Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 396 del 29 gennaio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 396/XIV - Approvazione di mozione: "Impegno del Governo regionale per la riorganizzazione dei servizi socio-assistenziali e socio-educativi gestiti dagli Enti locali della Valle d'Aosta".

Président - On est au point 24 à l'ordre du jour. Pour l'illustration, la parole au collègue Gerandin.

Gerandin (UVP) - Bonjour à vous toutes et à vous tous, et merci Madame la Présidente.

Noi abbiamo sottoscritto questa mozione, perché abbiamo preso spunto da una risoluzione, la n. 2 del 2013, che è stata approvata dal CELVA, nella quale si fa un po' il punto su quella che è la situazione legata all'assistenza sociosanitaria, quella legata agli anziani e anche ai servizi rivolti alla prima infanzia. E devo dire che noi l'abbiamo ripresa molto volentieri, perché questa risoluzione introduce un principio a noi molto caro, di cui peraltro si è già parlato parecchie volte anche in quest'aula, che è quello dell'introduzione dei costi standard. E questa mozione che la riprende viene proposta in un momento in cui - per quel che riguarda il servizio anziani e il servizio prima infanzia - abbiamo avuto uno stanziamento di bilancio del 18 percento inferiore rispetto al passato. Perché dico che noi l'abbiamo ripresa e ci teniamo, ecco, che questa mozione venga condivisa, venga approvata? Perché è un atto di indirizzo molto importante, soprattutto è un impegno per quel che riguarda sicuramente l'Amministrazione regionale, in questo senso, ma anche, se vogliamo, per quel che riguarda il CELVA, vale a dire i Comuni, gli Enti gestori di questi servizi molto importanti, in quanto sono i servizi di cui beneficia quella categoria che sono le persone anziane e la prima infanzia che sono forse le categorie in questo momento più deboli, quelle che hanno più bisogno di essere assistite. Per arrivare...diciamo alla condivisione di questo principio, ci tengo a fare un breve riassunto di quello che c'è stato un po' nel passato.

Per quel che riguarda la prima infanzia, ci ricordiamo che negli anni c'era stato chiaramente un discorso di infrastrutture accreditate, di posti accreditati, ma poi, per un determinato periodo, si trasferiva una quota capitaria agli Enti locali, legata a quelli che erano i posti autorizzati Col tempo ci si è accorti che questo è un sistema col quale qualcuno magari cercava anche di giocarci un po', nel senso che, avendo il trasferimento come quota capitaria legata ai posti e non all'effettivo utilizzo, qualcuno nel tempo ha cercato magari anche di giocarci e di avere dei ritorni economici. Si è cambiato, si è detto nel tempo che bisognava pagare e riconoscere la quota capitaria sull'effettivo utilizzo di queste strutture e non sui posti autorizzati. E questo è stato un primo passo, un primo passo importante.

Per quel che riguarda il servizio anziani, noi abbiamo avuto negli anni queste strutture gestite dai Comuni, poi sono passate gestite ad un Ente sovracomunale che era la Comunità montana; per anni, anche qua, abbiamo avuto una sorta di possibilità per gli Enti gestori di rendicontare a fine anno quelle che erano le spese e si veniva...e la Regione diciamo che copriva quelli che erano i costi, i costi così come erano rendicontati dagli Enti gestori. Ci si è accorti, anche qua, che questo sistema era un sistema che non poteva avere futuro, ma soprattutto non premiava le gestioni più virtuose, in quanto, sapendo di avere la copertura totale, non si aveva quell'incentivo a gestire in maniera particolarmente...diciamo virtuosa. Si è cambiato anche qua, si sono introdotte le quote capitarie. L'unico Ente nel settore pubblico che è rimasto, nel quale vengono coperte queste spese a consuntivo è il "J.B. Festaz". Si è cambiato e, anche qua, si sono introdotte le quote capitarie. Però, una volta che sono state introdotte le quote capitarie, c'è stato un percorso che è stato condiviso mediante una delibera di Giunta - mi pare di ricordare del 2007-2008 - sottoscritta col CELVA, con l'azienda USL e con la Regione, che prevedeva, tra l'altro, il discorso di approvare tutta una serie di linee guida, soprattutto di convenzioni per ottimizzare questo tipo di servizio. Questa delibera non è mai stata approvata, mai stata approvata questa convenzione tra Enti; abbiamo avuto peraltro, sia con l'Assessore prima di lei che con il Presidente, parecchi incontri anche con il Direttore dell'azienda USL al quale è stato sollecitato più volte questo protocollo...protocollo che dal 2008 stiamo ancora aspettando. So che l'azienda USL aveva messo questo protocollo addirittura negli obiettivi dati ai propri dirigenti dipendenti...adesso non so se poi sono stati riconosciuti i premi o meno, però di questo purtroppo, ecco, io dico "purtroppo" non siamo mai riusciti ad arrivare a capo, per vari motivi, anche perché sapete benissimo che questo servizio è gestito in maniera promiscua, nel senso che abbiamo nella stessa struttura una gestione del personale che è della Comunità montana e degli Enti locali, abbiamo il personale...gli assistenti sociali che sono della Regione e abbiamo gli infermieri che sono dell'azienda USL, per cui questo pasticcio ce lo tiriamo dietro ormai da anni, ed è venuto probabilmente il momento di ragionare a bocce ferme su questo...chiaro.

Dicevo, nel frattempo - e lo dico con un po' di rammarico - gli Enti gestori sono stati lasciati un po'...diciamo che non sono stati molto assistiti, non sono stati molto coadiuvati, non ci sono stati delle linee guida molto chiare su come gestire questo, ognuno si arrangiava un po' alla propria maniera, per cui c'erano gestioni che cercavano di gestire i propri servizi mediante appalti esterni, altre che hanno assunto personale a tempo determinato, altri che hanno messo in piedi dei concorsi con assunzione di personale a tempo indeterminato...avevamo veramente una situazione a macchia di leopardo sull'intero territorio della Valle d'Aosta. Dicevo che sono stati un po' abbandonati...perché qualcosa nel frattempo è stato fatto, e ci tengo a ricordare che ad esempio il discorso delle schede di valutazione è stato rivisto, noi avevamo avuto un periodo dove addirittura la gente veniva dimessa dall'ospedale e poi bisognava andare a cercare la cartella clinica, ecco, perché a volte la dimenticavano sulla barella o non c'erano neanche i farmaci necessari per un minimo di continuità dal punto di vista farmaceutico quando venivano trasferiti dal Beauregard alle nostre Comunità...fortunatamente questo è cambiato, è cambiato sicuramente in meglio. Adesso bisogna fare il passo decisivo, ecco.

