Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 971 del 3 ottobre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 971/XV - Approvazione di mozione: "Impegno per richiedere la convocazione urgente della Commissione per i beni culturali ed ambientali per la verifica del possesso dei requisiti ai fini della dichiarazione di Palazzo Cogne quale edificio di interesse culturale".

Rini (Presidente) - Punto 7 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione la parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Questa mozione, che era stata iscritta nell'ultima adunanza di luglio e che poi per questioni di necessità rispetto ai lavori del Consiglio viene discussa quest'oggi, riprende altre attività ispettive, altre interrogazioni e interpellanze fatte in passato da me e da altri colleghi rispetto all'edificio denominato Palazzo Cogne. Che cosa si chiede in questa mozione, in buona sostanza? Si chiede di trasformare quello che adesso è accatastato e, diciamo così, etichettato come palazzo documento, ovvero il Palazzo Cogne, in un qualcosa in più, in un qualcosa che diventi un vero monumento. Sostanzialmente si chiede se rispetti i requisiti normativi per i quali poi questo venga definito a tutti gli effetti un bene completamente tutelato, un bene che a questo punto possa essere poi sistemato è restituito alla collettività in maniera più piena e compiuta.

A questo proposito, c'è una commissione per i beni culturali, che è normata dalla legge regionale n. 56 del 1983. Questa commissione esprime dei pareri dal punto di vista architettonico, oppure di tutela, di studi o di ricerca, oltre che le sanzioni rispetto ai beni archeologici e paesaggistici della Valle d'Aosta. Questa commissione, che da diversi anni non si riunisce, ma che comunque ha dei membri nominati, è quella che a mio avviso e ad avviso dei firmatari della mozione, potrebbe prendersi carico di fare le ricerche opportune per valutare, perché si tratta di fare una valutazione tecnica, se questo edificio si può trasformare a tutti gli effetti in un edificio monumento, quindi in un edificio di interesse culturale.

C'era già stato in passato quanto riferito dall'assessore Borrello in un'altra iniziativa, che sostanzialmente andava già in questa direzione, in quanto definiva questo edificio come un bene culturale. Però, siccome quello che deve essere fatto è una questione di tipo tecnico, è un passaggio di tipo tecnico da parte degli esperti, quindi non siamo noi che decidiamo cosa sia monumento e cosa sia documento o cosa non lo sia affatto, a questo punto è necessario fare una valutazione di tipo tecnico, verificare che ce ne siano i requisiti, valutare la storia e tutto quanto quello che riguarda questo edificio ai fini paesaggistici e culturali. Poi, nel caso dovesse essere definito monumento, bisognerà fare la trasformazione anche in Comune, il quale ovviamente, dal punto di vista del catasto, dovrà poi iscrivere questo come monumento e da lì in avanti essere trattato come tale. Attualmente ci sono già dei vincoli, ma qualora venisse trasformato in monumento ce ne sarebbero molti di più e sarebbe, secondo me, un modo per valorizzare ancora di più questo edificio che sicuramente ha un passato, un presente e io spero anche un futuro di interesse per tutta la cittadinanza. Qualora diventasse monumento, io penso che potrebbe veramente essere una cosa positiva per tutta la città, ma anche per tutta la regione.

Chiedo, a questo punto, se attraverso questo passaggio con la commissione o attraverso un altro passaggio con gli uffici - non è obbligatoria la commissione, la mia è una proposta - si possa arrivare a questa conclusione, perlomeno dell'iter procedurale che definirà se è una cosa o l'altra.

Presidente - Possiamo aprire la discussione generale. Ha chiesto la parola l'assessore Viérin.

Viérin (AV) - Intanto ringrazio il collega, con cui ho avuto modo di confrontarmi su questo tema. Intervengo subito in discussione generale, perché anticipo e anticipiamo che siamo d'accordo sul fatto di riconoscere per questo edificio una procedura che vada a fare alcune verifiche. Invece, su quale sia la modalità, come in conclusione diceva giustamente il collega Cognetta, lo dirò nella spiegazione: non è necessario che sia convocata la commissione dei beni culturali, ma esiste un iter più rapido di verifica.

