Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2222 del 23 ottobre 1996 - Resoconto

SEDUTA POMERIDIANA DEL 24 OTTOBRE 1996

OGGETTO N. 2222/X Rinvio al 1° gennaio 1997 dell'applicazione degli aumenti agli affitti per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica. (Ritiro di mozione)

Mozione Viste le decisioni del Governo che ha rinviato al 1° gennaio 1997 l'applicazione di qualsiasi aumento di affitto per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e ha altresì invitato le Regioni a non procedere ad aumento di loro competenza onde evitare una possibile spinta inflativa;

Preso atto che la Regione Autonoma Valle d'Aosta ha legiferato in merito agli affitti di edilizia residenziale pubblica e che la legge prevede aumenti degli affitti dal 1° gennaio 1996;

Avendo notizia che gli enti interessati, IACP, Comune, non avrebbero ancora applicato le nuove tariffe per problemi tecnici, ma sarebbero pronti a farlo con relativi arretrati;

il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Impegna

la Giunta regionale:

1) a predisporre una modifica alla legge che preveda di procrastinare l'aumento in questione al 1° gennaio 1997;

2) a procedere, dove fossero già stati applicati gli aumenti, ad una restituzione degli stessi.

F.to: Chiarello

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Vorrei sfogarmi perché sono anni che parliamo dei cassaintegrati Cogne, e poi che un Consigliere di maggioranza venga a presentare una mozione che non si discute in maggioranza, e che l'Assessore dica che in trenta giorni si risolveranno i problemi, mi fa un po' ridere!

Ho presentato questa mozione in seguito a diversi fatti. Il primo fatto è la legge regionale, che abbiamo approvato, giusto un anno fa, e che andava a rivedere i canoni di locazione degli alloggi di edilizia pubblica. Dopo questa legge, nella quale fra l'altro si stabiliva che entro due mesi dalla pubblicazione la legge doveva essere messa in atto, è sopraggiunta una circolare governativa che invitava le regioni che non avevano ancora legiferato a non mettere in pratica la delibera CIPE di aumento degli affitti, per evitare un aumento dell'inflazione. Nello stesso tempo le si invitava a legiferare in merito in modo che ogni regione avesse una sua legge sull'edilizia pubblica residenziale.

Ad un anno di distanza gli enti preposti non sono ancora riusciti a calcolare gli aumenti o le diminuzioni, cioè un inquilino di questi stabili non sa ancora di che morte deve morire, per così dire.

Allora mi sembrerebbe serio da parte di noi consiglieri e dell'Amministrazione dire quello che c'è scritto in questa mozione; ovvero invito quest'Amministrazione - in questo momento l'invito è fatto a nome del Consiglio, poi vedremo come voteranno i consiglieri - a far sì che gli effetti di questa legge si abbiamo a partire dal primo gennaio '97.

Abbiamo un IACP valdostano che è forse l'unico in Italia ad essere in attivo e abbiamo un anno di ritardo nell'applicazione della legge; voglio ricordare che qualcuno di questi inquilini dovrà pagare delle somme non indifferenti, calcolate sulle tabelle, ma non si sa ancora cosa dovranno pagare, perché ad un anno di distanza non ci sono ancora le tabelle. Inoltre, questi nuovi pagamenti partirebbero da dicembre '95. Mi sembra seria questa proposta che faccio alla Giunta, di rimandare gli aumenti al primo gennaio '97, così saremo pronti anche con le tabelle e gli inquilini - o almeno qualcuno di loro - non dovranno sobbarcarsi delle spese molto pesanti.

Presidente É aperta la discussione generale.

Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) Prendo la parola, non tanto per il problema che ha sollevato il Consigliere Chiarello, che seppure è un problema reale, non credo che potrà avere pratica attuazione, in quanto bisognava sollevarlo nel momento in cui si approvava la legge. Adesso è come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Quando l'anno scorso si discuteva della modifica della legge n. 15, il problema del canone non fu posto; anzi, qualcuno riteneva che fosse addirittura poco quello che si andava ad applicare in merito a quello che era il prezzo di mercato degli affitti.

Intervengo perché avevo già diverse volte sollevato il problema della politica della casa e perché credo che l'approvazione sia della legge n. 39 che della legge n. 44 dovesse essere collegata ad un discorso molto più generale rispetto a quello particolare della vendita e dei canoni. Avevo presentato un'interrogazione nel maggio di quest'anno per sapere qual era l'iter che si stava seguendo sia per quanto riguardava i ritardi, sia per quanto riguardava il piano vendita, così come prevedeva la legge n. 39.

