Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2275 du 15 juillet 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 2275/XIV - Reiezione della proposta di legge: "Disposizioni per la razionalizzazione delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie".

Rosset (Presidente) - Punto n. 38 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Nel corso degli ultimi anni si è spesso verificato che i cittadini italiani siano stati chiamati a votare più volte nell'arco dello stesso anno. Nella primavera scorsa, ad esempio, abbiamo assistito a diverse consultazioni elettorali che hanno visto coinvolti milioni di elettori. Si è trattato delle elezioni amministrative che si sono tenute il 5 giugno, con turno di ballottaggio il 19 giugno scorso e una consultazione referendaria riguardante le autorizzazioni alle trivellazioni che si è svolta il 17 aprile, neanche un mese e mezzo prima. Fra le decisioni che risultano maggiormente incomprensibili ai cittadini c'è la scelta di chiamarli ad esprimersi più volte in un lasso di tempo molto limitato, come accaduto ad esempio in questo caso. Queste decisioni spesso sono motivate esclusivamente da interessi politici riguardanti i risultati delle consultazioni. Anche quest'ultimo fatto ha messo in chiaro l'enorme dispendio di risorse che consegue allo svolgimento separato delle consultazioni elettorali rispetto a quelle referendarie, nonostante i cittadini abbiano dimostrato di sapere opportunamente distinguere il diverso significato delle singole votazioni. Uno spreco di denaro pubblico che si può stimare in diverse centinaia di migliaia di euro. Si tratta di uno spreco di denaro pubblico che indigna i contribuenti e appare oltremodo incomprensibile. Per questa ragione in diverse democrazie occidentali si è istituito l'election-day, vale a dire l'accorpamento tra le elezioni politiche, amministrative e il referendum in un'unica giornata. Appare quindi opportuno assumere a livello legislativo regionale (anche sulla scorta di quanto già avvenuto a livello statale con la legge del 2011) una scelta a favore dello svolgimento del cosiddetto election-day: ossia l'accorpamento in un'unica tornata delle consultazioni elettorali e referendarie che si devono tenere nel corso dello stesso periodo dell'anno. Un orientamento già assunto a livello normativo da diverse Regioni italiane, che hanno introdotto modalità in grado di accorpare diversi appuntamenti elettorali.

Con la presente proposta di legge si intende perciò favorire lo svolgimento contestuale di consultazioni che possono essere agevolmente accorpate, fermo restando che non si svolgono referendum regionali nell'anno in cui si tengono le consultazioni per il rinnovo del Consiglio regionale, come avviene adesso. L'introduzione dell'election-day consentirebbe inoltre di evitare il rischio che la scelta discrezionale della data per la consultazione referendaria sia determinata dalla volontà di chiamare alle urne il corpo elettorale in momenti oggettivamente poco favorevoli al raggiungimento del quorum eventualmente prescritto.

La scelta della data referendaria è stata utilizzata, come abbiamo visto anche di recente, in modo strumentale per impedire il raggiungimento del quorum e vanificare la consultazione con il palese obiettivo di indebolire e sabotare un importante strumento di democrazia e partecipazione. Si ritiene al contrario utile favorire in tutti i modi la partecipazione dei cittadini alla vita politica, indipendentemente dagli interessi elettorali contingenti e la proposta di legge in questione ha anche quest'obiettivo: una proposta di buon senso che potrebbe consentire di risparmiare risorse pubbliche e favorire indirettamente la partecipazione dei cittadini alle decisioni collettive.

Questa proposta di legge ha già purtroppo avuto un voto negativo da parte della maggioranza in occasione dell'analisi nella commissione competente, alla quale è stata assegnata; un voto contrario forse dovuto ad un'analisi frettolosa della proposta di legge e che ci auguriamo venga smentito da quest'Assemblea. La presente proposta di legge ovviamente non comporta maggiori oneri per il bilancio regionale, essendo anzi finalizzata a procurare economie di spesa derivanti dalla razionalizzazione delle procedure elettorali.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Farcoz, ne ha facoltà.

