Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1107 del 25 marzo 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1107/XIV - Interpellanza: "Individuazione del percorso da seguire per il recepimento e l'adattamento della riforma della scuola all'ordinamento della Regione".

Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola il Consigliere Donzel, ne ha facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Tema delicatissimo perché la storia ci racconta di almeno quattro riforme naufragate nel mondo della scuola, in cui ci sono responsabilità grandi in entrambi gli schieramenti politici e storici del Paese, e che ha lasciato degli strascichi molto negativi nel tessuto del mondo scolastico, perché l'intrecciarsi di riforme e contro riforme, in una logica che non era quella di dare la migliore scuola a questo Paese, di sfruttare le migliori energie che venivano messe in campo in tutti i settori dell'istruzione ha davvero lasciato sul campo una situazione difficilissima, che naturalmente gli insegnanti hanno gestito alle volte in modo eroico, perché hanno saputo supplire a tutte quelle che erano le mancanze delle scelte nazionali e territoriali che venivano messe in campo. Una situazione quindi molto difficile, che va dai problemi che riguardano l'edilizia scolastica, con difficoltà enormi, per insegnanti senza laboratori che devono fare le scienze senza laboratorio, insegnanti di educazione fisica senza la palestra, situazioni in questi anni difficilissime. A pagare il prezzo più alto di tutti, comunque, sempre quelli che erano precari, quindi a non sapere se ogni anno venivano confermati in un fritto misto di cambiamento di regole continue nel nome della classe di concorso, nelle procedure concorsuali riservate, concorsi ordinari, chi entra prima chi entra dopo...una situazione difficile. A questo tenta in qualche modo di rispondere in parte, non risolvendo certamente tutti i problemi della scuola, che sono enormi e che si sono stratificati negli anni, ma tenta di aggredire quello che è il problema storico per eccellenza della scuola italiana, che è quello del precariato. Il paradosso della scuola italiana è quello che si è creata anche dal punto di vista contrattuale, quindi con responsabilità che ricadono anche nel mondo sindacale...che alcune persone, per varie ragioni, lavorano svolgendo esattamente il lavoro dei loro colleghi, ma, non avendo l'assunzione a tempo indeterminato, hanno per tutta la permanenza del loro incarico una retribuzione base. Possono cioè lavorare 10 anni nella scuola e per 10 anni...quando invece nel mondo della scuola, adesso un decreto modificherà probabilmente premiando anche l'impegno e quant'altro, normalmente viene riconosciuta quella che si chiama anzianità di servizio, quindi si riconosce che chi più lavora per anni acquisisce delle professionalità, mette in campo delle professionalità. I precari sono i più colpiti, quindi il tentativo di chiudere il cerchio, di dire: stabilizziamo i precari e cerchiamo di fermare questo mondo che si gonfia all'infinito, creando aspettative incredibili in cui poi Governi che arrivano 10 anni dopo devono sanare le irresponsabili scelte di chi ha governato prima, che ha creato, appunto, aspettative in tanti giovani che sempre più si iscrivono alle università...una volta era difficile addirittura reperire il personale che lavorava nella scuola tanti erano gli sbocchi professionali e quindi arrivava nella scuola un certo numero limitato, oggi invece la scuola viene presa d'assalto, perché anche lì non si trovano sbocchi nel settore privato e quindi si cerca di arrivare nella scuola.

L'idea nazionale è quella quindi di assumere tutti i precari che si trovano nelle graduatorie ad esaurimento ed è in discussione anche la questione dei vincitori di concorso, ma è in questione una grossa questione irrisolta: quella che riguarda le code dei vincitori di concorso, cioè quelli che hanno superato il concorso ordinario, ma non sono stati assunti. È chiaro che i conti dello Stato, che non sono neppure quelli in forma, come quelli della Regione, alle volte impongono scelte che di logico e di razionale alla fine finiscono per avere ben poco e si fanno scelte sulla base di numeri e quant'altro. Allora il ragionamento era capire se in Valle d'Aosta...oltre alla logica brutalmente economica, si va a fare un ragionamento che in qualche modo colga le problematicità che sono venute emergendo, per esempio, oltre a dire: "assumiamo...", perché qui l'organico è regionale, quindi il provvedimento di Renzi non ha alcuna ricaduta sull'organico regionale, lo Stato che dice: "io assumo tutti i precari delle graduatorie permanenti", nello Stato, cioè nel territorio italiano di competenza statale lo fa, non lo può fare sulla base degli insegnanti regionali, qui la valutazione va fatta in Valle d'Aosta.