Vorrei però approfittare dell'occasione per ricordare, visto che nelle premesse dell'iniziativa si ricorda che la commissione non è stata convocata per parecchi anni, che non lo è stata perché si è adottato in Valle d'Aosta un procedimento diverso, più rapido, meno complesso anche da un punto di vista dell'iter burocratico, per censire il patrimonio storico della Valle d'Aosta. Vorrei ricordare l'immenso lavoro che è stato fatto. Intanto ogni Comune si è dotato chiaramente del piano regolatore generale comunale e ogni Comune all'interno del proprio territorio ha individuato gli edifici di pregio, monumento, documento. Quindi, diciamo che la legge n. 56 del 1983, che prevede di sentire la commissione per i beni culturali e ambientali, si è rivelata poi negli anni uno strumento che, sia in termini temporali che in termini di efficacia, era diverso rispetto a quello che poi è stato più immediato, per censire tutti i beni rappresentativi del patrimonio storico valdostano. Vista anche l'epoca in cui è stata pensata, c'era un iter approfondito, soprattutto un iter amministrativo di una certa durata e l'esigenza era di procedere per tutti i comuni valdostani, al di là di questo caso specifico, a censire quali edifici e le lungaggini avrebbero evitato e soprattutto avrebbero impedito poi la tutela del bene stesso, visti i tempi di classificazione. Quindi, l'elenco dei 74 comuni è stato in termini di opportunità valutato come metodo attraverso la legislazione regionale in materia urbanistica, per mettere in atto una tutela più diffusa appunto degli edifici di interesse storico e architettonico. La legislazione è stata modificata e attraverso la modifica nel 1998 della legge n. 11 i procedimenti e i provvedimenti attuativi stabiliscono criteri per l'individuazione dei centri storici e della classificazione, quindi edifici monumento o documento, e l'assoggettamento alle disposizioni del codice dei beni culturali.

A oggi tutti i comuni hanno un piano regolatore. Nel caso specifico del Palazzo Cogne, visto che parliamo di un pezzo di storia della nostra regione, oltre alla classificazione del piano regolatore, in questo caso occorre tenere in conto che trattandosi di bene di proprietà della Regione e opera di autore non più vivente, la cui esecuzione risale a oltre settant'anni, non essendo ancora intervenuto l'esito della verifica, il palazzo è comunque sottoposto a disposizione della parte seconda del decreto legislativo n. 42 del 2004. Quindi, si evidenzia che per quanto disposto da questo decreto, sia per effetto della classificazione nel piano regolatore sia per l'altra motivazione, il Palazzo Cogne è sottoposto alla tutela della soprintendenza, per capirci.

Questa commissione che è stata rammentata, della legge n. 56 del 1983, va sentita per le proposte di vincolo, ma per l'accertamento artistico, storico, archeologico o etnoantropologico si procede con la dichiarazione di interesse culturale ai sensi di questo decreto. Quindi, io credo, anche per la premessa, che l'obiettivo sia di dare mandato di verificare l'interesse di questo edificio. Altra cosa è la problematica di cui si è discusso e che il collega evocava, ma sicuramente questo è un pezzo importante.

Se i colleghi proponenti sono d'accordo, noi saremmo dell'idea di richiedere alla sovrintendenza, perché la procedura è su richiesta dell'ente, come ricordato, quindi noi chiederemmo in qualità di proprietari, di procedere a questa verifica e di conseguenza, qualora l'esito fosse positivo, si costituirà una dichiarazione, configurandosi come ratifica dell'interesse e non come proposta di vincolo. Quindi, non sarà necessario andare alla commissione dei beni culturali, ma semplicemente far effettuare la verifica. Noi reputiamo, come tra l'altro diceva il collega, che questa sia la strada migliore sia in termini di tempi che di obiettivi. Se questo può esser l'impegno, noi procederemo sin da subito con questa richiesta che credo possa essere condivisa.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Sì, Assessore, credo che, se modifichiamo a questo punto l'impegno, ci prendiamo un attimo per fare la modifica. Penso che siamo tutti d'accordo: sto guardando i colleghi, ma vedo che è una cosa abbastanza condivisa. Io ho fatto questo passaggio perché, avendo fatto l'iniziativa precedente e non avendo avuto una risposta, sono passato al livello successivo. Quindi, se passiamo a fare questa modifica, se ci fermiamo momento, Presidente, la formalizziamo per dirla in maniera corretta. È possibile?

