Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2604 del 17 febbraio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2604/XIV - Costituzione di una commissione consiliare d'inchiesta, di cui all'articolo 21 del Regolamento interno, sull'acquisto da parte di CVA S.p.A. di turbine e di altro materiale proveniente dalla Cina. (Approvazione di una risoluzione)

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere l'ordine del giorno con il punto n. 1. Ha chiesto la parola il Consigliere Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Oggi in questo Consiglio straordinario abbiamo presentato questa risoluzione per la costituzione di una commissione speciale d'inchiesta. Richiamata la risoluzione del 25 gennaio scorso con la quale è stata approvata all'unanimità la richiesta al Presidente della Regione "di intervenire per il tramite di Finaosta al fine di dare mandato al Consiglio di amministrazione di CVA per rimuovere dai rispettivi incarichi il dottor Trisoldi e il dottor Giachino, visto il venir meno del rapporto di fiducia; considerato che non è stata data attuazione a quanto deciso dall'intero Consiglio regionale, sulla base del venir meno di un rapporto fiduciario con i vertici di una società interamente controllata dalla Regione; viste le dichiarazioni degli interessati, nonché le ulteriori tematiche, emerse nelle ultime settimane, relativamente alla risoluzione in questione e che necessitano di ulteriori approfondimenti, si chiede con questa risoluzione al Consiglio di deliberare di costituire, ai sensi dell'articolo 21 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale, una commissione consiliare d'inchiesta con l'incarico di verificare e approfondire le modalità con le quali CVA S.p.A. ha proceduto all'acquisto di turbine e altro materiale proveniente dalla Cina al fine di verificare la qualità delle forniture aggiudicate; di stabilire che la commissione sia composta da otto Consiglieri regionali, uno per ciascun gruppo consiliare presente in Consiglio regionale; di stabilire che al termine del proprio operato, nel corso del quale essa potrà acquisire atti e procedere ad audizioni, la commissione d'inchiesta rimetterà al Consiglio una relazione conclusiva in cui saranno evidenziati gli esiti dei lavori con particolare riferimento alla qualità delle forniture di turbine e altro materiale proveniente dalla Cina; di disporre che la commissione d'inchiesta svolga il proprio mandato entro il 31 marzo 2017; di assimilare la commissione consiliare d'inchiesta alle commissioni permanenti del Consiglio e di investirla del potere di compiere le attività utili al raggiungimento dei compiti affidati, avvalendosi del supporto delle strutture amministrative del Consiglio regionale e ricorrendo, se necessario, alla collaborazione di esperti nelle materie relative al mandato ricevuto, nominati dall'Ufficio di Presidenza su proposta della commissione stessa.

Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Aspettiamo che si distribuisca la risoluzione o inizio con il mio intervento, Presidente?

Presidente - Direi che può iniziare.

Nogara (UVP) - La motivazione della convocazione di questo Consiglio straordinario è l'istituzione di una commissione d'inchiesta per approfondire, ma soprattutto confermare quanto già in parte è emerso in quest'aula in seguito al lavoro ispettivo di alcuni Consiglieri regionali sull'acquisizione di turbine e altro materiale proveniente dalla Cina e per verificarne la qualità e la durata nel tempo, questo è l'obiettivo. A questo punto vorrei chiarire alcuni aspetti di questa vicenda con argomentazioni tutte supportate da documentazione e voglio fare riferimento alla lettera - che doveva essere riservata probabilmente, ma che tutti gli organi di stampa nel giro di un'ora hanno avuto - del dottor Trisoldi, dove ad un certo punto si dice: "il tutto con il solito obiettivo di delegittimare, usando informazioni non vere, ovvero rappresentate in modo distorto". Io oggi vorrei in questa sede supportare tutto quello che dico con della documentazione, così non abbiamo di questi problemi. Questa lettera, tra l'altro, è scritta con un minimo di arroganza.

Vorrei cominciare proprio con i punti che dovrebbero interessare il Consiglio intero. Iniziamo dai rendimenti dei macchinari, di cui da moltissimo tempo in quest'aula se n'è parlato. Dico per chi fosse interessato che abbiamo, da una parte, i contratti che sono qua a disposizione di tutti, dove sono previsti i rendimenti e, dall'altra parte, abbiamo le dichiarazioni in commissione consiliare degli ingegneri, del dottor Trisoldi, del dottor Giachino, dove si dice che di rendimenti non c'è traccia. Tra l'altro, vorrei legarmi anche all'incontro che abbiamo fatto, lei, Presidente, il dottor Trisoldi e il Consigliere Cognetta dove alla domanda: "c'erano dei rendimenti?" - era presente anche lei, Presidente, infatti ha fatto anche lì un'annotazione - il dottor Trisoldi ha detto: "purtroppo, su 30 giranti abbiamo fatto solo 2 prove", questo è documentato in tutti i modi e in tutti i sensi; poi abbiamo i contratti e ogni contratto prevede un rendimento. La cosa buffa, la cosa strana è che, quando siamo andati in commissione, abbiamo chiesto ai tecnici e agli ingegneri come stabilissero questi rendimenti per fare un contratto, ci hanno risposto tornando indietro con lo storico, con le prove di resa - che io ho qua: tutte le vecchie prove di rendimenti dei macchinari - in base alle quali loro stabilivano appunto il rendimento. La cosa che ci è apparsa subito strana è che, quando si sono state acquistate queste macchine e questo materiale, i rendimenti erano inferiori soprattutto per una sfumatura, una piccolezza: c'è una normativa che prevede che ci sia una forbice dell'1,5 percento in meno che si può tollerare; ci siamo trovati in tutti i rendimenti con uno storico - adesso vi faccio un esempio banale - che dava 90, e magari nel contratto si chiedeva l'87, oppure si chiedeva il 90, però con la forbice dell'1,5 è chiaro che si andava all'88,5. Sembra una stupidaggine o una piccolezza, ma questi scostamenti fanno perdere un sacco di soldi.

La terza problematica che a noi preme per cui siamo preoccupati è il materiale soggetto ad usura precoce. Abbiamo visto che grandi rendimenti non ci sono, ma abbiamo visto - e questo è da verificare - ma ci è stato già anche confermato in commissione, e qua ci sono tutte le registrazioni delle commissioni, che in diverse centrali idroelettriche della regione abbiamo già dovuto cambiare, dopo due anni, dopo un anno, dopo un anno e mezzo, delle turbine. Soprattutto sulle turbine questa è una grossa problematica, perciò noi vorremmo anche avere delle rassicurazioni su quanto questo materiale dura. Già non abbiamo delle grandi rese, in più se dobbiamo buttarle via dopo un anno e mezzo, due o tre, quando noi avevamo una storicità di turbine che giravano per sette-otto anni...questa mi sembra un'assurdità.

Senza dimenticare che un'affermazione che veniva sempre fatta in tutte le commissioni consiliari dove abbiamo parlato di queste problematiche...la Direzione ci diceva solo che queste scelte erano state fatte perché costavano anche meno. A parte che hanno appaltato 100 milioni di euro tra l'acquisto di materiale cinese e opere civili con appalti diretti praticamente, gli unici due appalti fatti della Water Gen Power che forniva materiale alla CVA li ha persi tutti e due, però se li è comunque acquisiti perché c'erano i patti parasociali e allora gli si diceva: "questi hanno offerto questo, voi offrite di meno?", "sì" e se li sono presi. Diciamo perciò che anche sul costo dei materiali ho dei dubbi, perché noi abbiamo anche coinvolto dei tecnici chiedendo loro i prezzi di questo materiale in Cina: rispetto al materiale in Europa, il materiale cinese costa un terzo, si vede per i trasporti e per i lavori. Senza poi pensare a tutti i lavori che sono stati fatti su questo materiale da ditte italiane affinché questo materiale possa essere un minimo performante.

Non dimentichiamoci a questo punto la Water Gen Power, la funzione che ha avuto in tutta questa vicenda. C'era una partecipazione del 35 percento, è stata rivenduta al dottor Mario Bianchi, che è il proprietario della Water Gen Power, non abbiamo ancora visto un euro e non si sa se li vedremo.

Un'altra cosa molto importante da segnalare è che non bisogna fare delle confusioni tra i rendimenti e la produzione, perché se parliamo di rendimenti, parliamo di rendimenti delle macchine; quando andiamo sulla produzione, qui è un discorso un po' delicato che ci vorrebbe troppo tempo per spiegare il perché...solo un attimo, Presidente, per chiudere.

Oltre a tutte queste problematiche che ho esposto sul materiale cinese, alle problematiche che abbiamo avuto in questi anni, non dobbiamo dimenticarci la scadenza delle concessioni. Noi abbiamo tra poco la scadenza delle concessioni, che sono molto importanti a cui bisognerà sicuramente pensare. Noi abbiamo detto che ci è mancata la fiducia in questa Dirigenza, non dimentichiamoci che si continuano a comprare impianti eolici, lo veniamo a sapere dai giornali, speriamo bene che siano degli investimenti che ci possono portare un quid in più.

Questo è un pettegolezzo, probabilmente mi sbaglio, forse ho fatto anche degli sbagli...

Presidente - Le chiederei di concludere, per cortesia. Ha un secondo intervento.

Nogara (UVP) - ...nella mia esposizione, ma ci è venuto all'orecchio che sembra che Finaosta il parere legale per sapere se il dottor Trisoldi debba lasciare il suo incarico lo abbia chiesto ad uno studio legale che ha sempre lavorato per CVA.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Da un certo punto di vista sono soddisfatto del risultato della discussione che abbiamo cominciato quest'oggi. Vorrei ricordare a tutti che in questo Consiglio regionale a luglio del 2013 presentammo come forze di opposizione in 17 una risoluzione del tutto simile a questa, che venne respinta con 18 voti della maggioranza contro 17 dell'allora opposizione. In quella risoluzione si chiedeva la stessa cosa che viene chiesta oggi, non si avevano le prove...provate che sono arrivate grazie alle risposte agli accessi agli atti che sono stati fatti. Negli anni le commissioni che si sono occupate di CVA e i singoli Consiglieri hanno ricevuto solo dinieghi e, se mi permettete di dirlo, anche schiaffoni in faccia molto forti da parte dell'attuale Dirigenza, che si è rifiutata categoricamente, sempre e comunque, o alle richieste dei singoli, o alle richieste della commissione di dare risposte chiare ed esaurienti.

Nessuno qui vuole fare processi alle intenzioni; ricordo che nel Consiglio di gennaio di quest'anno che al Presidente Rollandin ho risposto che, qualora ci fossero stati risultati che avessero smentito quanto scritto nella mozione, sarei stato il primo a dire: "basta, non parliamone più di questa questione, mi sono sbagliato, avete ragione voi, la questione si chiude qua", invece nel Consiglio successivo, dati alla mano, come ha ricordato il collega Nogara, abbiamo scoperto che invece i dati non ci sono.

Le questioni tecniche a cui accennava il collega Nogara sono altre. Io ho qui le prove, sempre trasmesse direttamente da CVA rispetto alle giranti di Avise e di Valpelline, fatte all'interno di CVA stessa, i cui risultati spesso dichiarano che queste giranti hanno dei grossi difetti. Sono dichiarazioni fatte direttamente dai tecnici interni a CVA. Non tutti quindi sono stati, per quanto mi riguarda, a guardare altro o hanno omesso di fare il proprio mestiere, sono persone che l'hanno fatto, lo hanno scritto, lo hanno dichiarato e lo hanno trasmesso, dopodiché le cose sono rimaste lettera morta e si è continuato tranquillamente per la propria strada.

