Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 149 del 3 dicembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 149/XVI - Interpellanza: "Aggiornamento dei piani pandemici adottati nel 2009 e nel 2013 dal Comitato regionale per la protezione civile".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 34 all'ordine del giorno. La parola al collega Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Con questa interpellanza intendiamo chiedere spiegazioni nel merito del mancato aggiornamento del piano pandemico regionale.

Tramite la richiesta di accesso agli atti abbiamo scoperto una decisa arretratezza rispetto ai piani pandemici. Immaginatevi la sorpresa quando io ho fatto richiesta di questo piano pandemico e per prima cosa mi sono trovato di fronte a un foglietto di 10 pagine, di cui 3 sono occupate dalla copertina e da una leggenda. Di questo piano pandemico regionale quindi abbiamo un piano di 6 pagine e il secondo moto di stupore che abbiamo rilevato è che questo piano è datato 27 luglio 2009. Se poi si entra nel merito del piano e lo si va a leggere, i limiti e l'inadeguatezza di questo piano sono decisamente evidenti, sono informazioni peraltro vecchie di 11 anni e, da quello che ci consta sapere, mai aggiornate.

Abbiamo poi trovato invece un altro piano, ovvero il piano generale di gestione delle crisi epidemiche, non epidemiche e nel settore degli alimenti e dei mangimi. Questo già un pochino più corposo ma si parla per svariate pagine della composizione di vari comitati con tabelle vuote, con inquadramenti legislativi, con glossari per definire che cos'è questo, che cos'è quello, che cos'è l'altro, fatto sta che il piano vero e proprio comincia a pagina 14 e termina una quindicina di pagine dopo, nemmeno forse, forse una decina di pagine. Questo risale invece al 4 ottobre 2013, quindi anche questo con un'arretratezza di ben 7 anni. Quello che sinceramente ci ha lasciati di stucco, oltre all'arretratezza e al ridotto volume di questa documentazione, è anche il fatto che durante la prima fase della pandemia nessuno abbia mai citato l'esistenza di questi piani pandemici, quindi io sinceramente non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo piano pandemico, eppure in teoria questi piani pandemici dovrebbero prevedere una serie di azioni preventive ma anche da adottare in piena emergenza e dovrebbero fare in modo che noi fossimo tempestivi nell'agire all'interno della pandemia.

Abbiamo in ogni caso potuto valutare una cosa, ovvero se nella fase 1 della pandemia, quella per intenderci che è andata grosso modo da marzo a giugno, ci ha colto, come ben sappiamo, evidentemente alla sprovvista, perlomeno una cosa positiva c'è stata, ovvero che questa prima fase avrebbe dovuto renderci perlomeno edotti di alcune procedure e di alcuni dati di cui ovviamente questi piani e di cui tutti noi non eravamo a conoscenza: ecco perché di questi dati sicuramente si sarebbe dovuto fare tesoro e sicuramente si sarebbe dovuto fare un aggiornamento e questi dati avrebbero dovuto essere inseriti nel piano pandemico per rendere la nostra Regione reattiva e pronta a eventuali ulteriori ondate. Quello che però non abbiamo compreso è se effettivamente queste indicazioni siano state recepite o meno nei piani del 2009 e del 2013 e a questo punto, nell'ipotesi in cui queste non fossero state recepite, ci sorge un'altra domanda: chi doveva aggiornare i piani pandemici con le informazioni e le conoscenze sviluppate durante la pandemia? Ma soprattutto è possibile avere piani lasciati invecchiare per lustri senza che nessuno senta l'esigenza di aggiornarli? E chi di grazia in questo caso quindi avrebbe dovuto aggiornare questi piani? Anche perché abbiamo assistito... e ho letto la versione di lunedì... che ha interrogato nello specifico alcuni esponenti proprio su questo tema e le risposte dai vertici della Protezione civile ad altri vertici sono state abbastanza evasive e sono contraddittorie l'una con l'altra.

Per rispondere a tutti questi interrogativi e per fare in modo che la pandemia non arrivi a coglierci nuovamente alla sprovvista, per mezzo di questa interpellanza chiediamo se siano intervenute modifiche e/o aggiornamenti dei piani del 2009 e del 2013 e, in caso negativo, quali siano le motivazioni nel mancato aggiornamento e se sia intenzione dell'Amministrazione regionale procedere con l'adeguamento dei summenzionati piani.

Presidente - La parola all'assessore Barmasse, ne ha facoltà.

Barmasse (UV) - Grazie consigliere Manfrin dell'interpellanza.

Anch'io - e in parte rispondo anche per il Presidente - non conoscevo assolutamente la presenza di questi piani pandemici. Quando ne sono venuto a conoscenza, ho esaminato i piani del 2009 e del 2013 e direi che sono piani che non aggiungevano nulla a quello che è stato poi il problema Covid che si è verificato, anzi, diciamo che il Covid è stata una cosa completamente al di là di quelle che potevano essere le aspettative e che comunque quello che è stato fatto in parte ripercorre quello che definivano questi piani del 2009 e del 2013. Ovviamente questi piani del 2009 e del 2013 le confermo che non sono stati più aggiornati.

