Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 446 del 25 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 446/XVI - Interpellanza: "Azioni per un'efficace valorizzazione e promozione della villa romana di regione Consolata".

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 31 Consiglieri, possiamo dare inizio ai lavori del Consiglio. Comunico che il Presidente della Regione e l'Assessore alla sanità ci raggiungeranno in seguito poiché sono collegati con il Governo in videoconferenza. Punto n. 34 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al collega segretario del Consiglio Distort.

Distort (LEGA VDA) - Apriamo in bellezza, parliamo di beni culturali, quelli che una volta si chiamavano belle arti. È proprio sul tema della bellezza che si incentra tutta l'attenzione ai beni culturali, una bellezza non intesa dal punto di vista estetico, una bellezza intesa dal punto di vista metafisico, è quel concetto espresso dalle parole di Dostoevskij: "la bellezza salverà il mondo". Se noi potessimo approfondire correttamente, sviscerare ogni senso della bellezza, ogni risvolto della bellezza, studiare e approfondire tutto il discorso e tutte le potenzialità legate al concetto di bellezza, noi avremmo il programma per un'intera legislatura.

Mai come in questo periodo di crisi economica prodotta dalla pandemia occorre una visione di insieme e occorre fare ricorso a tutto ciò che può generare ripresa, ripresa dal punto di vista morale, etico, psicologico ma soprattutto economico. A fianco alle emergenze connesse alla gestione sanitaria quindi è veramente indispensabile un coordinamento strategico di tutta la situazione al contorno dell'intero sistema economico della nostra comunità: ecco perché oggi, tra le varie iniziative del Consiglio, c'è un'iniziativa legata a un tema specifico dei beni culturali.

Si tratta quindi di lavorare per gestire i vari ambiti della vita della nostra società in convivenza con l'emergenza sanitaria e con il post emergenza sanitaria sfruttando, come dicevo, tutte le risorse disponibili e i beni culturali sono un tesoro, sono ricchezza a cui si può collegare l'intera economia del nostro territorio ed è proprio con questo spirito che quindi intendo portare all'attenzione del Consiglio un monumento che, a quanto risulta, sembra sia un po' la cenerentola dei reperti di epoca romana.

Io mi immagino anche le riflessioni, i pensieri assolutamente legittimi della gente che dice: "guarda, Distort è andato a scovare la villa di età romana per tenere impegnato, spronare o pungolare l'assessore Guichardaz". In realtà, se si vuole pensare così, può essere sicuramente una versione divertente, è chiaro invece che proprio attraverso l'analisi di come viene considerata e come viene valorizzata questa opera che possiamo quasi definire, con tutto rispetto per i beni culturali nel loro insieme, un'opera minore, nel senso che sfigura di fronte al Teatro romano, di fronte all'Arco d'Augusto, di fronte alla cinta muraria, di fronte alle torri della cinta muraria, di fronte all'acquedotto di Pont d'Aël, eppure è importantissimo pensare che attraverso la gestione di questo ritrovamento modesto nei resti perché comunque vediamo un impianto, vediamo una base, vediamo una parte di pavimento, vediamo le strutture di fondazione e di erezione di questa opera. È importante perché da come gestiamo questo singolo monumento noi possiamo esprimere una filosofia intera di gestione di tutto il settore delle opere e dei beni culturali. Parliamo quindi per precisazione della villa della Regione Consolata. Agli inizi degli anni Settanta si stavano svolgendo delle opere di scavo per la realizzazione di un edificio e in sede di scavo sono state rinvenute parti di reperti archeologici. Ovviamente sospesi i lavori, svolti gli approfondimenti necessari, le indagini archeologiche hanno portato alla luce strutture di una villa, cioè di un edificio suburbano utilizzato per l'abitazione, per l'attività agricola collegata a un podere circostante, situata in una zona già abitata prima della fondazione di Augusta Pretoria, prossima a un ramo dell'antica via verso il Colle del Gran San Bernardo la villa presenta una pianta di forma rettangolare che ha il suo nucleo in un atrio scoperto fornito di una vasca per la raccolta dell'acqua piovana. Tutto intorno si dispongono gli ambienti a carattere residenziale riservati al dominus e ai suoi ospiti, l'ampia sala di ricevimento, la sala da pranzo, due piccole camere da letto e un impianto termale nella parte settentrionale dove si collocano la cucina e i vani di servizio destinati al deposito e alla lavorazione dei prodotti agricoli. Oltretutto, come dicevo, non è visibile solo la lettura dell'impianto planimetrico, è visibile anche la presenza di un mosaico ed è visibile anche la presenza di un sistema di riscaldamento a pavimento. Sicuramente diventa interessante pensare che oggi, quando noi progettiamo i sistemi di riscaldamento, li presentiamo a pavimento, mentre soltanto qualche decine di anni fa non esisteva minimamente l'ipotesi di utilizzare questo sistema. I Romani ci avevano già pensato.

