Info Conseil

Communiqué n° 107 de 20 février 2019

Interpellanza sul futuro dell'immobile Cral Cogne di Aosta

Seduta consiliare del 20 febbraio 2019

Il futuro dell'immobile che ospita le attività del Cral Cogne di Aosta è tornato all'attenzione dell'Aula con un'interpellanza del gruppo Rete Civica-Alliance Citoyenne discussa nella seduta consiliare del 20 febbraio 2019.

Il Capogruppo di RC-AC, Alberto Bertin, ricordando che l'immobile è stato inserito nel piano delle alienazioni e di valorizzazione della Regione e richiamando le notizie «di un'eventuale imminente chiusura dei locali, con conseguente impossibilità di svolgere le molteplici attività organizzate dal CCS Cogne, che coinvolgono migliaia di persone», ha chiesto «se corrisponde al vero che non si è data risposta a due manifestazioni di interesse da parte del CCS Cogne e se siano pervenute ulteriori richieste da altri soggetti. Vorremmo anche capire se è confermata la volontà di sgomberare i locali o si siano trovate soluzioni alternative.»

L’Assessore alle finanze, Renzo Testolin, ha riferito che «nel 2017, la volontà dell'Amministrazione era quella di avviare un’indagine conoscitiva al fine di verificare l’interesse da parte di soggetti privati ad acquisire a titolo di concessione l’immobile di proprietà della Regione al fine di una possibile riconversione, previa realizzazione di interventi di ristrutturazione da parte del concessionario. Da parte del CCS Cogne era stato proposto un intervento su alcune zone circoscritte dell’immobile senza indicare il necessario e importante intervento di recupero strutturale. A seguito di tale intervento era stato proposto un popolamento dell’immobile con svariate altre attività aumentando in modo significativo i carichi dei solai senza peraltro aver messo in atto un complessivo recupero strutturale. Nel caso specifico gli uffici non hanno fornito una risposta formale poiché non prevista, ma gli stessi hanno, comunque, notiziato il proponente del fatto che l’Amministrazione stava valutando ipotesi di attività future da porre in essere. Ciò in un contesto di confronto, anche nelle more della definizione del regolamento di situazioni finanziarie pregresse e pendenti in capo al CCS Cogne. Non sono invece pervenute altre manifestazioni di interesse da parte di altri soggetti

In merito allo sgombero dei locali, l'Assessore ha ribadito che «l'obiettivo primario rimane l’incolumità pubblica. L’ordine di sgombero attivato sin dall’agosto 2018 rimane allo stato attuale il mezzo di tutela in attesa che la nuova perizia da eseguirsi sull’intero immobile possa fornire ulteriori importanti indicazioni in merito alle iniziative da porre in essere e ai loro tempi di attuazione. Con una lettera di ieri è stata comunicata la diffida a svolgere manifestazioni con numeri importanti. Gli uffici sono al lavoro per giungere alla stesura di un bando che miri all’individuazione di investitori che possano riqualificare l’immobile nel suo complesso e per ridargli nuova vita e nuova dignità. Il bando dovrà prevedere la presentazione di un business plan con l’indicazione di un computo metrico e dei tempi di ammortamento dell’investimento. Al contempo dovrà essere propositivo di iniziative a diretto impatto sociale o a favore diretto della Regione che possano permettere la definizione di accordi di cessione e/o di valorizzazione congrui e sostenibili per dare nuove prospettive ad una struttura che ha dato molto alla comunità valdostana.»

Il Consigliere Bertin si è detto insoddisfatto: «Le idee sono molto confuse. Il CCS Cogne è l'unico soggetto ad aver presentato una manifestazione di interesse: si poteva almeno dargli una risposta. Nessuno oltre a CCS è interessato a questo immobile. Adesso si vuole fare un bando per individuare degli investitori che valorizzino o acquistino la struttura. Non vorrei che si trasformasse in una speculazione edilizia. Il palazzo è storicamente vocato a funzioni sociali, sede di associazioni e di moltissime attività ad esse collegate, punto di riferimento per l'intera città. Nell'attesa di una nuova perizia, oggi, si vuole sgomberare l'intero immobile: dal 2016 non si è fatto niente e poi . A volte si ha l'impressione che si voglia essere troppo zelanti con il rischio di creare dei problemi seri. A volte, invece, si sottovalutano molte situazioni a rischio».

 SC