Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 150 del 3 dicembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 150/XVI - Interpellanza: "Modalità e tempi di attuazione del programma di legislatura in merito alla gestione dei rifiuti".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 35 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Questa interpellanza prende spunto ovviamente da quanto è stato scritto nel programma di legislatura 2020-2025 in cui riportato in premessa si dice che si lavorerà a un nuovo piano rifiuti che dovrà individuare le migliori azioni per ridurre la produzione pro-capite di rifiuti, l'utilizzo di plastiche e dà come visione e come prospettiva quella del lavoro per un nuovo piano di rifiuti. In più c'è anche un passaggio che riguarda i rifiuti da demolizione e nel programma anche in questo caso si intende operare per migliorarne la gestione innestando politiche di recupero e riuso di tali materiali nel settore pubblico e privato nell'ottica di un'economia sempre più circolare. In più, a fronte di una prima audizione avuta in III Commissione per esaminare la petizione promossa dal Comitato "La Valle non è una discarica", nelle more della sua relazione l'Assessore ci ha preannunciato appunto che questo percorso sta prendendo forma.

A fronte di questo, questa interpellanza punta a fare chiarezza su tre aspetti principali: prima di tutto sapere quali siano le tempistiche previste per l'attuazione del programma di legislatura con riferimento alla gestione dei rifiuti, quindi quale prospettiva vi siete dati; con quale modalità si intendano coinvolgere i portatori di interesse, i comitati popolari nati a seguito delle note vicende che hanno interessato le discariche di Pompiod e di Chalamy, e io direi in generale l'attenzione particolare da parte di tutta la comunità e non soltanto su questa tematica, e quali linee guida di modifica del piano regionale di gestione dei rifiuti il Governo regionale intenda definire per quel che attiene alla gestione dei rifiuti speciali inerti. In particolare questo aspetto nasce all'interno della querelle che ci fu all'epoca e che perdura sulla discarica di Pompiod, anche perché sia nel lavoro fatto delle audizioni di III Commissione, sia nei vari dibattiti, confronti che ci furono, venne fortemente evidenziata la particolarità della definizione dei rifiuti inerti, che giustamente nell'idea comune si intendono e si pensa soltanto al rifiuto derivante dai lavori che fa l'edilizia ma che ovviamente la sua declinazione può essere molto più complicata, molto più complessa e soprattutto potrebbe nascondere delle brutte sorprese.

In più se noi andiamo a vedere il piano dove ci sono le declinazioni delle fonti normative relativamente alla classificazione dei rifiuti, quindi principalmente il decreto legislativo n. 152/2006, c'è una spaccatura netta fra i rifiuti urbani, i rifiuti speciali e i rifiuti pericolosi. All'interno dei rifiuti speciali si citano quelli tra i vari inerti derivanti dalle attività di demolizione e costruzione ma ci sono anche altre tipologie, quali i rifiuti da lavorazioni industriali e artigianali. Sappiamo quindi che c'è la necessità di essere ben chiari, perché altrimenti poi nascono tutta una serie di incomprensioni e di problematiche, perché sappiamo che poi l'apertura o il rinnovo delle concessioni, la gestione di queste discariche nasce da un percorso che viene definito al cui interno poi ci sono delle prese di posizione da parte dei vari enti e quelli che la maggior parte di noi hanno scoperto anche grazie a queste... perché non erano probabilmente legati o comunque non seguivano anche magari da un punto di vista professionale questo tipo di tematiche, i famosi codici CER, possono modificare molto quello che noi intendiamo genericamente con la definizione di rifiuto speciale. Tra cui poi - e la cito soltanto a mera rendicontazione dell'attuale situazione - se noi andiamo a vedere oggi il piano regionale dei rifiuti, il punto 61, laddove si parla di discariche per rifiuti speciali inerti, si evidenzia il fatto che la realizzazione di nuove discariche per lo smaltimento dei rifiuti speciali inerti non è al momento prevedibile, ciò anche in considerazione della rallentata attività edilizia conseguente alla crisi economica. Nello stesso momento però, per quanto lo stato di crisi economica purtroppo ce lo stiamo portando dietro da tempo, è bene anche contemperare le necessità delle aziende valdostane o di quelle che operano in valle che si occupano della necessità di smaltimento di determinati inerti: esse hanno la necessità, come anche i Comuni, di avere degli spazi di gestione, perché non è che possiamo di punto in bianco chiudere qualsiasi tipo di discarica solo per la definizione che è quella di discarica, perché c'è un'economia che deve funzionare e ci sono soprattutto delle necessità ovviamente locali per cui però comunque si deve lavorare sempre di più per ridurre ovviamente la produzione del rifiuto ma in senso pratico è impossibile andare a ridurla del tutto, un conto è ovviamente portare in discarica un certo tipo di rifiuto, che magari può anche essere riutilizzato come quello tipicamente inerte derivante da demolizione, perché ci sono degli impianti che possono ovviamente trattarlo e lavorarlo, un'altra cosa è invece una tipologia di rifiuto come quello che ha interessato o che potrebbe interessare le discariche di cui ho citato, quelle riguardanti la petizione.

