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Communiqué n° 203 de 3 avril 2019

Il Consigliere Joël Farcoz eletto Vicepresidente del Consiglio Valle

Seduta consiliare del 3 aprile 2019

 

Nella seduta pomeridiana del 3 aprile 2019, il Consiglio Valle, dopo aver accettato le dimissioni del Consigliere Augusto Rollandin (UV) dalla carica di Vicepresidente dell'Assemblea, rassegnate il 29 marzo scorso a seguito della sentenza di condanna di primo grado emessa il 28 marzo, ha proceduto alla votazione del neo Vicepresidente.

È stato eletto il Consigliere dell'Union Valdôtaine Joël Farcoz, con 18 schede a favore (6 sono state le nulle, 4 le bianche, 2 voti sono andati al Consigliere Daudry, 3 al Consigliere Rollandin, 1 al Consigliere Barocco e 1 alla Consigliera Russo).

Il dibattito consiliare

Il Capogruppo del Movimento 5 Stelle ha parlato di un Governo dello scandalo, delegittimato ad assumere decisioni capitali per le sorti della Valle d'Aosta. Luciano Mossa ha rinnovato l'invito a stare in piedi sino al momento dell'entrata in vigore della nuova legge elettorale, dopodiché si proceda con dimissioni immediate e ritorno alle urne. Il Consigliere Mossa ha affermato che non basta tentare di salvare la faccia affermando di volersi costituire parte civile, pur sapendo che in appello questo non è possibile, mentre poi, nei fatti, si conta sui voti di un condannato per spostare l'ago della bilancia dalla propria parte. Per Mossa, la maggioranza si sta assumendo la grossa responsabilità di lasciar votare su una questione tanto delicata come il futuro di CVA il Consigliere Rollandin, pur consapevoli della sua condanna e della sua imminente sostituzione, e i valdostani devono essere consci di questa situazione. Infine, Mossa ha dichiarato che l'unico suo orgoglio nell'aver partecipato a questa Legislatura è quello di aver assistito al tramonto dell'impero di Augusto Rollandin.

Il Consigliere Augusto Rollandin (UV) ha evidenziato il proprio diritto, data la sentenza di primo grado, di poter dimostrare la realtà dei fatti come non è stata vista, ricordando di aver rassegnato le dimissioni dalla Vicepresidenza dell'Assemblea in senso di rispetto nei confronti dell'Aula. Rollandin ha sottolineato di aver sostenuto il Governo che ha portato avanti un programma da lui condiviso e ha espresso l'intenzione di continuare a lavorare, al di fuori, nell'interesse generale della Valle d'Aosta, come ha sempre fatto.

Il Consigliere Roberto Luboz (Lega VdA) ha affermato l'urgenza di uscire dal brutto periodo che da troppo tempo sta caratterizzando la Regione, riscoprendo i valori essenziali dell'onestà e della verità. Luboz ha espresso l'esigenza di riflettere sull'intero sistema Valle d'Aosta e sulla sua organizzazione da lui definita feudale, con la dispersione di fiumi di soldi pubblici, progressivamente diminuiti e poi cessati. Oggi, ha continuato il Consigliere Luboz, la casa di tutti i valdostani, in cui si progetta il futuro della regione, è intaccata nel profondo, date le vicende giudiziarie che investono l'esponente con maggiore esperienza politica e la sua area di appartenenza; per questo, occorre intervenire con fermezza.

Il Capogruppo del Mouv' ha sostenuto che per una parte dei valdostani con oggi finisce un incubo durato quarant'anni, nei quali le loro coscienze sono decadute, facendo trasformare il fiero valdostano in una sorta di elemosiniere. Adesso, ha affermato Stefano Ferrero, si procederà con la ricostruzione, il cui processo sarà lento, ma con la certezza che la classe politica attualmente al Governo non potrà dare un grande contributo, dopo anni trascorsi in una mera caccia al consenso. Il Consigliere Ferrero ha parlato di valdostani che hanno sempre patito questa condizione, che sono stati fuori dai club dei privilegiati, che si sono dissociati da comportamenti illeciti. Il Consigliere Ferrero ha sottolineato come l'interdizione ai pubblici uffici comminata a Rollandin sancisca la fine della sua carriera.

