Oggetto del Consiglio n. 1535 del 27 settembre 1995 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 27 SETTEMBRE 1995
OGGETTO N. 1535/X Situazione di crisi di aziende del gruppo Olivetti. (Inter-pellanze)
Interpellanza Avuto notizia della situazione di crisi del Gruppo Olivetti;
Considerato il numero di aziende valdostane che hanno rapporti vitali con il Gruppo, nonché i numerosi lavoratori pendolari;
Preoccupati che i 5000 tagli previsti dal Gruppo possano ripercuotersi anche sui lavoratori della nostra regione;
i sottoscritti consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per avere maggiori dati sulla questione, per sapere in quale misura questa situazione graverà sull'occupazione regionale e per conoscere infine come intende agire la Giunta stessa.
F.to: Marguerettaz-Marco Viérin
Interpellanza Preso atto dello stato di crisi in cui versa il gruppo industriale Olivetti, dal quale dipende la sopravvivenza di alcune fabbriche valdostane e la conseguente occupazione di qualche centinaia di addetti;
Preso atto che il piano di ristrutturazione aziendale individuato dal gruppo dirigente per rilanciare la holding eporediese prevede il reperimento sul mercato finanziario di circa duemila miliardi e il contemporaneo avvio di un energico programma di tagli occupazionali;
Essendo ancora imprecisate, alla data della presente, le unità produttive sulle quali graveranno i tagli occupazionali;
Essendo comunque previsto anche da fonti sindacali una possibile ripercussione sulle aziende valdostane operanti col gruppo medesimo;
Considerato che tali circostanze rischiano di pregiudicare il futuro lavorativo di molte persone oltre a indebolire ulteriormente il già lento e disarticolato processo di reindustrializzazione della Bassa Valle;
i sottoscritti consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere
1) in quale misura la crisi del gruppo Olivetti interessa l'indotto imprenditoriale locale e, in particolare, se sono previsti tagli occupazionali anche in Valle d'Aosta;
2) quali iniziative intende adottare l'Amministrazione regionale per opporsi a qualsiasi taglio occupazionale presso le aziende del gruppo operanti in Valle d'Aosta.
F.to: Tibaldi-Linty
Presidente Le due interpellanze vengono abbinate per la discussione, trattando argomento analogo.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente del Consiglio, Viérin Marco, per la illustrazione della interpellanza iscritta al punto 14 dell'ordine del giorno.
Viérin M. (PpVA) Questa nostra interpellanza ha una importanza fondamentale per il mondo occupazionale valdostano ed anche per lo stesso mondo economico, perché vi sono molte aziende che ruotano nell'indotto, dell'attività del gruppo Olivetti.
Non voglio dilungarmi, voglio solo chiedere all'Assessore di non essere fumoso, ma di toccare l'argomento in maniera concreta in tutti i vari aspetti.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi, per l'illustrazione dell'interpellanza iscritta al punto 15 dell'ordine del giorno.
Tibaldi (LN) Il problema Olivetti ormai con una certa periodicità si ripropone. Adesso da una ventina di giorni si sta proponendo a livello nazionale, e quindi anche a livello regionale, con una forma più accentuata del solito. Abbiamo appreso dai giornali e dagli organi di informazione in genere qual è la tragicità di questa situazione; ho avuto occasione di stare nel Canavese anche in questi ultimi giorni per questioni personali, dove si può "tastare il polso" di una situazione che è abbastanza preoccupante, c'è molta sfiducia e molto sconforto soprattutto in quelli che sono gli occupati presso le varie aziende del gruppo.
Ma prima di entrare nel vivo della questione, bisogna fare una serie di ragionamenti che hanno forse più un contenuto di tipo macroeconomico e riguardano in generale l'andamento di questo settore di mercato, che è appunto l'informatica a livello mondiale, che condiziona in non poca misura quella che è (o che era) una delle aziende leader, quale è appunto l'Olivetti.
Innanzitutto bisogna prendere atto di quelle che sono le dimensioni mondiali della competizione economica, che non ha più una misura rigidamente territoriale localizzata, quindi regionale o solo nazionale; anche le nostre aziende in Valle d'Aosta devono confrontarsi con concorrenti non solo europei, ma anche extra-europei. Questo non solo a livello di mercati, quindi di vendita del prodotto o del servizio che viene offerto alla clientela, ma anche e soprattutto - e questo è l'aspetto più preoccupante - a livello di produzione.
