Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2932 del 20 settembre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2932/XIV - Ordine dei lavori.

Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz per mozione d'ordine, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Mozione d'ordine, in quanto noi sul punto n. 19 abbiamo sentito lei, Presidente, dire che veniva rinviato al prossimo Consiglio. Ora essendo questo punto non un punto ordinario, ma nodale, avremmo voluto sentire da parte del collega Gerandin del perché è rinviato. Abbiamo iniziato la seduta, sentendo tutta una serie di affermazioni, dicendo che si sarebbe parlato più tardi. Legittimo, tutto giusto, però avremmo gradito avere un perché. Quindi nel corso dei lavori lei ha dato l'indicazione, Gerandin non è intervenuto, siamo passati al punto n. 20.

Io credo che il Consiglio, così come tutti coloro che seguono un po' le attività politiche, abbiano la voglia di sentire del perché. Torno a dire, tutto legittimo, tutto giusto, però dal punto di vista politico non mi pare così banale dopo tutti questi tormentoni: "tolgo la mia presenza e...". Capire questo. Scusi, Presidente.

Presidente - Capisco la sua richiesta, però già siamo al punto n. 21. Se mi interrompete al momento opportuno io mi fermo, ci mancherebbe, però io chiedo sempre e comunque se ci sono richieste di intervento. Nulla vieta, concludiamo magari il punto, poi se si vuole in qualche maniera, non c'è nessun problema. Io vi chiedo per correttezza, vi sollecito sempre l'intervento, non è che mi crei problemi dare la parola. Siamo ora al punto n. 21, il punto n. 20 è concluso, perché era una presa d'atto.

Ha chiesto la parola il Consigliere Perron sulla mozione d'ordine, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Per dire che mi unisco alle parole del collega Marguerettaz, ma lei, Presidente, ha accorciato drasticamente i tempi e non ci ha dato la facoltà di poter chiedere la parola su questo.

Francamente io, come altri colleghi, in Conferenza Capigruppo non ho capito fino in fondo le motivazioni del perché. Si è un po' passati a dire: c'è stata stamattina la creazione di questo nuovo gruppo, quanto piuttosto - se non ho capito male - riferire che il collega Gerandin sia di nuovo membro delle Commissioni fino al prossimo Consiglio. Allora è una partecipazione in maggioranza a intermittenza, se non ho capito male. Giustappunto il collega diceva se non sarebbe, anche per tutti noi Consiglieri, utile e necessario capire il perché, anche all'interno della maggioranza. Ci sembra una maggioranza che funziona un po' a orologeria: "fino a oggi faccio parte delle Commissioni, poi fino al 20 non sono più membro". Ora, se non ho capito male, la presenza in maggioranza è assicurata fino al prossimo Consiglio. Ci sembra una cosa un po' singolare, che francamente adesso possiamo anche un po' banalizzare, ma è una cosa importante che attiene al funzionamento di questo Consiglio e quindi mi permetto anch'io di sollecitare qualche motivazione in più affinché, non solo all'interno del Consiglio ma anche in chi ci ascolta, si capisca il perché del rinvio di questo punto, per capire se tutti i componenti di questa maggioranza sono strutturalmente facenti parte di questa maggioranza, oppure se c'è un ragionamento a intermittenza che va fino a una certa data, poi viene rinviato, poi viene riconfermato.

Credo che un'esigenza di chiarezza sia più che mai manifesta.

Presidente - Io chiedo scusa, nella riunione della Conferenza dei Capigruppo probabilmente la mia tendenza alla sintesi implica a volte l'incomprensione, quindi non ci siamo capiti correttamente su quali erano gli intendimenti.

Chiedo venia, non so se c'è da parte del collega Gerandin la volontà d'intervenire per dare la motivazione. Io gli do la facoltà di farlo.

Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Semplicemente per dire che questo punto non è stato annullato o ritirato, è stato semplicemente posticipato al prossimo Consiglio, per cui quello che pensavo di dire in questo Consiglio lo dirò nel prossimo, non cambia nulla.