La Consigliera Daria Pulz (ADU-VdA) ha ribadito il proprio pensiero garantista, ritenendo comunque fondamentale che la politica si occupi dell'etica pubblica, che i politici insieme ai cittadini lavorino al rinnovamento delle Istituzioni, respingendo clientelismi e affarismi. La Consigliera ha evocato il principio della separazione dei poteri e il rispetto delle Istituzioni, per poi constatare come la condanna di Rollandin non possa sorprendere né quei cittadini che ai politici chiedono favori e neppure quei politici che hanno cercato alleanze pericolose pur di mantenere il proprio posto, anziché avere il coraggio di andare a nuove elezioni. Si è quindi chiesta se tutti i peccati della classe politica potranno essere lavati con la punizione della persona "più cattiva" e se si continuerà a perdere tempo, a giocare con i numeri pur di scongiurare il ritorno alle urne. Per Daria Pulz, ad essere delegittimata è l'intera maggioranza, perché l'iceberg, oltre al vertice, ha una larga base, ancora ampiamente rappresentata fuori e dentro l'Aula.

La Consigliera Maria Luisa Russo (M5S) ha affermato che la corruzione è la prevalenza dell'interesse privato su quello pubblico, la politica si occupa dell'interesse comune. La Consigliera si è soffermata sui principali costi della corruzione su una comunità: minore efficienza della spesa pubblica e maggiore distorsione delle regole di mercato, inefficienza complessiva del sistema socio-economico, impossibilità di recuperare il danno, monetario e non. Per contrastare il fenomeno della corruzione, la Consigliera Russo ha parlato di riorganizzazione della macchina amministrativa, del puntare su cultura e istruzione, del rinnovamento normativo. La Consigliera Russo ha proseguito rappresentando l'esigenza di costruire un humus per i giovani, che sia all'insegna della diffusione della cultura della legalità, del senso civico, della solidarietà sociale, concludendo poi l'intervento rimarcando come la nuova legge elettorale, sancendo la segretezza del voto, potrà essere uno strumento atto anche al contenimento del fenomeno della corruzione.

Il Consigliere Alberto Bertin (RC-AC), preso atto dell'autosospensione di Augusto Rollandin dall'Union Valdôtaine, ha rilevato la contraddizione della mancata autosospensione anche dalla carica di Consigliere: non parteciperà alla vita del movimento di appartenenza ma proseguirà la propria attività nella principale Assemblea regionale, messa ora in una condizione di imbarazzo. Bertin ha quindi voluto riportare l'attenzione non solo sulla sostituzione del Vicepresidente, ma sul ruolo che il Consigliere Rollandin continuerà a ricoprire nell'attesa della sua sospensione.

Per il Consigliere della Lega VdA Stefano Aggravi, la Valle d'Aosta è come rimasta al suo Medio Evo, dove permane la logica del favore e la prassi di certe sovrastrutture politiche. I piccoli numeri, le tante risorse, la significativa prossimità hanno sedimentato la logica dell'aiuto, più o meno opaco. Per Aggravi, non bastano le condanne o le inchieste giudiziarie a cambiare un sistema se non cambiamo le menti e le mentalità di tutti.

Il Capogruppo di Lega VdA, Andrea Manfrin, ha ribadito che è fatto salvo il diritto di difendersi nelle sedi opportune, ma qui si fa un dibattito politico e oggi si è chiamati ad affrontare una questione molto grave. Ha quindi auspicato che il Consigliere Rollandin restituisca la dignità al Consiglio senza aspettare i tempi amministrativi e quindi ben conscio del fatto che la sua presenza e il suo voto sono viziati dalla sentenza del 28 marzo: lo ha quindi invitato a lasciare l'Aula al fine di permettere al Consiglio di esprimersi liberamente e togliere dall'imbarazzo la sua stessa maggioranza.

Il Consigliere della Lega VdA Nicoletta Spelgatti ha aggiunto che quando era Presidente della Regione aveva evidenziato come la gravità del sistema Valle d'Aosta fosse da individuare soprattutto nella mentalità dei valdostani che non hanno contezza delle infiltrazioni mafiose, che le trattano come inesistenti. Per il Consigliere, negli anni i valdostani si sono abituati a chiedere favori in cambio di voti, anestetizzando così un intero tessuto sociale e un'intera generazione di cittadini. Secondo Spelgatti, quando a inizio Legislatura la Lega ha detto "mai con questa Union Valdôtaine" era un valore di riconoscimento di quello che ha rappresentato originariamente l'UV, che è stata un faro per i leghisti, ma l'UV di oggi è diventata il simbolo di un'autonomia che non funziona e che, proprio per questo, viene messa in discussione.