Io dico questo...e quando parlo del fatto che si è stati un po' abbandonati è perché non si è voluto in questo periodo cercare di porre rimedio, o soprattutto cercare di avere particolare attenzione magari a quelle gestioni magari un po' più virtuose...ecco, io ci tengo a sottolineare che l'ho vissuto, sono stato nell'Evançon, e volevo raccontarvi un po', tanto per capire com'era stato il passato, come ci eravamo mossi noi, all'interno del discorso dell'Evançon. Allora noi avevamo, come tutti, approvato un piano riorganizzativo per quello che riguarda il discorso delle micro, e uno di questi prevedeva il discorso della ristrutturazione della micro di Vollon (di Brusson), per cui ci siamo mossi, abbiamo messo in piedi questo progetto insieme con la Regione, finanziato peraltro dalla Regione in finanza locale, e nel frattempo c'eravamo mossi proprio per supplire a questa chiusura aprendo temporaneamente Arnad. Arnad, quando abbiamo finito la ristrutturazione di Brusson, l'abbiamo correttamente chiusa, a nostro parere, in quanto comunque era una gestione, dal punto di vista economico, improponibile: avevamo un numero pari di assistenze con i degenti, e questo non regge. Però io dico questo: noi l'abbiamo fatto, ma l'abbiamo fatto su libera scelta; da altre parti, dove hanno questi tipi di difficoltà, si è continuato ad andare avanti peggiorando quello che è poi il discorso della sostenibilità finanziaria di questi servizi.

Noi, poi, nel frattempo, abbiamo provveduto a riqualificare il personale ADEST e OSS con tutta una serie di percorsi condivisi con l'Amministrazione regionale e ci siamo anche mossi in maniera diversa, nel senso che, rispetto ad altre realtà, noi abbiamo preferito cercare di avere del personale che fosse personale assunto a tempo indeterminato; abbiamo fatto dei concorsi, graduatorie che peraltro hanno utilizzato anche altre strutture che in questo momento non hanno fatto concorsi. Questo per dire che abbiamo fatto questo tipo di organizzazione mantenendo il personale e, soprattutto, dando un minimo di certezza al personale. Abbiamo anche fatto un percorso nel quale noi abbiamo centralizzato le cucine, per cui noi abbiamo un unico centro di confezionamento pasti per l'intera comunità, sia per il territorio, che per le microcomunità; abbiamo fatto un discorso chiaro col personale, dicendo che sotto un certo limite non si veniva sostituiti; abbiamo chiesto di fare dei rientri, e queste persone, coscienti del difficile momento in cui stiamo vivendo questa situazione, hanno accettato. Siamo una delle Comunità montane che ha la minor assenza per malattia. La gente ha accettato questi sacrifici perché le è stato prospettato un minimo di futuro, di prospettiva...ecco, questo per dirvi che il tutto ha portato ad avere, per quello che riguarda l'Evançon, un costo medio del 30 percento inferiore. Non è la più virtuosa, in quanto quella che costa meno, a posto letto, è la Comunità Mont Rose...noi siamo appena sopra, però significa un 30 percento in meno rispetto a dei costi che ci sono nelle altre realtà, quelle realtà che sono...diciamo un po' meno virtuose.

Allora, questo per dire che noi crediamo che l'introduzione dei costi standard sia veramente una prospettiva, sia una prospettiva e un obbligo per cercare di arrivare a quella razionalizzazione di cui lei parlava, Assessore. È un obbligo introdurla, sennò noi non riusciremo mai a dare quello strumento in mano agli Amministratori per cercare di essere virtuosi e rispettare quelle che sono le risorse disponibili. Vale molto di più questo che non far dichiarazioni che magari creano allarmismo come quella del "chiudiamo sotto i 10, sotto i 12, sotto i 15, sotto i 18". Certo, alcune non potranno sicuramente continuare a esistere, perché è matematicamente impossibile ridurre i costi al di sotto di determinati numeri, ma è molto più importante che passi il messaggio che, se siamo in grado di gestire in maniera oculata, coinvolgendo il personale, sentendo il personale come parte integrante di quelle strutture, parte integrante del sistema, parte integrante del servizio che noi diamo ai nostri anziani, allora riusciremo veramente a far scendere questi costi senza avere magari delle ripercussioni come sta succedendo in alcune strutture...e non voglio continuare a fare i nomi dei soliti, in cui abbiamo delle assenze per malattia che fanno tremare i polsi! Questa è la realtà in cui viviamo adesso...ma perché? Perché il personale non si sente parte integrante, non si sente coinvolto, non si sente parte di scelte! Io avrò sbagliato, ma ho fatto il giro micro per micro, ho parlato con tutte le assistenti, le ho convocate e ho spiegato loro qual era la prospettiva che avevano! E non è merito mio, è merito loro se hanno accettato di fare questi sacrifici e di darmi questa disponibilità! Allora, non è mettendo delle regole ferree, ma è introducendo questi costi e responsabilizzando chi è a capo di queste Amministrazioni che possiamo far scendere questi costi.

E quando parlo di questi costi, lei lo sa benissimo, Assessore, che stiamo parlando - tra servizi residenziali pubblici ed assistenza domiciliare - di quasi 1.500 anziani, quasi 1.500 anziani! Parliamo di oltre 620 unità di personale che stanno lavorando sul territorio e, a questi, noi dobbiamo dare delle risposte, dobbiamo dare delle risposte certe! Non possiamo dire: "magari vi chiudiamo, magari vi trasferiamo, siete sotto numero, siete in sovrannumero"! Non può più funzionare così! Sennò noi diamo allarme sociale, ma allarme sociale anche tra i dipendenti che in questo momento stanno lavorando, e creiamo soprattutto allarme mei familiari, perché anche i familiari degli anziani sono preoccupati! È per questo che noi riteniamo che sia essenziale che vada avanti il discorso dei costi standard, perché tutti devono assumersi le proprie responsabilità, tutti devono assumersi le proprie responsabilità, anche l'Amministratore locale, però diamo delle regole certe, e soprattutto cerchiamo di non penalizzare come succede in questo momento, dove noi magari diamo contributi a qualcuno che forse non è riuscito a rimanere nelle quote capitarie. Noi dovremmo premiare quelli che rimangono nelle quote capitarie, non dare contributi a chi magari non riesce a rimanere in questi costi! E questo è successo nel passato, Assessore, è successo, ci sono state delle delibere di Giunta che andavano in questa direzione. Allora noi su questo non ci stiamo più.

