Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 397 del 29 gennaio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 397/XIV - Approvazione di mozione: "Iniziative per l'acquisizione e la valorizzazione dell'intero bacino minerario di Cogne".

Président - Pour l'illustration, la parole au collègue Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Ritorniamo a parlare di una questione che è una questione quasi storica e che è già stata ampiamente trattata in questo Consiglio e, siccome io sono novello, ho ritenuto opportuno cercare di andare a trovare della documentazione, delle informazioni, anche perché magari si può avere un quadro più completo dopo aver fatto una ricerca di tipo storico. La questione del bacino minerario di Cogne inizia diversi anni fa, già nel 1979, quando la miniera è stata chiusa perché il giacimento si riteneva ormai esaurito dal punto di vista economico, dell'estrazione della magnetite, e ha incominciato a farsi strada un'ipotesi di sfruttamento turistico, partendo prima dal collegamento ferroviario Acque Fredde-Pila. È stato un iter piuttosto lungo, complesso tra autorizzazioni ministeriali che tardavano, varianti, inizio dei lavori, problemi di ammaloramento delle gallerie, finché si è arrivati con diverse perizie dal 2007, dalla perizia Cesi, la perizia Ventosi, Geodata e Inten a fare una valutazione complessiva che aveva portato allora, secondo un'audizione tenutasi nelle commissioni consiliari, ad una spesa di circa 30 milioni di euro per quell'opera, che in realtà ad oggi non è sfruttata. In seguito succede che si avvia un processo, il direttore dei lavori viene sollevato dall'incarico, si avvia un processo e la Regione ad un certo punto decide di dire basta, nel senso che con gli elementi allora a disposizione si dice: "qua bisogna fermare tutto perché è stato un bagno di sangue, troppi soldi pubblici sono stati buttati per non avere alla fine nulla". Se si rimanesse a quello stato dell'arte, probabilmente la Regione avrebbe fatto bene a fare questo, ecco che però incominciano ad emergere elementi di novità su questa vicenda, elementi di novità che non si possono trascurare. Il primo elemento di novità avviene proprio durante il dibattito del processo, il perito incaricato dal giudice, il professore Ricci dell'Università La Sapienza di Roma, esperto in trasporti, durante il processo fa una valutazione affermando che l'opera non è del tutto inutilizzabile, ma anzi potrebbe essere ripristinata con una spesa che lui ritiene molto ridotta e soprattutto fa una valutazione: "ad oggi i soldi sarebbero completamente buttati, con un piccolo intervento si potrebbe riavere l'opera".

Qui però siamo fermi solo a parlare di una parte del problema, perché il trenino costituisce solo una piccola parte del complesso minerario di Cogne, ecco, ed è proprio su questo che bisogna porre l'attenzione: che i lavori sono stati fatti su una piccola parte del complesso, perché forse l'attenzione andrebbe spostata su una visione un po' più generale ed ecco che entrano in gioco, come sempre, iniziative che vengono dal basso e meritano di essere valutate con attenzione. Si crea un comitato di cittadini che incomincia a studiare il problema, incomincia a fare delle valutazioni un po' più generali, pensando che forse la parte del treno è solo una piccola parte del complesso minerario, che ha una valenza non solo simbolica per la comunità di Cogne, ma forse ha una valenza più generale per l'intera Valle d'Aosta e si comincia a far largo un'ipotesi di uno sfruttamento più ampio per valorizzare l'intera filiera del ferro in Valle d'Aosta, che ha avuto ovviamente...lo vediamo ancora noi oggi, ha avuto il suo sviluppo fortemente legato con tutta la Valle d'Aosta, basti pensare che ancora oggi l'acciaieria è qui, la funivia che sale a Pila deriva dal vecchio tracciato che portava il minerale, la linea ferroviaria Aosta/Pré-Saint-Didier è stata fatta in larga parte per portare il carbone di La Thuile alle fonderie della Cogne, quindi è un discorso abbastanza più generale. In quest'ottica il Comitato Cuore di Ferro incomincia, da un lato, a sensibilizzare la popolazione, tant'è vero che sempre maggiore è l'interesse attorno a questo tema, addirittura il FAI (il Fondo Ambientale Italiano) si occupa della questione, in particolare il trenino viene riconosciuto come 23° Luogo del Cuore in Italia e 1° in tutta la Valle d'Aosta, ma soprattutto il comitato incomincia a lavorare con professionisti, professionisti che hanno...come dire? competenze in vari ambiti: dall'ambito più strettamente ingegneristico a quello minerario, fino ad arrivare addirittura a quello economico, perché è importantissimo anche fare le valutazioni economiche. Il comitato finalmente riesce a produrre uno studio di fattibilità, un vero e proprio progetto per il recupero complessivo del bacino minerario di Cogne e fa delle stime sia sui costi di investimento che sui costi di gestione e sui possibili ricavi, quindi produce uno studio completo, che, tra l'altro, è stato discusso anche nella IV Commissione il 22 novembre scorso e porta all'attenzione del Consiglio regionale uno sviluppo di un progetto che avrebbe una valenza più ampia.

In quest'ottica qui varrebbe la pena di riaprire il dossier, perché questo è il secondo elemento di novità, il primo è stato l'intervento del professor Ricci, il secondo lo studio di fattibilità, ma avviene anche un terzo elemento: il comitato con una petizione depositata a questo Consiglio raccoglie ben 683 firme su 900 persone votanti nel comune di Cogne, il che vuol dire che la popolazione è abbastanza rappresentata in questa petizione e...non so se sono tutti residenti, ma comunque è stata una cosa che sta a testimoniare un interesse verso questo progetto, quindi, Assessore Marguerettaz, io non sto qua ad andare a difendere...nel senso che non è che ho interessi particolari in queste cose qua, semplicemente che cosa succede? C'è un progetto, ci sono elementi di novità, si dovrebbe fare perlomeno la riapertura del dossier e a quel punto non è Roscio che deve valutare se il progetto è valido o meno valido, ma il Consiglio regionale va a vedere se il progetto è valido, va a fare un approfondimento, soprattutto cerca di capire se il progetto ha una valenza strettamente e solo legata al comune di Cogne, oppure se può avere una valenza legata all'intero territorio regionale, cioè se questo progetto può dare un'aggiunta all'offerta turistica complessiva della Regione, oppure se è solo una cosa locale. Dal nostro punto di vista, il punto di vista del gruppo ALPE, il progetto non ha una valenza solo locale, nel senso che il bacino minerario di Cogne andrebbe restituito ai cognein, ma solo dopo aver fatto prima un passaggio nella Regione, nel senso che prima la Regione dovrebbe chiarirsi le idee su questa cosa, riaprire il dossier, analizzarlo fino in fondo, andare a vedere se innanzitutto c'è la volontà di portare avanti il progetto, cercare di reperire dei fondi, perché solo con un progetto si può pensare di accedere ai fondi europei, cosa che, in mancanza di un progetto, va da sé che è impossibile, ma prima serve la volontà politica di portare avanti.

In quest'ottica qua, che, tra l'altro, è quella che appare anche su un articolo de La Stampa oggi, i cognein vorrebbero fortemente riappropriarsi dell'intero complesso minerario, quindi, a nostro parere, la Regione dovrebbe agevolare in tutti i modi questa cosa, ragionando nel merito però di un progetto di sviluppo complessivo delle miniere di Cogne, di cui il trenino è una piccola parte, ma l'interesse è più ampio. Da questo punto di vista, quindi vorrei spendere solo due parole senza entrare troppo nel merito del progetto. Il progetto è un progetto interessante, in quanto innanzitutto è realizzato da professionisti, forse non l'ho detto prima, ma ogni professionista ha lavorato per la sua competenza, dettagliando in maniera puntuale, precisa, da un lato, le parti del progetto, dall'altro, gli interventi necessari, dopodiché si è arrivati ad avere una visione complessiva del tutto, di tutta la filiera del ferro collocata nella Valle d'Aosta, si è fatto addirittura un bilancio complessivo di quali investimenti, con quali costi, addirittura prevedendo imprevisti...di andare a vedere i costi di gestione e i ricavi, facendo un'analisi economica, redatta da un professionista, appunto, nel team che ha lavorato ci sono professori universitari, quindi non è una cosa fatta...come dire? a livello amatoriale, come mi ricordo che aveva già detto tempo fa il mio collega Assessore Marguerettaz, che diceva che, tutto sommato, questo studio è una cosa un po' approssimativa, non è tanto...in realtà ci hanno lavorato dietro professionalità che fanno questo mestiere, quindi è una cosa che meriterebbe un approfondimento e un'attenzione maggiori. Tanto per citare, ci sono archeologi, cioè archeologi...geologi, architetti, ingegneri, economisti, quindi è un team ricco, che ha fatto delle valutazioni molto ben precise che meriterebbero un'attenzione. Il punto allora è: la Regione intende riaprire il dossier su questa cosa, incominciando a fare la prima cosa importante, cioè intende acquisire la proprietà delle miniere? Anche perché vorrei ricordare che dal 2009, in cui si è chiuso il tutto, importanti lavori sono stati fatti del bacino minerario, proprio in virtù del fatto che la società incaricata, la Fintecna, ha messo in sicurezza gran parte delle opere all'interno della miniera, ha fatto questo in ottemperanza ad una delibera della Giunta, ha investito diversi milioni di euro, che chiudendo e smantellando andrebbero completamente persi e ovviamente adesso, però, finita questa parte, sta dicendo: "Signori io la concessione la rimetto, avrei intenzione di andarmene", quindi a questo punto subentra la Regione, che dovrebbe dire: "cara Fintecna, io gioco un ruolo da protagonista in questa parte".