La Consigliera di Rete Civica-Alliance Citoyenne Chiara Minelli si è chiesta con quale logica il Consigliere Rollandin si sia autosospeso dall'Union Valdôtaine, ma non abbia dato le proprie dimissioni dalla massima assise della Valle d'Aosta, quasi come se quest'ultima fosse meno importante del suo Mouvement. Ha chiesto inoltre se la maggioranza intenda avvalersi del voto determinante del Consigliere per importanti provvedimenti. Per la Consigliera Minelli, le elezioni invocate da tanti non sono sostenibili e per la maggioranza dei cittadini valdostani il fatto di andare a votare oggi non risolverebbe i problemi, forse sposterebbe voti, ma non si avrebbe nessuna garanzia di una maggioranza stabile che possa governare la Regione. Minelli ha quindi chiesto il completamento della riforma della legge elettorale: la politica, ha detto, deve occuparsi di questo argomento creando un meccanismo affinché non si ripeta la situazione 18 a 17. Ha quindi auspicato che il lavoro sia realizzato e ha annunciato il deposito di una risoluzione su questa tematica.

Il Capogruppo di Stella Alpina ha sostenuto che la pronuncia del Tribunale è pesante sia dal punto di vista personale che dal punto di vista politico. Il Consigliere Marquis, sotto il profilo umano, ha auspicato che il Consigliere Rollandin nei successivi gradi di giustizia possa chiarire la propria situazione; sotto il profilo politico, ha evidenziato che questi fatti incrementano la disaffezione dei cittadini, mettono in luce le difficoltà della democrazia e sono l'occasione per fare speculazioni politiche da parte di chi non è coinvolto. Per Pierluigi Marquis è di pessimo gusto cavalcare l'onda per portare a casa un risultato politico e denigrare una forza politica: per lui, la cultura della legalità deve orientare l'agire di ciascuno di noi nella vita quotidiana, ciascuno di noi può garantire solo per se stesso. Secondo lui, la ricostituzione non passa attraverso la mera sostituzione delle persone, ma attraverso un nuovo modello di Valle d'Aosta, facendo autocritica, raccogliendo le idee e avendo una nuova visione.

Il Consigliere Luigi Vesan (M5S) ha esortato l'Assemblea ad attivarsi immediatamente per elaborare una legge elettorale che garantisca governabilità e rappresentatività, così come peraltro prospettato al momento dell'approvazione della normativa vigente.

La Capogruppo di Alliance Valdôtaine ha detto di essere consapevole che si è di fronte ad un epilogo che mortifica la principale istituzione valdostana, così come vi è la consapevolezza che per porvi rimedio siano necessari atti significativi e assunzioni di responsabilità personale che contribuiscano a sollevare l'Aula dall'imbarazzo. Per Patrizia Morelli, le dimissioni dalla carica di Vicepresidente del Consiglio e l'autosospensione dal suo movimento sono due fatti significativi, dopodiché la giustizia farà il suo corso e saranno applicate le norme. Siamo nell'Aula di un Consiglio, ha aggiunto Morelli, e quindi politicamente è necessario prendere le distanze da atteggiamenti corruttivi che minano la credibilità delle Istituzioni, e questo a prescindere dalle persone singole. La Capogruppo ha rilevato che con questa sentenza prende fine un periodo politico che è stato caratterizzato da un sistema arbitrario da cui il suo gruppo ha preso le distanze in tempi non sospetti: oggi, è in atto la ricostruzione di un'area politica che si rifaccia agli ideali autonomisti, e la diatriba destra-sinistra è secondaria, perché quando c'è bisogno di ricostruire bisogna "serrer les coudes" e trovare le mediazioni necessarie. Secondo Morelli, la rifondazione deve fondarsi su valori di legalità condivisi, su regole chiare, e lasciarsi alle spalle il passato: noi, ha detto, siamo chiamati a gettare le basi e, magari, anche a fare poi un passo indietro, per realizzare un nuovo percorso per la comunità valdostana. La Consigliera ha osservato che limitarsi alla critica può essere utile, ma non è sufficiente. Ha poi stigmatizzato certi attacchi al sistema lottizzatore da parte di chi nella prima parte di Legislatura li ha tranquillamente applicati. Il tiro al bersaglio, ha concluso, lascia il tempo che trova anche perché il bersaglio non scappa e affronta la discussione a viso aperto.

