Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1522 del 21 ottobre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1522/XIV - Approvazione di mozione: "Impegno dell'Assessore al turismo per un'analisi delle problematiche delle stazioni sciistiche nella Commissione consiliare competente".

Président - La parole au Conseiller Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Abbiamo voluto proporre questa iniziativa con i colleghi dell'UVP. Vista l'imminenza dell'avvio della stagione turistica invernale e vista l'importanza delle società che gestiscono in questo momento gli impianti a fune in Valle d'Aosta, riteniamo utile e doveroso comunque avere la possibilità di un confronto sereno con i vari consigli di amministrazione o i vari amministratori delegati di tutte le società, proprio a seguito anche della risposta che l'Assessore Marguerettaz, lo scorso Consiglio, ci ha dato su un'analisi che Finaosta, insieme alle diverse società di impianti a fune, sta portando avanti dal punto di vista generale e dal punto di vista dei costi di gestione, dal punto di vista di potenzialità e da altri punti di vista che ci hanno fatto preoccupare...che quella che è stata paventata, diciamo, dagli organi di informazione, dallo stesso presidente dell'AVIP...che si sta comunque studiando come poter da una parte calmierare i costi e dall'altra individuare quali siano le soluzioni, quali le prospettive, quali le potenzialità.

Noi lunedì abbiamo avuto modo di audire tutto il Consiglio di amministrazione della Monterosa, non è oggi, in questa sede, oggetto di dibattito cosa è stato detto...e le grandi, comunque, difficoltà che i nominati hanno avuto in questo anno.

Bene, noi riteniamo che per le ormai grandi stazioni che gestiscono - anche per le piccole, a seguito di accorpamenti fatti negli ultimi 3-4 anni - sia necessario un confronto vero, un confronto che parta da analisi puntuali, da obiettivi raggiunti o obiettivi non raggiunti e, nello stesso tempo, sia necessario avere la possibilità di analizzare nel merito l'andamento e anche le criticità che tali società hanno, chi di più chi di meno. In queste settimane, le società più importanti stanno chiudendo i bilanci, le varie assemblee stanno approvando i bilanci 2014/2015; io ho avuto modo di partecipare all'assemblea della Cervino S.p.A, che ha chiuso un bilancio diciamo da una parte discretamente e dall'altra ci sono campanelli d'allarme che, dal nostro punto di vista, devono essere valutati attentamente, cercando di garantire quelle che sono anche le pari - non so se è corretto il termine - pari opportunità delle grandi stazioni con le piccole...e quantomeno la possibilità di dare una dignità alle stazioni anche più piccole, in un momento, comunque, di grande difficoltà. Stessa cosa, comunque, va considerata per le stazioni più grandi, che devono essere non solo da traino, ma i conti devono essere in ordine e la pianificazione futura del triennio, del quinquennio, dal nostro punto di vista, deve essere precisa, forte...ma nello stesso tempo, per potere discutere del futuro, deve essere molto chiaro lo stato dell'arte a oggi, anche perché vi sono delle potenzialità, sia dal punto di vista occupazionale, sia dal punto di vista di indotto diretto e di indotto indiretto. Detto questo, chiederemmo al governo regionale, alla maggioranza, di sostenere questa nostra iniziativa. Se c'è la volontà di sostenerla dal punto di vista politico, chiederemmo anche uno sforzo in più, cioè che il tutto avvenga nelle prossime settimane, nella prossima settimana possibilmente, proprio a ridosso della stagione invernale. Anche perché riteniamo che, se analisi deve essere fatta, che ci debba essere un sereno confronto, per prendere le decisioni migliori e per poter dare corso e gambe a quei progetti che sono il motore del nostro modello nella stagione invernale.

Oltre a questo, indubbiamente, il lato invece un po' più critico che abbiamo potuto constatare lunedì sono, come posso dire, i pochi strumenti, come la gestione, un Consiglio di amministrazione in una società così importante come la Monterosa...e abbiamo avuto modo, comunque, di ascoltare attentamente, ripeto, tutto il Consiglio di amministrazione: è quasi senza strumenti per poter eventualmente scalfire, modificare, riorganizzare una società, d'accordo complessa, d'accordo con tutti i suoi limiti e le sue difficoltà...però se i nominati da chi governa, da chi detiene comunque...che ha un ruolo diverso dal nostro, in questo momento non dà neanche la possibilità di poter...come dire? non dico invertire la rotta, ma quantomeno dare la possibilità di modificare quelli che sono magari, non magari!, delle storture, dei doppioni - queste sono parole loro - o un'efficace efficienza che, a oggi, diciamo, per fare un esempio, la Monterosa ha messo sul tavolo, come Consiglio di amministrazione, tutti i suoi limiti, in quanto ha avuto in questo anno grandi difficoltà nel riorganizzare quello che è anche l'asset interno della società stessa e, di conseguenza, il legame con il territorio, con le comunità, con gli enti locali tutti e con le forze economiche.

Lo spirito di questa nostra iniziativa va in quella direzione e quindi la richiesta che noi facciamo, come gruppi di opposizione ALPE e UVP, va in questa direzione. Chiediamo all'Assessore competente, indubbiamente, alla parte politica di chi detiene le deleghe in questo settore, congiuntamente agli amministratori delegati di tutte le società degli impianti di risalita, di partecipare a una seduta della commissione consiliare competente - convocata, come dicevo, con urgenza, visti i tempi ristretti - per procedere ad un'analisi puntuale del quadro economico, finanziario e sociale delle stazioni sciistiche, finalizzata a operare le scelte più adeguate per il futuro dei comprensori valdostani. Grazie.

Presidente - Nella discussione generale ci sono altre richieste di intervento? Chiudiamo la discussione generale. A demandé la parole le Conseiller Laurent Viérin. La parole au Conseiller Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Durante lo scorso Consiglio, avevamo presentato un'iniziativa che andava a richiedere al Governo, ed in particolare all'Assessore Marguerettaz - a seguito di una riunione, che si era tenuta tra l'Assessorato, socio di riferimento Regione attraverso Finaosta, e gli impianti a fune in generale, quelli di proprietà regionale - contezza su questa volontà d'insieme di rivedere alcune scelte strategiche per il futuro. Il nostro intento, attraverso quell'iniziativa, era quello di capire se e quali misure erano in atto e, soprattutto, se si ritenevano ancora strategiche, malgrado il momento di razionalizzazione, alcune piccole realtà, in una logica di differenziazione turistica sul territorio, sia territoriale che di contenuti. Diciamo questo perché le scelte del passato spesso hanno -magari, vista la situazione economica che non presentava problemi - investito sugli impianti a fune e sullo sci di discesa in tantissime realtà che, magari con l'evoluzione e il passare del tempo, hanno avuto invece una situazione di bilancio diversa rispetto a quelli che sono stati gli investimenti.

