I A 1, finalizzate alla realizzazione delle opere di miglioramento fondiario, per spendere alcune osservazioni in materia di agricoltura. Nell’ottica di ritornare alla normalità, si prevede di sostenere una spesa di circa 22 milioni di euro per la sistemazione dei terreni e per opere di ripristino delle infrastrutture danneggiate dall'alluvione. Decolla il Piano di sviluppo rurale, la cui attuazione sarà monitorata e controllata.

Esso viene a sostituirsi alla legge n. 30 e ad altre leggi, fra cui alcune del settore delle risorse naturali. La sua attuazione impone un diverso approccio ai sistemi di aiuti al settore, che presuppone da una parte un buon livello di efficienza negli apparati, che al momento hanno dimostrato di possedere, come confermato dall'approvazione da parte dell’Unione europea dei programmi comunitari FACING OUT e LEADER PLUS, dall’altra la verifica dell'effettiva coerenza fra aiuti, gli obiettivi di questi e i risultati ottenuti.

Contrariamente a quanto si va ventilando, il volume complessivo delle disponibilità di bilancio per il settore dell’agricoltura, al netto delle somme destinate alla ricostruzione delle opere danneggiate dall'alluvione, è pari a 92.564.000 euro, con un leggero incremento rispetto agli anni precedenti. In particolare, per quanto attiene il comparto zootecnico, sono ad esso destinati circa 19 milioni di euro, più 1,5 milioni di euro previsti nei fondi globali, confermando il livello di spesa degli anni passati senza tenere conto per la sua irrilevanza dell'eventuale fluttuazione legata ai nuovi sistemi di erogazione dei contributi, che nel triennio si compensano con una tendenza all’aumento.

È stato di recente internazionalmente accettato il ruolo polifunzionale dell’agricoltura, ruolo tanto più importante quanto più è delicato il sistema ambientale, nel quale si svolge l’attività agricola. Ruolo che si traduce in servizi e che, seppure riconosciuto, stenta a far legittimare il suo corrispettivo, sovente scambiato per una indebita forma di assistenzialismo. Il prodotto interno lordo della nostra agricoltura si situa tra il 50 e il 60 percento di quanto si investe complessivamente nel settore. Il che significa che l’onere corrisposto per il servizio reso dall’agricoltura è pari a 40-45 milioni di euro, cifra molto più bassa del suo valore reale: basterebbe pensare al suo prezzo di surrogazione. La differenza fra l’onere sopportato dalla collettività per servizi resi all’agricoltura e il valore di questi, costituisce un differenziale negativo che si ripercuote sul settore, in particolare per quanto riguarda la redditività delle aziende per rapporto all’impegno lavorativo e i condizionamenti imposti alla qualità della vita degli addetti. In altri termini, gli agricoltori si fanno carico di oneri che non gli sono riconosciuti; questo significa che se si vuole dare all'agricoltura valdostana un futuro, occorre colmare questo differenziale egualizzando i costi attualmente sostenuti per essi e il valore effettivo, o se si vuole, il loro giusto prezzo.

Il recente vertice dell'organizzazione mondiale del commercio ha riconosciuto le produzioni di origine protetta come contropartita all’abbattimento delle barriere doganali per i prodotti agricoli provenienti da paesi più poveri. In questo modo si avrà un abbassamento dei prezzi delle produzioni agricole, ma si riservano quote di mercato molto remunerative per i prodotti di nicchia, come sono i nostri, a condizione che questi siano di qualità. Questo risultato può essere raggiunto se i conduttori delle aziende agricole sono posti in un contesto ottimale, che si può costruire con un consenso e un'attenzione dell'intera collettività e di tutte le istituzioni; in mancanza, servizi e prodotti non potranno che essere mediocri e l’agricoltura sarà destinata a vedere emorragicamente ridurre i suoi addetti con prospettive ridotte per il futuro.

Un'ultima annotazione per quanto riguarda questo settore si riferisce al fondo globale, che destina 3,615 milioni di euro per la valorizzazione e la tutela delle località Mont Mars e Cheney-Valtournenche; in particolare, per quest’ultima, si persegue l’obiettivo di far decollare un progetto rivolto a definire in modo sensibile gli interventi necessari a permettere di svolgere le attività agricole e turistiche in atto, le manutenzioni al territorio e alle costruzioni, compresi gli adeguamenti abitativi nel rispetto delle caratteristiche del sito.

Nel settore del turismo, dello sport, del commercio e dei trasporti il livello della spesa rimane confermato, essendo previste risorse per 71.930.000 euro nell’anno 2002, alle quali vanno aggiunti 3.600.000 euro trasferiti nei fondi della finanza locale, confidando che le attese conseguenti alla pianificazione a suo tempo effettuata dalla Regione con gli enti locali siano soddisfatte. Tra questi fondi vi sono abbondantemente quelli per le pro-loco, per il cofinanziamento delle manifestazioni e delle infrastrutture sportive di interesse comunale. Tra gli interventi più importanti in campo turistico vengono segnalati il prosieguo e l'implementazione delle attività pubblicitarie e promozionali, finalizzate a consolidare e sviluppare l’immagine turistica della regione, la conferma delle modalità di intervento per incrementare il turismo alpinistico ed escursionistico e la pratica del golf. Due i provvedimenti legislativi previsti nei fondi globali, entrambi aventi per oggetto le piste da sci: l’uno per dotarle di sistemi di sicurezza, l’altro in favore dei comprensori sciistici di interesse locale. Per i trasporti si persegue l’ulteriore qualificazione delle reti di quelli pubblici a seguito del rilascio delle nuove concessioni per il trasporto su gomma e l’effettuazione di ulteriori importanti investimenti per l’ammodernamento dell’Aeroporto regionale. Va richiamato l’impegnativo appalto per l’affidamento del trasporto pubblico. Nel commercio e nel turismo si apprezzeranno gli impulsi dei nuovi istituti previsti dalla legge n. 19/2001.

Nel capo IX, interventi in materia di promozione sociale, si contano cinque articoli con i quali si effettuano modesti adeguamenti normativi. Da una lettura dei dati di bilancio si può sottolineare il mantenimento degli alti livelli di intervento in favore del sistema educativo e formativo della Regione.

