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Communiqué n° 15 de 13 janvier 2021

Interpellanza sulla riapertura degli impianti sciistici

Seduta consiliare del 13 gennaio 2021

 

La riapertura degli impianti sciistici valdostani è stata al centro di un'interpellanza presentata nella seduta consiliare del 13 gennaio 2021 dal gruppo Pour l'Autonomie.

Nel presentare l'iniziativa, il Consigliere Augusto Rollandin ha voluto fare il punto sulla situazione, rappresentando la preoccupazione del settore e chiedendo «quale piano si vuole seguire per la riapertura e qual è la data limite, oltre cui riaprire gli impianti non risulta più sostenibile economicamente. Soffermandoci poi sui dipendenti stagionali solitamente assunti dalle società di impianti a fune: quanti sono e qual è il loro stato contrattuale?»

L'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha risposto: «Raccolgo queste sollecitazioni che indicano l'attenzione da parte di questo Consiglio e confermo il massimo impegno del Governo regionale. Ieri il Comitato tecnico scientifico ha analizzato il protocollo per la riapertura, ma in base alle informazioni ufficiose non c'è ancora una valutazione definitiva, dovrebbe esserci un aggiornamento venerdì. L'incertezza regna sovrana e la dice lunga sulla considerazione su questa situazione: il Governo centrale non capisce che dietro a una giornata di sci non c'è solo svago, ma ci sono occupazione, sviluppo economico, sopravvivenza della montagna. Non disponiamo nemmeno di una data certa per la ripartenza dello sci: se non sarà il 18, sarà il 25 gennaio o si parla di febbraio? Come Regione stiamo seguendo, insieme con le società e tutto l'indotto, l'organizzazione della possibile apertura facendo tutti gli scenari, anche considerando quello più grave: la non apertura. Verifichiamo anche gli scenari intermedi, che variano a seconda delle regole che potrebbero essere contenute nel nuovo Dpcm. Abbiamo elaborato un protocollo con un limite massimo di ingresso nei comprensori, con l'obbligatoria prenotazione online

«Sappiamo - ha aggiunto l'Assessore Bertschy - che i comprensori più grandi potranno non aprire nella loro completezza, sappiamo che non avremo clienti stranieri, e nemmeno l'afflusso cui siamo stati abituati sinora, ma vogliamo aprire, vogliamo creare l'indotto economico minimo per garantire almeno qualche periodo di lavoro alle attività, per l'assunzione di stagionali. Il settore della montagna ha già perso almeno 11 o 12 miliardi di euro, e per dare un ristoro rispettoso delle popolazioni di montagna ci aspettiamo nel prossimo decreto un impegno finanziario di almeno 4 o 5 miliardi. I lavoratori impegnati in una stagione invernale normale sono circa un migliaio

Nella replica, il Consigliere Rollandin ha osservato: «Il danno per la chiusura dei comprensori non è solo legato alle sorti delle società di impianti, c'è tutto un indotto che rischia di morire. Dallo Stato dovremmo avere una risposta, che sia la più celere possibile, invece si continua a procrastinare e si continua a vivere nell'incertezza. Ci sarebbero conseguenze negative e perdite negli incassi, ma una riapertura è ancora possibile, anche tenuto conto di tutti gli interventi effettuati per garantire la sicurezza. Non è possibile aspettare ancora, questa situazione rischia di diventare una brutta favola

I lavori del Consiglio sono sospesi e riprendono alle ore 15.00.

 

MM