Detto questo, questa è la presentazione di questo monumento, sono state fatte delle opere di scavo archeologico, di indagine, tutto quanto emerso è stato poi protetto dalla realizzazione di un edificio, un assetto murario che racchiude l'area, una copertura che protegge l'area stessa, sistemazione degli spazi corollari esterni a quest'area per dare dignità e la disciplina di un accesso di visita al pubblico. I quesiti di questa interpellanza sono tre, nel primo quesito si chiede all'Assessore di riferimento: "se dalla conclusione delle indagini archeologiche ad oggi siano emerse problematiche di degrado che possano turbare le condizioni di tutela dei beni archeologici del sito della villa romana"; secondo quesito: "se esiste un programma di ricerca e tutela che preveda ulteriori indagini presso il sito della villa romana e nel caso quali siano gli obiettivi"; terzo e ultimo quesito: "se il Governo regionale intenda mettere in atto nuove azioni per una più efficace valorizzazione e promozione del sito in questione, eventualmente in sistema con gli altri reperti romani e nel caso con quali criteri e con quali tempi".

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (PCP) - Grazie davvero consigliere Distort per questa interpellanza. Credo che i temi che lei ha evidenziato in esordio al suo intervento, quindi la valorizzazione dei beni culturali, delle cosiddette "belle arti", sfondano una porta aperta.

Sono il primo convinto che i nostri beni siano una risorsa turistica e anche economica, ma anche una risorsa profondamente identitaria di crescita anche civica e culturale della nostra comunità, quindi qualunque sollecitazione arrivi in tal senso è una sollecitazione molto ben accolta. Tra l'altro, sul tema della bellezza già con la collega Spelgatti ci siamo confrontati relativamente a un ordine del giorno del dicembre scorso che evidenziava anche la necessità in qualche modo di valorizzare i nostri beni attraverso delle formule che possano anche in qualche modo ricomprendere il privato, poi su questo al termine della mia esposizione dirò poi due cose.

Riguardo alla domanda n. 1, la villa romana di regione Consolata si trova in una posizione di raccolta delle acque sotterranee provenienti dalla collina. Ai tempi della costruzione della struttura museale questa situazione era stata considerata con i limiti di conoscenza dell'epoca, successivamente, quando la Soprintendenza si è dotata poi del laboratorio di analisi e di strumenti di valutazione più moderni e performanti, sono stati rilevati problemi di conservazione dovuti alla presenza non solo di umidità ma anche di vera e propria infiltrazione di acqua all'interno del sito, in particolare nella parte sud.

Alla fine degli anni Novanta, a seguito di uno studio effettuato sui piezometri posti attorno all'area si è tentato di ottimizzare il funzionamento delle pompe esterne allo scopo di allontanare gli eccessi di acqua dovuti agli eventi meteorologici che vengono raccolti nel contesto naturale della Consolata. In tal modo la situazione è migliorata, tuttavia non è possibile ridurre a zero l'umidità rilasciata all'interno senza un intervento di grande portata ingegneristica per isolare completamente le strutture dal contesto ambientale circostante. Non è infatti pensabile di eliminare l'umidità con sistemi di aspirazione continua in quanto inciderebbero sulla conservazione delle malte di allettamento dei pavimenti. Sono stati invece posati dei teli di oscuramento in modo che la radiazione solare diretta non favorisse la crescita di vari tipi di vegetazione direttamente sui reperti, tuttavia le zone più umide restano a rischio di crescita di funghi, come avviene, per esempio, nelle cantine quelle più umide delle case. La struttura dell'edificio ha da parte sua una notevole inerzia legata a grandi volumi di aria presenti, che però si riducono fortemente in relazione alla forma dell'edificio, proprio nella zona sud, che in passato è stata oggetto di allagamenti e dove l'umidità in generale è molto alta. Di conseguenza, in questa parte della struttura la scarsa movimentazione dell'aria favorisce le crescite biologiche di cui ho detto in precedenza. L'utilizzo di alcune ventole è di aiuto ma non risolve comunque il problema in modo efficace, oltre a generare del rumore, che è fastidioso durante la visita. Occorre quindi provvedere a cicli più o meno ravvicinati anche alla rimozione delle patine biologiche. Ne consegue che il luogo oggetto dell'interpellanza presenta problemi di conservazione che richiedono di seguire un programma di manutenzione adeguato e piuttosto ravvicinato.