Allora, quando diciamo differenziazione dell'offerta turistica, territorialmente e di contenuti, capiamo che forse, in una Valle dove ci sono diversi comprensori, nel tempo si è forse non abbastanza diversificata quella che è l'offerta turistica, moltiplicando quelli che sono gli impianti a fune. Detto ciò però capiamo che oggi, alla vigilia dell'apertura di una stagione turistico-sciistica, c'è una necessità di capire quali siano gli indirizzi, affinché non ci sia allarmismo e affinché...soprattutto quando diciamo piccole stazioni e quando in una riunione viene detto che le stazioni che dovranno essere oggetto di chiusura settimanale sono Cogne, Crévacol, Chamois e Palasinaz, cioè non sono così piccole quelle stazioni, magari rispetto a piccolissime stazioni come La Magdeleine o se pensiamo storicamente allo skilift che c'è a Verrayes, salendo al colle Saint-Pantaléon, ci fa capire l'evoluzione. La Vallée d'Abondance ha chiuso gli impianti di risalita, c'è un'evoluzione anche climatica, Ozein aveva uno skilift.

Se si pensa a questa cosa, oggi fa quasi sorridere, ma alla plaine di Aosta si organizzavano gare di fondo al mese di febbraio, oggi diventerebbe forse qualcosa di difficile, anche se non ci dispiacerebbe magari rivedere una gara di fondo in piazza Chanoux, come fu organizzato parecchi anni fa. Era qualcosa di molto suggestivo che aveva portato Aosta, come capitale dello sci, alla ribalta anche mediatica.

Detto ciò, l'allarmismo creato - un po' come la questione degli asili nido, la questione degli anziani -, si è - a nostro avviso, in quest'autunno, un po' agitati dalla situazione finanziaria - si è...così, ogni Assessore è partito ha fatto le riunioni e ha deciso per tutti, probabilmente anche per il Governo e si sono portati avanti certi ragionamenti, che chiaramente poi hanno spiazzato - al di là degli utenti e degli operatori direttamente coinvolti - anche i colleghi e i sottoscritti Consiglieri regionali; ecco, perché da amministratori è sempre un po' così, mortificante, diciamo tra virgolette, sapere le cose e non avere magari neanche gli strumenti per rispondere e dare delle giustificazioni. Perché se non coinvolti in una presa di coscienza - magari in una scelta che potrebbe anche essere capita -, diventa difficile poi sostenere, ancor meno quando non si fa parte, magari, di chi ha scelto e portato avanti certe scelte.

Detto ciò, è chiaro che per quanto ci riguarda l'idea di chiudere le stazioni medie- medio grandi su settimana, alla vigilia della stagione turistica è un'idea folle, per diversi motivi.

Uno, perché noi crediamo che...un po' come si investe per mantenere le scuole aperte nei piccoli villaggi, come negli anni si è costruito un sistema di federalismo valdostano, rompendo un po' gli schemi ante anni '80 che hanno visto grandi investimenti, dopo appunto il riparto fiscale, per fare vivere le scuole sul territorio, i servizi, i servizi socio assistenziali, tutto quello che era un federalismo valdostano che scorporava la capitale della nostra regione da quello che era invece uno sviluppo di valli laterali.

Ora, alla vigilia di una stagione turistica, al di là del fatto che noi crediamo che l'indotto delle piccole stazioni, piccole e medie stazioni, sia un indotto importantissimo, diventa difficile nel sistema di prenotazione alberghiero, che dovrebbe avere un anno almeno, comunque alcuni mesi, di anticipo, nella logica temporale, diventa difficile mettere in difficoltà gli operatori, che hanno magari prenotato una settimana di sci a Chamois e poi gli viene detto al telefono: "ma ci hanno appena detto che ci saranno le navette e che da Chamois - tra l'altro non c'è la strada a Chamois, con un risparmio, tra l'altro, di 45 mila euro, perché, dai conti, si vocifera che sono 45 mila euro di risparmio per la chiusura di Chamois durante tutta la stagione invernale - ora lei, sì, ha prenotato una settimana a Chamois, però le dobbiamo dire che non potrà sciare, ma le faremo prendere la cabina al mattino e scenderà e ci sarà la navetta che va a Cervinia o Valtournenche".

Queste sono cose che sono state dette nelle riunioni, allora, soprattutto in Valle d'Aosta, quando si dicono le cose nelle riunioni il giorno dopo si crea un allarmismo. Allora, la prudenza che abbiamo consigliato all'Assessore Fosson sulla questione degli asili nido e una condivisione che avremmo gradito per poi arrivare al ritiro della delibera, alla modifica di una delibera già votata dai sindaci...stessa cosa ieri, con soddisfazione, a seguito dell'iniziativa, il fatto di rivedere e sospendere una delibera su un'altra questione importante del nostro welfare ci fa dire che forse se prima di assumere una decisione - soprattutto prima di andare a dire che sarà così - se ci fosse un minimo di lavoro...tra l'altro i dati delle stazioni, l'abbiamo detto durante la nostra iniziativa, si conoscono alla chiusura della stagione invernale precedente. Quindi si sapeva più o meno dall'estate, si poteva lavorare in Commissione, per dire: "benissimo abbiamo delle difficoltà, abbiamo una visione diversa" anche perché in questo modo sarà difficile che voi troviate consenso - al di là di quello sul territorio - all'interno di quest'aula.

Perché diventa difficile quando non si capisce dove si va a parare...e al di là di questo, noi, attraverso un'altra iniziativa, vi abbiamo anche dimostrato che forse quei 40, 50, 100 mila euro che vengono eventualmente risparmiati da una chiusura settimanale possono già essere risparmiati evitando di dare incarichi esterni in certe società, quando internamente qualcuno può fare il direttore. Quindi non solo abbiamo criticato, tra virgolette, una scelta che non condividiamo, vi abbiamo dato anche la soluzione per evitare questa chiusura, almeno in certi comprensori.

