Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3870 del 22 ottobre 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3870/IX Iniziative per salvare l'occupazione dei lavoratori operanti presso l'Autoporto e le Case di spedizione di Pollein. (Ritiro di mozione - Approvazione di risoluzione)

Président Je donne lecture de la motion présentée par les conseillers Chiofalo, Beneforti, Trione, Lanièce e Ricco, inscrite au point n. 46 de l'ordre du jour.

Mozione Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Considerato che con il "sì" del referendum francese non solo si è approvato il Trattato di Maastricht, ma si è anche dato un segnale per attuare le varie fasi di liberalizzazione e di integrazione previste negli obiettivi della politica comunitaria;

atteso che, comunque, per effetto dell'entrata in vigore dell'Atto Unico Europeo, cadono fra poco più di cento giorni le barriere doganali dei Paesi aderenti al MEC;

e che, pur salutando il progresso nella costruzione dell'edificio comunitario, non è possibile ignorare le gravi preoccupazioni relative alle 111 unità impiegate dalle società Autoportuali in Comune di Pollein nonché nelle zone di transito internazionale;

visto che, ormai, si parla apertamente di avvisi di licenziamento inviabili entro il 15 ottobre p.v., senza che - nel frattempo - siano stati avviati ed anche posti in essere meccanismi di riconversione dell'area di Servizio Autoportuale e di salvataggio dei livelli occupazionali gravemente minacciati;

ascoltato non senza preoccupazione l'intervento del Presidente della Giunta regionale in merito ai propositi della Giunta in risposta ad una interpellanza presentata dal Consigliere Pascale e discussa in data odierna;

rilevato che la "filosofia politica" enunciata dal Presidente Lanivi si baserebbe da un lato sulla acquisizione dell'area da parte della Regione e, d'altro canto, sull'affidamento ai "privati" della gestione secondo un'ottica di impegno misto che, tuttavia, non tiene conto della esistenza di una compartecipazione che è già in essere dopo l'acquisto di quote societarie da parte della Regione;

ritenuto che per i lavoratori dell'Autoporto di Pollein dipendenti dalle Case di spedizione non è prevista alcuna forma di cassa di integrazione e che, peraltro, appare insufficiente la ventilata richiesta di estendere ai 111 interessati in questione le provvidenze di cui alla legge 223 del 1991;

e che si rischia di non avere sufficienti garanzie occupazionali data la lentezza con la quale procede la definizione degli accordi con la Mercedes e stante la volontà asserita di considerare distinte le "trattative" vuoi con la Mercedes stessa vuoi ancora con la SDS dopo la nota procedura di infrazione ex articolo 93.2 Trattato CEE, con la conseguente "ridefinizione" di atti, accordi, clausole la cui tempistica procrastina le fasi di realizzazione dell'intesa generale;

delibera

di invitare la Giunta regionale a promuovere con la massima urgenza le iniziative volte a salvare l'occupazione dei 111 dipendenti dell'Autoporto e delle Case di spedizione di Pollein;

di richiedere alla Giunta regionale di fornire al Consiglio, con la dovuta tempestività, ogni ragguaglio utile alla soluzione del problema, aggiornandolo sugli sviluppi della situazione e sull'esito dei contatti ministeriali.

Président Le Conseiller Chiofalo a demandé la parole; il en a la faculté.

Chiofalo (DC) Signor Presidente e signori consiglieri, se possiamo salutare positivamente l'arrivo dell'edificio comunitario, non possiamo ignorare il grave problema occupazionale dei 111 dipendenti delle Case di spedizione che operano all'Autoporto.

Signor Presidente della Giunta, nella scorsa adunanza consiliare avevamo concordato di rinviare la discussione della mozione in oggetto per dare la possibilità a lei e a noi tutti di sapere qualcosa di più su quest'annoso problema che preoccupa e sta a cuore a noi tutti. E' inutile ricordare che di licenziamenti ormai non solo si parla, ma alcuni dipendenti delle Case di spedizione hanno già ricevuto le lettere di licenziamento.

Non senza preoccupazione abbiamo ascoltato le sue risposte all'interpellanza del Consigliere Pascale ed i suoi interventi durante l'acceso dibattito nel corso della precedente adunanza consiliare, nonché quanto ha detto ieri ai lavoratori dipendenti delle Case di spedizione che ha voluto cortesemente ricevere.

Con estrema franchezza ed onestà lei ha detto che per ora non può dare nessuna garanzia e non può assumere alcun impegno. L'unica filosofia che abbiamo capito è che la Giunta - sarebbe meglio dire la maggioranza - intende acquistare l'area autoportuale, per darla forse in gestione a privati, non tenendo conto che la Regione ne è già proprietaria del 30 per cento...

(...interruzione...)

... Il Consigliere Aloisi dice del 35 per cento.

Noi non condividiamo, se non in parte, questa scelta e preferiremmo che ogni decisione venisse rinviata a quando si potrebbe conoscere qualcosa di più di tutta questa operazione.

In questo momento non è importante sapere se condividiamo o meno l'acquisto dell'area da parte della Regione, anche se, come ho già detto ieri, noi riteniamo che si creerebbe un carrozzone che non darebbe alcuna risposta ai dipendenti dell'Autoporto.

A nostro parere sarebbe più giusto e serio che del problema si facessero carico gli operatori che fino ad ora hanno beneficiato di notevoli utili, ai quali dovrebbero aggiungere anche quelli di quest'anno (9 o 10 miliardi), così potrebbero dare il loro apporto alla riconversione dell'area autoportuale..

Non condividiamo che si proceda oltre senza ottenere risposte. Signor Presidente, siamo disponibili a collaborare per risolvere il problema dei lavoratori autoportuali, anche se le possibilità della minoranza sono molto limitate e ristrette, perché le decisioni sono prese dalla maggioranza e dalla Giunta.

Finora, però, non ci è stato detto nulla sul modo in cui l'esecutivo intende muoversi per risolvere questo problema.

Spero e mi auguro che abbia qualcosa in mente e stia già facendo qualcosa a livello regionale e soprattutto a livello nazionale, ad esempio, per modificare la legge n. 223 del 1991 e far estendere i benefici della cassa integrazione anche ai 111 lavoratori delle Case che operano all'Autoporto. Certamente, le forze politiche devono collaborare per risolvere questi gravi problemi, ma se non si sta come si sta muovendo l'esecutivo, io credo che non possiamo essere di grande aiuto. Rimozione, "a promuovere con la massima urgenza le iniziative volte a salvare l'occupazione dei 111 dipendenti dell'Autoporto e delle Case di spedizione di Pollein".