Potrebbe essere interessante anche valutare non solo il progetto del Comitato, che è stato esposto nella IV Commissione, ma può darsi che il Comune di Cogne abbia degli altri progetti...quindi perché non valutarli insieme, andare a vedere se si riesce a trovare un progetto comune di sviluppo complessivo? A quel punto, con un progetto, andare a reperire fondi che noi immaginiamo, stante la difficoltà economica attuale, dovrebbero provenire da finanziamenti europei.

Vado quindi a concludere per non farla troppo lunga. Rispetto alla situazione del 2011, che ha portato la Regione a dire: "basta, non ne vogliamo più sapere, anzi bisogna andare a smantellare tutto e chiudere", oggi ci sono importanti elementi di novità, che non si possono trascurare: la perizia del professor Ricci, la petizione degli abitanti di Cogne, lo studio di fattibilità prodotto, che è un vero e proprio progetto di sviluppo complessivo. È quindi importante riaprire il dibattito su quest'argomento per il recupero del sito, dell'intero sito e la sua valorizzazione. Noi riteniamo che il progetto sia un progetto valido, che possa dare alla Regione Valle d'Aosta e anche al Comune di Cogne un'aggiunta dell'offerta turistica, un'aggiunta molto importante perché le stime sui potenziali visitatori sono molto interessanti. Noi quindi vorremmo che si facesse un approfondimento, che si facciano degli studi, che non si chiuda adesso, anche perché, chiudendo tutto, vorrebbe dire anche eliminare quella via di fuga che fino ad ieri era molto importante in caso di calamità per la comunità di Cogne e soprattutto - l'ho già detto più di una volta - il Consiglio dovrebbe esprimersi con chiarezza, nel senso che dovrebbe dire chiaramente: "abbiamo intenzione di andare in questa direzione", oppure in un'altra, ma in maniera molto chiara. Ovviamente siamo consapevoli che vi è un problema di reperimento di fondi, nel senso che il progetto, anche se è un progetto, diciamo, abbastanza economico, valutata la portata, nel senso che se i 30 milioni che sono stati buttati per il trenino fossero stati ben spesi per il recupero complessivo, noi oggi forse avremmo non solo il trenino, ma anche il bacino minerario completo a disposizione di Cogne e della Valle d'Aosta. Ecco, e poi una volta che il progetto è valutato, che c'è la volontà politica di portarlo avanti, a quel punto lì l'impegno della Regione dovrebbe essere quello di andare a reperire i fondi e di valutare le modalità di restituzione alla comunità di Cogne e all'intera Valle d'Aosta. Grazie.

Presidente - Grazie. Ci scusiamo per l'inconveniente. Invito i colleghi che si erano prenotati a riprenotarsi. La parola al collega Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Madame la Présidente. Nous parlons, à travers cette motion, de valorisation culturelle.

La storia delle miniere di Cogne è la storia della comunità valdostana. Patrimonio incredibile della Valle d'Aosta, in primis è un patrimonio di Cogne, della comunità locale, le miniere hanno avuto nel tempo una funzione, che è stata una funzione di occupazione, una funzione di ricadute economiche, una funzione sociale, perché nelle miniere di Cogne si viveva, si stava tutta la settimana, abbiamo le testimonianze dei nostri nonni, che ci raccontano che addirittura nelle miniere di Colonna si ballava tra uomini, nel senso che c'era un villaggio, dal barbiere fino al cinema, con la possibilità di aggregazione sociale e un importante momento, appunto, anche di risvolto umano e di aggregazione che ha inciso sulla comunità di Cogne. Sicuramente nel tempo poi tutto si è trasformato e a partire dalla fine degli anni '70 con la chiusura e il mantenimento di una certa parte di miniere, che, però, ridotta dal punto di vista economico e di opportunità è diventato un momento di transizione che man mano e nelle diverse legislature di cui si è discusso qui in Consiglio...e che cosa fare delle miniere di Cogne? Sono sicuramente un patrimonio per la comunità locale, ma una risorsa per tutta la Valle d'Aosta, un luogo così suggestivo, un luogo che ha una valenza non solo storica, ma di un potenziale oggi di riqualificazione e di valorizzazione, è un patrimonio che è di tutta la comunità valdostana e un potenziale che potrebbe avere effettivamente delle ricadute sull'intera Valle d'Aosta. Tante famiglie valdostane, soprattutto per noi che viviamo nelle zone limitrofe, che hanno vissuto dell'indotto della Cogne su Aosta e delle miniere del bacino minerario di Cogne nella valle del Gran Paradiso...tutte le famiglie hanno almeno avuto qualcuno che ha lavorato nelle miniere, quindi testimonianze orali, pezzo di storia, opportunità e sicuramente oggi una presa di coscienza che quel patrimonio non può continuare a rimanere un ibrido, un ibrido non solo di desolazione da un punto di vista del paesaggio, ma anche un ibrido su un potenziale che effettivamente va valorizzato.

Per noi quindi l'importanza particolare che rivestono queste miniere, questo bacino, il bacino nell'insieme...è stato giustamente sottolineato che in termini di discussione l'utilizzo del termine "bacino minerario" fa capire anche la portata della parte, diciamo, strutturale che si sviluppa nel territorio di Cogne, ma anche della parte che nel comune di Gressan e fino ad arrivare ad Aosta coincide e faceva riferimento all'intero giacimento, all'intera filiera del ferro, che oggi si potrebbe estendere al di là di questi confini proprio sull'intera Valle d'Aosta. La storia di questo Consiglio per chi l'ha vissuta, anche per chi non l'ha vissuta, nel senso che gli atti rimangono, è disseminata di atti di indirizzo sulle miniere e sulla valorizzazione del bacino minerario. Diverse risoluzioni o mozioni negli ultimi anni, anzi negli ultimi decenni impegnano il Governo a valorizzare quest'importante patrimonio. La volontà quindi politica, se vogliamo chiamarla così, c'è, c'è a livello regionale, ma c'è anche soprattutto a livello locale. Oggi sugli organi di informazione c'è un'ulteriore presa di posizione del Consiglio comunale di Cogne, che va nella direzione molto importante e positiva di lavorare alla valorizzazione di quest'importante patrimonio e al reperimento dei fondi europei, in pratica ciò che viene proposto nella mozione. Ci fa quindi anche piacere pensare che forse la nostra mozione ha anche sollecitato la comunità locale ad attivarsi ulteriormente, oltre a tutto quello che già è stato fatto in questi anni per continuare a lavorare in questa direzione. Mi ricordo, ed era il 2000, era l'autunno del 2000, appena prima dell'alluvione, quando tutti i Comuni della plaine, aggiunti ad Aymavilles, diciamo alla zona del pre-parco...della comunità del parco fecero un sopralluogo nelle miniere di Cogne perché si parlava già dell'eventualità di reperire fondi europei, di dialogare con l'Amministrazione regionale, per addivenire all'acquisizione famosa della proprietà, perché lì sta lo snodo cruciale di tutta la vicenda oggi del bacino minerario di Cogne o soprattutto della parte inerente alle miniere, la proprietà, perché questa è una proprietà, ne abbiamo discusso in questi anni, che è in capo a questa società Fintecna. La delibera molto positiva del 2011 andava finalmente a fissare un ulteriore passo che era quello di una messa in sicurezza, che poi, come viene ricordato oggi dagli organi di informazione, dalle parole del Sindaco, è una messa in sicurezza che è già propedeutica ad avere una possibilità minima, forse, di utilizzo non più propedeutico a quello dell'estrazione, perché c'è la richiesta della rinuncia alla concessione mineraria dell'epoca, ma un grande investimento da parte di questa società per una messa in sicurezza che possa poi nei nostri auspici portare ad un'acquisizione pubblica della proprietà, sia poi il Comune, sia poi la Regione...questi sono dettagli che l'Amministrazione deve valutare, noi non vogliamo e non vogliamo leggere nelle parole dell'Amministrazione comunale di Cogne una diatriba tra la proprietà comunale o la proprietà regionale, perché noi - e su questo tornerò - crediamo che questo sia un progetto comunque a regia regionale, al di là della proprietà, diciamo, di come si svilupperà l'acquisizione, se questa è in capo all'Amministrazione comunale o in altre forme.

