Oggetto del Consiglio n. 1044 del 28 febbraio 1990 - Resoconto
OGGETTO N. 1044/IX - Stato di attuazione della realizzazione dell’acquedotto del Monte Bianco (Interrogazione).
Presidente - Do lettura dell’interrogazione presentata dai Consiglieri Mafrica e Tonino:
INTERROGAZIONE
Constatato che continuano a manifestarsi disfunzioni ed inquinamenti dell’acqua potabile distribuita dall’acquedotto di Aosta;
Ricordato che da oltre vent’anni si parla di acquedotto del Monte Bianco, per la cui realizzazione già erano stati nei primi anni settanta predisposti i progetti ed avviati i primi lavori;
Ritenuto oltremodo grave che la popolazione di una zona alpina, ricca di sorgenti, debba sopportare difficoltà dovute alla carenza di acqua potabile;
i sottoscritti Consiglieri del gruppo comunista
interrogano
la Giunta regionale per conoscere:
1) quanto si era speso nei primi anni settanta per la progettazione ed i primi lavori dell’acquedotto del Monte Bianco;
2) perchè quei progetti sono stati abbandonati e si è addivenuti all’affidamento di una nuova progettazione e quale sarà il costo di quest’ultima;
3) a che punto si trova la progettazione della nuova condotta, quali sono le caratteristiche principali del progetto redatto, quando presumibilmente potranno avere inizio e quando si concluderanno i lavori di costruzione del cosiddetto acquedotto del Monte Bianco;
4) se per il rifornimento idrico alla città di Aosta, sono state esaminate altre soluzioni, adeguate alle necessità della popolazione e di più facile realizzazione rispetto all’ormai leggendario acque-dotto del Monte Bianco.
Presidente - Ha chiesto di parlare l’Assessore ai Lavori Pubblici Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (DC) - Dell’acquedotto del Monte Bianco si è già parlato più di una volta in questo Consiglio regionale, anzi è stato oggetto di una mozione della scorsa legislatura, nella quale la Giunta si era impegnata a presentare alla competente Commissione consiliare lo stato di progetto non appena fosse definito entro certi limiti.
Pregherei quindi a questo punto il Presidente della II Commissione consiliare di prendere i dovuti contatti con l’assessorato per stabilire una data che possa essere valida per tutti per convocare una riunione della Commissione, alla quale partecipino anche i progettisti per dare tutte le delucidazioni che i Consiglieri riterranno opportuno chiedere.
Risponderò comunque alle domande che mi sono state poste dai Consiglieri interroganti, riservandomi naturalmente di ampliare il discorso nella opportuna seduta di Commissione consiliare.
Con la prima domanda si chiede quanto si era speso nei primi anni settanta per la progettazione e i primi lavori dell’acquedotto del Monte Bianco. Era stato realizzato a questo proposito un progetto di massima in data 25 novembre 1968, a firma dei professori Pezzoli e Quaglia, per l’importo lordo di progetto di circa 3 miliardi. Era stato realizzato un progetto esecutivo del primo lotto in data 15 marzo 1971 per la captazione delle sorgenti Frèbouze, Tronchey e Peutérey , da finanziarsi con la legge statale n. 1090 attraverso contributi in conto ca-pitale.
Poi fu realizzato il progetto esecutivo di un secondo lotto in data 30 maggio 1971 per la realizzazione di un tratto di condotta in Val Ferret della lunghezza di quasi 5 km dalle sorgenti fino a Plan Pincieux più due camere di interruzione da finanziarsi con la legge dello Stato n. 589 del 1949.
Successivamente, fu redatto il progetto esecutivo di un terzo lotto in data 30 maggio 1973 per opere di prosecuzione della condotta proveniente dalla sorgente Peutérey in Val Veny fino alla camera di interruzione di La Saxe e l’ulteriore prolungamento verso la località Villair di Courmayeur, con uno sviluppo totale di quasi quattro chilometri, da finanziarsi sempre con la legge statale 589/49.
Questi sono i progetti; quindi un progetto generale di massima e i progetti esecutivi di tre lotti.
