Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1118 del 26 marzo 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1118/XIV - Approvazione di mozione: "Promozione di iniziative con altre Autonomie speciali a seguito della sentenza della Corte costituzionale in merito ai ricorsi della Regione sulla parte delle manovre finanziarie dello Stato lesive del principio dell'intesa".

Presidente - Per l'illustrazione della mozione, la parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Prima di iniziare a entrare nel merito della mozione, vorrei fare solo una breve precisazione. Noi - lo dico in tutta sincerità - ci saremmo aspettati una comunicazione già nel passato Consiglio in merito alla sentenza della Corte costituzionale; sto parlando della sentenza 19 del mese di febbraio del 2015 con cui la Corte costituzionale ha deciso in merito ai ricorsi presentati dalla nostra Regione e da altre Regioni autonome e Autonomie speciali su parte delle manovre finanziarie dello Stato che colpivano il famoso "principio dell'intesa", quando si toccavano i principi del riparto fiscale. Prima di entrare nel merito della sentenza di cui chiederemo qual è la posizione del Governo regionale in proposito, occorre precisare che questa sentenza fa seguito a una serie di ricorsi che la Regione negli anni ha presentato per una serie di manovre finanziarie che andavano ad intaccare le risorse disponibili presso la Regione, il bilancio regionale.

Bisogna per forza fare una breve premessa. La Regione Valle d'Aosta, l'11 settembre del 2010, a Roma, firma un accordo con lo Stato in cui rinuncia ad oltre 300 milioni di IVA di importazione e, in cambio, lo Stato riconosce dai 9 decimi ai 10 decimi l'introito delle imposte locali. La Regione e tutti noi pensavamo di essere al riparo da ulteriori manovre finanziarie dello Stato, ma così purtroppo non è stato. Fra le conseguenze di questo accordo, che ha conseguenze economiche e finanziarie nel contesto della Regione, vi sono anche le varie finanziarie. Per fare chiarezza, per dare qualche dato che sia significativo e comprensibile ai cittadini, noi siamo passati da un saldo obiettivo in termini di competenza euro-compatibile del 2010 (al netto della spesa sanitaria) di un miliardo e 344 milioni ai 640 milioni e pochi spiccioli previsti dall'articolo 5 della finanziaria 2015. Cos'è questo obiettivo euro-compatibile? Sono le effettive risorse che in questo momento sono a disposizione della Regione, perché di fronte ad un bilancio che abbiamo approvato nel 2015 di circa 970 milioni, le risorse effettivamente disponibili al netto delle manovre dello Stato, cioè il Patto di stabilità, sono quei 640 milioni. Molto opportunamente la Regione, negli anni, ha fatto ricorso alla Corte costituzionale verso questa ingerenza di carattere economico da parte dello Stato, anche perché i criteri di riparto fra Autonomie speciali non era una percentuale sul bilancio delle Regioni a Statuto speciale in cui la Regione incide per il 3,4 percento, non era neppure sul PIL complessivo delle stesse Autonomie, che per la Regione vale poco più del 2,3 percento, bensì erano i codici SIOPE del decreto legislativo 95 del 2012, che assegna alla Valle d'Aosta un'incidenza del 9,16 percento. Aggiungo che i ricorsi pendenti presso la Corte costituzionale sono state carte importanti che la Regione Valle d'Aosta si è giocata sui tavoli delle trattative nella definizione dei vari Patti di stabilità pregressi, vedi quello del 2013, l'ultimo, perché in questo momento noi stiamo ancora aspettando il Patto di stabilità 2014, sottoscritto da lei, Presidente, e dal Ministro Padoan, in data 14 marzo 2014, in cui c'è un passaggio che tengo a sottolineare e che dice: "La Regione autonoma rinuncia per l'anno 2013, sin d'ora, in via definitiva, a portare in esecuzione l'ordinanza 272/2014 e comunque agli effetti favorevoli a essa derivanti dall'eventuale accoglimento dei ricorsi pendenti dinanzi alla Corte costituzionale".