Ricordando poi effettivamente il primo punto, la richiesta che è riportata nella petizione, ovvero quella di ammettere nelle discariche per rifiuti inerti della Valle esclusivamente rifiuti inerti come definiti dalla tabella 1 dell'articolo 5 del decreto ministeriale 2010, ma in generale io suppongo che ci sia una necessità, e mi auguro che in tal senso la risposta sia chiara e ovviamente comprensibile anche a chi non è esperto di questa tematica... il fatto che ci sia e che ci sarà una presa formale anche di rappresentazione all'interno del prossimo piano dei rifiuti di quello che si intende per rifiuto inerte in Valle d'Aosta.

Presidente - La parola all'assessora Minelli.

Minelli (PCP) - Ringrazio i colleghi Aggravi e Planaz che hanno presentato l'interpellanza.

Nel rispondere al vostro atto mi preme innanzitutto fare presente che le tematiche relative alla gestione dei rifiuti e più in generale dell'economia circolare sono in continuo divenire nell'ambito di processi e di azioni che sono volti a un miglioramento costante. In questo senso non è possibile individuare un momento di inizio e un'ultimazione delle azioni individuate in un programma di gestione dei rifiuti ma occorre pensare, rispetto a un posizionamento iniziale, quali obiettivi si intendono raggiungere nel prossimo quinquennio e sono gli obiettivi che dovranno rientrare nel nuovo piano rifiuti. Più precisamente, in risposta alla prima domanda che intende verificare in particolare le tempistiche, informo tutti i colleghi che il Dipartimento dell'ambiente ha provveduto, malgrado le difficoltà che ci sono state nell'anno in corso e legate all'emergenza epidemiologica, a espletare nel corso del primo semestre dell'anno 2020 la gara per l'affidamento della redazione del nuovo piano dei rifiuti per il quinquennio 2021-2025, una gara che è stata aggiudicata a una rete temporanea di imprese che è formata da Expert S.r.l., Ambiente Italia S.r.l., la Scuola Agraria del Parco di Monza e la società Zimatec, che il 10 novembre del 2020 ha presentato all'Amministrazione le linee guida sulla base delle quali occorrerà definire il futuro piano regionale di gestione dei rifiuti.