Noi crediamo -, e anche questo lo vogliamo dire con il senso politico di non fare più un'interpellanza o un'interrogazione, ma di codificare attraverso una mozione un impegno, che speriamo venga accolto, perché non pensiamo che ci sia una particolare difficoltà a lavorare in Commissione su questa cosa - ma al di là di questo, noi volevamo codificare la nostra convinzione che le società di impianti a fune, almeno alcune...noi in questa settimana abbiamo avuto l'audizione di Monterosa, la situazione lì è un po' più particolare: sia contabile, ma anche di rapporti interni, che non sono idilliaci. Ma quando parliamo di Cogne, di Crévacol di Palasinaz e di Chamois, parliamo di comprensori sui quali si è investito per anni: giovani che hanno dato le selezioni da maestri di sci di discesa a Cogne, anche se si è puntato sempre magari principalmente sul fondo, queste persone hanno investito soldi e energie per un futuro di albergatori, di operatori, di maestri di sci, cercando di costruire una prospettiva di vita sulla base di quello che l'Amministrazione regionale faceva. Ora oggi, da un giorno all'altro, si dice: ma adesso forse per risparmiare chiudiamo durante la settimana. Chamois è una stazione perla delle Alpi, è particolarissima, non ha la strada, ha un sistema...sì forse pochi alberghi, ma qualcuno molto interessante che sarebbe da rivalorizzare...ma Chamois ha una particolarità, che vive in inverno di questo tipo di turismo, sullo sci, piccolo, è una stazione che chiaramente non fa i numeri di altre stazioni anche nella zona, però negli anni tutti noi, tutta la comunità ha creduto o ha fatto credere a Chamois che la prospettiva sarebbe stata questa.

È chiaro che quando poi incontri qualche operatore che ti chiede, sei anche in difficoltà nel dire: ma sì abbiamo sentito anche noi, e cercheremo di evitare questa cosa. Quindi, lo abbiamo già visto nello scorso Consiglio, Assessore Marguerettaz, non l'abbiamo fatto con polemica, anzi, abbiamo aspettato anche perché questa questione è emersa già questa estate, quindi abbiamo aspettato anche per vedere se effettivamente c'era una prospettiva diversa, senza nessun problema. Però oggi - l'altro giorno non abbiamo avuto grandi risposte perché giustamente ci è stato detto che si stava valutando, si stava vedendo - però alla vigilia dell'apertura di una stazione turistico-sciistica, noi questa volta, al di là dell'aula, noi oggi vi chiediamo l'impegno ad andare in Commissione - e lì è forse il luogo un po' più libero per fare certe valutazioni - per guardare i conti, per cercare di fare anche valutazioni strategiche, anche inserite in una visione turistica per la quale noi oggi crediamo sia diventata urgente una revisione. Il turismo sta cambiando, dobbiamo dirci quali sono le nostre priorità, dobbiamo capire quale è il prodotto Valle d'Aosta che vogliamo vendere fuori...appunto, se nel prodotto Valle d'Aosta continuiamo a lasciare lo sci, come noi crediamo, e se accanto allo sci mettiamo altre nicchie che stanno nascendo, nella stagione estiva: il turismo ittico è qualcosa che in Valle d'Aosta è ancora valorizzato pochissimo, ma è un turismo incredibile...delle nicchie in certe valli che si sono organizzate, penso alla valle del Lys, che si è organizzata sulla pesca nei laghi, in modo autonomo.

Noi vorremmo che ci fosse una visione d'insieme della politica di sviluppo turistico della Valle d'Aosta e, prendendo spunto da questa annunciata chiusura delle piccole stazioni che noi non condividiamo, vorremmo semplicemente capire se a metà legislatura - che ci accingiamo a superare in termini temporali in questo quinquennio nel quale siamo stati eletti in questo Consiglio regionale -, se riusciamo a fare il punto sulla prospettiva di questa Valle, perché l'estate e l'inverno scorso hanno forse riconfortato il territorio nel far capire che di turismo effettivamente si può ancora vivere e che è uno dei volani che potrà risollevare le sorti della nostra regione per il futuro, senza far sobbarcare all'Amministrazione regionale, in un momento di contrazione economica, tutto ciò che è l'intervento pubblico; ma, ecco, vorremmo capire se si toglie da una parte se dall'altra c'è una prospettiva diversa, perché la comunità poi si attrezza in base a quello che fa l'Amministrazione.

Soprattutto in Valle d'Aosta, tutti aspettano per vedere che cosa sta succedendo e dove si investirà con quel poco che è rimasto, per capire se è una prospettiva di vita, sia nel settore agricolo, turistico o in altri settori, se potrà ancora essere una prospettiva di vita per le nostre famiglie e soprattutto per i nostri giovani.

Président - La parole à l'Assesseur Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.

Credo che la discussione che stiamo affrontando, per la serietà con cui sono stati proposti i temi e anche per i toni, mi pare ci possa portare ad una valutazione e ad un confronto più che fattivo. Mi permetterete di fare solo due passi indietro, per riportare tutti noi al 2013, anno in cui si sono avviate le fusioni, per incorporare tutta una serie di società nelle società più robuste e, ovviamente, questa operazione è stata fatta con una serie di obiettivi; un obiettivo direi più immediato, più semplice da comprendere, è il risparmio di tutta una serie di costi, un ragionamento che abbiamo fatto tante volte sulle partecipate.

Solo per darvi un dato che poi affronteremo, il risparmio tra consiglieri di amministrazione e collegi sindacali è di 360 mila euro all'anno. Quindi questa fusione ha portato questo tipo di risparmio, così come banalmente sui contratti assicurativi, e via discorrendo. Sembrerebbero delle banalità, ma dalle prime indicazioni che abbiamo, abbiamo almeno avuto 7-800 mila euro annui di risparmio, per queste operazioni, che non stravolgono il quadro di riferimento. È chiaro che queste fusioni hanno la necessità di avere un minimo di rodaggio e la fase successiva è anche più ambiziosa e anche più stimolante: proprio nella logica della differenziazione, immaginare che una gestione che ha un orizzonte più ampio possa permettere la specializzazione dei comprensori sciistici; non tutti fanno tutto, ma si possono concentrare delle attività.