La questione, secondo me, non è soltanto di rendimenti, lo ha accennato brevemente il collega, ma io mi riferisco anche alla produzione, perché quando hai un impianto che non funziona, anche la produzione ne risente. Io stesso ho denunciato il fatto che spesso ci sono stati degli esuberi nella gestione dei prelievi dell'acqua, perché è questo che accade per riuscire a mantenere un minimo in esercizio accettabile gli impianti della CVA.

Tutto questo mi fa dire che forse è il momento di vedere un po' più chiaro su ciò che sta accadendo, visto che qualcuno si sente in diritto e in dovere di dire che ha fatto tutto secondo le regole, che sicuramente è tutto a posto, che lo facesse vedere, che problema c'è? Se non hai nessuna paura, se non hai fatto nulla, almeno ci togli i dubbi definitivamente a tutti e la finiamo di discutere di questa storia. Anche questo ostinarsi mi sembra piuttosto strano da parte di qualcuno. A questo punto io credo che il partito degli onesti onestamente possa dire che possiamo andare avanti tranquillamente e votarla convintamente, così come ha votato tranquillamente la rimozione dei vertici che aveva nominato...e poi si chiedono i pareri legali.

Un accenno anche a quanto ci porta oggi nei fatturati CVA. Qualcuno dimentica qui che, come Regione, a bilancio abbiamo un debito di 42 milioni di euro circa che paghiamo ogni anno per pagare CVA, ma che non è scritto nei bilanci CVA, quindi, quando CVA fa un utile di 50 milioni, in realtà è solo di 8, perché 42 li mettiamo noi. Quando CVA ha fatto un anno un utile di 3 milioni, perché c'era la famosa multa da pagare, è andata sotto di 39 milioni. Per carità, hanno fatto risultati incredibili, chi può dire che non è vero? Solo che i debiti li paghiamo noi come Regione e gli utili se li tiene CVA in gestione speciale e poi qualcuno li gestisce come crede. Mi sembra interessante come modo di lavorare...

(interruzione dell'Assessore Perron, fuori microfono)

...lo so, Assessore, non è proprio così, stia tranquillo, poi ce n'è anche per lei...stia tranquillo, ci arriviamo, stavolta non è andato in ferie...adesso è qua, parliamo...

Questo modo di gestire le cose quindi non è stato, secondo me, molto trasparente e molto chiaro.

Arriviamo quindi al discorso della risoluzione. Io non so chi sarà nominato Presidente di questa commissione, negli uffici non ho avuto neanche il tempo di informarmi, io credo che la risoluzione sia corretta, sostenibile e così via. Aggiungo che credo che non debba essere dato nessun tipo di emolumento al Presidente di commissione, chiunque esso sia, anzi quei soldi servono chiaramente per avere la possibilità di chiamare degli esperti, perché c'è bisogno anche di esperti indipendenti - e sottolineo "indipendenti" -, che sono mancati fino adesso in tutta questa storia, per chiarirci finalmente quali sono le questioni, per chiarirle a tutti.

Il pericolo più grosso che stiamo correndo è che CVA diventi un altro Casinò, una società che ci dava degli utili e che invece oggi ci dà solo perdite. Non vorrei poi ricordare chi ha imbastito tutto quanto questo discorso, perché è una questione di tempi, ma comunque le responsabilità politiche sono tutte quante presenti qui in quest'aula, di chi ci ha portato a questa situazione.

Non c'è niente di male a fare una commissione d'inchiesta, se è prevista dal Regolamento, credo sia una cosa standard, anzi credo che sia ad un certo punto un nostro dovere. Se qualcuno invece ritiene che in questo ci sia soltanto un intento persecutorio o il fatto che chissà che cosa dobbiamo tirare fuori o chissà quale guerra dobbiamo fare...per quanto mi riguarda, l'unica preoccupazione che ho io - che voi ci crediate o no, ma sicuramente non ci credete perché avete un tipo di testa che sicuramente non è così... - è che quella società funzioni, perché non ho interessi personali di nessun tipo lì dentro, e nessuno del mio gruppo anche, invece qualcun altro deve difendere i propri interessi. È il caso che magari chi ragiona di sviluppo ci pensi a questo per il bene dei valdostani.

Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Discuteremo dopo della situazione politica, quindi adesso ci concentriamo sulla risoluzione che abbiamo proposto, che è una risoluzione simile a quella che abbiamo proposto quattro anni fa, che ci fu in maniera violenta bocciata e l'attuale Presidente CVA scrisse qualche settimana dopo alla commissione competente: "sappiate, cari colleghi Consiglieri, che il Consiglio regionale in data 26 luglio 2013, evidentemente non ritenendo fondate le motivazioni poste alla base della mozione proposta, né ritenendo l'esistenza di alcuna necessità, ovvero utilità in ordine alla costituzione di una tale commissione, non ha approvato la predetta mozione". Questo è quanto il Presidente di CVA, nominato da Finaosta, per il tramite del Governo regionale, ha scritto qualche settimana dopo per dire: "non vi interessano e la mozione non è stata assolutamente approvata". Poi sempre sugli schiaffi che abbiamo ricevuto da questa governance in questi nove anni, perché non solo il Presidente di CVA e il Direttore generale hanno a cuore il gruppo CVA...io parlo per il gruppo di ALPE, noi abbiamo a cuore soprattutto i risultati e la nostra società, che l'azionario è comunque il Consiglio regionale e non i due nominati...ci scrissero questo: "sulla scorta di quanto esposto, non appare comunque sussistere - questo è il Presidente di CVA - neppure l'interesse diretto e attuale e pur connesso al mandato politico ricoperto dai Consiglieri ad ottenere tra loro più disparate informazioni richieste", come dire: ai Consiglieri non dobbiamo non solo rendere conto, ma non vi informiamo minimamente: nessuna informazione, perché non è cosa vostra. Grazie a dei colleghi, da qualche mese possiamo avere delle risposte puntuali, a seguito però di una sentenza che dà la possibilità non solo a noi Consiglieri, ma alla comunità tutta di avere quelle informazioni su un tema sul quale da troppi anni (nove) diversi colleghi à maintes reprises sono intervenuti. Il primo che analizzò e affrontò nella passata legislatura questo tema della fornitura in Cina, fornitura che CVA ha messo in campo facendosi fornire del materiale cinese, fu il collega Tibaldi nel 2008, che nei primi mesi 2008 e 2009 affrontò diverse volte in questo Consiglio, poi il gruppo ALPE cercò di mettere in evidenza cosa il gruppo stesse facendo in quegli anni e poi i colleghi Nogara e Cognetta affrontarono specificatamente questo dossier in una cornice più ampia, dove il nostro gruppo ha sempre cercato di portare il suo contributo per avere delle risposte puntuali. Vi leggo un passaggio molto importante dal nostro punto di vista. Questa fu la prima dichiarazione nel mese di ottobre 2008: "al fine di garantire - questo è il centro del dibattito - una maggiore concorrenzialità nella fornitura, CVA ha deciso di esplorare il mercato cinese, ad oggi sicuramente molto interessante sia per i programmi di investimento nel settore idroelettrico nel Paese, con conseguente creazione di una propria industria di base, sia per la nota competitività delle produzioni. Non credo siano sfuggite le opere a livello di produzione idroelettrica previste in Cina, che portano degli investimenti non proporzionali ai nostri, ma di gran lunga più rilevanti". È importante questo passaggio perché è da lì che si iniziò il percorso.

Altre due riflessioni. Noi riteniamo necessario/obbligatorio...e speriamo ci siano le condizioni per approvare questa risoluzione che abbiamo presentato per una questione di chiarezza nei confronti dei valdostani, in particolar modo dei dipendenti di CVA, che lavorano a contatto degli impianti di Avise, di Champagne 1 e 2, Quart, Signayes, Valpelline, e in generale per capire se sono state assunte decisioni contrarie alla buona gestione o addirittura dannose per il gruppo CVA, se siano stati compiuti degli abusi, degli illeciti o semplicemente delle leggerezze, oppure, come sostengono gli attuali vertici, tutte le loro scelte sono state lungimiranti e vantaggiose per l'attività di impresa di CVA.

Il Presidente e Amministratore delegato della società ha definito: "incontrovertibile che la gestione e l'esercizio di impresa di CVA posti in essere sino ad oggi abbiano portato il gruppo a traguardi inimmaginabili". Se così dovesse risultare dall'approfondimento che si intende svolgere, tutti saranno ben lieti di prenderne atto; non solo, prendete, prendiamo l'impegno fin d'ora di diffondere pubblicamente l'esito dell'inchiesta nei minimi dettagli sia che da essa risultino comportamenti e scelte discutibili, sia che ne risulti invece un'incontrovertibile capacità manageriale e strategica in capo ai responsabili delle scelte operate.

Intanto però una segnalazione vorremmo farla, vorrei farla, sarebbe utile per poter approfondire i dati reali, perché l'immaginazione al potere, così come evocata dal Presidente di CVA, spaventa un po' se devo dire la verità. E poi "inimmaginabili" da chi, in base a che cosa sarà molto interessante farcelo spiegare, perché ad oggi noi quei risultati, quei dati non li abbiamo, quindi: quanto sarebbero costate le turbine acquistate se le avessimo acquistate in Europa; quanta produzione sarebbe stata garantita nel caso in cui le medesime giranti fossero state di ottima qualità; quante spese in più di manutenzione, di personale di concetto e d'ordine, les deux, sono occorse per montare e smontare il materiale acquistato in Cina e quanta produzione si è persa per il fermo macchine; dati alla mano, quante sono costate a CVA le trasferte effettuate dai suoi manager, dai suoi tecnici, dai vari accompagnatori prima e dopo e anche durante l'aggiudicazione delle forniture mi sembra rivelatesi non conformi o sovente - detto dagli addetti ai lavori e dai dipendenti - persino pericolose per il personale addetto. Si vuole poi sapere quali valutazioni sono state fatte e da parte di quale organo societario a monte della scelta di acquisire nel 2009 una società, apparentemente senza storia e senza capacità imprenditoriale, com'era la Water Gen Power, costituita da nemmeno un anno prima da un paio di personaggi con un passato a dir poco opaco e quale organo societario o tecnico ha deciso in merito alla procedura di acquisizione delle giranti, le caratteristiche tecniche, le basi d'asta, le modalità di gara; quali uffici e quali persone hanno materialmente scritto gli atti di gara. Se questa risoluzione sarà approvata, comunque di tutto questo ci sarà modo di avere contezza documenti alla mano e la possibilità di affrontare e spiegare serenamente ai valdostani se la scelta messa in campo da CVA cercando nuovi mercati in Cina, fornitori diversi e soprattutto - come dicono i manager o il Presidente e l'Amministratore delegato - alla fine nella visione generale abbia portato un ottimo risultato io penso che sia l'obiettivo di questa nostra risoluzione. Ad oggi noi non possiamo tirare le fila perché ci sono stati negati i risultati di questi acquisti importanti, pesanti dal gruppo CVA.