Sul resto, è inutile che si faccia la discussione su un punto che non è neanche più all'ordine del giorno. È stato posticipato, però se qualcuno vuole qualche chiarimento, non c'è alcun problema. Io alcuni minuti fa ho formalizzato per iscritto che, comunque, le mie dimissioni rimangono un atto politico che non è una mancanza di sostegno a questa maggioranza, ma che a me serve per in parte denunciare alcuni metodi che non ho condiviso, come ho espresso quando facevamo le riunioni di maggioranza. Il mio sostegno a questo Governo rimane. Proprio perché voglio mantenere questo sostegno al Governo, non voglio far mancare l'attività delle Commissioni, che sarebbe in parte paralizzata qualora io non garantissi la presenza in quota maggioranza, per cui io continuerò fino al prossimo Consiglio ad essere in quota maggioranza, dopo di che si aprirà una discussione.

Io penso sia legittimo aprire una discussione, però io in quest'aula non ho mai fatto mancare una volta il voto. Mi sono semplicemente permesso di mettere in discussione ? come avevo fatto precedentemente quando ero in minoranza ? alcuni metodi, scelte che non ho condiviso e, quando non condividerò, continuerò a manifestare. Io qualunque ruolo abbia in questo Consiglio, quando c'è qualcosa che non condivido, ho il brutto o il bel vizio di dire quello che penso, pertanto è inutile - mi pare - andare a discutere su un punto che non è all'ordine del giorno.

C'è stata una riunione di maggioranza, mi pare che la prassi sia quella per cui la Capigruppo, su proposta del Presidente, individua la composizione delle Commissioni. La Capigruppo, finita la riunione di maggioranza, ha accettato che questo punto venisse discusso al prossimo Consiglio. Pertanto, torno a dire, sarò felice di discuterne il prossimo Consiglio.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Credo che sia un po' difficile spiegare se siamo in Consiglio regionale o al bar. "Bevo adesso o dopo? Come faccio ad arrivare a ottenere certi risultati, se do già le dimissioni? Le minaccio, non le do? La prossima". Diventa difficile spiegare le ragioni per le quali si sono date le dimissioni. Le motivazioni che sta adducendo adesso erano già note quando ha dato le dimissioni per il 20, o almeno ha messo l'orologio di questa maggioranza a tempo? Adesso arriviamo al 20 e dice: "no, scusa, ho sbagliato, l'orologio lo sposto al 4 o al 5". Scusatemi, ma questo non ha giustificazioni, perché quello che ha detto adesso, lo sapeva già quando ha affermato: "io mi sposto al 20". La stessa cosa. Mi dispiace, ma veramente io credo che sia molto difficile spiegare un tipo di ragionamento a tempo, a tappe. "Facciamo le tappe: fino al 5". Poi il 5 dice: "non basta ancora, allora vado fino al". Allora tanto vale dire: "io sto in Commissione e buonanotte". Non c'è bisogno di mettere all'ordine del giorno un punto, che francamente è un po' una presa in giro, permettetemi.

Il discorso delle dimissioni portava tutta una serie di ragionamenti, ecco perché c'è stato (e c'è) questo disappunto. Poi le scelte sono individuali, per carità, rispettiamo tutto, però questo francamente è un atteggiamento che è la prima volta che si verifica in Consiglio. Mai successa una roba così. Questo è un unicum nel panorama. Ne abbiamo viste di tutti i colori, mai vista questa roba. "Mi dimetto lunedì. No, sbagliato. Lunedì dico che mi dimetto sabato. Però sabato forse c'è la domenica, mi dimetto poi mercoledì".

Scusate, non è pinnacola o quale gioco, non so. Io veramente sono un po' in difficoltà a immaginare cosa può pensare uno all'esterno che dice: "un Consigliere cosa pensa? Pensa di ragionare nei termini di: sposto l'asticella un po' più in là, un po' più in là. Intanto arriva non so che cosa, Babbo Natale".