Noi siamo assolutamente d'accordo e concordi con quella che è stata la risoluzione presentata dal Consiglio permanente, perché questa significa un'assunzione di responsabilità da parte sicuramente dell'Amministrazione regionale, ma anche dei gestori, dei Sindaci, di chi amministra queste strutture, e questo ci permetterà di avere un minimo di prospettiva futura, perché una volta che noi abbiamo introdotto i costi standard, poi sarà automatico capire chi sarà in grado di andare avanti...è così, è così, perché sarà più o meno automatico, ecco...no, ma è così, è assolutamente così!

Guardi, Assessore, sinceramente io raccoglierei veramente come palla al balzo l'offerta che le è stata fatta dal Consiglio permanente, perché è una responsabilità che si vogliono assumere anche loro. Questa è la direzione giusta, questa è la direzione giusta in cui noi dobbiamo andare. Questo perché? Perché noi, le dicevo prima...no, non ce l'ho...veramente, ogni tanto mi dispiace anche andare a toccare i soliti tasti, però questo significherebbe che anche nelle società pubbliche, che in questo momento stanno veramente uscendo fuori da quelle che sono le regole e i costi...come? Sto parlando delle pubbliche...le private, bene o male, una volta che riconosceremo le quote capitarie...peraltro già lo stanno facendo adesso, eh, le private gestiscono con le quote capitarie e con le rette che vengono pagate dagli anziani. Diverso invece è sul pubblico, e quando dico "pubblico" parlo sicuramente anche dell'azienda USL, perché in questo contesto l'azienda USL deve, anche l'azienda USL deve fare i propri ragionamenti, fare i propri conti, e rimanere in questi costi standard...e rimane anche chiaramente il discorso legato a chi, nella finanziaria, non è stato toccato da questo -18 percento.

Allora significa veramente per tutti fare un ripensamento, perché qualcuno non può essere intoccabile, non è giusto, non è corretto che qualcuno non faccia parte di questa riorganizzazione del sistema, perché il principio che noi vogliamo condividere è quello legato al fatto che chi fa parte del sistema rispetta anche le regole! Non possiamo più permetterci 350 mila euro - in due anni - di spese legali, perché qualcuno ha sbagliato il sistema di assumere; non possiamo più permetterci di affidare dei lavori esterni per 980 mila euro in 10 mesi, senza appalto; non possiamo più permetterci di fare delle aggiudicazioni che, da un mese all'altro, raddoppiano i costi, tipo pulizie e tipo lavanderia o biancheria. Questo succede, lei lo sa che succede, lei lo sa che succede, succede ancora adesso, succede ancora adesso, malgrado quello che noi abbiamo denunciato! Questo non è accettabile, non è accettabile perché tanto, se cade il sistema, questi sono i primi a cadere, questi sono i primi a cadere, su questo non c'è ombra di dubbio! Allora su questo lei deve intervenire e i costi standard le permetteranno di intervenire e di fare chiarezza su questo, fare chiarezza, mettere regole uguali per tutti, in modo che chi è bravo sia premiato, chi non è in grado di gestire determinati servizi...mi scusi, Assessore, ma deve fare il proprio esame di coscienza e, magari, fare un passo indietro. Grazie.

Président - On ouvre la discussion générale. Il y a des requêtes d'intervention? Pas de requêtes? La parole à la collègue Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Madame la Présidente.

Questo è un tema assolutamente importante ed è un po' il tema del futuro, perché l'invecchiamento progressivo della popolazione, con la percentuale di popolazione al di sopra dei 65 anni che registra costantemente un aumento, e con il parallelo dimagrimento delle risorse finanziarie, evidentemente questo è uno dei temi, dei temi clou che deve vedere tutto il Consiglio assolutamente impegnato sullo stesso fronte, con gli stessi obiettivi; obiettivi che sono: garantire per il futuro equità di servizi per tutti i cittadini valdostani, indipendentemente dal luogo di residenza, indipendentemente dalle disponibilità economiche e, allo stesso tempo - come già ha ben detto il collega Gerandin - garantire anche il personale che adesso opera in questi servizi.

Voglio fare un piccolo passaggio personale. Nel 2009, con altri colleghi, fra cui anche il collega Donzel e altri colleghi che adesso non siedono più in Consiglio regionale, abbiamo partecipato ad una Assemblée de l'APF, incentrata proprio sull'invecchiamento della popolazione e ognuno di noi, in quell'occasione, ha dato il suo contributo. Ogni Consigliere che ha partecipato a quell'Assemblea, ha fatto un intervento cercando di portare quello che era il messaggio della Valle d'Aosta, che tutti credo condividiamo - maggioranza e minoranza - che era quello di un'attenzione particolare agli anziani, ai servizi agli anziani. All'epoca dicevamo: "...qu'il y avait un acquis de base, celui de garder le plus possible les personnes âgées dans leur milieu social, dans leur village, avec la création de structures de petites dimensions, allant, grosso modo, de 12 à 25 places. On pense en effet que le fait d'éradiquer les anciens de leur milieu est un fait négatif, à éviter, car la coupure ou même seulement l'affaiblissement des liens avec la famille, le village, la maison, détermine une perte d'intérêt progressive qui risque de rendre vains tous les efforts faits pour maintenir actifs les anciens à l'intérieur d'une structure. Et donc voilà la nécessité de mettre sur pied un réseau capillaire de services, non seulement dans la vallée principale où se situent les centres habités plus importants, mais même dans les vallées latérales, plus reculées et moins peuplées, l'objectif prioritaire étant celui de fournir à toutes les personnes la même qualité de service et - nous disions - on n'a pas voulu tenir en compte l'incidence économique de ces choix, qui, dans certains cas, se sont révélés très onéreux, mais qui, de notre point de vue, ont contribué à freiner le dépeuplement des zones de montagne avec la création de places de travail". Eh bien, à partir de 2009, le monde a changé, et ce système, qui était vraiment quelque chose duquel nous étions tous très fiers...eh bien, ce système doit être revu, et doit être revu - comme le disait justement le collègue Gerandin - sur la base des coûts unitaires qui doivent être les mêmes; mais non seulement, il faut qu'il y ait, de notre point de vue, une régie régionale, parce qu'il faut regarder à l'actualité, mais il faut aussi avoir la perspective de ce qu'il va devenir dans quelques années.