Non vi sfuggirà, tra di voi ci sono dei maestri di sci, delle persone competenti, che noi abbiamo delle utenze che tra di loro, a volte, confliggono. Voi sapete, gli sci club, gli sportivi, gli agonisti, a volte confliggono con l'utenza e quindi si possono immaginare delle specializzazioni. C'è un percorso che io credo debba essere fatto e dopo un po', un paio di anni di fusione, abbiamo chiesto un'accelerata. Non sfuggirà neanche, a tutti i nostri colleghi, che la situazione ante fusione vedeva tutta una serie di società il cui deficit veniva colmato in parte importante dai Comuni, nel senso che tutte queste piccole stazioni che avete indicato hanno ovviamente, negli anni, non adesso, avuto dei deficit costanti. Sono dei deficit che avevano un perché, mettevano in piedi un indotto, c'erano tutta una serie di attività, e i Comuni contribuivano in modo importante a questo tipo di risultato. Ovviamente, oggi questo deficit viene assorbito dalle società incorporanti; credo che l'altro giorno abbiate avuto l'incontro con la Monterosa, ma anche all'interno della Monterosa, certi comprensori che hanno generato dei deficit sono andati ad aumentare questo disavanzo annuale. Ora, non affrontare questo tema credo che non sia corretto. E così come ho detto l'altro giorno, l'operazione è partita da ben prima dell'autunno, ma già all'inizio dell'estate, abbiamo sollecitato le varie società a fare delle aperture estive con assoluta parsimonia e facendo tutte le valutazioni del caso, cioè non è che dobbiamo aprire per forza tutti gli impianti che abbiamo sempre aperto negli anni precedenti. Bisogna fare delle valutazioni là dove c'è un progetto, là dove c'è un insieme di attività che portano a fare una promozione piuttosto che credere all'operazione spot e credo che siano venuti dietro. Le società hanno fatto questo tipo di ragionamento, ecco perché probabilmente, anche nell'ambito della comunicazione, certe notizie sono state date come decisioni assunte e non come dossier aperto, per cui adesso noi abbiamo avuto un primato: abbiamo gli impianti di Valtournenche e Cervinia che aprono, però sono delle aperture mirate, prima di entrare in funzione; non stupisce che all'inizio della stagione, come al termine della stagione, ci siano dei momenti dove il fine settimana gli impianti sono aperti e durante certi periodi sono chiusi.

Ma, nessuna indicazione, e questo a prova di smentita, è stata data in modo categorico nel dire: vanno chiuse. Perché prima di assumere una decisione del genere - ha detto molto bene sia il collega Chatrian sia il collega Viérin - bisogna capire qual è il risparmio, quali sono le ricadute e anche lì, lo abbiamo detto in questa sala, è stato detto nelle riunioni, le analisi vanno fatte stazione per stazione per capire e coinvolgere. Credo che sia oggi, oggi sui giornali c'è un dibattito in un Comune, in una stazione, dove, giustamente, nell'ambito della programmazione, si dice: ma voi chiedete alla stazione di sci di rimanere aperta e poi gli alberghi ed i commercianti chiudono? Sono delle questioni che vanno messe sul tavolo perché - anche nel mio passato, insomma, ho avuto modo di fare l'amministratore delle società degli impianti - ci sono delle situazioni molto differenziate, a volte su dieci alberghi, ne rimangono aperti due, quei due alberghi chiedono agli impianti di funzionare e gli altri otto chiudono. E abbiamo avuto nel passato, i modelli da andare a studiare: ero Assessore alle Finanze, c'era una società che ha detto: noi vorremmo chiudere; gli albergatori hanno chiesto di aprire, erano disponibili a contribuire, e hanno messo un contributo. Vedete, da questo punto di vista, io credo che vadano affrontati questi ragionamenti senza tabù, da nessuna parte è stato dato un input che porta a dire: bisogna chiudere. Bisogna capire se tutti gli attori attorno ad un tavolo fanno la loro parte e per gli attori parlo dei commercianti, degli albergatori, anche del Comune, se c'è la volontà, perché dal 2013 ad oggi tutta una serie di Comuni che prima contribuivano a tenere aperto, a far funzionare gli impianti non hanno più avuto questo impegno. Quindi sono ancora disponibili? È possibile? Bisogna fare delle valutazioni.

Ecco che, detto questo, sono intervenuto prima della chiusura della mozione, per dire che siamo d'accordo, però è un accordo condizionato. Nell'ambito delle premesse vengono date tutta una serie di verità o comunque di interpretazioni in cui non ci riconosciamo, per cui se all'interno della mozione le premesse vengono stralciate e quindi la mozione si riduce a dire: vista l'imminenza dell'avvio della stagione turistico-invernale caratterizzata essenzialmente dalla pratica dello sci, preso atto delle dichiarazioni dell'Assessore in merito al lavoro di analisi attualmente portato avanti, il Consiglio regionale impegna...dopo di che nell'impegno chiederei di fare un ragionamento, perché nella presentazione il collega Chatrian ha detto: "congiuntamente" e ha detto: "tutti assieme".

Io credo che non sia un'analisi aderente a quello che abbiamo detto in questo momento, nel senso che va bene l'Assessore, va bene anche un rappresentante di Finaosta, che è il soggetto che partecipa e che ha una visione e, comprensorio per comprensorio, analizziamo la situazione.

Quindi se il concetto è: "congiuntamente" vuol dire un'analisi comprensorio per comprensorio differenziato, siamo d'accordo perché sennò mettiamo insieme tante cose, come abbiamo avuto modo di dire: è chiaro che se questo non dovesse essere accolto, rimane la disponibilità, ovviamente, a fare il confronto, ma sul testo letterale della mozione ci asteniamo.

Presidente - La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Partirei da una sua frase per fare poi qualche esempio. Non si è deciso da nessuna parte di voler chiudere. Questa è una sua affermazione, partirei da questa sua affermazione e caso per caso va analizzato. Quindi, questa è la partenza che...un po' in ritardo, ma che condividiamo. Quindi nulla è ancora stato deciso e caso per caso va affrontato. Qualche considerazione dal punto di vista invece di visione generale. Ho avuto modo di seguire la piccola stazione nel mio Comune, in quanto Sindaco, quando il Comune comunque compartecipava in maniera pesante agli investimenti.