Il decentramento produttivo che viene operato dalle multinazionali, e quindi anche dalla Olivetti, verso i paesi del Terzo mondo, in particolare del sud-est asiatico, sta per avere le sue ripercussioni negative anche su quello che è l'assetto societario e produttivo del gruppo e naturalmente su quelli che sono i risvolti occupazionali. Basta recarsi al vicino supermercato per acquistare un pacco di 6 floppy disk a 10.000 lire, che sono prodotti in Turchia - come si legge dalla etichetta - oppure a Taiwan, oppure a Hong-Kong, quando invece sappiamo che in Italia il costo per produrre uno di questi dischetti è di circa 3.000 lire, e naturalmente la Valle d'Aosta non si sottrae a questa logica di costi di produzione che favoriscono il decentramento produttivo verso le cosiddette aree depresse.
C'è poi da dire che le soluzioni che vengono prospettate per salvare il gruppo sono di due tipi: una, la ricapitalizzazione attraverso la ricerca presso le banche e presso la borsa di cospicui capitali, e non sono pochi 2000 miliardi di lire, come è stato indicato da più fonti; l'altra, un vistoso taglio occupazionale che conferma un trend che in questo ultimo quinquennio si è verificato a livello di gruppo: dai 57mila addetti nel 1990 siamo ormai ridotti a poco più della metà, 31mila addetti.
Quindi il trend è senz'altro in discesa, favorito dal decentramento produttivo più conveniente ai grossi imprenditori come De Benedetti verso altri paesi, e soprattutto dal processo di automazione e di nuove tecnologie che si usano a livello di produzione spicciola.
La Valle d'Aosta ha puntato molto sul fenomeno Olivetti, oserei dire che c'è stata una vera e propria "olivettizzazione" della bassa Valle, attraverso joint ventures, attraverso accordi di vario genere, attraverso società partecipate. Basta pensare alla Tecdis, alle difficoltà che ha avuto e che ha tuttora di decollo a livello di mercato, alla Conner, alla Balteadisk che è stata parzialmente riconvertita, e ad una serie di aziende che rientrano nel cosiddetto indotto.
Naturalmente il problema a livello di tessuto economico si riflette sul piano occupazionale e a questo riguardo non possiamo dimenticare che diversi valdostani lavorano presso gli stabilimenti di Scarmagno e di Ivrea che saranno fortemente gravati dal taglio occupazionale, dai tagli soprattutto nel settore della informatica.
Per tornare a questo processo di "olivettizzazione" della Valle, che si è incentrato soprattutto sull'informatica, leggendo sempre i giornali e prendendo spunto da quelle che sono le notizie più fresche, soprattutto da quelle che sono le poche notizie che traspaiono dagli organi di informazione, anche perché non si ha la possibilità di avere dalla fonte certe informazioni ed è questa una delle ragioni per le quali i gruppi della Lega e dei Popolari hanno voluto fare una interpellanza per conoscere posizioni un po' più precise, è necessario non limitarsi a quelle che sono le fonti di informazione da parte di alcuni sindacati locali, che si limitano a recarsi presso le unità produttive e a cercare una massa occupazionale che è giustamente preoccupata; è necessario sapere qualcosa di più.
É necessario sapere qualcosa di più soprattutto dalla classe politica, e l'Assessore Mafrica ben la rappresenta per aver condotto un processo di industrializzazione di un certo tipo e adesso si trova ad affrontare questi problemi connessi all'industrializzazione mirata.
La diversificazione di De Benedetti che punta verso la multimedialità, verso la telematica, e quindi non verso l'informatica, secondo noi rischia di creare gravi pregiudizi a quello che è stato l'impianto di una serie di aziende in Valle d'Aosta. Sono decisioni che sono state pubblicate sui giornali, dove i grossi flussi di investimenti avranno altre direzioni ed altra natura.
L'oggetto di questa interpellanza è sapere in quale misura a tutt'oggi (e mi auguro che ci siano delle considerazioni convincenti) la crisi dell'Olivetti si ripercuote sull'indotto imprenditoriale locale e se sono previsti tagli occupazionali in Valle d'Aosta.