L'evoluzione è costante e continua, quindi noi dobbiamo avere uno sguardo di prospettiva, dobbiamo fare delle simulazioni, renderci conto di quanto la popolazione anziana aumenterà, di quanto aumenteranno le patologie e, parallelamente, tenere conto dei costi che, attualmente, non sono più sostenibili con il modello attuale. Ci andrà quindi un lavoro di condivisione tra Enti locali e Regione (e quindi Assessore), ma noi crediamo e rivendichiamo anche la funzione dei Consiglieri regionali, V Commissione e Consiglieri, Consiglieri tutti, perché è un momento epocale, in cui forse sarà il caso di avere il coraggio di fare scelte anche di rottura col passato, che però devono portarci a raggiungere, nel medio e lungo periodo...perché non è possibile rivedere un sistema di assistenza agli anziani dall'oggi al domani chiudendo semplicemente delle microcomunità, ma bisogna avere uno sguardo di prospettiva e ripensare il sistema nel suo insieme.

Da parte nostra c'è tutta la disponibilità, Assessore, a ragionare, a coinvolgere i Sindaci, a coinvolgere tutti gli attori che devono concorrere a questa riorganizzazione. Noi, assieme agli altri gruppi di opposizione, siamo coscienti dell'importanza di questo enjeu e crediamo veramente che sia necessario ragionare freddamente, ma sempre tenendo conto di quella che è stata la caratteristica proprio del nostro sistema di assistenza agli anziani, che è quella della vicinanza con il territorio, quindi cercare di conciliare un po' tutte queste esigenze.

Noi sosteniamo assolutamente la mozione, e speriamo che da parte della maggioranza ci sia l'accoglimento di questa nostra disponibilità a ragionare insieme su un argomento che è fondamentale.

Président - Merci. Quelqu'un d'autre? La parole au collègue Fabbri.

Fabbri (UVP) - Merci Madame. Grazie, cari colleghi.

Allora, il testo della mozione e l'illustrazione puntuale che è stata fatta da chi mi ha preceduto sono del tutto chiari e non avrebbero bisogno di ulteriori specificazioni. Mi permetto però di segnalare l'urgenza di quanto è stato richiesto nella nostra mozione e di quanto è stato chiesto anche dalla risoluzione del CELVA, viste anche le imponenti e importanti diminuzioni dei trasferimenti a servizi così delicati, come sono i servizi socio-assistenziali per gli anziani e per i bambini. È assolutamente urgente, a nostro avviso, porre mano alla delibera regionale 265 del 2013 e rivedere quelli che sono gli standard assistenziali, in modo da individuare le azioni che permettano di mantenere i servizi attuali. Non si tratta di un ossimoro, e cioè: stessa qualità dei servizi, ma con riduzione delle spese...è una cosa che si può fare.

Il mio collega Gerandin ha illustrato come loro hanno agito precedentemente nella loro Comunità montana, sicuramente è stato e sarà un difficile esercizio politico e amministrativo, ma con la collaborazione di tutti gli attori dell'organizzazione della filiera credo si possa fare. Sicuramente, è stato detto, sarà di fondamentale aiuto lo strumento del costo standard, che dovrà essere applicato a tutte le realtà socio-assistenziali e socio-educative, magari paragonando questi costi standard non solo alla realtà valdostana, ma a quelle realtà che ci sono simili, che sono omogenee alla nostra.

Vorrei anche sottolineare l'aspetto forse un po' più politico della mozione. Se è vero quanto è stato ribadito più volte, qui, in quest'aula, che la nostra Autonomia si basa anche sul rispetto e sulla collaborazione con gli Enti locali, abbiamo ora l'occasione di dimostrarlo, votando tutti insieme questa risoluzione per impegnare fortemente la Giunta e le strutture regionali da essa dipendenti a rispondere con sollecitudine, chiarezza e collaborazione alla pressante richiesta che ci viene dai nostri Comuni. Da ultimo: Enti locali, Amministrazione, e soprattutto i cittadini, comprenderebbero sempre di più che è da quest'Assemblea consiliare che li rappresenta che debbano essere tracciate le linee di indirizzo della politica, soprattutto in un campo così delicato che coinvolge così tante persone e così tante famiglie; deve essere, anche qui, una cosa condivisa, che non provenga, che non discenda da qualche deus ex machina onnipotente, affinché, come dicevo, tutti i cittadini si sentano finalmente rappresentati dai loro eletti, qui, in quest'Assemblea. Grazie.

Président - La parole à la collègue Fontana.

Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Sosteniamo convinti questa mozione, in quanto riteniamo che ci sia veramente la necessità di avviare urgentemente un progetto di riorganizzazione dei servizi socio-assistenziali rivolti agli anziani e dei servizi socio-educativi rivolti alla prima infanzia. Visto che le risorse da destinare agli Enti locali dei suddetti servizi per il 2014 sono di circa 4 milioni di euro in meno rispetto al 2013, riteniamo che l'introduzione del concetto del costo unitario permetterà di valutare la corretta modalità di riorganizzazione e di pianificazione dell'offerta dei servizi socio-assistenziali, con una conseguente riduzione dei costi generali.