Chiaramente il patrimonio è della comunità di Cogne, noi riconosciamo nelle parole dei cognein il fatto di voler ridiventare proprietari di questo pezzo di storia, ma qualsiasi tipo di valorizzazione di un progetto del genere veramente deve essere a regia regionale, se non altro nel reperimento dei fondi europei, perché nessun progetto è...chi è stato negli organi preposti al reperimento dei fondi europei sa che, quando c'è un progetto, questo viene presentato anche su patrimonio di proprietà comunale, ma che i progetti sono a regia regionale e che in questo caso una filiera del ferro o un progetto di quest'entità deve avere per forza una valenza regionale al di là della proprietà. Le proprietà, riconosciamo, dei beni culturali, sono spesso comunali, pensiamo al Castello di Saint-Marcel, piuttosto che a quello di Graines, piuttosto che a quello di Cly, sono patrimoni comunali, che, a dire il vero, in questi ultimi anni i Comuni hanno difficoltà a gestire, vedi per le risorse ridotte, vedi per comunque una difficoltà di gestione di beni, quando si tratta di beni culturali che sono specifici, che hanno certi crismi. Ricordiamo anche - lo ricordiamo anche alla comunità di Cogne - che, quando si tratta di beni culturali, esiste anche un vincolo che viene a volte messo, in questo caso dal Sovraintendente ai beni culturali, di un patrimonio di interesse regionale, perché quello è un atto che va nell'ottica di tutelare un bene che è bene patrimonio dell'intera comunità. Il vincolo, il cosiddetto "vincolo" che viene spesso posto quindi è un vincolo che va nell'ottica di tutelare un bene nell'ottica appunto di valorizzazione per tutta la comunità. Dicevo questo per dire che sia la sensibilità a livello regionale che le sensibilità a livello locale e dei Comuni limitrofi fanno percepire che c'è un'idea di potenziale incredibile che questo sito può rappresentare.

Io avevo avuto modo di scambiare visioni e opinioni con l'Assessore Bianchi su questo, quindi noi da mesi avevamo intenzione di presentare una mozione, una risoluzione, un atto che non fosse un atto semplicemente delle forze di opposizione, ma che andasse un po' a sollecitare quella che è in ogni legislatura, dopo qualche mese...un atto di indirizzo, per capire anche un po' quali sono le intenzioni, soprattutto per capire qual è l'evoluzione, perché i rapporti con Fintecna sì sono tenuti dall'Amministrazione comunale di Cogne, ma sono tenuti anche e soprattutto dall'Amministrazione regionale, perché giustamente la delibera regionale fissava dei paletti, fissava degli accordi con questa società ed è giusto che ci sia il coinvolgimento della comunità locale, è giusto che ci sia una condivisione anche a livello regionale di quella che è appunto un'opera che è oggetto di intervento da parte di questa società.

Noi non ci fermiamo alla valenza regionale, questo è un sito che, se valorizzato, può avere una valenza internazionale, perché è un unicum. Quello che oggi noi dobbiamo sfruttare come comunità valdostana è l'unicum ed è stato ricordato anche dai progettisti che in commissione sono venuti a presentarci uno degli studi che oggi è à la une, nel senso che è quello più attuale, e che un gruppo di professionisti hanno in modo chiaro esternato e presentato. L'unicum è quello per chi ha visitato anche altri bacini minerari, altre miniere, penso a quelle di Predoi, della Valle Aurina, in Südtirol, o anche le Mines de Bex, queste miniere di sale nel Vallese, e che, come gruppo di studio, nel 2000, con le Amministrazioni comunali della plaine - io ero Assessore comunale all'epoca - avevamo visitato con una parte di comunità di Crans-Montana, perché quei luoghi erano interessati ad avere sinergia sul percorso delle miniere, che siano poi quelle di sale, quelle di oro di Brusson, quelle, diciamo, della filiera del ferro, non dimentichiamoci La Thuile, Saint-Marcel con tutta la parte alta, un patrimonio che in Valle d'Aosta è diffuso.

Il centro, il fulcro però di tutto ciò che è, da un punto di vista storico, da un punto di vista di potenziale...è rappresentato da questo colosso, se possiamo così definirlo, delle miniere di Cogne. Il fatto quindi di avere oggi...un elemento nuovo, perché tutte le discussioni a cui abbiamo assistito in quest'aula prescindevano da un elemento, che era quello della proprietà, non c'era questo barlume di possibilità, perché erano dichiarazioni di intento, ma non erano codificate. Quella delibera del 2011 fissava un arco temporale di circa tre anni, oggi siamo nel 2014, anche se quella delibera non scade temporalmente all'inizio dell'anno, però ci siamo e quindi è oggi che noi, attraverso quest'atto, abbiamo semplicemente la volontà di risollecitare un po' un dibattito che anche in questo caso deve essere un dibattito condiviso, perché questo è un patrimonio di tutta la comunità e non di qualcuno. Noi crediamo che questo fatto nuovo apra delle prospettive. Noi leggiamo con...in modo positivo l'entusiasmo esternato dall'articolo di oggi di già una prossima apertura quest'estate...di valorizzazione, ecco, noi speriamo che sia così e speriamo anche che l'ottimismo del titolo del giornale de La Stampa di oggi vada nell'ottica giusta, ecco, noi ci accontenteremo già oggi di un impegno che va nell'ottica: prima questione, di un'effettiva acquisizione della proprietà, poi, ripetiamo, proprietà tra Regione e Comuni, i rapporti vengono tenuti da chi oggi ha in capo l'onere di gestirli, però proprietà pubblica; seconda questione, la valorizzazione, noi siamo partiti da questo studio, perché è quello più recente, quello che ci sembra fatto meglio, nel senso che pondera la parte di valorizzazione culturale. Ecco, io l'ho detto in commissione, eviterei la parola "museo" per un semplice motivo: nella terminologia in ambito culturale ci sono certi termini che sono desueti e uno è il termine "conservatorio", che è il luogo in cui si studia musica, la musica è progresso e non è conservazione, quindi è un termine desueto; l'altro è il termine "museo", si parla di museo quando c'è il museo archeologico, perché è il museo di una civiltà che non esiste più, per un patrimonio che noi vogliamo riattualizzare, evitiamo almeno che si parli di museo, perché oggi non ha neanche più quell'appeal, soprattutto sulle giovani generazioni, che fa in modo di attrarre la comunità a visitare un certo luogo: ecco perché si tende a non utilizzare se non appunto per una certa tipologia di civiltà che noi non vorremmo mai vedere in un museo, ecco, la civiltà valdostana, perché significherebbe che non esiste più. Dicevo questo perché il fatto di avere ponderato in questo studio la parte effettiva di costi, di interventi, di tutto ciò che un'opera del genere comporta, cioè è un grande investimento, anche con una parte di valorizzazione che sia parzialmente sostenibile, ecco, quando si parla di beni culturali, non si può parlare di una s.p.a che gestisce le entrate e le uscite in modo automatico, ma di un indotto, per ogni euro investito ha le ricadute che ha sul territorio, però è uno studio che è fatto molto bene. Noi quindi siamo partiti da questo studio, quindi valorizzazione, acquisizione, valorizzazione attraverso un progetto, ecco, la base può essere questa, poi l'Amministrazione può avere intenzione di prendere questo studio, di tenerne conto, diciamo, di ponderarlo con altri studi che noi non conosciamo, che magari si ha intenzione di...

La questione poi del reperimento dei fondi europei, oggi il giornale parla di tempi lunghi, ma i tempi del reperimento di fondi europei non sono tempi lunghi, anzi sono spesso tempi che la Comunità europea fissa e che sono tempi brevi rispetto a quelli che sono i tempi conosciuti, biblici, della pubblica amministrazione. La programmazione è la programmazione 2014-2020, sono stato in questi anni a rappresentare la Regione nei fondi ALCOTRA, ma non esistono solo i fondi ALCOTRA, ci sono i fondi PAR FAS, sono quelli di competitività regionale, sono quelli che oggi ci danno la possibilità di intervenire su Pondel, sul Castello di Quart e sulla Porta Pretoria, cioè esistono delle possibilità di utilizzo di questi fondi e soprattutto di reperimento, ma chiaramente ci deve essere una regia regionale anche e soprattutto su questa questione del reperimento dei fondi.

Non abbiamo bisogno di citare il Forte di Bard, ma il Forte di Bard è stata un'operazione di riconversione industriale della Bassa Valle, cioè di riconversione da patrimonio...da zona, diciamo, prettamente industriale ad una riconversione culturale, di un potenziale che oggi sta avendo le ricadute sulla Bassa Valle, che sono ricadute importanti. Ecco, se esiste il Forte di Bard per la Bassa Valle esistono le miniere di Cogne per l'Alta Valle.

