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Communiqué n° 69 de 2 février 2016

Approvate le modifiche alla normativa sulla disciplina delle acque minerali naturali, di sorgente e termali

Seduta consiliare del 2 febbraio 2016

Nella seduta del 2 febbraio 2016, il Consiglio Valle ha approvato, con 20 voti a favore (UV, SA e PD-SVdA), 2 contrari (M5S) e 12 astensioni (ALPE e UVP), il disegno di legge che modifica la norma regionale n. 5/2008 sulla disciplina delle cave, delle miniere e delle acque minerali naturali, di sorgente e termali.

Come illustrato dal relatore, il Consigliere Joël Farcoz (UV), «con i suoi cinque articoli questo disegno di legge si introducono modificazioni alla legge regionale 5 del 2008, al fine di consentire ai Comuni di valutare la migliore modalità di sfruttamento delle acque minerali e termali o di sorgente, permettendo così loro di poter esplorare preventivamente il libero mercato. L'obiettivo del disegno di legge è quello di introdurre una fase preliminare al rilascio della concessione di sfruttamento dell'acqua minerale/termale vera e propria, quando ciò è promosso da un Comune. Questa fase dovrebbe consentire all'Amministrazione pubblica interessata di esplorare il libero mercato per ricercare l'eventuale partner privato con cui sviluppare la fase successiva, volta allo sfruttamento vero e proprio della risorsa minerale/termale. Questa fase, quindi, dovrà comprendere, ai fini dell'ottenimento della concessione, tutta la progettazione definitiva delle diverse opere (dalla captazione alla valorizzazione della risorsa), compresa quella necessaria all'acquisizione della valutazione di impatto ambientale.»  

Il Consigliere Roberto Cognetta ha annunciato il voto contrario del Movimento 5 Stelle, «perché ci sembra che questa norma favorisca più i privati rispetto al pubblico. Le apparenze ingannano: valutando quanto previsto da questo disegno di legge e il valore che noi attribuiamo a un bene prezioso come è l'acqua, esprimiamo con forza la nostra contrarietà

L'astensione del gruppo ALPE è stata invece comunicata dalla Consigliera Chantal Certan: «La modifica parrebbe aprire la possibilità ai Comuni di essere interpreti e garanti della tutela del pubblico interesse, ma c'è un passaggio che riteniamo sospetto: un passaggio tra un "può" e un "deve". Questo aspetto non ci è stato chiarito nemmeno in Commissione e riteniamo che una legge non possa contenere tali ambiguità

Il Consigliere Fabrizio Roscio ha aggiunto: «Giudichiamo positivamente il fatto di dare la possibilità di sfruttare risorse presenti in montagna, dando così la possibilità di esercitare attività a chi vive in montagna. Mancano tuttavia dei paletti per il rispetto e la tutela del bene comune che è l'acqua: la risorsa va utilizzata e non depauperata. Questa legge non fornisce indicazioni in merito, il rischio è che ci siano conseguenze negative come già accaduto per l'idroelettrico

Il Capogruppo dell'UVP Luigi Berstchy ha specificato: «Apprezziamo questa iniziativa che dà tutela all'Amministrazione pubblica e costituisce un filtro per l'utilizzo e allontana possibili speculazioni del privato. Con la nostra astensione, ci riserviamo di approfondire l'argomento e di proporre le nostre idee in una visione più complessiva per quanto riguarda l'utilizzo dell'acqua perché possa sempre essere un bene comune

L'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha precisato: «La legge segue esclusivamente l'obiettivo di permettere alle Amministrazioni comunali di avere atout in più dopo il riconoscimento delle acque termali da parte del Ministero. In merito al discrimine "può" o "deve", ribadisco che sta al Comune, una volta ottenuto il riconoscimento ministeriale, andare avanti avvalendosi di un partner o indirizzarsi al libero mercato, avendo un periodo di cinque anni per fare le giuste valutazioni

SC-MM