Vengo alla sentenza della Corte costituzionale, una sentenza di 13 pagine che proverò a sintetizzare. In queste 13 pagine, che fanno molto male al sistema delle Autonomie e alle Province autonome in generale, fanno male perché alla fine, per arrivare a una sintesi, dicono che, per la carità, lo Stato non dovrebbe mai incidere e ledere le prerogative legate al principio dell'intesa, tra le righe ci dice però che comunque l'intesa tra le Regioni e le Province a Statuto speciale è lo strumento per il riparto, mentre l'accordo è lo strumento bilaterale; ci scrive che entro il 31 ottobre 2014 si sarebbe dovuta trovare questa intesa tra Autonomie speciali, Province autonome e Regioni... "In assenza di tale intesa entro i predetti termini, una determinazione unilaterale dei criteri dev'essere concepita come rimedio ultimo per assicurare il rispetto dei vincoli europei connessi alla manovra di bilancio". Cosa significa? Ci dice che lo Stato non avrebbe competenza per entrare a gamba tesa e fissare le condizioni di riparto, però ti dice che lo Stato fa parte comunque di un grande progetto, che l'Europa dà dei vincoli, dà dei termini di obiettivo euro-compatibile e che in assenza di un'intesa lo Stato può intervenire ai fini del rispetto del bilancio dello Stato. Dice però anche un'altra cosa, che a nostro parere è molto importante: in questa sentenza c'è un passaggio che, Presidente, Assessore...è una delega che le fanno, perché la Corte costituzionale praticamente fa una delega alla Valle d'Aosta. Io penso che possa essere solo delegata alle due figure che in questo momento avrebbero dovuto occuparsi di questo passaggio delicato, perché fa la differenza tra le Autonomie speciali buone, cioè che hanno trattato con lo Stato accordi più favorevoli, e quelle che malauguratamente come la Valle d'Aosta, e solo la Valle d'Aosta, non è stata in grado di trattare condizioni più favorevoli con lo Stato, e cita in realtà una lettura costituzionalmente orientata della norma, peraltro confermata dalla prassi, in particolare dalla morfologia degli ultimi accordi stipulati in questa materia dal Governo e dalle Autonomie speciali, e cita: l'accordo della Regione Trentino-Alto Adige e Provincia autonoma di Bolzano (15 ottobre 2014), della Regione Sicilia (9 giugno 2014), della Sardegna (21 luglio 2014) e del Friuli Venezia Giulia (28 ottobre 2014). E finisce dicendo: "Dimostra che lo strumento dell'accordo serve a determinare nel loro complesso punti controversi o indefiniti dalle relazioni finanziarie dello Stato e Regioni, sia al fine del raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica nel rispetto dei vincoli europei".

Ora, perché dico che è un delega? Perché se altre realtà sono riuscite a trattare con lo Stato, a portare a casa accordi più favorevoli, vorremmo capire perché da questi tavoli la Regione ne è rimasta fuori. Quando noi, per mesi, abbiamo provato a sollecitare e capire se la Regione era presente a questi tavoli, o quanto meno la Regione si era fatta promotrice di incontri con lo Stato, noi ci siamo sentiti dire, di volta in volta: "No, la prossima settimana andremo a Roma, la prossima settimana avremo un incontro, la prossima settimana sottoscriveremo, definiremo un accordo e anche il Patto di stabilità 2014". Ora il tempo è concluso. Se noi, quando avevamo la possibilità di sederci a questo tavolo, avevamo un asso nella manica col discorso del paventato ricorso alla Corte costituzionale, con questa sentenza, se mi scusate, dall'asso siamo passati al due di picche! Questa è la realtà con cui la Valle d'Aosta si andrà a confrontare, se mai si confronterà per definire anche il Patto pregresso 2014, ma soprattutto quelli che possono essere i Patti futuri e le risorse in disponibilità presso il bilancio regionale.