Questa mozione va nella direzione di sostenere un progetto proposto dall'assemblea del Consiglio Permanente degli Enti Locali, necessario per dare risposta ai cittadini. Chiediamo pertanto alla maggioranza di votare questa mozione. Grazie.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Per quanto riguarda questa mozione, noi contiamo sulla sensibilità che ha manifestato più volte l'Assessore alla sanità Fosson. Sappiamo che la questione degli anziani...che purtroppo in questa società, contrariamente a quello che succedeva un tempo, molte volte vengono considerati un peso, invece sono una risorsa, perché dobbiamo ricordarci la questione, la vecchia questione del saggio del villaggio, ecco, non devono essere accantonati oppure ghettizzati. La questione delle microcomunità ha, diciamo, una valenza a livello regionale, secondo noi, fondamentale, erano state finora una specie di fiore all'occhiello della Regione Valle d'Aosta a livello di assistenza, se dobbiamo fare dei tagli, purtroppo la sanità è stata uno dei settori più colpiti, dobbiamo cercare di evitare di arrivare proprio alla fine a tagliare in questo settore. È ovvio che, contrariamente a quanto è successo in passato, si parte da una situazione in cui le risorse sono molto limitate e di questo bisogna tener conto, ne siamo coscienti anche noi. La soluzione che proponiamo non è una soluzione di dire: "diamo tanto quanto davamo prima e diamo tutto a tutti", lo sappiamo, non sta più in piedi, non è più sostenibile. Il sistema però di costi di riferimento, di regole che sono comunque certe per premiare anche quelle realtà che sono più virtuose di altre, perché se ci sono degli ambiti, se ci sono delle microcomunità che sono più virtuose delle altre, non devono essere penalizzate. Noi quindi diciamo: facciamo una scelta tra i migliori e quelli che magari invece devono migliorare, premiamo i migliori e diamo dei costi di riferimento e da questi partiamo per fare una riforma che tenga conto del fatto che non abbiamo più il bilancio che avevamo due anni fa. Ci sembra quindi, diciamo, un intervento di buon senso, sul quale si può trovare sicuramente un accordo, se la sensibilità che è stata manifestata anche negli scambi informali di battute con alcune componenti della maggioranza c'è...ecco, su questa mozione dobbiamo trovare un accordo, perché è un qualcosa che va nel senso di dare un segnale di buon senso semplicemente alla popolazione. Grazie.

Presidente - La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Con l'Assessore attuale e con l'Assessore precedente abbiamo avuto modo di confrontarci su questo tema in relazione ad alcune situazioni specifiche, tipo la situazione che era risultata pressoché ingestibile dell'assistenza presso la Comunità montana Grand Paradis. In quella sede - ed ecco l'importanza della mozione che i colleghi hanno così opportunamente illustrato - era emersa la necessità di creare un modello che funzionasse su tutto il territorio regionale, che non vuol dire che in ogni comune della Valle d'Aosta si fanno le stesse cose, perché la diversità della nostra realtà territoriale è tale da implicare scelte diverse, ma che ci fosse un canovaccio, concordato a livello regionale, su cui potessero fare riferimento gli Enti locali per poter intervenire. In questo riprendo un passaggio della collega Morelli, perché a monte di tutto questo non può esserci soltanto un ragionamento in termini di cifre, in termini...certamente dobbiamo fare i conti con le risorse a disposizione, ma ci deve essere una sorta di idea dell'assistenza che ci guida.

Io continuo ad essere dell'avviso che l'idea, come bene illustrava la collega Morelli, che in passato ci ha fatto in qualche modo fare delle scelte per non sradicare completamente gli anziani da un territorio, non semplicemente per buonismo verso quell'anziano, ma per la ricaduta che questo ha su quel territorio...l'anziano che continua ad avere delle conoscenze, delle competenze in un territorio è una risorsa per i più giovani, che lo incontrano, per quelli che si confrontano con lui, trasmette dei valori, non è quindi semplicemente una cosa di buonismo quella di cui stiamo parlando, ecco, non vorrei che fossimo presi soltanto da un certo sentimentalismo... Che cosa non funziona più nel modello del piccolo valdostano? È che queste strutture, che erano nate a supporto di anziani che avevano ancora delle capacità e quindi una certa mobilità, che erano ancora in grado di muoversi con una certa autonomia, sono state messe sotto pressione da altre esigenze, cioè da un invecchiamento ed è una fortuna della popolazione, perché i nostri anziani vivono più a lungo, ma chiaramente, vivendo più a lungo, perdono alcune capacità, alcuni le perdono più in fretta di altri e questo fa sì che dentro queste strutture noi abbiamo collocato degli anziani che, se non necessitano proprio di un'assistenza totale, poco ci manca, ecco dunque che noi stiamo utilizzando queste strutture in modo non corretto: ecco perché non funzionano più, ecco perché saltano tutti i costi, perché abbiamo bisogno di molto più personale di quello che sarebbe necessario se quella struttura fosse una struttura di accoglienza di un anziano che è ancora in grado di muoversi, di fare delle cose da solo. Questo richiede un ripensamento del nostro modello, non voglio fare oggi di nuovo...nel foyer con i colleghi Assessori sono stato di nuovo ripreso per fare filosofia...ma non è filosofia, se non c'è un modello, se non c'è un'idea, se non partiamo da lì, poi andiamo a fare ragionamenti sui costi standard e quant'altro e io trovo che sia molto bella questa cosa, che, come diceva il collega Gerandin, gli Enti locali dicano: "noi vogliamo confrontarci gli uni con gli altri, non vogliamo giocare una partita solitaria, cioè io sono a posto, gli altri...ma vogliamo sapere cosa costa fare un certo servizio, dare una certa risposta in modo omogeneo", perché è qui l'idea su cui il PD-Sinistra VdA si è sempre battuto in questo Consiglio regionale, noi dovremo cercare, pur nella diversità, pur sapendo impossibile dare al cittadino di Chamois, al cittadino di Pontboset gli stessi servizi del cittadino di Aosta, di fare il possibile perché si arrivi a dargli quasi le stesse cose, a non metterli proprio nella distanza che vivono oggi, perché noi sappiamo che oggi i servizi, per esempio, per i bambini, diciamo, che vanno negli asili-nido, ma nel comune di Aosta ci sono, sono di altissima qualità, in alcune realtà ci sono, possiamo dirlo questo, però non è così per la famiglia che ha un bimbo piccolo in un piccolo paese, perché sappiamo che questo non è possibile, non possiamo creare in un piccolo comune luoghi di accoglienza per questi bambini, è una realtà, però dobbiamo fare uno sforzo per cui in centri limitrofi si creino delle condizioni perché questa cosa sia in qualche modo avvicinabile, è quindi un grosso sforzo quello che chiediamo.