Devo constatare che purtroppo ancora adesso, a distanza non solo di un anno, ma a distanza di due anni, perché la legge n. 560 è del '94, quindi non è una cosa che risale alla legge regionale, ma va più indietro nel tempo, ancora adesso - come dicevo - non è stato presentato alcun provvedimento che riguardi l'applicazione di queste leggi. Per cui in questo campo forse la maggioranza non ha dato quelle risposte che doveva dare.

Erano state fatte alcune proposte operative, proprio perché andavano nel senso di affrontare nella sua complessità il problema della politica della casa; purtroppo finora queste iniziative sono rimaste nel cassetto. Di queste vorrei citarne alcune, che dovevano essere portate avanti in contemporanea a quelle leggi che abbiamo approvato. Innanzitutto la riforma della legge dello IACP, che è lì nei cassetti non so da quanti anni; la riforma della legge regionale n. 76, che è quella del finanziamento dei mutui per la prima casa, che a detta di tutti è una legge perversa, che non ha fatto altro che drogare il mercato, e che non dà la possibilità ad una fascia di utenza di accedere a questi mutui.

Vorrei aggiungere che per quanto riguarda la legge n. 76, era stato nominato un gruppo di studio, che non so che fine abbia fatto! Vi era poi quel disegno di legge di cui si era interessato anche il Consigliere Borre, facente riferimento ai progetti integrati, che doveva essere il braccio operativo del finanziamento che, di volta in volta, veniva destinato alla politica degli alloggi di ERP; anche questo non è stato fatto.

Infine si era parlato di una legge quadro di settore, che raggruppasse tutte le leggi che si interessano della problematica della casa, e ci fosse anche la possibilità che l'interlocutore della politica della casa fosse un solo soggetto e non - come avviene adesso - quattro, cinque, sei, e non so quant'altri soggetti politici, che si interessano di questo problema.

Non lo dico io, ma è la situazione reale, che emerge di giorno in giorno, di quella che è la drammaticità del problema casa. Il problema degli sfratti per fortuna è stato rinviato fino a giugno dell'anno prossimo, altrimenti non so cosa sarebbe successo alla sua scadenza naturale, visto che il decreto non era stato reiterato. Per fortuna il Governo ha presentato questo disegno di legge, che proroga gli sfratti fino a giugno dell'anno prossimo, però la situazione rimane drammatica.

Di fronte ad un problema così complesso bisognava forse avere una maggiore volontà politica per affrontarlo in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue implicazioni.

Qui non si tratta di non voler far pagare il canone di affitto di chi occupa un alloggio di ERP, anzi, è giusto che si paghi in base a quella che è la capacità reddituale; però il problema va al di là di quello che è il discorso dell'ERP e deve essere affrontato sia per coloro che sono in situazione di sfratto, sia per coloro ai quali oggi la legge di mercato non dà la possibilità di accedere ad altri mercati. Facevo riferimento prima alla legge n. 76: se pensate che oggi il costo al metro quadrato di un alloggio non solo ad Aosta, ma nella periferia e anche al di là di questa, supera i 3 milioni, vedrete, fatti quattro conti, che per comperare un alloggio di 80 metri quadrati ci vogliono 300 milioni. E per quanta buona volontà possa mettere una certa categoria di utenza, sicuramente non avrà la possibilità di accedere all'alloggio a libero mercato.

Pertanto, come dicevo prima, per poter fare un discorso realistico, bisognava affrontare il problema in tali termini, cosa che non è stata fatta; e qui purtroppo devo dire con rammarico che la situazione è, forse non per colpa dell'Assessore, quella che ho cercato di esporre.

Per quanto riguarda lo IACP, l'istituto scarica sulla Regione la responsabilità di non aver portato avanti certe iniziative, e magari a sua volta la Regione la scarica sul Comune e sullo IACP; per evitare che ci sia questo scarico di responsabilità, sarebbe opportuno che ci si trovasse intorno ad un tavolo e si chiarisse una volta per tutte di chi sono le responsabilità della mancata applicazione della legge, perché qui non so se c'è un'omissione di atti d'ufficio, però c'è qualcosa che non quadra perché anche la legge n. 39 approvata al 31 ottobre 1995 dava tempo due mesi per l'esecuzione dei piani di vendita; siamo ad ottobre '96 e ancora non ne sappiamo nulla. Anche questo deve essere tenuto in considerazione.