Altra domanda, che qui non è formulata, ma alla quale ritengo che l'Assessore voglia rispondere per completezza di informazione, è quali possono essere gli avvisi del Governo regionale a fronte della crisi che se non nel breve termine, nel medio termine avrà degli effetti anche nella nostra regione.
Penso che questo sia un campanello di allarme che, se oggi non ci tocca da vicino, nei prossimi mesi potrà creare non pochi problemi. L'intervento dello Stato è stato richiesto a viva voce, naturalmente non sempre si può venire incontro a questi capitani di industria con un sacrificio collettivo, è necessario che ci siano soprattutto politiche industriali a livello nazionale e le chiediamo anche a livello regionale.
La nostra interpellanza, ripeto, va verso la direzione di avere una maggiore conoscenza di un problema affrontato nella sua globalità e non solo riferito ai singoli eventi, preoccupanti peraltro, che si stanno verificando nel vicino Canavese e che probabilmente avranno anche ripercussioni in Valle d'Aosta.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.
Linty (LN) Solo per chiedere all'Assessore - è una domanda non specificatamente indicata nell'interpellanza, ma ritengo sia doverosa -, dal momento che Omnitel entrerà nella distribuzione della telefonia cellulare, se questa nuova avventura dell'Olivetti interesserà la nostra regione e se di fronte a questa nuova iniziativa dell'Olivetti la Giunta regionale è attenta per vedere possibili ripercussioni in positivo sull'occupazione valdostana.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'industria, commercio e artigianato, Mafrica.
Mafrica (GV-PDS-SV) Dopo il periodo estivo credo che sia opportuno dare una informazione in generale sui problemi dell'occupazione, e se ci sono elementi di preoccupazione credo che sia anche opportuno registrare i segnali di ripresa che pure ci sono stati nel corso dell'anno. Nel secondo semestre '95 la nostra regione dal punto di vista dei dati sulle imprese che nascono rispetto alle imprese che si cancellano, ha fatto registrare un saldo positivo di oltre l'1 percento, fatto che la colloca fra le regioni dove questo elemento è più significativo.
I dati dell'ufficio del lavoro del primo semestre fanno registrare negli avviamenti una crescita media del 12 percento, una crescita del 14 percento dell'industria tenendo conto sia del settore delle costruzioni sia del settore dell'industria in senso stretto, e fanno registrare nell'industria in senso stretto un aumento degli avviati del 51 percento rispetto all'anno precedente, il che significa per l'industria in senso stretto circa 400 avviamenti in più rispetto all'anno precedente.
In questo mese di settembre si sono avviate due iniziative industriali di un certo rilievo: la Meridian, che occuperà circa 200 addetti nel settore della componentistica per auto, e la Converter, che a fine anno occuperà circa 80 addetti nel settore degli imballaggi.
Queste due iniziative sono già importanti dal punto di vista della diversificazione, cosa che veniva sottolineata dal Consigliere Tibaldi: in un caso operiamo in un settore innovativo quale è quello della lavorazione del magnesio, nell'altro in un mercato che è in continua espansione, quello degli imballaggi, perché aumentano i prodotti alimentari contenuti per la conservazione in imballaggi di vario tipo.
Ho sottolineato questi elementi perché, sfogliando i quotidiani economici, come sicuramente gli interpellanti fanno, non è di tutte le regioni l'apertura in questo periodo di iniziative industriali e credo che questo elemento meriti di essere ricordato. Giustamente è stata data attenzione alla vicenda Olivetti per l'importanza che ha; nella prospettiva industriale del paese ed anche nella nostra regione il caso ha assunto rilievo anche perché molti servizi venivano fatti da reti piemontesi e quindi sottolineavano ancora di più la complessità della vicenda. Devo dire che per nostra fortuna le notizie che riguardano la regione non sono negative, e pur restando queste notizie aperte per il futuro, perché il destino del Gruppo ovviamente potrà avere in futuro sviluppi che interessano la nostra regione, per il momento non abbiamo notizie negative.
I problemi dell'Olivetti, come è stato ricordato da Tibaldi, non sono nati oggi, ma da alcuni anni, e derivano dalla collocazione strategica del gruppo nei settori tecnologici che lo interessano. Dal punto di vista dimensionale ovviamente dal 1988 ad oggi la riduzione degli addetti è stata significativa e l'Olivetti da azienda a prevalente carattere industriale, costruttrice di prodotti per il settore informatico, si sta tramutando in una azienda di information and communication of technology, ovvero ad una azienda che punta sempre più sui servizi telematici.