Questo è uno dei progetti strategici del futuro che noi vediamo come valorizzazione in termini di turismo culturale, che può veramente rappresentare un rilancio della nostra comunità in termini di ricadute turistiche, turistico-culturali, perché oggi il turismo culturale è il vero atout e con una spesa pro capite che è incredibile, basti pensare che le Langhe senza turismo culturale, solo sul turismo enogastronomico hanno una spesa pro capite di 150 euro al giorno, non hanno un patrimonio enorme come il nostro. Basti pensare che è un turismo che prescinde dalla meteo e anche tra i cognein che negli anni dicevano: "eh, ma non è che poi si fa un museo e rinunciamo alla funivia e rinunciamo ad altre cose"... Al di là delle questioni locali, noi non vogliamo entrare nel merito della scelta di una cosa piuttosto che l'altra, ma le miniere sono una parte di valorizzazione complementare del turismo culturale, del turismo che noi conosciamo, quello della neve, che continuerà a Cogne, della montagna, del paesaggio, a Cogne e in tutta la Valle d'Aosta, ma è complementare a questo tipo di valorizzazione, perché è un'alternativa. Il giorno che il tempo non è clemente, invece di avere una possibilità di sfruttare il patrimonio naturale, si va a conoscere quello che è il patrimonio culturale, quindi è complementare, complementare per Cogne, ma è complementare per l'intera Valle d'Aosta, in particolare per le zone limitrofe.

Diciamo questo perché il potenziale enorme si codifica attraverso un atto di indirizzo e l'elemento nuovo della possibilità di acquisizione...poi l'Assessore Bianchi ci aggiornerà più di tanti altri sull'esito delle trattative o sull'iter delle trattative, perché giustamente noi avevamo anche temporeggiato sulla presentazione di questa mozione, perché avevamo percepito dalle parole dell'Assessore che c'era un qualcosa che si muoveva, quindi non volevamo neanche andare a...né a cavalcare politicamente, né a sollecitare magari una trattativa che era in corso. Scevri quindi da qualsiasi tipo di intenzione prettamente politica, nel senso appunto di voler cavalcare un tema, oggi quello che ci interessa è veramente avere delle informazioni, perché attraverso l'intervento dell'Assessore noi avremo un aggiornamento, ma soprattutto avere la possibilità di fissare una prospettiva. In questi anni abbiamo lavorato tra tutti, ognuno nel proprio ruolo, per valorizzare questo patrimonio, l'ultimo lavoro che è stato il film documentario che è stato selezionato a Trento e anche in altri film festival, di Valeria Allevi, è un documento importante, perché dava una prospettiva, al di là della ricostruzione, quindi di un documentario storico...chiedo ancora cinque minuti, Presidente, del secondo intervento...andava al di là della parte storica, andava a dare una prospettiva di valorizzazione, di presa di coscienza e di sensibilizzazione fuori dai nostri confini, proprio per iniziare a promuovere questo sito prima della sua eventuale apertura. Reperimento di fondi europei, strutturali, europei nel senso...non solo europei, ma strutturali e di competitività regionale, tutto ciò che si può avere come esito per andare a gravare il meno possibile sul bilancio regionale in questo momento, non c'è bisogno di dirlo, e avere un progetto che possa essere credibile, anche da un punto di vista di gestione, perché sappiamo che, al di là della proprietà che oggi giustamente il Comune rivendica, esistono poi dei problemi... Negli anni abbiamo avuto i Comuni che volevano il campo sportivo, che volevano il palazzetto, che...oggi ci rendiamo conto che queste strutture sono strutture che poi bisogna gestire, quindi oggi, al di là di chi vuole la proprietà, bisogna anche fare un ragionamento di gestione, come sarà gestito, sperando che non nasca una nuova fondazione, una nuova associazione, come ricordava l'amico Cognetta, prima di questi interventi, ma che...e noi ci spingiamo oltre, quindi noi diamo già per acquisito che ci sia una volontà politica in questo Consiglio, che le comunità locali, lo apprendiamo anche oggi, come nuova idea ribadita, ecco, che è un'idea che c'è da anni, di valorizzazione, che ci sia il coinvolgimento della comunità, che ci sia il reperimento dei fondi dopo l'acquisizione della proprietà pubblica, ma che ci sia anche e soprattutto una possibilità di inserimento del bacino minerario di Cogne nel circuito dei beni culturali, affinché non ci sia di nuovo un qualcosa a sé, che poi porta avanti una valorizzazione o una politica culturale, turistica che è sganciata da tutto il resto, ma che ci sia sì un'identità propria di un bene culturale, di un qualcosa che apre in termini di risvolti turistico-culturali, ma che sia inserito in una rete dei beni culturali, affinché l'offerta sia differenziata da un punto di vista territoriale, dal punto di vista dei contenuti, in sinergia, e questo turista ipotetico, ma anche la comunità locale siano guidati attraverso un percorso ideale su tutta la nostra regione.

Concludo dicendo che la cosa che più ci sta a cuore oggi è che ci sia la restituzione di questo patrimonio alla comunità, perché è un pezzo di storia che è stato per troppo tempo non tanto dimenticato, perché forse ha una storia così forte che è stata difficile da dimenticare nei canti popolari, nella tradizione orale, nei familiari che tanti hanno e che hanno...e la cui testimonianza è ancora viva oggi, perché è una testimonianza che è recente, ci ricordiamo i personaggi che ci raccontano che, se si lavorava alle miniere di Cogne, non si partiva in guerra, quindi era un pezzo di storia incredibile, o il fatto di avere storie personali che si sono intrecciate in pubblicazioni ecco. Questo ha aiutato a mantenere il ricordo vivo, oggi questo non è più sufficiente, perché la memoria è una bella cosa, ma ad un certo punto va in qualche modo fatta una scelta e bisogna valorizzarla non in termini di sfruttamento, perché è una brutta parola ecco, perché il termine "turistico-culturale" dà anche quella valenza meno di sfruttamento rispetto ad un bene che solo turisticamente viene promosso...è un pezzo di storia, è un contenitore che ha un contenuto importante, quindi, da un punto di vista della suggestione di un'eventuale valorizzazione, è incredibile quello che si potrebbe fare all'interno di questo luogo, ci sono le storie personali, ci sono le immersioni sensoriali, anche a livello multimediale, oggi ci sono tanti finanziamenti europei che vanno sull'innovazione e sulla tecnologia, lo abbiamo visto per Saint-Martin de Corléans, una parte di stralcio era stato fatto su quello proprio perché l'innovazione viene finanziata.

Ciò che quindi ci sta a cuore oggi è che si passi ad una fase operativa, concreta, sull'acquisizione pubblica e nei tempi, noi non pretendiamo appunto, come qualcuno ha detto, che ci sia già tutto aperto, anche perché ci fa anche strano, ecco, che si riesca al di là di quello che già oggi c'è, perché c'è già una parte di valorizzazione limitatissima, ma noi prendiamo per buone le dichiarazioni molto positive ed entusiaste che abbiamo letto sui giornali, però noi rimaniamo operativi e quindi convinti che si possa già fare qualcosa, ma anche così...pragmatici e realisti sul fatto che l'importante oggi sia fissare da parte di questo Consiglio regionale una volontà politica ulteriore, sì, è vero, perché ogni legislatura l'ha fissata, ma è una nuova legislatura, ci sono dei nuovi Amministratori, ci sono dei nuovi indirizzi, ci sono delle novità, affinché questo possa ridiventare, attraverso una restitution, di un patrimonio dei cognein in primis, dell'intera comunità valdostana e, appunto, perché no?, un polo di attrazione turistico-culturale a livelli internazionali che al pari di tanti altri siti, ma con l'unicum che questa miniera rappresenta, possa essere veramente motivo di orgoglio culturale per la Valle d'Aosta, come lo è stato in altre epoche per la comunità locale. Grazie.

Président - A demandé la parole la collègue Certan.

Certan (ALPE) - Grazie. Buongiorno a tutti.

Riguardo a questo tema, è un argomento che, come hanno già anticipato i colleghi, riguarda soprattutto la comunità di Cogne, è dei cognein direi, ma è di valenza regionale e interessa l'intera comunità valdostana poiché è un grande patrimonio, un grande patrimonio culturale, come è stato ricordato, ma mi permetto anche di aggiungere è un patrimonio direi storico, ingegneristico unico e potrebbe diventare, può diventare, oggi proviamo a parlare al presente, anche un patrimonio turistico e quindi anche economicamente molto importante per l'intera comunità valdostana.