Questo rapporto preliminare rappresenta lo strumento che permetterà di definire le azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi del programma in materia di rifiuti. Questo programma dovrà essere redatto in tutte le sue parti entro il mese di luglio del 2021. Il piano regionale per la gestione dei rifiuti, come voi sapete, ha anch'esso una durata quinquennale e sarà dotato di un piano di monitoraggio che ne descriverà i progressi nei vari settori, vale a dire quelli che riguardano i rifiuti urbani, i rifiuti speciali, le bonifiche e il programma anche di riduzione dei rifiuti stessi. Il 20 novembre scorso abbiamo incontrato il gruppo di professionisti aggiudicatari della gara del bando e abbiamo condiviso con loro le nuove direttrici del piano che per i rifiuti possono essere sinteticamente elencate in questo modo, si tratta per ora delle linee guida sulle quali bisognerà definire gli obiettivi e le direttrici sono queste: prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, quindi accordi con la grande distribuzione, per esempio, per quanto riguarda il vuoto a rendere, lo spreco alimentare, il riuso e il riutilizzo e anche il compostaggio, l'introduzione della tariffa puntuale, che mi pare essere uno degli obiettivi importanti che dovranno rientrare nel piano, il raggiungimento di un tasso di riciclo per i rifiuti urbani di almeno il 55 percento entro il 2025. Preciso che non bisogna confondere questa direttiva con la questione della raccolta differenziata, perché, per quanto riguarda la raccolta differenziata, per il Comune di Aosta e per alcune Unités, abbiamo già raggiunto e superato percentuali del 50% in maniera abbondante, per altre situazioni invece no e lì permangono delle criticità. Questa linea direttrice invece è riferita al riciclo dei rifiuti urbani, che, come potete ben comprendere, è cosa diversa dalla differenziazione e dal successivo smaltimento. La quarta macrolinea, chiamiamola così, è quella degli investimenti in nuove tecnologie.

Il 24 novembre scorso abbiamo poi incontrato anche il dottor Ghiringhelli, che è consulente e responsabile dell'Osservatorio regionale dei rifiuti, osservatorio che sarà convocato nuovamente nel mese di gennaio 2021 a seguito di una delibera di Giunta, che dovrà essere presentata nelle prossime settimane per rinominare i vari componenti istituzionali dell'osservatorio, alcuni dei quali sono decaduti in seguito al rinnovo delle Amministrazioni comunali, al rinnovo con le elezioni e quindi devono essere sostituiti.

Ci chiedete poi alla seconda domanda con quali modalità si intendono coinvolgere i portatori di interesse. La costruzione del nuovo piano regionale dei rifiuti seguirà - ed è ciò che credo sia molto importante - un percorso partecipato attraverso l'organizzazione nei primi mesi dell'anno 2021 di diversi incontri con i principali stakeholder locali, tra i quali cito sicuramente gli Enti locali, i rappresentanti dei settori produttivi, in modo particolare il settore del commercio, dell'edilizia, dell'industria e dell'agricoltura, la grande distribuzione e la ristorazione, le associazioni ambientaliste e i comitati. Ricordo che il piano sarà oggetto di valutazione ambientale strategica e, nell'ambito di questo procedimento, chiunque, ma io ritengo in questo momento in particolare i rappresentanti dei comitati popolari di Chalamy e di Pompiod, potranno presentare le proprie osservazioni.

Ci chiedete poi quali linee guida di modifica del piano regionale di gestione si intendano definire per quel che attiene ai rifiuti speciali inerti. L'indirizzo sarà quello di individuare delle soluzioni a misura del nostro territorio nei principi dello sviluppo sostenibile e di quell'economia circolare a cui lei faceva riferimento partendo da un'analisi puntuale della situazione di tutte le nostre discariche per inerti che, come sapete, sono in gran misura le discariche comunali fino ai seguenti punti: l'individuazione dei fabbisogni locali, la definizione dei flussi di rifiuti prodotti localmente e destinati all'avvio a centri di recupero e di smaltimento fuori Regione, la definizione di flussi di rifiuti prodotti invece localmente e destinati a centri di recupero e smaltimento regionali, l'individuazione di CER ammissibili nelle discariche a seguito di analisi dei rifiuti generati dal tessuto socio-produttivo locale, la definizione di criteri per l'autorizzazione e l'apertura di centri di recupero e smaltimento regionali, per esempio, sarebbe interessante riuscire in quest'ottica ad avere dei centri non soltanto ad Aosta ma dislocati anche lungo il territorio regionale, la graduale riduzione della produzione dei rifiuti e anche della loro pericolosità, l'incremento del tasso di riciclo, che, come dicevo prima, nelle linee guida ha l'obiettivo di arrivare al 55% per il 2025, però potremmo essere anche più virtuosi con il recupero di materia e la minimizzazione del ricorso alle discariche perché se si riesce a produrre meno e a riutilizzare di più, c'è, com'è ovvio, un minore ricorso poi ai depositi. La revisione e l'efficientamento dei sistemi di trattamento di recupero e di smaltimento.