Per quanto riguarda il fatto che se non sono stati aggiornati, cosa si pensa di fare, in generale le strutture competenti, quindi la Protezione civile e la componente sanitaria fossero anche in questo tipo di pianificazione... occorre mantenere la coerenza con le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e del Centro europeo per il controllo delle malattie ovviamente e un coordinamento condiviso fra Stato e Regioni per cui i piani regionali discendono da una pianificazione centrale, garanzia di omogeneità della risposta su tutto il territorio. Pertanto, come ha anche avuto modo di dichiarare il Capo della Protezione civile regionale fin dall'inizio di questa emergenza nel febbraio scorso il Dipartimento di Protezione civile ha inviato a tutte le Regioni un documento per l'attivazione di tutti i soggetti coinvolti e la gestione dell'emergenza è avvenuta secondo procedure ad hoc.

Per il futuro poi la pandemia che stiamo ancora affrontando non potrà che comportare, una volta terminata l'emergenza, la riscrittura di tutte le pianificazioni pandemiche sulla base delle esperienze che sono state maturate a tutti i livelli.

Per concludere quindi ritengo che i piani pandemici del 2009, del 2013 non avrebbero potuto, almeno questa è la mia analisi, aggiungere nulla, aggiornare i piani pandemici è una cosa corretta e giusta, prevedere una pandemia come quella del Covid-19 sicuramente non so chi avrebbe potuto prevederla, che sia il caso di aggiornare i piani pandemici alla luce di quello che è successo questo sicuramente.

Presidente - La parola al collega Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - La ringrazio anche per la sincerità delle sue parole, Assessore, ovviamente è stato decisamente diretto e questo lo apprezzo molto.

Chiaramente è decisamente preoccupante che a nessuna struttura gli venga in mente l'idea di avvertire l'Assessore entrante che esistono dei piani pandemici della Regione e quindi è preoccupante che appunto un Assessore non venga messo a conoscenza del fatto che esistono dei piani per quanto datati.

Concordiamo... e mi fa piacere di avere l'opinione di un esperto di sanità sul fatto che questi piani sono inadeguati, io nella mia piccola esperienza e conoscenza mi sono confrontato anche con persone del settore sia per quanto riguarda la Protezione civile, sia per quanto riguarda la sanità ed effettivamente, purtroppo, sono procedure che sono decisamente superate. Lei ci ha detto che era impossibile prevedere la pandemia, sono d'accordo con lei, al netto del fatto che il Governo nazionale aveva dichiarato l'emergenza nazionale nel merito della pandemia il 31 di gennaio, quindi probabilmente a livello nazionale qualcuno lo sapeva ma, per fortuna, le indagini anche stanno stabilendo se qualcuno aveva delle informazioni e ha deciso di non condividerle pur cercando di coprirsi con questa dichiarazione di emergenza nazionale... ma è altrettanto chiaro che, avendo già questa dichiarazione nazionale, forse era il caso di andare a far riferimento all'OMS, però il problema credo che sia ancora precedente rispetto a questa crisi. Un piano pandemico regionale cioè che viene fatto invecchiare come il vino per 11 anni rappresenta un problema per chi lo doveva aggiornare, questa è l'unica informazione che non mi pare di aver recepito ma che probabilmente, visto che le ha citato i vertici della Protezione civile e i vertici della sanità, posso desumere che siano i vertici della Protezione civile e i vertici della sanità che avrebbero dovuto coordinarsi con le indicazioni che arrivano dall'OMS e coordinarsi con le indicazioni che arrivano dallo Stato e ovviamente dalla Conferenza Stato-Regioni, però non avrebbero dovuto farlo in coincidenza con la pandemia, avrebbero dovuto farlo prima e magari prevedere un periodico aggiornamento dei piani. È chiaro altrettanto che dal 2009 ad oggi immagino che l'OMS qualche disposizione l'abbia data e allora vuol dire che se l'OMS ha dato qualche disposizione, se lo Stato ha dato qualche disposizione nel frattempo recependo le indicazioni dell'OMS e non so se è stato questo oggetto ma magari se n'è anche parlato in questi 11 anni in Conferenza Stato-Regioni... qualcuno avrebbe dovuto prendere atto di quello che era stato comunicato, avrebbe dovuto prendere atto dell'aggiornamento dei piani e avrebbe dovuto portare questo aggiornamento dei piani all'interno dei piani pandemici regionali.

Recepisco però di buon grado la sua buona intenzione e buona volontà di andare ad aggiornare questi piani, ovviamente ci auguriamo che essi vengano aggiornati, ci auguriamo che però a chi non ha aggiornato colpevolmente questi piani in questi 11 o 7 anni per quanto riguarda il piano del 2013 venga chiesto conto del suo mancato intervento.