Nella battaglia dell'informatica, non è soltanto l'Olivetti ad aver registrato in questi anni problemi e perdite, ma direi che sono un po' le aziende europee nel loro complesso a mostrare di non reggere la concorrenza rispetto alle aziende giapponesi ed americane. Hanno registrato problemi e perdite anche la Siemens tedesca, la Wool francese e la Philips che ha abbandonato il campo; quello dell'Olivetti è un problema che è prima di tutto nazionale, ma anche europeo, e per quanto riguarda l'informatica e i personal computer con ogni probabilità i rimedi si potranno trovare solo a livello europeo, tramite accordi produttivi fra i grandi gruppi europei, che altrimenti rischieranno la colonizzazione da parte di prodotti asiatici ed americani.
Ciò nonostante, per quello che attualmente si conosce, l'Olivetti pare intenzionata a non uscire dall'area del business dei personal computer per diverse ragioni; la trasformazione dell'azienda, da azienda operante prevalentemente nel campo dell'informatica ad azienda che opera nel campo dei servizi, non è ancora ultimata, per cui si intende conservare una parte di questo vecchio mestiere, ma soprattutto perché il personal computer trasformato in prodotto multimediale, allacciato ai servizi telefonici di fax, alla televisione, come l'ultimo modello presentato in vision dimostra, è un prodotto che tende a diventare di produzione di massa.
C'è nel mercato di questo tipo di prodotti una crescita molto forte e ci sono anche precedenti illustri, l'IBM e la Digital hanno dimostrato che i produttori di personal computer possono continuare nel settore ed affrontare anche il settore più nuovo.
Il piano di rilancio dell'azienda, come è a tutti noto, si basa sulla riconferma del binomio computer-telecomunicazioni, e prevede la suddivisione funzionale del gruppo in cinque unità: la Olivetti personal computer per i personal, la Olivetti Lexicon per i prodotti da ufficio, i fax, le stampanti, i sistemi di scrittura, la Divisione Sistemi e Servizi, l'Olivetti telemedia e Omnitel.
Le condizioni necessarie perché si realizzi secondo l'azienda la ristrutturazione sono, da un lato, la ricapitalizzazione che è di oltre 2200 miliardi di lire, dall'altro, la proposta di una consistente riduzione degli occupati; si era parlato all'inizio della vicenda di 5000 unità in meno. A livello mondiale questi 5000 dovrebbero essere in questo modo ripartiti: 1800 nella Divisione personal comuputer, 1000 nel settore prodotti per ufficio e 2200 nella Divisione sistemi e servizi, concentrati soprattutto fra i cosiddetti indiretti, amministrativi e rete commerciale.
É stato successivamente spiegato che le 5000 riduzioni non dovrebbero essere tali, ma ridursi a 4000, perché 1000 in realtà sono riduzioni pregresse e le restanti 4000 dovrebbero essere suddivise per metà in Italia e per metà fuori dal nostro paese.
É noto che i sindacati hanno contestato fin dall'inizio l'impostazione di questi esuberi, affermando giustamente che non è una questione di numero di occupati, ma è una questione di politica industriale, e in questo senso hanno richiesto l'intervento del governo. Tale intervento è avvenuto, è ripresa a livello nazionale una trattativa che è attualmente in corso e che mi auguro porti da una parte ad affrontare più in profondità i temi industriali che ho detto, della concorrenza europea rispetto al settore, e dall'altra consentire di trovare soluzioni non così traumatiche per l'occupazione.
Questo per quanto riguarda i tagli, mentre per quanto riguarda le produzioni credo che i problemi debbano partire dalle affermazioni dell'azienda. L'azienda afferma di non voler abbandonare il settore dei personal computer, di voler anzi aumentare i volumi e concentrare le attività produttive a Scarmagno, con la possibile chiusura dello stabilimento di Singapore e il ridimensionamento dello stabilimento di Marcianise. Se queste cose corrispondono alle reali intenzioni, hanno conseguenze anche per la nostra regione.