Per quanto riguarda l’istruzione, che assorbe 29.600.000 euro, a cui si devono aggiungere 82.141.000 euro per il personale direttivo e docente, viene rafforzata l’autonomia delle istituzioni scolastiche trasferendo loro non solo eque risorse finanziarie, ma anche competenze decisionali. Nel settore dei beni culturali gli investimenti ammontano a 21.452.000 euro e sono coerenti con la programmazione effettuata e approvata dal Consiglio regionale.

Infine voglio richiamare, fra le piccole cifre, ma grandi di significato, l’aumento del 20 percento dei fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo. Se al relatore è consentito esprimere una definizione sintetica di questo bilancio, direi che esso è privo di "periferia", ma mirato, essenziale ed efficace. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno portato il loro contributo in sede di audizione e i dirigenti dell’Assessorato alle finanze.

Président La parole à l’Assesseur au budget, aux finances et à la programmation, Agnesod.

Agnesod (UV) Merci au Conseiller Cerise pour son rapport au Conseil et aussi aux membres de la IIème Commission, et à tous les conseillers pour le travail d’analyse accompli sur ce budget.

C’est l’avant dernier budget prévisionnel de la législature celui que nous vous présentons aujourd’hui; 2002 sera l’année du retour à la normalité. Après les événements tragiques qui l’ont si profondément marquée, notre communauté devra retrouver son rythme d’activité habituelle pour continuer à construire son avenir sur des bases solides et assurer à chacun de ses membres un bien-être équilibré et durable. Nul ne pourra oublier les heures douloureuses de l’incendie du Tunnel du Mont-Blanc, le 24 mars 1999, et de la catastrophe naturelle des 14 et 15 octobre 2000, les vies tronquées et le territoire dévasté. Mais nous devons nous tourner vers l’avenir. Ce budget prévoit les ressources nécessaires pour achever les travaux entrepris afin de faire face à de tels événements, pour investir dans le développement, pour injecter une nouvelle sève dans les différents secteurs stratégiques qui composent la trame de l’économie de cette région. C’est sur ces fondements que nous avons planifié le budget 2002 et le budget pluriannuel 2002/2004.

Notre premier objectif réside dans la conclusion des travaux en cours et la liquidation des sommes dues au titre des dommages causés par l’inondation aux particuliers et aux entreprises. Pour ce faire, et pour éviter que ces questions ne traînent en longueur, la Région a choisi de s’engager dans une action qui - indépendamment des décisions de l’Etat italien - lui vaudra de clore ce chapitre en 2002 ou, pour les interventions d’une certaine ampleur, entre 2002 et 2004. Il s’agit là d’un projet ambitieux, mais qui reflète le sérieux, la cohérence et l’esprit de décision qui ont caractérisé le Gouvernement et sa majorité depuis le début de la législature. Conformément à tout ce que nous avons fait jusqu’à présent, nous avons par ailleurs décidé de privilégier l’essor et le soutien de l’économie sans pour autant sacrifier notre engagement en matière sociale, qu’il s’agisse du domaine de la santé ou de celui de la culture. Le document que nous vous présentons est donc un véritable programme susceptible de permettre à notre région de créer pour ses habitants les conditions de vie toujours meilleures.

La conjoncture économique internationale était déjà en phase descendante au premier semestre 2001 et l’attaque des tours jumelles de New York, la guerre et le risque d’attentats terroristes ont donné naissance à une situation extrêmement incertaine dont les politiques économiques vont devoir tenir compte, à court terme du moins. Pour la première fois depuis vingt ans, l’économie des pays industrialisés aborde une période de récession.

Les variations des PIB le prouvent bien, d’ailleurs: les Etats-Unis qui avaient connu une croissance de 5 pour cent en 2000 n’affichent qu’un chiffre de 1,1 pour cent cette année et leurs prévisions font état de 0,7 pour cent pour 2002. Le Japon passe de 1,7 pour cent en 2000 à - 0,7 pour cent en 2001, avec une perspective de - 1 pour cent pour 2002. La Grande-Bretagne avec ses 3 pour cent en 2000, ne parvient qu’à 2,3 pour cent en 2001 et espère se stabiliser à 1,7 pour cent en 2002. Pour ce qui est des pays de l’Euro, les 3,4 pour cent de l’année 2000 ont laissé la place à 1,6 pour cent en 2001 et les prévisions pour 2002 avancent le chiffre de 1,4 pour cent. Dans leur ensemble, les pays de l’OCDE devraient connaître une croissance de 1 pour cent en 2001 comme en 2002, alors que les données de l’an 2000 étaient de 4,1 pour cent. Les diminutions sensibles du taux d’intérêt décidées par la "Federal Reserve" et par la "Banque Centrale Européenne" pour favoriser la reprise économique ne sont guère parvenues qu’à atténuer les effets d’une crise économique qui, si l’on en croit les prévisions extrêmement prudentes du Fonds monétaire international, de l’OCDE et de l’Union européenne, ne devrait laisser place à la reprise qu’au deuxième semestre de 2002, une tendance qui devrait s’affirmer en 2003.

Pour ce qui est de l’économie italienne, qui affichait en l’an 2000 de bonnes performances avec une croissance de 3 pour cent, elle accuse, elle aussi, l’impact de la crise internationale et présente aujourd’hui un ralentissement marqué: les plus récentes estimations donnent pour le PIB une progression de l’ordre de 1,6 à 1, 8 pour cent au titre de l’année en cours et de 1,2 pour cent pour 2002. Tous les autres indicateurs économiques principaux sont également à la baisse ou, dans la meilleure des hypothèses, stables:

la consommation des ménages (3,3 pour cent en 2000) ne progresse plus que de 1,7 pour cent en 2001 et devrait atteindre 2,3 pour cent en 2002;

les exportations chuteront à 4,8 pour cent en 2001 et probablement à 2,3 pour cent en 2002, alors qu’elles connaissaient une croissance de 12,3 pour cent en 2000;

le taux d’emploi devrait rester stable au cours des deux prochaines années, aux alentours de 37 pour cent, tandis que le taux de chômage subira probablement une légère hausse, de 0,1 pour cent.