Presidente - Aspettiamo allora la modifica del testo. La seduta è sospesa per qualche minuto.

La seduta è sospesa dalle ore 9:19 e riprende alle ore 9:30.

Rini (Presidente) - La parola all'assessore Viérin.

Viérin (AV) - Brevemente, solo per dire che siamo addivenuti a un testo condiviso con i diversi proponenti, che sarebbe nell'impegnativa così codificato: "Il Consiglio regionale impegna il Governo regionale in quanto ente proprietario, a richiedere alla sovrintendenza ai beni culturali e ambientali la verifica del possesso dei requisiti per dichiarare l'edificio Palazzo Cogne di interesse culturale e il relativo livello di tutela".

Presidente - La parola al collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Vorrei intervenire a completamento delle precisazioni terminologiche di concetto, come questa differenza centrale tra documento e monumento su cui non torno, perché sono precisazioni che il collega Cognetta che mi ha preceduta ha già fatto molto bene. Chiaramente io sono firmataria della mozione e quindi la condivido fino in fondo e mi felicito anche per questa disponibilità dimostrata dall'Assessore rispetto all'impegnativa che mi sembra molto interessante, perché crediamo che la sovrintendenza non debba indugiare oltre nel dichiarare questo particolare interesse, anche di tipo etnoantropologico oltre che storico e architettonico, per il Palazzo Cogne.

Trattasi, come abbiamo detto molte volte in quest'aula, di un bell'edificio, anche se di epoca fascista, con circa ottant'anni, se ho contato bene, sulle spalle, anzi diciamo sulla sua struttura portante, con tanto di disegni di Gio Ponti che, ricordiamocelo, è stato uno dei maggiori architetti e designer del XX secolo. I suoi manoscritti e documenti sono raccolti e catalogati negli archivi nazionali, perché la sua opera è importante in ambito architettonico e non solo. Mi piace ricordare che tra gli anni '20 e '70 si è impegnato su molteplici fronti: architettura, design e comunicazione artistica. Mi piace ricordare anche che i disegni di Gio Ponti, proprio quelli dedicati a Palazzo Cogne, sono stati rinvenuti presso l'archivio di Parma e molti sono gli elementi proprio di sua mano, come spiega bene l'architetto Luca Moretto in quel bel volume, che sarebbe utile riprendere, sull'architettura moderna in Valle d'Aosta. Quell'architettura che ad Aosta non è molto considerata e che riteniamo - pensiamo che il nostro collega architetto sia d'accordo - andrebbe invece tutelata e riqualificata secondo un progetto di fondo chiaro, coraggioso è innovativo, perché l'importanza di Palazzo Cogne va ben oltre i confini regionali.

Vogliamo anche sottolineare, approfittando di questa mozione, che la valenza ludico sociale è proprio connaturata a Palazzo Cogne, che fu progettato e costruito con questo scopo, il che è più unico che raro se pensiamo alla Aosta degli anni '40. Tale destinazione è di assoluto valore per la popolazione di allora e anche per quella attuale ed è rimasta viva e attiva senza interruzione fino ai nostri giorni.

Ci fa anche enormemente piacere constatare che tutto l'allarmismo creato la scorsa primavera attorno al Palazzo Cogne, non ha poi avuto altro esito che quello di stressare la cittadinanza, mettendole addosso una gran fretta di cui forse non c'era bisogno. L'unico fatto positivo, secondo me, sono stati questi balli, questo tango sotto le nostre finestre che ci ha rallegrati, perché qui a palazzo noi di fatto siamo sempre in ballo, ma non con la stessa allegria.

Per fortuna non si è verificato alcun crollo strutturale, anche perché poi le perizie, a cui si è unita la magistratura e in seguito persino i vigili del fuoco, hanno sempre negato un rischio reale di crollo delle strutture portanti. Mentre è chiaro che la situazione può degenerare se si continua a non intervenire, perché sappiamo benissimo che ci sono continue infiltrazioni dal tetto e si è parlato più volte di possibile sfondellamento delle pignatte. Però il dubbio che permane non solo per noi, ma per le tante associazioni, che hanno a Palazzo Cogne la loro sede e che stanno riavviando proprio adesso il loro anno di attività è: ma alla fine questa sede resta agibile o no? Io credo che potrebbe essere l'occasione per dare qualche risposta. Ci vuole infatti chiarezza rispetto questo nuovo anno associativo, perché prima si promettono sedi alternative che oltretutto si rivelano inadeguate, anche perché decentrate rispetto alla città o in cattive condizioni, per cui ci vorrebbero interventi di ristrutturazione, oppure sporche, in disordine o tutti questi elementi insieme. E poi non si dice più nulla alle associazioni che stanno facendo un preziosissimo lavoro.