Nella nostra regione l'unica azienda direttamente collegata al gruppo Olivetti è la Balteadisk; questa azienda non opera più nel settori dei floppy, che ha abbandonato ormai da più di un anno, ed è impegnata in modo consistente nella produzione di stampanti a getti di inchiostro. La Balteadisk, che si era impegnata a mantenere gli addetti che aveva e ad occupare 107 nuovi addetti residenti in Valle, ha superato questo numero ed è arrivata fino a 197 nuove assunzioni. Per la Balteadisk, che non opera direttamente nel settore dei personal, ma è nella divisione prodotti per ufficio, non sono al momento previsti tagli, c'è semmai un arresto di questa crescita impetuosa delle assunzioni. Quindi per ciò che riguarda la Balteadisk non ci sono al momento problemi.
Le aziende che operano nel settore dipendono dalla scelta strategica e da come questa andrà avanti; se ci sono riduzioni di personale nel gruppo Olivetti, abbiamo detto che l'unica azienda direttamente collegata al gruppo Olivetti è la Balteadisk, ma viene mantenuto il livello ed anzi aumentato il numero dei personal prodotti, viene mantenuto il livello di produzione attuale e viene espanso, non dovrebbero esserci nelle altre aziende problemi significativi di questa vicenda.
Abbiamo avuto, per ciò che riguarda la Balteadisk, incontri informali prima e più formali dopo, e per il resto siamo collegati all'esito di tutta la vicenda complessiva del gruppo Olivetti.
Cosa può fare la Giunta regionale? La Giunta regionale può fare ragionevolmente quello che ha fatto in periodi analoghi in passato e che credo stia facendo oggi. Una situazione analoga si era presentata nel '92, e allora non ci furono riflessi significativi nella nostra regione.
Quello che viene fatto è una attenzione a tutte le vicende che interessano il gruppo Olivetti, una attenzione che viene posta anche a livello nazionale perché si trovino soluzioni adeguate di politiche industriali per il settore dell'informatica e della telematica, e attenzione particolare e decisa per ciò che riguarda l'occupazione nella nostra regione. Con il gruppo abbiamo convenzioni e protocolli, nel passato abbiamo fatto valere il peso degli interventi regionali, se necessario - e mi auguro che non lo sia - anche per il futuro verrà fatto valere il rispetto degli impegni assunti.
Quindi il giudizio in questa fase è che ci sono problemi seri per il gruppo Olivetti, per il momento non ci sono ripercussioni significative in Valle d'Aosta, si sta operando perché non si abbiamo riflessi negativi e perché vengano mantenuti gli impegni assunti.
Rispondo al Consigliere Linty dicendo che per l'Omnitel finora ci sono stati contatti, soprattutto perché c'erano state richieste per facilitare la rete di radiocomunicazione della società, ci auguriamo che questi primi contatti possano avere sviluppi positivi, perché questo settore può essere in Italia un settore che porta nuova occupazione.
Mi auguro di non essere stato fumoso e di aver dato le risposte che è possibile dare dal particolare punto di riferimento che è la nostra regione, una regione legata a processi più generali, ma che ha anche sue significative particolarità, possibilità di dialogo, possibilità di intervento per le competenze normative e per la volontà politica di agire nel settore industriale.
Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente del Consiglio, Viérin Marco.
Viérin M. (PpVA) Purtroppo devo contraddire l'Assessore, perché mi pare che Mafrica nel suo intervento sia stato fumoso.
Se confronto il suo intervento e l'articolo apparso sull'Espresso alcuni giorni fa, penso che il 90 percento delle cose siano uguali. Non vorrei che il suo intervento al 90 percento fosse stato copiato da questo articolo. Ma questo è un dubbio che io posso avere ed altri no, quindi invito i colleghi a leggersi l'articolo apparso sull'Espresso alcuni giorni fa.
Detto questo, vorrei dire che l'aspetto fumoso del suo intervento, Assessore, viene dal fatto che lei è partito da una considerazione generale, che oggi non voglio analizzare perché mi riprometto di tornare in quest'aula con una richiesta precisa, perché i dati che lei ha esposto sull'aspetto generale della situazione industriale in Valle non concordano con quelli che ho io.