Apro solo una parentesi per quanto riguarda il discorso generale del gruppo, che c'entra in maniera minore rispetto a questo fatto specifico: noi oggi discutiamo su un percorso che la società ha intrapreso nel 2008. Non so se è il caso di ricordare che, in occasione di una precedente richiesta di istituire una commissione d'inchiesta sulla presenza delle mafie in Valle d'Aosta, esponenti dell'allora maggioranza fecero dell'ironia e respinsero tale ipotesi come assurda. Dall'inchiesta in corso dal Sostituto Procuratore facente funzioni di Aosta, e non solo, emergono invece preoccupanti elementi che avvalorerebbero le tesi sull'esistenza e l'operatività di cosche ben introdotte nell'economia regionale grazie probabilmente al terreno fertile, ma anche a contatti strategicamente molto collocati. Indubbiamente questo per fare un ragionamento globale, generale, viviamo un momento di grandissima preoccupazione e grossa difficoltà, ma siamo certi, come gruppo ALPE, che questa risoluzione, purtroppo sempre tardi perché quattro anni fa forse ci sarebbe stato più spazio se questo Consiglio avesse approvato la risoluzione presentata per fare chiarezza subito se quella strada percorsa dal gruppo era una strada redditizia, positiva per la società e che dava dei risultati ottimi rispetto a scelte fatte in maniera diversa dalla società...i manager, il Presidente e il Direttore generale sono convinti di aver fatto delle scelte oculate e, dal punto di vista qualitativo, ottimo. Noi pensiamo che sia il momento, purtroppo sempre tardi, di avere quei dati che ci sono stati negati in questi anni.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Prima di inoltrarmi in alcune considerazioni nel merito, ritengo opportuno parlare della genesi che ci ha portato a sottoscrivere la presentazione dell'iniziativa di convocazione del Consiglio regionale di oggi.

In questi anni sono state presentate dai colleghi Consiglieri circa una trentina di iniziative (interpellanze, interrogazioni, mozioni) che sono state discusse in quest'aula, e queste sono il frutto di un'attività d'ispezione attraverso la presentazione di 116 e acquisizione di dati, così com'è già stato sottolineato da qualcuno, anche in condizioni di difficoltà. Io ho passato alcune serate ultimamente a leggere tutto il dossier, a leggere tutti questi atti, che sono un dossier pesante, dove sono stati spesi fiumi di parole su questo argomento. Non so quale sia la verità su questa questione, però qualche idea me la sono fatta. Sicuramente la fornitura di materiale cinese per la CVA è un'operazione che è stata chiacchierata sin da subito, perché le prime iniziative risalgono al 2008 e le ultime ancora in questi giorni. A leggere gli atti, mi sembra che ci sia stato un dialogo tra sordi: da una parte dei Consiglieri, che possono anche apparire tignosi nel loro intento di voler sapere, di voler capire come sono andate effettivamente le cose e, dall'altra, delle risposte puntuali da parte dei rappresentanti della società secondo i quali è tutto perfetto, è tutto ottimale, è quanto di meglio si potesse fare nell'interesse dello sviluppo della società. Credo che a questo punto sia più che mai importante, tenuto conto del percorso che la società sta intraprendendo di quotazione in Borsa, chiarire definitivamente questa questione. Non potevo e non posso immaginare che ci siano ancora nei prossimi anni una trentina di iniziative su questo argomento, perché sicuramente questo porterebbe un danno rilevante alla società, a chi ci opera, all'immagine, ma anche al valore della medesima.

Il tutto ha preso avvio nel 2008, quando qualcuno diceva che si intraprendeva la via della seta, che ci si dirigeva nelle forniture verso il Sol Levante. Ma quali erano le ragioni addotte dalla società? Erano nobili, delle ragioni dettate dal conseguire dei risparmi per la gestione aziendale, l'ottimizzazione degli investimenti in un mercato difficile, in un mercato rappresentato da pochi produttori che avevano la possibilità di fare cartello e anche determinare i prezzi. Sicuramente questa strada è stata una strada difficile, perché intraprendere dei rapporti commerciali con la Cina: un mondo diverso, regole diverse, certificazioni diverse, ha portato poi nel prosieguo a delle difficoltà di rapporto. L'interlocutore è stata una società di intermediazione (la Water Gen Power), una società di Genova, una start-up che nasceva in quegli anni, che è diventato un punto di riferimento per l'acquisizione di tutte le forniture della società. Dopodiché la società CVA è addirittura diventata socia con l'acquisizione del 35 percento del capitale per alcuni anni, per poi uscire definitivamente dall'azionariato e lasciare sempre l'azionista Regione nel dubbio di questa gestione, perché dagli atti si lamentano disservizi, si parla di rendimenti, di difetti di materiali, di fuori servizio, di qualità, di certificazione. La situazione è sicuramente complessa.

Io credo che tutti abbiano comunque operato nell'interesse comune, però quello che mi ha più colpito in tutto questo sono i rapporti con il Consiglio regionale, che non è stato riconosciuto da parte della controparte societaria come rappresentante della proprietà, come rappresentante dei valdostani, che sono coloro che detengono le azioni di questa società e per questo credo che occorra fare un ragionamento sulle finalità della società. Sicuramente in questi anni le partecipate - e questo è un discorso un po' più generale - hanno cambiato un po' la loro linea d'azione, spesso non hanno seguito la finalità pubblica, ma hanno seguito un indirizzo di crescita aziendale di operazioni nel mercato privatistico, finalizzate chiaramente a fare cassa, a fare business, a creare redditività. Questa non è una cosa negativa sicuramente per la società, perché anche questo porta risorse alla Regione, porta occupazione e porta soddisfazione. Credo che il ruolo che devono avere le società partecipate sia quello di soddisfare delle finalità pubbliche. Nella fattispecie la società si trova a gestire e a valorizzare la più grande nostra risorsa: l'acqua, è la risorsa che ci contraddistingue in Valle d'Aosta e credo che questo sia stato fatto bene perché sono stati fatti parecchi interventi, però, così come ha poi introdotto il concetto la "Madia", il pubblico può mantenere solo le società che hanno delle finalità pubbliche o che svolgono dei servizi di carattere istituzionale. Io credo che la contraddizione sia questa che ci ha portato a separare i due binari gestionali: da una parte, la società che opera nel privato, quindi la Dirigenza che risponde al diritto societario, pertanto ci sono dei comportamenti come se si gestisse una società di carattere privato; dall'altra parte, un azionista pubblico che avrebbe la necessità di poter dire quali sono le linee aziendali. Le linee aziendali che dovrebbe dare l'azionista Valle d'Aosta sono delle linee che portano a far crescere il tessuto economico locale, al di là di creare ricchezza, perché il fine ultimo è quello di far crescere il tessuto imprenditoriale, perché non ha senso rafforzare e valorizzare l'ente pubblico, creare una Regione ricca in un tessuto economico povero. Forse una critica, se la vogliamo fare - e non so quale sarebbe stata la soluzione a questo problema -, è che in tutta questa gestione non si è riusciti a valorizzare l'imprenditoria locale, ma si è dovuto ricorrere a dei soggetti esterni alla Valle d'Aosta.

Ora, per quanto riguarda la costituzione di questa commissione d'inchiesta, si tratta di una commissione che ha gli stessi poteri delle commissioni permanenti, la vorrei definire quindi una commissione monotematica, una commissione che si prefigge di arrivare a capire come sono realmente andate le cose e porre una pietra tombale sulla vicenda. Vicenda su cui ritengo che ci siano tutti gli elementi da parte della società per rappresentare nel migliore dei modi...ma che ci sia anche la possibilità poi per il Consiglio regionale, per i singoli Consiglieri di capire effettivamente qual è stato l'iter, quali sono stati i comportamenti e soprattutto di poter apprezzare gli interventi che sono stati fatti, che io mi auguro siano stati fatti nell'interesse esclusivo della valorizzazione dell'operato della società, della valorizzazione degli obiettivi di crescita del sistema Valle d'Aosta.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fosson, ne ha facoltà.

Fosson (PNV) - Io vorrei iniziare intanto ringraziando quei Consiglieri che nelle precedenti legislature, ma soprattutto in questa hanno approfondito dal punto di vista tecnico quanto era successo in CVA studiando, lavorando, trovando spesso anche l'ostilità o la non collaborazione di tecnici, che invece avrebbero dovuto fornire loro quei dati che loro non avevano di competenza. Ringrazio quindi quei Consiglieri che si sono espressi prima che hanno permesso questa operazione verità. Questa, Presidente, è un'altra operazione verità, che è giunta finalmente in Consiglio regionale con dati e che ha portato anche ad una risoluzione nel precedente Consiglio, una risoluzione che è stata presa all'unanimità. Adesso qualcuno dice che non era scritta bene, che bisognava verificare prima con Finaosta, eccetera; se era scritta male - è stata votata da tutti -, forse qualcuno poteva dirlo allora e non dopo.

Nessuno vuole, Presidente, indebolire CVA, siamo tutti d'accordo che questa è una realtà molto positiva della nostra Valle, ma il discorso di andare in Borsa in una situazione non trasparente con un dubbio al suo interno nella sua gestione, nella sua operatività, peggiorerebbe sicuramente la sua valutazione rendendola non più concorrenziale. La nostra azione quindi non è un'azione disfattista che non vuole tenere conto di quanto CVA rappresenti per la Valle d'Aosta, ma soprattutto io voglio sottolineare in questo intervento, dopo aver ringraziato chi ha fatto questo lavoro tecnico, il fatto politico che mi sembra importante: a chi rispondono, se rispondevano, i vertici di CVA nelle loro scelte? Erano completamente, giustamente, indipendenti o condividevano con qualcuno queste scelte di cui abbiamo parlato?

Ringrazio anche i Presidenti delle Commissioni II e IV, La Torre e Isabellon, per aver condotto quella riunione in modo così utile poi per la Regione Valle d'Aosta. In commissione il Direttore generale Giachino, quando non ci lasciò interrogare i tecnici (tre ingegneri e un avvocato) senza la sua presenza, disse - è agli atti - che questo gli era stato indicato, ma non dicendo da chi gli fosse stato indicato.

Seconda cosa: Presidente Rollandin, mi sembra che il giorno dopo lei, con un colpo di telefono, abbia mosso il Presidente Trisoldi, gli abbia detto di venire subito qua per parlare con i due Consiglieri più attivi della II Commissione, per fornire loro delle delucidazioni, quindi questo presuppone un filo diretto tra il Presidente della Regione e il Presidente di CVA.

Un'altra questione sulla responsabilità della Giunta. Presidente Rollandin, la malattia forse mi fa dimenticare delle cose, quindi sono anche un po' scusato di questo, ma io non ricordo che nei tre anni di Giunta siano mai stati convocati i vertici CVA, o sia stata mai fatta una discussione su CVA, sui risultati. Io di questo non mi ricordo, forse per la malattia, però, Presidente Rollandin, vedo che anche lei ha ammesso nei precedenti Consigli di non ricordarsi alcune cose molto importanti.

Ora, però il punto è che bisogna verificare politicamente la questione della gestione e l'autonomia della CVA su queste scelte dubbie, scelte reiterate, perché se errare è normale, "uno se fa nulla, non sbaglia" diceva un vecchio chirurgo, però qui mi sembra che le turbine siano state comprate a lotti diversi e se uno compra una cosa che non funziona e ha sbagliato, perché deve continuare a comprare delle turbine che non funzionano? Mi sembra che la validità dei tecnici che erano alla direzione di CVA ha fatto sì che non si sia potuto fare a meno di verificare una cosa così: scelte tecniche reiterate e sbagliate; lo diceva il Consigliere Nogara: analisi di rendimenti che dovevano essere fatte e che non sono state fatte, e l'avvocato dell'azienda ha detto: "sì, c'è scritto nel contratto, ma non è poi così necessario rispettarlo".