Piccoli Comuni che andavano ad investire milioni di euro di risorse proprie, proprio per creare, da una parte, le condizioni di investimento ...ma di indotto diretto ed indiretto. Quel mondo lì non esiste più per diversi motivi e da sei/sette anni comunque è cambiato il quadro generale della nostra Regione, delle nostre disponibilità, dell'ente pubblico ed è cambiato comunque anche il modo di fare turismo, quindi non possiamo mettere sul tavolo tutti gli elementi che concorrono a poter aggredire quello che è - dal nostro punto di vista, dal mio punto di vista - la prima industria in Valle d'Aosta, il turismo. Detto questo, poi, la sfida più delicata sovente è come possono posizionarsi le varie Comunità, le varie località, le varie società: il target a cui parlano, come parlano, come aggrediscono il mercato. E poi l'altra considerazione invece che vorrei fare: l'Assessore, ci ha fatto qualche analisi generale, indubbiamente in venti minuti o in mezzora non si può affrontare completamente tale dossier. Un dossier per cui, comunque, solo le società degli impianti a fune regionali hanno dei ricavi per circa 55 milioni di euro, l'ordine di grandezza è questo e l'Assessore ci ha illustrato...dicendo, ad esempio, che il risparmio che è stato fatto in questi due o tre anni ammonta a 360 mila euro annui per quanto riguarda: meno sindaci, meno consiglieri di amministrazione, qualche risparmio è stato fatto - evviva! -, dall'altra - altri esempi, i premi assicurativi - dall'altra, indubbiamente, poi bisogna spacchettare quella che è l'analisi, la visione generale, per poter affrontare invece nel merito, caso per caso, quali sono state le potenzialità messe in atto in questi anni nelle singole società.

Faccio un esempio, Assessore Marguerettaz, che lei conosce molto bene. Questa estate, la concorrenza, è alta, indubbiamente, con i cugini svizzeri, per poter aggredire il mercato, la società che gestisce gli impianti a fune di Zermatt ha deciso di aprire un'ora prima gli impianti, un'ora e un quarto prima, per poter dare una risposta completamente diversa. A chi? Agli atleti, e quindi creare le condizioni per avere diverse squadre nella loro comunità, località che poi fanno marketing, co-marketing e informazione, fanno parlare della località. Bene, d'estate, ad agosto, conosco un po' la situazione, abitando lì, a Zermatt c'erano nove squadre nazionali, che risiedevano, alloggiavano, facevano co-marketing, facevano comunque parlare della località Zermatt, dalla nostra parte Valtournenche: una squadra. Quando dico che caso per caso va analizzato, ma analizziamolo bene! E quindi magari potevamo aggredire anche noi il mercato e perché non offrire anche noi certe modifiche per poter non dico fare un cinque a cinque, non ce l'avremmo fatta, ma magari sette squadre a Zermatt e tre a Valtournenche: avrebbe creato anche un altro indotto nella nostra località. Questo è un esempio, magari persino quasi banale, dal nostro punto di vista non è banale, quindi dico: facciamo anche attenzione, ogni tanto, vanno bene gli accorpamenti, vanno bene tutte le cose, ma ogni tanto dagli esempi cerchiamo di modificare quello che è l'assetto.

L'altro ragionamento che vorrei fare, lei è più competente di me, Marguerettaz, in quanto il suo ex mestiere da commercialista...ma non sempre le fusioni per incorporazioni portano a delle vere economie di scala, lo sappiamo, lo sappiamo perfettamente. Alcune volte gli accorpamenti, un po' forzati, per incorporazione portano a delle diseconomie, diseconomie perché...è stato lampante, lunedì, audendo il Consiglio di amministrazione della Monterosa, quanto una società di diritto privato, - finanziata dal pubblico, ma di diritto privato - abbia un eccesso di burocrazia interna...Sono delle criticità che all'interno di società strutturate, importanti, dove le strutture fatte da dirigenti, doppi dirigenti, tripli dirigenti, quadri, capiservizio e che cosa, sovente diventano più macchinose di un ente pubblico, magari perché non ci si parla, magari perché ci sono dei conflitti interni, magari perché il ramo d'azienda inserito per incorporazione, lo diceva bene prima l'Assessore, delle piccole stazioni...ciò detto, invece di essere più snelli, più semplici e più rapidi, diventano invece dei pachidermi, degli elefanti, e invece di avere un risparmio, un'economia forte, per dare delle risposte puntuali al territorio, diventano invece degli elefanti, peggio ancora poi, e ci sono dei casi, se i delegati dei rami d'azienda delle località medie o medio piccole non hanno nessun interesse di collaborare con nessuno. Lei citava molto bene il passaggio, collaborare vuol dire collaborare con l'Amministrazione locale, con le forze economiche, quindi albergatori, chi lavora nel commercio o che cosa.

Il rischio è che queste grandi società - in questo caso sono tre praticamente: la Cervino S.p.A., la Monterosa S.p.A. e la Pila, che ha incorporato Cogne e Crévacol -, il rischio è di aver fatto praticamente dei mega e grandi enti, enti dove la burocrazia è aumentata e dove i capiservizio o i quadri o i dirigenti alla fine rallentano quella che è la struttura, il layout della società, e, invece di essere più snelli, diventa un doppione e chi ci perde alla fine è la comunità stessa. La comunità, la località, i maestri di sci, le guide alpine, i commercianti, gli albergatori e non solo...bene, quindi questo per fare degli esempi e per dire che non sempre il fatto di mettere tutto insieme - è vero, economie, facciamo delle economie vere - porti dal punto di vista economico...e poi dall'altra abbiamo delle sacche, delle zone d'ombra che aumentano, dovute a tutta una serie di impostazioni che da diversi decenni sono state portate avanti nelle singole, piccole e grandi attività. Un altro esempio, che immagino i colleghi della maggioranza conoscano molto bene, anche sulle forniture: non è vero, e lo sapete perfettamente, che accorpando sovente delle funzioni, si spuntino comunque dei prezzi migliori. È successo, conti alla mano, possiamo fare degli esempi, bene, su quelli io penso che dovete, dobbiamo stanare quelle che comunque sono sacche grigie, non chiare, dove invece di avere delle economie ci sono dei maggiori costi, rispetto a quando le società erano più suddivise in maniera diversa e con la media, la piccola e la grande.