Ripeto, non voglio strumentalizzare la cosa, voglio solo far presente che la situazione è drammatica, l'utenza è disponibile a pagare il giusto canone, ma occorreva che le altre iniziative che dovevano concorrere ad affrontare in maniera realistica questo problema venissero portate avanti, cosa che non è avvenuta.

Termino dicendo che mi risulta che esistano dei grossi problemi di applicazione fra la legge regionale concernente gli alloggi di proprietà regionale - mi riferisco agli alloggi di via Chavanne e via Lys - e la legge di applicazione dello IAPC, perché le leggi sono in contrasto l'una con l'altra; l'Assessore forse ne è a conoscenza e mi auguro che venga fuori anche questo tipo di problematica.

Non mi dilungo di più, però non vorrei che questi problemi, che di volta in volta vengono sollevati, fossero alla fine lasciati nel dimenticatoio. Per adesso mi fermo qui; mi auguro che l'Assessore ci dia delle risposte.

Sulla mozione di Chiarello, anche se è bellissima dal punto di vista ideale, non credo che potrà trovare un'applicazione pratica, perché sarei il primo io a gioire se venisse fatta quella legge dall'Assessore. Mi auguro comunque che l'Assessore risponda di sì.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Borre.

Borre (UV) Penso che i due interventi, anche se poi hanno un momento di convergenza - seppure non parallela - sul fatto che gli enti non hanno ancora applicato la legge, si dividano abbastanza sul resto.

Il Consigliere Parisi invita a fare una politica della casa che tenga conto di tutto quello che è il problema che oggi insiste sul territorio valdostano, quindi la mancanza degli alloggi al di là della decadenza, degli alloggi per edilizia residenziale, e di affitti anche ad un canone accettabile sul territorio, cioè la possibilità di rimettere sul mercato gli alloggi che oggi sono sfitti, perché forse anche la legislazione italiana in fatto di tasse non fa sì che vengano affittati gli alloggi.

Per quanto riguarda la mozione di Chiarello, vorrei che una volta per tutte qui si decidesse quali sono le categorie di ERP e quali sono invece le altre categorie che hanno pur diritto anche loro ad avere un affitto ad un canone accettabile.

Noi continuiamo sempre e soltanto a parlare di edilizia residenziale e cerchiamo di difendere in maniera... ma non dico strumentale, Chiarello, nei tuoi confronti, perché conoscendoti senz'altro non è strumentale, ma una maniera che a volte si presta facilmente a delle critiche che la maggior parte dei cittadini potrebbero fare, perché la maggior parte dei cittadini valdostani abita in alloggi che costano un bel po' di più ed hanno forse le stesse caratteristiche e le stesse richieste che hanno quelli dello IACP.

Venendo alla legge regionale n. 39, la legge 29 ottobre 1993 n. 427, articolo 66 dice: "Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Comitato di edilizia residenziale determina l'ammontare per il 1994 della quota di cui al primo comma, lett. b) del DPR, per consentire la copertura delle spese di amministrazione e degli oneri fiscali. Entro il 31 dicembre 1993 le regioni provvedono ad adeguare i canoni di locazione di ERP con decorrenza 1° gennaio 1994, in modo da rispettare i vincoli. In caso di mancato adeguamento dei canoni, la differenza fra il gettito della quota di cui al terzo comma, lett. b) della citata legge e quello necessario a coprire le spese di amministrazione e gli oneri è posta a carico del bilancio regionale". Questo è un articolo che mai nessuno ha cassato, non ho visto quella circolare, ma mi sembra strano che con una legge vigente come questa il Ministro faccia una circolare invitando a non applicarla, ripeto, mi parrebbe una follia; ma siamo in Italia e può succedere di tutto!

In base a questa legge un gruppo di lavoro, nominato dall'Assessorato ai lavori pubblici, di cui ho fatto parte, ha redatto la legge n. 39. Per redigere questa legge, abbiamo chiesto un parere agli uffici legali.

La legge regionale ha applicato una disposizione di legge - altro non poteva fare - e tale legge, sebbene la deliberazione del CER risulti sospesa, non può certamente essere disattesa o disapplicata o abrogata, se non in forza di un intervento legislativo successivo che ciò disponga, ovvero qualora la stessa sia dichiarata incostituzionale; cose che non sono avvenute. Quindi la legge n. 39 è uscita, la delibera CER a cui fa riferimento Chiarello viene modificata solo in un paragrafo, perché la legge diceva che se la Regione non legifera, gli enti proprietari hanno tempo sette mesi per applicare l'aumento dei canoni.