Io non direi altro, però in un modello di Valle d'Aosta, di gestione politica della Valle d'Aosta, che è sicuramente in crisi, in cui le responsabilità sono diverse, i gradi di responsabilità sono diversi, c'è qualcuno che ha una responsabilità diretta e c'è qualcuno che ha avuto una responsabilità per essersi fidato e per non aver fatto quell'indagine e svolto delle prerogative, di essersi fidato di chi era competente, di chi gestiva queste cose qui. In un modello come quello che abbiamo però mi sembra che non si sia andati a verificare la gestione di CVA, la sua indipendenza...e il perché di certe scelte che, dal punto di vista tecnico, appaiono molto dubbie. Io quindi credo sia molto corretta la richiesta di una commissione d'inchiesta che riporti in Consiglio in modo preciso, motivato e trasparente le sue prerogative.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Certan, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - In questo Consiglio di oggi stiamo affrontando uno dei più importanti dossier per la nostra Regione: stiamo affrontando la situazione di una società che è un punto di riferimento nella nostra Regione e ne siamo tutti - credo - consapevoli. Il capitolo CVA che affrontiamo oggi, oltre agli aspetti tecnici già messi in evidenza dal collega Chatrian e dai colleghi che sono intervenuti, mette in evidenza una Valle d'Aosta a più velocità. Le velocità differenti con le quali molte società stanno lavorando stanno portando a disparità sociali nella nostra regione e credo che sia anche per questo motivo che si è deciso, come commissione, di andare fino in fondo e, come ha detto anche il collega Fosson che mi ha preceduto, di aprire davvero tutti i cassetti.

I campanelli di allarme per la deriva di questa società - le derive possono essere tante e soprattutto da parte di qualcuno - ne abbiamo già avuti molti in questi anni: ricordo che il gruppo ALPE, in particolare il collega Chatrian, dal 2008 ha messo in evidenza le tante storture e i tanti aspetti che forse andavano approfonditi. Credo quindi che questi campanelli di allarme ci siano stati: parlo di campanelli di allarme e non di attacchi personali, vorrei che questo fosse chiaro; forse i vertici si sono un po' risentiti, ma i nostri non sono attacchi personali, neanche delegittimazione. Ci sono stati degli atteggiamenti di sfiducia nei confronti dei loro stessi tecnici da parte dei vertici, che hanno delegittimato la loro azione, perché un direttore che entra e dice: "non posso lasciare i tecnici da soli, devo essere presente seppure in un angolino" credo che delegittimi lui stesso i suoi tecnici. Non vado a ricordare la minaccia poi che se non accettavamo questa situazione, sarebbero partiti di nuovo dall'audizione tutti.

Credo che i vertici di questa società nell'ultimo periodo avessero un po' confuso la società con casa loro: non c'erano pari opportunità su assunzioni, su convenzioni di forniture, contratti. Ci siamo permessi di chiedere ripetutamente commissioni chiarificatrici, ma la sintesi di queste commissioni era sempre la stessa: "abbiamo deciso così e così abbiamo fatto". Ci sono stati negati documenti, ricordo - lo hanno ricordato già i colleghi - le lettere che abbiamo ricevuto di risposta: "la società non ritiene opportuno dover fornire la documentazione da lei richiesta". Questa è la frase - e il Presidente Rosset credo lo sappia, perché le ha viste queste risposte - che noi ci siamo ripetutamente visti recapitare. Ricordo che sono stati creati posti di lavoro - ne avevamo discusso in Consiglio - ad hoc per ex familiari, gli amministratori al Governo e, quando in commissione abbiamo chiesto delucidazioni, ci è stato detto: "abbiamo ritenuto di dare un'opportunità a tempo determinato ad una persona che ora si è formata e che potrà giocarsi la sua esperienza insieme ad altri se adesso decideremo di istituire un posto a contratto a tempo indeterminato". Allora noi riteniamo - e l'abbiamo sempre denunciato - che la formazione a tempo determinato da parte del pubblico, con possibilità di diventare un tempo indeterminato, dovrebbe essere aperta a tutti i valdostani e non solo a qualcuno, ex marito di qualcun altro. Ricordo le convenzioni per la mensa dei dipendenti, comuni queste convenzioni anche ad altre aziende regionali, che presentano per noi delle storture, sulle quali sicuramente ritorneremo ma che stanno creando malumori.

Ritorno invece sul metodo e sul modo di affrontare la scorsa audizione da parte del Direttore. Noi forse a volte pensiamo troppo male e facciamo peccato, di questo ce ne scusiamo, ma abbiamo visto spegnere il microfono ad un tecnico mentre stava parlando, girare il microfono e finire la frase da parte del Direttore...altro che stare in un angolino e aver fiducia nei propri tecnici! Di fronte a questi passaggi, ci chiediamo quali grandi verità nascondono questi...direi quasi isterismi, soprattutto mi chiedo - e credo che questa sia la vera domanda che dobbiamo porci come valdostani - se il ruolo di nominati e uomini di fiducia da parte sicuramente anche del Presidente della Regione possa giustificare quest'arroganza e queste azioni. Noi crediamo che questi modi e questi atteggiamenti stiano offendendo la maggior parte dei cittadini, che queste azioni, da una parte, offendono i cittadini, non garantiscono pari opportunità e, dall'altra, salvaguardano e garantiscono invece un cerchio magico.

Chi viene nominato in una società pubblica può continuare a relazionarsi solo con il Presidente della Regione che ne ha le deleghe - questa chiaramente è una domanda che ci poniamo per tutte le partecipate della Regione - o deve rendere conto di quanto fa anche a tutti i valdostani? Forse si è persa di vista, come peraltro per il Casinò, veramente la differenza fra chi è nominato e chi invece è eletto e ha il ruolo di dettare la linea. È una differenza forse sottile e quasi ormai dimenticata, ma credo sia ancora e sempre fondamentale. Chi viene nominato non è proprietario della società, i proprietari della società pubblica, della partecipata rimangono i cittadini valdostani. Chi è nominato è lì per portare avanti - e siamo stati i primi a riconoscerlo quando questo viene fatto in modo corretto - in modo direi trasparente e onesto. L'ho letto da qualche parte in qualche dichiarazione, credo del "Presidente degli onesti", che ci vuole trasparenza e onestà; ecco, noi crediamo che anche e soprattutto da parte dei nominati degli onesti deve esserci trasparenza e onestà, non possono, solo perché appartenenti ad un cerchio magico, fare quanto credono e ciò che vogliono, devono rendere conto anche alle commissioni consiliari e a tutto questo Consiglio, seppur chiaramente rispettando ognuno i propri ruoli. Ripeto: credo che in quella commissione, che poi forse è quella che ha déclenché anche questo Consiglio, abbiamo assistito a delle forzature, sarebbe stato semplicissimo evitare tutto questo: bastava avere fiducia nei propri tecnici, penso che quello avrebbe risolto tutto. Questo aspetto ci ha preoccupato tantissimo.

Presidente - Ci sono altri interventi? Ricordo che possono essere fatti due interventi per ogni gruppo. Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Il nostro gruppo, com'è noto, ha votato la risoluzione scritta e presentata da alcuni colleghi della maggioranza e dell'opposizione, con la quale si argomentava il venir meno sostanzialmente del rapporto di fiducia tra la proprietà, quindi la Regione, e i due massimi Dirigenti della CVA: il dottor Trisoldi e il dottor Giachino. Naturalmente non avendo noi le nozioni, le informazioni, le indiscrezioni e le capacità tecniche possedute invece da alcuni colleghi della maggioranza e della minoranza, che in questi anni hanno concentrato parte della loro attività sul dossier CVA, ci siamo affidati a ciò che i colleghi hanno scritto nella premessa dell'iniziativa consiliare. Come c'era da aspettarsi, le reazioni degli interessati non hanno tardato ad arrivare, soprattutto il dottor Giachino mi pare abbia evidenziato uno scollamento - sintetizzo naturalmente -, secondo lui, tra la realtà di ciò che viene rappresentato nella risoluzione e il suo punto di vista. Bene hanno fatto, quindi, i 18 colleghi firmatari della richiesta di questo Consiglio straordinario a chiedere che si proceda agli opportuni approfondimenti. Credo con l'obiettivo, che è di tutti noi, di approfondire la tematica anche in un contraddittorio con gli interessati e con chiunque sia in grado di fornire informazioni a supporto o a confutazione delle tesi che nel frattempo si sono delineate.

Personalmente sono molto curioso di acquisire le informazioni che la controparte - perché a questo punto mi pare che si possa definire così - potrà darci a sostegno della propria buona fede e del proprio buon operato, così come sono ansioso di acquisire ogni utile elemento da eventuali altre fonti che attesti la non validità dell'operazione delle cosiddette "turbine cinesi". Non siamo però così convinti dello strumento proposto, che sicuramente poteva valere nel 2013, quando lo proponemmo per la prima volta anche noi - eravamo all'opposizione - ma che oggi, in presenza di una disponibilità unanime ad affrontare l'argomento, come attesta il voto della risoluzione, risulta, a nostro parere, superfluo e direi anche poco funzionale all'obiettivo. Intendo la commissione speciale d'inchiesta, che, di fatto, non è altro che un'ulteriore commissione speciale, con tutto ciò che questa comporta in termini di strutture, di impiego di personale, di risorse e di costi. Lo dico anche guardando alla recente esperienza della Commissione speciale sullo Statuto, che, di fatto, ha prodotto forse qualche buona intenzione, ma null'altro e che è costata alla collettività, oltre i costi di funzionamento di una commissione consiliare, lo stipendio che il Presidente Restano ha percepito per diversi mesi pur in mancanza di qualunque operatività e di qualunque risultato prodotto. A supporto anche di questi nostri dubbi circa la necessità di una commissione speciale d'inchiesta sta il fatto che recentemente si è operato un approfondimento certosino, pari alla più certosina delle indagini all'interno della II Commissione sul dossier Casinò. Ci siamo messi di buona lena, anche noi che non facciamo parte della II Commissione e abbiamo raccolto elementi di ogni genere che oggi sicuramente aiutano me e credo tutti i colleghi ad avere un'idea più chiara di ciò che è avvenuto e delle prospettive future per la Casa da gioco. In quel specifico caso i colleghi hanno ritenuto di dover utilizzare le strutture già esistenti della II Commissione - e lo voglio dire qui - con profitto e senza alcun impedimento dovuto alla composizione della commissione che - sappiamo - ha lavorato bene, indipendentemente dall'appartenenza o meno di ciascuno di noi alla commissione.

Ora, naturalmente bisogna concludere rispetto a questo tema qualcosa, perché gli approfondimenti servono se sono preventivi poi a delle soluzioni, ma direi che questa è un'altra storia. Non penso che i colleghi firmatari possano smentirmi quando dico che vi è modo in II o in IV Commissione - adesso bisognerà decidere il contenitore - di dirimere la questione delle turbine cinesi. Vi sono commissioni che non si riuniscono da tempo, o che lo fanno non tutte le settimane, che possono tranquillamente credo prestare il proprio spazio orario per concludere in tempi ragionevolmente brevi le indagini o gli approfondimenti di cui oggi necessitiamo, anche solo per confermare quanto sostenuto nella risoluzione alla luce delle legittime perplessità degli interessati.