Su questo l'opposizione dice: "noi siamo disponibili a metterci in gioco, a ragionarci, a fare dei passaggi". Le interpellanze che cominciai a fare con l'Assessore Lanièce e poi a cui lei correttamente mi ha risposto, Assessore Fosson, andavano nell'indirizzo..."stiamo preparando un documento, stiamo cominciando a fare un documento, su questo documento...", ecco, quello che noi rivendichiamo è: non mettete il punto finale, non dite: "i giochi sono fatti, prendere o lasciare", ma facciamo un discorso in cui anche noi possiamo portare le nostre sensibilità, il nostro contributo a questo percorso, perché la partita in gioco è altissima. Abbiamo, non nascondiamocelo, meno risorse, noi diciamo che potremmo averne qualcuna in più, però, insomma, prendiamo il dato, il bilancio che voi avete votato, secondo noi, è correggibile in alcuni punti e io spero che lo sia, però sostanzialmente ci sono meno risorse e quindi bisogna fare dei ragionamenti su questo tavolo, facendo in modo di non assistere ad uno smantellamento di una realtà che non produce una risposta adeguata. Io faccio un esempio concreto: sicuramente con la gestione attuale alla microcomunità di La Thuile queste cose sono ingestibili così, se andiamo su questa strada, però le dico anche, Assessore, la risposta di Morgex non sarà esaustiva, non sarà sufficiente; allora, se lo sappiamo già prima, dobbiamo muoverci per tempo, perché, a parte i ritardi burocratici che ha avuto quel percorso, che non è responsabilità sua, eccetera, però quand'anche non ci fosse questo ritardo, noi non daremmo la risposta di cui la società valdostana ha bisogno in questo momento. Questo allora è lo spirito della mozione, ecco, noi siamo disponibili a lavorare su questo.

Presidente - Altri? Ci sono altre richieste? La parola al collega Restano.

Restano (UV) - Direi che la mozione è stata illustrata molto dettagliatamente e mi permetterei solo di aggiungere alcune riflessioni personali. Bisogna partire da un punto fermo che è quello della mancanza di risorse, è stato detto da più persone, e alla quale bisogna dare una risposta immediata, perché, se mancano i soldi, manca proprio la base per gestire quelli che sono dei sevizi che un tempo erano e sono ancora di eccellenza. Dall'altra parte, mi permetto di riprendere qualcosa che è già stato detto, vale a dire queste microcomunità sono nate parecchi anni fa con una funzione completamene diversa da quella che stanno assolvendo in questo momento. Inizialmente, se ben ricordate, nelle camere vi era addirittura anche la parte per cucinare e per autogestirsi, quindi erano previsti degli utenti o degli esigenti, come ci ha spiegato qualcuno poco tempo fa, che vivevano in autonomia e quindi si dava una risposta a quanto è stato detto prima, vale a dire di mantenere l'utenza sul posto per poter trasmettere quei valori di cui ha parlato prima il collega Donzel. Nel tempo fortunatamente la vita media dei valdostani si è allungata e sono cambiate anche quelle che sono le esigenze dei nostri utenti che utilizzano oggi le microcomunità, vale a dire dalla sola funzione sociale si è arrivati ad una funzione socio-assistenziale, per poi passare ad oggi ad una funzione socio-sanitaria e in certi casi solo sanitaria.

Per dare una risposta a questi cambiamenti che sono avvenuti nel tempo, quindi sicuramente bisogna fare quanto detto prima dal collega Gerandin e, in qualità di Presidente della V Commissione, mi rendo fin da subito disponibile a questo, però nell'immediato bisogna dare un altro tipo di risposta, quello da cui sono partito, quello della carenza di disponibilità finanziaria, mi permetto di dire...

Presidente - Colleghi, un po'di silenzio!

Restano (UV) -...che nell'autonomia delle Comunità montane qualche Comunità ci ha già pensato: mi riferisco alla Comunità Grand Combin, che ha fatto una valutazione molto attenta su quella che era la presenza delle microcomunità nel nostro territorio e ha deciso, a malincuore, di dover chiudere due microcomunità con poca disponibilità di posti letto. Questo forse applicando quanto ha già detto il collega di una valutazione dei costi standard ed è proprio qui che volevo fare ancora un'ulteriore riflessione. È un primo passo, quello dei costi standard, è corretto, ma io parlerei piuttosto di valutare il peso delle prestazioni, perché il costo standard è un metodo che viene utilizzato in sanità. Il costo standard può essere in parte fuorviante, una stessa prestazione a Cogne non ha il peso della stessa prestazione ad Aosta e così potremmo ragionare in maniera più obiettiva o perlomeno parlare di costi standard con la possibilità di una variazione in più o in meno rispetto al costo medio, è per questo che diventa importante lavorare tutti insieme con un obiettivo comune. Non è una cosa che si può fare a breve termine, è una cosa che ci vedrà, se vi è la disponibilità di tutti, impegnati con gli Enti locali, ma nel medio-lungo termine. Io la mia disponibilità per questo la do, però sono convinto, con tutta la responsabilità del caso, che bisogna dare una prima risposta immediata a quella che è la carenza finanziaria del momento, che non è una risposta facile, è una risposta importante e ci vede tutti impegnati. In primo luogo quindi vedrei impegnato l'Assessore, che poi probabilmente ci riferirà su questo. Grazie.

Président - La parole au collègue Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Questo è un argomento estremamente complesso e difficile da affrontare, difficile e anche delicato perché riguarda direttamente le persone, persone in un momento di difficoltà e di debolezza come è in certi casi la vecchiaia. È un argomento che non conosco in modo approfondito, mi limiterò pertanto ad un piccolo sintetico intervento. Quest'Assemblea ha diverse volte affrontato questa questione, mi ricordo, ad esempio, quando la Comunità montana Grand Paradis decise di esternalizzare il servizio, in quell'occasione il Governo regionale decise che non era il caso e che il servizio doveva rimanere pubblico, decise e pagò o perlomeno integrò la parte che teoricamente la Comunità montana avrebbe risparmiato. In molte altre occasioni la Regione decide e al contrario a pagare sono gli Enti locali, chi decide dovrebbe essere chi paga. A volte abbiamo visto in questi anni che si è formata un'idea di autonomia piuttosto sui generis, si decide, la Regione decide e poi a pagare sono gli Enti locali attraverso la finanza locale e la non corrispondenza delle decisioni e del finanziamento evidentemente, a mio avviso, è una questione che va affrontata non soltanto su questo specifico argomento, ma in generale. Chi paga decide, dovrebbe essere questo il principio, il federalismo si basa anche su questo.

