Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 677 del 18 maggio 1994 - Resoconto

OGGETTO N. 677/X - Strutturazione e funzionamento dell'Ufficio regionale miniere e cave. (Interrogazione)

Interrogazione - Vista la legge regionale 19 ottobre 1989 n. 67, concernente colti­vazione di cave e torbiere e relativa Polizia Mineraria, che all'articolo 19 (Polizia Mineraria) comma 4, recita: "Sino a che non sarà adeguatamente strutturato l'Ufficio regionale Miniere e Cave, il Presidente della Giunta regionale può avvalersi del Corpo Nazionale delle Miniere del Ministero Industria, Com­mercio e Artigianato";

Verificato che l'articolo 19 sopra richiamato non è stato modifi­cato dalla successiva legge regionale 26 maggio 1993 n. 61;

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 4866 del 21 maggio 1993, con la quale si esprime assenso al Comando presso questa Amministrazione regionale dell'Ing. Luigi Pi­gnatta con decorrenza 3 marzo 1993 e fino al 2 marzo 1994, e la deliberazione n. 2077 dell'11 marzo 1994, con la quale detto comando viene prorogato fino al 2 marzo 1995;

Presa visione della deliberazione n. 5485 del 29 giugno 1990 con la quale la Giunta regionale

a) approvava una bozza di contratto tra il Politecnico di Torino e la R.A.V.A. relativa al corso didattico intensivo sulle attività estrattive, cave e miniere,

b) autorizzava cinque funzionari dell'Assessorato ai lavori pubblici a partecipare al corso suddetto,

c) approvava la spesa di lire 107.100.000;

i sottoscritti consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente per conoscere:

- se, a circa cinque anni dall'entrata in vigore della legge regio­nale 19 ottobre 1989 n. 67, l'Ufficio regionale Miniere e Cave sia oggi "adeguatamente strutturato" e, eventualmente, quali sono i tempi che si reputano necessari per renderlo operativo;

- a quanto ammonta la spesa complessiva fin qui sostenuta dalla R.A.V.A. per il pagamento degli stipendi, degli assegni fissi, per i contributi sul trattamento economico, per il lavoro straordinario e per le indennità di trasferta dell'Ing. Pignatta.

F.to: Marguerettaz - Collé

Presidente - La parola all'Assessore dei lavori pubblici, Ferrero.

Ferrero (Ass.tec.) - Poiché, attraverso questa interrogazione, viene toccato un punto specifico, ma importante nell'organizzazione dell'Ammi­nistrazione regionale, cercherò di dare degli elementi di rispo­sta i più precisi possibile.

Intanto credo siano da richiamare le due leggi di riferimento per l'attività di questo Ufficio in questo settore: la legge 67 del 1989 che stabilisce che l'istruttoria re­lativa alle autorizzazione in materia di materiale inerte e di pietrame sia curata dall'Ufficio Miniere e Cave; questa stessa legge all'articolo 19, come si ricorre nelle premesse dell'interro­gazione, auspica la realizzazione di una struttura regionale per assolvere alle funzioni esercitate dal Corpo Nazionale delle Miniere, prima del trasferimento di queste funzioni con il D.P.R. del 1982. L'altra legge di riferimento è la n. 61 del 1993 in cui le competenze amministrative dell'Ufficio Miniere e Cave sono state estese alle cave di marmo e di pietre affini e all'arti­colo 18 si prevede che con apposita legge sia istituito il Corpo regionale di Polizia delle miniere e delle cave.

La struttura at­tuale dell'Ufficio esistente presso l'Assessorato dei lavori pub­blici è così composta: il coordinamento è garantito da un inge­gnere vicedirigente del settore assetto del territorio e vi sono nell'Ufficio cave quattro dipendenti: un ottavo livello e tre geo­metri di settimo livello.

Questa struttura ha cominciato ad ope­rare dal 1991 e segnalo, per capire quanto dirò dopo, che il per­sonale dell'Ufficio attualmente svolge anche mansioni esterne all'attività legata alle cave e alle miniere e questo per motivi legati a carenza di organico nel settore.

In particolare queste mansioni riguardano l'assistenza lavori per quanto riguarda la sistemazione di zone soggette a frane e inoltre l'istruttoria relativa al rilascio dei decreti di autorizza­zione delle linee elettriche. Ricordo anche dal punto di vista della struttura che l'organico, di cui alla legge 19 del 1992, pre­vede solamente due tecnici minerari in questo ufficio rispetto ad una richiesta di quattro tecnici, uno di ottavo livello ed uno di terzo.

Per quanto riguarda le funzioni svolte da questo particolare Ufficio, esse sono, come si può ricavare anche dalle due leggi che ho citato, di due tipi: amministrative in senso stretto, lega­te alle autorizzazioni di cui ho parlato, da un lato e dall'altro sono funzioni relative all'applicazione delle norme di Polizia delle miniere e delle cave oltreché di igiene e di sicurezza sul lavoro, si tratta cioè di ispezioni ordinarie, controlli di sicurez­za, sull'impiego dell'esplosivo e così via.

Fatti questi richiami come premessa, al punto uno dell'interro­gazione si chiede se, a circa cinque anni dall'entrata in vigore della legge 1989, l'Ufficio sia oggi adeguatamente strutturato ed eventualmente quali siano i tempi necessari per renderlo operativo; posso segnalare che, per quanto riguarda le funzioni di tipo amministrativo in senso stretto, il livello organizzativo dell'Ufficio è per le procedure autorizzative soddisfacente; ci sono delle insufficienze per quanto riguarda l'attività di sor­veglianza amministrativa in relazione alle attrezzature dell'Ufficio stesso.