Il Consigliere dell'UV Giovanni Barocco ha ritenuto di sintetizzare il momento attuale, in Aula ma anche al di fuori, con la citazione evangelica "scagli la prima pietra chi è senza peccato". Ha quindi ricordato che si sono succeduti Presidenti e Assessori cui attribuisce buona fede, in quanto tutti possono sbagliare e probabilmente hanno sbagliato. Per il Consigliere Barocco, se la Valle d'Aosta ha raggiunto i risultati di questi anni lo si deve al lavoro corale del Consiglio regionale. Barocco ha poi affermato che gli esercizi di memoria servono e i cambiamenti passano attraverso le persone, gli atteggiamenti e gli atti. Ha suggerito di non parlare di epoche, ma di evoluzione. Il percorso autonomista e federalista, per Barocco, si può compiere insieme e ha sottolineato che l'Union Valdôtaine non ha mai temuto né il confronto interno né quello con gli elettori.

La Presidente del Consiglio ha ribadito che i cittadini si aspettano altre cose dall'Aula consiliare e dalla politica tutta. Emily Rini ha detto di aver vissuto personalmente questa pagina con profonda tristezza perché si è assistito all’odioso fenomeno dello sciacallaggio politico, con attacchi personali e villani che esulano dall'impegno politico e che fanno entrare tutti in un vortice dal quale non trae beneficio nessuno. Per la Presidente Rini è troppo facile parlare ora, bisognava semmai farlo in tempi non sospetti e nelle sedi opportune, cosa che lei ha fatto, puntualizzando inoltre che è umiliante sentire persone che rinnegano il proprio passato, sia dal punto di vista politico che personale. Come nel mondo ecclesiastico, ha sostenuto la Presidente, anche in politica vanno bene le prediche ma bisogna sempre fare molta attenzione da che pulpiti provengono. Secondo Emily Rini, oggi bisogna guardare avanti cercando di trovare un clima diverso, di lealtà e di collaborazione; bisogna parlare di progetti, portando i propri ideali e le proprie sensibilità, perché è questo il valore aggiunto della politica e della democrazia. Ha quindi espresso un augurio al prossimo Vicepresidente del Consiglio, certa che si prosegua con lo stesso spirito costruttivo, basato sulla forte valorizzazione dell’identità valdostana, e ha ringraziato il collega Rollandin - che avrà tutto il diritto di difendersi - per l'impegno profuso in questi mesi in seno all'Ufficio di Presidenza.

Le Conseiller Diego Lucianaz (Lega VdA) a souhaité que l'Union valdôtaine future, en laissant tomber le passé, puisse pencher ses activités sur la question identitaire et sur l'autonomie, en respectant les règles de la gestion du bien public.

Il Vicecapogruppo dell'UV ha osservato che le sentenze si applicano e le leggi pure: c'è stata una condanna in primo grado e c'è la legge Severino che norma in maniera chiara le varie situazioni. Per Luca Bianchi, oggi, si è voluto fare demagogia, con attacchi personali. Ha così voluto ricordare che dietro ogni sentenza ci sono delle persone, con le loro famiglie, e ha chiesto di mantenere un livello di dibattito rispettoso delle persone.  Secondo Bianchi, a livello nazionale, ce n'è per tutti e si potrebbe parlarne per ore, ma il mandato dei Consiglieri è quello di occuparsi e di risolvere i problemi dei valdostani. Si è augurato che il Consigliere Rollandin possa dimostrare la sua estraneità ai fatti. È chiaro, ha aggiunto Bianchi, che è più colpito un movimento politico piuttosto che un altro: l'UV è presente in Consiglio dal 1946, con un impegno importante di governo ed è quindi maggiormente esposta nelle responsabilità.

Il Consigliere Elso Gerandin (Mouv') ha detto che si sarebbe aspettato autocritica su scelte politiche e amministrative assunte negli anni, quando si è distribuito piuttosto che far crescere, evocando l'accordo sottoscritto nel 2010 con lo Stato, ottenendo i 10 decimi e per anni la compensazione dell'IVA da importazione. Si è quindi rammaricato per gestioni a suo giudizio sbagliate su dossier quali la Casa da gioco, la CVA o gli accordi con lo Stato; si è detto dispiaciuto di non essere riuscito a far cambiare idea al Consigliere Rollandin, che amministrativamente ha sempre fatto in modo di non far crescere nulla al suo fianco per non essere adombrato. Ritenuto che in Consiglio non ci sia più nulla di buono da raccogliere e che dal vino acidulo non se ne possa ottenere uno pregiato, Gerandin ha ribadito che, dopo l'entrata in vigore della nuova legge elettorale a giugno, questa Legislatura non ha più senso di esistere.

SC-MM