Malgré la crise nationale et internationale, la tragédie de l’inondation et la fermeture du Tunnel du Mont-Blanc - autant de facteurs qui ont pénalisé l’économie de la Vallée d’Aoste -, les projections sont particulièrement positives. S’il est vrai qu’une telle progression est liée à des facteurs contingents - d’une part, le tourisme qui redécouvre les destinations de proximité au détriment des voyages exotiques, du fait de la peur pour les attentats et, d’autre part, la baisse des exportations qui n’affecte presque pas l’économie valdôtaine -, il n’en est pas moins vrai qu’elle se fonde sur la solidité de notre système économique, laquelle résulte notamment de l’efficacité de l’action menée par le Gouvernement régional, ces dernières années, en vue de la promotion de l’essor de nos entreprises.

Les indications sur la croissance sont claires: en 2002, le produit interne brut de la Vallée d’Aoste augmentera de 3,6 pour cent, soit environ trois fois plus que celui de l’Italie et ceux du Trentin-Haut-Adige, de la Lombardie et de la Vénétie, régions notoirement prospères; ce chiffre est par ailleurs deux fois et demie plus élevé que celui des Etats de l’euro! De plus, la Vallée d’Aoste sera la première région d’Italie pour ce qui est du taux d’emploi et connaîtra une hausse de la consommation des ménages inférieure uniquement à celle du Trentin-Haut-Adige.

L’imminente remise en service du Tunnel du Mont-Blanc - indépendamment des questions qui restent à trancher au sujet de la réglementation du trafic - ne pourra que confirmer les prévisions d’un développement de notre économie et permettra, entre autres, de réduire les coûts d’importation et d’exportation des biens produits par nos entreprises. En conclusion, tout en continuant à surveiller la situation économique afin d’en détecter les mutations et d’appliquer promptement les mesures de correction éventuellement nécessaires, nous sommes confiants dans la tenue et dans l’essor du système économique régional.

Il ressort du rapport 2001 de la Banque d’Italie une croissance de 9,8 pour cent des prêts bancaires consentis en Vallée d’Aoste, c’est-à-dire une tendance à la hausse tant des financements accordés aux activités de production que du total des prêts. Les emprunts à moyen et long terme représentent plus de 80 pour cent de cette augmentation.

S’il est vrai que le loyer de l’argent est influencé à la fois par la réduction des taux au plan européen et par la concurrence au plan local - songeons au nombre d’établissements de crédit qui opèrent sur le marché valdôtain -, il n’en est pas moins vrai que, dans notre région, celui-ci demeure quelque 70 centièmes de point plus élevé que dans des zones limitrophes (7,14 pour cent en Vallée d’Aoste contre 6,45 pour cent dans le Nord-Ouest de l’Italie, au mois de mars 2001).

Le scelte di fondo operate per l’elaborazione di questo bilancio sono volte a creare le condizioni per il definitivo superamento dei problemi causati dai tragici eventi passati e per uno sviluppo ed una crescita del "sistema Valle d’Aosta".

Dopo l’avvio quest’anno di importanti iniziative che incideranno positivamente sul tessuto economico e sociale della nostra regione a breve, ma soprattutto a medio e a lungo termine - mi riferisco in particolare alla "operazione energia", all’avvio della "Libera Università della Valle d’Aosta" e dello "Istituto di credito valdostano" -, dopo aver operato per la modernizzazione della macchina regionale e per l’attuazione della società dell’informazione, ci presentiamo con un bilancio di largo respiro che punta al consolidamento e al rilancio dell’economia. È un bilancio che ha potenzialità notevoli conseguenti a scelte operate in sintonia con il programma che questa maggioranza aveva presentato in Consiglio all’inizio di legislatura.

In premessa all’analisi del documento contabile, vorrei sottolineare una voce di spesa significativa, 210 milioni di euro, che rappresentano le risorse previste nel programma degli interventi conseguenti al catastrofico evento alluvionale che ha ferito profondamente la nostra comunità nell’ottobre del 2000. Vogliamo così rispettare un duplice impegno: rifondere in breve tempo i danni materiali subiti dalla popolazione e ripristinare al più presto l’ambiente ponendo in sicurezza il territorio devastato in quelle tragiche giornate.

In attesa di conoscere l’entità delle risorse che lo Stato destinerà per questo evento alle regioni e, di conseguenza, la quota assegnata alla Valle d’Aosta, abbiamo previsto nel bilancio 2002 la possibilità di accedere attraverso i BOR ad un nuovo finanziamento (130 milioni di euro) da acquisire sul mercato dei capitali. L’esperienza maturata e l’immagine positiva acquisita dalla nostra regione in occasione della prima esperienza in questo nuovo sistema di finanziamento ci inducono a ritenere, se necessario, proficuamente percorribile questa strada che ci consentirebbe di concludere la fase di ricostruzione e di rimborsare i danni come previsto dalle normative vigenti in materia, senza trascinare nel tempo queste problematiche, come purtroppo è avvenuto in passato in molte parti d’Italia.

Malgrado le ingenti risorse finanziarie assorbite dal "capitolo alluvione", siamo riusciti a mantenere e, talora, ad incrementare i fondi destinati al sostegno concreto dello sviluppo che era, è e rimane l’elemento caratterizzante la nostra azione di governo, con l’assegnazione di risorse nel settore dello sviluppo economico pari a circa 185 milioni di euro destinati ai vari settori strategici della nostra economia.

Nel settore agricolo la previsione di bilancio è caratterizzata dalle importanti novità normative introdotte dal Piano di sviluppo rurale adottato in ottemperanza alle disposizioni comunitarie per l’agricoltura. Tali novità caratterizzano le richieste di stanziamento per il prossimo triennio tendendo all’attuazione completa delle azioni previste dal Piano al fine di permettere globalmente e per distinte misure, l’evoluzione del settore agricolo valdostano verso la ricerca della qualità globale all’interno delle filiere produttive, con particolare riguardo all’equilibrio inalterabile e fondamentale che deve esistere tra azienda e territorio.

