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Communiqué n° 280 de 7 mai 2019

Iniziato il dibattito sul futuro della CVA

Seduta consiliare del 7 maggio 2019

 

Nella seduta consiliare del 7 maggio 2019, dopo la relazione del Presidente della Commissione speciale CVA si è aperto il dibattito, con l'intervento della Consigliera di Rete Civica-Alliance Citoyenne Chiara Minelli, che ha sostenuto come la relazione sia stata approvata dalla sola maggioranza, mentre i Commissari di opposizione non ne hanno condiviso i contenuti.

La Consigliera ha quindi esposto alcune delle considerazioni sottoscritte dai Consiglieri di minoranza componenti la Commissione speciale - Chiara Minelli (RC-AC), Luciano Mossa (M5S), Roberto Luboz (Lega VdA) e Elso Gerandin (Mouv').

La Consigliera ha lamentato limiti sulle audizioni (troppo poche, sia per scelta politica sia a causa dei tempi ristretti) oltre che la mancata predisposizione di un dossier giuridico completo di tutti gli atti legislativi che attengono la materia dell'utilizzo delle acque, delle concessioni per derivazioni idroelettriche, dell'evoluzione della normativa sul ruolo delle società partecipate dall'ente pubblico. A suo avviso, sono poi mancati la discussione e il confronto sugli aspetti tecnici al fine di cercare delle sintesi comuni. Secondo la Consigliera, la relazione predisposta a conclusione dei lavori è un testo preconfezionato, a senso unico, il cui scopo non è quello di fornire un quadro ampio e dettagliato della situazione CVA e dei possibili scenari futuri con i suoi pro e contro, bensì quello di portare molte argomentazioni a sostegno dell'unico scenario davvero preso in considerazione: la quotazione in borsa della Compagnia.

Per la Consigliera, nel 2019, sono emerse due novità rispetto agli scenari precedenti: la prima è l'approvazione del Decreto semplificazione convertito in legge e la seconda è l'avvio dell'elaborazione della norma attuazione dello Statuto in materia di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico depositata in Consiglio. Per Chiara Minelli, la norma di attuazione si può fare e in tempi brevi ma deve esserci da parte della Giunta una bozza di documento su cui lavorare e a partire da quel momento sarà possibile in 6-9 mesi addivenire alla approvazione della norma di attuazione. Ha quindi illustrato una risoluzione condivisa tra i gruppi RC-AC, M5S e ADU-VdA, che vuole impegnare le Commissioni consiliari competenti a verificare la situazione attuale e gli sviluppi possibili nell'iter di elaborazione della norma di attuazione sull'idroelettrico e a riferirne in Consiglio entro il prossimo mese di luglio. Per Minelli, la CVA deve rimanere completamente pubblica e a servizio della comunità: attraverso una norma di attuazione si possono accrescere le competenze della Regione in materia di disciplina delle concessioni e delle società partecipate operanti nel settore energetico. Secondo Minelli è questa la strada maestra da seguire.

Il Consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA), ringraziato il Presidente e tutti i componenti la Commissione, in cui ognuno ha portato il proprio contributo, ha parlato delle risoluzioni presentate dai gruppi Lega VdA e Mouv', precisando che l'intento di questi atti è stato fissare tutte quelle strade che, nel corso dei lavori, sono emerse e che andrebbero meglio valutate. Il Consigliere si è chiesto se davvero la Regione abbia tutti gli elementi per prendere la scelta migliore, o se pure ci si sia limitati al solo scenario della quotazione in borsa, invocando una norma di attuazione che pare piuttosto essere usata come una cortina fumogena. Ad oggi, per Aggravi ai Consiglieri mancano importanti informazioni, analisi ed elementi di confronto, rammaricandosi del fatto che la relazione pecca nel voler andare in una sola strada, senza aver avuto a monte una valutazione patrimoniale e quantitativa dei rischi e delle potenzialità dei vari scenari, peraltro molto diversi tra loro. Il Consigliere Aggravi si è chiesto quale sia l'intendimento finale della maggioranza, auspicando di non trovare un'impegnativa a dare energia gratis a tutti i valdostani grazie alla quotazione.

Il Consigliere della Lega VdA Diego Lucianaz ha aggiunto che la metodologia seguita in Commissione aveva un vizio di fondo, ossia sdoganarsi dalla legge Madia. Ha poi sostenuto che nella relazione della Commissione speciale sono presenti molte omissioni: in Commissione, il Consigliere avrebbe voluto parlare di altre forme societarie - né la società mista, né la società inhouse, né l'azionariato diffuso sono stati presi in considerazione - mentre bisogna ora parlare di aspetti tecnici direttamente in Aula.