Io non ripeterò quanto hanno aggiunto i colleghi, che ben hanno specificato e dettagliato, entrerò però anche in un altro...darò un'altra visione, che è anche quella un po' politica, riguardo a quest'argomento, si è perso tanto tempo, molto tempo, almeno cinque anni, ma era un argomento, è un argomento che è stato dibattuto sin da...anche nelle passate legislature, quindi ancora più lontano. Il nostro movimento ha sempre prestato grande attenzione a questo patrimonio, che, come abbiamo detto, potrà diventare una grande risorsa economica se - e uso le parole che usa oggi il Sindaco Franco Allera di Cogne - le cose andranno per il verso giusto, ha ragione, noi ci associamo alle speranze del primo cittadino di Cogne di rivedere già da quest'estate le miniere vive e con tanti turisti, sicuramente questo dev'essere anche il nostro obiettivo e non abbiamo nessun problema a riconoscerlo. È certo però che questo tema non potrà essere affrontato se non ci sarà la coralità di tutti, ne abbiamo parlato tante volte, ad esempio, l'ha ricordato il collega Roscio, i fondi europei ci sono, ci sarebbero, ma dev'esserci un impegno di tutti, dev'esserci un progetto sul quale lavorare. Sappiamo bene che la richiesta dei fondi europei e l'utilizzazione deve essere sostenuta per poterla ottenere da tutti.

Mi permetto di dire che è inutile parlare o far finta di parlare di grandi alleanze, di strette alleanze e sia chiaro che a noi non interessa in questo momento parlare di grandi, di strette, di piccole, di "cicì" e "ciciò" per le elezioni e poi non parlare di alleanze sui temi e sui contenuti che riguardano la nostra regione, che dovrebbero essere il cuore della condivisione del lavoro comune, questo dovrebbero essere veramente le grandi alleanze del Consiglio regionale. Sono sette anni che il nostro movimento affronta questo tema dentro il Consiglio regionale col gruppo, ma anche fuori e che mettiamo in discussione, noi con altri, questo sistema e questo modello, che spesso ha gli input che partono sempre da Aosta, dove pochi decidono le sorti anche delle piccole comunità.

Accogliamo quindi l'invito oggi della comunità di Cogne, che chiede di poter in qualche modo essere primo attore. Ecco, certo, le comunità locali vanno sostenute e soprattutto vanno aiutate e valorizzate e non solo utilizzate, sempre, in tutti i momenti. Con questo progetto, di cui ha parlato il collega Roscio, parte dalla base, parte dai cittadini, parte da dei professionisti volontari - ed è bello...sottolineo questi due sostantivi - professionisti e volontari si sono messi a disposizione della comunità, si sono messi a disposizione in un modo autentico, dovrebbe essere quello che fanno anche gli amministratori sia locali che regionali per la comunità. Io quindi credo che non possa essere snobbato questo loro impegno, questo loro grande impegno di tempo e di risorse e debba essere preso in considerazione: ecco perché, secondo me, è proprio in questo che ci sarà la novità della politica valdostana: la capacità di lavorare tutti insieme per un modello nuovo e dei metodi nuovi di condivisione. Sia chiaro che noi non siamo per fare strette alleanze, però per ripristinare uno stesso modello con persone diverse, ma chiediamo che non si perda più tempo a parlare di cambiamento e poi di non attuarlo, parlare di coralità e poi, com'è successo anche ieri, per quanto riguardava un altro tema sull'occupazione, poi far finta di niente e continuare sulla propria strada. Se si vuole la condivisione, non si può più perdere tempo, si è perso tempo quando c'erano i soldi e forse non c'erano le idee e non c'era la volontà politica. Oggi non ci sono più i soldi, chissà che magari sia necessario tirar fuori le idee e, volenti o nolenti, anche mettere la volontà politica corale di tutti. I cognein, come solo loro sanno fare, si sono attivati, perché loro si sono uniti in una petizione fortissima, perché è comunque stata supportata da quasi tutta la popolazione, quindi hanno...assolutamente si sono uniti e hanno saputo lavorare insieme.

Io spero che quest'indirizzo che il nostro gruppo aveva già proposto nel 2011 sia per quanto riguarda la proprietà dell'intero patrimonio, sia per quanto riguarda, come l'ha ricordato il collega, la gestione anche, sicuramente è una gestione che potrà essere pubblica, ma potrà anche essere aperta, a nostro avviso, se sarà necessario, ecco, noi chiediamo veramente che su quest'indirizzo oggi si sia almeno chiari e che quindi questa mozione, che poi in realtà è, a nostro avviso, veramente un indirizzo di condivisione su un patrimonio di tutti, venga accolta. Credo che i valdostani si aspettino da noi proprio questo, che ci occupiamo, ma che condividiamo le sorti della nostra regione e l'unico modo per occuparsene è lavorare, lavorare insieme e non far finta solo di sfiorarsi in modo strategico quando interessa o quando serve per dei piccoli meccanismi e degli equilibri elettorali, ma è lavorare insieme. Credo che questo sia il grande messaggio che continuamente ci chiedono i valdostani. Lavorare insieme significa cambiare il metodo, perché così è chiaro che non possiamo più andare, ripeto: non è solo la crisi ad indicarlo, occuparcene significa entrare nei contenuti e nei temi, ma entrare nel vivo dei contenuti e dei temi.

Termino utilizzando una frase che il Ministro Bray, quando è stato qua per la Scuola della democrazia, ha detto: "spesso la parola "cultura" o "culturale" o "patrimonio culturale" viene utilizzata, è sulla bocca di tutti i giorni, viene utilizzata anche in modo sproporzionato perché si continua ad utilizzare, ma poi non lo si riempie di concretezza, mentre il valore e il patrimonio culturale potrebbe essere veramente il grande valore aggiunto sia al turismo che all'economia". Ecco, quindi forse oggi con questa mozione possiamo davvero mettere insieme queste cose e dare importanza a quello che tutti riconosciamo essere un grande patrimonio culturale, storico di tutti i cognein e di tutta la Valle d'Aosta e, perché no?, anche di tutta l'Europa, ma che poi non sappiamo riempire con delle azioni concrete.

Président - La parole au collègue Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Interveniamo nuovamente su quest'argomento, che è già stato oggetto di dibattito in Consiglio regionale, perché, alla luce dell'illustrazione di un progetto molto interessante da parte del Comitato Cuore di ferro in commissione, insomma, abbiamo avuto modo di approfondire ulteriormente e comprendere noi che non siamo esperti di questo settore tutte le potenzialità che derivano da un'attenzione alla valorizzazione del sito minerario di Cogne. Intanto si tratta di un progetto che, sebbene nasca da un'iniziativa di carattere...possiamo dire di carattere filantropico, come si usava dire nell'Ottocento, è tutt'altro che naïf, è un progetto che è stato presentato in commissione...per chi ha assistito alla presentazione anche agli innumerevoli progetti dell'ospedale, insomma, ha avuto la sensazione di ritrovarsi davanti una équipe di professionisti molto preparata e in grado di affrontare le diverse tipologie di problemi che ci sono su quest'argomento.

