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Communiqué n° 230 de 5 novembre 2020

Covid-19: dibattito sull'istituzione della zona rossa in Valle d'Aosta

In apertura della seduta del 5 novembre 2020

 

In apertura della seduta mattutina del 5 novembre 2020, il Capogruppo dell'Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz, ha chiesto la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo per organizzare i lavori e concordare una riflessione del Consiglio regionale, alla luce della conferenza stampa del Premier Conte di ieri sera, durante la quale ha annunciato che la Valle d'Aosta è stata posta in zona rossa, ossia nella fascia dove le misure di contrasto all'epidemia da Covid-19 sono più restrittive.

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin ha rappresentato «la necessità di condividere un percorso, anche per informare correttamente il Consiglio e la comunità sui fatti che stanno interessando la nostra regione.»

Rientrati in Aula dopo la sospensione, il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, ha comunicato le risultanze della riunione dei Capogruppo: «Si ritiene necessario un approfondimento sulle ultime notizie riguardo alla situazione pandemica. All'intervento del Presidente della Regione farà seguito un dibattito.»

Ha quindi preso la parola il Presidente della Regione, Erik Lavevaz: «Ho appreso anch'io l'informazione in merito allo slittamento dell'entrata in vigore del DPCM al momento della conferenza stampa. Ho quindi ricevuto una telefonata da parte del Ministro della salute per annunciarmi che da domani la Valle d'Aosta sarebbe stata classificata nella cosiddetta zona rossa.»

«Dalle interlocuzioni dei giorni precedenti con le Regioni, il Governo non ha tirato conclusioni - ha proseguito il Presidente Lavevaz -: nella sostanza, le richieste delle Regioni, in particolare uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale, non sono state accettate. Da qui sono sorte prese di posizioni da parte di tutte le Presidenze delle Regioni, seppur con dei distinguo a seconda delle singole situazioni. Le questioni centrali sono i dati elaborati dal Comitato tecnico scientifico, dall'indice RT ai 21 fattori di rischio che fotografano lo status della regione. Sapevamo di essere in una situazione complicata, ma anche di essere sul limite degli scenari di rischio, visto che nell'ultima settimana il nostro indice RT era migliorato. Abbiamo chiesto a gran voce, sin da domenica, di disporre di questi dati, in modo da avere delle certezze date dai numeri, piuttosto che delle interpretazioni.»

Il Presidente della Regione ha quindi esortato: «Nei prossimi quattordici giorni, almeno, dobbiamo fare tutto il possibile per cercare di migliorare la situazione sanitaria ed essere ricollocati in scenari di rischio meno stringenti, soprattutto per l'economia. E lo possiamo fare attraverso le buone pratiche. Insieme all'aspetto sanitario c'è tutto il mondo economico in apprensione che aspetta delle risposte. Lo sforzo di tutti sarà fondamentale per non pregiudicare i prossimi mesi. A livello politico, stiamo chiedendo di conoscere la tempistica e l'entità dei ristori. Le contromisure economiche dovranno essere commisurate alle restrizioni cui siamo sottoposti.»

Erik Lavevaz ha concluso specificando: «Ieri sera abbiamo ragionato per cercare di calare questo DPCM alla realtà del nostro territorio: interventi ampliativi non sono fattibili, ma almeno applicazioni corrette delle norme vanno trovate. Stiamo affrontando la questione della didattica a distanza, la ristorazione e gli alberghi che devono garantire il servizio a chi lavora, l'attività sportiva. Le elezioni di Courmayeur vanno preservate, con tutte le garanzie di sicurezza delle operazioni di voto. Nella giornata di oggi auspico di poter firmare un'ordinanza che possa dare chiarezza.»

Il dibattito in Aula

La Consigliera della Lega VdA Raffaella Foudraz ha osservato che «sono stati pubblicati dati molto contrastanti sulla Valle d'Aosta: non possiamo permetterci di giocare sulla vita delle persone a causa dell'incompletezza dei dati forniti. Chiudere significa far morire tutti coloro che da maggio hanno fatto sforzi enormi per rimettere in piedi le proprie attività. Bisogna capire perché la Valle d'Aosta sia stata posta in zona rossa.»