Farcoz (UV) - Je vous reporterai ici quelques considérations faites déjà en Ie Commission. La loi ainsi présentée semblerait, d'une première lecture, une proposition qui a comme but principal celui de réduire les frais de consultation électorale, referendum et élections administratives et politiques. Dans le détail, par contre, elle cache un raisonnement à son intérieur, qui, à notre avis, ne peut pas être partagé, car ces différentes consultations auraient une nature bien différente et je cite, à ce propos, une partie de l'avis du CELVA: "accorpando la votazione referendaria, che tratta tematiche relative alla coscienza dei singoli e delle comunità con un voto di natura politica o amministrativa si rischierebbe di generare confusione negli elettori e potrebbe facilitare inopportune strumentalizzazioni di voto". Si d'un côté ce texte poursuit un raisonnement purement économique, de l'autre on pourrait bien imaginer la directe conséquence de cette proposition de loi, c'est-à-dire que les représentants des différentes institutions risquent d'être choisis plus pour une position référendaire que pour leur programme électoral dans son ensemble ; cela parce que - et je veux le rappeler - la nature des consultations résulte différente. Voilà que pour ces motivations notre vote sera contraire à cette proposition de loi.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Per dare il mio supporto a questa proposta di legge. In effetti, ho letto anch'io i pareri del CPEL, tra l'altro, sono anche favorevoli: quello dato in data 29 gennaio esprime parere favorevole e aggiungerei che si rischia confusione, ma soprattutto si rischia di raggiungere il quorum. Questo quindi può essere davvero un problema in Valle d'Aosta, se poi i referendum cominciano veramente a raggiungere il quorum e questo immagino che possa mettere parecchio imbarazzo, ma più che confusione nell'elettorato, la confusione sarebbe in maggioranza. Ripeto: per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle, che anche a livello nazionale, tra l'altro, ha presentato proposte di questo tipo, c'è sicuramente il supporto a questa legge e non mi sarei aspettato nulla di diverso dalla maggioranza, questo ci tengo a dirlo.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Questa legge ha un duplice obiettivo: da una parte, quello di risparmiare del denaro pubblico, una somma significativa peraltro; una tornata elettorale in Valle d'Aosta ha un costo di circa 600 mila euro, una somma notevole, questo è il primo obiettivo di questa proposta di legge; il secondo era quello di favorire nel miglior modo possibile la partecipazione dei cittadini, si ritiene un fatto positivo che i cittadini partecipino alle consultazioni elettorali e in generale alla vita pubblica e politica. Questi sono i due obiettivi e non c'è nessun tipo di strumentalizzazione proprio perché viene fatto nel rispetto della logica dei referendum regionali, nel senso che non possono essere legati a delle consultazioni regionali poiché si occupano degli stessi argomenti.

Mentre per quello che riguarda le elezioni comunali, sono elezioni di diverso tipo e che non hanno alcun elemento in comune, pertanto possono benissimo svolgersi in modo simultaneo, anche perché i cittadini sono in grado di scegliere in modo razionale e hanno gli strumenti e le capacità. Non bisogna neanche credere che gli elettori siano poi così stupidi, sono in grado di scindere i problemi e di capire quando si tratta di votare per il referendum e quando per le elezioni comunali. Questo però avrebbe come obiettivo principale di sottrarre questo giochino della scelta della data elettorale, che è fatta spesso in funzione degli obiettivi politici che si vogliono ottenere. Se si vuole ottenere il quorum, lo si può legare nel caso di un referendum a delle elezioni, altrimenti lo si mette distante, magari d'estate o vicino all'estate, così di fatto da sabotare il referendum. L'abbiamo visto recentemente a livello nazionale, ma l'abbiamo visto anche a livello regionale. Ci ricordiamo il referendum del 2012, nel quale si è voluto prima far esprimere i cittadini l'11 novembre a Courmayeur, per poi farli rivotare la settimana dopo il 18 novembre per il referendum, con un dispendio di risorse e anche con l'effetto che Courmayeur, anche per questo, è stato il Comune con il tasso di partecipazione più basso e non è casuale. Questa è la dimostrazione, però in realtà questa proposta di legge andrebbe ad accorpare soltanto le elezioni comunali con il referendum, con nessun effetto e nessuna confusione negli elettori. Classico esempio, lo ripeto, è quello dell'ultima volta che vi è stato un referendum nel 2012, quando benissimo si sarebbero potute accorpare le elezioni comunali di Courmayeur con il referendum, con un risparmio di risorse, ma non lo si è fatto per ragioni politiche.

Indipendentemente da chi governa, a nostro avviso, questa scelta della data non deve essere lasciata nella discrezionalità di chi governa e che segue ovviamente i propri interessi elettorali e politici, le proprie convenienze. Come non si deve sperperare denaro pubblico in una logica puramente mirata a fare gli interessi di un singolo partito e a non guardare invece al beneficio collettivo. Questa frase la riprendo, perché è una frase pronunciata dal Segretario del Partito Democratico, Raimondo Donzel, in occasione di una votazione di una proposta di legge sostanzialmente simile fatta nella scorsa legislatura. Mi rattrista e mi ha rattristato anche in I Commissione quando questa proposta di legge è stata analizzata dalla commissione e in modo, a mio avviso, frettoloso, è stata respinta, tra l'altro, senza neanche un intervento da parte del Partito Democratico, che appena tre anni fa aveva sostenuto questo provvedimento. In effetti, ricordo: "noi sosteniamo con profonda convinzione questa proposta di legge", che è la stessa...così diceva l'allora Segretario del Partito Democratico Raimondo Donzel. Io capisco le logiche di maggioranza e opposizione, ma il provvedimento è lo stesso e mi è francamente spiaciuto che neanche ci sia stato da parte del Partito Democratico in commissione un intervento. Anche un voto di astensione non si giustifica: ricordo che il voto di astensione non facilita il passaggio della legge, anzi viene di fatto sommato ai voti contrari e mi dispiace che il tutto venga visto in questa logica molto partitica e molto di maggioranza e opposizione, quando i provvedimenti sono di buon senso e in due anni non cambiano il loro significato.