Una riflessione poi andrà fatta, come ho già avuto modo di anticipare in III Commissione, sulla possibilità, in collaborazione con gli Enti locali, di razionalizzare la situazione delle discariche comunali e, come lei ben ricordava, in vista di quella che auspichiamo tutti essere una ripresa dell'economia, e quindi anche dell'attività edilizia. Faccio notare, tra l'altro, che con il super bonus e la questione dell'efficientamento energetico, sicuramente i lavori di interventi sulle abitazioni civili e sulle varie strutture che ci sono, produrranno un aumento di materiale da stoccare, quindi dovrà essere fatta, a mio avviso, una riflessione su tutto l'insieme delle discariche comunali e una loro razionalizzazione.

Termino velocemente dicendo che dovrebbe essere arrivato da parte della struttura competente il materiale che era stato richiesto anche dal consigliere Distort riguardo al piano delle discariche comunali.

Presidente - La parola al collega Aggravi per la replica.

Aggravi (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la rappresentazione di appunto lo stato dell'arte e soprattutto quali sono le linee guida e i principi che costituiscono la base di partenza per il futuro.

Sono d'accordo con lei sul fatto che l'evoluzione della gestione dei rifiuti e dello sviluppo di processi di economia circolare sono frutto ovviamente di meccanismi che difficilmente si possono controllare, mettiamola così, però io immagino - e questo era anche lo spunto dell'interpellanza - che, definiti i principi, si possano anche determinare all'interno del quinquennio di programmazione dei punti di chiusura o almeno dei punti obiettivo in modo tale da non perdersi, perché poi spesso si sa che percorsi molto complessi come questo sul piano, ma in generale anche di processi - e lei li ha citati soprattutto anche nella parte finale di analisi e di valutazione del fabbisogno - necessitano comunque di una tempistica precisa, perché altrimenti non arrivano al termine.

Sono anche contento - e su questo aspetto voglio chiudere la mia replica - sulle precisazioni che lei ha fatto riguardo alla definizione dei rifiuti, in particolare quando parlava dell'ammissibilità dei codici CER o comunque l'identificazione dei codici CER. Dico anche questo perché mi auguro che il percorso di definizione del piano e soprattutto il percorso di valutazione sul futuro che vogliamo dare alla gestione del rifiuto anche in termini di livelli obiettivo, di tassi, lei l'ha citato più volte, permetta anche di fare una valutazione dei meccanismi decisori oggi e, in particolare, io direi le storture che sono nate dall'analisi delle autorizzazioni o dei rinnovi di autorizzazione riguardo alle discariche che conosciamo. Perché dico questo? Perché se, da un lato, a volte è necessario avere una visione tecnica su determinate situazioni ed è necessario che sia il tecnico a guidare in qualche modo la definizione di principi e di scelte, su altre è bene che la politica si riprenda un suo spazio o, meglio, più che la politica che non piace dire almeno l'Amministrazione e le scelte amministrative.

Bisogna stare molto attenti a demandare a tecnici tout court certe scelte, perché dico questo? Perché come non è corretto e non va bene che sia il politico che decide senza confronto, senza analisi, senza elementi, al contempo il problema qual è? Il problema è che anche il tecnico deve avere un suo controllo. L'abito non fa il monaco, non è che se la scelta è tecnocratica, è corretta, se la scelta è amministrativa, non è corretta. Lei mi ha capito benissimo, noi su questo terremo molto l'attenzione ma quella è una modifica che può anche avvenire in maniera molto più rapida per mettere un ordine, in vista dei prossimi passi, rispetto a una situazione che, purtroppo, nel passato ha creato non pochi problemi e soprattutto se poteva sembrare una buona scelta, in realtà poi è bene che ci sia sempre un doppio controllo su determinate situazioni.

Presidente - A questo punto direi che i lavori possono terminare, riprenderanno questo pomeriggio alle ore 15:30.

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La seduta termina alle ore 13:07.