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Communiqué n° 29 de 14 janvier 2021

Approvate tre risoluzioni sulla gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta

Collegate alla petizione popolare promossa dal Comitato "La Valle non è una discarica"

 

Nella seduta consiliare del 14 gennaio 2021, l'Assemblea regionale ha preso atto della petizione popolare promossa dal Comitato "La Valle non è una discarica" per contrastare l'arrivo in Valle d'Aosta di rifiuti industriali speciali non pericolosi prodotti in altre regioni.

Contestualmente l'Assemblea ha approvato all'unanimità tre risoluzioni.

Due testi sono stati presentati dalla Lega VdA ed emendati su proposta dell'Assessore all'ambiente. Il primo impegna il Governo regionale, in particolare l'Assessore competente, a verificare entro tre mesi la possibilità di definire un percorso amministrativo atto a richiedere l'implementazione di un sistema di controllo radiometrico finalizzato alla rilevazione della radioattività, con l'obiettivo di evitare che pervengano all'impianto di Chalamy, Pontey e Pompiod (accidentalmente) rifiuti che, anche naturalmente, possono presentare criticità per concentrazione di radioisotopi. Il secondo impegna il Governo regionale, in particolare l'Assessore competente, anche in considerazione della revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, a verificare entro tre mesi la possibilità di definire uno specifico Piano di monitoraggio e sorveglianza regionale, coordinato dalla Regione, che preveda, disciplini e programmi le attività future che le strutture regionali, l'ARPA, il Corpo Forestale o ogni altro ente, agenzia o organismo competente, potranno mettere in atto per il controllo delle modalità con le quali vengono svolte le attività di esercizio delle discariche di rifiuti speciali in tutte le relative fasi.

La terza risoluzione approvata è stata depositata dai gruppi AV-SA, UV, PCP e VdA Unie e impegna il Governo regionale, in sede di revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, a proseguire nel solco del percorso tracciato dalla legge regionale 3/2020 al fine di limitare sul territorio regionale il conferimento di rifiuti speciali di provenienza extraregionale nel rispetto delle indicazioni dei territori comunali coinvolti.

Il dibattito in Aula

La petizione popolare, presentata il 23 luglio 2020 e sottoscritta da 13.000 cittadini, è stata assegnata alla terza Commissione, il cui Presidente Albert Chatrian (AV-SA) ha illustrato all'Aula la relazione prodotta dai Commissari a seguito delle audizioni effettuate. «La Commissione - ha detto Chatrian - riconosce che i temi sollevati dalla petizione popolare devono essere inquadrati in un contesto pianificatorio che analizzi gli aspetti della gestione dei rifiuti su tutto il territorio regionale. Contrariamente ai rifiuti urbani, il cui ciclo deve di norma essere chiuso in ambito regionale, i rifiuti speciali possono essere oggetto di conferimento in impianti extraregionali. La Regione Valle d'Aosta non costituisce dunque in sé una eccezione, ma rientra in una dinamica comune a tutte le regioni italiane. A gennaio 2020 il Consiglio regionale, a larga maggioranza, con la l.r. 3/2020 ha approvato un intervento normativo di modifica della l.r. 31/2007, disincentivando la realizzazione e l'utilizzo delle discariche per il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre regioni. La disposizione regionale è stata impugnata dal Governo innanzi alla Corte costituzionale per contrasto con l’art. 117 della Costituzione riguardante le competenze statali esclusive in materia ambientale, e con l'art. 120, afferente alla libertà di circolazione delle merci. Attualmente il contenzioso è pendente e l’udienza è fissata per il 23 marzo 2021. Sono altresì pendenti innanzi al TAR della Valle d’Aosta, il ricorso del proprietario e del gestore della discarica di Chalamy, che hanno sollevato in via incidentale analoghe questioni di costituzionalità della disposizione regionale, il ricorso della società che gestisce la discarica di Pompiod avverso la sospensione del procedimento di rinnovo dell’autorizzazione a gestire l’impianto, nonché un ricorso del Comitato "La Valle d'Aosta non è una discarica" che impugna una serie di provvedimenti regionali e che contesta la scelta del sito di Chalamy.»