È quindi un tema che non riguarda soltanto la Valle d'Aosta, ma è un tema che riguarda soprattutto l'Europa, dove la dismissione di siti minerari non è cominciata di recente, ma ha attraversato tutto il dopoguerra e dove in molte realtà questo processo di valorizzazione attraverso l'archeologia industriale e il superamento della vecchia concezione museale, ma la creazione di situazioni di fruizione di questi beni materiali è già molto più avanti. Insomma, non è che dobbiamo, come al solito, inventare noi...purtroppo, non siamo apripista su questa strada qui, anzi altri territori si spingono molto più celermente di noi sulla valorizzazione di quelli che sono i vecchi siti minerari. Ci possono essere delle iniziative che vanno verso lo stravolgimento totale del sito minerario, che viene utilizzato per tutt'altro scopo, ci sono quelle che hanno un po' più un carattere memorialistico e ci sono quelle proposte interessanti, come questa avanzata dal Comitato Cuore di Ferro, che è una proposta molto articolata e dettagliata e, quindi, il fatto di acquisire questo suggerimento non vuol dire in qualche modo recepire tout court questo progetto, ma usarlo come base per una riflessione, una riflessione che non si chiude soltanto al discorso di Cogne e degli abitanti di Cogne, ma si apre intanto ad una visione del sito minerario molto più ampia, nel senso che la miniera, che tutt'oggi ha un valore non solo storico-culturale, ma è tuttora un sito dove è presente in maniera significativa il ferro, quindi è un luogo, se vogliamo, vivo, non momentaneamente vantaggioso dal punto di vista della fruibilità economica, ma è tutt'altro che un luogo abbandonato, il minerale è ancora lì nelle viscere della montagna, minerale che fu sfruttato sin da tempi remotissimi, insomma, nel Medioevo è attestata la conoscenza della miniera e da allora fino all'acquisizione nel XV-XVI secolo del sito da parte degli abitanti di Cogne, insomma, la miniera è conosciuta e fu sfruttata, quindi di lì è passata la storia, ma di lì può passare il futuro, perché il sito è collegato con la città di Aosta, in passato lo era attraverso una galleria in cui passava un trenino, poi c'era una funivia che portava il minerale nella fabbrica. C'è un immenso sito industriale nella città di Aosta, ancora oggi pienamente utilizzato, ma abbiamo avuto modo di confrontarci con la proprietà e la proprietà ci ha detto che è molto interessata a questo progetto di sfruttamento del sito minerario di Cogne. Lei, la proprietà non avrebbe problema - naturalmente con tutte le norme di sicurezza, la salvaguardia e la distinzione tra la parte in cui c'è il lavoro e la parte in cui il lavoro non c'è più - a consentire anche un collegamento fra il sito ancora produttivo e un progetto di valorizzazione del sito minerario...così come in questo progetto si inserisce il fatto che la ferrovia che va da Aosta a Pré-Saint-Didier fu realizzata proprio perché a Morgex arrivava il minerale di carbone, poi allora si decise di costruirla sino a Pré-Saint-Didier, ma l'obiettivo era portare la ferrovia a Morgex per far arrivare il carbone da La Thuile ad Aosta. Valorizzare questo sito minerario quindi vuol dire valorizzare la storia della Valle d'Aosta, avere l'opportunità di accedere ad importanti finanziamenti europei, perché non si tratta di un progetto campato per aria, ma può anche permetterci di metter mano a tante realtà, citavo prima la ferrovia Aosta/Pré-Saint-Didier, che non pochi problemi crea al nostro Assessore ai trasporti, ma che magari, inserita in un progetto più ampio di valorizzazione dei beni storici della Valle d'Aosta, potrebbe sicuramente trovare spazio in questa visione. Già in una passata occasione avevo avuto modo di dire che per noi è anche molto importante l'idea di valorizzare il concetto di lavoro e la storia del lavoro, anche in una visione futura, bisogna che...il fatto che ci fu in quella realtà un'esperienza molto particolare di organizzazione sociale: quella creata dal dottor Grappein, un illuminista che abbiamo avuto la fortuna di avere in Valle d'Aosta, come spesso ci è capitato, questo piccolo popolo ha avuto modo di avere delle menti assolutamente illuminate ed eccelse, che hanno permesso di creare delle condizioni estremamente interessanti dal punto di vista sociale e lavorativo e vanno valorizzate in un'ottica che, come hanno detto anche alcuni che mi hanno preceduto, non è quella del tradizionale museo, ma è qualcosa di molto più vivo, molto più ampio, che bene è già stato illustrato dal Comitato Cuore di ferro in commissione, che quindi merita assolutamente la possibilità di essere valorizzato.

In conclusione vorrei dire riguardo a questa cosa...che nel mentre che arrivano le mozioni, che sono depositate 15 giorni prima...c'è l'occasione per farci delle riflessioni sopra come maggioranza...rispetto al primo punto: "ad attivarsi per acquisire la proprietà dell'intero bacino minerario di Cogne", vorrei dire che questa polemica Comune-Regione a me suona un po' stonata e fuori tempo, nel senso che non vorrei che fosse uno di quei tanti trucchetti che vengono tirati fuori quando non si sa da che parte andare a parare, si dice: "ma c'è un problema", no? Ecco, proprio in questo momento, dove la Valle d'Aosta non ha bisogno di aprirsi a querelles, a polemiche e a quant'altro, lo spirito qui è quello di indicare con "acquisire la proprietà" di acquisirla come bene pubblico, dopodiché l'istituzione che deve avere la titolarità del bene pubblico è una cosa che poi se la gestiranno i Governi, quindi il Sindaco, la Giunta regionale se la vedrà e non vorrei che fossero appunto quei semi di zizzania buttati lì tanto per creare un po' di confusione e non parlare nel merito della questione. Qui oggi non è in questione il Sindaco o il Presidente della Regione: qui oggi in questione è pubblico...questo è in questione e su questo bisogna parlare evitando...spero non sia la solita melina che viene introdotta tanto per evitare di andare nel merito della questione.

Infine, un passaggio assolutamente importante è quello che riguarda il reperimento di fondi a livello europeo. Sappiamo che è un'impresa ardua, difficile, per nulla scontata, bisogna mettere insieme tante energie, tante volontà, però ci vogliono progetti di qualità, per essere credibili in Europa, bisogna portare di là dei progetti di qualità, non basta avere, diciamo, delle ottime public relation. Fuori dei nostri confini più che le public relation, conta anche il contenuto. Ecco, noi pensiamo che questo progetto abbia quelle caratteristiche di grande valenza culturale come lo ebbe il Forte di Bard, come quelli che hanno lanciato l'operazione Forte di Bard hanno avuto la capacità di fare...ecco, questo progetto abbia quelle grandi valenze culturali per poter avere l'attenzione dell'Europa e meritarsi quindi quel sostegno che sicuramente porta un beneficio, che non è soltanto per la comunità di Cogne, che ne ha tutti i diritti, se vogliamo, visto che sfruttò questo sito minerario sin da tempi remotissimi, ma porterebbe un beneficio assolutamente a tutta la comunità valdostana e, come avviene per un bene europeo, all'Italia e all'Europa tutta, perché sicuramente valorizzare quel sito vuol dire fare qualcosa di assolutamente importante a livello europeo. Dobbiamo anche avere la convinzione che la "proprietà" - tra virgolette - dei cognein è così importante nel caso della miniera, che è di valore europeo. Abbiamo qualcosa di importante, sta a noi lasciare lì dormienti quelle pietre, lasciare andare, diciamo, in malora il mitico villaggio di Colonna e quant'altro, oppure decidere di trasformare in un bene che può creare ricchezza per tutta la comunità questo patrimonio. Noi pensiamo che vada valorizzato e per questo sosteniamo questa mozione.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Siamo sempre in discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Bianchi.

Bianchi (UV) - Mi scusi...no, vai pure...

Presidente - Vuole intervenire prima il collega Guichardaz? Invertiamo l'ordine degli interventi. Prego.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Sarebbe stato interessante, anche ai fini del prosieguo della discussione, sentire l'Assessore o il Presidente per capire gli intendimenti, ma continuiamo nella discussione generale, poi ci riserviamo eventualmente di replicare dopo. La questione della valorizzazione e dell'acquisizione del bacino minerario di Cogne, che è oggi agli onori della cronaca, è stato ricordato l'articolo di stamattina su La Stampa, deve essere affrontato in sede politica e in particolare in questa sede, il Consiglio regionale, per le indubitabili ricadute che la valorizzazione del bacino minerario di Cogne potrà avere sull'intera economia della nostra regione e poi per il suo valore storico e culturale.

Una regione, la nostra, che, oltre a connotarsi per i suoi bei panorami, per la gradevolezza del suo territorio, per il suo clima secco e salubre, per le sue peculiarità enogastronomiche, si connota per l'immenso patrimonio storico-culturale, patrimonio che copre un ventaglio temporale amplissimo, che va dal periodo neolitico ai giorni d'oggi. La Valle d'Aosta, malgrado le dimensioni contenute, è una vera e propria miniera a cielo aperto, per rimanere in tema, una miniera di suggestioni, di stimoli, di reperti, di documenti, di opere pregevolissime di scrittori e di studiosi. Dicevo, una miniera di suggestioni che copre un ventaglio temporale amplissimo, ma che sa esprimere una gamma di realtà socio-economiche altrettanto interessanti per gli storici, per gli studiosi dei fenomeni sociali. Non solo, quindi, le vestigia di civiltà passate, i bellissimi reperti d'epoca neolitica - su questo stenderei al momento un velo pietoso -, romana, medioevale, ma anche testimonianze di civiltà rurali, di cui ancora troviamo tracce nell'architettura, come nel caso trattato anche nei siti produttivi residui, in questa sorta di archeologia industriale, che ancora abbiamo la fortuna di poter osservare. Una storia che non può non legarsi indissolubilmente con le risorse espresse dal territorio, che non può non andare di pari passo con le peculiarità geomorfologiche del nostro territorio. Nella nostra regione intere economie rurali si sono plasmate negli anni e nei secoli ad immagine del territorio. Il territorio e le risorse espresse dal territorio hanno modificato le abitudini, i costumi, le tradizioni delle nostre comunità rurali e la comunità cognein si è sviluppata e si è caratterizzata per la miniera, anzi con la miniera.

Ho metà della mia famiglia di Cogne e posso dire che nei racconti dei miei parenti la miniera non è mai stata per i cognein un sito minerario, ma è sempre stato il luogo intorno al quale si è sviluppata la comunità di Cogne, che ha plasmato la storia della comunità di Cogne, anzi le singole storie delle famiglie di Cogne. Il collega Laurent ha espresso bene, ha raccontato bene come la miniera ha avuto i suoi riflessi e le sue ricadute anche sui territori circostanti e credo non solo la comunità di Cogne e i territori circostanti siano stati plasmati, modificati nella loro essenza dalla miniera, ma la regione stessa ha costruito parte della propria economia e si è caratterizzata anche sotto il profilo sociale intorno all'industria estrattiva.