Signor Presidente, non credo che oggi lei ci possa dare grandi notizie o informazioni, come invece vorrei augurarmi. Tuttavia, se ci dirà che cosa sta facendo la Giunta, noi, come gruppo consiliare e come partito, saremo ben lieti di poterci rendere utili.

Presidente Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha chiesto la parola il Consigliere Pascale; ne ha facoltà.

Pascale (PSI) Di questo problema abbiamo già discusso ampiamente nei giorni scorsi, prima in Commissione e poi soprattutto ieri davanti all'assemblea dei dipendenti delle Case di spedizione che avevano iniziato un ulteriore sciopero, per cui non voglio ripetermi, anche perché il Presidente della Giunta ha già avuto modo di sentire le mie proposte in merito.

Voglio solo sottolineare che il personale è indubbiamente esaspe-rato, perché non ottiene risposte dal governo per quanto riguarda la cassa integrazione e la possibile mobilità ai sensi della legge 223, ma soprattutto perché non ha ancora ottenuto una proposta chiara e concreta da parte dell'Amministrazione regionale, che è l'unica istituzione capace di attivare le iniziative che possono poi garantire questi posti di lavoro anche per il dopo 1993.

Fino a qualche tempo fa, questo personale sperava ed era convinto di poter mantenere il posto di lavoro attraverso l'insediamento produttivo della SDS, che tra l'altro aveva già opzionato la Cenda e quindi i cinquanta posti di lavoro della Cenda potevano essere considerati salvi, ma era possibile estendere questo discorso anche agli altri dipendenti.

E' chiaro che ora, nel momento in cui è venuta a cadere questa ipotesi - non voglio qui ripetere il discorso che abbiamo già fatto sulla SDS - bisogna presentare delle proposte diverse, cioè delle iniziative sostitutive. Ieri io mi sono permesso di fare delle proposte o di dare dei suggerimenti al governo regionale per possibili iniziative da attivare.

Non voglio ripeterle qui, ma vorrei ribadirne una che mi pare im-portante, quella di rivolgersi alle aziende valdostane nelle quali la Regione ha una partecipazione pubblica o comunque ha un potere contrattuale, per verificare il loro fabbisogno per il 1993, in modo da organizzare dei corsi di riqualificazione che non siano fondati sul nulla, ma siano finalizzati a posti di lavoro che ci sono.

Faccio solo un esempio: la RAV. L'autostrada Aosta-Morgex aprirà verso maggio o giugno, quindi ci sarà bisogno di personale a livello di casellanti, di impiegati, di manutenzione... Perché questo personale non può essere bloccato, per consentire l'espletamento dei corsi di riqualificazione...?

(...interruzione...)

... Che io sappia, almeno fino a Morgex dovrebbe aprire l'anno prossimo...

(...interruzione...)

... No, neanche quello?

Comunque è un esempio che mi è venuto in mente, ma penso che il governo regionale abbia la possibilità di effettuare queste verifiche anche in altre direzioni.

Inoltre, nel corso dell'assemblea di ieri il Presidente della Giunta ha detto che è allo studio un progetto che prevede l'acquisizione dell'area autoportuale e che ha anche interessanti risvolti occupazionali, però ha aggiunto che per ora non può dire nulla perché il progetto è in una fase delicata di trattative. Ecco, io vorrei almeno sapere in quali tempi questo progetto potrebbe essere concretizzato e chiederei di dirci qualcosa di più, sempreché sia possibile, almeno in sede di Commissione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.

Riccarand (VA) Il libro bianco della Commissione CEE che stabiliva per il 1° gennaio 1993 l'entrata in vigore del mercato unico, con la conseguente soppressione delle barriere doganali, è del 1985.

Io credo che già questo dato dimostri come ci sia stata una sottovalutazione di tale scadenza da parte dell'Amministrazione regionale nel suo complesso, prescindendo quindi dalle varie Giunte che si sono susseguite. Eppure la scadenza era annunciata da tempo e si sapeva che ci saremmo arrivati.

In passato molte volte noi abbiamo sollevato questo problema, sia sotto l'aspetto finanziario (conseguenza sull'IVA da importazioni) sia sotto l'aspetto occupazionale. Vorrei ricordare che il nostro Gruppo è stato il primo a sollevare un anno e mezzo fa, qui in Consiglio con un interpellanza, il problema dell'occupazione autoportuale, proprio alla luce della mobilitazione in corso all'autoporto di Cluses.

Noi dicevamo: "Ma come? Lì si stanno mobilitando, stanno ponendosi il problema della riconversione, perché qui ad Aosta non si fa niente?". Ci venne risposto: "La nostra situazione è diversa da quella della Francia e quindi per noi il problema non si porrà, perché ci sarà una fase transitoria...".

Il problema è stato sottovalutato ed ora, a settanta giorni dalla scadenza della nuova fase di rapporti internazionali, ci troviamo con grossi problemi irrisolti, che non abbiamo affrontato per tempo.

Detto questo, è da sottolineare un altro dato importante. E' giusto chiedere che l'Amministrazione regionale faccia la sua parte, così come è giusto chiedere che il Governo faccia la sua parte, soprattutto per quanto riguarda, ad esempio, la non prevista cassa integrazione per i lavoratori.

Però dovrebbe essere chiamata a fare la sua parte anche la società Autoporto, alla quale la Regione ha versato decine di miliardi di lire in questi anni, a partire da una partecipazione azionaria, che mi sembra sia stata decisa nel 1982, e che aveva come finalità specifica proprio la riconversione dell'autoporto.

Questo significa che la legge di partecipazione azionaria e l'assunzione di tutta una serie di provvedimenti di finanziamento avevano avrebbero dovuto consentire alla società Autoporto di riconvertire le sue strutture, per meglio affrontare le nuove esigenze che si stavano delineando. E' grave, a mio avviso, che quella società non abbia fatto nulla.

Ricordo che negli anni passati, tutte le volte che si ridiscuteva un ritocco della quota che la Regione avrebbe dovuto dare alla società Autoporto, gli amministratori di quella società venivano e ci dicevano: "Stiamo mettendo a punto un progetto...".