Noi vogliamo esplicitare tutto il nostro disappunto. Le scelte sono tutte legittime, però con delle motivazioni che siano serie. Se vuole rimanere nella Commissione, nessuno le ha detto di andare via. Può rimanere nella Commissione quanto vuole, nessuno ha chiesto niente. Quindi voglio solo dire che questa parte qui ci dispiace un po', perché non l'abbiamo capita. Tutto lì.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Vede, collega Rollandin, non è la prima volta che succede che qualcuno dà le dimissioni per non mettere in discussione il funzionamento dell'attività delle Commissioni. Non è la prima volta, perché l'ha già fatto la sua collega Marilena Péaquin. Faccia mente locale, prima di dare lezioni!

Come no? La collega Marilena Péaquin ha fatto esattamente la stessa cosa, nel senso che, quando ha dato le dimissioni, ha detto che, per garantire l'attività delle Commissioni, riteneva opportuno garantire la sua presenza fino al prossimo Consiglio. Dopo di che - torno a dire - io le motivazioni le darò. Se avevo voglia di rimanere nelle Commissioni, ci potevo stare, a me quello che interessava era il segnale politico. Per cui non sarà di certo lei, collega Rollandin, che mi dirà cosa devo fare. Anche se devo vergognarmi o meno, guardi che io volevo dare un messaggio molto chiaro; penso nel mio piccolo di averlo comunque dato, perché ho manifestato il mio malessere, continuerò a farlo. Con questo ho detto che non toglierò il mio sostegno a questo Governo, però voglio essere libero di dire quello che penso. Come le dicevo, quando era Presidente, che non condividevo su tanti aspetti, voglio e ritengo di avere il diritto di continuare a dire questo, perché a differenza magari di quelli che hanno sostenuto la sua maggioranza ? e che magari in questi anni non hanno voluto o hanno scelto di non esprimere il loro pensiero ? io il mio pensiero lo esprimerò, piaccia o meno.

La scelta di posticipare al prossimo Consiglio non è stata mia. Io le garantisco che non è stata mia, è stata di una maggioranza che ha chiesto un riequilibrio nelle Commissioni, perché doveva valutare la nuova situazione politica - come ha detto giustamente il suo capogruppo Perron - anche a seguito della costituzione del nuovo gruppo. Questo è il motivo, e io l'ho accettato per questo. Non intendo, non ho voglia e non mi sento di essere parte in causa per eventualmente impedire l'attività delle Commissioni e di questo Consiglio.

Questo è quanto, per cui io sono serenissimo e quello che dovrò dire, lo dirò nel prossimo Consiglio.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà. Poi chiudiamo, non è che possiamo continuare all'infinito con gli stessi interventi.

Marguerettaz (UV) - Vede, collega Gerandin, ognuno di noi ha una posizione che è legittimato giustamente nel sostenere; quello che noi abbiamo avuto modo di dire è che sarebbe stato molto più chiaro se, dopo la richiesta di rinvio, avesse preso la parola e avesse detto: "la maggioranza mi ha chiesto di rinviare le dimissioni". Ovviamente poi ognuno avrebbe fatto le proprie valutazioni, perché se lei avesse detto questo - poi torno a dire, io magari sono maligno - uno diceva: "benissimo, la maggioranza non è più tale e quindi non è nella condizione di esprimersi, prendiamoci quindici giorni". Questa è la valutazione che faccio io. Qualcuno dice: "no, noi vogliamo riflettere". Poco importa. Legittimo, tutto giusto. Io però le posso fare un appunto. Che con l'affermazione che ha reso, tirando in ballo la collega Péaquin, lei ha avuto una caduta di stile di cui si dovrebbe vergognare, perché la collega è stata nominata in virtù di una votazione segreta fatta con (ahimè, li abbiamo conosciuti) dei franchi tiratori, che hanno votato un nome che non era quello indicato dalla maggioranza. Per cui la collega Péaquin, in modo responsabile, pur avendo subito una presa in giro da parte dei colleghi, ha tenuto fede al proprio mandato.

