Oggetto del Consiglio n. 1696 del 19 dicembre 1990 - Resoconto
OGGETTO N. 1696/IX - Revoca di provvedimenti concernenti l’assegnazione di personale al "Comitato regionale di coordinamento degli interventi di cooperazione, di solidarietà e di educazione allo sviluppo"(Reiezione di mozione).
Presidente - Do lettura del testo della mozione presentata dai Consiglieri Riccarand, Perrin e Vallet:
Mozione
Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 9981 del 16 novembre 1990 che affida "un incarico di consulenza al Sig. Pietro Antonio Maculotti nelle materie di indirizzo organizzativo nel settore commerciale per il Comitato di Cooperazione per i Paesi in via di sviluppo";
rilevato che tale consulenza non è stata né richiesta né presa in considerazione dal "Comitato regionale di coordinamento degli interventi di cooperazione, di solidarietà e di educazione allo sviluppo" previsto dalla legge regionale 9 luglio 1990, n. 44;
appreso altresì che il Dr. Giorgio Galli avrebbe assunto, a far data dal 1° dicembre 1990, l’incarico di Responsabile dell’Ufficio Informazione e Pubbliche Relazioni del citato Comitato regionale;
rilevato che il "Comitato regionale di coordinamento degli interventi di cooperazione, di solidarietà e di educazione allo sviluppo" è un organismo consultivo che non ha mai richiesto di avvalersi di un "Ufficio di Informazione e Pubbliche Relazioni";
appreso, infine che l’attuale Presidente del Comitato avrebbe anche richiesto il distacco presso il Comitato stesso di una impiegata del Comune di Aosta;
il Consiglio regionale della Valle d’Aosta
delibera
di impegnare la Giunta regionale a:
1) revocare la deliberazione n. 9981 del 16 novembre 1990;
2) revocare provvedimenti o atti che prevedono la dotazione di personale al Comitato citato in premessa con compiti di "Informazione e Pubbliche Relazioni";
3) ad acquisire il preventivo e formale parere del Comitato prima di disporre l’assegnazione di personale presso il Comitato stesso.
Presidente - Ha chiesto di illustrare la mozione il Consigliere Riccarand, ne ha facoltà.
Riccarand (VA) - La legge regionale n. 44 del 9 luglio 1990, concernente interventi regionali di cooperazione e solidarietà con i paesi in via di sviluppo, ha previsto di istituire presso la Presidenza della Giunta regionale un comitato regionale di coordinamento degli interventi di cooperazione, di solidarietà e di educazione allo sviluppo.
Il comitato in base alla legge è presieduto dal Presidente della Giunta o da un suo delegato ed è composto da cinque Consiglieri designati dal Consiglio regionale, tre rappresentanti dei Comuni della Valle d’Aosta e quattro rappresentanti delle organizzazioni non governative di associazioni di volontariato, che si occupano dei problemi dei paesi cosiddetti in via di sviluppo.
Il comitato, che è stato costituito ufficialmente nel mese di ottobre, ha una funzione consultiva e di coordinamento, non ha cioè una sua autonomia né decisionale né operativa né di spesa. Il Presidente della Giunta ha delegato a presiedere tale comitato il Consigliere Bich, il quale ha pensato bene, in accordo con la Giunta regionale ovviamente, di trasformare tale comitato in un piccolo feudo in cui piazzare il suo ex segretario particolare di quando era Presidente del Consiglio regionale, la sua ex segretaria particolare di quando era Sindaco di Aosta, il suo ex addetto stampa sempre di quando era Presidente del Consiglio regionale.
Questa operazione è stata portata avanti senza che i componenti del comitato nulla sapessero, con un comportamento che è stato scorretto nel metodo e inaccettabile nel merito.
Quando i quattro rappresentanti delle organizzazioni non governative presenti nel comitato hanno saputo della esistenza di una deliberazione, con cui veniva affidato un incarico di mettere a disposizione del comitato stesso un esperto in merceologia, hanno richiesto al presidente del comitato una convocazione urgente del comitato stesso per avere dei chiarimenti su quello che stava accadendo. Le critiche su questa deliberazione di Giunta sono state espresse sia in sede di comitato, sia all’esterno, in particolare (credo che i Consiglieri abbiano visto) è uscito un articolo anche sul Corriere della Valle che denunciava questa si-tuazione.
In sostanza con un provvedimento della Giunta regionale, con una delibera del 16 novembre 1990 di cui il comitato non sapeva nulla, è stato dato un incarico di consulenza al sig. Maculotti perché affiancasse il comitato; si dice infatti: "Atteso che tale comitato necessita in particolare modo di un esperto in organizzazione nel settore commerciale, con particolare riferimento alla merceologia alimentare e alle attrezzature funzionalmente legate ad essa, individuata la persona adatta..." eccetera, si affiderebbe questo incarico per un anno con un compenso di 51 milioni più 5 milioni di rimborso spese.
Ora, la prima cosa da osservare è che questa esigenza, "che tale comitato necessita in particolare," non è mai emersa all’interno delle discussioni del comitato; c’è da chiedersi in base a quali valutazioni la Giunta ha affermato che il comitato necessita di questo tipo di consulenza.
Ma non c’è solo questo. In data 30 novembre 1990 mi è pervenuto un comunicato stampa a firma del Presidente del Consiglio Dolchi, in cui è scritto: "Informo che il Dott.. Giorgio Galli lascerà, a far data dal primo dicembre, l’incarico di capo ufficio stampa che ricopriva dal marzo scorso presso questa Presidenza del Consiglio. Dalla stessa data assumerà la carica di responsabile dell’ufficio informazione e pubbliche relazioni del comitato regionale di coordinamento per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo, con sede in Via Porte Pretoriane n. 19, organo alle dirette dipendenze della Presidenza della Giunta regionale, attualmente presieduto dal Consigliere Edoardo Bich".