Credo sia doveroso per la nostra Regione fare ogni sforzo possibile per mantenere in vita e per valorizzare il sito minerario di Cogne, lo dobbiamo alle migliaia di operai che hanno consumato la propria vita nelle miniere, alle loro famiglie, ma lo dobbiamo anche a noi stessi, alle nostre radici, al nostro patrimonio culturale. I colleghi hanno spiegato nel dettaglio i contenuti dello studio di fattibilità indicato nella mozione, l'iter che ha portato a questa proposta, hanno ben rappresentato le opportunità anche economiche sul breve e sul lungo termine di questo progetto e quindi credo che non occorrano ulteriori approfondimenti in questa sede. Ho però visto espressioni di vago disappunto e ho potuto captare alcune battute da parte dei colleghi della Giunta, che hanno la sfortuna di sedermi vicini, spero peraltro di avere interpretato male...e mi sfugge a questo punto se il problema di un'eventuale accoglimento o meno della nostra mozione sia solo di tipo finanziario o se vi siano anche delle ragioni di tipo politico. Se il problema è finanziario, cari colleghi della maggioranza, crediamo sia facilmente risolvibile, affrontabile attraverso un impegno straordinario da parte vostra per il reperimento delle risorse anche a livello europeo, ma non solo. Devo poi dire che avete dimostrato, per esempio, con il casinò una velocità sorprendente, quando l'interesse nel reperire le risorse è prioritario e rientra nelle priorità della vostra agenda. Se il problema non è finanziario, io penso che non possa essere nemmeno politico, perché la questione del sito minerario è una questione che riguarda tutti, è una questione di importanza al di là degli schieramenti e al di là delle speculazioni di tipo politico. Credo che questa mozione, che potrà essere discussa, potrà essere analizzata nel suo contenuto, potrà però essere tranquillamente accolta dai colleghi della maggioranza. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola all'Assessore Bianchi.

Bianchi (UV) - Mi trovo per la prima volta a parlare delle miniere di Cogne, so che in Consiglio ne hanno parlato già più volte. Non vi è dubbio che il compendio minerario di Cogne rappresenti una componente importante per la storia della regione sotto il profilo industriale, storico, culturale e sociale, come hanno già sottolineato i colleghi negli interventi precedenti. La miniera di Cogne ha infatti comportato la realizzazione di un sistema industriale, sto pensando alle miniere collegate al sistema produttivo dell'acciaio, tutto quello che interessa, le cave, le diverse infrastrutture, le ferrovie, come qualcuno ha ricordato, le strade, le centrali idroelettriche, eccetera. Siamo tutti d'accordo, credo, sul fatto che il sito, nel suo insieme, possa rappresentare un atout interessante, oggi soprattutto sotto l'aspetto turistico-culturale. Tranquillizzo quindi il Consigliere Guichardaz.

Rispondo al Consigliere Donzel che penso che l'articolo oggi uscito su La Stampa sul Consiglio comunale di Cogne di lunedì scorso abbia sottolineato e evidenziato ancora una volta la volontà di acquisire le miniera da parte del Comune, diciamo che la volontà è stata ufficializzata. Entrerei nel merito della mozione: più volte è stato sottolineato che le miniere diventino di proprietà pubblica, quindi chiaramente o della Regione, o dell'Amministrazione comunale di Cogne. Da questo punto di vista, condividiamo la logica della legge, di individuare cioè i Comuni quali soggetti prioritari per effettuare gli interventi di valorizzazione e fruizione socio-culturale di un giacimento minerario esaurito sotto il profilo fisico, perché va nella direzione di far tornare - come qualcuno di voi ha già evidenziato e, a mio avviso, è estremamente importante - un importante pezzo di storia alla comunità di Cogne, in questo caso di chi ieri ha vissuto la realtà della miniera e domani potrebbe vivere la medesima realtà con una finalità diversa. È in quest'ottica che verrà valutata la richiesta del Comune di Cogne.

Approfitto per precisare quanto è stato chiesto dal Consigliere collega Laurent Viérin rispetto allo stato della trattativa con Fintecna. Come previsto dalla convenzione, sono stati fatti gli ultimi sopralluoghi: i lavori sono stati ultimati nel mese di ottobre e abbiamo sfruttato novembre e dicembre per il controllo dei lavori fatti, estremamente importanti, che hanno messo in sicurezza tutta una parte di miniera.

Anche il Sindaco di Cogne, evidenzia che tutta una parte di miniera è già visitabile, e potrebbe essere visitata già in estate. Da questo punto di vista, condivido...magari rubo, ma non se la prenda il Consigliere Viérin...il concetto di restitution al Comune di Cogne e quindi l'idea di restituire le miniere alla comunità di Cogne, andando a valorizzare l'intero complesso minerario, diciamo.

Avete parlato di uno studio di fattibilità che è stato presentato in IV Commissione, ringrazio il Presidente della IV Commissione, che mi ha dato i verbali e ho potuto vedere che lo studio che è stato presentato, è estremamente importante. Ho visto che comunque anche all'interno della IV Commissione qualche perplessità su alcune situazioni o soluzioni sono state sollevate da parte dei Commissari e dei Consiglieri. Non voglio entrare nel merito sullo studio di fattibilità presentato, in quanto in ogni caso verrà, a mio avviso, valutato in futuro, immagino dall'Amministrazione comunale assieme all'Amministrazione regionale, questa è un po' l'idea, però chiaramente dovranno essere fatti degli approfondimenti. Ad ogni buon conto, gli approfondimenti, l'esperienza acquista nel recupero dei siti minerari e industriali e dismessi dimostra che deve essere prestata particolare attenzione non solo agli aspetti realizzativi, al costo di investimento di tali iniziative, ma soprattutto ai successivi costi di gestione, di cui dovrà farsi carico la comunità. Ho fatto questo passaggio perché l'ho visto nei verbali, ma in ogni caso l'avevano già sollevato alcuni Consiglieri. Progetti impegnativi sotto il profilo dell'investimento economico implicano in genere costi gestionali piuttosto importanti che possono far fallire l'iniziativa, anche a fronte di significative ricadute sul territorio, non direttamente monetizzabili dal soggetto gestore.

Rispetto al punto tre, quello sull'impegno di attivarsi per il reperimento di fondi a livello europeo, stante il fatto che il Comune dovrebbe essere il soggetto deputato allo sviluppo del progetto di recupero e valorizzazione del bacino minerario, la Regione potrebbe certamente attivarsi per l'assegnazione di fondi della programmazione europea. Detto questo, senza entrare nel merito di altri aspetti e tenendo appunto a quelle tre priorità che mi sembra che siano state evidenziate da tutti gli interventi fatti dai Consiglieri, cioè sulla proprietà pubblica del sito, sulla valorizzazione dell'intero sito minerario e sui fondi europei, chiederei una sospensione del Consiglio per verificare degli emendamenti. Grazie.

Presidente - Il Consiglio è sospeso...per una puntualizzazione, la parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Vorrei esprimere tutta la mia perplessità sulla condotta della maggioranza, che continua a sospendere l'attività del Consiglio quando da 15 giorni ha in mano le mozioni della minoranza, allora se io capisco che su una risoluzione che noi presentiamo a sorpresa voi diciate: "time out, voglio prendere i tempi"...però questa condotta è scorretta e comincio a pensare che dietro ci sia la volontà di allontanare le persone che seguono il Consiglio regionale con delle pause infinite per mettervi d'accordo. Vi siete parlati per 15 giorni su questi testi, che cosa dovete emendare all'ultimo minuto? Qual è l'evento che è successo su questo bacino minerario che vi fa in qualche modo cambiare idea questa mattina? Scrivete dappertutto sui tabelloni: "riunione di maggioranza", di cosa parlate nelle riunioni di maggioranza per arrivare qui, all'ultimo minuto, ad impedire alla minoranza di svolgere il suo lavoro! Noi abbiamo solo questo spazio consiliare per decidere le cose! Mi permetto di dire l'ostruzionismo lo sta facendo la maggioranza, un ostruzionismo di maggioranza mai visto, è un primato assoluto nella storia del Governo Rollandin, l'ostruzionismo di maggioranza. Noi abbiamo un'importante risoluzione da presentare, forse ce ne sono anche altre, ma un'importante...vorremmo che non faceste melina e che, entro stamattina, si potesse mettere al voto la risoluzione che noi abbiamo in mente di presentare. Vogliamo lavorare.

Presidente - Possiamo sospendere i nostri lavori.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 12,12 alle ore 12,32.

Rini (Presidente) - Colleghi, riprendiamo i lavori. Qualcuno chiede la parola? La parola all'Assessore Bianchi.