Per cui mi faccia dire, lei dica tutto quello che vuole, però non tiri in mezzo delle persone facendo delle forzature di cui non dovrebbe per niente essere fiero, anzi.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Io non so se ho partecipato alla Capigruppo giusta, perché anch'io, come il collega Rollandin, sono in grande difficoltà, perché al collega Gerandin è stato chiesto di rinviare al prossimo Consiglio le sue dimissioni. È stato chiesto, non è una sua iniziativa, è stato chiesto in presenza di tutti i capigruppo, compresi quello dell'Union Valdôtaine e il collega Baccega. Questo è stato detto all'interno della Capigruppo, oppure io ho partecipato a un'altra Capigruppo. Non mi pare che sia una sua iniziativa, è stata una proposta alla Capigruppo del Presidente, che ha proposto di rinviare al prossimo Consiglio questo punto all'ordine del giorno, anche in virtù - ci è stato detto - di una revisione del regolamento, perché il nostro regolamento non precisa con chiarezza che ogni Consigliere regionale dovrebbe partecipare almeno a una Commissione. In quest'aula ci sono Consiglieri che non partecipano a nessuna Commissione. Mentre ce ne sono altri che partecipano a più Commissioni, e probabilmente è giusto fare una riflessione su questo fatto. Dal momento che i Consiglieri membri di Commissione, se non partecipano, subiscono una penalizzazione; chi non partecipa a nessuna Commissione, evidentemente non subisce nessuna penalizzazione, non essendo membro di Commissione. Quindi il Presidente Rosset ha proposto di rinviare questo punto al prossimo Consiglio per poter fare tranquillamente un ragionamento. Quindi veramente trovo tutta questa discussione pretestuosa.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (EPAV) - Non per fare polemica, ma semplicemente per chiarire. La posizione della maggioranza ci è stata comunicata dal presidente Rosset, e noi ne abbiamo preso atto, ma era una richiesta della maggioranza. Poi il presidente Rosset successivamente ci ha detto: "è un'opportunità che ci permetterà di andare a valutare sul nuovo regolamento".

Ma la scelta del consigliere Gerandin è stata presa all'interno della riunione di maggioranza, non all'interno della riunione dei capigruppo. Questo per chiarire. Poi capiamo: nuovi gruppi, nuove posizioni, capiamo che ci può essere una impasse che può generare situazioni di questo tipo, però diciamo le cose come stanno. Quindi in questo senso noi vogliamo che ci sia chiarezza. Abbiamo partecipato anche noi alla Capigruppo, che ha detto queste cose.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Mi inserisco in questo dibattito confuso che non vorrei diventasse più confuso. Sentite le cose che stamattina abbiamo sentito ? è nato il nuovo gruppo ed Elso Gerandin ha di nuovo confermato che dal 12 ottobre, secondo lui, scatta un timer diverso ? e valutate politicamente tutte le situazioni, come gruppo UVP, all'interno della maggioranza, ci sentiamo di dire che in questo momento non ci sono le condizioni politiche necessarie per confermare delle scelte e di prenderci il tempo, come maggioranza, se lo siamo ancora; evidentemente lo siamo a tempo in questo momento. Quindi, se la situazione sarà a suo tempo definita, sarà un altro discorso.