Ora, mi pare veramente dell'ipocrisia - torno un attimo al disegno di legge che abbiamo deliberato oggi - quando in un passaggio, lei, Presidente, ha ammesso candidamente questo dicendo: "Beh, non possiamo mettere le risorse necessarie per tre anni perché non abbiamo i soldi". Certo, non avremo mai i soldi se noi siamo fuori da questi tavoli, se noi siamo una parte assente da queste trattative! Presidente, noi avremmo sperato che nella breve vacanza del Presidente Renzi, quando una delegazione da lei presieduta si è recata a Courmayeur magari a discutere su quelli che erano probabilmente i voti necessari - che poi non sono stati necessari - per l'elezione del Presidente della Repubblica o eventualmente il fatto di avere in prospettiva un Senatore in più, noi avremmo gradito e sperato che si fosse parlato anche dei problemi della Valle d'Aosta! Ora non è politica questa, è semplicemente una realtà, una realtà amara, che fa male, e fa male ai cittadini valdostani, perché noi ci sentiamo dire che lo Stato è cattivo, che ci taglia le risorse, però noi non siamo mai stati seduti ad un tavolo per provare a cambiare queste regole, queste imposizioni, mentre altre Regioni l'hanno fatto...qua qualcuno si è pure permesso di criticare dicendo che forse erano degli accordi al ribasso...ma almeno sono stati fatti degli accordi! Noi non siamo stati neanche capaci a sederci a questo tavolo. Ma è la Valle d'Aosta che ne esce male, è la Valle d'Aosta che è mortificata da questa sentenza della Corte costituzionale, è per quello che dicevo che sarebbe interessante farne un quadretto, magari attaccarlo in ufficio, perché questa è una sentenza della Corte costituzionale con "dedica alla Valle d'Aosta"!

Noi non ci sentiamo colpevoli, perché...e mi dispiace dirlo, guardi, noi avevamo pensato, forse erroneamente, che quando abbiamo approvato la risoluzione concernente il Patto di stabilità dell'anno scorso...leggo l'ultimo passaggio, dove c'era un impegno in cui si diceva: "impegna il Presidente della Regione e l'Assessore al bilancio a confrontarsi con la commissione consiliare competente sul percorso degli incontri coi rappresentanti dello Stato, per la trattazione delle tematiche di finanza pubblica". Noi non pensavamo che fosse un accordo a termine; noi pensavamo ed eravamo convinti che fosse un accordo di prospettiva, dove potevamo e riuscivamo magari a fare dei passi importanti come Consiglio. Capiamo, lo capiamo che c'è dell'imbarazzo quando ci sono sentenze che ti dicono che ci sono Autonomie buone e che qualcuna se n'è fregata o, meglio, che non è stata in grado di portare a casa nessun tipo di accordo, però è l'ora di finirla di raccontare le mezze verità o le bugie! È ora che qualcuno si prenda la responsabilità, perché di questi accordi...la politica attuale passerà, ma i danni permanenti ci saranno nel futuro, anche per chi verrà, dopo di noi, ad amministrare. Questo è il dramma che viviamo oggi, per cui siamo di fronte ad una realtà in cui abbiamo meno della metà delle risorse disponibili dopo l'accordo 2010, dopo le manovre finanziarie e dopo i vincoli del Patto di stabilità. Dove pensiamo di andare, se non siamo in grado di dire che l'accordo 2010 è da cestinare? Da cestinare e da rivedere, così come hanno fatto altre realtà che hanno avuto il coraggio di mettersi in discussione. Noi, invece, nascondiamo, continuiamo a nascondere la polvere sotto il tappeto, quel famoso tappeto che fra un po' non sarà più un tappeto, ma sarà ben altro!

Presidente - Grazie. Apriamo la discussione generale. Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, chiudiamo la discussione generale... La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Questa sentenza della Corte costituzionale che riguarda le Autonomie speciali purtroppo consolida una tendenza ormai di lungo periodo, di giudizi sfavorevoli alla Regione; è da diverso tempo, oramai, che la Corte costituzionale si esprime quasi sistematicamente contro le Regioni e a favore dello Stato. È una tendenza preoccupante, ma che, come dire? È un segno dei tempi e, come sappiamo, il diritto e anche la giurisprudenza si adattano al cambiare della società e dei tempi. È assolutamente preoccupante questa sentenza, anche perché, come detto in precedenza, indebolisce la posizione di tutte le Regioni e in particolare della nostra, che aveva anche giocato molto su questa possibilità. Oggi ci troviamo appunto indeboliti da questo punto di vista, e l'unica strada percorribile per affrontare queste questioni è un accordo con lo Stato. Come detto, ci troviamo in una situazione che è di debolezza, indeboliti anche da questa sentenza. È una questione che va affrontata al più presto, che non possiamo rinviare, purtroppo abbiamo già aspettato troppo. Altre Regioni si sono mosse in modo più efficiente ed efficace del nostro, avendo, a mio avviso, anche una visione generale dei rapporti tra Stato e Regioni che è ben diversa dalla nostra. Il problema non è passare da un patto di Palazzo Grazioli ad un altro, ma è instaurare un rapporto diverso con lo Stato centrale. Dobbiamo, sotto questo punto di vista, inseguire quello che è stato fatto da altri, ce lo siamo già detti in diverse occasioni. Questa sentenza purtroppo non cambia la situazione, anzi, come detto, la peggiora di molto.