Stavano sempre mettendo a punto un progetto. Ora siamo a settanta giorni dalla scadenza del mercato unico, ma quel progetto non c'è ancora e sembra anzi che la società voglia scaricare sulla Regione il problema dell'occupazione, come se la Regione lo potesse risolvere con un tocco di bacchetta magica.

Io credo che si debba insistere perché la società Autoporto svolga il ruolo per cui le sono stati affidati dei quattrini da parte dell'Amministrazione regionale.

Quei quattrini, stando a quanto era scritto nella legge, avevano per finalità specifica la riconversione dell'autoporto, per adattarlo alla nuova fase che si stava delineando.

Dove sono andati a finire quei soldi? Fino ad alcuni anni fa - lo abbiamo visto dai bilanci - erano investiti in BOT e non erano stati ancora utilizzati. Dove sono andati a finire dopo?

La Regione dovrà fare la sua parte, lo Stato dovrà cercare di mettere in atto gli ammortizzatori sociali necessari in queste situazioni, però la società Autoporto dovrà rendere conto di come ha utilizzato quei soldi e dovrà cercare di mettere in piedi dei progetti di intervento per le finalità per cui la Regione è entrata in quella società e l'ha finanziata in tutti questi anni.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Viérin; ne ha facoltà.

Viérin (UV) Hier, j'ai participé à l'assemblée du personnel de l'Autoport avec le Gouvernement valdôtain et les chefs des groupes du Conseil. Volontairement je n'ai pas pris la parole au cours de cette assemblée parce que j'ai ressenti un certain malaise et je veux l'exprimer aujourd'hui afin, si possible, d'éviter à l'avenir ces expériences, à mon avis, pénibles pour le Conseil.

Je croyais que l'objectif de cette rencontre était de faire le point avec le personnel de l'Autoport sur leurs problèmes réels. Par contre, je me suis aperçu que c'était une occasion pour promouvoir certaines initiatives, pour ouvrir la campagne électorale, pour faire beaucoup de démagogie, pour présenter des projets de loi portant des mesures qu'on avait quelques mois auparavant rejetées.

Je veux exprimer, donc, ici mon sentiment afin que l'on ne répète pas des expériences semblables, pour éviter que le Conseil tout entier, vis-à-vis du personnel de l'Autoport cette fois et vis-à-vis d'autres travailleurs, ensuite puisse donner une image qui ne fait qu'augmenter cette hantise, cette fracture qui se crée entre les politiques, si ainsi nous pouvons nous définir, et les gens communs, et la population.

On aurait dû affronter des problèmes réels avec les travailleurs et finalement le tout s'est réduit à un débat entre le personnel de l'Autoport et Aloisi, Pascale, Chiofalo, Beneforti, Bondaz...

(...interruption...)

... Non, c'est un problème différent, Monsieur Chiofalo. Je crois que notre présence à l'assemblée témoignait de l'importance que l'on attribue aux problèmes de ces travailleurs.

Personnellement, j'ai apprécié, pour tout vous dire Monsieur Chiofalo, l'intervention de Monsieur Beneforti, qui a essayé, à la fin de cette représentation, toujours à mon avis un peu pénible, de redorer un peu le blason des représentants du Conseil régional face à des problèmes réels, face à des gens qui sont confrontés à la perte de leur emploi.

Aujourd'hui, nous nous retrouvons à nouveau, à juste titre, à examiner ces problèmes et j'ai remarqué une attitude tout à fait différente. J'aurais beaucoup apprécié, de ce point de vue, le ton des interventions qui ont été faites aujourd'hui au Conseil, hier, à l'assemblée.

Evidemment les jugements sont toujours partagés parce qu'on peut toujours dire qu'un verre est à moitié plein ou à moitié vide. En tout cas, je crois que ce sont des considérations de caractère personnel qui visent à demander une attention accrue à la convocation des chefs de groupe, aux rencontres avec les représentants du Conseil régional, afin que ces rencontres puissent produire des effets positifs pour la solution des problèmes réels auxquels nous sommes tous confrontés.

A cet effet, je crois que l'initiative du Gouvernement doit continuer dans la direction qui a été énoncée, à savoir: un soutien fort du Gouvernement, de l'Administration régionale aux initiatives des organisations syndicales pour obtenir le chômage technique.

Nous devons diviser le problème en deux parties: les choses que l'on peut obtenir dans l'immédiat et les perspectives futures. Mais nous devons miser sur les deux tableaux parce qu'il y a des temps qui nous poursuivent, il y a des temps qu'il faut respecter et il y a surtout des échéances.

Je crois, à cet égard, que la première chose importante est de continuer dans cette action pour obtenir, en faveur du personnel de l'Autoport, l'élargissement des dispositions actuelles qui réglementent le chômage technique. Ce serait je ne dis pas la solution du problème, mais au moins on gagnerait du temps pour essayer de résoudre le problème dans sa globalité.

Ensuite, il faut continuer dans les actions concernant l'aire de l'Autoport et ce, en essayant de faire participer à ces initiatives la société de l'Autoport. Tout le monde est d'accord pour considérer cette aire comme une aire stratégique et donc il est important que nous puissions, même comme Conseil régional...

C'est une chose qui a souvent été répétée hier, au cours de l'assemblée, et que je partage: il ne s'agit pas d'un problème de majorité ou de minorité, il s'agit d'un problème général, un problème qui concerne maintenant directement 130 travailleurs. Globalement il concerne la communauté valdôtaine toute entière avec ses retombées et ses implications.

Nous devons, donc, définir quelles sont nos options quant aux interventions sur cette aire. Je crois que du point de vue des interventions de l'Administration régionale, le fait de se poser le problème de l'acquisition de ces aires a pour objectif d'essayer de résoudre cette question.

Si nous voulons ou si nous imaginons pouvoir intervenir en favorisant l'installation dans cette aire d'initiatives alternatives, nous devons évidemment favoriser ces mêmes initiatives et la disponibilité des aires. Le fait de les aménager peut sans doute contribuer pour atteindre cet objectif.

De même, dans cette période, dans un bref délai, je crois que les différentes activités de formation et de reconversion sont impor-tantes. On a parlé de projet Interreg, à savoir, utilisons toutes les possibilités que la Communauté économique européenne met à disposition afin de reconvertir les aires en difficulté.