Conosco un po' la questione della Comunità Grand Combin, meno del collega Restano, che ha ben descritto qual è stata la situazione. In quella Comunità oramai una parte significativa, il 60 percento, non è più collegata al territorio, sono utenti che arrivano dai comuni limitrofi. Giustamente oramai c'è un ruolo centrale della Regione e quel legame tra il territorio e l'utente si è inevitabilmente con il tempo affievolito. Anche per una parte sostanziale...anche perché, come dicevano in precedenza sia Donzel, che Restano, è mutato il servizio che fornisce la comunità. Oramai buona parte di queste microcomunità stanno diventando dei piccoli ospedali, ben diverso da quello che doveva essere o che si era pensato trent'anni fa, cioè un supporto ad un anziano autosufficiente. Mi chiedo pertanto proprio per quest'alto grado di sanitarizzazione, non so come dire...se non sia il caso che questo servizio sia gestito in modo...dalla Regione o comunque dall'USL, anche perché oramai, come dico, stanno diventando dei piccoli ospedali, mi sembra che in qualche modo ci sia una gestione diversa, è una mia idea personale, insomma; credo che possa essere anche una soluzione...e che in termini generali vada elaborato necessariamente un progetto generale con una visione di insieme a medio-lungo termine, che coinvolga tutti i tipi di attori dagli Enti locali alla Regione. Questo sarà sempre più un problema se non verrà gestito accuratamente, un problema che nel tempo potrebbe addirittura diventare un'emergenza, ma - lo ripeto - bisogna avere una visione di insieme a medio e lungo termine, che è necessaria per affrontare una questione così complessa e difficile, altrimenti tra un po' le emergenze inizieranno a diventare quotidiane. Grazie.

Presidente - Non vi sono altre richieste? Possiamo chiudere la discussione generale? Siamo ancora in discussione generale, la parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Merci Président.

Non posso che ringraziare, il tema proposto, secondo me, è uno dei temi fondamentali per il nostro futuro, nel senso che, l'avete detto tutti molto correttamente, mentre io a volte lo dico in modo più irruento, perché la responsabilità di avere meno risorse per questi servizi è sicuramente una preoccupazione. L'avete detto correttamente che abbiamo meno risorse e soprattutto avete proposto su questo una condivisione di questo problema così grave, che creerà sicuramente dei grossi problemi sociali. Il nostro welfare è una meraviglia e il discorso di andarlo a ripensare, non dico riorganizzare, forse ripensare è il termine più giusto, vuol dire dare gli stessi servizi con le stesse qualità cercando di spendere meno e mantenendo certe caratteristiche.

Sono d'accordo con l'introduzione che ha fatto prima la Consigliera Morelli, posto con una certa delicatezza e cioè che le nostre microcomunità erano veramente un indice di grande civiltà. Quelli che sono venuti a visitare la Valle d'Aosta anche da altre sedi, vedevano questa modalità che noi avevamo, noi tutti avevamo, di gestire gli anziani e i bambini, e ne sottolineavano la grande validità della nostra autonomia; alcuni di voi hanno parlato di autonomia. Adesso proprio la filosofia del paziente che è nella microcomunità è cambiata, è vero, lo diceva Restano, una volta c'era il luogo dell'autosufficienza, la cucina. La Consigliera Morelli lo diceva molto bene, cioè siamo la seconda regione come dati di invecchiamento. I pazienti che sono ospitati nelle micro hanno cambiato completamente di caratteristica, e andando avanti con l'età ne hanno cambiato il profilo dell'autosufficienza: oltretutto anche se non è stato citato, ci sono anche le demenze, gli alzheimer.

È vero quello che dice Bertin, che siamo proprio al limite della sanità e sociale. In questo caso la fortuna della nostra regione è ancora di essere l'unica Regione in cui l'Assessorato delle politiche sociali è lo stesso della sanità, questo perché soprattutto su quest'argomento sarebbe molto difficile dividere con un coltello dire quello che è sociale e quello che è sanitario, anche se poi ha ragione Gerandin, il tutto porta ad una gestione un po' particolare, nel senso che un'infermiera la mette l'USL, tranne nel caso del Festaz, e invece l'assistenza è gestita dalle Comunità montane.

Sicuramente quindi l'argomento è di quelli molto importanti. Io penso che, senza condivisione, sarà molto difficile gestirlo, perché la difficoltà è proprio convincere tutti, come diceva Gerandin parlando di responsabilità, che questi tempi sono cambiati, che bisogna passare da un campanilismo ad una visione più ampia, che deve sicuramente coinvolgere il Consiglio regionale. Vado subito nello specifico, perché poi tutto il resto è stato detto molto bene. Noi non solo abbiamo accolto molto la risoluzione del CELVA in merito al costo standard, ma, da quando siamo arrivati, l'abbiamo sostenuta, approvata. È fondamentale, dico è fondamentale che ci sia finalmente una definizione dei costi standard! Vi dico però che non è facile, è una cosa che da tempo tutti volevamo; c'è un parere del Presidente del CELVA Gerandin nel dicembre del 2012 alla delibera n. 265 in cui si dice: "in attesa dei costi standard" e poi vi dico che, da quando siamo arrivati noi, abbiamo cominciato subito a lavorare con i Comuni, perché è fondamentale che sia condiviso questo percorso, e una delle cose che abbiamo subito chiesto e che: "bisognerà definire un costo unitario...", eccetera, quindi adesso è uscita questa delibera che in tre mesi dovrà dare i costi standard. Noi non solo l'avevamo auspicato ma avevamo lavorato coinvolgendo tutte le nostre strutture per questo, e penso sia stato un passo fondamentale, ecco.

Non è facile raccogliere i costi standard, perché sapete, è stato descritto bene da Gerandin, non tutte le Comunità montane agiscono nello stesso modo, non tutte mettono i costi amministrativi insieme ai costi di gestione, per cui io penso che siano fondamentali questi costi standard e auspico che arrivino presto. Se abbiamo risposto al CELVA su questo: certo, il 3 di gennaio con il Presidente abbiamo subito dato un riscontro a questo riunendo la Dirigenza del CELVA e ribadendo come per noi era importante avere questi costi standard forse ancora prima, permettetemi, del 30 marzo, come previsto, anche perché le risorse non ci sono già più quest'anno e quindi dobbiamo già fare qualcosa adesso. Averli il 30 marzo 2014 sapete benissimo che cosa vuol dire poi per l'applicazione, quindi abbiamo riunito gli amministratori col Presidente proprio per fare pressing, per velocizzare un percorso e, tra l'altro, abbiamo messo le nostre strutture tutte a lavorare su questo. Ecco, abbiamo forse la soluzione, poi girando abbiamo trovato un format particolare, cioè un questionario che è stato inviato a tutte le Comunità montane molto preciso sui costi ed essi stanno ritornando tutti, io spero addirittura prima del 30 di marzo di poter avere un riscontro su questo. Il discorso e la proposta di utilizzare i costi standard per tutti, è fondamentale anche perché è un parametro che fa vedere le strutture, che si comportano in un certo modo e quelle che sono fuori da un asse corretto di spesa, da una riorganizzazione delle cucine, e altro. Direi che una volta avuti i costi standard, mi permetta, Consigliere Gerandin, l'ha detto bene, sarà una questione di responsabilità di convincere gli amministratori, perché forse non sarà proprio automatico e lì ci vuole un nostro coinvolgimento. Io ho partecipato a tutto il discorso dei costi standard in sanità del benchmarking, che è stato un percorso affascinante, è stata la parte più valida di tutto quello che è stato il federalismo fiscale, cioè applicare dei costi standard in sanità...che l'appendicectomia costasse lo stesso a Milano rispetto che a Palermo. Lei ha visto che a distanza di anni ancora adesso la Stato-Regioni di quest'anno si è frantumata e si è divisa sull'applicazione e sulla definizione dei costi standard, quindi, purtroppo, è un cammino e ci metteremo tutte le forze affinché questo venga applicato e venga applicato in accordo col CELVA.