Bianchi (UV) - Proprio per chiarire quali erano gli emendamenti che chiedevamo appunto di...dove la mozione dice: "ad attivarsi per acquisire la proprietà dell'intero bacino minerario di Cogne", noi chiederemmo di mettere: "ad attivarsi a far acquisire la proprietà dell'intero bacino minerario al Comune di Cogne"; poi, secondo punto: "ad intraprendere un percorso di valorizzazione dell'intero bacino minerario di Cogne, facendo proprio lo studio di fattibilità illustrato in IV commissione...", e via dicendo, chiediamo: "a intraprendere un percorso di valorizzazione dell'intero bacino minerario di Cogne, tenendo in considerazione lo studio di fattibilità..." e il resto tutto uguale.

Presidente - La parola al collega Roscio.

Roscio (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Abbiamo ascoltato le parole dell'Assessore Bianchi e la nostra intenzione era quella, ovviamente, di restituire alla comunità di Cogne questo patrimonio importantissimo, anche se il percorso che avevamo individuato era per il tramite della Regione, ma mi sembra che sulla sostanza ci si trovi d'accordo. Soprattutto la cosa importante era valutare un progetto per recuperare l'intero comprensorio e mi sembra che anche su questo si sia arrivati ad un accordo e, terzo, mi sembra che il Governo abbia accolto l'impegno di andare nella direzione del reperimento dei fondi a livello europeo, per cui credo che questa formulazione possa trovarci d'accordo e direi di andare avanti così. Grazie.

Presidente - Grazie. Bene, possiamo chiudere la discussione generale. Ci sono richieste di intervento in replica o per dichiarazione di voto? La parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, molto brevemente credo che questo dibattito, che, come ha ricordato qualcuno in quest'aula, segue una serie di dibattiti che dalla chiusura della miniera abbiamo fatto sul comprensorio minerario di Cogne, sia stato correttamente impostato, nel senso di una valorizzazione di questo patrimonio, che fa pendant con una serie di altre situazioni analoghe che abbiamo nella nostra regione. Quello di Cogne, in particolare, credo sia stato da sempre un punto di riferimento, vorrei solo ricordare che nel tempo...qualcuno ha detto: "ma avete perso tempo", vorrei ricordare che noi ci siamo rifiutati di addebitarci la messa in sicurezza dell'impianto e abbiamo obbligato la Fintecna, perché ce lo voleva restituire tout court...abbiamo obbligato, ci sono lettere, vorrei che venisse chiarito quest'aspetto, che è stato determinante...d'accordo con il Comune di Cogne, perché l'investimento venisse fatto da Fintecna, tant'è che hanno speso milioni di euro per mettere in sicurezza tutta la parte che è visitabile...che oggi è finito, che è stato oggetto di un collaudo nel mese di dicembre 2013 e che oggi possiamo dire che può essere in qualche modo seriamente recepito e fatto proprio nel patrimonio del Comune, perché il Comune ce l'ha chiesto ed è la ragione per cui abbiamo voluto mantenere...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...ce l'ha chiesto il Comune con lettera ufficiale, non è che ci siamo inventati le cose! Con lettera ufficiale dove chiede una serie di questioni...credo che l'abbiate, sennò la posso dare..."il nulla osta per trattare con Fintecna, un accordo che comprende il ritorno da parte del Comune della piena proprietà della miniera di Cogne e il subentro a Fintecna da parte del Comune di Cogne per gli adempimenti nei confronti della Regione connessi con il monitoraggio del sito minerario nei prossimi tre anni - c'è un impegno nei tre anni...come da voi stabilito...perché questo ha fatto oggetto, come diceva l'Assessore, di una serie di accordi e incontri con Fintecna per stabilire che ci doveva essere un periodo di franco tra quando lo consegnano e quando c'è il possibile utilizzo, perché ci possono essere giustamente dei problemi e deve esserci anche un discorso manutentivo che viene mantenuto - la trasformazione dell'attuale concessione mineraria a fini estrattivi in concessione a fini turistici... - ecco, qui spiace che sia mantenuto questo concetto museale, che però credo che nella dizione purtroppo amministrativa debba essere mantenuto e condivido il concetto invece di passare a qualcosa che sia molto più attivo - il mantenimento occupazionale della maestranza oggi in forza alla Fintecna dietro il versamento anticipato da parte di Fintecna degli oneri complessivi per almeno tre anni - e Fintecna ha detto che era disponibile ad adeguarsi a questa richiesta - maestranza che da tempo è un'importante risorsa per le approfondite conoscenze tecniche del giacimento e per il suo futuro utilizzo a fini museali - questo è quello che chiede il Comune - il riconoscimento da parte di Fintecna al Comune di Cogne di un importo forfettario sufficiente a rendere visitabile la parte bassa del comprensorio minerario anche mediante la collaborazione con Fondation Grand Paradis". Questa è la lettera ufficiale del Comune e c'erano ancora dei dubbi sul fatto che si voleva fare questa piccola modifica, noi, giustamente, abbiamo fatto questa sospensione che, avrà capito il collega Raimondo, non era assolutamente artata o per far perdere tempo, ecco, vorrei che fosse chiaro che non facciamo mai delle riunioni per perdere tempo e meno che meno in questa situazione, ma l'abbiamo fatta a ragion veduta, perché ci fosse la capacità di capire qual era l'oggetto dell'eventuale variante rispetto alla mozione che, devo dire, correttamente, già nell'illustrazione, era stato detto questo...io devo dare atto che il discorso era che fosse parte pubblica, poi in questo caso andiamo nel Comune...

Ora, vorrei anche ricordare che la delibera del 2011 che ha ricordato il collega Viérin giustamente era quella che aveva segnato questo processo di collegamento stretto tra il passato e il futuro, cioè questo cambiamento di ottica con cui andare a rivisitare questo sito nel suo insieme e anche il vincolo...credo che correttamente sia stato detto sul vincolo del patrimonio culturale, che andrà di conseguenza, perché questa è una mozione di principio, ma questo verrà mantenuto, sarà un obbligo rispetto a questa struttura e nella pratica credo che la possibilità che oggi viene data dà una risposta ad una parte del problema. Io vorrei ricordare qui che nel frattempo la Regione si è occupata anche di tutte le pertinenze minerarie, di tutti gli immobili che sono oggetto di attenzione da parte del Comune e da parte della Regione, immobili che sono parecchi e con delle capacità diverse, su questo la Regione ha fatto un progetto che è stato presentato all'intera collettività e al Comune di Cogne, proprio per utilizzare al meglio queste strutture, tenendo conto che nel contempo, sempre a Cogne, delle ex pertinenze minerarie...è stato previsto un ostello e questo...la Regione ha fatto un accordo con CINFAI, il Consorzio universitario, per utilizzare questa struttura per una formazione universitaria durante l'anno. Su questo si sta finalmente chiudendo la ristrutturazione, per utilizzarlo al meglio. Perché ho voluto aggiungere questi due addendi? Per dire che la parte riferita a quella che è l'ex proprietà Fintecna era plurima, avevamo già a suo tempo fatto delle ristrutturazioni per un bar, per un ristorante, che purtroppo non hanno avuto molto esito, abbiamo oggi fatto quest'ulteriore ristrutturazione per l'ostello che ci auguriamo possa dare uno sviluppo di un certo tipo, l'ostello chiaramente è ad un livello di turismo medio-basso, però è un'ulteriore proposta che va ad inserirsi in una prospettiva futura per il Comune di Cogne. Ecco, questo è per dire ancora una volta che su questo condividiamo il fatto che ci sia un'attenzione da parte di tutti, che ci sia il massimo di impegno, perché su queste tematiche ci siano le competenze e le giuste attenzioni per uno sviluppo della collettività.

Voglio ricordare ancora che ci sono state delle mostre che hanno in qualche modo ripercorso la storia della miniera, che sono state esposte anche recentemente. È stato ricordato che è stato fatto anche un filmato, che, sotto questo profilo, ha voluto raccogliere delle testimonianze sempre di chi ha lavorato nella miniera di Cogne. Questo credo che sia nella storia di questo Consiglio e negli impegni che le Amministrazioni che si sono succedute hanno portato avanti. In particolare, ecco, non vorrei che ci fosse l'idea che abbiamo perso tempo, questo tempo l'abbiamo impegnato bene, con dei risultati positivi, che oggi possiamo arrivare a questa risoluzione del passaggio di proprietà perché è stata forzata questa messa in sicurezza, che sennò non c'era e non sarebbe nemmeno stato possibile fare quest'atto. Grazie.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Presidente, molto brevemente, siamo felici che il tempo perso non sia stato inutile e sia stato usato proficuamente. Grazie.

Presidente - Prego. Collega Certan, ha richiesto la parola?

Certan (ALPE) - Presidente, non rettifico, preciso: allora, il tempo che, a nostro avviso, è stato anche perso, ma è passato del tempo, tanto tempo è passato...non sia stato inutile va bene, lei ha detto: "lo abbiamo usato proficuamente", ne siamo felici.

Presidente - Colleghi, possiamo mettere in votazione il testo emendato? La votazione è aperta. Possiamo chiudere la votazione.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva il testo emendato.

Possiamo andare avanti.