Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 210 del 27 ottobre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 210/X - Notizie sulla chiusura dello stabilimento Cogne di Aosta. (Interrogazione)

Interrogazione - A conoscenza dell'aggravarsi della situazione produttiva, occu­pazionale e sociale dell'Ilva-Cogne;

Preso atto che tutti gli impegni assunti dai parlamentari val­dostani, dall'Assessore competente e dalla Giunta regionale nel suo insieme sono stati disattesi;

Preso atto, altresì, delle dichiarazioni rilasciate ultimamente dai rappresentanti regionali agli organi di informazione locali;

Viste le prese di posizione da parte dell'Ilva, dell'Iri e della Co­munità europea in merito alla politica siderurgica;

i sottoscritti consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente e la Giunta regionale per conoscere:

- se corrispondono al vero le notizie pervenute da ambienti inte­ressati, ma competenti, concernenti la chiusura entro breve ter­mine dello stabilimento Cogne di Aosta;

- quali obiettivi si pone oggi la Giunta regionale per evitare questo grave e deleterio evento per l'economia valdostana.

F.to: André Lanièce - Emilio Rini

Presidente - La parola all'Assessore dell'industria, commercio e artigianato Mafrica.

Mafrica (GV-PDS-SV) - Sia l'interrogazione sia alcuni interventi nel corso del dibattito hanno sottolineato la drammaticità del problema Cogne. È una drammaticità che perdura da anni e in effetti esiste il rischio che ci sia una sorta di assuefazione; sicuramente questo non accade all'Amministrazione regionale e a chi ha il compito di occuparsene perché effettivamente questo rimane il problema principale da seguire e per il quale trovare una soluzione.

Io credo che nella premessa dell'interrogazione ci siano delle osservazioni un po' rituali che non corrispondono al vero; si dice che sono disattesi gli impegni dei Parlamentari valdostani, dell'Assessore, della Giunta. Io credo di dover ribadire che l'im­pegno dei Parlamentari, della Giunta e anche l'impegno opera­tivo, concreto, su questa vicenda è il massimo possibile, però la soluzione non può essere fatta gravare su responsabilità regio­nali perché il numero dei soggetti e gli interessi in gioco sono tali che la situazione non può essere semplificata, è complessa, molto difficile e sempre con pericoli imminenti.

La Cogne S.p.A. è in liquidazione per i suoi bilanci, l'Ilva andrà in liquidazione entro la fine del mese, l'Iri per conto suo ha pe­rdite colossali, il Governo non è propenso a interventi per fi­nanziare situazioni di perdita. Gli interventi più approfonditi sono stati fatti e continuano ad essere fatti dall'Amministra­zione regionale che ha stanziato per legge 150 miliardi per l'ac­quisto delle aree e delle centrali, ha continuato a contattare operatori industriali che fossero disponibili a rilevare l'attività e ha prodotto delle condizioni che, a nostro giudizio, devono es­sere ben tenute presenti da chi ha le altre responsabilità di de­cidere o meno se continuare, liquidare e vendere. Per fare il ri­assunto degli interventi fatti dall'Amministrazione negli ultimi 15 giorni vi dico che il 12 ottobre c'è stato un incontro della Regione con Ilva e in questa occasione si sono ulteriormente di­scusse l'iniziativa regionale verso gli imprenditori privati e la disponibilità regionale per ciò che riguarda le aree e le centrali. È stato presentato da parte della Regione un promemoria che contiene un possibile accordo a tre tra Regione, Ilva-Iri e pri­vati con le condizioni che la Regione richiede ai privati e le di­sponibilità regionali per ciò che riguarda gli interventi.

In quella fase non si è raggiunto con Ilva un accordo e Ilva ha sostenuto di voler raggiungere un accordo preliminare per una divergenza sui valori delle aree e delle centrali, divergenza che continua ad essere abbastanza rilevante.

Il 13 ottobre c'è stato un Consiglio comunale aperto al Comune di Aosta dove anche lo stesso ha espresso la sua volontà di so­stenere l'occupazione nella nostra regione presso lo stabilimen­to siderurgico in tutte le forme possibili; il 18 ottobre c'è stato un incontro con due imprenditori privati, Marzorati e Ori Mar­tin, che hanno confermato di essere disponibili a tener conto delle indicazioni regionali per ciò che riguarda le aree da libe­rare e per ciò che riguarda determinati livelli minimi di occu­pazione da garantire. Il 19 ottobre abbiamo ulteriormente ri­chiesto all'Onorevole Borghini, che è il Presidente del Comitato di crisi, che venisse organizzato a Roma un incontro, il 20 otto­bre abbiamo scritto a Ilva e a Iri formalizzando le nostre offerte per ciò che riguarda le aree e i terreni e chiedendo che si proce­desse con un incontro a tre. Il 23 ottobre abbiamo, insieme all'Assessore alle finanze, incontrato il Ministro dell'Industria Savona, lo abbiamo messo al corrente della situazione e gli ab­biamo richiesto un intervento sull'Iri perché rendesse operativa la possibile privatizzazione, visto che ci sono imprenditori tut­tora interessati. Il 27 ottobre, ieri, il Presidente della Giunta nell'incontro con il Presidente del Consiglio ha risottolineato la necessità che ci fosse attenzione da parte del Governo alla si­tuazione della Cogne e nella giornata di domani ci sarà un in­contro a Roma presso il Comitato di crisi con l'Iri e con i Mini­steri interessati.

Qual è la situazione? La situazione è quella di avere un'azienda che sicuramente negli anni passati e tuttora ha subito perdite rilevanti, ma di avere imprenditori disponibili a subentrare che hanno raggiunto un accordo con la Regione. La produzione della Cogne di acciai inossidabili lunghi è una produzione di cui l'Italia è importatrice, è una produzione che è destinata all'area del Nord Italia dove numerose aziende o comprano questo tipo di acciaio da produttori nazionali o lo importano da produttori francesi e tedeschi, quindi esiste anche un interesse nazionale alla continuità produttiva.