Le problème de l'élimination des barrières douanières est un pro-blème qui ne concerne pas exclusivement le Val d'Aoste, c'est un problème à l'échelon européen.

Il y a des programmes spécifiques, présentons ces initiatives, nous pouvons bénéficier des finance-ments et, par ce biais, nous pouvons donc partir avec des activités spécifiques, des projets de formation qui augmentent ou qui peuvent augmenter les possibilités de reconversion du personnel, parce que le problème se pose de reconvertir ce personnel.

Je crois que c'est un discours réel et sérieux parce qu'on ne peut imaginer du jour au lendemain d'avoir résolu le problème de l'emploi de ces travailleurs. Nécessairement nous devons nous poser dans une phase intermédiaire de passage et utiliser tous les moyens nécessaires pour pouvoir, au cours de cette phase de transition, réaliser les différentes interventions qui pourront permettre une reconversion de ces mêmes travailleurs. Surtout que - et là je ne veux pas ouvrir aujourd'hui le débat, nous aurons la possibilité de le faire en examinant et en discutant le projet de loi qui a été présenté à cet égard par le groupe socialiste - nous ne pouvons oublier que certaines contraintes qui se posaient, il y a quelque mois, aujourd'hui doivent encore et toujours être considérées.

Il est facile de prétendre de résoudre le problème en déchargeant le même toujours sur l'Administration régionale. Il y a contradiction entre l'affirmation que souvent est faite que l'Administration régionale n'est pas un entrepreneur et, par la suite, les différentes propositions qui ont comme seul résultat celui de proposer le passage tout court de ce personnel à l'Administration régionale.

Je crois, donc, pour terminer, que le problème est un problème sérieux, est un problème complexe et que le fait de vouloir volontairement ou involontairement faire de la démagogie sur ce problème, en espérant en tirer quelques bénéfices n'amène pas à donner une solution réelle aux problèmes des travailleurs, du personnel de l'Autoport.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.

Aloisi (PSI) Vorrei ricordare al Consiglio che con questa mozione si vuole affrontare un problema molto serio e grave., di cui abbiamo già discusso ieri in assemblea con i lavoratori dell'Autoporto, ai quali abbiamo illustrato le proposte che il Gruppo socialista aveva presentato con un apposito disegno di legge.

Per smentire in modo pacato certe affermazioni del collega Viérin, che mi ha preceduto, il quale ha detto che qualcuno ha voluto strumentalizzare quell'incontro a fini elettorali, ci tengo a precisare che 130 persone hanno ricevuto una lettera di licenziamento e fra sessanta giorni si troveranno sulla strada, senza lavoro. Ebbene, di fronte a questa drammatica prospettiva, penso che nessuno di noi, purché abbia un po' di coscienza, voglia operare a fini strumentali.

I lavoratori volevano, pretendevano dall'Amministrazione regionale delle risposte precise, perché quello non era il primo incontro, caro collega Viérin, che si svolgeva tra loro, le organizzazioni sindacali ed i responsabili amministrativi; nel tempo ce n'erano già stati diversi, ma a tutt'oggi, cioè a sessanta giorni dal loro licenziamento, quei lavoratori non hanno ancora ottenuto una sola risposta e non vedono altra alternativa al licenziamento.

Di fronte a questo dramma è necessario che tutte le forze politiche siano unite per cercare una soluzione, senza polemizzare, anche se le valutazioni e le analisi del dramma sono diverse.

Ricordo brevemente che noi a suo tempo avevamo prospettato di esperire qualche possibilità occupazionale per quei lavoratori nel discorso Mercedes-SDS, che però oggi non esiste più a causa della revoca della convenzione votata da questa maggioranza, mentre noi avevamo votato contro perché non la condividevamo.

Oggi ci troviamo di fronte a questo dramma. Non ci si può presentare ai lavoratori e dire: "Noi abbiamo intenzione di acquistare quell'area per cercare di creare una possibilità occupazionale alternativa".

Quando? Fra un anno, due, cinque...? Essi pretendono da noi, amministratori, delle risposte precise alla domanda: cosa succederà a gennaio?

I nostri interventi in quell'assemblea tendevano proprio a cercare soluzioni concrete, non ipotesi astratte. Questo è il concetto di base. Pertanto, non possiamo accettare il discorso della strumentalizzazione, anche perché le proposte del collega Pascale, che è stato molto sintetico e preciso, hanno segnalato alcuni indirizzi su cui lavorare per sanare almeno in parte la drammaticità della situazione.

Chiarito questo aspetto e poiché mi rendo conto della gravità del problema, ritengo assolutamente necessaria l'unità del Consiglio e di tutte le forze politiche, nonché la massima responsabilità del Presidente della Giunta, degli Assessori competenti e di ognuno di noi, affinché, ciascuno intervenga secondo le sue modeste possibilità sui ministri o su quelle persone che potrebbero tentare di risolvere il problema.

Ringrazio il collega Chiofalo che ha presentato la mozione, che chiede all'intero Consiglio ed all'Amministrazione di impegnarsi in modo attivo alla soluzione del dramma occupazionale. Il nostro intervento nell'assemblea di ieri e tutto quello che continueremo a fare nei prossimi giorni hanno l'obiettivo di dare il nostro contributo.

Non voglio assolutamente polemizzare, ma invito tutte le forze politiche, ed in primo luogo il Presidente della Giunta, a ricercare insieme le soluzioni possibili al dramma di questa gente che fra sessanta giorni si troverà sulla strada senza lavoro.

Qualcuno riceverà sicuramente l'appoggio di altri familiari che lavorano, ma vi sono famiglie, con marito e moglie che lavorano insieme all'autoporto, che si troveranno certamente in una situazione drammatica, cui noi vogliamo cercare insieme di porre rimedio con una soluzione concreta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Pascale; ne ha facoltà.

Pascale (PSI) Anch'io non voglio polemizzare, però respingo fermamente le osservazioni fatte dal Consigliere Viérin ed anche l'interpretazione che egli ha dato dell'assemblea di ieri.

Intanto queste assemblee si sono sempre tenute. Ogni volta che dei lavoratori vedevano minacciato il loro posto di lavoro, sono venuti al Consiglio regionale e hanno chiesto un incontro con i Capigruppo o con i rappresentanti delle varie forze politiche. Ricordo che l'abbiamo fatto tante volte per la Cogne ed ogni volta i rappresentanti delle varie forze politiche sono andati giù ed hanno parlato, hanno espresso parole di conforto o proposte per risolvere i problemi.