Le opere eseguite relativamente ai progetti redatti sono una quota parte delle opere previste nel progetto esecutivo del primo lotto, che riguardano esclusivamente la captazione delle acque del Peutérey, e in seguito un tronco della condotta di derivazione dello sviluppo di quasi 2 km, fino alla camera di interruzione n. 1. Quest’opera è visibile a monte di Notre-Dame de la Guérison sul lato del-la Dora.
Quindi, all’inizio degli anni settanta questi sono stati i progetti e questi i primi lotti di opere realizzate; poi non se n’è più fatto nulla fino ai tempi successivi, che sono quelli della metà degli anni ottanta.
La seconda domanda è conseguente: "Perchè quei progetti sono stati abbandonati e si è addivenuti all’affidamento di una nuova progettazione e quale sarà il costo di quest’ultima". Si è addivenuti all’affidamento di una nuova progettazione, proprio perchè il progetto di massima è vecchio di venti anni. Il più recente dei tre progetti esecutivi ha pochi anni di meno, ma rasenta sempre il ventennio di età. La progettazione esecutiva esistente rappresenta circa la decima parte del totale della progettazione e le opere realizzate sempre all’inizio degli anni settanta costituiscono una parte dell’intera opera.
E’ indubbio che negli ultimi 15-20 anni sono cambiati i luoghi interessati dall’attraversamento del progetto originario, data la costruzione di infrastrutture diverse, di insediamenti abitativi produttivi; gli stessi piani regolatori hanno subito delle modificazioni, quindi da questo punto di vista si è proceduto alla riprogettazione generale dell’opera.
La progettazione è completata nella sua fase di massima; si sta procedendo ai rilievi che sono quasi ultimati e si sta procedendo alla progettazione esecutiva sulla base del progetto di massima.
Gli incarichi professionali sono stati divisi in tre segmenti e precisamente nel segmento n.1 affidato all’ing. Devoti, che comprende le opere di captazione e le condotte di adduzione principali fino ad Aosta, esclusi i serbatoi, nei pressi del Monte Torrette verso Saint-Pierre. L’importo previsto dal segmento Devoti è di 52 miliardi, più una serie di somme a disposizione dell’Amministrazione, per un totale di 70 miliardi. Il secondo segmento, affidato all’ing. Cretier, riguarda il riequilibrio della rete idrica interna di Aosta e dei Comuni vicini, da Sarre a Aymavilles, fino a Saint-Christophe, Brissogne, per un importo di circa 25 miliardi, sommando le somme a base d’asta e le somme a disposizione dell’Amministrazione. Un terzo segmento, affidato allo Studio Inart di Courmayeur, comprende il riequilibrio della rete idrica interna dei Comuni dell’alta Valle, quindi da Courmayeur fino a monte di Aymavilles-Sarre, per un importo di 11 miliardi. Sommando arriviamo a 106 miliardi.
Le caratteristiche principali del progetto, che sicuramente i progettisti potranno poi illustrare nella seduta della Commissione, prevedono la captazione delle sorgenti Frébouze, Tronchey e Peutérey, per mezzo di gallerie filtranti per una portata captata di circa 380 litri al secondo. Le condotte di adduzione, per circa 43 chilometri di lunghezza, sono dimensionate per far defluire una futura portata massima di 500 litri al secondo nella ipotesi che si possa captare una ulteriore fonte del Monte Bianco. In pratica, è l’acqua che proviene dal traforo del Monte Bianco.
Il comprensorio di Aosta e dei Comuni vicini prevede una popolazione servita di 90mila abitanti, con una dotazione di 400 litri al giorno per abitante (questo è il dimensionamento dell’Ing. Cretier), un anello di distribuzione attorno ad Aosta, una distribuzione primaria di Aosta città e l’ammodernamento completo della rete interna di Aosta. A tutto questo occorre aggiungere un impianto di automatizzazione, un telecomando in pratica, indispensabile per l’ottimizzazione della gestione delle risorse idriche.