Non vorremmo che si volesse distruggere il mondo associativo. È superficialità o incoscienza? Scusate la domanda. Noi credo che dovremmo andare fieri di questo unicum culturale e sociale, di questa bella storia di associazionismo in Valle d'Aosta che è Palazzo Cogne, in un momento in cui lamentiamo la mancanza di socializzazione e di aggregazione che sono più virtuali che reali nel nostro mondo attuale. Non voglio prendere le parti di un'associazione piuttosto che di un'altra, ma invece lo faccio perché come sapete sono molto sensibile al tema della memoria e vi ho dedicato anche molti anni a livello professionale. Possiamo dire, per esempio, qualcosa di definitivo all'ANPI? Perché - scusate la polemica - è del tutto inutile che il Consiglio partecipi, peraltro in pompa magna, alle tante manifestazioni per la memoria, senza poi preoccuparsi del fatto che il loro materiale adesso è ancora a Palazzo Cogne, però di fatto non ci potrebbero andare; lavorano in un ufficio che gli ha imprestato gentilmente la CGIL, mentre aspettano di capire se verrà sistemato il palazzo di piazza Narbonne, che forse non è stato liberato per caso, o no? E questo vale per tutte le altre associazioni ludico sportive che sono il fulcro dell'associazionismo valdostano, a partire dal CCS Cogne, che noi dovremmo ringraziare, perché è stato sempre un baluardo per tantissime persone e famiglie in un quartiere popolare, che poi ci affrettiamo a definire difficile, ma cosa facciamo di fatto per rendere meno complicato vivere nel quartiere Cogne? Dov'è questa attenzione alla cittadinanza che andiamo sbandierando un po' troppo facilmente?

A noi di Ambiente, Diritti e Uguaglianza Valle d'Aosta interessa inoltre che si chiarisca quale sia il progetto della Regione su Palazzo Cogne. La mozione di oggi può essere un punto di partenza, ma bisogna capire quale finalità gli verrà attribuita nell'ottica della sua valorizzazione e della sua imprescindibile funzione socioculturale. A distanza di tanti mesi dal primo dibattito in Consiglio su Palazzo Cogne, non si capisce ancora quali siano le scelte politiche di fondo. Vorremmo sapere per l'ennesima volta quali sono gli intenti, se c'è una programmazione dei lavori e non uso più la parola crono programma, perché ormai mi è diventata molto antipatica.

Questo scopo socioculturale sarà tutelato, aveva dichiarato l'assessore Testolin? Noi riteniamo questa idea cosa buona e giusta, tenendo conto dei vincoli che gravano e graveranno ancora di più, forse, su questo palazzo per la sua destinazione d'uso a servizio culturale di interesse regionale. Crediamo fortemente che debba continuare a svolgere un ruolo di cerniera rispetto al tessuto sociale della città. Eppure dal 2011 questo bene, per la parte di proprietà dell'Amministrazione, quindi di proprietà pubblica di tutti cittadini, non ha più ricevuto la dovuta manutenzione, pur essendo un bene culturale sottoposto al codice dei beni culturali, pur essendo potremmo dire un bene comune. Malgrado la pausa estiva, che sarebbe stato un momento perfetto, ideale per gli interventi di messa in sicurezza, invece non è stato fatto niente e si è solo perso dell'ulteriore tempo. E scusate se mi permetto - di prima mattina non vorrei sembrarvi sfrontata - ma ci pare strano che su questa inadempienza la Corte dei Conti non abbia nulla da eccepire, perché parliamo di inutili sprechi di denaro pubblico. Consideriamo che lì ci sono impianti vetusti, penso che sappiate che c'è una dispersione di calore mostruosa e tra un po' ricominceremo a scaldare gli ambienti. Lì gli ambienti sono tutti caldi, forse per le tarme, perché non c'è nessuno in molte stanze e c'è una mancanza totale di efficientamento energetico, alla faccia dei nostri ragazzi che protestano e che temiamo avranno da protestare almeno fino alla loro pensione, ammesso che la ottengano, per ottenere reali e non supposte attenzioni ai problemi ambientali.