Ricordando alcuni passi del suo intervento, lei dice che per nostra fortuna le notizie per la Valle non sono negative, ma che forse si potranno avere per il futuro. Poi dice ancora che quello della Olivetti è comunque un problema nazionale ed europeo in essere da più anni, per cui è una questione di politica industriale. Penso che un Assessore all'industria, anche se regionale, debba occuparsi di politica industriale, quindi a questo punto ritengo che questa analisi doveva essere fatta in questi ultimi anni da parte dell'Assessorato all'industria. Oltretutto il fatto di dire che ad oggi non abbiamo notizie negative, ma che può darsi che si verifichino in futuro, vuol dire che non si ha la minima idea di quello che può succedere.
Alla fine del suo intervento lei dice che ci sono dei protocolli di intesa con il gruppo Olivetti, ma in tutto il suo intervento non ho sentito dire che lei abbia chiesto un incontro con i responsabili dell'Olivetti. L'unica cosa che sinceramente mi aspettavo di sentirmi dire era che l'Assessore aveva preso contatti con il gruppo Olivetti per saperne di più. Ho potuto solo constatare che l'Assessore sa quanto sanno i giornali, anzi meno, perché se prendo un giornale, ad esempio la Stampa, leggo che Albertelli del sindacato dice: "il problema in ogni caso è grave perché dei 5000 tagli almeno 2000 interessano l'area canavesana e qualcosa toccherà anche alla Valle d'Aosta".
Poi leggo quello che dicono gli imprenditori; questi dicono una cosa molto grave, cito dalla Vallée Notizie: "ma temono che eventuali investimenti (cioè gli imprenditori) o aiuti dello stato portino l'azienda a trasferire ulteriormente la produzione in stabilimenti lontani dalla zona di Ivrea".
Dicono cioè tutto il contrario di quanto detto dall'Assessore Mafrica. "Infatti - dicono sempre gli imprenditori - l'universo produttivo informatico italiano in questi ultimi anni di crisi e di ristrutturazione sembra abbia smesso di essere un settore trainante nella nostra economia e dopo punte di massimo sviluppo comincia a far nutrire non pochi dubbi sul futuro, con preoccupanti risvolti sia sul piano produttivo che occupazionale".
C'è un altro passaggio in più, che non sto a leggere, ma che si può riassumere in questo concetto: gli imprenditori sono anche preoccupati che questo fatto di dichiarare la situazione di crisi, porti un domani il gruppo Olivetti a trasferire alcune sue produzioni, eventualmente ristrutturate, per un discorso di finanziamenti o di interventi statali, dalla zona piemontese e valdostana al sud.
Se non altro l'On. Caveri ha chiesto di saperne di più, perché leggendo una notizia Ansa apprendo che "sulla crisi della Olivetti si è espresso oggi l'on. Caveri, segretario dell'ufficio di presidenza della camera, secondo il quale il governo è tenuto a presentare in tempi brevi al parlamento un quadro aggiornato della situazione, del piano di salvataggio predisposto con l'adeguamento di capitale e delle conseguenze occupazionali. Il deputato valdostano" - continua il comunicato - "ha pure annunciato un'interrogazione al presidente Dini, in cui chiede di conoscere stabilimento per stabilimento i numeri esatti di riduzione del personale e modalità di attuazione".
Quindi, se lo fa l'On. Caveri, penso che possa farlo anche l'assessorato all'industria, che ha seguito gli sviluppi della Balteadisk e di altre aziende che sono anche collegate al discorso Olivetti, e qui contesto quanto lei dice, Assessore, perché non c'è solo la Balteadisk che è collegata al gruppo Olivetti.
Noi abbiamo anche tutto un indotto in bassa Valle, collegato sicuramente all'Olivetti, e si può richiamare in alcune aziende come la Elle Lys, la Robotronic, l'Item, che forniscono dei pezzi di componentistica alla Olivetti, in particolare alle aziende che sono insediate nel canavesano; per cui la crisi di quelle aziende metterebbe in crisi 250-300 posti di lavoro delle altre aziende che vivono dell'indotto Olivetti. Quindi qui sono a repentaglio non solo i 300 posti della Balteadisk, dove posso essere d'accordo che forse sono più tutelati, ma sicuramente è messa in dubbio molta occupazione che oggi è presente nell'indotto.