Il Consigliere della Lega VdA Christian Ganis ha aggiunto: «È una situazione difficile e preoccupante: i commercianti sono stremati pur essendosi adeguati a tutte le normative anti-Covid. Il Governo non è stato capace di prevenire la curva pandemica e non si è organizzato per la seconda ondata: la prevenzione fa fatta su modelli predittivi ad almeno 2/3 settimane, perché i cittadini possono continuare a inseguire i numeri giorno dopo giorno con uno stillicidio di DPCM. Bisogna anche responsabilizzare i cittadini, ma il Governo deve potenziare tutti i servizi agendo nell'immediato con aiuti concreti per la salute e il benessere dei valdostani.»

Per il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, «è una giornata triste per la Valle d'Aosta, che patisce una chiusura dettata da chi, a centinaia di chilometri di distanza, non ha la minima cognizione della nostra realtà. Abbiamo un Governo che non ha avuto nemmeno la decenza di avvertirci di quello che stava decidendo e il problema peggiore è che non si capiscono nemmeno i criteri. Il contagio in Campania è altissimo, il Trentino chiedeva di chiudere eppure a patire il lockdown è la nostra regione, con dati sul contagio decisamente più contenuti. Chiedo di porre attenzione alle piccole esigenze dei cittadini, che però diventano gigantesche se non si risponde in maniera adeguata, per prevenire danni sul nostro tessuto economico e sociale.»

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) si è chiesta «come sia possibile che ci sia così poca chiarezza sui dati elaborati dal Comitato tecnico scientifico. Esorto a effettuare un controllo molto preciso anche sui dati che vengono comunicati dall'USL; dati che, spesso e volentieri, come mi è stato riferito, non sono corretti. Invito poi il Presidente Lavevaz a fare pressioni sul Governo nazionale davvero forti: la nostra Valle d'Aosta è grande come un quartiere di Milano, non possiamo essere trattati alla stregua di altre Regioni. Nell'ordinanza regionale vanno considerate tutte le nostre prerogative. Stanno togliendo tutto ai nostri concittadini, teniamo conto delle conseguenze fisiche e psicologiche. Il Presidente ha dei margini di manovra, li usi per venire incontro ai valdostani.»

Il Consigliere Erik Lavy (Lega VdA) ha osservato: «Ancora una volta, la Valle d'Aosta si è fatta mettere i piedi in testa da Roma. I dati sono una cosa, i criteri un'altra. E per chiudere certe regioni sono stati usati criteri politici. Il nostro Senatore dov'è? La sua voce non si è ancora sentita. Vorrei anche sapere se il Partito Democratico valdostano che è in maggioranza condivide i metodi del Presidente Conte. Roma ci considera un'appendice sacrificabile, non è ammissibile che non ci sia rispetto per i territori, per le istituzioni regionali, per il Presidente Lavevaz. Il Consiglio regionale deve alzare la testa, come ha fatto il Sud Tirolo che fa valere la sua identità. Noi, purtroppo, dobbiamo sempre prendere esempio.»

Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) ha definito «inaccettabile il comportamento di Roma nella gestione dei rapporti tra lo Stato e la nostra Regione, rivelato da una condotta delirante e irrispettosa nei confronti della nostra Regione, con comunicazioni dell'ultimo minuto. Io deploro questo modus operandi dello Stato, nei cui confronti i rapporti da parte della Regione devono cambiare tenore. Per quanto riguarda, invece, l'attenzione alla situazione interna della nostra regione, è indispensabile una fase progettuale, costruttiva, in modo da contenere e anche prevenire il diffondersi del virus e saper disciplinare opportunamente i protocolli: è un aspetto fondamentale che dobbiamo mettere in atto.»