Non sempre l'accorpare forzatamente per incorporazione porta a delle vere economie dal punto di vista finanziario, ma soprattutto dal punto di vista procedurale. Termino facendo un'ultima considerazione: chiederei all'Assessore Marguerettaz, di...visto che la proposta che ci viene fatta e che il Governo regionale, la maggioranza accetterebbe l'impegno, tout court - apro una parentesi: indubbiamente col collega La Torre ci organizzeremo per la prossima settimana sul come calendarizzare i vari consigli di amministrazione, partendo forse da quelli più critici, dove ci sono delle incorporazioni che sono state anche un po' forzatine sul territorio in modo da avere la possibilità di confrontarci serenamente in Commissione, con una visione generale e puntuale, le due cose insieme - ma, nello stesso tempo, chiederei di inserire nelle premesse...lei ci emenda così la nostra mozione, va bene "visto l'imminenza dell'avvio della stagione", va bene il termine "preso atto", lascerei anche "ricordata l'importanza della funzione catalizzatrice svolta dagli impianti di risalita al fine, ai fini dello sviluppo economico e sociale anche delle piccole stazioni", perché penso che ci sta nella discussione, perché comunque io sono partito dalla sua dichiarazione che prendo per buona: "non si è deciso da nessuna parte di voler chiudere, caso per caso verranno analizzati", quindi la faccio mia, la facciamo nostra - come diceva prima il collega Viérin - e affrontiamo con determinazione quello che è lo stato dell'arte, le criticità per poi... Io penso che questo Consiglio possa tranquillamente posizionarsi.

Ultima considerazione: invece, collega presidente Rollandin, presi probabilmente ogni tanto da diversi atti da presentare, da approvare, da studiare e da avere delle ragioni per poter confrontarsi in questa aula, non sempre è così scontato e semplice, uno deve comunque strutturarsi e avere modo di essere preparato. Abbiamo, la legge che è stata approvata, la 7 del 2006, circa dieci anni fa, e che a cui, a fine 2009, durante il dibattito della finanziaria, è stata fatta una modifica importante. Io non so se è sfuggito a tutti, colpa nostra, mi ci metto completamente all'interno di questa negligenza...l'articolo 13 bis della legge 7 del 2006 cita questo: "la Giunta regionale - sempre parlando di partecipate, indubbiamente - presenta annualmente al Consiglio regionale, che lo vota, un atto di indirizzo strategico contenete i programmi previsionali di Finaosta S.p.A e delle sue partecipate, cui è allegato il consuntivo delle attività svolte dalle stesse. Probabilmente...ci prendiamo anche tutta la responsabilità di non aver voluto dare, come minoranza, come Alpe, gambe e corso a questo articolo 13 bis, che era stato voluto da noi nel 2009, chiederei, nelle prossime settimane, con i tempi che ci dovranno essere, la possibilità di dare gambe e corso, a quello che la nostra legge già impone a questo Consiglio regionale, che è quello di avere non solo una presentazione annuale degli indirizzi strategici contenenti i programmo previsionali di Finaosta S.p.A e delle sue partecipate al Consiglio regionale, ma soprattutto un voto sugli indirizzi strategici.

C'è già...e, ripeto, nei modi e nei tempi che decideremo, magari nella Capigruppo, presidente Viérin, prima della finanziaria, non sarebbe male comunque adempiere, dare corso a quello che c'è già in legge regionale, oltretutto voluta da noi a fine 2009. Grazie ancora per aver accettato, quindi l'emendamento, come dicevo, viene accettato tenendo conto solo di quella parte che ho ricordato, e grazie per aver voluto comunque accettare questa nostra mozione. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parole au collègue Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Per unirmi alle considerazioni del collega Albert Chatrian e nel condividere la volontà di approfondire in commissione...al di là dei fronzoli, al di là dei contenuti, l'obiettivo era quello di riuscire a vederci partecipi di una certa linea di indirizzo e di azione; alcune brevi considerazioni, su ciò che è stato detto, tanto per concludere il dibattito.

Sicuramente a seguito delle fusioni che l'Assessore ha citato (dal 2013, un percorso sicuramente non facile) nella prospettiva che noi tutti avevamo auspicato di creare, magari un domani - questa è la nostra idea, tra l'altro si era già discussa in tempi non sospetti - un'unica holding valdostana, holding intesa come un'unica società che possa coordinare tutti gli impianti di risalita, da un punto di vista tecnico, ma che sia raccordato, perché quello che noi oggi non vediamo è un raccordo tra quello che è la parte tecnica del dossier impianti a fune e di risalita, con quello che è invece l'altra società unica che abbiamo, che è il syndicat d'initiative, chiamiamola così, cioè, al di là dell'Assessorato, la parte promozionale e di vendita del prodotto, perché è quello che oggi manca.

Basta pensare ai saloni, la razionalizzazione che era stata pensata fin dal 2013, che voi ci avevate ipotizzato, che poi si è materializzata in conclusioni che effettivamente sono fusioni anche anti-territoriali e anche anti-storiche. Penso a Cogne e Crévacol con delle difficoltà, una valle opposta all'altra, anche per i dipendenti, non è qualcosa di molto naturale. Mentre una holding, una società unica che coordini tutti gli impianti a fune, potrebbe mantenere la territorialità, perché noi sappiamo che se si mantengono gli impianti a fune aperti in una piccola stazione, questo è un indotto locale, anche per chi lavora, per evitare che poi da Gressoney, uso un paradosso assurdo, si vada a lavorare a La Thuile.

Questo è nell'analisi dei costi, che non sono solo costi ma sono anche investimento, è l'analisi che si deve fare: perché un'Amministrazione spende cinquanta- sessanta-settantamila euro per tenere aperto uno ski-lift o degli impianti in una piccola stazione? Perché c'è l'indotto dei privati, perché ci sono dei posti di lavoro, questo per dire che noi non vediamo coordinamento, e questo lo diremo poi in commissione, non vediamo coordinamento tra quello che è un'analisi contabile con quello che è invece uno sviluppo turistico e di indirizzo. Questo è il primo pezzo che manca. Poi si possono anche tirare in ballo i Sindaci. Intanto i Sindaci, Assessore Marguerettaz, forse ci sarebbe stato meno allarmismo se in quella riunione fossero stati invitati i Sindaci, e anche quello è stato un paradosso assurdo: c'erano i rappresentanti delle società e i Sindaci non c'erano. Poi il rappresentante della società chiama il Sindaco e dice: "allora, come facciamo, ci vediamo per i conti? Perché forse dobbiamo chiudere". Il Sindaco dice: "ma io non sono stato neanche invitato alla riunione". Allora dico, anche questo: andiamo a vedere se in Sindaci hanno i soldi per aprire gli impianti. Ma va bene, magari coinvolgeteli dall'inizio e tutti assieme fate delle analisi prima tra di voi, poi ce le rappresentate in commissione. Quindi anche in questo caso l'allarmismo...poi in certi Comuni della Valle sapete che ci sono certe logiche anche caratteriali e di mantenimento del proprio territorio, che è l'unico territorio che poi viene visto e diventa poi difficile andare appunto a far capire che il ragionamento è un altro. E poi, ecco, due questioni: noi sicuramente vi chiederemo e vi chiediamo che questa eventuale analisi non faccia partire nessuna decisione per questa stagione turistica, perché sarebbe veramente, come dire, umiliante per chi lavora sul territorio, e completamente folle, perché si produrrebbe quello che si è prodotto per i castelli: ad agosto non sapevamo ancora gli orari di settembre, la gente aveva già prenotato le ferie, poi scrive ai giornali "io disdico le ferie, vado in un altro posto perché voi non avete una programmazione turistica", cioè, queste sono cose facilmente risolvibili.

