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Communiqué n° 719 de 2 décembre 2021

Interpellanza sulla Direttiva Quadro Acque dell'Unione europea

 

La Direttiva Quadro sulle Acque dell'Unione europea è stata al centro di un'interpellanza presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste nella seduta consiliare del 2 dicembre 2021.

Il Vicecapogruppo Stefano Aggravi ha ricordato che «la Direttiva europea ha introdotto a partire dal 2012 il concetto di deflusso ecologico dei corsi d'acqua naturali, che si riferisce al volume d’acqua necessario affinché un ecosistema acquatico continui a prosperare e a fornire i servizi necessari e che dovrà essere rispettato a partire dal 1° gennaio 2022. Inoltre, la Direttiva introduce il "distretto geografico" (area di terra e di mare costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere) per la loro gestione: questo genererebbe una riduzione dell'accumulo idrico in molti bacini montani, alterando così la possibilità di utilizzare al meglio i laghi artificiali come accumulo di energia disponibile o per altri usi civili. Ci chiediamo quindi se sia mai stata condotta una valutazione di impatto sul contesto valdostano per quanto riguarda la produzione di energia e l'uso agricolo e civile delle fonti d'acqua e quali azioni si intendano realizzare per contemperare gli effetti distorsivi di tale Direttiva.»

L'Assessore alle opere pubbliche e territorio, Carlo Marzi, ha specificato che «i principi espressi dalla Direttiva Quadro sulle acque del 2000, recepita nell’ordinamento nazionale nel 2006, non differiscono in modo sostanziale rispetto a quanto già stato previsto dalla legge 183 del 1989, che aveva già previsto sia l’esame delle problematiche a livello di bacino idrografico, sia l’introduzione del concetto di deflusso minimo vitale (DMV), cioè di quantitativo di acqua da rilasciare a valle delle derivazioni (irrigue, idroelettriche o potabili) per garantire genericamente la continuità della vita del corso d’acqua. Ricordo che in relazione a questo obbligo normativo, già nel 1995 il Consiglio regionale aveva approvato le modalità per determinare le portate di DMV per le nuove subconcessioni di derivazione di acqua a scopo idroelettrico. Nel 2006 è stato adottato il Piano regionale di tutela delle acque che ha recepito i principi della Direttiva quadro acque, sia nella visione di bacino idrografico delle analisi, sia disciplinando i criteri e le modalità di definizione delle portate di deflusso minimo vitale (che sono ispirate al concetto di deflusso ecologico) per le derivazioni esistenti e nuove a scopo idroelettrico, rinviando al 2015 l’adeguamento per quelle a scopo irriguo. Il Piano regionale del 2006 è sempre stato riconosciuto come coerente e conforme ai Piani di gestione di distretto idrografico che, per quanto ci riguarda, dal 2010 sono regolarmente approvati dall’Autorità di distretto del fiume Po. Così come è totalmente coerente con la Direttiva Quadro, infatti la gestione delle risorse idriche tutela non solo la risorsa, ma anche l'ecosistema idrico.»

L'Assessore ha comunicato che «entro la fine dell’anno siamo nelle possibilità di avviare la procedura di approvazione dell'aggiornamento del Piano di tutela delle acque, in concomitanza con la conclusione di quella del Piano di gestione di distretto, del quale rappresenterà l’attuazione a livello regionale, in vista di contemperare attentamente le esigenze di tutela con quelle di utilizzo economico della risorsa idrica a scopo idroelettrico ed irriguo. In prospettiva, i pericoli maggiori da considerare - che l’aggiornamento del Piano di tutela individua e affronta - derivano dalle conseguenze dei cambiamenti climatici che determinano in via generale la progressiva diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo e il conseguente aumento dei rischi di fenomeni siccitosi prolungati. Un Piano sostanziale di investimenti delle acque potrebbe rappresentare un percorso parallelo.»

Il Vicecapogruppo Aggravi ha replicato: «Prendo atto che una vera valutazione non è stata fatta e che l'aggiornamento del Piano ancora langue negli uffici. Bisogna fare qualche approfondimento rispetto a una serie di effetti che queste novità potrebbero avere sui vari settori. Sarebbe meglio che anche la Commissione consiliare competente potesse analizzare questi aspetti. La risposta dell'Assessore è una risposta standard, noi chiedevamo di più. Ci auguriamo che quando arriverà finalmente il Piano di tutela delle acque in Commissione si possa fare una seria valutazione delle ricadute sul nostro sistema idrico, anche in termini dei cambiamenti climatici in atto, sui quali bisognerà trovare una strategia e adeguati finanziamenti per il futuro.»

Il Consigliere Luca Distort ha aggiunto: «La natura di un'interpellanza chiede le intenzioni future sul tema in oggetto, ma l'Assessore ha fornito solo dati relativi all'attuale disciplina: qual è la visione del Governo in merito? Non ci è dato di sapere.»

 

SC