Il Vicecapogruppo di Pour l'Autonomie, Mauro Baccega, ha invitato «a fare chiarezza sui dati: è importante che il Presidente della Regione abbia i report aggiornati. Sui 21 fattori di rischio, uno è sicuramente legato ai posti letto sanitari: non a caso avevamo sottolineato l'esigenza di avere posti letto polifunzionali. Pian piano ci stavamo arrivando, abbiamo lavorato sulle strutture multifunzionali di Perloz e di Morgex e state lavorando su quella di Variney: questa è la direzione giusta, perché determineranno una minore incidenza rispetto alle scelte che l'Istituto superiore di sanità andrà a fare. È fondamentale che si infittisca il dialogo con l'Istituto e che si alzi la voce con il Governo nazionale: bisogna capire perché per noi è stata adottata una scelta così forte. Dobbiamo chiedere quello che si spetta: la nostra Autonomia deve essere preservata e le impugnative alla legge 8/2020 fanno ancora male.»

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha evidenziato: «Ci stanno limitando la libertà per decreto, ma i poteri fondamentali devono essere salvaguardati sempre, anche nelle situazioni emergenziali. Le restrizioni di libertà aumentano le responsabilità di chi prende i provvedimenti, ma anche di chi li subisce e deve firmare regolamentazioni a livello locale. In merito, abbiamo presentato un progetto di legge che chiediamo venga valutato perché non è una mera mossa politica, vuole tutelare l'Amministrazione. È bene che qualcuno si renda conto che l'Italia non è tutta uguale; è bene comunicare adeguatamente le misure in vigore. Temo che si stia creando uno scontro tra periferia e centro; noi invece siamo dimenticati e il Presidente Lavevaz deve far sentire la nostra voce.»

Il Consigliere Simone Perron (Lega VdA) ha espresso la preoccupazione «per cui lo Stato stia equivocando un atteggiamento gentile con un comportamento supino. È pericoloso che passi il messaggio secondo cui andare in piazza a protestare anche in maniera violenta serva a evitare la zona rossa. La situazione valdostana potrebbe non essere così pesante come è stata definita: i numeri sono numeri, servono, ma non sono oggettivi come dovrebbero. Attenzione alla percezione e ai messaggi che le persone ricevono: il rischio è che la diplomazia diventi sinonimo di farsi mettere i piedi in testa.»

Per il Capogruppo dell'UV, Aurelio Marguerettaz, «l'incertezza di questi giorni non ha giovato alle istituzioni, né quelle centrali né regionali. I cittadini vogliono avere certezze, e invece potremmo fare un lungo elenco delle situazioni di imbarazzo. Dare la colpa a qualcuno, però, non risolve niente. Occorre ragionare insieme per permettere a Governo e Consiglio di approvare un'ordinanza che dia risposte e interpretazioni: misure puntuali ed efficaci, per sostenere non solo l'economia, ma anche il contesto psicologico e sociale. Alcune concessioni possono essere terapeutiche: l'obiettivo di tutti è evitare gli assembramenti e diminuire le possibilità di contagio, ma il nostro territorio ha delle specificità che possono essere salvaguardate: penso a chi si sposta da un comune a un altro per curare il territorio, e che non ha senso che venga sanzionato. Concentriamoci per risolvere questioni pratiche, e diamo forza al Presidente della Regione per contrattare un approccio diverso rispetto a quello attuale.»

La Capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz, ha dichiarato: «I cittadini valdostani devono essere informati in modo corretto. In questo momento dobbiamo lavorare insieme: credo sia possibile, come è stato fatto ieri, mettere in campo un confronto costruttivo tra le diverse forze in Consiglio. La Conferenza delle Regioni, nelle affermazioni del Governatore Bonaccini, ha ribadito le preoccupazioni delle Regioni. Autonomia significa responsabilità: dobbiamo prendere coscienza dei dati e non sottovalutare la situazione che stiamo vivendo, chiedendo ai cittadini uno sforzo ulteriore per i prossimi 15 giorni per migliorare la situazione sanitaria. Fra poco tempo partirà la stagione invernale, che per noi è la più importante: dobbiamo concentrarci sul risolvere le questioni pratiche, unendoci tutti e 35 per dare forza al Presidente Lavevaz durante la trattativa.»