Infine vorrei aggiungere, ad uso più che altro di chi non è avvezzo ai regolamenti e ai regolamenti consiliari, che le nostre commissioni speciali di indagine o di inchiesta, come le vogliamo chiamare, non hanno le stesse attribuzioni e poteri di una commissione parlamentare d'inchiesta: non possono cioè esercitare i poteri propri dell'autorità giudiziaria; soprattutto - e questo lo voglio dire, perché altrimenti parliamo di commissioni d'inchiesta come se stessimo parlando di una cosa diversa rispetto alle commissioni consiliari - non possono costringere nessuno a presentarsi o a rilasciare dichiarazioni secondo le modalità proprie delle forze di Polizia giudiziaria o della Magistratura, soprattutto in questo caso inquirente. Per capirsi, noi possiamo raccogliere anche nelle commissioni speciali d'inchiesta testimonianze, dati, fatti, possiamo audire persone in presenza però di una disponibilità da parte degli interessati. Certo, possiamo fare poi tutti i passaggi politici che vogliamo perché noi siamo la proprietà, quindi coloro che invitiamo si presentano in relazione non ad un nostro invito, dovrebbe essere un dovere da parte loro. Proponiamo, quindi, di sviluppare nelle commissioni competenti già costituite l'attività di indagine sulle turbine cinesi e ci rendiamo disponibili a lavorare in questa direzione, anche se noi non siamo componenti della II Commissione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Innanzitutto volevo ringraziare il collega Nogara, che ha fatto una presentazione in cui mi riconosco; l'ha fatta molto bene e non entrerò più in quegli aspetti tecnici, anche perché, come giustamente ci ha ricordato qualcuno, sono aspetti molto più frutto di conoscenze e approfondimenti. Io mi limiterò a capire alcuni di questi passaggi, che sin dall'inizio non mi sono mai stati chiari. Prima di iniziare ad entrare nel dettaglio, vorrei solo aggiungere che CVA è e deve continuare ad essere un valore aggiunto per la Valle d'Aosta, per cui le nostre preoccupazioni sono proprio per questo motivo. È una realtà imprenditoriale e occupazionale di assoluta qualità ed è proprio perché crediamo in questa società, nei suoi dipendenti - di certo un po' meno nei vertici, su questo non c'è dubbio - che siamo convinti che si possa ripartire dalle competenze dei tecnici, perché noi, a differenza di quanto leggiamo, pensiamo che il vero valore aggiunto sia costituito dalle competenze dei tecnici e non sempre dalle scelte dei vertici.

Detto questo, che mi pareva una doverosa premessa, ci terrei a sottolineare che questa commissione consiliare d'inchiesta nasce e ha la volontà di dare la possibilità anche a chi si ritiene - come si legge - accusato totalmente con accuse infondate sia di fatto che di diritto di potersi difendere, di poter eventualmente addivenire alla presentazione di memorie, però pur consapevoli, come ci è stato ricordato, che non è una commissione d'inchiesta parlamentare, ma d'altronde le commissioni consiliari non sono mai state, neanche nel passato, commissioni d'inchiesta parlamentari, questo ci tenevo a sottolinearlo. Crediamo che i traguardi prestigiosi che sono stati raggiunti da questa società, che qualcuno ci ricorda, siano il frutto anche e soprattutto delle competenze dei tecnici che ci lavorano e non sempre di scelte di vertice da parte della società.

Detto questo, ci sono alcuni passaggi che non mi hanno mai convinto ed è stato anche palesato in parecchie occasioni, ci sono stati anche degli incontri con i vertici di CVA, dove era presente peraltro anche il Presidente: uno è quello legato al fatto che alla base di questa scelta di creare questa nuova società ci fosse il discorso di evitare un monopolio. Il fine poteva essere senz'altro un fine con una logica dal punto di vista imprenditoriale, ma quello che non ci è mai stato chiarito in nessuna sede è come mai, per evitare la nascita di un monopolio, si è creato un monopolio. È questo il primo aspetto che assolutamente non ci convince, perché se si vuole evitare un monopolio, si cerca di essere e creare i presupposti che il mercato abbia un non so che di concorrenza. Questo non è successo, perché a seguito di appalti dove c'è stato l'invito di società e che avevano fatto offerte migliori, si è deciso di procedere ad aggiudicazioni dirette, ad un certo punto non si facevano neanche più gli appalti, si facevano le aggiudicazioni.

Un altro aspetto che ci ha davvero poco convinti è come mai questa gloriosa società, che è nata con questa partecipazione azionaria da parte di CVA con affidamenti per 58 milioni negli anni in cui ha esercitato...alla fine si è appreso che l'unico cliente che aveva questa società, la Water Gen Power, era CVA, una chicca come questa che fa risparmiare... Qualcuno ci spieghi come mai non aveva altra clientela, soprattutto qualcuno ci spieghi come mai una società con tutti questi affidamenti e questi fatturati per milioni in questi anni...quando si è deciso di cedere le quote, pare che non ci sia stato l'interesse di nessuno a riacquistare queste quote. Allora è un soggetto creato ad arte per evitare il discorso degli appalti? Non lo so. Qualcuno ci dovrà rispondere su questo.

Un altro aspetto importante è il discorso della quotazione in Borsa. Noi veniamo a conoscere all'interno del DEFR su due righe che c'era la volontà di procedere alla quotazione in Borsa; anche parlandone all'interno di quella che è stata poi la formalizzazione: il bilancio regionale, la legge di bilancio, non si è voluto dare nessun tipo di indicazione. Nel frattempo però si è permesso a chi ricopriva ruoli di vertice di andare tranquillamente ad un TG3 ad annunciare le percentuali di quotazione di questa società, senza che una società con questo valore, con questo patrimonio avesse alcunché di input politico. Quando si discuteva degli emendamenti di bilancio, si è provato a mettere alcuni paletti che, a nostro parere, erano alla base di questa decisione, ma non ci è stata data la possibilità. Ormai era deciso, chi doveva gestire questa quotazione in Borsa l'aveva deciso direttamente il Governo o chi rappresentava il Governo.

L'ultimo aspetto che voglio toccare - secondo me, fondamentale, e lo sarà nei prossimi sviluppi della politica valdostana - è il ruolo di Finaosta: una società che ha 17 società in gestione speciale, gestione speciale che non transita nel bilancio regionale se non in maniera del tutto marginale, nel senso che è una gestione speciale che risponde direttamente alla politica, ma a quella di vertice: la politica della Giunta, la politica del Presidente, che può decidere nel bene e nel male come indebitare la Valle d'Aosta, salvo che poi nel bilancio regionale figurano solo le quote di ammortamento, le quote capitali annuali.

Questa gestione speciale, assieme con altri indebitamenti, ci ha portato 600 milioni di debiti per la Valle d'Aosta. Forse per la prima volta si legge nelle pieghe di bilancio questi dati che dovrebbero quanto meno far preoccupare tenuto conto che si parla di quotare una società come CVA, che fino al 2021 pagherà ancora oltre 41 milioni di euro di derivati di cui nessuno ha mai parlato. Dico questo perché il ruolo di Finaosta non è secondario. Ai vertici in questo momento di questa società c'è un dipendente di Finaosta con inquadramento di dirigente dal 1989, con incarichi di Presidente in CVA S.p.A., di Telcha S.r.l., di Utilitalia, di Idroenergia S.c.r.l; soprattutto è un dipendente che dovrebbe conoscere quanto vi vengo a leggere e che, per quello che mi riguarda, dovrebbe già essere più che sufficiente per richiederne la rimozione. Nel codice etico di Finaosta si legge quanto vi vengo a leggere al punto n. 1.3 sulla concorrenza: "nell'ambito dell'attività svolta da Finaosta rientra altresì la gestione di gare d'appalto e più in generale l'acquisto di beni e servizi nell'interesse proprio per finalità strumentali all'attività aziendale. Poiché Finaosta crede nel valore della libera concorrenza quale strumento fondamentale per la tutela del consumatore, eseguirà con la massima trasparenza e buona fede tale attività. Allo stesso tempo Finaosta agirà nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di appalti in modo da non falsare in alcun modo le regole del mercato e della concorrenza". Io sono curioso e spero che a margine di questa commissione d'inchiesta qualcuno mi spieghi come chi è assunto dal 1989...se non ha avuto copertura da parte dei vertici di Finaosta e della politica per andare a sottoscrivere dei patti sociali che aggiravano questo codice etico. Io voglio che emerga questo, perché non è possibile che qualcuno che è ai vertici, che in questo momento ricopre il ruolo di direzione generale e amministrazione finanze, non si sia posto questo problema quando ha deciso di firmare dei patti parasociali che hanno l'unico scopo...è un accordo tra società private ma che non ha nulla di lecito o comunque non ha nulla che, dal punto di vista giuridico del codice degli appalti, lo preveda. Questo è un accordo tra privati, pertanto io sono curioso di capire che ruolo ha Finaosta in questo satellite, in cui tra le altre cose c'è anche CVA assieme con altre 16 società.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.

Restano (PNV) - È indubbio che questo argomento è molto importante per la nostra Regione tanto che gli abbiamo dedicato un Consiglio apposito e la risorsa acqua è la risorsa più importante che abbiamo. In questi anni è stata sfruttata sicuramente in modo positivo, si può dire che si poteva fare diversamente, forse si poteva fare meglio, si poteva anche fare peggio. Si può altrettanto dire che il percorso della CVA è stato tracciato dalla politica e questo perché indubbiamente, risalendo alle nomine di competenza politica, sappiamo tutti che la nomina di Finaosta è una nomina politica, quindi abbiamo al vertice e alla Direzione generale di Finaosta delle persone che sono nominate dalla politica. Finaosta a sua volta nomina i vertici di CVA. Ci troviamo quindi il Vicedirettore generale di Finaosta che fa il Presidente di CVA, peraltro già investito all'epoca della Presidenza CVA Rollandin di un ruolo importante con l'Amministratore della stessa azienda; poi troviamo successivamente la nomina nel febbraio 2000 a Direttore generale di un'altra persona.

Proprio questi vertici, riprendendo quanto già detto dal collega che mi ha preceduto, hanno controfirmato un codice etico che in altri punti recita testualmente: "il gruppo CVA impronta i propri rapporti con le autorità di controllo alla massima collaborazione, nel pieno rispetto del loro ruolo istituzionale e impegnandosi a dare sollecita risposta alle loro prescrizioni. Il gruppo CVA non nega, nasconde, manipola o ritarda alcuna informazione richiesta dall'autorità nella loro funzione e collabora attivamente a dare corso alle procedure istruttorie". È proprio per questo che necessitiamo di una commissione speciale perché quanto recitato nel codice è chiaro, ma noi di risposte non ne abbiamo avute. Noi non abbiamo avuto alcuna risposta, collega Guichardaz - che non vedo presente in aula -, e per questo necessitiamo di approfondimenti, ma per avere le risposte che chiede la popolazione valdostana, non solo il Consiglio.

Direi di più: il codice etico introduce il concetto di evitare conflitti di interesse e, com'è stato detto, processi di acquisto volti al massimo vantaggio. Ora, i vertici aziendali a loro volta hanno delle nomine all'interno dell'azienda e incaricano persone a far parte di una commissione acquisti, persone che fanno parte del controllo di gestione aziendale; proprio queste persone che discendono da nomine politiche hanno l'onere e l'onore di trattare gli acquisti e hanno aperto una trattativa commerciale con Water Gen Power. Le stesse persone, alcune di queste, chiamate in commissione, non ci hanno fornito le risposte chieste malgrado tanti dubbi esposti dai commissari: dubbi sulla produttività delle turbine, produttività che non è stata dimostrata, ma che da altre fonti ci dicono che sia inferiore a quella pattuita all'atto dell'acquisto, che reca quindi notevoli danni, notevoli mancati introiti all'azienda. Poco conta se l'azienda produce un attivo, magari poteva produrre di più e noi su questo dobbiamo chiedere le informazioni, su quanti sono i mancati introiti, su quanto ammontano gli acquisti errati eventualmente; quale sia stato il coinvolgimento che abbiamo avuto con la Water Gen Power, al di là di acquistare il 35 percento delle azioni per poi rivenderle poco dopo, e qual è stato il ruolo delle persone che avevano l'incarico di valutare gli acquisti; quali siano i rapporti di queste persone con i vertici aziendali e con la Water Gen Power.