In particolare sono state stanziate importanti risorse (circa 20 milioni di euro al settore zootecnico e ben 37 al programma infrastrutturale per l’agricoltura) per garantire ai nostri imprenditori agricoli un’attenzione ed una sicurezza nella conduzione delle loro aziende inserite in un territorio difficile e chiamate a fronteggiare momenti contingenti di difficoltà generali del settore dovuti a cause esterne (ad esempio la BSE). Accanto a tali novità normative, anche il settore agricolo deve procedere al ripristino delle infrastrutture danneggiate dagli eventi alluvionali, in quanto indispensabili per una rapida ripresa di tutta l’attività produttiva con evidenti ricadute positive sia sull’assetto idrogeologico del territorio, sia sull’aspetto visivo e quindi di fruizione turistica del paesaggio. Particolare attenzione dovrà essere posta, seguendo il percorso intrapreso da alcuni anni, all’attività di difesa e di tutela dei boschi dalle devastazioni causate dagli incendi.

A tale fine è prevista la realizzazione di opere e infrastrutture con funzioni antincendio realizzate in modo particolare dagli enti locali, dai consorzi di miglioramento fondiario e dai privati stessi. Anche in questo caso si tratta di dare attuazione a normative, tenendo conto delle modalità e dei criteri contenuti nel "Piano di sviluppo rurale" che sostituiscono analoghe disposizioni in materia operanti in passato e che consentono di ottenere una gestione sostenibile delle nostre foreste.

La tutela del territorio regionale dai rischi idrogeologici costituisce una delle finalità fondamentali dell’Amministrazione regionale. La sistemazione del territorio deve permettere di organizzare lo spazio in modo tale che si determini un armonico equilibrio tra popolazione, risorse produttive e ambiente fisico, realizzando sia a livello teorico, sia pratico, un complesso interrelato e razionale di scelte insediative.

Questo complesso di scelte, da un lato, si fonda su precisi criteri di natura economica, dall’altro, è condizionato da esigenze e valori culturali, etici, storici, ricordando però che in ogni caso è limitata la capacità delle diverse porzioni di territorio a sostenere modifiche suscettibili di incrementare il flusso dei servizi resi. Il territorio è inteso quindi come spazio fisico dal quale trarre risorse e nel quale sviluppare la vita (economica, sociale, culturale) di una comunità. Si tratta quindi di un bene unico, primario e sulla buona conservazione del quale si basa la stessa sopravvivenza della nostra comunità.

È in questa direzione che è stata collocata la scelta di posizionare, quale obiettivo strategico contenuto in questo bilancio, non solo il ripristino dei danni alluvionali dell’ottobre 2000, ma la difesa del territorio e il suo monitoraggio per una prevenzione che, superata l’emergenza, ci conduca alla realizzazione degli interventi generali strategici contenuti nel "Piano dell’assetto idrogeologico" approvato dalla Regione. In grande sintesi gli interventi si focalizzano su tre direttrici di base: azioni riguardanti la rete idrografica principale (vale a dire il reticolo idrografico principale della Dora Baltea), quello definito nel piano minore e riferito alla parte montana del bacino e l’approccio ai fenomeni di dissesto dei versanti. A seguito dell’evento alluvionale, si rende necessario far fronte in via prioritaria al ripristino dei danni provocati dalle piene dei corsi d’acqua e dalle diverse frane originate dalle ingenti piogge. I criteri sono stati definiti nel "Piano degli interventi urgenti" approvato e recentemente aggiornato dalla Giunta regionale. L’attività è improntata comunque a progetti definiti prima e a seguito dell’alluvione ed alcuni criteri e modalità di intervento stabiliti in via d’urgenza rientrano e rispettano comunque il quadro dei principi generali.

Per questi motivi e con questi obiettivi, nel bilancio si rileva nel settore "assetto del territorio" per l’anno 2002 un +36,68 percento, ma anche nel triennio un'importante assegnazione di risorse regionali (303 milioni di euro nel 2002, contro i 142 dell’assestato 2001); una scelta di base che ci consente di superare definitivamente l’emergenza e di completare le opere di prevenzione e di messa in sicurezza del nostro ambiente in generale.

Adeguati strumenti di sostegno al settore terziario sono contenuti nel documento finanziario in esame, tenuto conto dell’importanza che lo stesso riveste nella nostra realtà economica, sociale e culturale. L’obiettivo primario rimane la promozione dell’immagine globale della nostra regione e la valorizzazione di tutto il territorio e delle peculiarità in esso contenute (neve, bellezze ambientali, beni culturali, gastronomia, artigianato tipico, prodotti agricoli).

L’intervento finanziario più significativo è rivolto alla piena attuazione della normativa approvata di recente riguardante il sostegno alle attività turistico-ricettive e commerciali. Complessivamente per gli interventi promozionali per il commercio e per lo sviluppo delle attività alberghiere ed extralberghiere sono stati stanziati, per l’anno 2002, oltre 7 milioni e mezzo di euro. Questi due settori, anche se diversi per problematiche e strategie operative, risultano complementari e funzionali a garantire un’appropriata crescita strutturale dell’economia valdostana.

Sono oggetto di finanziamento, oltre alle imprese commerciali e a quelle ricettive tradizionali del settore alberghiero e all’aria aperta, anche alcune tipologie nuove del settore extralberghiero, quali le case e gli appartamenti per vacanze e le "chambres d’hôtes", indicazione, questa, di una volontà di allargare il sostegno a settori emergenti rivolti ad una potenziale nuova utenza per offrire, soprattutto in alcune zone della nostra regione, un livello di ricettività migliore di quello attuale con un beneficio generale per tutto il comparto e, di conseguenza, per l’economia della regione.

Nel settore industriale delle imprese una particolare attenzione è stata dedicata ai contributi per la ricerca che sono stati previsti in aumento e fissati nella misura di 4 milioni di euro nel 2002 e di 5 milioni nel 2003 e 2004. Si tratta di interventi strategici per consentire alle nostre aziende di migliorare la loro competitività a salvaguardia e per il potenziamento dell’occupazione; agli interventi strutturali sono destinati 5,5 milioni di euro nel corso del 2002. Sui sistemi di qualità aziendale è prevista l’estensione di benefici anche per la realizzazione di sistemi di gestione ambientale. Più di 3 milioni di euro nel triennio rimangono destinati per le spese di interventi di realizzazione di nuovi insediamenti produttivi concernenti l’area industriale Cogne di Aosta.

Nel settore delle imprese si intende continuare a fornire un supporto nella ricerca di mercati alternativi e specifici settori suscettibili di sviluppo e di potenziamento dell’attività. L’impegno per la crescita e lo sviluppo non può essere destinato esclusivamente al settore economico produttivo, ma deve essere finalizzato ad un generale miglioramento della qualità della vita dei Valdostani.