Per quanto riguarda la domanda n. 2, ad oggi dopo gli scavi di Rosanna Mollo Mezzena degli anni Ottanta e i successivi interventi di restauro, le indagini archeologiche possono considerarsi concluse. Sono infatti stati raggiunti tutti i piani pavimentali dei diversi ambienti. Nel 2008 il personale della Soprintendenza ha effettuato alcuni lavori di pulitura delle strutture murarie finalizzate a interventi di restauro e consolidamento in funzione dell'allestimento museale del sito. È stato recentemente anche affrontato lo studio del materiale archeologico conservato nei magazzini della Soprintendenza. Tra l'altro, il tutto è stato raccolto in termini proprio di relazione nel bollettino della Soprintendenza, il n. 6/2009.

Domanda n. 3: "se il Governo regionale intenda mettere in atto nuove azioni per una più efficace valorizzazione e promozione del sito in questione eventualmente in sistema con altri reperti romani e nel caso con quali criteri e con quali tempi". Sono allo studio degli uffici regionali competenti alcune azioni di valorizzazione e promozione del sito quale il rinnovamento dell'apparato didattico anche con l'ausilio di tecnologie digitali avanzate, l'allestimento in loco di vetrine per l'esposizione dei reperti più significativi. Tali interventi sono naturalmente subordinati al reperimento, ahimè, delle necessarie risorse finanziarie alla luce dei lavori già avviati e che devono essere portati a termine, in particolare per quanto concerne l'ipotesi di procedere a una ricostruzione presunta del sito in modo tale che esso sia visibile e comprensibile anche senza il bisogno di un accompagnamento alla visita. Alcuni tentativi già erano stati fatti alla fine degli anni Novanta, quando si è proceduto alla valorizzazione del sito, ma la tipologia dei sistemi allora disponibili non aveva permesso di raggiungere un risultato valido. Mi segnalano, tra l'altro, dagli uffici che hanno provveduto a elaborare questa risposta che alcune proposte di Architectural Light per contro hanno avuto problemi di messa in opera e di gestione proprio per la presenza dell'umidità di cui le dicevo prima. Attualmente il sito è visitabile su prenotazione uno-due giorni alla settimana e sono in corso riflessioni e valutazioni per l'estensione degli orari di apertura e poi per l'inserimento della villa nel circuito dei siti di Aosta visitabili proprio con biglietto cumulativo come suggeriva, peraltro, anche lei tenendo conto che il prolungamento delle giornate di apertura richiede naturalmente di destinare un adeguato budget per coprire i costi comunque del personale di custodia.