Emergono delle piccole contraddizioni. Difficilmente si possono rivestire contemporaneamente due ruoli: tutelare gli interessi della CVA e contemporaneamente essere all'interno del Consiglio d'amministrazione della Water Gen Power e tutelare gli interessi di quest'ultima, contemporaneamente ancora esercitare il controllo di gestione aziendale e valutare gli acquisti fatti. Sono delle incongruenze che sicuramente saranno chiarite, ne sono convinto. Forse non serve adesso fare tante lettere, ma quando si veniva in commissione, si potevano dire chiaramente le cose. Il nostro non è sicuramente un tentativo di persecuzione, ma una richiesta di chiarezza che ci chiedono i valdostani, poi è anche un'azione preventiva, perché sappiamo tutti che l'azienda deve intraprendere un percorso di quotazione in Borsa, ma se le società incaricate della valutazione della CVA in Borsa facessero emergere delle cose che non vanno relativamente alle turbine, relativamente a questo genere di acquisti, quale sarebbe il nostro percorso? Un danno inimmaginabile. Ritengo quindi che sia opportuno che tutto quanto emerga adesso: emerga a livello amministrativo, a livello tecnico, a livello politico, emergano le eventuali responsabilità e anche gli eventuali meriti, se ce ne sono stati, però deve essere fatto adesso, in breve tempo. Ritengo che il percorso corretto sia quello della commissione speciale. Riguardo i tanti soldi sperperati di questi giorni, ne abbiamo visti molti, collega Guichardaz.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - La situazione è un po' paradossale perché, dopo aver sostenuto tutti insieme l'esigenza di un cambio ai vertici della CVA, ci siamo ritrovati a convocare un Consiglio straordinario non tutti uniti. Forse i modi, i tempi - come ha sottolineato qualcuno - non sono stati quelli corretti, sicuramente non era uguale la volontà e l'interesse di questa convocazione, altrimenti a volte non si coinvolgono gli altri, ma a volte tocca anche agli altri farsi avanti per coinvolgere quelli che si sono mossi con anticipo. Ci ritroviamo quindi a sostenere una posizione che rimane uguale: quella di una risoluzione che chiede la rimozione dei vertici di CVA e che potrà essere modificata solo con una controrisoluzione sostenuta da una maggioranza. Il punto di partenza quindi non cambia, è uguale e chiediamo di affrontare al più presto, dottor Trisoldi e dottor Giachino, questa richiesta e di togliere d'impaccio un po' tutti quanti.

La richiesta di dimissioni arriva dopo lunghe battaglie, fatte in particolare da alcuni colleghi che si sono occupati di questo argomento; da lunghi silenzi rispetto alle richieste fatte a chiarimento della situazione; da molto tempo impegnato e forse da molto tempo perso, perché poi tutto d'un colpo una sentenza ha permesso a tutti di ottenere tutto quello che non si era potuto ottenere; zone d'ombra del passato, perché con la stessa amarezza scritta nella lettera le posso garantire che impresari poco coinvolti dal percorso di investimento fatto in questi anni da CVA ci hanno portato la loro amarezza per non aver potuto portare almeno all'attenzione delle proprie imprese la possibilità di un'offerta, imprese che hanno dipendenti, imprese che hanno interessi e possibilità di sviluppare economia in Valle d'Aosta. Non voglio mettere in tutto questo della malafede, ma sicuramente una scarsa attenzione al suo territorio in generale.

Vi sono poi molti dubbi poi su questa partita grossa dell'offerta cinese, dubbi che ci hanno portato infine a richiedere le vostre dimissioni. L'abbiamo fatto male? L'abbiamo fatto in maniera esagerata? Abbiamo ferito la vostra sensibilità e le vostre famiglie? Io non ho nessun problema a chiedere, almeno a nome del nostro gruppo, scusa perché non era assolutamente questo l'obiettivo. La politica a volte, come le discussioni in consiglio d'amministrazione, porta ad alzare i toni, a perdere un po' di vista l'equilibrio, lo stile e quindi se questo è stato fatto, dottor Trisoldi e dottor Giachino, non ho paura di chiedere, a nome del gruppo UVP, scusa a livello personale. Una scusa che non toglie nulla invece sul giudizio di questo lavoro, del loro lavoro, soprattutto del giudizio rispetto a certe situazioni.

Credo che il primo errore che si è fatto sia stato quello di avere per così tanto tempo alla guida di una società così importante le stesse persone. È vero che non è facile trovare manager qualificati, è vero anche che se non si cercano, non si trovano. La rotazione in posti chiave per l'economia della Valle d'Aosta è un criterio da adottare per il futuro; non possiamo permetterci che, se persone - che hanno pure una buona preparazione - rimangono in certi posti, ci blocchino rispetto a scelte che non vogliono fare, che non hanno intenzione di portare avanti, o ad errori che magari non vedono, o a prospettive nelle quali non credono. In futuro quindi io credo che i nostri manager dovranno adattarsi ad una situazione diversa, ad un criterio di rotazione, dovranno avere la capacità di dare tutto al momento giusto, ma la capacità anche di cercare altri percorsi professionali, altre uscite, altre aziende nelle quali andare a impegnare le proprie capacità.

Perché oggi tutto questo è in Consiglio regionale? Perché ad un certo punto sembra quasi che siamo diventati i viziati della situazione che a tutti i costi vogliono sottolineare il loro ruolo e la loro importanza. Perché la Regione Valle d'Aosta, attraverso questi schemi che trovate su Finaosta...ha la sua finanziaria, ha le sue controllate, ha le sue partecipazioni, CVA è partecipata al 100 percento: Regione-finanziaria, finanziaria-CVA. Tutto viene a quest'Assemblea che vota una Giunta, vota un Presidente e sostiene un'azione di progetto e di programma. Se questo diventa incoerente rispetto ad una parte dell'Assemblea, evidentemente si arriva qua, si discute e, se c'è una maggioranza, si sostiene una linea politica diversa ed è quello che è successo. Delegittimare oggi la nomina di una commissione d'inchiesta è, a nostro avviso, profondamente sbagliato, perché non ha nulla a che vedere con la richiesta di rimozione dei vertici, quella rimane, ripeto: è un'operazione di trasparenza rispetto all'opinione pubblica perché noi non vogliamo passare per dei Consiglieri viziati che vogliono togliersi lo sfizio di far del male alle persone. Noi vogliamo chiarire che il nostro lavoro lo facciamo dalla mattina alla sera preparandoci e sostenendo argomentazioni tecniche attraverso dei tecnici che lavorano con noi. Dottor Trisoldi e dottor Giachino, noi non ci mettiamo sul vostro livello, non abbiamo la preparazione per metterci al vostro livello, ma sosteniamo le nostre argomentazioni parlando con persone che hanno qualifica e capacità per sostenere delle proposte.

La richiesta di dimissioni quindi non è una richiesta per antipatia o contro qualcuno: è una richiesta di dimissioni perché, secondo noi, queste operazioni hanno portato e porteranno in futuro la nostra azienda a produrre di meno. Io non voglio più cadere nella polemica e non voglio neanche che si continui a discutere in questa maniera di queste persone. È stata fatta una scelta, vi chiediamo responsabilmente, politicamente di rimettervi alla scelta che chi oggi ha votato questa risoluzione vi ha chiesto di fare. Non vi abbiamo chiesto di fare giuridicamente...vi abbiamo chiesto politicamente di fare un passo indietro, per poi impegnare la vostra professionalità in futuro magari in altri settori: questo abbiamo chiesto e, ripeto, senza volervi ferire, se è stato fatto, è stato fatto per l'impeto con il quale a volte si sostengono certe battaglie. Allo stesso tempo vi chiediamo di non ferire noi, perché delegittimare il ruolo di un politico - quindi riguarda tutta l'appartenenza politica - è sempre sbagliato, perché noi siamo qua attraverso delle elezioni democratiche, abbiamo messo la nostra faccia davanti agli elettori che ci hanno chiesto di svolgere un ruolo. Se lo faremo male, alla fine di questo percorso faremo altro, ma permetteteci di rappresentare tutti quei cittadini, tutte quelle imprese, tutti quei lavoratori della CVA che sostengono con noi che oggi è giunta l'ora di cambiare passo e di cambiare vertici.

Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Je crois que le débat que le Conseil a produit à la suite de la présentation de la résolution va dans la direction d'un approfondissement de certains aspects. Pendant ces années - je crois que les collègues l'ont rappelé - il y a eu différentes possibilités d'écouter les intéressés sur des thèmes spécifiques et aussi sur le thème dont la résolution reprend le point plus important. Je crois que les commissions sont faites pour approfondir certains thèmes, les commissions ordinaires...étant donné qu'il n'y a pas de différence entre le pouvoir de la commission ordinaire et le pouvoir de la commission spéciale...en effet, je crois que à propos des observations qui ont été faites par le collègue Guichardaz, il est possible de donner mandat aux commissions compétentes de faire encore des approfondissements par rapport à certains thèmes - si c'est le cas, comme vous l'avez évoqué -et j'estime qu'il n'y aurait pas de problème à le faire dans les délais, tout de même.

Je crois que la question de la CVA vue comme un investissement, ce qui fait l'objet de la résolution...les achats des turbines chinoises et la participation à cette société (Water Gen Power) ont déjà fait l'objet de différents débats dans cette salle. Toutefois, évidemment on n'a pas eu, selon les signataires, les informations qu'on voudrait avoir et, par conséquent, on demande cette nouvelle possibilité d'éclaircissement par une commission spéciale.

Noi non siamo contrari ad avere tutte le informazioni in modo che ci sia chiarezza su tutto, noi riteniamo che su questo già ci siano state delle proposte che hanno portato a dei chiarimenti sulle tematiche, sulle turbine, su quello che è stato fatto e su quello che non è stato fatto, credo si sia chiarito in modo evidente. Sul fatto che però si immagini che su questo ci siano delle situazioni che poi si traducono in valutazioni sulla solidità e sulla validità dell'impegno portato avanti in questi anni dalla società...credo che i risultati parlino chiaro, e non sono quelli di cui parlava il collega Cognetta. Da una parte c'è stato questo acquisto che, noi abbiamo sottolineato, è stato fatto nel momento giusto e che ha portato ad un debito per la parte CVA e per la parte Regione, che sta andando avanti, è già stato pagato per la gran parte: ci sono i pagamenti annuali che vengono fatti sia da parte della Regione che da parte della CVA.

Vorrei dire che gli andamenti e gli utili della CVA, che sono noti, ...dimostrano che è sicuramente la società più importante a livello regionale e non solo, tant'è che si va adesso ad una quotazione in Borsa. Credo che tutti abbiano riconosciuto che il lavoro svolto durante questi anni è stato un lavoro importante, che ha dato risultati molto soddisfacenti per tutti. Poi, se si mette in discussione, di tutto questo, un aspetto legato a questi due punti ed è un aspetto da ulteriori verifiche, si facciano le ulteriori verifiche, noi non siamo contrari perché non c'è niente da nascondere, non c'è niente da creare come premessa per fare degli apprezzamenti di altro tipo che non sono stati fatti, ad onor del vero. Lo dico perché credo che, tranne quell'accenno ai risultati, che chiaramente non sono quelli che diceva il collega Cognetta, tutti sanno dei risultati ottimali che ci hanno permesso come Amministrazione regionale di poter fruire di alcuni benefici che sono stati prodotti da questa società per sostenere l'economia regionale...questo voglio ricordarlo.