L’attenzione che poniamo ai trasporti per un miglioramento del servizio a favore dei residenti e dei turisti - e qui ricordo il progetto di adeguamento funzionale dell’Aosta/Pré-Saint-Didier, il ripristino dell’Aosta-Chivasso, il collegamento Cogne-Charemoz/Pila-Plan Pra, una politica tariffaria attenta alle esigenze ed ai bisogni dell’utenza, il nuovo appalto dei trasporti pubblici su gomma - trova riscontro nel rilevante impegno finanziario complessivo per il settore (circa 93 milioni di euro). Riconfermiamo inoltre l’impegno di sostenere la realizzazione del tunnel ferroviario Aosta-Martigny, inserito in un contesto di collegamento internazionale nord-sud complementare alla direttrice Torino-Lione.

Con la convinzione che gli impianti a fune rappresentino l’anello portante della catena dell’offerta turistica montana, abbiamo voluto destinare importanti risorse al settore, prevedendo uno stanziamento di 51 milioni e mezzo di euro a favore di società di impianti di risalita per la realizzazione di investimenti. Il rinnovo, l’adeguamento e la ristrutturazione di queste infrastrutture rappresentano un determinante biglietto da visita per tutto il turismo valdostano.

All’inizio del prossimo anno saranno inoltre completati gli interventi all’Aeroporto "Corrado Gex", in modo tale da renderlo funzionale e rispondente in maniera completa alle esigenze di tutta la comunità valdostana. È in fase di elaborazione una normativa-quadro per l’esercizio e l’uso dell’Aeroporto regionale, tenendo conto delle necessità dell’utenza e delle precise regolamentazioni in materia di navigazione aerea.

I servizi alla persona sono quindi, a nostro avviso, il fondamento di qualunque azione intrapresa dall’ente pubblico che per sua natura deve operare per tendere al maggior risultato possibile per il benessere collettivo di tutta la comunità amministrata.

I servizi alla persona sono distinti in due grandi comparti: sociale e culturale. Nel sociale abbiamo dato in questi due anni risposte importanti e significative ai bisogni della comunità. Un esempio per tutti è la legge sulla famiglia, con la quale siamo stati all’avanguardia rispetto a quasi tutte le altre regioni e allo Stato italiano stesso, proponendo una normativa efficace, attenta alle esigenze ed in grado di dare le giuste risposte che il cittadino si aspetta dall’ente pubblico. Con l’adozione del "Piano sanitario 2002/2004" ci troviamo nelle condizioni di governare la sanità lasciando la gestione all’Azienda USL, una distinzione di ruoli che giova alla nostra azione prodotta, così, con maggiore incisività e con una visione globale della pianificazione della politica del settore.

L’Amministrazione regionale, per la conformazione territoriale della Valle d’Aosta e la capillare distribuzione della popolazione sul territorio, si trova ad amministrare una regione che deve sopportare maggiori oneri per garantire un livello adeguato di assistenza ai propri cittadini; non sono possibili economie di scala. La spesa destinata al funzionamento di tutto il comparto ammonta a circa 266 milioni di euro dei quali 11 milioni sono destinati alle strutture sanitarie e 35 milioni all’assistenza ed ai servizi sociali. Sono cifre e risorse importanti che danno la misura dell’impegno che l’Amministrazione pone in questo settore esclusivamente con risorse proprie.

È opportuno ribadire che la nostra regione, dal 1993 ad oggi, non ha goduto di assegnazioni di risorse in compensazione della spesa sanitaria. Ma se, fino al 1997, la tassa sulla salute garantiva un certo gettito a copertura della spesa sanitaria (anche se il divario entrate-spesa andava di anno in anno ampliandosi), dal 1998 in poi con l’introduzione dell’IRAP e con la verifica reale del gettito non basata su ipotetiche cifre previste dallo Stato, si evidenzia un disequilibrio allarmante, non più sostenibile da parte della Regione, che può portare al rischio di chiusura di servizi fondamentali se non indispensabili.

Il futuro assetto del servizio socio-sanitario della Valle d’Aosta prende avvio da una serie di linee guida di strategia programmatoria. In sintesi, l’impianto programmatorio si sviluppa in un'ipotesi di macro contesto caratterizzato dalla ricerca continua dell’integrazione tra assistenza sociale e assistenza sanitaria che garantisce risposte equamente distribuite nella popolazione, con efficacia notevole perché le azioni sono sinergiche e complementari.

Le dinamiche dei nuovi bisogni sono evidenziate dalle necessità di servizi assistenziali per cure a lungo termine che sono in costante aumento, dovuto principalmente all’invecchiamento generale della popolazione, alla riduzione della potenzialità di assistenza da parte dei nuclei famigliari, alla caratterizzazione del sistema ospedaliero sempre più rivolto verso l’assistenza agli acuti con livelli sempre più spinti di specializzazione e di tecnologia ed ultimo, ma non meno importante fattore, è l’aumento, specifico per classi di età, dell’aspettativa di vita media dei cittadini affetti da malattie croniche o disabilitanti. Questo settore, quindi, risente in maniera diretta ed immediata dell’evoluzione e dei mutamenti sociali in atto nella comunità. Ad un attento lavoro di prevenzione devono seguire interventi efficaci e generali, con un’attenzione particolare alle fasce più deboli della popolazione, che rischierebbero l’emarginazione se i principi fondamentali dovessero mutare o essere legati a concetti puramente economici come impresa e redditività.

All’interno della politica per il cittadino, dobbiamo inoltre prioritariamente favorire i processi destinati a migliorare l’accesso alla formazione, ad aumentare i livelli di scolarizzazione dei Valdostani, anche nel solco di una tradizione che vede la Valle d’Aosta come regione europea storicamente con indici di analfabetismo praticamente nulli. È nostra intenzione continuare ad investire in questo settore e rimanere un modello da seguire e un esempio per tutti. In questa direzione si orientano le azioni e le proposte contenute nel bilancio, quali la piena applicazione della legge n. 19/2000 sull’autonomia scolastica con trasferimenti di fondi alle istituzioni scolastiche per lo svolgimento, senza alcun vincolo, di attività di istruzione, di formazione e di orientamento finalizzate alla realizzazione di progetti di particolare interesse e complessità; tali fondi ammontano per il 2002 a 3 milioni e 300 mila euro.