Queste considerazioni mi inducono a dire che l'intervento dell'Assessore Mafrica, oltre ad essere fumoso, è un po' da Ponzio Pilato, del tipo "me ne lavo le mani", e quindi inadeguato sicuramente, perché perlomeno poteva dirci che aveva preso contatti anche con l'On. Caveri, poteva dirci che aveva chiesto un incontro con l'azienda. Ma di tutto questo non abbiamo sentito parola. Abbiamo solo sentito che oggi pare non ci siano problemi, ma potrebbero esserci nel futuro.
Oltre a fare queste considerazioni, spero vivamente che Mafrica da oggi chieda un incontro anche supportato dai protocolli di intesa che abbiamo con queste aziende, e possa darci nel più breve tempo possibile delle risposte qui in Consiglio, perché penso che questo Consiglio debba cominciare a preoccuparsi di una certa politica industriale.
Lascio la parola al collega Tibaldi, perché è giusto che, avendo presentato anche il suo gruppo un'interpellanza al riguardo, faccia ulteriori considerazioni. Non nego per correttezza che i due gruppi si siano parlati e che abbiamo anche deciso di portare a galla alcune grosse incongruenze che sta vivendo la politica industriale di questa Valle.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (LN) Ringrazio sia il Vicepresidente Aloisi della parola, ma anche il Vicepresidente Viérin perché sono legittimato da entrambe le parti a replicare.
Buona parte delle considerazioni fatte in sede di replica da Viérin sono condivisibili, io vorrei aggiungerne alcune.
Se l'Assessore Mafrica avesse riferito in questi termini in sede non politica, o meglio in sede sindacale, presso i lavoratori del gruppo Olivetti, non so quali sarebbero state oggi le reazioni. Come antipasto ci ha fornito i segnali di ripresa dell'occupazione, che sono contenuti nel periodico diramato dall'ufficio regionale del lavoro, sulla cui attendibilità si pongono certi dubbi. Come primo piatto, i battesimi della Meridian e della Converter, dicendo che non è di tutti i giorni l'apertura di iniziative industriali in Valle d'Aosta come fanno in altre regioni.
Però, oltre a ricordare i battesimi, ricordiamo anche i bocconi amari che devono essere mandati giù sia a livello imprenditoriale che a livello occupazionale, mi riferisco soprattutto in alta Valle alla Sorgenti Monte Bianco, sulla quale più volte abbiamo chiesto sollecitazioni ed iniziative concrete, oppure alla questione dell'Item, che ha citato Viérin adesso, collegata all'Olivetti, il cui stabilimento è stato acquistato a pié pari dalla regione per evitare dei livelli di indebitamento stratosferico e quindi un collasso di tipo economico.
Bisogna ricordare anche che la Coinca in bassa Valle sembra abbia licenziato 8 persone. Cioè se vogliamo parlare del quadro industriale nella sua globalità e non solo della Olivetti, dobbiamo non solo citare le presunte vittorie, ma anche qualche boccone amaro, o meglio qualche sconfitta.
Senz'altro l'affermazione, secondo me paradossale, per cui le notizie che riguardano la regione non sono negative, non può essere accettata in questa sede. Anzitutto, chi le ha fornite queste notizie e da quale fonte provengono? Da Corrado Passera, l'amministratore delegato, da Enrico Cuccia, Mediobanca, o solo per sentito dire in via informale? Dove sono le fonti, perché se le fonti arrivano dai "sindacatucoli" che finora si sono recati presso le unità produttive, noi le respingiamo al mittente, non ci crediamo, perché sappiamo noi dagli occupati quali sono state le reazioni a livello di unità aziendali nei confronti di certi sindacati che hanno osato presentarsi con certe affermazioni.
Da chi arrivano queste conferme? Chi è stato incontrato? Non è stato citato questo, ed è secondo noi una grave lacuna perché come diceva prima giustamente Viérin, un'Assessore all'industria, il massimo vertice alla guida della politica industriale valdostana, dovrebbe avere notizie più fondate da riferire al Consiglio.
Nella battaglia dell'informatica, il fatto che non sia solo l'Olivetti a registrare flessioni, è una constatazione di natura generale che poco importa, non è una consolazione, cioè è un dato di fatto, ma a questo dato di fatto devono comunque prospettarsi certe soluzioni. Quali sono queste soluzioni? La Giunta sta agendo come ha fatto nel 1992. Nel 1992 c'è stata la scelta di un certo tipo, come c'è stata nel 1990 e negli anni '88 con la "olivettizzazione" della bassa Valle, però forse si tratta di cambiare orientamento adesso, sulla base di quelle che saranno le scelte imprenditoriali, dalle quali anche noi dipenderemo come regione a statuto speciale, che hanno permesso l'impianto di certe aziende in una parte della nostra regione.