Qui ci sono due notizie, di cui una è che questo comitato avrebbe addirittura un ufficio informazione e pubbliche relazioni con un addetto e avrebbe una sede ubicata in Via Porte Pretoriane n.19. Non solo, la terza notizia che poi è trapelata senza che il comitato nulla sapesse è che era stato richiesto - non so chi ha richiesto, a nome di chi, a che titolo e in base a quale valutazione - al comune di Aosta di distaccare presso questo comitato una dipendente del comune di Aosta, in modo che svolgesse attività impiegatizia all’interno di questo comitato.
Si tratta di decisioni, scelte, iniziative che: primo, non hanno mai fatto oggetto di discussione all’interno del comitato; secondo non rispondono ad esigenze reali del comitato ma a logiche completamente diverse, che sono logiche come dicevo prima del piccolo feudo, cioè di andare ad usare l’esistenza di un comitato, che dovrebbe avere delle funzioni di consulenza rispetto alla Giunta per decidere delle iniziative rispetto a determinati paesi, rispetto a determinati interventi di solidarietà con i paesi del terzo mondo, per piazzare una serie di persone che sono legate da vincoli di affinità politica, eccetera.
La scelta a cui si trova di fronte il Consiglio regionale a questo punto è chiara, e la mozione è stata presentata dal sottoscritto che fa parte del comitato e quindi ha potuto seguire dall’interno questa vicenda, dal Consigliere Perrin che fa parte del comitato e allo stesso modo si è sorpreso di quello che stava succedendo, e dal Consigliere Vallet che ha voluto sottoscrivere questa mozione. La questione che si pone al Consiglio regionale è se vogliamo confermare questo tipo di scelta di fare di questo comitato un piccolo feudo in cui ci saranno delle spese grosse di gestione e di personale che non si giustificano in alcun modo. Infatti non si capisce in base a quale tipo di esigenza, non avendo ancora fra l’altro il comitato definito un programma di attività per il 1991, programma che poi deve essere approvato e reso operativo dalla Giunta, c’è bisogno di un esperto in merceologia e di un addetto stampa. Se cominciamo a mettere in ogni comitato che esiste un addetto stampa, non so dove andremo a finire. Inoltre, è sicuramente assurdo che questo comitato debba avvalersi di una figura impiegatizia del comune di Aosta distaccata presso questo comitato.
Quindi, o facciamo questo tipo di scelta col comitato, oppure manteniamo il comitato con quella che era la funzione prevista dalla legge, dal Consiglio, da chi ha voluto questa legge e l’ha sostenuta politicamente. Cioè un comitato che è un organo consultivo e di coordinamento, che ha delle limitatissime esigenze di personale, pochissime spese correnti e che svolge i suoi sforzi ad esaminare le proposte di intervento concreto per i paesi del terzo mondo, a formulare il programma annuale che poi deve essere valutato ed approvato a livello di Giunta, a proporre delle iniziative conseguenti, che poi operativamente devono essere realizzate non dal comitato, che non ha nessuna funzione operativa, ma dalla Giunta. A quel punto la Giunta può decidere anche di rendere operativa una iniziativa, un progetto, incaricando una determinata persona, ma questo dovrà avvenire sulla base di scelte operative concrete; non può essere sicuramente il punto di partenza quello di dotare il comitato di personale senza sapere neanche che funzioni ha.
Quindi la mozione chiede la revoca della deliberazione di Giunta n. 9981/90, che contiene la nomina dell’esperto in merceologia; chiede anche la revoca dei provvedimenti (che sono sconosciuti comunque ai firmatari della mozione) che riguardano l’addetto stampa del comitato. Vorremmo anche sapere attraverso quali provvedimenti è stata presa questa decisione di dotare il comitato di un addetto stampa, chi lo paga, in che misura viene pagato. La stessa cosa vale per l’impiegata del comune di Aosta.
Il comitato ha, in base all’attività che ha svolto finora, in base alle scelte che stanno maturando, sicuramente l’esigenza di una persona che faccia alcuni lavori di carattere burocratico, che sono poi la convocazione delle riunioni, la verbalizzazione delle decisioni delle riunioni, un minimo di coordinamento; ma si tratta di funzioni che possono essere svolte da una impiegata regionale a tempo molto parziale. Credo che proprio in questa fase di avvio, in cui le funzioni di questo comitato devono attivarsi, in cui l’operatività di questo comitato, che ripeto è una operatività consultiva, non autonoma, deve mettersi in moto, è completamente sbagliato andare a dotare il comitato di tre persone a tempo pieno, pagate dalla pubblica amministrazione. Questo comitato è posto dalla legge presso la Presidenza della Giunta regionale, quindi è compito della Presidenza della Giunta regionale dare gli strumenti operativi, anche di personale, al comitato perché possa fare le riunioni, possa avere un minimo di archivio e possa verbalizzare le decisioni, ma tutto questo non richiede questo staff o questa corte dei miracoli, come qualcuno l’ha chiamata, che si vuole creare attorno al comitato.
Crediamo che il Consiglio debba prendere una posizione chiara; ci troviamo di fronte a delle piccole scelte, che però denotano delle linee di indirizzo molto grosse. Non vorrei un’altra volta dover richiamare questa contraddittorietà fra dichiarazioni di principio e comportamenti concreti di questa maggioranza, di questa Giunta, che da una parte nascono affermando trasparenza e rigore nei comportamenti, e poi qui ci troviamo di fronte a delle operazioni fatte sottobanco, fatte all’oscuro, fatte nella clandestinità, con delle scelte estremamente gravi.
Mi auguro che questa mozione possa essere l’occasione per un ritorno indietro rispetto a scelte che sono state fatte, per riflettere sulla opportunità di mettere in moto questo tipo di meccanismi perversi, per azzerare la situazione. Dopo, man mano che il comitato andrà avanti e si vedranno quali sono le sue esigenze, si potrà valutare il tipo di risposte necessarie, ma sicuramente non si può partire dalla esigenza di piazzare del personale che è completamente esterno alle esigenze di applicazione di una legge e del funzionamento di un comitato.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Perrin, ne ha facoltà.
Perrin (UV) - Personnellement j’ai voulu aussi signer cette motion en tel que membre du comité de coordination pour les pays en voie de développement, et je le fais à mon nom personnel mais aussi au nom des quatre membres extérieurs à ce Conseil, qui par une lettre avaient demandé la convocation extraordinaire du comité même pour vérifier le bien-fondé de cette délibération que nous contestons.