C'è da parte regionale la disponibilità ad acquistare le aree, i terreni a prezzi congrui, senza andare oltre quelle che sono le possibilità finora giudicate in relazione anche alle possibilità di bilancio e ai lavori stabiliti dalle perizie. C'è la disponibilità da parte della Regione a intervenire per la reindustrializzazione in modo da garantire l'occupazione della mano d'opera esube­rante; la divergenza maggiore che finora non siamo riusciti a colmare è nella valutazione, con Ilva, delle aree e delle centrali. Abbiamo perciò richiesto al Ministro dell'Industria, al Presi­dente del Consiglio e al Presidente dell'Iri e richiederemo do­mani al Comitato di crisi che il Governo si faccia carico di una posizione di mediazione e anche, se possibile, di un intervento finanziario per la questione Cogne che aiuti a superare queste divergenze.

Crediamo di aver attivato tutti i canali possibili, di esserci fatti carico anche della ricerca di imprenditori, di aver messo sul tappeto delle somme non indifferenti, ovviamente non siamo gli unici attori e non possiamo decidere tutto noi in una situazione così complessa. Continueremo con determinazione su questa strada augurandoci di poter dare notizie positive; non siamo però così irresponsabili da farci carico di gestioni decennali di­sastrose degli Enti a partecipazione statale delle aziende pub­bliche che oggi in qualche modo penalizzano fortemente questa azienda regionale. Arriveremo fin dove è possibile senza ri­nunciare a nulla di ciò che legittimamente si può fare. Credia­mo però che altri attori, l'Iri, l'Ilva e il Governo debbano inter­venire per la loro parte perché la Regione da sola non è in gra­do di impegnarsi in questa situazione più di quello che sta fa­cendo e si accinge a fare anche dal punto di vista operativo e fi­nanziario.

Presidente - La parola al Consigliere Lanièce.

Lanièce (DC) - Ringrazio l'Assessore anche se mi sembra di risentire sempre le stesse parole. Premetto che non è mia intenzione fare polemica, ma mi sembra evidente che l'Assessore Mafrica sia alla conti­nua ricerca, come si deduce dalle interviste rilasciate agli or­gani di informazione, di motivazioni per giustificare il fallimen­to della propria condotta in questi ultimi anni per salvare, per quanto sia possibile, l'attività produttiva e occupazionale della Cogne. Purtroppo, Assessore, devo riconoscere che siamo giunti alla stretta finale, siamo, salvo un miracolo, alla messa in li­quidazione della società e quindi alla possibile chiusura dello stabilimento. Pertanto bisogna prendere atto che la situazione è precipitata senza che la Regione abbia potuto giocare il ruolo che le competeva.

(...interruzione dell'Assessore dell'industria, commercio e arti­gianato Mafrica...)

Presidente - Per piacere, diamo al Consigliere Lanièce la possibilità di repli­ca.

Lanièce (DC) - L'Assessore, che forse non si ricorda da quanti anni ricopre questo ruolo, deve prendere atto dell'inefficacia del suo operato nell'affrontare le problematiche della siderurgia valdostana. È vero che la crisi del settore siderurgico è andata sempre più ag­gravandosi sia a livello nazionale sia a livello europeo, è vero che è mancata una politica di settore da parte del Governo ita­liano, è vero che anche la Comunità Europea ci ha penalizzato ed è anche vero che il gruppo Ilva non è stato credibile e non lo è tuttora, e i fatti lo dimostrano, ma è altrettanto vero che in questi ultimi tre anni non c'è stato un rapporto concreto tra l'Ilva Cogne e la Regione e tra la Regione e la Comunità Euro­pea e non c'è stato un confronto in tempo utile con i privati co­me la gravità della situazione richiedeva. Non c'è stato un rap­porto Governo-Regione capace di richiamare l'attenzione dello Stato sull'importanza che riveste la presenza del capitale pubblico in una regione a tradizione siderurgica. La realtà è che siamo giunti alla fine della passata legislatura senza che sia stato mantenuto uno solo degli impegni presi in Consiglio regionale; anche le decisioni, i provvedimenti e le delibere presi dalla precedente maggioranza non hanno avuto successo ma hanno solo creato illusioni.

Non è sufficiente muoversi per ottenere i supporti sociali in modo da alleviare lo stato di disagio dei lavoratori in odore di disoccupazione, non è con l'assistenzialismo che si risolvono e si affrontano i problemi produttivi ed occupazionali. Oggi la Co­gne è abbandonata, è a un passo dalla liquidazione con il ri­schio che saltino 1600 posti di lavoro. Anche se si vuole essere molto ottimisti si rischia comunque di cadere in mano ai privati con le conseguenze che tutti noi possiamo immaginare. Asses­sore Mafrica, questo è il risultato del vostro interessamento, del vostro lavoro.

Certo che il piano Ilva se sarà messo in atto così com'è porterà alla definitiva chiusura della produzione side­rurgica in Valle d'Aosta. Chiudo quindi questa mia replica di­cendo che torneremo sull'argomento, anche se pensiamo che sia dovere della Giunta portare in Consiglio regionale questo pro­blema il più presto possibile, senza ulteriori indugi e ritardi. Prima di concludere definitivamente sentiamo il dovere di ri­cordare all'Assessore Mafrica una sua affermazione che risulta agli atti del Consiglio. Lei ha affermato in questa sede che: "con la strada seguita dalla Giunta è stato salvato lo stabilimento Cogne dal peggio". Da quale peggio? Peggio di così!