«In conclusione dei propri lavori - ha aggiunto Chatrian - la Commissione auspica che l'intervento normativo avvenuto con la legge regionale 3/2020, volto a contenere la movimentazione dei rifiuti di provenienza extraregionale nel territorio valdostano, a tutela della salute e in modo da prevenire e ridurre l'inquinamento ambientale, sia riconosciuto dalla Corte costituzionale come legittimo, affinché possa continuare a trovare puntuale applicazione nella nostra regione. Inoltre, tenuto conto che il Piano regionale di gestione dei rifiuti - quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione e della programmazione degli interventi a livello regionale - è in fase di aggiornamento, la Commissione ritiene fondamentale che nella revisione dello stesso si prosegua nel solco del percorso tracciato dalla legge 3/2020. Queste considerazioni sono state riprese nel testo della risoluzione a firma dei gruppi di maggioranza che abbiamo depositato in Aula, per dare corso alle richieste avanzate da 13.000 persone con la petizione. La sfida dei prossimi mesi sarà proprio quella di lavorare all'aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti tenendo conto delle indicazioni delle comunità e dei territori coinvolti.»

Il Consigliere Christian Ganis (Lega VdA) ha illustrato la prima risoluzione, spiegando: «Il posizionamento del portale radiometrico va a tutela della salute e sicurezza dei cittadini e potrebbe essere abbinato alla messa in opera di un impianto di videosorveglianza. Sono investimenti finalizzati a tutelare le generazioni di oggi ma soprattutto per quelle future

Il Consigliere Dennis Brunod (Lega VdA) si è occupato invece della seconda risoluzione, «che ha lo scopo di promuovere maggiori azioni di controllo e trasparenza sulla tematica, con un impegno a una sorveglianza superiore attraverso l’istituzione di uno specifico Piano di monitoraggio e sorveglianza regionale, che consente la piena operatività degli enti preposti alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica, dotandoli delle risorse economiche necessarie allo svolgimento di attività programmate e definite

Il Consigliere di PCP Paolo Cretier ha declinato una serie di punti «da tenere a mente nell'affrontare la questione delle discariche, tema molto delicato che deve essere affrontato con rigore: la necessità di salvaguardare la salute pubblica e garantire controlli, avere rifiuti di sola provenienza regionale, coinvolgere gli enti locali e le comunità locali, gli interessi degli imprenditori che si assumono i rischi di impresa per smaltire. Bisogna agire sulla coscienza dei cittadini e nel rispetto di chi si preoccupa di differenziare il rifiuto. Dobbiamo prenderci in carico il problema: dalla politica ai tecnici, dal Consiglio alla Giunta. La risoluzione proposta dalla maggioranza va in questa direzione.»

L'Assessore all'ambiente, Chiara Minelli, ha dichiarato: «Le 13.000 firme hanno evidenziato una preoccupazione diffusa, dando una spinta perché le Amministrazioni comunali si esprimessero. La terza Commissione ha svolto un buon lavoro e la relazione è in gran parte condivisibile. Ritengo tuttavia che il Consiglio dovrebbe integrarla con alcuni interventi operativi. Dobbiamo essere consapevoli che queste due discariche non sono impianti abusivi, ma attività che hanno avuto formali autorizzazioni; non è possibile asserire se ci siano stati degli errori nell'iter autorizzativo, ma è certo che la normativa di riferimento, nazionale e regionale, è farraginosa e lacunosa, evidentemente non adeguata. Bisogna intervenire sull'impianto normativo, per quanto ci compete, come già fatto con la legge 3/2020, che abbiamo votato, ma che è ora impugnata. Il primo impegno deve essere quello di difendere la norma regionale in sede giudiziaria, ma purtroppo esiste il rischio di trovarci presto senza una legge, con le mani legate, incapaci di dare risposte. Bisogna studiare fin da subito come intervenire, non è sufficiente contare esclusivamente sul Piano regionale dei rifiuti, che sarà pronto fra molti mesi. Si rischia di rimanere senza una norma per limitare fortemente l'afflusso di rifiuti speciali verso le due discariche. Voglio poi affrontare la questione dell'impianto di frantumazione di batterie al piombo acido che si vorrebbe installare in località Mure a Issogne: per le criticità ambientali che ne conseguirebbero, sono state espresse molte preoccupazioni e ritengo che la Commissione dovrebbe fare i dovuti approfondimenti, ascoltando i cittadini. È davvero il caso di realizzare un impianto del genere in Valle d'Aosta? Io non credo che questo sia il modello di economia circolare che la Valle d'Aosta vuole perseguire. Questi sono gli elementi che andrebbero specificati. Le risoluzioni del gruppo Lega VdA, seppur interessanti, richiedono verifiche più approfondite e per questo proporrei degli emendamenti

 

SC-MM