J’ai signé volontiers parce que je retiens que la délibération même lèse l’honneur du comité.
Il s’agit d’un comité consultatif qui doit à travers la loi régionale n°. 44 du 9 juillet dernier collaborer avec la Présidence de la Junte, avec ce Conseil si nous voulons, pour des devoirs bien spécifiques. Ce ne sont pas de compétences gestionnaires qui lui ont été attribuées par la loi n° 44, mais des compétences consultatives, des compétences de coordination, de suggestion sur le travail à faire à l’égard du problème même.
Or justement ce n’est pas à l’égard des personnes qui ont été choisies, mais sur la méthode par laquelle ces personnes ont été choisies que je récrimine.
Il s’agit d’un comité consultatif, un comité qui doit se donner les méthodes de travail à son intérieur et qui doit décider lui-même s’il a besoin de personnel pour son travail et, si la réponse est positive, de quel type de personnel, après quoi évidemment proposer aux organes compétents et donc au Président du Gouvernement régional et à la Junte de mettre à la disposition du comité même le personnel demandé.
Mon collègue Riccarand l’a déjà dit, le comité ne s’est jamais penché sur ce problème, n’a jamais décidé quels sont ses besoins vis-à-vis de son action future et donc n’a jamais décidé s’il lui convenait avoir une dactylo pour les menus travaux, une secrétaire pour rédiger les procès-verbaux et cetera.
Il faut aussi faire noter que le comité a été doué d’un large financement de 10 millions de lires. Il faut aussi faire noter que justement à travers la votation du budget pour l’année 1991 pour les initiatives concernant les pays en voie de développement, le Conseil régional, la Junte auront à leur disposition 300 millions, c’est-à-dire des sommes exigues, je dirais ridicules pour ce qui concerne le comité même; eh bien je crois qu’ici nous allons dépenser beaucoup plus pour le personnel que pour ce que le comité pourra réaliser.
Je crois que le but de la loi n° 44 était tout autre: ce n’était pas celui de créer des fiefs plus ou moins grands à l’intérieur, ce n’était pas le but de pouvoir à l’intérieur de la région même se faire promoteur de manifestations extrêmement coûteuses, de buffets à 12 millions de lires pour 200 personnes, heureusement corrigés après un long débat à l’intérieur du comité même, mais c’était celui d’oeuvrer pour les pays en voie de développement et c’est dans cette direction que nous devons aller, sans gâcher l’argent qui est mis à notre disposition.
Donc, je répète, c’est une question de méthode; ce que nous récriminons c’est que le Président du comité même n’ait pas parlé à l’intérieur du comité, n’ait pas soulevé à l’intérieur du comité pour les pays en voie de développement une requête d’éclaircissement sur les nécessités et qu’il ait tout seul pris des contacts avec le Président du Gouvernement régional, qui aussi n’a pas eu la sensibilité d’écouter le comité, mais qui a pris cette initiative que nous ne pouvons que contester et qui d’ailleurs a été contestée par la majorité des membres du comité de coordination. Tant il est vrai que sur la délibération n° 9981 la commission de coordination pour la Vallée d’Aoste a demandé des éclaircissements, c’est-à-dire elle a fait noter que dans cette délibération on n’a pas indiqué "nè il titolo professionale nè l’iscrizione al competente albo professionale per l’esercizio della libera professione nelle materie per il quale viene conferito l’incarico stesso". Elle a fait noter que "compiti di coordinamento e propositivi, che non sembrano supporre necessariamente strutture operative ai fini delle tipologie degli interventi" dont à la loi, ont été adoptés par cette délibération. Elle a fait noter que "il conferimento di incarichi e per prestazioni d’opera dovrebbe esaurirsi nello studio di particolari problemi di progetti con oggetto ben definito, per cui non sembra motivato un incarico che, non risultando determinato nel modo sopraindicato e consistendo nella messa a disposizione di un esperto per un anno, si risolve in sostanza nell’acquisizione di mere prestazioni impiegatizie". C’est cela qui appert de cette délibération du gouvernement régional: on a voulu assurer une place de travail à une personne louable, si l’on veut, mais sans que le comité se soit prononcé sur la nécessité d’avoir je ne dis pas cette personne, la chose m’est indifférente, mais ce type de personne plutôt qu’une autre.
Pour ce problème de méthode plusieurs membres du comité de coordination pour les pays en voie de développement ont soulevé une première discussion à l’intérieur du comité même, discussion qui n’a pas été terminée et qui continuera à la prochaine séance, comme il a été demandé par plusieurs membres du comité, et donc je crois que jusqu’à ce que le comité n’aura pas donné les indications sur le type de personnel qui lui est nécessaire, il n’aurait pas fallu intervenir en dotant le comité de personnel. C’est pour cela que nous demandons que cette délibération soit retirée et qu’on puisse avec toute sérénité discuter à l’intérieur du comité même quelles sont les exigences du comité et peut-être unanimement arriver à faire des propositions de type différent.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Bich, ne ha facoltà.