Per quanto ci riguarda, quindi, io non entro adesso in tutte le disquisizioni fatte; alcuni colleghi hanno giustamente voluto ricordare i vari passaggi, come è avvenuto anche per la CVA l'utilizzo ottimale delle acque, sicuro, ma adesso lo sfruttamento delle acque in Valle d'Aosta diciamo che è quasi totale, tranne piccole questioni; tant'è che per diversificare, giustamente, la CVA si è spinta ad acquisti importanti nell'eolico e nel solare, con dei risultati economici molto importanti e redditizi. Io credo che sia da riconoscere il fatto di aver saputo portarsi avanti nell'ambito dell'economia generale, che ha portato dei risultati importanti per la Valle d'Aosta e dei frutti annuali che sono sotto gli occhi di tutti.

Detto questo, io non voglio rientrare su tutta una serie di affermazioni, perché non penso sia il caso. Quello che noi abbiamo detto in questa sede, e l'abbiamo ripetuto, è che noi riteniamo che la CVA sia una società che ha operato molto bene grazie ai suoi Dirigenti e a tutti i suoi dipendenti, che hanno lavorato sicuramente con competenza, quindi noi su questa tematica non siamo dell'idea che l'approvazione di questa risoluzione risolva i problemi. Si poteva fare direttamente con una commissione o le commissioni competenti e su questo avere gli approfondimenti e tutte le delucidazioni che giustamente devono essere date, in modo da chiarire una volta per tutte gli eventuali dubbi, le eventuali circostanze ancora da approfondire, che sono state qui esplicitate.

Presidente - Dopo l'intervento di replica, la risposta del Governo, possiamo passare alle repliche. Ricordo i dieci minuti per ogni gruppo. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Cerco un attimo di capire se quello che ha detto il Presidente Rollandin mi è chiaro. Lei dice che, a fronte di un risultato positivo, o di dieci risultati positivi, o di cento risultati positivi, il fatto che ne faccia uno negativo non conta. È una giustificazione come un'altra, o conta meno, cioè il fatto che io abbia avuto risultati magnifici...facciamo un esempio: sono un benefattore, do soldi a un sacco di gente, non c'è problema, poi ogni tanto sparo a qualcuno...però "capita, succede, è un errore", però in realtà, siccome do dei soldi e faccio il benefattore, non c'è problema. A me non sembra invece così, uno dovrebbe sempre operare a favore della propria società e se fa un errore, bisogna capire se questo errore lo compie in buona fede o in malafede; non so se, secondo lei, funziona così, ma, secondo me, dovrebbe funzionare così.

C'è un passaggio che però non mi è chiaro, Presidente, e vorrei da lei magari maggiori chiarimenti, se possibile: non capisco perché non riesce a farsi rispettare su una risoluzione che ha votato anche lei, è questo che proprio non riesco a capire. L'abbiamo votata tutti assieme e lei - e il Governo che nomina all'interno del CdA - non riesce poi a dare mandato per portare avanti quanto lei stesso ha votato e questo mi risulta abbastanza strano, perché era d'accordo anche lei e adesso chiediamo i pareri legali. È successo in questo Consiglio sulla Monterosa che abbiamo fatto delle modifiche, mi pare che non si sia chiesto nessun parere legale; forse è successo anche su VdA Structure, ma magari mi sbaglio...su VdA Structure no, però su Monterosa sì: non abbiamo chiesto nessun parere legale, siamo andati avanti tranquilli. Vede, Presidente, mi sembra un po' strano. Così come mi sembra strano che lei stesso ammetta che lo sfruttamento quasi totale delle acque ormai non dà più spazio a CVA di crescere. Questo è un altro argomento interessante, perché se dovessimo valutare anche questo aspetto per ciò che riguarda CVA e per ciò che riguarda l'ambiente, per com'è gestita l'acqua in Valle d'Aosta, ci sarebbe da fare altro che un Consiglio straordinario! Potremmo parlare per degli anni per com'è stato depredato il nostro ambiente.

Restiamo sull'argomento, una commissione speciale vale tanto quanto una commissione normale, quindi l'articolo 21 del nostro Consiglio non serve a una mazza! A questo punto abolitelo, evitiamo di fare scena. A che cosa servirà? A nulla. Siamo qui perché vogliamo enfatizzare e perdere tempo...io invece credo che la commissione speciale serva per fare chiarezza su un argomento specifico e soprattutto per dare al Consiglio e ai Consiglieri la possibilità di operare in maniera diretta, cosa che in una commissione normale non avviene e questo è un vantaggio ed è una possibilità che deve essere data ai Consiglieri che lo chiedono. Vede, Presidente, la sua soluzione è una soluzione di ripiego e il tentativo di insabbiamento per come la vedo io, tentativo di insabbiamento che si è continuato a fare in tutti questi anni. Ritengo quindi che quanto da lei esposto in maniera corretta, secondo il suo punto di vista, non solo non mi appartiene, ma lo respingo completamente. Io credo che noi dovremo andare a fondo, aprire tutto quello che c'è da aprire, capire fino in fondo tutti e poi fare le opportune valutazioni.

Aggiungo ancora una cosa. Io non riesco a capire, davvero non riesco a comprendere come sia possibile che tutto questo stia accadendo nonostante lei comandi tutto e tutti. Allora non è vero che comanda tutti, io ho sempre pensato che si facesse tutto come vuole Augusto, invece non è così. Adesso mi dico che forse c'è un problema grande in Valle d'Aosta, perché alla fine chi decide sono i dirigenti, chi decide sono i nominati, neanche più gli eletti. I nominati una volta che sono nominati decidono e noi siamo qui a fare le belle statuine e a parlarci tra di noi. Mi sembra davvero mortificante non tanto per il Consigliere semplice che sappiamo benissimo non ha grossi poteri, ma per un Governo. Lei crede come Governo di non riuscire ad intervenire? Io davvero non so cos'altro dire a questo punto. Io penso che i valdostani devono riflettere a lungo quando vanno a votare su quali siano gli effettivi poteri di chi mettono a dirigere, perché se alla fine uno ha le mani legate e non può fare nulla...allora non è solo il Consiglio che non serve, è proprio il Governo che non serve. Nominiamo dei burocrati, anzi neanche li nominiamo, se li scelgono tra di loro. I dirigenti sono inamovibili, si decidono lo stipendio, si decidono i benefit. Si ricorda quando abbiamo fatto la discussione sui dirigenti e sui benefit? E sono quelli che governano e noi facciamo finta e quando decidiamo di mandarli via, non possiamo. Quando decidiamo di togliergli dei soldi, non possiamo. Presidente, che razza di risposta è, mi scusi?

Facciamo questa commissione, vediamo, scopriamo che magari non funziona, non serve a niente e io sarò il primo a dire che abbiamo perso un altro po' di tempo. Se invece funziona, magari anche chi non è d'accordo e che metterà, spero, un suo rappresentante...non è obbligato a metterlo, anzi a questo punto se non siete d'accordo e non lo mettete, per me è anche meglio, così andiamo via più veloci. Dicevo, se volete entrare, sarebbe d'uopo a questo punto che possiate dire la vostra e anche voi valutare nel concreto.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Mi stupisce la replica del Presidente Rollandin sulla negatività di questa commissione speciale d'inchiesta, è la logica conseguenza di ormai sette anni nei quali si discute di questo tema, questo non è altro che un approfondimento e una chiusura di tutto questo lavoro fatto. La commissione d'inchiesta può servire a questo, deve servire a questo. Condivido anch'io l'aspetto legato ai costi aggiuntivi, ma è sufficiente che il Presidente che verrà nominato non percepisca l'indennità di funzione, come peraltro ho fatto anch'io quando ho fatto il Presidente della commissione speciale, è sufficiente una lettera nella quale si rinuncia e i costi aggiuntivi sono minimi. La questione pertanto è un po' diversa. È importante che questa commissione si faccia per approfondire in modo trasparente quanto successo in questi anni, anche perché teniamo conto che se aveva una logica intervenire nel cercare di rompere questo monopolio all'interno di questo settore, poteva essere una strategia vincente quella di andare in Cina, ma la cosa grave è che non si è fatto un test su una piccola centrale. Si è intervenuti in modo pesante andando ad acquistare per oltre 80 milioni di euro da dei fornitori cinesi. Teniamo presente che è l'unica società di produzione idroelettrica in Europa che si è rifornita con dei fornitori cinesi, nessun altro produttore europeo ha ritenuto questa possibilità percorribile, anche in ragione delle difficoltà tecniche. E se aveva un senso tentare questa operazione per una minima parte, investire una somma del genere su questa strada è stata, a mio avviso, un'imprudenza e per questo va valutato sia il metodo, sia il percorso che si è scelto con la società in house e va verificato anche quali sono le ricadute negative che ci sono state. La commissione d'inchiesta è, da questo punto di vista, lo strumento migliore per fare un lavoro approfondito, trasparente rispetto a questo aspetto, e mi stupisce il fatto che non si voglia utilizzare lo strumento più adatto in questo senso, che chiude una serie di decenni di discussione su questo argomento.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Cercherò di essere anche brevissimo, ma vorrei rispondere a due cose dopo l'intervento del Presidente. Presidente, se ha notato, nel mio intervento io non ho tirato in ballo nessun dirigente, ho solo parlato marginalmente del dottor Trisoldi, ma per le dichiarazioni che ha fatto lui. La nostra esigenza - e io ho sempre pensato che fosse l'esigenza di tutto il Consiglio - è quella di capire se le scelte che sono state fatte sono state delle scelte valide, perché in caso contrario sconteremo anche nel futuro queste cattive scelte che sono fatte in questo momento dalla Dirigenza.

Lei mi parla delle commissioni. Noi ci siamo trovati in commissione davanti alla situazione di sentirci dire chiaramente dal dottor Giachino: "se non ci sono qua io, qui non viene nessuno e ce ne andiamo a casa". Queste situazioni non sono belle, non sono edificanti: questa è anche una delle motivazioni del perché si chiede una commissione ispettiva del genere.

Poi, come le dicevo, il nostro ruolo all'interno di questo Consiglio regionale è proprio quello ispettivo. Io forse all'inizio, quando ho iniziato a parlare di giranti, di materiale cinese, ho sbagliato perché io puntavo direttamente sulla macchina di Champagne, su quella di Quart. Io ho sbagliato, quando ho capito che invece bisognava basarsi sulla documentazione...e se qualcuno vuole vedere - lo dico per la terza volta -, la documentazione, è tutta qua: ci sono i contratti, ci sono i rendimenti che dovevano essere fatti e quelli che non devono essere fatti. Allora vorremmo capire un qualcosa di più, anche vedendo nelle centrali e toccare con mano, vorremmo conoscere soprattutto quale sarà il futuro di questo materiale, perché lo sappiamo tutti per vie traverse che a Quart dopo due anni e a Valpelline dopo un anno sono state messe vie tutte e due le giranti, che a Champagne ci sono dei problemi, che ad Avise montano e smontano, che a Covalou hanno avuto dei problemi e che a Gressoney ha vibrato per degli anni prima che fosse messa a posto.

Ancora un'altra cosa e poi termino l'intervento: con tutte le problematiche che abbiamo avuto con le prime giranti che ci sono arrivate, perché lì abbiamo avuto delle grosse problematiche, io mi chiedo perché la dirigenza degli impianti, o chi altro, non ha voluto fare le prove sulle macchine che abbiamo comprato negli anni passati, perché noi abbiamo dato un affido diretto l'anno scorso per Quart! Mi sembrano delle cose fuori dal mondo ed è per questo motivo che noi vogliamo approfondire, e non ce l'abbiamo né con Trisoldi, né con Giachino, né con nessun altro, vogliamo solo capire il perché sono successe queste cose.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.

