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Communiqué n° 81 de 10 février 2021

Giorno del Ricordo: approvata una mozione per l'intitolazione di un luogo a Salvatore Radizza

Seduta del 10 febbraio 2021

 

A inizio della seduta pomeridiana del 10 febbraio 2021, il Consiglio Valle, dopo la commemorazione di questa mattina con gli interventi dei Presidenti del Consiglio e della Regione, è tornato sul tema del Giorno del Ricordo discutendo una mozione presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste.

Il testo, approvato all'unanimità, impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad assumere le iniziative necessarie all'intitolazione a Salvatore Radizza di un luogo idoneo a ricordarne la figura e l'importanza storica, quale simbolo sia del massacro etnico delle foibe sia dell'esodo di Istria, Fiume e Dalmazia.

«Con questa iniziativa abbiamo la possibilità di celebrare il Giorno del Ricordo e di restituire dignità a una tragedia tutta italiana - ha evidenziato il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, presentando l'iniziativa -. Salvatore Radizza, commerciante, nativo di Curzola (Dalmazia), arrestato, imprigionato e fucilato il 2 ottobre 1943 insieme con altri civili e militari italiani, rappresenta l'emblema sia del terribile odio sfociato nel massacro delle foibe, che distrusse la vita di 10 mila persone, sia della dolorosa vicenda dell'esodo giuliano-dalmata, che sradicò dalla loro terra d'origine 350 mila cittadini. La famiglia Radizza risiede permanentemente in Valle d'Aosta dal 1966; il figlio Antonio e il nipote Salvatore Paolo hanno intrapreso la carriera militare, prestando il loro servizio in regione, guidando rispettivamente il Battaglione Aosta e il Centro Addestramento Alpino. Intitolando un luogo a Salvatore Radizza consegniamo una memoria di questi luttuosi fatti per fare in modo che non si ripetano mai più.»

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, citando Carlo Azeglio Ciampi, ha affermato: «La Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo sono due ricorrenze molto importanti e simili, dobbiamo ricordare di non cadere più nella violenza. La follia non ha colore né appartenenza, è da condannare; celebrando questi momenti possiamo far permeare nella cultura delle giovani generazioni ciò che non può essere e che non potrà mai più essere.»

Il Consigliere Simone Perron (Lega VdA) ha sottolineato che «il tema di questa tragedia è patrimonio della nazione dal 2004, ma questa memoria è stata avversata per decenni da una parte ideologica: c'era il tabù della cortina di ferro, la presenza in Italia del più forte Partito comunista del mondo atlantico, i rapporti con la Jugoslavia. La negazione di questi fatti esiste ancora oggi, da parte di chi rivendica un passato ideologico da difendere. La storia non si fa con retorici giudizi morali ma con lo studio scientifico degli eventi. E oggi, dopo 70 anni da quei tragici avvenimenti, dobbiamo sentirci liberi di ricordare.»

Il Consigliere Andrea Padovani (PCP) ha parlato di «strumentalizzazione politica del tema: la verità storica è ben distante dal discorso pubblico, di chi distorce la verità per capovolgere la storia e i valori fondanti della nostra Repubblica - l'antifascismo e Resistenza - presentando i fascisti come vittime innocenti. E questo, pur condannando i crimini delle foibe, va ribadito con chiarezza. Spiegare correttamente questi fatti significa dare il giusto significato alla sofferenza delle persone coinvolte. Invece il Giorno del Ricordo sempre più si pone in contrapposizione del 25 aprile: è assurdo, il fascismo non può avere una sua giornata commemorativa perché contro di esso si è costituito il nostro Paese. La tragedia delle foibe e dell'esodo va letta nel suo contesto storico e geografico e deve contribuire a raccontare ai giovani i drammi del nazifascismo.»