Ma io non vorrei confondere la chiarezza con cui il collega Gerandin esterna in ogni occasione, perché il più chiaro di tutti è sempre stato lui. Adesso ci ha un po' confuso con le date, ci ha dato qualche giorno in più, un giorno in meno, ma è sempre stato molto chiaro. Sono altri che non vogliono ascoltare le cose che il collega ha detto, e ha detto bene. Evidentemente non ci stiamo neanche come UVP - e parlo anche a nome del collega Laurent Viérin - a farci dare delle pagelle. Non è che si sta in piedi solo se la pagella è buona. Forse, se sulle nomine avessimo potuto dire tutto quello che volevamo, anche noi avremmo evitato certe scelte. Chiaro che quando le maggioranze sono un po' deboli, si fa un po' come si può. Però non è che poi qualcuno può dire: "avrei fatto meglio, avrei fatto peggio". È una situazione politica che è venuta fuori, che è questa, dove non è che qualcuno può uscirne meglio o peggio degli altri. È questa. Abbiamo fatto tutti il massimo, però o sei dentro o sei fuori nelle cose. Non c'è tanta possibilità di fare diversamente. Quindi il collega Gerandin ha semplicemente confermato questa situazione. Stamattina ha detto che dal 12 ottobre la sua valutazione sulle cose sarà questa, io dico che noi porteremo come gruppo UVP, al nostro movimento questa situazione e da lì si cominceranno le valutazioni, perché altrimenti vuol dire che non ci stiamo ascoltando. Quindi nella riunione di maggioranza non è che gli sia stato chiesto di dimettersi, ma non ci sono le condizioni politiche oggi per esprimere dei nomi. Questo è stato detto. Non ci sono le condizioni politiche oggi per fare delle scelte di sostituzione dei nomi nelle Commissioni.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Spero di non mettere anch'io confusione, ma siccome ci spendiamo in questioni metodologiche, io credo che sia opportuno fare un rilievo anche sul metodo. Ci sono due questioni: una è che io sono venuto qua con all'ordine del giorno al punto n. 19, allegato all'ordine del giorno "Sostituzione componenti in seno alla Commissione": "ha rassegnato le dimissioni dalla I, II e V Commissione a decorrere dal 20 settembre 2017...", tra l'altro anticipato da dichiarazioni giornalistiche, in cui il collega Gerandin dice: "io ho presentato le dimissioni, ma resterò in V Commissione" e via dicendo. Questa è una questione politica che attiene alle cose che avete detto voi oggi, e che è sinonimo, se vogliamo, anche di una certa frizzantezza di dibattito all'interno della vostra maggioranza. Ma dall'altra parte è una questione di metodo. È l'ennesima questione di metodo.

Riguardo all'altra questione di metodo, Presidente Rosset, non so se era il pretesto per dire "rinviamo al prossimo Consiglio la discussione delle dimissioni di Gerandin", lei ci preannuncia che verrà modificato il regolamento e che verrà discusso ? qualcuno le ha detto lo discutiamo prima in Commissione regolamento ? e le indicazioni che voi darete è che ognuno occupi un posto da titolare. Ma guardate che non funziona così, perché se c'è una maggioranza di ventisei o di ventisette, non è che i posti si moltiplicano ad libitum. Ci sono delle logiche che attengono alla minoranza e alla maggioranza. Anche questa cosa qua, che mi piacerebbe analizzare e fare delle simulazioni (ma a mio parere è una sparata) è l'ennesima questione di metodo che io pongo lì. Vogliamo cominciare a dire come stanno le cose?

Il collega Bertschy è l'unico che ha detto le cose chiare, ma nemmeno il protagonista di questa vicenda le ha dette chiaramente. Il collega Bertschy ha detto che ci sono dei problemi di dialogo, di ragionamento e di assetti all'interno, ma io lo capisco. Avete un gruppo nuovo che sono in cinque, hanno sei cariche apicali, sono lì che fanno gli assi pigliatutto e contano il due di picche da un punto di vista di capacità politica, di attrazione, di consenso, eccetera. Ma lo farei io per primo! Vi chiederei di mettere da parte due posticini, due poltroncine nell'ufficio di Presidenza. Ma le vogliamo rimettere in gioco all'interno della maggioranza, o fate come quelli che si prendono quattro Assessorati in tre? Siete un po' anomali come gruppo, allora, bene! Che si dica che siccome siete lì che vi state "ranzando" un po' tutti, com'è nella migliore tradizione democristiana, sarebbe il caso di darsi una calmata e di rivedere gli assetti interni.

Al di là poi se dura o non dura questa maggioranza, il vero obiettivo di tutta questa faccenda è di mettere in discussione un equilibrio interno che, allo stato attuale, si sostiene sulle poltrone (ed è evidente) e che si sta frantumando per questioni di poltrone. Ma io credo anche per questioni altre, cioè per questioni di inconsistenza politica di chi c'è lì dentro.

Presidente - Non ci sono altri interventi, possiamo chiudere l'argomento.