Stiamo anche valutando, tra l'altro, formule di partenariato pubblico-privato: ad esempio, attraverso accordi con Onlus o associazioni, per la valorizzazione e per la fruizione di alcuni dei nostri siti e dei nostri beni culturali. Esempi virtuosi anche in Valle d'Aosta - è il caso, per esempio, del circuito di visita di Sant'Orso - mi sono stati rappresentati e pare che funzionino con reciproca soddisfazione delle parti in causa. Ovviamente si tratta di definire le agibilità dei soggetti disponibili a prendersi carico della gestione del percorso di visita e l'eventuale compartecipazione da parte di ciascuno, ente pubblico e l'altro soggetto, al mantenimento e alla valorizzazione del bene. Si stanno immaginando collaborazioni nel senso di definire accordi di utilizzi del bene in questo caso, in modo tale che i soggetti interessati possano ammortizzare i costi delle prestazioni, nel caso specifico il costo del professionista che accompagna e dell'eventuale materiale didattico esplicativo se è a carico della controparte attraverso la bigliettazione. L'ente proprietario, cioè noi, in tal caso potrebbe assicurare la disponibilità del sito, la sua manutenzione straordinaria naturalmente definendo con la controparte una partecipazione in termini percentuali sulle entrate da reinvestire però sulla manutenzione del bene o in altre azioni di miglioria o, come capita nell'esempio che le ho fatto di Sant'Orso, nel restauro concordato di suppellettili, opere funzionali proprio alla visita stessa. Certo occorre capire la reale fattibilità amministrativa e tecnica di questa operazione ma la strada, come peraltro suggeriva qualche mese fa la collega Spelgatti con riferimento a situazioni già esistenti in Italia, può essere percorsa senza timore di snaturare la mission del pubblico e soprattutto il patrimonio culturale e ribadisco, come già dissi allora, senza però trasformare i nostri beni e il nostro patrimonio in elementi solo di rappresentazione che in qualche modo poi dopo mettano in secondo piano invece il vero valore artistico e culturale del bene stesso. Grazie del suggerimento, quindi la strada è percorsa e la stiamo percorrendo.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la sua risposta. Così come in premessa ho citato Dostoevskij, adesso in replica mi affido a un'altra citazione, questa volta, permettetemi, di Jim Morrison, che dice: "fai attenzione alle piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi". Questo è lo spirito, che, tra l'altro, riprende lo spirito dell'interpellanza su questo tema, su un tema così specifico e, tra l'altro, considerato secondario anche per collocazione dal punto di vista urbanistico. In ogni caso, è estremamente importante che le tracce del nostro passato siano riconosciute come ricchezza non solo culturale ma anche economica, questo non mi stancherò mai di dirlo non per dispensare delle lezioni, tutt'altro è il mio atteggiamento, però non lezioni ma consigli, d'altronde siamo Consiglieri e quanto meno dobbiamo consigliare. Su questo sarà quindi un po' un leitmotiv che riguarderà il mio approccio ai beni culturali, un approccio che vede nei beni culturali non solo la ricchezza della cultura di un popolo e di una comunità ma la ricchezza in termini economici, la ricchezza anche, usiamo pure il termine..."osiamo" il termine di utilizzo imprenditoriale, devono generare ricchezza, questo non vuol dire mancare di rispetto ai beni culturali, questo vuol dire saperli valorizzare e il mondo dell'imprenditoria va a sviscerare tutti i sistemi migliori per rendere appetibile, interessante il proprio prodotto e noi dobbiamo lavorare così. Se ce la facciamo, lo portiamo avanti a livello amministrativo come attività pubblica, come Pubblica Amministrazione, altrimenti chiediamo il coinvolgimento del privato, perché o l'una o l'altra, ma una strada la dobbiamo prendere e l'obiettivo lo dobbiamo raggiungere.

Vede, Assessore, le dico e mi permetto a titolo di confidenza, io percepisco il suo fascino personale per i beni culturali, però - e rientra di nuovo nella dimensione del Consiglio, mi permetta - bisogna lavorare ancora molto, andare molto al di là, bisogna entrare veramente nella capacità di valorizzare i beni culturali e valorizzarli come sistema, perché da solo il bene culturale finisce per essere un atto, un episodio, invece a chi visita i beni culturali bisogna generare esperienza, devono percepire. Nel momento in cui il visitatore visita l'Aosta romana non deve prendersi semplicemente un biglietto cumulativo che gli permette di visitare tutta una serie di siti, innanzitutto deve essere un biglietto tematico e poi comunque è necessario un discorso molto più ampio, molto più di sistema, molto più di valorizzazione, che nel percorso di visita romana faccia entrare nell'esperienza l'esperienza dell'Aosta romana. Sono parole le mie che devono essere attuate ma c'è una legislatura per attuarle e io spero che queste vengano assunte da lei, Assessore, e possano essere portate avanti perché questo è il concetto di bene comune.

Sa, io sono arrivato all'approfondimento di questo tema semplicemente perché sono andato sul sito, al di là delle mie personali attenzioni, e ho visto che tutto quello che era disponibile sul sito della Regione è un dépliant fatto di due pagine dove soltanto questa parte è in italiano, poi c'è in francese e poi inglese e poi, dal punto di vista degli orari, c'è scritta la possibilità di poter visitare da ottobre a marzo in un giorno alla settimana dalle ore 09:30 alle ore 12:30, mentre da aprile a settembre due giorni alla settimana, sempre dalle ore 09:30 alle 12:30, e la domenica dalle ore 14:00 alle ore 18:00, il secondo giorno, e le tariffe sono ingresso libero, la modalità di visita è visita libera. Ecco, questo è il modo con cui fino ad oggi noi stiamo vendendo, stiamo proponendo la cultura e la ricchezza della nostra comunità. Dobbiamo cambiare registro.