L'incontro di ieri aveva questo significato e non serviva affatto ad informare il Consiglio di cose di cui peraltro il Consiglio doveva già essere a conoscenza. I lavoratori volevano sentirsi dire dai rappresentanti delle forze politiche e dal governo regionale quali erano le proposte dell'Amministrazione regionale.

Io sono intervenuto per presentare delle proposte. Se il Consigliere Viérin non è intervenuto, perché non conosceva il problema, perché non aveva niente da dire, beh questi sono fatti suoi. Io credo di aver fatto il mio dovere. Dirò di più, perché respingo anche l'accusa di farsi campagna elettorale. Mi pare di essere stato molto corretto ieri, perché ho detto che il problema

non riguardava la maggioranza e la minoranza, non ho minimamente attaccato il governo regionale e ne avrei avuta la possibilità, per cui, se volevo fare della demagogia, la facevo; ma come non la faccio in Consiglio così non la faccio certamente nelle assemblee. Ho dato dei suggerimenti, ho indicato delle proposte, che mi vengono dalla mia esperienza. Se le si vuole accettare, le si accetta; se si vuole il mio contributo, è a disposizione, anche fuori dell'ambito consiliare.

Al di là di questo, però, io non posso accettare che mi si parli qui di strumentalizzazione, anche perché mi pare di aver indicato ieri delle proposte serie.

Ho detto che ci sono tre linee di azione che il governo regionale può portare avanti per risolvere il problema occupazionale, oggi e non dopo la riconversione, perché se parliamo di riconversione ci vorranno anni, a meno che non ci sia un progetto completo - cui mi sembra abbia accennato ieri il Presidente concretizzabile in tempi rapidi.Io non lo so, perché questa cosa è stata solo ventilata e mi riservo di verificarla.

Ma se si parla di riconvertire tutta la struttura o almeno la gran parte della struttura, che non sarà più destinata alle operazioni doganali, allora si segue la stessa trafila che si è seguita altre volte: acquisizione dell'area, ricerca degli interlocutori e poi insediamenti produttivi..., ma ciò significa che noi vedremo la nuova occupazione all'Autoporto di Pollein solo fra cinque anni.

E' chiaro che questo discorso non può essere accettato da questi dipendenti che oggi non hanno la cassa integrazione e probabilmente neanche l'avranno, ma quand'anche l'avessero, avrebbe un periodo molto limitato. Il problema è quindi immediato e contingente. Il posto di lavoro va cercato nei primi mesi del 1993.

Avevo detto che bisogna agire nei confronti delle Case di spedizione, per cercare di mantenere qui un minimo di struttura che possa poi proseguire la stessa attività di sdogana mento per le merci di provenienza extra CEE.

Ho anche detto che bisogna indurre la società Autoporto a presen-tare dei progetti alternativi, perché è vero quello che ha detto il Consigliere Riccarand: quella società ha guadagnato bei soldi nel corso di questi anni e dispone anche di imprenditori capaci, ma se diciamo loro che gli compriamo l'autoporto, non presenteranno un bel niente, perché intascheranno i soldi e se ne andranno.

Ecco allora che io vorrei sapere se questo progetto di cui si parla coinvolge o no gli attuali proprietari dell'autoporto, perché altrimenti da questi signori noi non avremo niente.

Se c'è un'operazione complessiva, posso anche giustificare l'acquisto dell'area, altrimenti, a mio parere, l'acquisto dell'area, per poi provvedere noi, come Amministrazione regionale, a cercare altri interlocutori per fare un progetto di riconversione, è un regalo fatto ai proprietari ed in questo momento io non sono d'accordo a portare avanti questa idea.

Le altre proposte le ho già fatte e non voglio ripeterle. Credo quindi di essere stato abbastanza costruttivo anche nell'assemblea di ieri, come lo sono oggi in questo Consiglio.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Beneforti; ne ha facoltà.

Beneforti (DC) Il problema dei lavoratori delle Case di spedizione è determinato, com'è noto, dall'abbattimento delle barriere doganali dal 1° gennaio 1993. E' già stato ricordato che tale abbattimento fu deciso nel lontano 1985, praticamente nove anni fa.

In tutti questi anni non sono stati previsti gli interventi necessari e non sono state avviate iniziative né a livello di regioni interessate al problema - non parlo solo della nostra, ma anche delle altre - né in sede sindacale né in sede di governo nazionale per risolvere il problema del personale.

Si sono accumulati enormi ritardi e per questo oggi sono necessarie decisioni rapide, perché la scadenza del 1° gennaio 1993 non sarà rinviata, né si intravedono soluzioni tampone.

E' necessario che il governo adotti misure di protezione sociale con la massima urgenza. Se n'è parlato ieri in assemblea e mi riferisco all'estensione, non prevista fino ad oggi, della cassa integrazione ai lavoratori delle case di spedizione.

Come Regione, unitamente alle altre regioni ed alle organizzazio-ni sindacali, dobbiamo cercare di intervenire nei confronti del go-verno perché estenda ed adotti il provvedimento della cassa inte-grazione, cosi avremo il tempo sufficiente per affrontare le ini-ziative alternative per questi lavoratori, che non devono rimanere per troppo a lungo in cassa integrazione anche per evitare che la stessa diventi per loro l'anticamera della disoccupazione.

Sappiamo, infatti, che la cassa integrazione, per la Cogne come per tutte le altre aziende, è l'ultimo passo che precede il licenziamento. Tuttavia, essa è necessaria nel momento in cui si cerca di trasformare una certa attività, perché va incontro alle mo-mentanee esigenze dei lavoratori coinvolti nella ristrutturazione.

In questo processo di integrazione europea dobbiamo anche vedere come poter attingere ai fondi speciali europei ed anche a quelli regionali. Da fonte sindacale mi risulta infatti che altri Stati hanno già fatto degli interventi presso la CEE per beneficiare dei contributi del fondo sociale e del fondo regionale. Però noi dobbiamo affrontare immediatamente questo problema con il governo centrale per cercare di estendere la cassa integrazione anche ai lavoratori del settore delle spedizioni.