Non voglio continuare a citare l'intervento fatto nella passata legislatura, perché è francamente spiacevole, ma credo che sia un modo di affrontare le questioni riguardanti in questo caso delle leggi, che, a mio avviso, è sbagliato; bisogna entrare nel merito dei provvedimenti. Questo provvedimento è un provvedimento di buon senso, che fa risparmiare risorse e che favorisce la partecipazione, ma il dover constatare che questo Consiglio si rifiuta di approvare un provvedimento di questo tipo è francamente una cosa che non mi sarei aspettato. In effetti, confidavo nel buon senso e che nel periodo tra la votazione in commissione e oggi, in cui c'è il voto dell'Assemblea, si analizzasse meglio da parte della maggioranza questa proposta e che si votasse questa proposta.

Tra l'altro, mi suggerisce la collega - perché bisogna affrontare le cose - abbiamo appena approvato un provvedimento all'unanimità, perché si è entrati nel merito della questione e anche l'opposizione ha votato il provvedimento appena passato, perché nel merito si era d'accordo. Qui si arriva al paradosso nel quale si dice che si condividono i principi, ma poi, quando si tratta di applicarli, no, perché il rischio ovvio è quello di favorire la partecipazione e si preferisce sprecare delle risorse pubbliche piuttosto che favorire la partecipazione dei cittadini alla vita democratica, è un fatto grave, a mio avviso.

Si passa il tempo a parlare di partecipazione, di cambiamento, di rinnovamento della politica, anche l'entrata in maggioranza delle forze politiche che fino a qualche tempo fa facevano parte dello schieramento di opposizione...se questi sono i risultati pratici, francamente sono deluso. Anche oggi vediamo che non cambia niente: com'è stata respinta due anni fa questa proposta di buon senso, verrà respinta anche oggi con il voto favorevole anche di quelli che, almeno in teoria, si erano sempre dichiarati favorevoli alla partecipazione ad un dibattito democratico sulle questioni che riguardano tutti. Si preferisce, lo ripeto, sprecare del denaro pubblico pur di garantirsi la possibilità di scegliere quando e come determinare i risultati elettorali. È un peccato, è una responsabilità, a mio avviso, grave, tanto più che ci troviamo in un periodo nel quale le risorse pubbliche sono sempre di meno e ogni possibilità, piccola o grande che sia, di risparmiare deve essere utilizzata. Questa ha un duplice obiettivo: risparmio di denaro pubblico e favorire la partecipazione dei cittadini; sono francamente deluso da quest'Assemblea per l'ennesima volta.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Come gruppo, abbiamo aderito ad una discussione su questo argomento e rimandiamo un approfondimento su questo e su altri provvedimenti che il gruppo ALPE ha sottolineato a quello che sarà il momento più di discussione generale in Consiglio regionale nel prossimo periodo. Stanno arrivando, sono arrivate proposte di legge inerenti il referendum e su questo argomento particolare noi riteniamo che confondere due momenti elettorali in questo momento non sia significativo. Se non aderire ad una proposta, vuol dire per forza non essere linea con il cambiamento, vuol dire anche non avere il diritto di esprimere un'opinione. Mi sembra un po' di esagerare. Abbiamo fatto un ragionamento all'interno del movimento, abbiamo fatto le nostre discussioni, si ritiene che questa sia una proposta positiva, ma non in linea con gli obiettivi che ci siamo dati, quindi è bene che sia stata sottoposta all'Assemblea, è bene che ci sia stata una discussione, ma, a riguardo di questo, noi riteniamo che ci saranno momenti per affrontare tutto il tema dei referendum in una maniera ancora più completa. Non c'è nessun problema a sottolineare la nostra posizione e ad esprimere in questo momento un voto contrario alla proposta.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, passiamo alla votazione. Dichiaro aperta la votazione sull'articolo 1 con l'emendamento n. 1 del collega Bertin. La votazione è chiusa.

Presenti: 29

Votanti: 29

Favorevoli: 6

Contrari: 23

Il Consiglio non approva.

Ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento, essendo respinto l'articolo 1, si intende respinta l'intera legge, quindi la proposta di legge è respinta.