Bich (PSI) - Senza voler essere provocatorio, né sollevare delle polemiche o dei polveroni, penso tuttavia che in tutta questa vicenda ci sia una certa confusione sui termini posti dalla legge regionale n. 44, approvata quest’anno, e che si voglia con una certa volontà e un certo cipiglio polemico far confusione fra le due funzioni: la funzione della Regione, che è ben definita nella legge stessa, ovvero quali sono i compiti della regione rispetto alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo, e le competenze specifiche del comitato. Starò qui a dire intanto che le competenze della Regione sono molto onerose, e le ripeto perché poi è chiaro che bisogna far fronte a queste necessità e a queste incombenze che si è assunta la Regione. All’articolo 1 si dice: "a) il soddisfacimento dei bisogni primari, in primo luogo la salvaguardia della vita umana nei paesi in via di sviluppo; b) l’autosufficienza alimentare; c) la valorizzazione delle risorse umane; d) la conservazione del patrimonio ambientale; e) l’attuazione e il consolidamento dei processi di sviluppo endogeno e la crescita economica, sociale e culturale dei paesi in via di sviluppo". Si tratta di una serie di competenze della Regione, alle quali essa deve sopperire con dei settori di intervento previsti dall’articolo 2, dove si dice: "a) Elaborazione di studi, di progettazioni, di fornitura, costruzione di impianti, infrastrutture, attrezzature eccetera; b) impiego di personale qualificato per compiti di assistenza tecnica, amministrazione, gestione e valutazione monitoraggio;". Seguono poi una serie di altri punti: formazione professionale, sostegno alla realizzazione di progetti e interventi di organizzazioni non governative, attuazione di interventi specifici, promozione di programmi e così via. L’articolo 3 parla di iniziativa nei vari settori di intervento, iniziativa che comporta una presenza della Regione come complesso amministrativo per sopperire a certe esigenze che sono definite in una legge dello Stato. Tale legge costituisce degli organi centrali, dà degli indirizzi e delle valutazioni sull’intervento generale, delle linee di indirizzo che sono contenute in una delibera assunta dal comitato interministeriale per la cooperazione e lo sviluppo, prevista dalla legge 49/87, e che si compongono di attività sul territorio, anche attività di informazione ed educazione allo sviluppo, attività di formazione. La legge stabilisce ancora molto bene quali sono le competenze e le funzioni delle regioni, pone limiti e definisce anche quali sono gli elementi e le strutture di supporto alle attività di cooperazione delle organizzazioni non governative, stabilisce al punto 4 le attività di informazione, coordinamento e organizzazione delle attività di cooperazione nell’ambito regionale e negli enti locali. A fronte di tutto questo la Regione non ha nessuna struttura, non ha nessun servizio. Quando sono stato onorato di assumere la direzione del comitato, in sostituzione del Presidente della Giunta, e delle politiche della Regione nei confronti dei paesi in via di sviluppo, ho notato che la pianta organica non prevedeva e non poteva prevedere d’altronde del personale in pianta stabile, che il reperimento di eventuale personale sarebbe potuto avvenire in tempi molto lunghi, che non esisteva comunque neanche una struttura muraria che potesse fungere da ufficio, quindi la necessità di reperire le condizioni operative minime per svolgere queste funzioni che sono onerosissime da parte della Regione.
Facciamo parte di un osservatorio interregionale, partecipiamo con 15 milioni all’anno all’accordo per il funzionamento di questo osservatorio; questo osservatorio è di supporto al comitato interministeriale per la cooperazione e lo sviluppo, però qui non abbiamo nessun servizio. Mentre altri servizi della Presidenza della Giunta sono stati debitamente sviluppati a seguito dell’approvazione di leggi, forse perché questa legge è recente si è dovuto provvedere con forme sostitutive. Qual è la forma sostitutiva? Me le indicano i Consiglieri Riccarand e Perrin quelle che sono le forme sostitutive per sopperire a queste necessità, per poter impostare non già i programmi ma per eseguirli. Il problema infatti non è di impostazione del programma, di star lì a confrontarci ed uscire con un documento che dice qual è il programma della Regione Autonoma della Valle d’Aosta a favore dei paesi in via di sviluppo, non è quello che ci serve; ci serve invece l’esecuzione di questo programma, quindi gli atti amministrativi conseguenti, le scelte, i disegni di legge che devono essere portati in Consiglio, tutto ciò che deve operare attraverso la Giunta, perché le competenze in questo senso sono della Giunta e del Consiglio e non già del comitato. Lo ha ribadito anche il Consigliere Riccarand: il comitato è solo tecnico-consultivo, e su questo non abbiamo assolutamente niente. Non solo, le organizzazioni non governative per il volontariato a favore della cooperazione per i paesi in via di sviluppo hanno già presentato su nostra sollecitazione i loro programmi, sappiamo che ammontano a circa 550 milioni di lire come prima proposta, sappiamo che il comune di Aosta ha presentato un programma di 250 milioni di lire, ma a fronte di tutto questo non c’è un minimo di struttura amministrativa per poter scrivere le delibere, per poter presentare la parte amministrativa, per poter tenere l’ufficio, per poter coordinare il lavoro burocratico amministrativo.
Pertanto ho chiesto alla Presidenza della Giunta se era disponibile del personale; mi è stato risposto di no, ma mi è stato detto anche che era possibile stabilire delle convenzioni con personale avventizio, che questa forma risultava più economica e corretta perché gli interventi sono discontinui e in questa prima fase non possono essere supportati da un’azione di apparati megagalattici, che non si riteneva che a fronte di queste necessità si dovessero creare degli uffici con il classico modulo che si vuol dare nell’amministrazione: il dirigente, il vicedirigente, l’ottavo livello, il settimo livello, perché questo sarebbe risultato estremamente oneroso e costoso. Si è cercato di trovare una squadra che funzioni bene, una squadra di fiducia, aleatoria chiaramente perché cessa con le funzioni del Presidente della Giunta o di chi ne fa le veci, ma una squadra che sia in grado dare le risposte organizzative. Se non si sanno dare queste risposte organizzative, questo comitato è un sinedrio di saggi ma senza nessun bottone che possa all’esterno far apparire qualche cosa a favore dei popoli in via di sviluppo.
In secondo luogo, e di questo mi devo lagnare, il comitato si è spaccato a secondo degli indirizzi di puro tipo partitico. Pensavo che la politica politicante, quella dei partiti, facesse meno breccia nel comitato, invece purtroppo gli schieramenti lì si sono delineati in modo dirompente fra maggioranza e opposizione. Devo dire che per come è stato votato per la verità la maggioranza era già in minoranza in partenza, il che ha reso tutto molto più difficile e necessario passare a forme di mediazione.
La mia sensazione è che se non funziona un ufficio organizzativo che sappia mettere in cantiere tutti i provvedimenti che sono necessari ai progetti che sono già lì e che sono pronti ad essere approvati, questo comitato vagola nel nulla, non ha nessuna possibilità di incidere sulla realtà.
