Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3695 del 23 settembre 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3695/IX Rimozione del fabbricato adibito a bar-ristorante in località Autoporto: iniziative per garantire la prosecuzione dell'attività. (Interpellanza)

Interpellanza Il sottoscritto Consigliere regionale della Valle d'Aosta,

premesso che la Signora Machet Silvia ha ricevuto in data 30 luglio 1992 una lettera (prot. 2474/gab.) con cui il Presidente della Giunta regionale comunicava la necessità di rimuovere il fabbricato adibito a bar-ristorante sito in Comune di Brissogne località Autoporto;

atteso che tale comunicazione risulta palesemente in contrasto con la volontà espressa dal precedente Presidente della Giunta che in data 5 novembre 1990 (prot. 1085/5) si impegnava ad "individuare di comune accordo l'area sulla quale costituire il diritto di superficie" per il proseguo dell'attività;

constatato che nell'area dell'Autoporto si è ormai addivenuti ad una definitiva individuazione dei progetti di strutture e quindi esiste ormai certezza della situazione;

rilevata l'opportunità di non penalizzare l'attività economica suddetta con una interruzione o un eventuale trasferimento che comprometterebbe il destino dell'azienda (si rileva, peraltro, come il contenzioso con l'Amministrazione regionale ha già costretto al licenziamento di 11 dipendenti);

tenuto conto del fatto che questo locale rappresenta l'unico punto di riferimento alternativo a quello della società autoportuale e quindi fortemente concorrenziale nei suoi confronti,

si interpella

il Signor Presidente della Giunta regionale

per conoscere per quale ragione non ha inteso procedere secondo le volontà espresse dalla Regione con lettera 5 novembre 1990, atto che da un punto di vista privatistico ha valore contrattuale, essendo chiara manifestazione di volontà del soggetto che l'ha proposta e quindi della Regione tramite il suo legale rappresentante;

per sapere quali iniziative intende assumere l'Amministrazione regionale per garantire a questa impresa la prosecuzione della propria attività nell'area ove tradizionalmente la esercita, stante che la maggioranza regionale ha in questi ultimi tempi chiuso un occhio di fronte alla vicenda di "Piloto io" e continua a chiudere tutti e due gli occhi di fronte alla situazione di abusivismo dell'area degli extracomunitari di Località Tzambarlet nel momento in cui si tratta invece qui di una attività di Valdostani onesti che pagano salatamente le tasse.

F.to Gremmo.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo.

Gremmo (UAP) Questa vicenda è sicuramente emblematica di una situazione in cui le parole vanno in una direzione e i fatti in un'altra.

Io non so, dal punto di vista psicanalitico, come si definisce chi dice vado a sinistra e poi va a destra, ma questo magari me lo spiegherà il PDS perché sono molto più abili di me nel muover-si con questa dissociazione mentale.

Questa mattina abbiamo sentito, con l'affabilità che lo contraddistingue, il Presidente della Giunta sostenere i sacrosanti diritti dei cittadini valdostani, le esigenze del lavoro e tutte queste cose.

Questa piccola vicenda, piccola perché riguarda soltanto un nucleo familiare, è invece significativa di come, secondo me, certe logiche che stanno prendendo piede anche in Valle d'Aosta vanno contro il lavoro e la gente.

Questo è il problema che mi sono permesso di sollevare, peraltro conosciutissimo perché gli organi di stampa ne hanno ampiamente parlato.

In località Autoporto di Brissogne esiste un bar-ristorante, costruito con un prefabbricato, che è un punto di incontro per i routiers e per gente del posto.

Ha funzionato per parecchi anni perché il Comune di Brissogne aveva dato la possibilità di farlo, ma di fronte al progetto di costruzione della nuova autostrada, si è logicamente ritenuto che bisognava spostarlo.

La logica dello spostamento è una logica razionale perché è evidente che se bisogna fare la strada, solo Riccarand sostiene il contrario, è meglio spostarlo, e oltre tutto, essendo un prefabbricato, è anche facilmente rilocalizzabile.

Questo spostamento nella stessa località o comunque vicino a dove fino adesso ha operato, si sarebbe potuto fare senza nessunissima difficoltà. Ci sono parecchi metri da una parte e parecchi metri dall'altra dove poterlo rilocalizzare nella stessa area per consentire la prosecuzione di un'attività commerciale, di un'attività che comunque sono anni che è sul mercato.

E invece no, perché in data 30 luglio, il Presidente della Giunta comunicava al titolare di questo ristorante che bisognava smantellarlo, senza nessuna possibilità di requie e di discussione.

L'unica concessione, bontà sua, che la Giunta si sentiva di fare, era quella di trovare un capannone dove ammonticchiare le quattro assi.

È evidente che una famiglia che vive di questa attività delle quattro assi ammonticchiate nel capannone regionale francamente non è soddisfatta. Ho la sensazione che venga ben difficile poi mangiare con le assi ammonticchiate.

Allora è sorta, da parte di questa famiglia, una giustificatissima rabbia, tanto più che esiste, in data 5 novembre del 1990, una lettera dell'allora Presidente Bondaz che diceva delle cose ben differenti da quelle che dice adesso la lettera del Presidente Lanivi. Si affermava che l'Amministrazione regionale si sarebbe impegnata a trovare un'altra area ragionevolmente vicina che permettesse il proseguo di un'attività ampiamente apprezzata da chi viaggia nella Valle.