Il Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan, ha dichiarato: «I dati evidenziano una situazione preoccupante e noi dobbiamo tutelare i nostri cittadini, al fine di riportare la situazione ad una stabilità. Dobbiamo adottare tutte le precauzioni e far rispettare i giusti comportamenti. Anche noi guardiamo con preoccupazione il prossimo avvio della stagione invernale: condividiamo la delusione e la rabbia di imprenditori e dipendenti che si vedono chiusa o limitata un'attività da un giorno all'altro; chiediamo chiarezza nella comunicazione delle limitazioni. Dobbiamo garantire ristori e interventi tempestivi, dando liquidità alle imprese, favorendo la ristrutturazione del debito, e sostegno ai dipendenti. I ristori devono essere aiuti efficaci, non elemosine. Accogliamo con favore il voler contestualizzare la normativa: sarà un modo per far valere in modo responsabile la nostra autonomia, dobbiamo ottenere un giusto rispetto istituzionale. Il rapporto tra Stato e Regione non può limitarsi ad una telefonata tardiva. Dobbiamo far valere la voce dei valdostani a livello nazionale.»

Per il Capogruppo di AV-SA, Albert Chatrian, «è indubbio che abbiamo subito malamente questo decreto, speriamo sia l'ultima volta. I numeri non sono belli: come possiamo far convivere con l'aspetto sanitario il tessuto produttivo che rappresenta la linfa per affrontare le sfide del futuro? Dobbiamo operare sin da subito per poter cambiare fascia tra quattordici giorni e ridare ossigeno alla nostra regione. Ricordiamoci delle piccole realtà, dei nostri piccoli comuni che mantengono vivo il nostro territorio. Dobbiamo comunicare con franchezza lo stato dell'arte, le azioni messe in campo. Sul lato sanitario, deve avvenire un cambio di marcia totale: solo allora potremo far ripartire il comparto produttivo. Ritengo opportuno che questo Consiglio prenda una posizione chiara con una risoluzione.»

Il Consigliere dell'UV Giulio Grosjacques ha detto: «Proviamo tutti una profonda amarezza per la gestione di questa situazione dall'azione del Governo nazionale, che non ha rispettato la nostra autonomia. La situazione è estremamente difficile: porto l'esempio del settore edile, dal quale provengo, che ha subito danni gravissimi. Non facciamoci ingannare dalla ripresa estiva, perché la situazione continua a essere critica e ha bisogno di interventi diretti. Lavoriamo quindi tutti insieme, per dare risposte concrete: invito ciascuno di noi a non parlare alla "pancia" della gente, perché l'obiettivo comune è quello di trovare una sintesi per dare forza al Presidente e al Governo per trattare con le istituzioni nazionali.»

Il Consigliere di AV-SA Pierluigi Marquis ha rimarcato: «Il tono di questa discussione dimostra che è possibile lavorare insieme. Dobbiamo garantire anche in questa difficile fase le attività che sono legate alla specificità del nostro territorio: penso a chi deve gestire un immobile in un comune diverso dal proprio, o da chi fa sport in spazi aperti come quelli di montagna che di certo non sono assimilabili a quelli cittadini. Il lavoro deve essere fatto sia per l'immediato sia per progettare le stagioni future in cui dovremo convivere con la pandemia: dobbiamo disegnare delle strutture adatte alla nostra realtà, che vive di turismo e che ha esigenze legate anche alla distribuzione territoriale. Insieme dobbiamo lavorare anche per raccogliere e comunicare in modo corretta e puntuale i dati, nel rispetto dei cittadini e per consentire interventi adeguati. Credo quindi sia necessario un cambio di marcia e sia altrettanto importante dare sostegno compatto all'azione del Governo regionale nell’interesse della Valle d’Aosta.»