I tempi del progetto ipotizzabili richiedono il completamento dei progetti esecutivi, le approvazioni e le diverse autorizzazioni, la disponibilità dei terreni e il finanziamento che potrebbe essere reperito con i fondi FIO. Aggiungo ancora, ma è noto al Consiglio, che è già in corso di esecuzione un primo lotto di 2 chilometri circa, per l’importo di 1 miliardo 250 milioni circa, che viene realizzato in corrispondenza alla costruzione dei collettori fognanti che scendono da Courmayeur fino a Derby, quindi l’impianto di depurazione della Valdigne. Non sto a ripetere i motivi per i quali si è deciso di farlo in questo momento, perchè sono già noti al Consiglio avendoli già ampiamente illustrati e dibattuti.
L’ultima richiesta è: "Se per il rifornimento idrico alla città di Aosta, sono state esaminate altre soluzioni, adeguate alle necessità della popolazione e di più facile realizzazione rispetto all’acquedotto del Monte Bianco". Mi riservo di approfondire questa risposta alla presenza dei tecnici incaricati e nell’apposita seduta di Commissione; anticipo però già in questa fase che sono in corso ricerche da parte del Comune di Aosta di acque di subalveo nei pressi del torrente Buthier, con l’ipotesi di poter approvvigionare circa 60 litri al secondo in quattro pozzi. L’esito di questa ricerca è stato negativo, perchè le acque sono poco profonde, facilmente inquinabili e di qualità non buona. C’è una ricerca, sempre da parte del Comune di Aosta, della sorgente Verné a monte di Arpuilles, per le zone al di sopra dei 700 metri sul livello del mare. Questa sorgente non è sostituibile con l’acquedotto del Monte Bianco per una questione ovvia di quote. Quindi, questa procederà comunque anche con l’arrivo delle acque del Monte Bianco. Ci può essere l’ipotesi di un possibile accordo con l’ENEL per l’utilizzo di acque provenienti dalla diga di Place Moulin e restituite sotto la centrale di Valpelline, con la realizzazione di un impianto di potabilizzazione. La praticabilità di questa ipotesi è abbastanza dubbia.
Attualmente Aosta - ma questo è noto, io intendo però sottolinearlo - si serve quasi esclusivamente da pozzi, con notevoli costi di energia, problemi gestionali e con danni e interruzioni di servizio nel caso di interruzione dell’energia. A nostro giudizio è importante procedere nel completamento della progettazione e nella esecuzione dell’acquedotto del Monte Bianco.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
Mafrica (PCI) - La risposta dell’Assessore è stata sufficientemente esauriente rispetto alle domande che avevamo posto. Attendiamo però questa riunione della Commissione competente per valutare le alternative che esistono all’acquedotto stesso.
Dalla relazione storica che è stata fatta, si può dire che effettivamente questo acquedotto del Monte Bianco è leggendario nel senso che sono trascorsi più di venti anni dalla prima progettazione; la stessa - ha detto l’Assessore - ha dovuto essere abbandonata perchè nel frattempo la tecnica era cambiata.
Qui si parla di un’opera che a costi di oggi comporta una spesa di 106 miliardi, quindi è un’opera di grande rilievo; i tempi saranno lunghi, occorre nella fase preliminare di studio, oltre che valutare altre soluzioni contingenti, predisporre con molta cura la parte relativa alle caratteristiche delle acque e all’impatto ambientale, per non avere poi gravi problemi nella prosecuzione degli studi e dei lavori.
Rimane però un problema sul quale la risposta è insoddisfacente ed è la soluzione dell’acqua potabile per i cittadini di Aosta oggi. Mentre questi studi continuano, mentre si valutano queste soluzioni alternative, mentre si faranno le valutazioni di impatto ambientale, occorre pur riuscire a garantire alla popolazione di Aosta la possibilità di avere quotidianamente l’acqua nelle proprie case. In questo senso facciamo una raccomandazione anche all’Assessore alla Sanità e all’Assessore ai Lavori Pubblici, perchè per la parte che loro compete verifichino con il Comune di Aosta quali soluzioni si possono trovare.
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