Con questa mozione si suggeriscono alcuni strumenti per realizzare quest'accordo. L'importante è che si inizi, che soprattutto si abbia una visione, una strategia e degli obiettivi precisi, in qualche modo avere oggi un rapporto leale e collaborativo con lo Stato e che non ci metta sempre nelle condizioni perdenti. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Bertin. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi, chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per la replica, la parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - La mozione che è stata presentata credo si riferisca ad una sentenza...ne ho una del 25 marzo, ma non credo citi "i contenuti espressi a motivazione della sentenza della Corte costituzionale in merito ai ricorsi presentati" e non credo faccia parte di quelle sentenze che...e l'altra, credo la 19 del 2015, non è citata...non so a quale si riferisca, comunque ce ne sono due...e adesso ce n'è ancora un'altra, la 46 del 25 marzo 2015...no, ma siccome non è citata...appunto, non è citata, è stata pubblicata adesso, comunque...

Leggendo questa sentenza, al di là delle chiose che possono essere fatte e non so da dove, credo che il problema sostanziale - e lo dice in modo chiaro - sia la fondatezza: "La sentenza afferma la non fondatezza della questione sollevata dalla Regione ricorrente, in quanto ritiene che lo Stato può legittimamente stabilire in modo unilaterale la misura del concorso, trattandosi di adempimenti unilaterali... - quindi qui non cita la Valle d'Aosta piuttosto che...non c'entra niente, non c'entrano gli accordi in quanto li cita tutti, il Trentino l'ha citato come noi e non c'è nessuna particolare attenzione nei confronti di - ...in modo unilaterale la misura del concorso, trattandosi di adempimenti funzionali al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica fissati a livello europeo. Ciò tuttavia deve avvenire provvisoriamente, in quanto è l'accordo - secondo la Corte - la sede privilegiata della regolamentazione complessiva dei rapporti finanziari tra lo Stato e le Regioni speciali. In particolare - dice la Corte, e questo credo che sia un passaggio importante - l'oggetto dell'accordo è costituito dalla diverse componenti delle relazioni finanziarie, che nel suo complesso comprendono e trascendono la misura del concorso regionale, e che il principio dell'accordo significa che le parti devono porre in essere un confronto realmente orientato al superiore interesse pubblico, da conciliare, nel limite del possibile, con l'autonomia finanziaria della Regione e con l'indefettibile vincolo comunitario". Queste sono le affermazioni che sono espresse nella sentenza. L'ultima sentenza, che poi eventualmente le darò, è ancora più esplicita sul fatto che ci sia il punto indifferibile della situazione generale che deve essere mantenuta. Quindi, sicuramente, mentre la 19 tiene conto di questo fatto dell'accordo, come ricordava...e a questo proposito sicuramente vi sono state e vi sono difficoltà, vi sono stati una serie di incontri che hanno permesso di verificare le motivazioni alla base della nostra situazione rispetto alle altre, nel senso che la penalizzazione che in parte lei ricordava, dell'applicazione del riparto SIOPE che ci ha penalizzato per 140 milioni, questo ha creato il gap che oggi noi lamentiamo rispetto sia al discorso della nostra esigenza di mantenere le prerogative, sia nel tener conto...noi abbiamo ricordato il discorso del decreto Monti, del "salva Italia", e poi del 95 che anche lei ha ricordato...chiaramente portavano tutti a una discriminazione nei confronti del principio generale di riparto che dev'esserci tra le Regioni.