Questa mozione era stata presentata per sollecitare la Giunta re-gionale a fare il possibile per mettere in atto gli interventi sostitu-tivi per fronteggiare la disoccupazione di questi lavoratori, dando loro maggiore sicurezza e certezza. Credo che la Giunta debba rispettare questo impegno e debba assumere qualche iniziativa.

Noi pensavamo che l'iniziativa per assicurare in futuro un posto di lavoro fosse quella presa con la SDS, che per noi poteva rappresentare una soluzione al problema. La maggioranza del Consiglio regionale non è stata dello stesso avviso ed ora intende procedere all'acquisizione delle aree, per potervi avviare le iniziative più opportune.

Oggi si sente parlare anche di riqualificazione, di riconversione dei lavoratori delle Case di spedizione. Non stiamo qui a disquisire sulle possibili riqualificazioni o riconversioni, ma la riqualificazione della mano d'opera può essere programmata ed effettuata solo se si conoscono le iniziative che saranno avviate nelle aree che la Regione intende acquisire.

Oggi non siamo certamente in condizioni di parlare, né tramite l'Agenzia del lavoro né tramite altre strutture, di riconversione o riqualificazione del personale.

Fino a quando non si conoscono i progetti da realizzare, non è neanche pensabile di poter passare alla riqualificazione del personale, che resterebbe una iniziativa sterile, capace forse anche di creare delle illusioni, perché potremmo preparare del personale per specifiche attività, che però poi potrebbe rimanere disoccupato.

Concordo con chi dice che bisogna anche far intervenire la società Autoporto. Stiamo però attenti a non pagare due volte, come spesso e volentieri avviene, perché noi abbiamo già dato diversi contributi alla società Autoporto ed ora andremmo a darle ulteriori soldi per l'acquisizione delle aree.

Dobbiamo tener presente questo aspetto, per evitare tutte le piccole speculazioni che non sarebbero comprese dalla collettività valdostana.

La società Autoporto fino ad oggi ha fatto i propri interessi, ha sfruttato una situazione molto favorevole ed oggi che c'è il problema sociale della disoccupazione credo che anche quella società, oltre alla Regione ed allo Stato, debba dare un certo contributo.

E' già stato detto ieri, e lo riconfermo anche oggi, che il problema dell'occupazione di questi 139 lavoratori non compete solo alla maggioranza o solo alla minoranza, ma a tutti noi, così come compete a tutti il problema dell'occupazione dei 1500 o 2000 lavoratori della Cogne.

Questo problema c'è ed io non lo voglio affrontare per ragioni speculative o diverse dall'intento di assicurare un posto di lavoro. Stiamo quindi attenti, perché anche alla Cogne non tutti i lavoratori potranno in futuro essere avviati al prepensionamento e ci troveremo certamente di fronte al problema di lavoratori della Cogne che resteranno disoccupati, così come oggi restano disoccupati quelli che sono nelle Case di spedizione.

Ecco quindi che dobbiamo affrontare il problema stando tutti uniti nell'interesse dell'economia valdostana, perché una volta sparito il capitale pubblico, una volta che spariscono le industrie, non so come si potrà contribuire alla formazione del reddito e quali sostegni si potranno dare all'economia valdostana nel prossimo futuro.

Poiché il problema in oggetto non compete solo alla maggioranza o alla minoranza, e poiché i settanta giorni passano alla svelta e se i lavoratori non avranno risposte precise in questi giorno non le avranno neanche in ottanta, propongo che il Consiglio approvi una risoluzione che sia di supporto a quanti lavorano e si interessano, presso il Ministero ed il Governo centrale, per sollecitare l'e-manazione di un decreto o di una legge che estenda ai dipendenti delle Case di spedizione l'istituto della cassa integrazione.

Questo è l'unico provvedimento che potremmo ottenere nell'immediato per avere poi il tempo di raffrontare tutti gli altri problemi connessi alla ristrutturazione ed agli interventi sull'area autoportuale.

Propongo quindi, sempreché siamo d'accordo, di trovare il modo di approvare una risoluzione che ci consenta di intervenire sul governo centrale per dare il supporto del Consiglio regionale a quanti si interessano della problematica.

Non è che ciò esima ciascuno di noi dall'intervenire per quanto di competenza presso il governo centrale, ma credo che, per i nostri Deputati e per tutti noi che interveniamo sul governo per realizzare questo obiettivo, la risoluzione possa essere un supporto importante, perché si tratterebbe pur sempre di una sollecitazione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Grazie.

Presidente Se nessuno chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Lanivi; ne ha facoltà.

Lanivi (GM) Comincio a dire che si potrebbe effettivamente cercare di predisporre una proposta di risoluzione, magari alternativa alla mozione in oggetto, nella quale inserire alcuni concetti importanti; poi cercherò di rispondere a tutti gli intervenuti, esponendo il quadro della situazione o indicando lo stato di avanzamento dei lavori.

Il Consigliere Chiofalo ha detto che ieri ho parlato con franchezza e forse addirittura con crudezza e lealtà. Devo dire ch'io lo faccio abitualmente, ma l'ho voluto fare proprio perché credo nella seguente pregiudiziale: non si può pensare che la Regione abbia poteri tali che le consentano di risolvere subito qualsiasi problema, specie nella situazione attuale. A me pare che quando si rappresenta la situazione reale e non si vogliono illudere le persone, ci si ponga correttamente a confronto col prossimo.

La riunione di ieri ha avuto l'esito che ci si poteva attendere. Per chi teme di perdere il posto di lavoro, non c'è timore più grande di sentirsi solo, abbandonato, senza prospettive e senza la manifesta solidarietà degli altri.

Ecco che mi pare giusto che in questi momenti, non solo il Consiglio regionale, ma anche tutta la comunità valdostana esprimano la loro più completa solidarietà alle persone che operano nell'area autoportuale.

Detto questo, preciso che non voglio assolutamente toccare alcun punto che possa, sia pure lontanamente, sembrare polemico, ma metterò tutto in termini positivi.

Vediamo il quadro della situazione.

Non è vero che siamo all'anno zero e non è vero che non sia stato avviato nulla o che nulla sia programmato. Credere a ciò sarebbe ingiusto nei miei confronti, ma soprattutto nei confronti del lavoro già compiuto e di cui bisogna prendere atto.