Terzo punto, questione delle aperture mirate. Noi non abbiamo mai messo in discussione l'apertura mirata di certi impianti, cioè quello di cui si parlava era la chiusura totale su settimana di certi comprensori, e nulla a che vedere col fatto se c'è neve o meno, perché tutti sappiamo che se non c'è neve non si apre l'impianto. Che discorso è? Questo c'è sempre stato. Altra cosa è dire: benissimo, a Cogne non si apre tutta la settimana, si apre il sabato e la domenica, eh va bè, lì c'è lo sci di fondo, magari ancora, però già è una follia. In altri posti vivono solo di quello: vi chiudiamo dal lunedì al giovedì, apriamo venerdì, sabato e domenica, non va bene ecco. Questi secondo noi sono semplicemente spunti affinché anche nel dibattito, non solo registrato, ma che si sviluppa e che esce da questo palazzo, sia ben rappresentata quella che è l'idea di ognuno di noi.

Questa stagione assolutamente no, i Comuni coinvolti, ma non solo quando...cioè prima gli tagliamo e poi gli chiediamo di mettere i soldi per gli impianti a fune, non li invitiamo neanche alle riunioni per coinvolgerli in questa cosa...che ci sia un po' di coordinamento, noi non vediamo coordinamento, al di là che non vediamo coordinamento all'interno del Governo, perché ognuno è partito nel proprio settore, tagliando e annunciando che si chiude la centrale, che si va fuori, che si prendono iniziative che nessuno ha condiviso con altri, al di là di questo, non vediamo nei singoli settori, soprattutto quelli strategici, come quello turistico, un coordinamento e la parte di destra non sa quello che fa la parte di sinistra, è tutto uno spot e a spizzichi e bocconi si cerca di fare una programmazione turistica. Una cosa è l'analisi contabile degli impianti a fune, un'altra sono i contenuti di promozione di quello che è l'indotto. Una volta risolta la razionalizzazione decidiamo come vogliamo promuoverla fuori, perché oggi non c'è, ognuno va, così, un po' a random, ognuno va al proprio salone, ognuno cerca di promuovere se stesso, quando invece la Valle d'Aosta turistica deve avere un prodotto e per l'inverno sappiamo che il prodotto per eccellenza è lo sci. Il non lontano comprensorio di Verbier, che comprende le quatre vallées...se andate a Verbier, non è che hanno niente di particolare da un punto di vista territoriale rispetto a noi, anzi, poi ricordiamoci che dall'altra parte c'è anche Saint-Oyen e che con le pelli si arriva e che quel tipo di turismo lì è un indotto senza spese per i piccoli Comuni, nel senso che lo sci alpinismo per esempio non è un turismo, però se vogliamo evitare che tutti si portino il panino e la bottiglia di Coca-cola, magari attrezzando un po' le zone, facendo uno sviluppo con la vicina Svizzera, ricordandoci che il turismo del Vallese e della vicina Svizzera in questo momento sarà una prospettiva molto interessante per i prossimi anni, che forse non abbiamo mai abbastanza valutato...con una questione transfrontaliera, facciamo tante riunioni, c'è il Conseil Valais-Vallée d'Aoste, abbiamo tutta la questione dell'APF, ma ricordiamoci che le vere sinergie che possono portare indotto alla Valle d'Aosta sono queste, la semplice...nelle quatre vallées, Assessore Marguerettaz, se uno fa l'abonnement pleine saison ha la Valle d'Aosta gratis, ha Aspen, ha Chamonix, ma soprattutto, se porta la ricevuta dell'albergo dove pernotta in Valle d'Aosta, non paga il tunnel di ritorno, queste sono misure di sviluppo turistico che sono state pensate per agevolare questo che è un turismo transfrontaliero. E il Vallese, per citarne uno, ma sappiamo che crediamo tutti, almeno noi crediamo nel turismo di prossimità. Prima di andare in Giappone a cercar gente che sappiamo che hanno esigenze totalmente diverse, preoccupiamoci del turismo di prossimità, che è quello che ha una spesa pro capite abbordabile, perché i trasporti non ce li abbiamo, purtroppo, e lei si occupa anche di trasporti, quindi, voglio dire, magari se riusciamo anche a mettere quel pezzo assieme, il turismo di prossimità, ma basti pensare alle Langhe! Noi siamo stati di recente con l'amico e collega e insieme ad altri colleghi nelle Langhe, per capire com'è nata la questione delle Langhe. Le Langhe sono nate negli anni '70, attraverso 9-10 persone, quando la gente se ne andava, avevano le zanzare e avevano la nebbia, e hanno detto: "però abbiamo la terra buona e abbiamo un prodotto dell'enogastronomia che valorizzeremo". Oggi è uno dei primi turismi enogastronomici che esistono in Italia, noi per primi andiamo in queste settimane e sappiamo che tanti lo fanno, alle fiere del tartufo, piuttosto che a quello... ma quello è un turismo che non ha stagionalità.

Allora, noi abbiamo anche a detta di queste zone, abbiamo molto più di loro, abbiamo la montagna, abbiamo i monumenti, abbiamo i castelli, abbiamo un'infinità di potenziale che nessuno ha e non lo sappiamo valorizzare. E gli impianti a fune sono solo un pezzo, ma ci fa capire come non ci sia una visione, perché se si parte già da una pseudo chiusura, prima ancora di analizzare quello che vogliamo vendere fuori, secondo noi non siamo sulla strada giusta.

Presidente - Grazie collega Viérin. La parola al collega Restano.

Restano (UV) - Grazie Presidente.