Detto questo, noi con le altre Regioni stiamo collaborando, abbiamo il tavolo aperto, e delle volte ci confrontiamo sulle posizioni da prendere nei confronti delle Regioni. Pertanto, se ci riferiamo alla mozione, al primo punto che dice: "a promuovere un tavolo permanente", il tavolo permanente c'è già, quindi chiederemmo di modificare con un "a proseguire e partecipare al tavolo permanente"; al secondo punto credo che abbiamo già detto che non sono le delegazioni che vanno a trattare, è sempre stato il responsabile con le finanze e con i Parlamentari che di volta in volta possono essere invitati alla trattativa, quindi noi non saremmo per accettare il secondo punto, per il terzo punto: "a riferire e confrontarsi", quello credo che sia un dato che possiamo fare quando vogliamo.

Se vengono modificati i termini che noi abbiamo detto, siamo disponibili ad accogliere la mozione che va nella direzione da lei auspicata.

Presidente - Grazie Presidente. La parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Solo per dire che noi, quando abbiamo scritto la mozione, l'abbiamo riferita chiaramente alla sentenza n. 19/2015, in quanto per quella che lei ha citato ieri non c'erano i tempi tecnici; avremmo dovuto avere il dono della preveggenza, quindi era chiaramente legata alla sentenza 19 del 2015.

Detto questo, lei non ha fatto altro che confermare quello che, peraltro, io magari non sarei stato così bravo a spiegare, nel senso che effettivamente, dicendo che poi nella sentenza di ieri viene ribadito un po' lo stesso concetto...per la carità, è vero, perché lo Stato non sarebbe legittimato in parte ad entrare o comunque ad incidere e mettere in discussione il principio dell'intesa, però si dice se non c'è intesa tra le Autonomie speciali e tra Regioni autonome, lo Stato è legittimato a muoversi in maniera unilaterale e decidere le compartecipazioni.

Tornando al fatto della sentenza, quando le dicevo che era una sentenza con delega perché questa sentenza della Corte costituzionale era stata ripresa con quel commento, con quel passaggio da parte della Consulta, gli accordi di Trento e Bolzano, della Sicilia...poi glieli faccio avere, così almeno lo vedremo che la Valle d'Aosta è l'unica che non viene citata perché è l'unica che non ha sottoscritto accordi nel 2014, questo penso sia palese. Se si ricorda, di questo noi ne abbiamo anche parlato più volte e addirittura più volte lei ha negato che ci fossero accordi sottoscritti, e diceva: "no, non hanno ancora sottoscritto, stanno trattando". Bene, adesso ci sono le date che hanno sottoscritto, per cui...no, per la carità, probabilmente noi non avevamo la stessa tempistica, magari noi chiedevamo a settembre e questi hanno sottoscritto a ottobre, però era già nell'aria e tanti accordi sono stati sottoscritti. Ora, mi dispiace che non abbia almeno risposto a un passaggio che per noi era assolutamente fondamentale: perché la Valle d'Aosta non è stata in grado di concludere un accordo come hanno fatto tutte le altre Autonomie e le Regioni a Statuto speciale? Ecco, io non so il perché!

Detto questo, arrivo anche alle osservazioni che lei ha fatto in merito alla mozione. Se c'è questo tavolo, non ho nulla in contrario a dire di "proseguire", però ci terrei che il "proseguire" fosse magari quello di prendersi l'impegno di coordinare questo tavolo, di convocarlo, non so come funziona questa convocazione, se c'è qualcuno che è a capo di questo tavolo permanente delle Autonomie e, se non c'è, eventualmente qualcuno dovrà farsi carico di convocarlo, conviene convocarlo; perché se la sentenza è di questo tenore, lei, Presidente, lo sa meglio di me che, fatto salvo che lo Stato ti dice che le Autonomie e le Regioni devono contribuire per 100, viene molto difficile, per chi si mette a capo in questo momento applicando il metodo SIOPE, che convochi il tavolo per pagare di più. Dovremmo essere noi, che siamo penalizzati con il metodo SIOPE, eventualmente ad essere i promotori, i coordinatori del tavolo, perché se aspettiamo che ci sia qualcun altro che lo fa al posto nostro, visto che qualcuno dovrebbe pagare di più, dato 100 il totale, è chiaro che è difficile che ci sia qualcuno che vada a promuovere questo tavolo.