Sono state già fatte delle proposte; la parte più difficile che deve gestire il comitato in forma consultiva è quella della sensibilizzazione di una opinione pubblica che è estremamente refrattaria: si cerca di farlo nel miglior modo possibile, ma, per carità, non si cada nell’equivoco, non si cada nella confusione generale dei ruoli. Allora, ripeto: un ruolo generale è quello dell’Amministrazione regionale, che deve conseguire certi obiettivi, l’altro ruolo è quello consultivo del comitato. Ruolo consultivo del comitato, che d’altronde è scritto anche nella legge, la quale non dice mica che fra le sue competenze c’è quella di reperire del personale, ma dice: "coordina e valuta a livello regionale le richieste di iniziative concernenti l’attività di cooperazione, propone l’eventuale istituzione per lo studio di temi specifici di gruppi di lavoro, indica alla Giunta regionale le iniziative di cui all’articolo 3 (che sono quelle da presentare al ministero), coordina le iniziative a livello territoriale al fine di promuovere una cultura di pace, di solidarietà e di cooperazione fra i popoli, concorre alla formulazione del programma". La legge non dice mica che deve dotarsi di apparati, che deve dotarsi di personale; questo è conseguente alle funzioni della Regione, è la Regione come organo amministrativo che deve fornirsi di personale, è in quella direzione che si deve andare.
D’altronde nella prima seduta di questo comitato ho sostenuto che era improcrastinabile e urgente fornirsi di una sede, anche minimale, e di personale. Si è fatta la scelta di personale fiduciario, il quale mi sembra possa rispondere a queste necessità anche perché sa lavorare insieme. Certo, me ne assumo tutte le responsabilità, non vengo a dire che non è vero, è un personale con cui ho collaborato e di cui conosco la capacità, l’incisività, so che possono lavorare insieme, quindi è un personale che potrà dare quelle risposte che sono confacenti alla politica generale della regione in quella di-rezione.
Non ho nient’altro da aggiungere; le cose che ho fatto le ho fatte in buona fede, senza intorbidire le acque; d’altronde gli interventi amministrativi della Giunta sono al cospetto di tutti come qualsiasi altra delibera assunta dalla Giunta, non vedo quindi quale manovra subdola sia stata attuata.
Ripeto, siamo però in arretrato con il lavoro, non siamo ancora in condizione di agire, i programmi sono incombenti, non sono stati ancora definiti né possono essere definiti finché non viene definita una sede e l’utilizzo di personale come si era stabilito. Non vedo altre possibilità, non vedo altre formulazioni attraverso organigrammi presi da altri settori; penso che questo sia il più confacente e il più attuale. D’altronde le altre regioni hanno degli organigrammi similari per l’organizzazione del comitato: la regione Piemonte ha un suo comitato formato da un dirigente, un vicedirigente e dei consulenti; la regione Veneto ha due dirigenti di cui uno staccato a Roma, un funzionario della carriera direttiva e due istruttori amministrativi oltre a del personale a consulenza; la regione Lombardia ha un dirigente, due vicedirigenti, due segretari, quattro consulenti per i vari settori di competenza; la regione Emilia Romagna ha un dirigente, due funzionari vicedirigenti dipendenti dall’Amministrazione regionale, personale esecutivo e delle consulenze nei più svariati settori; la regione Marche (che in questo momento tiene nell’ambito del Cinsedo la Presidenza dell’osservatorio) ha un dirigente, personale tecnico amministrativo per la stesura della parte amministrativa e varie consulenze esterne. Quindi mi sembra che siamo assolutamente in quadro e siamo allineati sulle iniziative assunte da altre regioni.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Louvin, ne ha facoltà.
Louvin (UV) - Une très courte observation au sujet de cette motion et de la réponse qui vient d’être donnée.
Il y a des prix à payer pour toute chose et de toute évidence la nomination de ces deux consultants, personnes très dignes en l’occurrence, est un prix que l’on paie non pas pour assister, pour aider, pour soutenir les pays en voie de développement, mais pour un développement d’autre nature et en raison d’une cohésion de la majorité que l’on souhaite renforcer par l’apaisement de certaines tensions internes que nous connaissons bien.
Nous le regrettons parce que nous souhaitons que l’aide aux pays en développement est une question très sérieuse qui devrait être affrontée d’une façon tout à fait différente. L’aide à ces pays normalement rencontre une grande difficulté, les aides importantes qui sont parfois décidées à l’origine, diminuent en cours de route et dans notre cas cela est parfaitement évident, parce que nous dépensons dès le début 100 millions d’emblée pour une assistance prétendue technique. Nous ne voulons pas trop insister sur la nature technique de cette assistance, d’ailleurs le viceprésident Bich reconnaît parfaitement qu’il s’agit de personnel que l’on appelle de confiance, son secrétaire particulier et son attaché de presse d’il y a quelques mois.
Il me paraît que la logique, l’affrontement interne qui est en train de se manifester au sein du comité que ce Conseil a nommé, est tout à fait légitime, qu’il ne s’inspire pas d’un critère majorité-opposition, mais plutôt d’opposition tout court au fait de transformer un comité de nature de soutien aux pays en voie de développement dans un petit comité géré trop personnellement par son Président. Je voudrais simplement dire à ce propos, en annonçant que notre Groupe demande la votation secrète sur cette motion, que nous nous réservons d’adopter à l’avenir et dans un très court délai toutes les initiatives nécessaires pour empêcher que cette gestion du comité aille de l’avant.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
Bondaz (DC) - Su questa mozione si è aperto un dibattito televisivo, giornalistico, consiliare di grande portata, quasi si trattasse di uno degli argomenti fondamentali per risolvere questioni fondamentali della nostra regione.
In effetti la Commissione di Coordinamento, come ha accennato il Consigliere Perrin, ha fatto dei rilievi molto mirati su questa deliberazione.
Come Giunta abbiamo risposto a queste motivazioni e alla data attuale non abbiamo ancora saputo se la delibera verrà approvata o verrà annullata, anche perché la risposta è stata data solo da un paio di giorni, quindi è evidente che la Commissione di Coordinamento non ha avuto ancora il tempo di esaminare il contesto.
