Info Conseil

Communiqué n° 223 de 4 novembre 2020

Interpellanza sui protocolli sanitari per i contagi negli allevamenti

Seduta consiliare del 4 novembre 2020

 

In un'interpellanza discussa nella seduta consiliare del 4 novembre 2020, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha affrontato il tema dei protocolli sanitari da applicare in caso di contagio da Covid-19 nelle aziende di allevamento.

Il Consigliere Dino Planaz ha ricordato «il focolaio del luglio scorso in un alpeggio nel vallone di Saint-Barthélemy: gli allevatori sono preoccupati, perché un contagio potrebbe mettere i conduttori delle aziende nell'impossibilità di proseguire con la quotidiana lavorazione lattiero-casearia. Non è neanche possibile immaginare una "messa in asciutta" di tutta la mandria, economicamente insostenibile e negativa anche per il benessere degli animali. Chiediamo dunque se siano stati definiti i protocolli necessari ad affrontare situazioni come queste.»

L'Assessore all'agricoltura, Davide Sapinet, ha risposto: «In primavera, a tutti i soggetti potenzialmente interessati è stata trasmessa una guida sulle attività possibili per gli allevatori che dovessero essere coinvolti nell'emergenza epidemica. Gli allevatori positivi devono sospendere le attività, mentre chi è in isolamento può svolgere attività che non prevedano possibilità di contagio. Qualora tutti i conduttori di un'azienda siano positivi, non essendo percorribile la "messa in asciutta", l'AREV ha messo a disposizione degli operatori che sono disponibili a sostituire i conduttori per periodi limitati. Abbiamo però aperto un tavolo di confronto che si è riunito già ieri: la situazione si sta sviluppando e l'impegno dell'Assessorato è quello di rispondere in maniera puntuale alle esigenze di queste aziende.»

Il Consigliere Planaz, nella replica, ha detto: «La situazione è grave: forse le competenze dell'Assessorato all'agricoltura non sono sufficienti e devono affiancarsi a quelle dell'Assessorato alla sanità. La situazione per ora non è compromessa, ma potrebbe esserlo se condizioni simili dovessero esserci a gennaio o febbraio, quando la produzione è molto più alta e la "messa in asciutta" sarebbe ancora meno possibile e rischierebbe di portare gravi danni agli animali. Nel caso in cui non siano sufficienti le procedure avviate, chiediamo di capire se sia possibile percorrere nuove strade anche di sostegno diretto alle aziende che non dovessero riuscire a proseguire l'attività o a commercializzare i propri prodotti.»

DJ