La delibera, dicevo, è stata modificata dicendo non più 7 mesi, ma 12 mesi; i 12 mesi portano al 1° gennaio '97. Quindi le regioni avevano ed hanno l'obbligo comunque di legiferare. La Val d'Aosta, la Liguria, il Piemonte, il Veneto e la Lombardia hanno legiferato; altre dieci regioni hanno legiferato ma le loro leggi sono state bocciate dalla Corte costituzionale perché probabilmente hanno dato delle applicazioni non conformi ai criteri della delibera del CER.

Il Ministro ha indetto una riunione il 15 e 16 ottobre, alla quale sono intervenute tutte le regioni, per chiedere che fossero messi in piedi dei criteri che permettessero a quasi tutte le regioni di legiferare, senza correre il rischio di una bocciatura da parte della Corte costituzionale. Le regioni insieme ai sindacati hanno prodotto un documento, concordato con il Ministero, dal quale sono usciti fuori questi accordi: garantire il pareggio dei costi di gestione, tutelare la socialità del canone, introdurre la contrattazione dalla decadenza, consentire la formazione di risorse regionali, fondo di solidarietà.

Si è chiesto al Ministero di modificare nella delibera del CIPE 13 marzo 1995, ovvero il canone sociale non deve rimanere al 10 percento ma deve arrivare all'8 percento; il canone deve essere determinato non con dei criteri di estimi catastali - perché salirebbe continuamente - ma con riferimento alla n. 392/78, ex equo canone; il canone per la decadenza deve essere almeno del 50 percento superiore all'affitto di equo canone sul libero mercato. Inoltre si chiede che la quota A) della suddivisione degli affitti anziché essere versata al Governo, venga versata alle regioni per poter costruire case di edilizia popolare. Queste sono le richieste.

La legge regionale prevede il canone sociale del 5 percento, quindi non si può superare il 5 percento. Abbiamo fatto cinque fasce per gli affitti... Chiarello, mi piace l'attenzione... dicevo, il discorso del canone da noi è stato fissato in base alla n. 392, tenendo conto quindi del vecchio equo canone, quindi abbiamo rispettato tutto quello che oggi il Ministero e i sindacati chiedono per approvare una legge. É una legge che porta un minimo di giustizia all'interno di questo settore, perché va applicata in base ai redditi. Conoscete anche alcune violenze che volevo fare, chiedevo l'applicazione della silicosi per pagare l'affitto, ma la richiesta non è passata perché si vive in un paese di consensi e poi c'è gente sullo stesso pianerottolo che si trova a due difformità nei pagamenti, comunque è così.

É uscito un giornalino: "Nuovi criteri per gli affitti"; a livello regionale il Sicet prende atto che la Regione autonoma Valle d'Aosta ha già provveduto a legiferare in merito, le nuove norme che sono contenute nella legge n. 39/95 non solo hanno già tenuto conto dei contenuti della cortosonia, sicetonia, ma in alcuni punti è migliorativa. E poi dice quello che vi dicevo prima.

Mi chiedo se oggi si può ancora continuare, e non parlo di Chiarello, ma delle polemiche che ci sono fuori, sulla piazza, a dire che è una legge iniqua, inaccettabile, quando questa è una legge che sta dando un buon esempio al resto delle regioni.

Quindi, Chiarello, ti chiedo di ritirare la mozione e di fare invece un invito al Comune di Aosta e allo IACP di dilazionare in maniera corretta, una maniera che permetta agli inquilini di far fronte al dovuto, perché com'è possibile che oggi chiediamo agli enti che dovrebbero aver applicato la legge da gennaio di sospendere tutto e di pagare dall'anno prossimo quando c'è una legge vigente? Questa richiesta mi sembra di difficile accoglienza da parte nostra e di difficile praticabilità da parte degli enti comunali.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello per il secondo intervento.

Chiarello (RC) Borre sa benissimo che io sulla legge n. 39 sono d'accordissimo, in commissione siamo arrivati ad una conclusione che è soddisfacente, non mi interessa quello che ha detto la piazza; però non può neanche dirmi, Borre, che il Comune di Aosta e gli IACP possono emettere le tabelle per il pagamento fra 4-5 mesi con gli arretrati di un anno e mezzo, e noi siamo qui a dire: tanto è colpa loro!

Ci sono delle diatribe perché non si sa bene cosa uscirà da queste tabelle, c'è chi dice che si paga di più, chi dice che si paga di meno; dopo un anno che è stata fatta la legge, il bambino non è ancora nato e quindi ci sono voluti più di nove mesi anche in questo caso.