Come non essere d'accordo con tutto quello che è stato detto nel trattare questo argomento, mi permetto solamente di sottolineare alcuni aspetti, senza voler rimproverare nessuno. Il percorso, a dire il vero, è già iniziato lo scorso anno dalla IV Commissione: siamo stati in Trentino a studiare il modello Trentino; è proseguito quest'anno, recentemente, con la visita agli amici di Bolzano. È un percorso che è stato fatto in sinergia con il Governo regionale, per capire come operano gli altri, approfondire l'argomento e arrivare poi a permettere al Governo regionale, in collaborazione con la Commissione, di fare delle scelte che saranno in futuro importanti per la nostra Regione.

Sicuramente la parola d'ordine è sinergia e fare squadra, fare squadra tra gli operatori commerciali, gli operatori delle professioni turistiche, ma abbiamo visto che ognuno deve fare la propria parte. È stato ricordato anche nell'intervento dell'Assessore. Voglio solo sottolineare che, com'è già stato detto, noi dobbiamo caratterizzarci per gli sport e il turismo della neve, sicuramente ci sono le grandi stazioni, è stato ricordato, le piccole stazioni, ma ci sono anche gli sport minori, mi riferisco allo slittino su pista naturale, allo sci alpinismo, allo sci da fondo e al biathlon, che vanno a completare un'offerta globale che deve dare un territorio, ma vogliono anche essere un elemento di formazione e di crescita per i nostri giovani. Ecco, io penso che, magari non con celerità, abbiamo imboccato la strada giusta e la disponibilità del Governo ad affrontare l'argomento in Commissione, sta a rimarcarlo. Quindi voglio ringraziare tutti, voglio dare anche la mia personale disponibilità, pur non facendo parte della IV Commissione, credo che questo sia l'inizio di un percorso importante, che vedrà i suoi frutti a breve e a lungo termine. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Non so se devo preoccuparmi perché questa volta sono d'accordo con l'Assessore Marguerettaz, allora ci sto facendo una riflessione. No, a parte le battute, effettivamente bisogna rivedere completamente quella che è la vecchia politica, anche del turismo. Dobbiamo staccarci dalla logica della marchetta, tengo aperta la stazione X e magari chiudo quella Y perché nella X c'è il mio amico, il mio parente, il mio compagno di partito. Bisogna andare a fare un'analisi seria di quelli che sono i costi, di quelli che sono poi i ricavi che vengono dall'apertura delle stazioni. Perché, diversamente, continuare a dire "teniamo aperto tutto" è una cosa che potremmo anche metterci qui a urlarla, sarebbe anche comodo, "perché chiudete?". Ma alla fine non si può tenere aperto tutto, perché ovviamente i costi non lo consentono più. E allora bisogna avere l'onestà intellettuale di dire che è necessario un intervento. Quindi, finendo l'assistenzialismo, ci vogliono però anche delle idee nuove, idee nuove che spesso l'imprenditore valdostano, abituato forse a questo eccesso di aiuto, a questo eccesso di denaro a disposizione, ecco, in questi anni ha perso una cultura del, diciamo, dell'ingegno, dell'aguzzare l'ingegno. E allora, dato che la responsabilità è anche della politica, ed è soprattutto della politica, bisogna però trovare anche delle alternative, e allora nel momento in cui vado a proporre magari la chiusura della stazione da una parte, vedo se in quell'ambito ci sono delle alternative, se ci posso fare un parco giochi invernale, se ci posso fare dei servizi anche invernali a livello mini-sportivo per i disabili, se posso metterci un parco che potrebbe essere un mini-parco, ipotizzo, anche se mi piace poco, ma è tanto per dare un'idea, con le motoslitte. Cioè ci sono anche delle alternative, non dobbiamo tenerci vincolati alla questione dell'impianto sciistico. Se non c'è lo sci chiude tutto. D'altro canto c'è anche la necessità di fare sistema e di coinvolgere, come ha detto anche l'Assessore, tutti gli operatori e tutti gli attori del posto, quindi gli albergatori, quindi gli agricoltori, tutti quanti devono unirsi per tenere aperta la realtà che è una realtà locale, e allora devono ovviamente darsi da fare per migliorare il servizio, perché quando io vado magari a 2000 metri e mi servono la polenta nel vassoio di acciaio, ci rimango un po' male, anche perché questo non succede se vado nel Vallese o se vado in Francia, qui nelle vicinanze. E, quindi, c'è anche un servizio che dev'essere migliorato, non si può sempre puntare il dito e poi dire: "noi facciamo bene da mangiare, va bene così" e non facciamo un passo in avanti.

Quindi, diciamo, uscire un attimo da questa logica delle fazioni e vedere se veramente si vuole fare il passo avanti. È ovvio che in certi casi bisognerà, non dico fare delle chiusure, ma rivedere i costi. E poi se posso anche lanciare una proposta, vediamo un attimo se soprattutto per quei micro-impianti, che sono veramente di dimensioni ridotte, possiamo fare o possiamo ipotizzare una forma di azionariato diffuso, che coinvolga gli agricoltori, gli imprenditori locali, i maestri di sci, che si assumono la micro-gestione dell'impianto. Ovvio, per le realtà che sono le realtà più piccole, ma dobbiamo provare a tentare questa sperimentazione, anche per togliere, diciamo, dalle spalle del pubblico certi costi. Dobbiamo vedere, dobbiamo rendere indipendenti, sennò qui siamo sempre nella logica "diamo il pesce, ma non facciamo imparare a pescare le persone". Quindi, usciamo dalla logica dell'assistenzialismo e vediamo di entrare in una logica anche di crescita e penso che questo si potrà fare se ci sarà la volontà anche da parte della maggioranza regionale di acquisire tutti i dati, perché bisogna avere i dati relativi alla situazione economica del posto, a quante persone ci stanno sul posto, a quanti esercizi commerciali ci sono. Dobbiamo avere la situazione e i dati per poter intervenire in maniera adeguata.

Presidente - Grazie collega.

Non ci sono altre richieste in discussione generale. Assessore le era stata rivolta una richiesta da parte del collega. Dobbiamo farlo, però, se l'accoglie in discussione generale. Quindi voteremmo la mozione stralciando "l'appreso", il "preoccupati" e il "ritenuto e considerato". Rimane "vista", "ricordata" e "preso atto", con l'intesa che caso per caso si convocherà in II Commissione. La votazione è aperta. Votazione chiusa.

Presenti 35

Votanti 35

Favorevoli 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Punto 40 all'ordine del giorno.