Il pericolo di chiusura di questa attività ha comportato, lo dico perché so che siete molto attenti al problema occupazionale, il licenziamento già di 11 persone tra cui due marocchini, tanto per non essere razzisti.

Quindi è già un attentato, lo dico per i colleghi del PDS, ai livelli occupazionali della Valle, ma è soprattutto la totale disattesa degli impegni presi da Bondaz con la sua lettera del 5 novembre del 1990.

Ultima novità successiva alla presentazione, che è del 20 agosto, di questo documento, è l'arrivo dei Carabinieri che, esibendo il vecchio decreto della Giunta e un ordine del magistrato, hanno intimato la rimozione che doveva avvenire stamattina, ma che è stata poi posticipata, grazie all'intelligenza di questo comandante dei Carabinieri, di qualche ora.

Io capisco poco in materia giuridica e giudiziaria, però capisco che dal punto di vista politico, ed è il senso della mia interpellanza, è una vicenda emblematica.

Se volessi mettere la prima pietra per costruire una lega contro i partiti in Valle d'Aosta partirei proprio dal ristorante Eco, cioè dalle macerie di quel ristorante demolito.

Questa è un'attività valdostana, perché i proprietari sono tipicamente valdostani, non come me che vengo da Biella, sono persone che hanno lavorato e costruito un'attività e ciò che gli si chiede è di demolire tutto proprio nel momento in cui "Piloto io" è lì che sguazza con le sue occupazioni e gli extracomunitari hanno tutte le agevolazioni possibili.

Allora venerdì mattina i Carabinieri demoliranno il locale, oppure la Giunta regionale oltre ad ammassare le assi del prefabbricato nel capannone ha pensato a qualche soluzione.

Mi è anche arrivata una voce che mi auguro non sia vera, cioè che sarebbe difficile che l'Amministrazione guardi con buon occhio la possibilità di soluzione perché questa famiglia ha fatto lo sgarro di rivolgersi a Gremmo.

Se fosse vero che qualcuno ha detto questa cosa non la passerà liscia dal punto di vista politico, perché intanto questa famiglia non si è rivolta a Gremmo; ci sono arrivato da solo a capire che era una cosa ingiusta e inaccettabile, e inoltre se si comincia coi messaggi mafiosi allora siamo veramente fuori strada.

L'impegno che aveva preso Bondaz, ufficiale perché c'era una lettera di cui ho copia, viene disatteso o no, questa è la prima domanda.

Seconda domanda, venerdì arrivano i Carabinieri e questi valdostani che cosa fanno. Se fossero dei "vucumprà" gli avreste già trovato la casa, siccome sono dei valdostani onesti vogliamo sapere cosa avete trovato per loro.

Presidente Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Lanivi.

Lanivi (GM) Ci sono tanti modi di fare politica, anche quella del Consigliere Gremmo è una rappresentazione.

Io mi sono posto sempre come obiettivo quello di non prendere mai in giro la gente, nè offrendogli possibilità impossibili, nè raccontando cose che non corrispondono al vero.

Il Consiglio conosce sufficientemente questo argomento, vorrei riassumere e dire il punto chiave che è questo. Esiste ed è esistito un contratto di affitto con il Comune di Brissogne, non di Pollein, stipulato dall'interessata, nel quale l'interessata si impegnava a rimuovere la struttura senza nulla pretendere.

Questo è il contratto con il Comune di Brissogne.

Poi è vero, c'è una nota del Presidente della Giunta del 5 novembre, ma questo non ha valore contrattuale perché è competenza del Consiglio regionale e non di una sola persona approvare costituzioni di diritti reali a favore di terzi.

Quindi l'Amministrazione regionale non ha alcun obbligo di reperire aree in alternativa, perché la regione non ha risolto nessun contratto con l'interessata. Il rapporto era tra l'interessata e il Comune di Brissogne, e l'interessata si impegnava a togliere questo prefabbricato a ordine del Comune stesso.

L'altro discorso è che comunque, anche se trovassimo aree alter-native, dovremmo prendere in considerazione, a parità di richie-ste, tutte quelle che ci provengono, e non possiamo fare un inter-vento ad hoc, quasi a risarcimento di una situazione della quale l'Amministrazione regionale non ha nessuna responsabilità.

Ecco, queste sono le cose vere, si può giocare anche con i marocchini, ma questa è la situazione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo.

Gremmo (UAP) Questa è una risposta da funzionario non da Presidente della Giunta, è una risposta che mi può dare un impiegato.

(voci in aula)

Figuriamoci se vado ad illudere la gente quando so benissimo che venerdì mattina i Carabinieri butteranno giù tutto quanto.

Lo so benissimo come so benissimo che è facile trincerarsi dietro al contratto del Comune, ma questo lo fa un funzionario e non il Presidente della Giunta che questa mattina ha fatto la predica dicendo che lui salvava l'occupazione della Valle d'Aosta.

Io non sono avvocato, sapevo benissimo che il contratto era con il Comune di Brissogne, su questo non ci sono dubbi, però è vero che la Regione ha detto chiaramente che potevano rimanere ed è anche vera la lettera di Bondaz, e quella lettera non è firmata avvocato Gianni Bondaz, è firmata Presidente della Giunta regionale e una lettera ufficiale del Presidente della Giunta regionale, per quel niente che capisco io di privatismo giuridico, ha un valore contrattuale.

Questo senza ingannare e illudere nessuno, ma rimarrà una pietra miliare nel passaggio della nuova maggioranza.