In questi ultimi due anni abbiamo poi dato attuazione alle norme della legge n. 127/97, rafforzando le misure sia normative che finanziarie, finalizzate al completo esercizio dell’Istituzione universitaria che andrà a pieno regime nel triennio 2002-2004. A partire dal settembre del 2000 abbiamo incrementato i corsi in scienza della formazione primaria e della scuola di specializzazione; in questo anno accademico hanno preso il via anche i corsi di economia per i settori turismo, pubblica amministrazione e piccole e medie imprese. È un importante obiettivo strategico che questa Giunta e questa maggioranza hanno raggiunto mettendo a disposizione della nostra comunità uno strumento flessibile, dotato di docenti di livello internazionale e altamente qualificati, orientato al soddisfacimento delle esigenze dei nostri giovani e indirizzato alla ricerca, fattore indispensabile per l’innalzamento del livello scientifico e quindi qualitativo dell’Ateneo. Lo stanziamento per sostenere questa fondamentale iniziativa è di 4 milioni di euro per il 2002.

Sempre nel settore culturale è da rilevare il costante impegno di risorse (13 milioni di euro per il 2002) destinate alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali, archeologici e architettonici. Gli interventi più rilevanti si riferiscono all’area del Teatro romano, al Parco archeologico di Saint-Martin de Corléans, al Castello di Aymavilles, al Forte di Bard; sono previsti anche altri interventi di minore rilevanza finanziaria, ma importanti per il progetto di fare della Valle d’Aosta un "Museo globale" da proporre a turisti, appassionati e studenti qualificando l’offerta e creando un nuovo e rinnovato interesse nei confronti della nostra regione.

Per quanto concerne gli interventi per la persona, per il cittadino è importante l’entrata in funzione dell’URP (Ufficio Relazioni per il Pubblico), che andrà a regime nel corso del 2002. L’iniziativa, che rappresenta un importante punto di contatto fra Amministrazione e cittadino, è impostata con un’ottica manageriale che tende al miglioramento del servizio pubblico eliminando, nei limiti possibili, gli aspetti burocratici legati all’Amministrazione e favorendo un’efficace ripresa di fiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni grazie ad una corretta informazione e a risposte adeguate alle piccole e grandi esigenze quotidiane.

Vorrei sottolineare, a questo punto dell’analisi, l’importanza che rivestono per noi due tematiche fondamentali per lo sviluppo economico e sociale della nostra Regione; la formazione professionale e la politica del lavoro alle quali, per interventi a carattere specifico, sono destinati 17 milioni e 670 mila euro.

Il piano triennale, rivisto tenendo conto degli eventi alluvionali, della chiusura del Traforo del Monte Bianco e della nuova programmazione europea 2000-2006 pone alcuni macro-obiettivi quali occupabilità, adattabilità, imprenditorialità, pari opportunità quali pilastri fondamentali della strategia per l’occupazione.

In questo contesto il piano dovrà creare le condizioni favorevoli per il rafforzamento della concertazione con le parti sociali sui temi dello sviluppo economico e sociale alla luce del "Patto regionale per lo sviluppo" e dotare la nostra regione di un sistema di formazione professionale innovativo e raccordato alle politiche del lavoro, incrementando le iniziative e gli strumenti per l’orientamento e per la creazione di moderni servizi per l’impiego. Il piano di politica del lavoro a livello regionale è inserito nei nuovi obiettivi che l’Unione europea ha voluto designare attraverso la definizione del programma del Fondo Sociale Europeo con validità 2000/2006.

Con questo nuovo progetto, l’Unione europea ha radicalmente trasformato i fondi strutturali per rispondere meglio alle nuove opportunità ed ai nuovi bisogni di una comunità in continua evoluzione. L’obiettivo generale è di favorire la crescita qualitativa dei lavoratori, favorendo l’integrazione sociale, sviluppando le pari opportunità sia nei confronti delle donne, sia dei soggetti più deboli.

L’impegno di ogni stato membro è stato quello di dotarsi di piani nazionali e in questa direzione trovano spazio i "Piani Operativi Regionali" (P.O.R.). Complessivamente le risorse finanziarie per il 2000/2006 destinate al Piano operativo regionale della Valle d’Aosta sono di circa 92 milioni di euro, di cui 91 di risorse di fondi pubblici (45 percento Fondo Sociale Europeo, 44 percento Stato e 11 percento Regione) che rappresentano uno straordinario volano, non solo economico, per rilanciare il nostro sviluppo e consolidare la nostra crescita. In quanto ad innovazione, in questi anni la Regione ha investito importanti risorse per la modernizzazione della "macchina regionale".

Il percorso deve essere completato e lo sforzo finanziario per 2002 (14 milioni e 830 mila euro) è finalizzato all’attuazione di quanto previsto dal "Piano d’azione per lo sviluppo della società dell’informazione". In particolare, al fine di rendere sempre più efficace, efficiente e produttiva l’azione della Regione, sono previsti interventi qualificanti da realizzare nel prossimo triennio per avviare il già citato Ufficio relazioni con il pubblico, per il telelavoro, per la gestione informatizzata dei documenti, compresa la completa archiviazione elettronica e la pubblicazione controllata in rete.

Le entrate previste sono frutto di un’attenta valutazione dell’andamento di alcuni macroindicatori a livello regionale e il riflesso che su questi possono avere fattori esterni alla nostra regione. Rispetto all’anno 2001 si può notare un’anomala riduzione delle poste in entrata. Tale risultato è però determinato dal fatto che erano compresi gli 800 miliardi previsti per l’acquisto delle centrali ENEL. Escludendo le partite di giro e le entrate derivanti da mutui e prestiti, un raffronto tra le entrate di competenza tra il 2001 e il 2002 evidenzia un incremento di circa il 15 percento e questa dinamica di crescita in riferimento al Titolo I si mantiene costante nel triennio.

Un risultato positivo che deriva dalle buone condizioni generali del nostro sistema economico è l’incremento di circa il 20 percento dei tributi propri e di circa il 9 percento del gettito delle imposte compartecipate.