Presidente - La parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Vede, collega Pulz, io non volevo intervenire, ma se da un lato sono molto contento del risultato che spero si otterrà votando questa mozione, dall'altro io capisco la sua verve sociale e il suo andare a sostenere delle realtà amiche. Però vede, è facile giudicare e fare delle considerazioni al di là delle perizie, dei dati, delle valutazioni da parte di tecnici: è molto facile! E io gliel'ho già detto una volta in quest'aula: è molto facile arrivare a delle conclusioni se non si è mai fatto, perché è davvero molto facile.

Chi si è trovato a gestire quella situazione, come il sottoscritto, come chi c'è stato prima e come chi è arrivato dopo, ha dovuto far fronte a delle problematiche notevoli, non soltanto sulla struttura e su quello che è il palazzo, perché al di là dell'utilizzo che si fa della gran parte delle aree, ricordiamo che questo ente, questa Regione ha sgomberato i suoi uffici al suo interno; quindi, ci dobbiamo chiedere perché è avvenuto. Sugli interventi da fare lo sappiamo ed è stato detto più volte: sono significativi, c'è un effort di un certo tipo, è un locale anche molto grande e molto particolare, perché come hanno detto i tecnici e come ha detto qualche collega che ne sa molto più di me, ha delle particolarità tecniche che vanno preservate.

Io penso che oggi noi otteniamo sicuramente un ottimo risultato, che forse - lei parlava delle perizie - si poteva anche già ottenere. Le voglio ricordare che il 20 marzo una mozione con la quale si poteva fare un passo sicuramente avanti, lei non l'ha votata e magari all'epoca un pensiero si poteva fare, perché si poteva non perdere del tempo e magari non si sarebbe perso. Non si è trovata una soluzione e non si è trovata una quadra. Purtroppo la politica, si sa, è fatta anche di questo. Io penso che a volte accontentarsi in politica sia molto importante. Io oggi, fossi in lei, mi accontenterei del risultato che viene ottenuto, che darà sicuramente una risposta e porrà le basi per decidere concretamente che cosa fare su quel palazzo, che interventi dare e in che modalità farlo. Forse poi magari bisognerà utilizzare dei metodi alternativi, che a voi della parte keynesiana spesso non piacciono, però bisogna far fronte a quello che è il bilancio, perché spesso Keynes ha fatto i calcoli senza vedere i numeri.

Io quello che le voglio dire è semplicemente questo: le azioni che sono state poste in essere volevano prima di tutto preservare l'attività e l'incolumità di chi quel palazzo lo frequenta, che fosse il CSC, che fossero le associazioni o chiunque in quel palazzo entrasse. E di fronte a certe perizie - io ne parlo come parte in causa - non si può far finta di nulla, perché la responsabilità è dietro l'angolo. Mi spiace che lei abbia evocato la Corte dei Conti, ma ci sono anche altri tribunali che potevano essere evocati se qualcosa fosse successo e sarebbe bastato molto poco, non c'è bisogno di un grande incidente. E poi le dico un'altra cosa: sa, è facile parlare, però è sempre meglio prendersi delle critiche per aver fatto e preso una scelta dove non c'è stato effettivamente un danno, piuttosto che non aver fatto nulla e un giorno svegliarsi con un grosso problema. Lì forse lei avrebbe fatto delle critiche molto diverse e forse le responsabilità sarebbero state molto diverse. Questa è una valle che ultimamente, dal punto di vista del rischio idrogeologico e di altro, sa benissimo che cosa sono le responsabilità, cos'è il rischio e quali sono le conseguenze. Io penso che certe scelte non siano prese a cuor leggero, perché sono scelte sicuramente antipatiche, ma qualcuno deve avere il coraggio di prenderle e quindi mi perdoni se mi sono sentito un po' preso in causa, ma è facile criticare senza tener conto della situazione.