Allora, quale sarà lo strumento idoneo a praticare questo percorso? Spesso in passato, per adattarsi a norme nazionali, abbiamo fatto una legislazione regionale, che assumeva la norma nazionale tarandola sulla nostra lealtà - e qui vengo dunque al punto -, per esempio, in Valle d'Aosta, oltre ai vincitori di concorso, sono stati assunti negli anni anche quelli che non avevano vinto il concorso, ma erano nella graduatoria di concorso, facendo un'operazione, che è un'operazione, secondo me, molto corretta, molto positiva, cioè non è che siamo sempre qui a dire che fa tutto male l'Amministrazione! Anche qui però cos'è successo? Alcuni insegnanti, avendo letto la norma che diceva: "verranno assunti soltanto i vincitori di concorso", neanche hanno fatto il concorso, perché hanno detto: "è un concorso dove verranno assunti solo i primi tre. Io non lo vinco, perché magari sono bravo, ma arrivare nei primi tre è difficilissimo, non sto neanche a mettermi in gioco sui primi tre". Dopo scopro che non solo sono assunti i primi tre, ma l'anno dopo viene assunto il quarto, il quinto, il sesto...non so se mi segue Assessore... Adesso da questa graduatoria, per esempio, in alcuni ambiti, come la scuola primaria, rimangono due o tre persone, che norma applichiamo? Il Governo Renzi li farebbe cadere nel nulla, ma perché? Perché a livello nazionale il numero dei non vincitori di concorso è enorme, è un numero che non c'entra niente con i numeri della Valle d'Aosta e quindi bisogna attivarsi per tempo per capire se noi qui, avendo potestà legislativa regionale in merito agli organici, possiamo procedere in una certa direzione senza essere sommersi di ricorsi, perché poi il tema è che arriveranno maree di ricorsi. Abbiamo potestà primaria, però...come dire? anche quando fai un'operazione giusta, logica, di buon senso...ormai la logica e il buon senso non c'è più, perché è una guerra personale, non è più possibile fare mediazioni di logica, di razionalità e convincere le persone, ognuno lotta per sé. Allora bisogna muoversi per tempo, bisogna attivarsi il più possibile innanzitutto per capire se si dice semplicemente: "faccio la legge regionale, ma faccio esattamente quello che fa il Governo Renzi paro paro", che è come dire: mi copro le spalle, però che potestà legislativa regionale è? Non ha potestà legislativa regionale, secondo il mio parere, perché c'è modo e modo di non essere renziani, come dice il collega Bertin, no? Sono tutti renziani, no? C'è però modo e modo di non esserlo, bisogna cercare alle volte non soltanto di criticare, ma di vedere anche laddove si aprono poi gli spazi e si hanno le idee per fare meglio, insomma. Questo quindi è un aspetto, dal mio punto di vista, che andrà tenuto in conto in Valle d'Aosta.

Io poi soprattutto sono molto preoccupato rispetto alla questione del cosiddetto "organico funzionale", perché questa è una storica battaglia che abbiamo fatto nel sindacato, quello proprio vecchio, ed era una speranza, è una cosa molto attesa, ma se l'organico funzionale fatto a livello statale è ragionato su Roma, Milano...cioè noi sappiamo già che quella realtà lì è difficilmente applicabile alla Valle d'Aosta. Poi magari lo spiego meglio nella replica per non occupare lo spazio che non mi è consentito. Vorrei capire quindi se su tutte queste questioni che sto ponendo c'è un ragionamento in corso in Assessorato, perché i tempi sono strettissimi e non vorremmo...da parte mia...essere travolti dai tempi vista la delicatezza e l'importanza che ha questo tema nella scuola.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Rini, ne ha la facoltà.

Rini (UV) - Grazie Presidente.