Primo punto: le iniziative in corso. Stiamo sostenendo l'azione sindacale che mira ad ottenere dal governo la stessa tutela o protezione - si chiama anche "paracadute sociale" - garantita agli altri lavoratori.

Vi posso assicurare che questa azione è stata costantemente seguita dalla Regione e potrei anche aggiungere che forse la Valle d'Aosta è stata una delle poche regioni - ciò risulta dagli atti - ad essere sempre presente, spesso anche da sola, a tutte le iniziative in corso per risolvere il problema.

L'azione di ieri dei dipendenti della zona di Aosta molto probabilmente si estenderà a livello nazionale, perché in questi giorni si stanno muovendo anche gli spedizionieri di altre zone.

Occorre però riconoscere che finora l'unica realtà che si è mossa con una certa vivacità, sia sul piano politico sia su quello del comportamento dei lavoratori, è stata quella di Aosta.

Noi siamo stati presenti in ogni momento e lo siamo stati anche quando le associazioni degli spedizionieri avanzavano al governo delle specifiche richieste; molte volte eravamo soli ed altre volte c'erano con noi anche i rappresentanti di qualche altra Regione. Nessuno, quindi, può mettere in dubbio questo nostro impegno.

Secondo punto: l'intervento politico a Roma. Altre alla questione della sostituzione dell'introito regionale derivante dall'IVA da importazione, che però costituisce un altro discorso, noi abbiamo presentato una precisa proposta scritta, in cui abbiamo indicato una possibile soluzione del difficile problema, e l'abbiamo fatta pervenire al Ministro delle finanze ed ai più alti funzionari del Ministero delle finanze.

Tengo poi a precisare che, oltre ai nostri Parlamentari, ci sono al-tre persone che premono costantemente sul Ministero delle finan-ze affinché assuma una decisione circa le modalità d'attuazione del nuovo regime transitorio dal 1° gennaio 1993 al 1° gennaio 1997.

Credo che nessuno possa porre in discussione queste inizia-tive, già avviate o in corso d'attuazione, per le quali ci auguriamo una soluzione positiva, che, pur non risolvendo completamente i problemi, rappresenterebbe pur sempre un fatto importante.

Altre cose fatte: questione Interreg.

Questo lavoro non è partito solo ieri, ma è già stato avviato da tempo e dovrà apportare benefici all'intera area autoportuale ed anche ai lavoratori.

Molti dimenticano o sottovalutano che noi abbiamo parlato di attività di orientamento, di formazione professionale, di riconversione..., e pensano che i lavoratori interessati debbano frequentare come studenti una specie di scuola, punto e basta. Si sappia, invece, che la partecipazione a questi corsi garantisce un certo reddito e non certo in misura marginale.

Non so se tutti i consiglieri sanno che, nel caso in cui non scattino i "paracadute governativi" o gli ammortizzatori sociali, queste at-tività di orientamento o di formazione professionale danno una protezione, forse minima, che però riesce a coprire anche due anni...

(...interruzione...)

... Con questo non voglio dire che tale protezione sia la risposta più adeguata, ma che disponiamo di una certa attrezzatura che ci autorizza a sostenere che non siamo completamente sguarniti al punto da non poter offrire la benché minima protezione.

Forse può interessare poco le necessità e le richieste immediate dei lavoratori, ma i finanziamenti offerti dall'Interreg per i piani di riorganizzazione e ristrutturazione dell'area ed i sostegni offerti alle imprese che vogliono sviluppare attività nell'area autopor-tuale, uniti alle iniziative formative cui ho già fatto cenno, sono anch'essi dei fatti concreti, che forse non rispondono alla pressante richiesta di avviare urgenti iniziative per salvare l'occupazione, però creano condizioni ed aprono spazi per attenuare la pesantezza e la gravità della situazione.

Anche l'Agenzia del lavoro è direttamente impegnata con un'unità operativa "ad hoc" per valutare le professionalità e gli orientamenti dei lavoratori.

Ieri ho dichiarato la mia disponibilità ad accettare ogni proposta che ponga le condizioni per gestire al meglio questa situazione.

Mi è stato proposto di affrontare il problema con gli spedizionieri, cosa che abbiamo già fatto, ed in più mi è stato suggerito di coin-volgere anche le sedi centrali delle case di spedizione, oltre alle lo-ro agenzie presenti nell'autoporto; anche questo sarà fatto presto.

E' stata altresì evidenziata l'esigenza di richiamare la società Autoporto alle sue responsabilità. Ciò mi sembra giusto, ma, andando oltre i giudizi che si possono esprimere su tale società, è necessario verificare certe dichiarazioni. Io non so quanti soldi abbia guadagnato quella società, però la sua attività ha garantito introiti non certo indifferenti alla Regione.

Ribadisco comunque la mia ignoranza circa i contributi che quella società può aver ricevuto dalla Regione. Per esprimere un giudizio corretto bisognerebbe disporre di dati e conoscenze che io personalmente non ho

Questo aspetto deve essere tenuto presente e attentamente valutato prima di richiamare l'autoporto alle sue responsabilità, come ci è stato suggerito da qualcuno.

Vorrei fare ancora alcune precisazioni o considerazioni.

Io non ho detto - o se l'ho detto mi sono espresso male - che la Regione voglia acquistare a tutti i costi quell'area per risolvere ogni problema.

Mi sono invece riferito ad una strategia di lungo periodo nella quale la Regione, data la dimensione e la posizione di quell'area, non può non giocare un ruolo importante, che non deve assolutamente delegare alla esclusiva responsabilità di qualche privato.

Ecco quindi che quell'area sarà acquistata solo se tale necessità rientrerà in tale strategia ed un'eventualità del genere non deve essere scartata "a priori".

Ieri ho precisato che si sta portando avanti una trattativa che tenga conto della posizione strategica di quell'area e di un metodo di lavoro, che analizzi tutti i problemi dell'area, il ruolo della Regione, che non dovrà essere secondario, e l'obiettivo finale della riconversione di quell'area, che da zona a funzione prevalen-temente burocratica o passiva, in cui venivano riscosse delle imposte o tasse, vuol passare ad essere una zona che esalti lo sviluppo dei servizi a favore degli scambi e dei traffici.

Questa è la vera apertura. Il Mercato unico europeo ci pone in maniera brutale - ovviamente dal nostro punto di vista, perché altri Paesi si erano già preparati per tempo - di fronte ad una da-ta e a dei problemi urgenti: le dogane cadono e chi traeva vantag-gi dagli sdoganamenti, d'ora in poi non ne potrà più beneficiare.