Il Consigliere Andrea Padovani (Progetto Civico Progressista) ha parlato di «una situazione sanitaria pesante, per cui le misure restrittive sono l'unico modo per ripartire, ritrovare una normalità. Non tutti vivono alla stessa maniera il lockdown: chi vive in piccoli appartamenti, chi ha un solo computer ma più figli che seguono la didattica a distanza. Dovremo avere un'attenzione particolare per le persone con disabilità. Anche nella pandemia, c'è chi si è arricchito e chi ha sofferto duramente. Di tutto questo bisogna tenere conto negli aiuti e nei ristori; bisogna difendere il lavoro e mantenere la dignità delle persone. Concordo sull'esigenza di chiarezza nell'ordinanza regionale. Per avere la solidarietà dello Stato occorre agire oggi in maniera coordinata, evitando scontri che al momento sono utili alla causa.»

Il Consigliere Dennis Brunod (Lega VdA) ha sostenuto: «Il mondo all'esterno di quest'Aula ci chiede sintesi, chiarezza, sia sulle restrizioni sia sulle libertà ancora concesse. È con una comunicazione mirata e comprensibile da tutti che possiamo offrire un po' di serenità, evitando interpretazioni sbagliate. Con buon senso, contestualizzando il decreto nazionale alla nostra realtà, possiamo venire incontro ai valdostani che possono approfittare delle peculiarità territoriali. È un modo, questo, anche per favorire la ripresa delle attività non appena si cambierà fascia di rischio. L'auspicio è di uscire al più presto da questa brutta situazione.»

Il Vicepresidente del Consiglio Paolo Sammaritani (Lega VdA) ha evidenziato: «La mancanza di confronto tra il Governo centrale e la Regione è una grave lesione della nostra autonomia. Da una parte occorre chiarezza verso i cittadini, che ci chiedono continuamente di avere interpretazioni certa del contenuto dei DPCM. Dall'altra, però, è necessario agire per cambiare il modo di azione dell'amministrazione centrale: il Governo deve smetterla di utilizzare strumenti come i DPCM, che vengono ormai costantemente abusati andando molto al di là di ciò per cui dovrebbero essere utilizzati. La stagione invernale, che per noi è fondamentale, sta per iniziare. Non abbiamo tempo da perdere, quindi: dobbiamo anzitutto avere chiarezza sui dati trasmessi e sulla loro correttezza, quindi comprendere bene quali sono i meccanismi di calcolo dei medesimi, per non pregiudicare i prossimi importantissimi mesi della stagione invernale.»

Per il Vicecapogruppo di VdA Unie, Claudio Restano, «questa situazione di emergenza necessita di un sostegno pieno al Presidente Lavevaz, per farlo agire per il bene di tutti i valdostani. Ogni attività economica, adesso, ha bisogno di una propria procedura: un modello capace di essere adeguato anche alla rapida evoluzione della pandemia. Dobbiamo chiedere rispetto istituzionale non solo al Governo nazionale, ma anche attraverso la messa in atto delle nostre leggi. Penso per esempio all'istituzione del servizio di epidemiologia, previsto dalla legge 8/2020 e ancora non attivato nell'azienda USL: poteva essere una struttura in grado di agire sul contact tracing, di cui avremmo bisogno ora, mentre nonostante ci siano il personale e le competenze questo percorso non è stato compiuto. Viviamo un momento difficile: dobbiamo essere consapevoli di che cosa abbiamo davanti non solo riguardo alla stagione invernale, ma anche per la prossima estate, lavorando insieme su questa prospettiva.»

Il Consigliere Renzo Testolin (UV) ha rimarcato: «Gli aspetti su cui il Governo regionale deve focalizzarsi sono tre: sanitario, sociale ed economico. Ci vuole la capacità di dare risposte concrete e tempestive: bisogna in primis attuare tempestivamente tutte le iniziative utili a frenare l'incremento della pandemia. Poi lavorando ad un'ordinanza condivisa, che sia giustamente calata nella nostra realtà, bisogna individuare tutte quelle attività che sul nostro territorio possono essere svolte anche in deroga al DPCM proprio per la nostra particolare realtà locale. Infine occorre valutare azioni puntuali per venire incontro alle categorie particolarmente penalizzate e che subiranno i danni a breve e medio termine: rallentiamo, ma non fermiamo l'attività del tessuto produttivo locale, fermo restando l'esigenza di sicurezza. L'azione del Governo regionale, di confronto e di richiesta al Governo centrale, deve essere portata avanti sulla base di dati certi, tempestivi e che giustifichino la bontà delle nostre istanze. Su questi aspetti deve concentrarsi il massimo impegno.»