Io ringrazio davvero il collega Donzel, perché ci permette di nuovo di parlare in quest'aula di un tema che ci sta a cuore da subito da quando si è cominciato a vociferare, quando ancora non circolava la bozza che poi abbiamo potuto tutti analizzare della buona scuola, devo dire che l'attenzione è stata alta in merito a quest'annunciata riforma, ma che poi, a dire la verità, con il passare dei mesi ha preso anche...ha assunto connotati anche differenti. Dicevo, quando abbiamo avuto in mano una prima bozza di lavoro, abbiamo cominciato a convocare riunioni sul territorio con gli operatori del settore, abbiamo attivato un indirizzo mail ad hoc proprio perché chiunque - quindi non solo gli operatori diretti come insegnanti, dirigenti scolastici, studenti, ma anche la popolazione - potesse esprime il proprio avviso, le proprie idee anche migliorative su questo percorso. Devo dire, dai dati anche che abbiamo, che è stata un'idea apprezzata e diverse persone a vario titolo, peraltro, hanno inviato i loro suggerimenti. Questo per quanto riguarda la bozza di lavoro in generale e, cercando anche di andare un po' al di là, lei ha detto una cosa molto interessante che io condivido. Noi non vogliamo assolutamente perdere quest'occasione per esercitare ancora una volta - e sappiamo quanto sia importante farlo soprattutto in un momento come questo - la nostra potestà legislativa, soprattutto per migliorare un provvedimento, che, come abbiamo già avuto modo di dire, in diversi suoi contenuti non ci trova perfettamente d'accordo, non ci trova perfettamente in linea. Sicuramente alcuni aspetti, se, come giustamente lei ricordava, possono essere i migliori per certe realtà, sicuramente non sono adatti a quella che è la realtà scolastica valdostana e per questo abbiamo anche posto l'attenzione, anche in stretta collaborazione con i nostri rappresentanti al Parlamento e al Senato, all'inserimento all'interno di questo provvedimento della clausola di salvaguardia, quindi questo credo sia quello che è stato fatto fino ad oggi.

Ora che appunto l'iter ha preso una dimensione diversa è nostra ferma intenzione costituire al più presto un tavolo tecnico formato dalla Sovraintendenza agli studi, dagli ispettori tecnici e da una rappresentanza di dirigenti scolastici, una rappresentanza di docenti e di alcuni membri anche della V Commissione; un tavolo tecnico che sia davvero il più operativo possibile e che possa davvero esaminare il provvedimento statale, ma soprattutto formulare proposte per adattare al meglio questa riforma al nostro particolare ordinamento scolastico. Mi pare ovvio però che, al di là di questa panoramica generale...perché poi all'interno di questo documento vengono presi in considerazione diversi ambiti, tra l'altro, quello che è un po' il nostro obiettivo, anche forse quello che manca un po' nel progetto statale è riuscire a porre davvero al centro dell'attenzione lo studente, perché chi ha analizzato con attenzione il documento vede che il termine meno usato all'interno di questa riforma è proprio "studente", a noi ci pare assolutamente non corretto.

Dicevo, mi pare di cogliere, dall'insieme delle domande che il collega ha posto, che sia opportuno entrare un pochino più nel merito dell'eventuale stabilizzazione dei precari e soprattutto ai tempi di tale stabilizzazione. Vengo così alla seconda domanda...va innanzitutto rammentato - come peraltro ha fatto anche lei, collega, giustamente nella sua premessa - che il fenomeno del precariato, e direi fortunatamente, in Valle d'Aosta non ha le importanti dimensioni e criticità raggiunte a livello nazionale, ciò in quanto la Regione Valle d'Aosta, stante le proprie competenze in materia, diversamente dallo Stato, innanzitutto non ha mai fissato un tetto agli organici del personale docente, ma li ha annualmente adeguati in relazione alla variazione di quella che è la popolazione scolastica; inoltre, ha adottato dei criteri e dei parametri di definizione degli organici diversi da quelli nazionali, che tenessero conto nel contempo delle peculiarità e delle esigenze del sistema scolastico regionale e che soprattutto fossero volte all'innalzamento e all'ampliamento dell'offerta formativa; infine, non ha mai disposto il blocco delle assunzioni in ruolo nella scuola, ma ha provveduto annualmente alla copertura dei posti vacanti destinati all'immissione in ruolo per il 50 percento, essendo il 50 percento destinato alla mobilità professionale e territoriale fuori Valle, con l'esclusione dei posti dispari, attingendo dalle graduatorie ad esaurimento e di concorso. Il conferimento di supplenze annuali su posto vacante è quindi limitato alle situazioni di impossibilità di assunzione in ruolo per mancanza di docenti nelle graduatorie e alla copertura dei posti residuati dalla mobilità professionale o dei posti dispari.

Ciò detto, fermo restando che anche per l'anno scolastico 2015-2016 saranno disposte le assunzioni in ruolo in relazione alle esigenze riferite agli organici delle scuole regionali, per le quali peraltro la copertura finanziaria è prevista negli stanziamenti di bilancio per le retribuzioni del personale scolastico, si resta comunque in attesa della decisione della Corte costituzionale, che, dopo la sentenza della Corte di giustizia europea del 26 novembre 2014, è chiamata ad esprimersi anche sulla legittimità della normativa nazionale in materia di conferimento delle supplenze nelle scuole. Questo è anche l'accordo che abbiamo preso al tavolo di concertazione con i sindacati.