Si è conclusa questa fase, però, il Mercato unico europeo apre altre opportunità, perché sicuramente faciliterà gli scambi, i commerci, i trasporti... ed in questa situazione dovrebbe sorgere quell'imprenditorialità capace di sfruttare le nuove opportunità per la Valle d'Aosta. Questo è il vero problema.

La delicatezza del momento attuale è dovuta a questa situazione di transizione, che è dolorosa e che deve essere gestita facendo in modo che non ci siano molte persone che ne abbiano a patire le conseguenze, ma tenendo sempre a mente le prospettive aperte dal Mercato Unico Europeo.

Queste sono le considerazioni che volevo fare nel ribadire il nostro impegno ad operare su tutti i fronti, lungo queste linee, con la speranza di poter concludere una trattativa che riesca a risolvere la massima parte dei problemi occupazionali. L'obiettivo finale e fondamentale della Regione non è di acquisire quelle aree, ma di favorire una trattativa in cui si inserisca anche il discorso delle aree.

E' stata proposta una mozione, ma io sono più propenso a che, invece di porre in votazione una mozione che potrebbe vedere la maggioranza e la minoranza esprimersi in modo differenziato, alcuni consiglieri cerchino di elaborare una proposta risoluzione che, raccogliendo il consenso generale, sancisca i nostri impegni e dia maggior forza alla Valle d'Aosta nelle trattative col Governo.

Presidente Il Presidente della Giunta si è dichiarato disponibile a concordare una risoluzione. Non so se è il caso di fare una breve sospensione.

Ha chiesto la parola il Consigliere Beneforti; ne ha facoltà.

Beneforti (DC) Vorrei che il Presidente valutasse l'opportunità di sospendere la seduta per dieci minuti, in modo che la Conferenza dei Capigruppo, o un gruppo ristretto di consiglieri, abbia la possibilità di concordare una risoluzione.

Presidente Forse è preferibile che un gruppo ristretto di consiglieri individui una traccia di risoluzione.

Ha chiesto la parola il Consigliere della Giunta, Lanivi; ne ha facoltà.

Lanivi (GM)Se il Consiglio è d'accordo, credo che anche senza interrompere i lavori, un gruppo di consiglieri si può riunire con il sottoscritto per cercare di concordare una proposta di risoluzione.

Presidente Stando alla proposta del Presidente della Giunta, alcuni consiglieri si potrebbero riunire in separata sede per concordare una proposta di risoluzione.

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiofalo; ne ha facoltà.

Chiofalo (DC) Signor Presidente, devo fare una considerazione. Ieri, nel ricevere i dipendenti delle Case di spedizione, sono stato un po' focoso e di ciò le chiedo venia. Oggi invece ho cercato di partire a testa bassa...

Presidente Consigliere Chiofalo, io vorrei ricordare che la discussione generale è chiusa. Ora si tratta di vedere se...

Chiofalo (DC) Per favore, signor Presidente. Sto facendo questa considerazione, per giungere ad una conclusione...

Presidente Qui c'è una proposta di sospensione...

Chiofalo (DC) ... che forse ci farà accettare la proposta del Presidente della Giunta. Pertanto, se lei mi lascia parlare per almeno tre minuti, forse riusciremo ad arrivare al dunque.

Dicevo che oggi mi sono trovato in un certo imbarazzo, perché son voluto partire a testa bassa, invece gli interventi dei consiglieri intervenuti nel dibattito hanno evidenziato che i problemi dell'autoporto stanno a cuore a tutti.

Precisato questo, anch'io mi dichiaro d'accordo con il Consigliere Beneforti, che ha proposto di concordare una risoluzione comune. Mi riservo tuttavia di leggerne il testo, prima di ritirare la mia mozione.

Presidente Va bene. Allora io direi che i consiglieri Beneforti, Chiofalo, Pascale e Viérin si potrebbero riunire con il Presidente della Giunta... Preferite che siano sospesi i lavori del Consiglio? Va bene, allora il Consiglio è sospeso per circa dieci minuti.

Si dà atto che i lavori del Consiglio sono sospesi dalle ore 19,19 alle 19,48.

PresidenteRiprendono i lavori del Consiglio. E' stato trovato l'accordo su una proposta di risoluzione.

Ha chiesto la parola il Consigliere della Giunta, Lanivi; ne ha facoltà.

Lanivi (GM)Do lettura della risoluzione concordata.

Risoluzione "Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

valutate le conseguenze derivanti, a partire dal 1° gennaio 1993, dalla ulteriore fase di attuazione del Mercato unico europeo, sul piano occupazionale, nell'area autoportuale di Pollein;

preoccupato del fatto che per i lavoratori del settore non sono previ-ste misure di protezione sociali (cassa integrazione, prepensiona-menti, mobilità...);

nell'esprimere solidarietà con i lavoratori interessati e a sostegno dell'azione che le Organizzazioni sindacali hanno già intrapreso a tale proposito,

richiede

al Governo centrale l'approvazione urgente di provvedimenti atti ad estendere ai lavoratori dipendenti delle case di spedizione i sostegni sociali previsti per le altre categorie;

impegna

il Governo regionale a proseguire nelle iniziative già intraprese, a ricercare nuove soluzioni per salvaguardare l'occupazione dei lavoratori operanti nell'area autoportuale e a riferire tempestivamente alle commissioni consiliari competenti;

delibera

di trasmettere copia del presente documento al Presidente del Con-siglio dei Ministri, ai Ministri delle Finanze, del Lavoro e del Te-soro, ai Parlamentari valdostani ed ai capigruppo parlamentari".

Presidente Diamo per distribuita la risoluzione testé letta e pregherei il Presidente della Giunta di farne avere il testo a questa Presidenza.

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiofalo; ne ha facoltà.

Chiofalo (DC) Visto che nel contenuto della risoluzione sono contenuti gli intendimenti ch'io avevo espresso nella mia mozione, la ritiro.

Presidente Il Consigliere Chiofalo ha appena annunciato il ritiro della sua mozione.

Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione la proposta di risoluzione testé letta dal Presidente della Giunta.

Esito della votazione

Presenti, votanti e favorevoli: 26

Il Consiglio approva all'unanimità