Mi permetto di dire che quando si è trattato di definire alcune assunzioni, chiamiamole così, che ci sono state proposte dal presidente del comitato per gli aiuti al terzo mondo, noi abbiamo ritenuto con tutta onestà che queste decisioni fossero state assunte unanimemente e concordemente da parte del comitato. Non potete pretendere che la Giunta vada ad esaminare le richieste che vengono portate avanti dal presidente, chiedendo poi ai singoli membri del comitato se questo è vero.
(Interruzione)
Non mi interessa, sto parlando a priori, perché oggi sappiamo certe cose che un mese fa non sapevamo, e d’altra parte le richieste potevano essere ampiamente giustificate per una conduzione di questo comitato, e quindi non potevamo pensare che nascesse una ipotesi così dilaniante su questo argomento.
D’altra parte devo dire ai signori Consiglieri - e coloro che ci hanno preceduto su questi scanni sanno benissimo qual è la situazione del personale dell’Amministrazione regionale - che c’è una carenza continua di personale, tant’è che avete visto quanti concorsi abbiamo dovuto approvare oggi per vedere di definire varie possibilità di lavoro nei vari assessorati che hanno delle lacune e delle carenze. Con questo non faccio accuse nei confronti di nessuno, è un dato di fatto che andava definito e quindi si fa quello che si può.
Quando ci è pervenuta questa richiesta da parte del presidente del comitato, abbiamo operato nell’intento di dare al comitato stesso la possibilità di operare, perché è evidente che né il presidente né i membri del comitato potevano lavorare adeguatamente senza la presenza di un supporto tecnico di cui devono disporre. Ecco perché abbiamo pensato di definire la questione attraverso questa consulenza, così come è stata chiamata; oltre al resto vi era la richiesta di un personaggio che aveva già avuto una collaborazione alla Presidenza del Consiglio con l’attuale presidente del comitato, che quindi era persona conosciuta dal presidente del comitato, che dava delle garanzie perché se andava bene prima quando era alla Presidenza del Consiglio, possiamo anche non capire come mai non vada più bene nel comitato di cui è presidente attualmente il Consigliere Bich.
Ciò detto per oggettività delle cose, a questo momento la Giunta non ritiene assolutamente efficiente e possibile accettare o non accettare questa deliberazione, pertanto la Giunta propone alla maggioranza di astenersi su questa richiesta che è avanzata dai Consiglieri proponenti.
Presidente - E’ stata richiesta la votazione segreta da parte dei Consiglieri dell’Union Valdôtaine; ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand, ne ha facoltà.
Riccarand (VA) - Credo che una serie di puntualizzazioni su cose che sono state dette vadano fatte; partirei dal fondo, cioè dalle cose che ha detto il Presidente della Giunta e che sono importanti.
Il Presidente della Giunta ha detto che quando il Consigliere Bich ha fatto quelle proposte di assunzioni nominative, la Giunta pensava che quella fosse espressione unanime del comitato, o quanto meno di una maggioranza del comitato. Il Presidente della Giunta ha ricevuto io credo, perché indirizzata anzitutto a lui, la lettera con cui il 3 dicembre 1990 i quattro rappresentanti delle organizzazioni non governative - quindi qui non parliamo dei rappresentanti del Consiglio che potrebbero essere ispirati ad un discorso di maggioranza e minoranza -, che si occupano dei problemi con i paesi in via di sviluppo, hanno chiesto una convocazione urgente e straordinaria del comitato regionale proprio per avere chiarificazioni in merito alla posizione del comitato sulla deliberazione n. 9981 del 16 dicembre 1990, di cui non sapevano assolutamente niente. Eppure la deliberazione porta scritto che il comitato necessita di un esperto in organizzazione del settore commerciale, con particolare riferimento alla merceologia.
Se i presupposti su cui si basava questa deliberazione della Giunta erano che ci fosse un accordo nel comitato, comunque quanto meno l’accordo di una maggioranza significativa del comitato, questi presupposti non esistono più, non sono mai esistiti, perché il comitato non solo non si è espresso su questo, ma non ha mai neanche preso in considerazione questa questione di avere un esperto in merceologia. Allora credo non sia sufficiente dire che, vista la situazione, non si ritiene possibile accettare o non accettare la mozione, dal momento non ha nessuna importanza se la mozione viene accettata o meno perché non è quello il problema; il problema di fondo è vedere se voi mandate avanti o meno questa deliberazione.
La situazione è questa: voi avete fatto una deliberazione sulla base di certi presupposti che si sono rivelati poi infondati, avete avuto delle osservazioni dalla Commissione di coordinamento che vi ha fatto rilevare anche certe incongruenze giuridiche, e adesso cosa fa la Giunta? Va avanti nonostante tutto, il che vuol dire che condivide questo tipo di scelta...
(Interviene fuori microfono il Presidente Bondaz)
Se facciamo un discorso di personale, è tutto un altro discorso; bisogna vedere quale personale. Ma se i presupposti, sulla cui base la Giunta ha fatto questo tipo di scelta, si sono rivelati infondati, se ci sono problemi anche di congruità giuridica rilevati dal Presidente della Commissione di Coordinamento, se voi su questa mozione non dite che siete contrari ma vi astenete con un atteggiamento che non è né sì né no, ma allora per quale motivo portate avanti comunque una risposta alla Commissione di Coordinamento, perché volete comunque portare in porto questa deliberazione? Quanto meno sospendete la questione, venga il Presidente della Giunta (che fra l’altro è il responsabile di questo comitato perché Bich è solo il delegato) nel comitato per sentire se è una questione di maggioranza e minoranza, o se è una questione che viene posta al di fuori di un discorso del genere. Perché questa è una questione di decenza, non una questione di maggioranza e minoranza.