Per quanto riguarda il terzo punto, in relazione all'evocato tema del precariato nella scuola, gli uffici della struttura Personale scolastico si stanno attualmente facendo carico di quella che è proprio l'istruttoria delle numerose istanze di accesso agli atti che i docenti supplenti presentano alle istituzioni scolastiche per conoscere la tipologia del posto lavorativo ricoperto negli anni scolastici in cui hanno avuto delle supplenze, con aggravio quindi già notevole del carico di lavoro derivante dall'effettuazione delle operazioni volte ogni anno all'avvio dell'anno scolastico stesso. In futuro, non appena la riforma diventerà legge dello Stato, le difficoltà organizzative riguarderanno quindi lo studio e l'adattamento della medesima riforma al contesto regionale.

Per risponderle un po'...derivante da quest'affermazione...per rispondere un po' alle sue puntuali richieste, io credo che questo tavolo tecnico che verrà istituito potrà proprio studiare quelle che saranno le misure più adatte alla nostra realtà. Da parte nostra, come le dicevo in premessa, c'è la piena volontà non solo di esercitare la nostra potestà legislativa, ma di farlo al meglio e quindi di prevedere tutti quei passi in avanti migliorativi che possono essere fatti sicuramente tutti insieme e ci adopereremo per raggiungere questo risultato.

Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Innanzitutto prendo atto con piacere che c'è una volontà in positivo di esercitare la nostra potestà legislativa, perché tanti cittadini in questo periodo ci dicono: "ma dov'è finita l'autonomia? Qui non c'è l'autonomia". Allora, l'autonomia non si riduce ai buoni di benzina, ma si manifesta, si esercita pienamente, per esempio, nel mondo dell'istruzione attraverso questa capacità legislativa che noi abbiamo. Mi fa anche molto piacere che almeno oggi, in linea di massima, registriamo un intendimento, sul solco della tradizione positiva rispetto al reclutamento nel mondo della scuola - tradizione positiva che lei stessa conferma avendo sempre la Valle d'Aosta proceduto a regolari emissioni in ruolo di posti cosiddetti "vacanti" -, a dare una risposta in positivo anche rispetto alle norme nazionali. Naturalmente di questo se ne deve occupare un tavolo tecnico ed è proprio per questo che arriva questo tipo di interpellanza: per sollecitare questo tipo di lavoro di modo che...i tempi della scuola sono estremamente rigidi, poi è vero che in passato si è provveduto ad operazioni anche di immissioni in ruolo in corso d'anno, del tipo: uno inizia da supplente e viene stabilizzato nel corso dell'anno, nulla è impossibile quando esistono le volontà politiche, però è bene che si valuti attentamente, con attenzione quelli che sono le ricadute e i costi di operazioni, quali quelle in cui a livello nazionale, con situazioni di organico differenti, si provvede...che ne so? ad un'assunzione di tutti quelli che sono nelle graduatorie ad esaurimento. Questo cosa può comportare per la Valle d'Aosta? Bisogna proprio capire se crea o se non crea soprannumero, è una cosa che va valutata con attenzione. Dopodiché ribadisco che, mentre a livello nazionale abbiamo sempre visto che le norme sono pensate soprattutto in funzione dei grandi centri urbani, qui bisogna fare quell'attimo di attenzione, perché l'organico funzionale non funziona nello stesso modo in una scuola dove io ho 50 maestre o 30 maestre. Nello stesso plesso, nello stesso istituto è facile sopperire a questa famosa problematica che è l'assenza di un insegnante o due. Da noi, quando manca l'insegnante a Valgrisenche, o manca l'insegnante a Rhêmes, ahimé, la scuola è scoperta, quindi anche qui bisogna studiare, attraverso i sindacati, insieme, concertando, eccetera, quelle che sono le procedure per riuscire a dare risposte a questo tipo di problematica e magari farlo...riflettere per tempo su quelle che possono essere le ricadute di provvedimenti nazionali, che noi dobbiamo avere quella capacità di integrare attraverso una normativa regionale, per cui per ora mi ritengo soddisfatto del fatto che si costituisce il tavolo tecnico e c'è la volontà di procedere con normativa regionale, che, secondo me, è il primo passaggio fondamentale di questo percorso. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 18,12 riassume la presidenza il Presidente Marco Viérin.

Viérin M. (Presidente) - Prima di procedere, comunico che, rispetto a quanto avevamo concordato in Conferenza dei Capigruppo, ho parlato con tutti i Capigruppo e i lavori li faremo normalmente, quindi la chiusura dei lavori per oggi è intorno alle 20 e poi continueremo domani. Punto 28.01.