Di particolare rilevanza sono l’incremento del gettito IRPEG (+33,78 percento) - che segue un trend positivo che si sta verificando da alcuni anni e soprattutto nel corso del 2001 - e l’incremento di circa il 40 percento del gettito IVA per effetto delle imposte versate in Valle d’Aosta dalle nuove società del settore idroelettrico. Si verifica inoltre un notevole incremento dell’imposta di fabbricazione sulla birra, risultato positivo derivante anche in parte dall’effetto di una diversa modalità di versamento dell’imposta stessa. È significativo evidenziare anche per questo esercizio finanziario che, pur essendo in aumento il trend delle entrate regionali, l’incidenza delle stesse sul PIL valdostano è in costante diminuzione, sintomo delle buone condizioni del sistema economico Valle d’Aosta. La tabella evidenzia che considerando tutti i mutui contratti e quelli in previsione la nostra residua capacità di indebitamento è ancora di circa 400 milioni di euro.

In riferimento alle entrate occorre sottolineare che, anche per il prossimo anno, abbiamo deciso di non agire sull’incremento delle aliquote fiscali di alcuni tributi di nostra competenza, per evitare di provocare un’involuzione del processo di sviluppo economico in un contesto che, non dimentichiamolo, ha già subito le conseguenze di due eventi pesantemente negativi quali l’alluvione e la chiusura del traforo. Un incremento che, inserito in un contesto italiano già critico - fonti autorevoli prevedono infatti per il 2002 un rialzo della pressione fiscale al 43 percento -, avrebbe determinato un drenaggio di risorse da noi ritenute altrimenti utili per lo sviluppo e la crescita sociale ed economica della Valle d’Aosta.

L’analisi della spesa non può essere fatta senza considerare l’impianto complessivo che ne è alla base; infatti, buona parte della spesa è improntata ad una nuova progettualità che inciderà in maniera significativa sul futuro della nostra regione. Mi riferisco, in particolare, agli interventi nei settori dell’informatizzazione, dei trasporti, dell’agricoltura e del territorio, già ampiamente analizzati precedentemente nell’illustrazione generale, interventi finalizzati ad un consolidamento della ripresa e della crescita e ad un rilancio dello sviluppo. Per l’esercizio finanziario 2002 la spesa totale, al netto delle contabilità speciali, è di 1.413.289.390 euro suddivisa in 859.584.631 euro di spesa corrente e 553.704.759 di spesa per investimenti.

Se raffrontiamo il dato con quello degli esercizi precedenti - escludendo l’operazione ENEL -, possiamo notare il trend in aumento della spesa per investimenti che passa dal 35 percento che indicativamente era il limite degli anni 1999, 2000, 2001 al 39 percento circa del 2002. È un dato ancor più qualificante, se consideriamo che ad appesantire la spesa corrente partecipa l’aumento del trasferimento senza vincolo di destinazione agli enti locali (+11 percento rispetto al 2001).

A fronte di 1.413.289.290 euro che rappresentano la spesa totale al netto delle contabilità speciali (569.656.000 euro) e della quota capitale per rimborso prestiti (44.330.610 euro) la somma destinata alle spese correnti ammonta a 859.584.631 euro. La maggior parte delle spese correnti (466.000.000 di euro, pari al 54,2 percento del totale) analizzate nella tabella seguente, com’è noto si riferiscono a funzioni che in altre regioni sono poste a carico dello Stato e rispetto alle quali, in taluni casi, la Regione non ha discrezionalità di scelta.

Ne consegue che la spesa corrente di stretta pertinenza regionale è di 393.600.000 euro pari al 45,8 del totale delle spese correnti. Una particolare attenzione è stata posta al contenimento della spesa corrente regionale, quella che definiamo "comprimibile" e che è riferita, come appare dalla tabella seguente, alla riduzione di alcune voci significative concernenti le spese di funzionamento. Agli investimenti sono destinati 553.704.759 euro pari al 39,18 percento del totale della spesa.

È un dato certamente significativo, che conferma la volontà di sostenere il rilancio dell’economia valdostana. Avendo già analizzato in precedenza i programmi e le pianificazioni di spesa nei vari settori, permettetemi solamente di evidenziare gli aspetti salienti della nostra azione per quanto concerne gli investimenti.

Lo sforzo che compiamo per l’assetto del territorio (+112,81 percento rispetto al 2001) è finalizzato al recupero dei danni causati dall’alluvione del 2000 in base all’incisivo programma di ricostruzione approvato dalla Giunta regionale. Importante è anche il costante impegno nel comparto economico, in particolare in agricoltura per l’attuazione del Piano di sviluppo rurale, nel turismo per il completamento e l’ammodernamento della rete di impianti di risalita, nella scuola per la prosecuzione degli interventi di sistemazione del fabbricato ex Brambilla di Verrès senza dimenticare i numerosi programmi di investimento oggetto di contributi del Fondo sociale europeo.

In attesa dell’imminente presentazione delle nuove norme in materia di finanza locale, nella finanziaria in approvazione col bilancio sono state inserite alcune modifiche alla legge regionale n. 48/95, funzionali alle esigenze espresse dagli enti locali e formalizzate in una specifica richiesta formulata dall’Assemblea generale del Consiglio permanente degli enti locali riunita il 16 ottobre scorso.

Riconfermando il pilastro fondamentale su cui si fonda l’impianto di trasferimento, vale a dire il 95 percento dell’IRPEF, misura stabilita dalla legge n. 48/95 quale trasferimento agli enti locali per il loro funzionamento, l’importo globale è suddiviso in: 20 percento al FOSPI, 3 percento alle Comunità montane, 58,04 percento ai Comuni senza vincolo di destinazione, 18,96 percento alle cosiddette "leggi di settore", alcune delle quali, sempre in base alla richiesta del CELVA, non sono state rifinanziate; 0,25 percento al fondo per il funzionamento del CELVA, in sostituzione delle quote di adesione di ciascun ente, trattandosi non più di un’adesione facoltativa ad un’associazione, ma di un contributo obbligatorio al funzionamento del Consorzio.

Si tratta, in definitiva, di un modello di ripartizione nuovo che applica concretamente il principio di "decentramento amministrativo" e di "autogestione finanziaria", ponendo le basi per una maggior organizzazione nella proposta di servizi ed iniziative da parte degli enti locali e per una più attenta programmazione nell’impiego delle proprie risorse.