Sul secondo punto: "a istituire una delegazione"...beh, se lei mi dice che è il responsabile finanziario di cui lei ha la massima stima - ci mancherebbe! - ed i Parlamentari che stanno trattando, io non mi sento proprio rappresentato, perché se i risultati sono questi, dove gli altri hanno sottoscritto un accordo per il 2014 e noi non sappiamo ancora a che punto siamo, se mai ci siamo e se mai ci arriveremo a sottoscrivere un accordo, anche di prospettiva, allora io veramente non mi sento rappresentato. Poi, non lo so, magari qualcuno tra i miei colleghi si sentirà rappresentato, e se qualcuno deciderà tra i firmatari di modificarla a me potrà andar bene, ma io personalmente non mi sento rappresentato. Vorrei che ci fosse qualche delegazione che, magari...un po' com'è successo peraltro prima che il Trentino siglasse questo accordo, è uscito un grosso articolo in cui si è detto: "Abbiamo presidiato H24 il Ministero per riuscire a portare a casa l'accordo". Ecco, non so se anche loro avevano i Parlamentari, ne avevano un po' di più e avevano più facile presidiare...no, capisco, loro hanno più Parlamentari, è più facile presidiare! I nostri, oltre che dire: "Peccato che dobbiamo applicare l'IMU"...sì, sì, probabilmente quando Trento e Bolzano si sono portati a casa l'accordo sulla fiscalità diretta magari loro provavano a spingere sull'acceleratore e accodarsi...magari a questo punto noi staremmo parlando di imposizioni locali, come ho già detto ieri.

Detto questo, non ci ha proprio detto nulla, perché vorremmo anche capire...non lo so, forse non fa parte della mozione, ma comunque è legato a questo, perché le ho detto che il Patto di stabilità era legato al fatto che noi avevamo come asso nella manica il discorso dei ricorsi alla Corte costituzionale, adesso le ho detto che abbiamo il 2 di picche, per cui non so come chiuderemo il Patto 2014...mi piacerebbe capire, anche perché ormai siamo a fine mese, lunedì è il 30, tenuto conto che la legge di riferimento è sempre la stessa e dice che al 31 marzo dell'anno successivo a quello di riferimento bisogna certificare la verifica degli obiettivi del Patto di stabilità...volevo solo capire se si è pronti a certificare il rispetto del Patto di stabilità per la Regione 2014, perché sennò sarebbe un'altra tegola che ci casca in testa.

Detto questo, non è politica, Presidente, se vogliamo cambiare, se vogliamo giocare sulle parole a me non interessa; a me quello che interessa veramente e che interessa tutti noi è di cercare di portare a casa, se possibile, un accordo che sia più vantaggioso per la Regione. Mi dispiace che siamo stati fuori da tutti i tavoli dove in questo momento hanno deciso e concluso accordi diversi. Noi siamo rimasti al 2010, come al solito arriviamo un po' più tardi, è un peccato...ma guardi, io torno a dire che può essere un buon accordo quello che ha sottoscritto, peccato che noi non abbiamo cambiato il sistema di economia per cui non abbiamo rilanciato l'attività e fatto crescere il prodotto interno lordo, la fiscalità, e adesso ne paghiamo le conseguenze! In più...beh, abbia pazienza, da altre parti hanno avuto il coraggio di mettere in discussione quelli che magari avevano siglato più o meno nello stesso periodo in cui lei ha siglato l'accordo a Roma. Detto questo, io non lo so, mi consulterò poi un attimo con loro...delegare al responsabile finanziario e ai Parlamentari il discorso del come trattare con lo Stato, sinceramente, dal punto di vista mio personale, io non mi sento rappresentato. Grazie.

Presidente - Grazie Gerandin. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi...la parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie. Io chiederei dieci minuti di sospensione.

Presidente - Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 16,20 alle ore 16,32.

Follien (Presidente) - Colleghi, possiamo riprendere i lavori del Consiglio dopo la sospensione. Qualcuno chiede la parola? La parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Saremmo d'accordo e mi pare che ci sia anche un accordo con la maggioranza di invertire i punti: il punto 3 passerebbe al punto 1, così come è scritto; il punto 1 verrebbe riscritto mettendo "proseguire e richiedere la convocazione del tavolo permanente" invece che "promuove un tavolo permanente" e verrebbe tolto il punto 2, quello della delegazione per trattare con lo Stato.

Presidente - Grazie Consigliere Gerandin. Possiamo quindi porre in votazione la mozione con le modifiche. Apriamo la votazione. Colleghi votate. Votazione chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.