Comunque sono contento che si sia trovata una quadra anche con lei, con cui spesso e volentieri se umanamente c'è simpatia, purtroppo politicamente non ci si trova. Io quello che le chiedo è a volte di spegnere questo suo entusiasmo, perché ci sono degli altri fattori che devono essere tenuti in considerazione e che sono molto più seri e molto più importanti dell'attirarsi delle simpatie, che in realtà già ci sono e che nessuno le porterà via.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Molto brevemente, per ringraziare l'Assessore e i colleghi firmatari, nonché coloro che sono intervenuti in questa discussione. Penso che poi torneremo sicuramente su questo argomento, nel momento in cui si capirà effettivamente se ci sarà questo passaggio da documento a monumento e a che livello, diciamo così, di conservazione verrà classificato tale edificio. Potremo poi ragionare, secondo me e sicuramente noi faremo delle proposte, su come poi dovrà essere valorizzato questo monumento.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Sarò estremamente breve. Credo che quest'atto che approveremo oggi è certamente un fatto rilevante, perché si va a intervenire su questo immobile che ha un valore importante per la città. Certamente, il fatto che verrà classificato, vedremo con quale misura di tutela, è sicuramente significativo e giustamente, come sottolineava anche il consigliere Cognetta, sarà importante al più presto decidere il futuro di quest'immobile. Tra l'altro avevamo già affrontato la questione in diverse occasioni e l'indirizzo in parte già era stato evidenziato. Oggi si tratta di accelerare sui tempi, perché in questo anno certamente non si è gestito l'immobile, a mio avviso, nel modo in cui doveva essere fatto.

Presidente - La parola all'assessore Testolin.

Testolin (UV) - Per quanto mi concerne, anch'io non è che avessi gran voglia e neanche le necessità di entrare in questo discorso che era molto circoscritto, molto puntuale e aveva trovato la sintesi di un percorso condivisibile che andremo assolutamente a votare favorevolmente. Ma d'altra parte non si può approfittare sempre di spunti che esulano da contesti diversi, per pensare di poter dire tutto quello che si vuole pro domo sua, perché sinceramente quando si parla all'interno di quest'aula si ha e si deve avere anche una correttezza verso chi ci ascolta e cercare di fornire quelle informazioni che siano il più corrette possibile, o comunque che giungano in una maniera trasparente alla popolazione che ci ascolta, la quale ha tutto il diritto di esigere di conoscere i passaggi che in ogni circostanza vengono posti dall'Amministrazione e non solo per una storia che qualcuno si costruisce, come fa sovente la collega Pulz in merito a determinati argomenti, permettendosi di dire e credendo di poter dire tutto ciò che vuole, senza un supporto puntuale di quelli che sono stati vari passaggi.

Per quanto concerne l'aspetto della sicurezza e delle procedure che sono state attivate, penso che noi stiamo portando avanti una situazione che abbiamo ereditato e che è stata spiegata. La premura è attualmente quella di garantire la sicurezza, che per noi rimane il primo baluardo da salvaguardare nei confronti di questa situazione e per la quale ci siamo attivati con la richiesta di sgombero dei locali. Una richiesta di sgombero che non è stata abbandonata a sé stessa, ma che durante tutti questi mesi è stata gestita anche con le associazioni, per cercare di trovare delle alternative, che non sono semplici per tutto una serie di motivazioni che ci siamo già detti. Una serie di opportunità sono state fornite alle associazioni, che in qualche senso le hanno declinate, perché non confacenti alle loro aspettative e io mi permetto di dire che in casi di emergenza bisogna cercare di fare tutti un passo avanti per trovare delle soluzioni, non solamente arroccarsi dietro un "stavo meglio prima", perché evidentemente ci sono delle possibilità e delle situazioni che l'Amministrazione può mettere a disposizione, ma che non sono evidentemente quelle ideali o quelle che a tendere si vorrebbero raggiungere.

Per il resto, con gli uffici e con l'assessore Borello, si sta cercando di imbastire un discorso e qualcosa è già stato fatto in questo senso, anzi molto più di qualcosa, per capire anche quali siano le risorse finanziarie che servirebbero per intervenire su questo edificio, che non sono assolutamente banali e non sono reperibili dietro l'angolo. Questo edificio fa comunque parte di un progetto del quale potremo discutere in sede di DEFR o in sede di bilancio, per capire quale prospettiva dare a questo, ma anche ad altri edifici dell'amministratore pubblica, per i quali in questo momento non abbiamo la possibilità di intervenire in maniera così puntuale e così precisa, per una situazione finanziaria che non ci permette evidentemente di intervenire su tutto, ma è un progetto che vuole dare la possibilità di rilancio di tutti questi edifici e quindi un lavoro in questo senso si è fatto e si sta continuando a fare.