Quindi il discorso di astensione può essere comprensibile se è accompagnato da una scelta ben precisa di sospendere, visto che non si ha una idea ben definita, l’iter dei provvedimenti, a partire da questo provvedimento; però dovete dircelo chiaramente se fate questo, oppure se non votate la mozione ma nello stesso tempo mandate avanti i provvedimenti. E quali provvedimenti poi, perché non ho ancora avuto una parola di chiarificazione rispetto alla posizione del responsabile dell’ufficio informazioni. Qui abbiamo un comunicato ufficiale: responsabile dell’ufficio informazioni e pubbliche relazioni del comitato regionale di coordinamento per la cooperazione; ma questo responsabile chi lo ha richiesto, con quale atto amministrativo è stato assegnato al comitato? Lo stesso Presidente del comitato, Consigliere Bich, diceva che questo comitato non può avere personale, è un comitato consultivo, ma allora questa figura da dove salta fuori, com’è pagata, da chi? E’ possibile almeno saperlo? E chi ha richiesto al Comune di Aosta una impiegata da assegnare all’attività del comitato? Chi ha firmato le lettere? Vorrei solo saperlo, anche perché il Presidente Bich dice che questo povero comitato non può fare niente finché non ha una sede, finché non ha un personale, che ha delle proposte ma non può neanche preparare materialmente una deliberazione. Ma la deliberazione per dare questa consulenza all’esperto di merceologia qualcuno l’ha pur scritta; allora per scrivere deliberazioni quando si vuole il personale si trova, oppure qualcuno si mette lì e di suo pugno la fa, come si può anche fare? Per fare delle lettere in organismi vari il personale si trova, e il personale di cui ha bisogno il comitato è semplicemente questo: una figura a tempo molto limitato che convochi le riunioni, che faccia un minimo di verbalizzazione perché fino adesso non è stato verbalizzato niente. Ho scritto anche una lettera al Presidente della Giunta, chiedendo che venisse una persona a verbalizzare queste riunioni; non ho mai ricevuto una risposta. Quindi non è vero che esiste questo problema del personale.
Si dice che il programma non può essere fatto; il programma può essere benissimo fatto dal comitato e trasmesso alla Giunta senza bisogno di nessun personale. Sono personalmente disponibile, lo dico senza essere provocatorio ma perché voglio mettere le cose in chiaro, se il Presidente della Giunta vuole verificare come si può elaborare un programma e presentarlo all’esame della Giunta da parte di questo comitato senza personale, sono personalmente disponibile a farmi carico di coordinare il lavoro del comitato perché faccia questo lavoro senza bisogno di nessun personale. Non è un lavoro complicato, abbiamo fatto una serie di audizioni, abbiamo sentito le varie organizzazioni, sono venute delle proposte, delle richieste di intervento che sono da vagliare, che come diceva già il Consigliere Bich superano i 750 milioni, per cui siamo già oltre il doppio della disponibilità che il bilancio di previsione assegnava per gli interventi di cui alla legge n. 44. Allora bisogna comunque fare un lavoro di riesame, di contenimento delle proposte, si tratta di fare alcune scelte e di proporle alla Giunta, che poi adotterà i provvedimenti necessari. Ma cosa deve fare questo comitato? Non è vero che non è un dibattito di grande portata, perché le questioni di metodo hanno la loro importanza, e non dovrei essere io ad insegnarvelo visto che la mozione su cui si è costituita questa nuova maggioranza riguardava una questione fondamentalmente di metodo, di rapporti tra maggioranza e Consiglio, di rapporti all’interno dell’esecutivo e di rapporti fra le forze politiche. Ma allora qui dove stiamo che non conosciamo neanche gli atti amministrativi che determinano certe situazioni, in cui si assumono degli atti presupponendo che una situazione sia di un certo tipo e poi quando si verifica che è di un altro tipo non si modificano questi atti. Credo che qui ci troviamo di fronte ad una questione sostanziale, non è una questione di piccolo cabotaggio; è piccolo cabotaggio l’intenzione di chi vuol sistemare alcune persone, ma che questo comitato operi secondo l’intenzione della legge è una questione di grossa portata.
Ripeto, non ho nessuna difficoltà a capire un voto di astensione se però il voto di astensione è accompagnato da una dichiarazione ferma e precisa per cui tutti gli atti di assegnazione di personale a questo comitato che non può avere del personale vengono bloccati; se questa dichiarazione non c’è vuol dire che si vuole andare avanti per questa strada e l’astensione è solo un modo per impedire al Consiglio di esprimersi liberamente.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Viérin, ne ha facoltà.
Viérin (UV) - Pour déclaration d’intention. L’Union Valdôtaine votera en faveur de cette motion. En effet, nous pensons qu’il ne s’agit pas uniquement d’un problème d’affectation de personnel au comité. La motion est explicite à cet égard. Elle demande d’affecter le personnel seulement après avis du comité, c’est-à-dire après que le comité s’est réuni, sur la base de ses exigences et de ses requêtes.
L’affectation effectuée représente par contre un contresens. Tout en considérant les compétences et de la Région et du comité, nous devons constater encore une fois la dichotomie existant entre les déclarations faites au sein de cette assemblée et par la suite répercutées par la presse, et les agissements concrets. Deux représentants de la Région sur trois nous ont présenté la méthode suivie. Il s’agit de la négation évidente des principes de transparence et de la participation. Avoir appelé à faire partie de ce comité, en plus des représentants du Conseil, des représentants des différentes associations, et par la suite, ne tenir en aucune considération leur volonté, représente un bel exemple de "participation".
Il s’agit également d’une question de méthode; nous ne pouvons accepter le principe de la "privatisation" de l’administration publique. Une réflexion s’impose nécessairement à cet égard.
Les interventions précédentes nous ont par ailleurs confirmé le bien-fondé de cette motion.
Le Président a voulu lui aussi intervenir. Evidemment, l’on peut juger sur la base de données différentes, si un argument peut être fondamental ou non; nous pensons que celui-ci est important pour les indications qu’il fournit sur les comportements de cette majorité.
Nous avons, en tout cas, apprécié la première partie de son intervention quand il nous a dit qu’il n’était pas informé ou qu’il était mal renseigné, chose qui peut se produire. Nous constatons néanmoins avec un peu d’amertume que ces situations pour un Président de Gouvernement se vérifient un peu trop souvent. Mais les lettres qu’il par la suite on a reçues le débat d’aujourd’hui auraient dû mieux le renseigner. On ne peut se cacher derrière les décisions de la Commissions de coordination: la responsabilité est de nature politique; c’est un choix que l’on peut faire, mais c’est alors un choix du gouvernement et de la majorité. Et ce choix, il faut le faire clairement.