Le Chef de groupe de VdA Unie, Corrado Jordan, a parlé de «devoir de préserver la vérité historique de notre passé. Un drame qui a coûté la vie à tant d'innocents et qui a provoqué l'exile de tant d'Italiens qui ont été obligés de quitter leur terre et leurs maisons. Le plan criminel qui a été perpétré ne doit pas être considéré d'importance mineure. Pour ne pas retomber dans l'horreur que tout type de discrimination ethnique peut provoquer, nous devons construire une mémoire de plus en plus partagée, capable de surmonter les murs: une mémoire partagée, basée sur des valeurs de liberté, de civilisation, de démocratie. Ce n'est qu'ainsi que nous pourrons envisager l'avenir avec confiance, en évitant que de nouveaux drames puissent se reproduire.»

«Una commemorazione deve generare una vigilanza informata, attenta e intelligente - ha affermato il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) -, fondandosi sul rispetto della storia in tutta la sua verità. Come Istituzione, abbiamo il dovere di consegnare alle nuove generazioni il ricordo di come l'uomo può diventare diabolico; dobbiamo avere il coraggio di dire che il massacro delle foibe ebbe dei sicari ben precisi: i comunisti di Tito, con la responsabilità di altri comunisti italiani. Questa è la verità storica e la storia va trattata con coraggio, rispetto e rigore. Noi come Consiglio dobbiamo affermare la nostra vocazione civica a mantenere viva la memoria per generare rispetto, coscienza e vigilanza, ricordando tutta la tragicità delle foibe. Noi oggi con questa mozione, per intitolare uno spazio pubblico a Salvatore Radizza, vogliamo dare corso a un'azione simbolica, a una celebrazione liturgica, che genera coscienza e forza. Perché una società che ignora la sua storia non ha passato, ma soprattutto non ha futuro.»

Il Capogruppo dell'Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz, ha evidenziato che «non esiste una violenza positiva e una violenza negativa: la violenza è violenza e come tale va condannata. Oggi il titolo di un articolo di Mauro Suttora è illuminante: "Sulla pelle di noi figli dei profughi litigano ancora comunisti e fascisti". Se le ricorrenze servono per far litigare allora non servono a nulla; le istituzioni devono mandare dei messaggi che devono servire alle giovani generazioni facendo capire che sostenere la propria identità non significa prevaricare gli altri. Il buon senso ci deve aiutare: condanniamo ciò che dobbiamo condannare, il dibattito politico lasciamolo stare ed evitiamo di speculare sulle tragedie, sulle sofferenze e sui morti. Con convinzione noi riteniamo che questi momenti debbano essere vissuti per quello che sono, con la condanna unanime di tutte le atrocità senza alibi e giustificazioni. Se con la mozione che stiamo discutendo, riusciamo a individuare un luogo che deve servire per creare una coscienza, io credo che abbiamo fatto un'opera positiva.»

Il Capogruppo di AV-SA, Albert Chatrian, ha auspicato: «La storia sia di insegnamento, si arrivi presto alla costruzione di Europa unita, federale, in cui l'appartenenza etnica o la lingua parlata non siano motivo di divisione e morte, bensì di vita e crescita. Soffermiamoci sull'aspetto dello sradicamento e evochiamo in maniera corretta la storia: è fondamentale perché certe brutture non capitino mai più.»

Per la Capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz, «chi sfrutta una tragedia per vantaggi politici manca di rispetto per le vittime di quelle tragedie. Questa giornata deve diventare un momento importante per condannare ogni forma di odio che genera violenza e tutti noi - valdostani che da sempre ci battiamo per il nostro particolarismo, italiani, europei e cittadini del mondo - dobbiamo restare custodi attenti, attivi e determinati perché le nostre libertà e diversità continuino ad essere difese. È un momento per porre attenzione su chi ancora oggi è perseguitato per motivi etnici e religiosi. Restiamo uniti e condanniamo tutte le violenze: questa mozione va in questo senso e la sosteniamo convintamente.»

 

SC-MM