Per quanto riguarda le associazioni, solo per dare una anticipazione, nelle prossime settimane ci sarà una prima collocazione di alcune associazioni con le quali si è trovato una soluzione alternativa a Palazzo Cogne. Altre erano state proposte a un insieme di associazioni che, come dicevo, sono state declinate dalle stesse per motivi logistici. Si potrà cercare di rivedere queste opportunità, però penso che un passo avanti lo si faccia nel momento in cui si voglia trovare anche una soluzione, che per conto nostro è una soluzione che deve essere di transito, in attesa di una definizione complessiva del reperimento delle risorse, anche in funzione di situazioni come quella di oggi, che vedono un evolversi all'interno dello scenario di questa struttura. Quindi, solo per riportare un po' la pendule à l'heure, come si dice. Non è che non si è fatto niente: se non si sa, è meglio qualche volta informarsi prima di parlare.

Presidente - La parola al collega Daudry.

Daudry (AV) - Solo una piccola puntualizzazione. Intanto, ne approfitto per ringraziare del lavoro che è stato svolto su questo importante dossier e delle precisazioni che sono state portate dal Governo. Mi pare di aver sentito durante l'intervento della collega Pulz che ci sia un po' l'attitudine da parte dell'Ufficio di Presidenza e dei membri di maggioranza di partecipare agli appuntamenti dell'ANPI in magna cum pompa. In realtà noi partecipiamo su invito, con tutto il rispetto e la dedizione che questi appuntamenti meritano e soprattutto con tutta l'importanza che hanno. Penso ci sia la stessa attitudine di presenza a questi importanti appuntamenti, sia da parte dei membri di maggioranza, sia da parte dei membri di opposizione. Tra l'altro, ricordo che l'anno scorso abbiamo avuto la possibilità insieme di prendere parte a uno di questi appuntamenti, più precisamente a quello di Saint-Vincent, lei era presente insieme a noi e le è anche stata ceduta la possibilità di fare il suo intervento. Quindi mi spiace, perché quel suo inciso, a mio avviso, è stato fuori luogo.

Presidente - La parola al collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Vede, collega Pulz, l'intervento del collega Aggravi è stato assolutamente perfetto e le voglio solo ricordare una cosa. In questa regione il grosso problema è sempre stato il governare cercando di accontentare qualcuno piuttosto che non scontentare qualcun altro. Invece fare politica e governare seriamente significa avere il coraggio di fare le cose giuste indipendentemente dal consenso elettorale. Quando ci siamo trovati al governo e abbiamo dovuto prendere questa decisione guardando le perizie, immediatamente ci siamo trovati con un problema enorme, perché sapevamo benissimo che questo avrebbe creato grossissimi problemi. Infatti, contemporaneamente da una parte si cercava di trovare delle soluzioni alternative, ovviamente per poter permettere a tutte le associazioni comunque di trovarsi e avere altri locali dove potersi trovare, ma non potevamo di fronte a perizie di quel tipo non intervenire.

Bisogna avere il coraggio di fare le cose giuste, anche perché le domando: ma se davvero poi fosse successa qualche cosa, qualsiasi cosa, e noi non avessimo fatto niente, che cosa sarebbe successo? Il primo obiettivo chiaramente è tutelare l'incolumità dei nostri cittadini. Succede qualcosa a un bambino, che cosa si fa? Di chi è la responsabilità? È di chi non ha agito. E non agire di fronte a certe perizie non è assolutamente concepibile, non è assolutamente possibile. Anche perché ricordo che la Regione aveva già sgomberato tutti gli uffici e che cosa facciamo però: lasciamo gli altri saltare sopra i pavimenti come se niente fosse? Quindi, collega Pulz, bisogna sempre dire e fare le cose pensando un attimino se si fosse al governo quali sarebbero state le scelte che si sarebbero fatte.

Presidente - Possiamo mettere in votazione l'atto, colleghi? La votazione è aperta sul nuovo testo, con la dicitura letta in aula dall'assessore Viérin. La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.