Si nous pouvons donc apprécier cette déclaration qui nous permet de comprendre quelles ont été les conditions, ou les prétendues conditions selon le Président, qui l’ont amené à adopter cette délibération, force nous est également de constater que si "errare umanum est, perseverare diabolicum". En effet nous ne voudrions pas qu’il s’agisse d’un mensonge. Non seulement on persiste dans cette direction, mais par la suite, on a adopté d’autres mesures et d’autres délibérations, allant dans le même sens et dans la même direction.
En conclusion, nous ne pouvons donc que confirmer notre vote favorable à cette motion et espérer que, selon les précisions sollicitées par la Commission de coordination, la délibération sera révoquée pour reprendre le chemin dans la bonne direction. A savoir réunir le comité et, sur la base de ses requêtes, de ses besoins, ou de ses nécessités du comité, prendre les dispositions nécessaires concernant l’affectation du personnel.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Perrin, ne ha facoltà.
Perrin (UV) - Nous prenons acte des déclarations de M.Bich et du Président du Gouvernement. Pour ce qui concerne les premières, je dois dire que nous n’avions pas besoin de leçons sur la loi n° 44 puisque nous l’avons votée à son temps et nous ne faisons pas de confusion entre celles qui sont les compétences de la Présidence, de ce Conseil, des communautés de montagne, des communes, établies par les articles 1, 2, 3, et cetera, titre I, titre II, de la loi même, et les compétences qui sont du comité. Ce n’est pas sur les premières que nous avons voulu intervenir, mais vraiment sur les compétences du comité. Que M. Maculotti (mais aurait pu être quelqu’un autre) était affecté non pour remplir les compétences dont aux articles 1 et 2, mais les compétences dont à l’article 11, c’est-à-dire celles qui reviennent au comité, est dit par la délibération même, qui dans tout son préambule ne fait que mentionner l’article 11, et les nécessités que ce comité de coordination soit doué de ce personnel. Tant il est vrai que dans ces requêtes d’éclaircissements la Commission de coordination n’a point parlé ni de l’article 1 ni de l’article 2 mais encore une fois de l’article 11, justement puisque la délibération visait cet article et donc le personnel affecté au comité et à ces nécessités.
Les déclarations de M.Bondaz ne font que confirmer que la position de M.Bich sera encore plus grave à l’intérieur du comité de coordination même, car il a dit que ce personnel a été affecté sur requête exclusive du Président du comité, comité qui n’avait pas été interpellé, comité qui ne savait rien absolument de cette requête, et donc une fois encore plus nous devons mettre l’accent sur la mauvaise méthode adoptée, méthode contre laquelle nous devons réagir.
Il ne s’agit pas ici, chaque fois qu’à l’intérieur du comité ou dans ce Conseil on prend la parole, de dire qu’on entrevoit "gli indirizzi partitici"; ce n’est pas toujours question d’opposition entre majorité et minorité. On intervient pour donner un apport et je crois qu’à plus forte raison dans un comité tel que celui pour la coordination des pays en voie de développement il ne s’agit pas de faire une opposition à l’intérieur. On est là pour travailler, puisque on y croît, dans le développement des pays qui en ont besoin; nous ne croyons pas que la méthode adoptée jusqu’à maintenant pour certains personnages aille dans cette direction. D’ailleurs la présence des membres d’organisations non gouvernementales et leur attitude est extrêmement significatives: je ne crois pas que l’attitude de ces membres qui depuis des années, bien avant que le Conseil régional, se dotent d’une loi et interviennent dans ce secteur, soit une attitude d’opposition; ils sont là pour travailler eux aussi et non pour faire de la politique politicienne, que nous laissons à d’autres partis.
D’ailleurs le fait que cette Junte et cette majorité qui ont fait de la transparence, de la clarté, de la participation, de l’honnêteté, de la lutte au clientélisme, au favoritisme, leurs mots d’ordre, s’abstiennent sur notre requête, est extrêmement significative du comportement de cette majorité et nous leur en laissons la responsabilité.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
Mafrica (PCI) - Il problema a cui ci si riferisce, l’intervento verso i paesi in via di sviluppo, è un problema importante e vediamo come anche in molte città italiane questi problemi creati dalle diversità di sviluppo fra nord e sud del mondo diventino a volte drammatici. E’ con dispiacere quindi che vediamo nascere delle discussioni e delle polemiche su temi del genere.
Comunque si tratta di pronunciarsi su un atto presentato in Consiglio e quindi occorre esprimersi.
Era necessario un ufficio, era necessario del personale per svolgere questi compiti? Non abbiamo elementi diretti di verifica, salvo l’esempio che in altre regioni del personale per interventi in questo campo è stato trovato ed è stato messo a disposizione. Le persone scelte sono quelle giuste, crediamo che il compito di scegliere le persone tocchi agli organi a cui sono riservate le competenze. In questo caso ovviamente le competenze sono in parte riservate alla Giunta, in parte al comitato.
Il Presidente del comitato ci dice che era opportuno in questo caso, per l’efficacia della struttura, avere del personale fiduciario. Su questo abbiamo qualche riserva come criterio, però crediamo sia opportuno dare un giudizio verificando se effettivamente questa struttura produrrà dei fatti, perché è importante in questo campo intervenire effica-cemente.
Avevamo come Gruppo già valutato l’opportunità dell’astensione, quindi condividiamo la proposta del Presidente della Giunta di astenerci su questa deliberazione.
Presidente - Come da richiesta del Gruppo dell’Union Valdôtaine, il Consiglio è chiamato a pronunciarsi per votazione segreta.
Pongo in votazione la mozione in oggetto.
Votazione per scrutinio segreto
Esito della votazione
Presenti: 32
Votanti: 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 19 (Aloisi, Bajocco, Beneforti, Bich, Bondaz, Chenuil, Dolchi, Fosson, Lanièce, Lavoyer, Limonet, Mafrica, Martin, Milanesio, Monami, Pascale, Ricco, Rusci, Trione)
Il Consiglio non approva
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