Invece, qui è il punto essenziale dell'interrogazione, per l'eser­cizio delle funzioni di Polizia mineraria, il Presidente della Giunta in un primo momento e poi direttamente l'Assessorato si avvale, a partire dal marzo del 1993, dell'Ing. Pignatta, co­mandato presso l'Amministrazione regionale.

I compiti dell'Ing. Pignatta sono di collaborare all'organizzazione e all'avvio fun­zionale operativo dell'Ufficio di cui parliamo relativamente a queste funzioni di Polizia Mineraria. Prima del 1993, a partire esattamente dal settembre 1989, per questi compiti ci si avva­leva direttamente del Corpo miniere del distretto minerario di Torino a cui lo stesso Ing. Pignatta appartiene.

Per quanto ri­guarda la questione dell'operatività segnalo che ad oggi i punti da affrontare sono essenzialmente di due ordini: uno riguarda la strumentazione necessaria allo svolgimento pieno di questa attività, punto relativamente secondario, e l'altro riguarda in­vece il personale.

È necessario, per poter rendere operativo l'Ufficio, che la Giunta regionale, come previsto dall'articolo 19 della legge del 1989, proceda alla nomina dei nuovi funzionari con compiti di Polizia Giudiziaria, previo accertamento da parte della Giunta stessa dei requisiti richiesti per l'espletamento delle funzioni di Polizia Mineraria.

Sotto questo profilo ricordo, perché richiamato anche nelle premesse dell'interrogazione, che sei dipendenti dell'assesso­rato hanno seguito nel 1991 un corso didattico intensivo otte­nendo un attestato di frequenza che è utile ai fini dei requisiti che vengono richiesti.

L'Ing. Pignatta, attraverso il comando che è stato attivato e confermato nel marzo di quest'anno, copre la figura attualmen­te mancante di ingegnere ufficiale di Polizia Giudiziaria che è espressamente prevista dalla normativa esistente.

É necessario ancora avvalersi della presenza dell'Ing. Pignatta anche in considerazione della complessità dei compiti di polizia Minera­ria che richiedono per i nuovi funzionari una volta nominati un periodo di tirocinio tecnico-pratico in questa materia. Vi sono anche degli aspetti di carattere contrattuale connessi con il ri­conoscimento di questa idoneità a espletare funzioni di Polizia mineraria.

Vi è anche un problema di organico: è opinione mia che con l'istituzione del Corpo regionale di Polizia delle miniere e delle cave sia necessario rivedere la previsione dell'organico arrivando almeno a quanto inizialmente era stato richiesto e previsto, vale a dire la presenza nell'Ufficio di tre tecnici mine­rari più un istruttore tecnico, oltre all'ingegnere responsabile dell'Ufficio, con compiti di Polizia Giudiziaria.

Per il secondo punto dell'interrogazione che riguarda la spesa complessiva sostenuta per il pagamento dell'Ing. Pignatta dico che la spesa ad oggi, già sostenuta dalla Regione o in corso di liquidazione per oneri retribuiti a titolo di attività di trasferta, compenso per lavoro straordinario, indennità di bilinguismo, compenso incentivante, ammonta a 37 milioni e mezzo circa di lire. Vi è poi la spesa per gli emolumenti fissi e continuativi che viene liquidata direttamente dalla Direzione Provinciale del Tesoro e che, previa richiesta, verrà rimborsata allo Stato dall'Amministrazione regionale, ma fino ad oggi non è ancora pervenuta alcuna richiesta di rimborso.

Questa spesa, su base annua in termini lordi, è preventivabile in 55 milioni e 400 mila lire comprensiva degli oneri contributivi.

Presidente - La parola al Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) - Ringrazio l'assessore per la risposta che, se mi ha chiarito in merito alla domanda numero due po­sta dall'interrogazione, lascia però aperto il problema ed è questa la questione che maggiormente mi preoccupa. Noi siamo infatti in presenza di una legge di 5 anni fa che diceva una cosa molto semplice: la competenza della Polizia Mineraria spetta in primis al Prefetto il quale si avvale di funzionari della Regione e in specifico dell'Assessorato ai lavori pubblici.

Questo è stato deciso 5 anni fa e nel corso dei 5 anni si è sostenuta una spesa superiore ai 200 milioni; oggi noi scopriamo che l'organico ne­cessario per condurre la Polizia Mineraria nella nostra Regione di fatto non esiste ancora perché continuiamo ad avvalerci della collaborazione dell'Ing. Pignatta che da una parte, come giu­stamente ricordava l'Assessore, svolge quelle funzioni di com­petenza dell'ingegnere capo del Corpo delle miniere per il quale bisognerà comunque trovare una soluzione, nel senso che non possiamo distaccare vita natural durante il signor Pignatta presso la nostra amministrazione.

È il secondo punto ad essere il più preoccupante e cioè che l'in­carico all'Ing. Pignatta serviva per collaborare all'avvio funzio­nale e operativo dell'Ufficio. La cosa che sorprende maggior­mente, a fronte delle carenze di organico denunciate dall'Asses­sore che sono evidentemente plausibili, è che a distanza di 5 anni dalla legge, di 3 anni da un corso sostenuta dai sei dipen­denti dell'Assessorato, a distanza di 1 anno dall'incarico dato all'Ing. Pignatta, non esiste un dipendente dei lavori pubblici che sia di fatto funzionario regionale di Polizia Mineraria.

Questo credo che sia un argomento al quale la Giunta dovrebbe mettere mano al più presto possibile per evitare di trovarci fra un anno di fronte ad una terza delibera di estensione dell'inca­rico ancora all'Ing. Pignatta. Grazie.