Restano (PNV) - Solo per sottolineare la situazione un po' paradossale che stiamo vivendo in questo momento. Il Consiglio regionale, titolare di CVA, la proprietà chiede a Finaosta di rimuovere i vertici di CVA; Finaosta chiede un parere legale attraverso sé stessa per rimuovere il suo Vicedirettore che non percepisce compensi per il ruolo svolto e per rimuovere persone da noi nominate. Questo ha del paradosso, in qualsiasi azienda questo non avverrebbe, questa resistenza mi sembra che superi ogni misura, il vaso ci sembra colmo, in questo caso d'acqua.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Una breve replica a seguito degli interventi in discussione generale. Noi, come dicevo prima, abbiamo sottoscritto questa iniziativa perché riteniamo che gli strumenti utilizzati sinora non abbiano dato alcun esito. Sempre quindi con l'intento non inquisitorio, ma di cercare di fare chiarezza nell'interesse di tutti, ma soprattutto nell'interesse della società che si vede negativamente interessata da queste voci, riteniamo che l'istituzione di questa commissione con un oggetto specifico sia adeguata alla circostanza.

Io prima volutamente non sono intervenuto parlando della Dirigenza, ma due parole su quanto mi sono trovato ad affrontare nella commissione ritengo che siano a questo punto doverose. Sono state delle audizioni a dir poco imbarazzanti, ci siamo trovati di fronte ad una situazione in cui dei Dirigenti di una società che gestisce 1,2 miliardi di euro di risorse pubbliche si presentano come se fossero degli imprenditori privati che gestiscono delle risorse proprie, si presentano senza riconoscere l'autorità del Consiglio regionale. Quest'aula, volente o nolente, rappresenta i valdostani, rappresenta gli azionisti; quest'aula è deputata a fare delle valutazioni politiche, io mi rendo conto che poi le questioni societarie attengono ad un'altra sfera: alla sfera del diritto e quindi poi l'attività è improntata secondo queste logiche, ma ritengo oltraggioso e non corretto un comportamento che non tiene conto delle risultanze, delle volontà dell'Assemblea regionale.

Seppure le due posizioni sono diverse, io mi aspettavo quanto meno dal Presidente della società un passo indietro nell'interesse collettivo. È già successo in altre circostanze che il rapporto di fiducia sia venuto meno con i gestori delle società partecipate, ma mai abbiamo visto una situazione come questa. Per quanto riguarda l'argomento sottoposto oggi al Consiglio, riteniamo quindi che sia importante chiudere la questione, cercare di chiarire quali sono gli aspetti che l'hanno contraddistinta. Io mi auguro che il tutto sia stato svolto nell'alveo della correttezza, nell'alveo del migliore interesse della società e del migliore interesse della nostra comunità. Credo pertanto che se tutti sapremo dare il nostro contributo, se tutti condivideremo la costituzione di questa commissione, anche in tempi brevi saremo nella condizione di poter addivenire...e con il contributo della società perché io mi auguro che ci sia un contributo fattivo, che non andiamo a perderci nei numeri, nei decimali e nelle virgole, ma che ci sia un confronto franco, un confronto mirato a chiarire le quattro questioni di cui si parla da otto anni in modo che tutti possano capire. Noi non abbiamo una formazione tecnica per seguire quei ragionamenti, però siamo in grado di ragionare sulle macro voci e sui principi che li ispirano. Io mi auguro che con senso di responsabilità e nell'interesse di tutti si possa addivenire in questo Consiglio a formalizzare la volontà di costituzione di questa commissione nell'interesse soprattutto dei valdostani.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Qualche giorno fa, sollecitato da numerosi giornalisti, ho annunciato, come gruppo ALPE, di essere certo del passo indietro dei nominati: ne ero sicuro perché l'istituzione Consiglio regionale all'unanimità, dopo un dibattito anche un po' forte, un po' deciso, aveva detto: "un passo indietro relativamente alle cariche che sono state nominate: il Presidente e il Direttore generale, perché il Presidente è Vicedirettore di Finaosta e il Direttore generale è un dirigente della società".

Il posizionamento del Consiglio quindi è stato molto chiaro, a domanda ho detto di esserne certo, ma qui, secondo me, c'è un problema di fondo, ho ascoltato il Presidente della Regione e non condivido la sua riflessione perché non vuole risolvere il problema di fondo, perché questa società, la nostra società non deve rispondere ad una persona o a due persone, ma deve rispondere dei risultati positivi o negativi a questo Consiglio regionale per il tramite di Finaosta e a tutta la comunità valdostana; questo è il cuore, il centro dello stato dell'arte circa la risoluzione che abbiamo presentato...e da domani dovrà mettersi al lavoro...

Sull'operazione Cina quello che noi vogliamo sapere è se la scelta di acquistare queste forniture dalla Cina è stato un successo per la comunità valdostana a livello di economicità o un fallimento, se è stato utile oppure no. A noi pare di no, ma ad oggi non abbiamo quegli elementi per certificare nero su bianco; conosciamo i contratti, conosciamo cosa si doveva fare, purtroppo abbiamo assistito in commissione a degli incontri imbarazzati quando il Direttore generale praticamente...i tecnici erano in difficoltà a rispondere, anche perché certe prove non le hanno fatte, anche se sui contratti c'era l'obbligo. Non c'è nulla da nascondere secondo qualcuno? Noi abbiamo un altro ruolo, che non è inquisitorio, ma è quello di sapere e conoscere e a noi pare che questa scelta di percorso non sia stata positiva per le tasche della CVA. Andremo avanti quindi, cercheremo di acquisire quei risultati e quei dati che oggi non abbiamo. C'è però un passaggio che vorrei dirvi: probabilmente qualcuno queste informazioni le ha. Termino dicendo che siamo certi che questi risultati di questa operazione cinese li debba avere la commissione d'inchiesta, il Consiglio regionale, ma soprattutto tutta la comunità valdostana, io penso che questa sia la sintesi legata alla risoluzione che noi andremo tra qualche minuto ad approvare.

Dalle ore 12:27 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Presidente) - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Noi non facciamo parte di questi 18 colleghi che hanno chiesto il Consiglio straordinario, non siamo stati coinvolti in questa richiesta assolutamente legittima, e ben venga il dibattito di oggi. Era solo per ribadire - ho sentito, tra l'altro, il punto di vista del collega Bertin - che noi continuiamo a ritenere che questo problema, così come si è affrontato il dossier Casinò in modo molto intenso e credo produttivo anche di risultati in II Commissione, possa e debba essere incardinato nelle commissioni ordinarie e che si possa quindi tranquillamente ripartire da quella sede per fare gli approfondimenti che - ripeto - sono anche per noi necessari e importanti proprio in virtù del fatto che, come diceva qualche collega, noi non abbiamo queste competenze che altri hanno acquisito, quindi, secondo noi, è importante che questo approfondimento venga fatto.

Il collega Bertin prima ricordava il fatto che lui aveva rinunciato all'indennità da Presidente, credo che il collega Bertin abbia fatto una scelta personale, aveva fatto lo stesso auspicio anche per la famosa commissione sullo Statuto speciale, quella sulle riforme e poi questo auspicio non è stato seguito. Per quanto poco per qualcuno possa costare una commissione di questo tipo, in ogni caso noi riteniamo che gli stessi lavori possano essere produttivamente fatti in II Commissione, che è una commissione, tra l'altro, già costituita con proprio personale, con una propria segreteria e quindi che funziona.

Noi ci asterremo dal votare questa risoluzione più nell'ottica di sostenere l'idea che sia opportuno non costituire l'ennesima commissione speciale, che poi, come vediamo, sono commissioni che producono materiale, ma raggiungono anche risultati piuttosto scarsi. Per una questione anche numerica, non chiederemo di far parte della commissione d'inchiesta, ma noi cercheremo di esserci - questo è un impegno che mi prendo come sempre è successo - come abbiamo fatto con la II Commissione, pur non essendo componenti di II Commissione, sul Casinò. Questo è per dire che noi diamo piena disponibilità anche agli approfondimenti, compatibilmente anche con la nostra capacità di comprendere informazioni anche tecniche, per le quali occorre credo anche una competenza di tipo tecnico nell'interpretazione, pena il rischio di interpretare non correttamente i dati.

Dalle ore 12:32 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Se non ci sono altri interventi, chiedo una Conferenza dei Capigruppo per l'indicazione dei nominativi. Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Condivido, penso sarà poi la Conferenza dei Capigruppo che deciderà il prosieguo e le nomine di chi darà la disponibilità.

Presidente - Chiedo però una cortesia, se non vengono proposti, bisogna votare per step la risoluzione che è già stata presentata, perché si prevede al punto n. 5 di assimilare...il punto è il n. 6... Ha chiesto la parola il collega Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Era rimasto in bianco l'ultimo punto perché politicamente bisognava capire chi aderiva a questa commissione d'inchiesta. Oggi, alla luce della discussione, UVP, UV e PD non ritengono utile...chiedo il tempo necessario per fare una riunione a questo punto per comporre la commissione.

Presidente - Sospendo quindi per una Conferenza dei Capigruppo. Ha chiesto la parola il collega Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Sono i Capigruppo dei gruppi che votano la commissione d'inchiesta, che devono nominare i rappresentanti?

Presidente - La Conferenza dei Capigruppo prenderà atto che una parte dei gruppi, delle forze politiche non ne fanno parte, quindi gli altri nomineranno i componenti di questa commissione.

Bertschy (UVP) - Va bene. Grazie.

La seduta è sospesa dalle ore 12:36 alle ore 12:43.

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere. Possiamo mettere in votazione le premesse della risoluzione? La modifica del deliberato al punto n. 2: anziché otto, sono sei Consiglieri, ovviamente eliminando uno per ciascun gruppo consiliare presente in Consiglio in quanto non ci sono tutte le forze rappresentate...si effettua una votazione palese e successivamente per il punto n. 6 (Nomina del Presidente) vi sarà una votazione a scrutinio segreto.

Vi comunico i nominativi. La proposta è: Fosson, Roscio, Cognetta, Gerandin, Nogara e Marquis; come Presidente della commissione è stato proposto Nogara. Comunque, votiamo prima le premesse e la composizione della commissione con le modifiche annunciate. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti : 21

Favorevoli: 21

Astenuti: 13 (Bianchi, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Guichardaz, Isabellon, Marguerettaz, Péaquin, Perron, Rini, Rollandin, Testolin)

Il Consiglio approva.

Chiederei di consegnare le schede per la nomina del Presidente. È previsto dal Regolamento. È stato proposto il nominativo di Nogara, chiedo ai colleghi di votare.

Appello nominale

Presidente - Scrutatori: Morelli, Borrello e qualcuno altro in sostituzione di Nogara considerato che è candidato...Restano. Comunico l'esito della votazione.

Presenti e votanti: 34

Schede nulle: 2

Schede valide: 32

Schede bianche: 12

Ha riportato voti:

Consigliere Nogara: 20

Proclamo pertanto eletto il Consigliere Nogara Presidente di questa commissione speciale d'inchiesta. Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Innanzitutto per ringraziare i colleghi per la fiducia e poi per fare una precisazione. Noi abbiamo voluto questa commissione per fare chiarezza e non certo per prenderci un posto e avere un'indennità, perciò volevo dichiarare qui in aula che io, come Presidente, rinuncio all'indennità di funzione come Presidente della commissione.

Presidente - Come da accordi questa mattina, avevamo posto in coda la situazione politica, credo che, considerata l'ora, tenuto conto che dovrebbero essere cinque minuti per ogni forza politica, andrebbe a finire oltre le 14:00, quindi chiedo di sospendere e riprendere magari alle ore 15:00...

(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

...come volete, procediamo.