L'Assessore alle finanze, Carlo Marzi, ha preso la parola per «dare prima di tutto una chiave di lettura politica. Esiste una politica seria e pratica che cerca soluzioni e lavora per trovarne: questa è una politica buona, una politica che vuole unire. Esiste poi una politica cattiva, questa è più facile, ulula alla luna e ha come principale obiettivo quello di dividere e di insinuarsi nelle ansie e nelle paure di chi oggi è in difficoltà economica e psicologica. Il principale obiettivo del Consiglio Valle deve essere oggi quello di muoversi all'unisono per cercare soluzioni e non seguire chi ulula alla luna. Come è possibile che tanti Presidenti di Regione nei giorni scorsi abbiano demandato al Governo nazionale la figura del poliziotto cattivo? Forse si è creato un paradosso logico perché le Regioni che ad oggi hanno dati migliori potrebbero trovarsi nelle prossime settimane nella condizione di dover assumere delle decisioni più restrittive. La politica deve avere un solo obiettivo comune: prepararci al meglio nel prossimo mese per tentare di scongiurare la permanenza nella zona rossa anche nel periodo di Natale. Questo Consiglio e l'amministrazione tutta devono mettersi al servizio della Valle d'Aosta affinché si arrivi proficuamente all'avvio della stagione turistica invernale.»

Per il Vicecapogruppo dell'UV, Roberto Rosaire, «bisogna reagire in maniera rapida: tutto questo Consiglio, insieme ai parlamentari che ci rappresentano, deve lavorare per evitare una situazione che penalizzi la Valle d'Aosta. Controlliamo velocemente i dati che sono stati trasmessi, la loro accuratezza e la loro attualità: in questo modo possiamo capire se possiamo fin da subito trovare alternative per la nostra regione. Ricordiamoci che la pandemia non farà distinguo per colore o per forze politiche: lavoriamo insieme per dare il massimo sostegno al Presidente Lavevaz e all'Assessore Barmasse nella loro azione.»

L'Assessore all'istruzione, Luciano Caveri, ha sottolineato: «Questa pandemia ci ha portato in uno "stato di eccezione", dove si sospendono le procedure ordinarie. La straordinarietà in Italia ha preso la forma del DPCM, usato anche in maniera estrema: si è arrivati a gestire l'emergenza con il Parlamento chiuso e con decreti del Presidente del Consiglio anziché con strumenti più adeguati, come i decreti-legge. Questa situazione impatta anche sulle competenze date alla Valle d'Aosta dallo Statuto, che è legge costituzionale.  Serve quindi tornare a una concertazione tra i diversi livelli, anche all'interno di un'emergenza sanitaria che ha una straordinarietà anche nell'uso di strumenti coercitivi. Credo sia perciò nostro dovere, come Consiglio Valle, dare conto che anche nell'emergenza devono valere procedure che rispettino il dettato costituzionale. Non significa piagnucolare o lamentarsi per la collocazione in zona rossa, ma riaffermare quello che in una Repubblica dovrebbe essere una normalità.»

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha voluto precisare: «Ci sono stati effettivamente dei ritardi nella trasmissione dei dati, ma appena lo abbiamo saputo abbiamo implementato il Dipartimento previdenza di cinque veterinari e undici persone per il contact tracing. Non credo che tutta la colpa della classificazione della nostra regione in zona rossa sia da imputare unicamente a questi dati: ci sono dei correttivi da apportare, ma resta il fatto che le cifre riguardanti la Valle d'Aosta non sono buone.»

I lavori sono sospesi. Alle ore 14.30 è prevista una riunione dei gruppi consiliari per vedere se si può arrivare alla stesura di un testo condiviso di una risoluzione.

SC-MM-DJ