Allora non ditemi che come amministratori che abbiamo fatto la legge, non abbiamo vigilato a che venisse applicata nei tempi e che è fuori luogo, oppure che è un bel sogno pensare di dire all'Amministrazione: volete che la cambi?

Dico all'Amministrazione che gli IACP o il Comune mettano in pratica gli aumenti dal giorno in cui sono in grado di valutarli, dato che è un anno che non riescono a valutarli, in modo che solo a partire da quel giorno il cittadino paghi l'aumento. Quando gli enti sono in grado di tirare fuori questi documenti che dicono al cittadino quanto deve pagare, da quel giorno il cittadino paga.

Presidente Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) Se, come abbiamo potuto capire, il Consigliere Chiarello non intende ritirare la mozione, non posso che dichiarare l'astensione da parte della maggioranza su questa proposta. Il perché dal punto di vista pratico lo ha già anticipato bene il Consigliere Parisi. Per quanto attiene invece le motivazioni più di carattere generale, "l'Assessore Ombra sulla casa", Borre, ha già detto tutto, quindi non ho grandi cose da aggiungere.

Volevo fare due considerazioni invece sulla mozione, che dal punto di vista politico mi pare demagogica. Scusa, Chiarello, ho partecipato quindici giorni fa ad un incontro con le altre regioni, c'era il Ministro Di Pietro, e da tutte le regioni è stata sottolineata la validità del testo di legge approvato dalla Regione autonoma Valle d'Aosta.

D'altro canto è stata anche sottolineata in quella sede la difficoltà che hanno a livello nazionale a portare avanti politiche serie sul problema della casa, proprio perché condizionati dalla politica di Bertinotti. Infatti vedevo l'altro giorno la vignetta che raffigurava Bertinotti che tiene al guinzaglio Prodi sotto forma di cagnolino, e questo fa capire qual è la situazione a livello nazionale. Per fortuna in Valle d'Aosta non possiamo farci condizionare da una mozione talmente demagogica come questa.

Per quanto riguarda le osservazioni fatte dal Consigliere Parisi, non è vero che siamo fermi; innanzitutto la legge n. 76, che sottolineava prima il Consigliere Parisi, fa proprio riferimento ad un disegno di legge decantato a livello nazionale, dove si rimanda alla proposta di disegno di legge che prevede dei mutui di 100 milioni, e dove venivano elencate le agevolazioni alle coppie di meno di 32 anni, l'entità del mutuo concesso, il tasso di interesse di 2-3 punti inferiore a quello praticato sul mercato, il limite di reddito a 36 milioni lordi.

Ebbene, se vai a vedere la legge n. 76, al di là delle modifiche che sono in corso ancora migliorative, legge in vigore da tanti anni, supera dal punto di vista delle agevolazioni notevolmente questa proposta di legge portata avanti a livello nazionale. Quindi penso che anche in questo campo siamo all'avanguardia; stiamo predisponendo la modificazione della legge n. 76 e a breve daremo il testo di legge alla commissione competente perché lo esamini.

Condivido invece quanto dice Parisi sull'esigenza di coordinare meglio tutte le iniziative legate al problema della casa.

Confermo, se il Consigliere Chiarello non ritira la mozione, l'astensione da parte della maggioranza.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Non so cosa c'entri Bertinotti in Valle d'Aosta, spero che c'entri anche qui, ma che abbia tenuto al guinzaglio Prodi non lo credo, perché penso che Prodi sia una persona seria, forse più serio di qualcuno qui dentro e non penso che lo abbia tenuto al guinzaglio.

Penso che invece neanche questa mia mozione era fatta provocatoriamente e demagogicamente; continuo a dire che la legge è stata fatta un anno fa e ci sono dei cittadini valdostani che non sanno ancora adesso quanto dovranno pagare di arretrati; non mi sembra una cosa buttata lì chiedere almeno di sapere quanto devono pagare.