Giustamente per quanto riguarda il piano di rilancio abbiamo sentito una sintesi dell'Espresso, che tutti possono aver letto sull'edizione del 18 settembre, lo spaccato in cinque società. Non so se è stata una promozione pubblicitaria all'interno del Consiglio regionale, oppure l'Assessore conosce solo dei dati che provengono dagli organi di informazione.
Per questo dico che, se in sede politica possono essere "accettate" in un dibattito a due o a tre in sede di interpellanza, non so in sede sindacale certe affermazioni quale risultato avrebbero provocato a livello di reazione. Forse qualche scarpa sarebbe volata.... non so fino a che punto si sarebbe riusciti a contenere la calma.
Mi spiace che lì ci sia poca attenzione da parte dei diretti interessati, anche perché lavorano; queste affermazioni fatte dall'Assessore presumo che moriranno all'interno di quest'aula e poco si saprà di più. La stessa cosa sul taglio, l'ammorbidimento da 5000 a 4000 unità, 1000 sono già state eseguite; cosa vuol dire? Stiamo un po' più tranquilli con la coscienza, perché 1000 li hanno già liquidati? Mi sembra che sia inaccettabile anche un ragionamento di questo tipo. Sostanzialmente penso che la presa di posizione dell'Assessore sia stata eloquente e sia di segno completamente diverso rispetto a quella dei suoi colleghi del Pds a livello centrale. Visto che ha letto così attentamente i giornali, avrà letto la rassegna stampa delle prese di posizione di Gavino Angius della segreteria politica, che vanno in segno totalmente opposto al suo.
Va bene che la regione ha una sua particolarità anche a livello economico, ma questa sua particolarità non le fa da scudo sufficiente per reagire in maniera solida e valida a quelle che sono le dinamiche del mercato. Quindi non so se l'Assessore si è sentito prima con i suoi dirigenti a livello centrale, oppure se ha scelto di intraprendere una strada completamente diversa.
Sono considerazioni amare, delle quali verranno a conoscenza anche i diretti interessati; mi auguro solo che questo campanello di allarme sia un segnale un po' più energico nei confronti di chi è preposto (non solo dell'Assessore, ma della stessa Giunta) al governo del rilancio economico e imprenditoriale della nostra regione.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'industria, commercio e artigianato, Mafrica, per fatto personale.
Mafrica (GV-PDS-SV) Fatto personale per le affermazioni del Vicepresidente Viérin, che afferma che le notizie da me fornite sono di fonte giornalistica e non provengono da parte dei responsabili del gruppo Olivetti.
Sono stati presi tutti i dovuti contatti con i responsabili del gruppo Olivetti, con la Balteadisk ci sono contatti molto frequenti, ci sono notizie fornite direttamente dai responsabili della Balteadisk. Il fatto che le nostre aziende non siano toccate dai processi di ristrutturazione viene qui considerato un fatto negativo; mi pare assolutamente incomprensibile tale posizione. C'è anche una relazione di Finaosta, che partecipa al capitale di Balteadisk, su questi ultimi sviluppi, quindi le notizie non sono prese dai giornali, ma provengono direttamente dai responsabili della società.
Per le altre aziende valdostane ho detto chiaramente che numerose di esse non dipendono dai tagli che si faranno negli occupati dal gruppo Olivetti, ma dai volumi produttivi che verranno fatti da quel gruppo. É chiaro che se il piano aziendale Olivetti avrà successo, non ci saranno problemi, se verranno mantenuti questi livelli produttivi nel settore dei personal computer.
Anche in questo settore abbiamo delle notizie da parte dei responsabili del settore personal, l'amministratore delegato della Conner è entrato con responsabilità dirigenziali nella divisione personal ed abbiamo direttamente da lui delle notizie che sono state date per come possono essere date.
Se poi si vuole fare della polemica a fini giornalistici, confermo che non leggo l'Espresso e non leggo neanche Panorama.
Presidente Più che un fatto personale si trattava di alcune precisazioni fuori del regolamento.
Arrivati a questo punto, la seduta è tolta, aggiorniamo i lavori ad oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.