Il Capogruppo del Movimento 5 Stelle ha rappresentato l'importanza di mantenere la società interamente nelle mani del pubblico e ha sostenuto che il processo di quotazione in borsa sia il primo passo verso la privatizzazione, il cui obiettivo non sarà più la tutela dell'ambiente ma il mero profitto economico. Luciano Mossa ha spiegato che, a prescindere dall'assetto societario, il valore di CVA è destinato a crescere vorticosamente, a seguito dell'imminente sostituzione globale delle forme di produzione di energia nucleare e fossili a favore delle rinnovabili. Questo, secondo Mossa, è il motivo principe per non quotare in borsa CVA. Il Consigliere Mossa ha ribadito l'esigenza di esaminare a fondo tutte le soluzioni possibili per superare gli impedimenti, quali la legge Madia e i vincoli della concessione delle acque a scopo idroelettrico attraverso le norme di attuazione. Il Capogruppo del M5S ha concluso specificando che la decisione odierna sarà determinante per il destino della più importante delle società regionali.

Per la Capogruppo di ADU-VdA, in Commissione ha prevalso l'idea per cui CVA sarebbe una Ferrari che la minoranza vorrebbe far camminare con il freno a mano tirato perché non ha sposato la tesi della maggioranza di virare verso la quotazione della società in borsa. La Consigliera Daria Pulz ha osservato che vi sono vari motivi che portano a dire no alla quotazione, il primo dei quali è che il sistema capitalista non è guidato dall'etica e dal bene comune, bensì dal profitto con speculatori che puntano a dividendi sempre maggiori. Per la Consigliera, sulla base di un'analisi commissionata dal suo gruppo all'Università di Torino, la quotazione in borsa garantirebbe sì l'accesso immediato a nuovi capitali e al miglioramento dell'immagine dell'azienda, ma la Regione perderebbe il diritto a incassare una parte dei dividendi, il che nel lungo periodo porterebbe a una perdita di gran lunga superiore alla vendita delle azioni; inoltre, quotare vorrebbe dire condividere le decisioni con altri enti esterni, che hanno come obiettivo esclusivo la reddittività. Secondo Daria Pulz, cedere il controllo delle acque equivale a perdere il controllo del territorio e per partiti che si dichiarano autonomisti, questa è una contraddizione in termini, così come pare strano il timore riverenziale nei confronti dello Stato come se la norma di attuazione fosse un atto octroyé.

Il Vicecapogruppo del M5S ha puntualizzato che la risoluzione depositata dalla maggioranza per dare indicazioni alla Giunta non rispecchia il dialogo in Aula, piuttosto un dialogo interno alle 18 persone che costituiscono la appena ricomposta maggioranza. In merito alla relazione conclusiva, Luigi Vesan ha sottolineato il fatto che nessun atto è stato presentato né in Consiglio, né in Commissione, a dimostrazione della tesi secondo cui, operando in ambito pubblico, CVA avrebbe perso investimenti e, dipendendo da questo Consiglio, avrebbe dovuto sottostare a tempi incompatibili con la situazione del mercato di riferimento. Il Consigliere Vesan ha anche rappresentato la difficoltà nei lavori di Commissione dovuta alla mancata trattazione di argomenti espressamente legati alla quotazione in borsa. Vesan ha parlato di lacune di trasparenza che precludono il poter proseguire nella quotazione, processo soggetto a diverse variabili che tuttavia non sono state prese in considerazione. Il Vicecapogruppo del M5S ha sostenuto che la maggioranza ha già deciso come destinare i soldi della vendita di CVA e ha ricordato come sia stato votato di estendere il mandato alla Commissione paritetica per la gestione di società interamente pubbliche che si occupano di servizi idroelettrici, senza però aver avuto risposta. Vesan ha lamentato mancanza di confronto con la parte governativa che ha espresso una disponibilità di massima, ipotizzando che i lavori della Commissione fossero finiti in realtà già al momento del suo insediamento.

Il Capogruppo della Lega VdA ha osservato che la maggioranza ha già deciso di quotare in borsa CVA, oltre ad aver già cominciato a promettere e spendere i soldi eventualmente ricavati. Per Andrea Manfrin, sono già tanti i valdostani che con questi slogan risultano essere acquirenti del Colosseo già venduto svariate volte e che la responsabilità è di chi ha legittimato la prosecuzione di questa maggioranza, ovvero di Rete Civica, che con il suo voto determinante ha permesso di sostituire Augusto Rollandin.

Il dibattito proseguirà domani, mercoledì 8 maggio 2019, a partire dalle ore 9.00.

SC