Sono d'accordo con Borre, sono disponibile a cambiare la mia mozione, però stabiliamo di quanto devono essere dilazionati i pagamenti, perché qualcuno dovrà pagare qualche milione se non di più; mi sembra serio dire, dato che il ritardo è nostro nel calcolare i soldi che i cittadini devono pagare, che dilazioniamo il pagamento. Però questo Consiglio deve esprimersi.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) Sinceramente sono rimasto un po' deluso della risposta "tranchante" che ha dato l'Assessore Lavoyer. Credo che la situazione non sia come lui l'ha esposta; la legge n. 76 ha dato sì da una parte la possibilità a qualcuno di accedere alla prima casa, dall'altra però ha creato la situazione che dicevo prima, dove una categoria media di utenti, cioè coloro che sono a reddito medio-alto - non medio-basso - non hanno la possibilità di accedere al finanziamento perché per poter accedere a quel finanziamento un utente con reddito medio-alto ha bisogno di 300 milioni. Tu non mi puoi venire a dire che una categoria con reddito medio-alto, anche con due stipendi, ha la possibilità di avere un conto in banca di 200 milioni per poter accedere al mercato libero.

Avevamo detto che andava modificata, perché si possono trovare i correttivi, non ho mica detto che siamo stati fermi; però non si può dire che la legge n. 76 è all'avanguardia rispetto a quello che si sta facendo a Roma. Anche perché non si può reclamare la specificità quando ci conviene e poi per altre cose fare riferimento a Roma; se vogliamo essere coerenti fino in fondo, affrontiamo i problemi come regione autonoma così come abbiamo fatto per le leggi nn. 39 e 40, e andiamo a fare tutti quegli atti che sono consequenziali per dare una risposta.

A me non interessa sapere se quello va bene o non va bene; a me interessa che in questo momento in Valle d'Aosta e nella città di Aosta c'è una grossissima esigenza di case e noi non siamo stati in grado di dare delle risposte. Non voglio accusare l'Assessore Lavoyer di essere stato inefficiente o incapace a portare avanti questo discorso, magari affrontiamolo assieme; però ritengo che se riusciamo a portare avanti tutte le proposte che ho cercato di elencare prima, il problema casa diventerà meno drammatico e non graverà neanche sulla Presidenza della Giunta, che tutti i giorni deve farsi carico di centinaia di richieste di persone che vanno lì per ottenere una soluzione. Se riuscissimo ad affrontare il problema nella sua complessità, probabilmente avremmo dato una buona risposta ai cittadini.

C'era l'ultimo problema che non ho citato prima, ma che dico adesso. Con l'applicazione della legge n. 40 dovevamo fare il regolamento per il fondo sociale, ma questo ancora non è stato portato avanti. Quando arriveranno sia dal Comune che dallo IACP l'applicazione della legge sui canoni e noi dovremo andare ad applicare il fondo sociale, non saremo in grado di farlo. Pregherei che su queste cose si prendesse un impegno; non dico che l'Assessore da solo possa risolvere questo problema, però se ci mettiamo assieme e con la volontà politica credo che si possano dare delle risposte realistiche, così come abbiamo fatto per altri settori della vita socio-economica della Valle d'Aosta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello per mozione d'ordine.

Chiarello (RC) Dato che nel finale dell'intervento di Borre si parlava di una dilazione di pagamenti, sono d'accordo. Se devo modificare la mozione, la modifico in quel senso lì.

Presidente Le ricordo che la discussione generale è già stata chiusa.

Chiarello (RC) É stata chiusa dopo che lui è intervenuto. Ho detto comunque che sono disponibile ad accettare quello che ha detto Borre: di invitare questa Giunta a far sì che vengano dilazionati i pagamenti.

Presidente Consigliere, lei per mozione d'ordine sta chiedendo una sospensione?

Chiarello (RC) Chiedo una breve sospensione.

Presidente Se il Consiglio non ha niente in contrario, la sospensione è accordata.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 18,02 alle ore 18,08.

Presidente Riprendono i lavori.

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) Dopo aver saputo che siamo la miglior regione dal punto di vista delle leggi fatte, per cercare di risolvere al più presto questo problema invito l'Assessore, perché di sua competenza, e il Presidente della III Commissione, a prevedere nel più breve tempo possibile un incontro in quella sede con i Presidenti degli IACP, con l'Assessore comunale, diciamo con tutti gli organi competenti e con l'Assessore regionale, in modo da capire come mai ci sono questi ritardi, a cosa sono dovuti, e infine per vedere quali sono le soluzioni migliori.

Pertanto ritiro la mozione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (RV) In qualità di Presidente della III Commissione accetto l'invito, credo d'accordo anche l'Assessore, a fare questa riunione in tempi brevi con tutti i soggetti interessati a questa problematica. In quella sede il Consigliere Chiarello potrà fare tutte le domande che riterrà opportuno fare.

A tempi brevi convocherò la commissione per discutere su questo problema.

Presidente Il punto in oggetto viene ritirato.

Il Consiglio prende atto