La valutazione dei residui indicati nel bilancio di previsione è il frutto di una stima effettuata considerando l’andamento delle entrate e delle spese riferite ai vari capitoli di bilancio. Rispetto alle previsioni di competenza i "presunti" residui attivi al 1° gennaio 2002 sono pari al 35,96 percento, mentre i residui passivi sono pari al 36,70 percento; appare, quindi, un peggioramento della situazione rispetto allo scorso anno.

Le motivazione di questa "presunta" situazione sono da ricercare per quanto riguarda i residui attivi, nell’incremento del Titolo I (+28,5 percento) essendosi verificato, relativamente alla compartecipazione sull’imposta di fabbricazione della birra, un aumento molto superiore alla somma versata nel precedente esercizio, la cui riscossione avverrà presumibilmente nell’esercizio 2002. I residui passivi risultano particolarmente elevati nei settori condizionati da procedure complesse che gestiscono programmi di investimento. In particolare, nel settore "assetto del territorio", si evidenzia un dato negativo maggiore dovuto alle assegnazioni straordinarie relative al 2001 per il ripristino dei danni provocati dall’alluvione dell’ottobre 2000.

Com’è noto, i fondi globali sono risorse comuni da attivare con appositi disegni di legge per avviare progetti o iniziative. Essendo molti degli interventi contenuti nel programma di legislatura o conclusi o in fase di avanzata realizzazione - e quindi finanziati con apposite assegnazioni di bilancio in competenza -, in termini di quantità le risorse destinate ai fondi globali sono meno importanti. Nel bilancio di previsione per il 2002 i fondi globali sono indirizzati comunque in misura notevole agli investimenti (6.764.960 euro pari al 67,7 percento) e 3.228.730 euro pari al 32,3 percento alle spese correnti, il che, anche in questo caso, dimostra la nostra volontà di intervenire con incisività nei comparti produttivi.

Nel triennale la percentuale di investimento passa al 74 percento e le spese correnti al 25,9 percento. Significative sono le risorse destinate nel triennio 2002-2004 allo sviluppo del "sistema economico" e in particolare alle imprese industriali ed artigiane e quelle a favore dei comprensori sciistici di interesse locale. In agricoltura 1.550.000 euro per ciascun anno sono destinati agli incentivi regionali per l’attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico.

Nel settore "Territorio e ambiente" sono previsti interventi finalizzati alla riduzione dell’inquinamento ambientale, per la valorizzazione di Mont Mars e di Cheney. Infine importanti risorse sono state iscritte per la delocalizzazione degli edifici a rischio idrogeologico e per gli interventi nel settore dell’edilizia residenziale pubblica (oltre 2.000.000 di euro nel 2002, oltre 3.000.000 di euro nel 2003 e oltre 4.000.000 di euro nel 2004). Il 2002, come già detto, rappresenta "l’anno del ritorno alla normalità" dopo i tragici eventi del 1999 e del 2000. La conseguente e inevitabile riprogrammazione delle iniziative da avviare e da concludere, pur avendo subito una dilazione obbligatoria in termini e in tempi di intervento, in sostanza ci ha comunque permesso il raggiungimento delle mete prefissate.

Con il documento che stiamo analizzando sono stati infatti raggiunti gli obiettivi programmatici che erano stati previsti in avvio di legislatura e, poiché il bilancio triennale interessa anche il 2003 e il 2004, periodo in cui il Consiglio regionale sarà rinnovato, possiamo affermare che grazie alle scelte operate il futuro governo potrà amministrare una Valle d’Aosta moderna, dinamica e competitiva, ottimamente integrata nel sistema europeo e con notevoli prospettive di sviluppo.

In questi anni il costante impegno volto al sostegno, al consolidamento dell’economia valdostana e alla modernizzazione della struttura regionale, l’attenzione e la cura per una crescita armonica dei settori più specificatamente rivolti alla "persona", hanno creato le condizioni ideali affinché i Valdostani possano godere dei benefici di un’azione amministrativa che, da tempo, è focalizzata sull’individuo e sulla sua qualità della vita. Questo nostro impegno trova riscontro anche nel bilancio triennale.

Un’affrettata e superficiale lettura degli importi totali iscritti sembrerebbe indicare una diminuzione delle disponibilità finanziarie; in realtà, se consideriamo che alcuni importi sono riferiti ad interventi sporadici che non si ripetono negli anni successivi (ad esempio i 130 milioni di euro per i danni alluvionali nel 2002), oppure che non sono stati per il 2004 alcuni Fondi Stato in quanto non ancora accertabili, il bilancio triennale è in tendenziale aumento.

Le voci che caratterizzano il Titolo I delle entrate hanno infatti una positiva e confortante dinamica in crescita, così come gli investimenti per interventi di respiro pluriennale quali l’attuazione del Piano per lo sviluppo rurale, il programma di reindustrializzazione dell’area Cogne, il rilancio delle infrastrutture turistiche (terme, strutture sportive) e commerciali, lo sviluppo dei collegamenti viari e ferroviari, il consolidamento dei servizi sanitari sul territorio, la creazione della cittadella universitaria. Inoltre abbiamo tenuto in grande considerazione le misure per favorire una costante crescita quantitativa e qualitativa dell’occupazione e per facilitare la vita di relazione, salvaguardando così valori come la casa, il lavoro e la famiglia, da sempre patrimonio della comunità valdostana.

Signori Consiglieri, in chiusura di relazione, vorrei riprendere il concetto ispiratore dei due precedenti esercizi finanziari.

Sia nella relazione al bilancio 2000, sia in quella per l’anno in corso, venivano evidenziati gli sforzi compiuti per mantenere adeguato il livello di spesa assegnando allo strumento del bilancio regionale quel ruolo propulsivo, foriero di contenuti e messaggi positivi in due momenti congiunturali negativi per la nostra economia.

Ebbene, anche il bilancio che oggi sottoponiamo alla vostra approvazione contiene questo messaggio ed evidenzia che il ritorno alla normalità è il frutto di un serio programma globale di interventi volti a garantire lo sviluppo e la crescita economica, sociale, e culturale della nostra comunità. Grazie.

Président Comme cela est convenu, la séance est levée et reprendra demain matin à 9 heures 15.