Quello che diceva il Consigliere Restano è giusto, nel senso che il costo standard è la prima cosa, la prestazione può variare a seconda della zona. Noi, quando parlavamo di questo con il Ministro Calderoli dicevamo: "sì, va bene il costo standard, però non puoi applicare il costo standard in Valle d'Aosta, dove c'è una geografia particolare rispetto al costo standard di Torino, di Milano", per cui il costo standard può avere comunque delle scale di equivalenza, dei correttivi, nel caso in cui uno amministri o abbia una microcomunità a La Thuile rispetto ad un'altra, ed è chiaro che i costi sono superiori. Il punto di partenza però è sicuramente il costo standard e su questo non solo siamo d'accordo col CELVA, ma ci metteremo tutte le nostre forze per definirlo nel più rapido tempo possibile. Chiaramente i costi standard saranno riferiti alle strutture private e convenzionate, questo è evidente, perché così avremo finalmente un dato corretto sulla spesa; finché non avremo questo dato potremo basarci solo sulle ipotesi, Il nuovo format sarà più preciso e dirà: "questa è la spesa".

Io comunque penso ancora che, quando ci sarà il passaggio, e questo è importante, bisognerà responsabilizzare e convincere la gente, e sono d'accordo che non bisogna imporre nulla, anche se mi permetto di dire, e ne parlava il Consigliere Donzel, che noi col CELVA da giugno abbiamo lavorato su un documento che era molto più corposo, che faceva un'indagine su tutto quello che esisteva, che proponeva delle soluzioni. I nomi delle microcomunità da chiudere non sono stati detti da noi, ma sono stati pubblicati in una prima edizione di questo documento, che poi è arrivato al giornale. Tra l'altro, mi permetto di dire ai giornalisti che stamattina c'è un pezzo che dice che io penso di trasferire la fisioterapia ad Albenga: non l'ho assolutamente mai detto e non è nel mio pensiero, io ho detto che una volta si faceva così e adesso abbiamo un super Centro e scusatemi la parentesi, perché sennò non si può mai replicare. Ecco comunque responsabilizzare e convincere. È bello l'esempio di una Comunità montana che riesce a diminuire le assenze, le malattie, e questo è un elemento che entrerà nei costi standard perché anche in questo ormai bisogna premiare chi lavora bene e spiegare a chi non lavora bene che deve lavorare come chi lavora bene, e il Governo sui costi standard lo aspettiamo tutti da tempo, perché alla fine metteremo delle basi corrette su cui confrontarci.

L'USL, mi riferisco ad una cosa che prima diceva il Consigliere Fabbri. La delibera del 22 febbraio n. 265 su cui, tra l'altro, c'è un voto e delle osservazioni, che io condivido, del Consigliere Gerandin allora Presidente del CELVA, prevedeva un rapporto numerico del personale infermieristico e contemplava la necessità di attivare una convenzione diversa. In questi mesi abbiamo lavorato su questo e io penso - e lo diceva bene il Consigliere Bertin - che se noi potenziamo dal punto di vista sanitario le microcomunità, meno gente verrà in ospedale, per cui sicuramente le stesse hanno una funzione di prevenzione di invii in ospedale. Inoltre abbiamo cominciato con l'area territoriale a fare un elenco di infermiere e posso dire che dal 6 febbraio, per esempio, un'infermiera che è laureata in scienze infermieristiche sarà a Hône-Bard, come avevo promesso. Il fondovalle quindi non è penalizzato, e un'altra sarebbe stata pronta ad andare a lavorare a Gressan in quei famosi dodici posti della comunità di Gressan che sono finiti, ma che non sono ancora stati attivati. Sicuramente quindi l'USL è in questo momento più che disponibile a trasferire del personale sanitario sul territorio, perché il territorio per noi non è una bandierina, come dicevo ieri, ha una consistenza ben precisa e deve avere, proprio per la tipologia di questi malati, un'assistenza più forte, più corretta, e in tal senso è già stato avviato un confronto con l'USL con la disponibilità a rivedere dei rapporti su dei numeri ed è stata fatta anche un'analisi della necessità infermieristica.

Torno quindi sui requisiti della 265 che è stata in quel momento lì sicuramente una grossa delibera, nel senso che ha approvato dei criteri di grande qualità, li abbiamo confermati, ma forse avevano un presupposto economico diverso, che adesso alla verifica non c'è più. Tra l'altro, va sicuramente prorogata, perché il termine del 30 dicembre del 2015 per portare tutte le micro e le strutture protette a trentasei posti, e per fare questi investimenti di questo tipo non c'è più. Bisognerà quindi tornare su questo, ma non solo, e l'ho accennato ieri parlando del Festaz. Secondo me, anche alla luce di quello che è successo nell'ultimo anno e negli ultimi anni, dovremo renderci conto che la tipologia alberghiera, per esempio, ha molto meno domande, mentre dovremo specificare in modo preciso - e questo nel documento del CELVA si faceva, mi spiace che non sia stato pubblicato - la necessità di tre, quattro strutture: penso a Pontey, a Perloz, al Festaz di Aosta e una struttura che può essere di Morgex, che non risolve tutto, ma dedicata agli N3 Plus. Questa è l'esigenza del territorio, è l'esigenza delle micro di passare da un livello assistenziale più specifico e più intenso per chi ne ha bisogno, e invece lasciare gli altri malati meno complessi dal punto di vista sanitario in altre strutture. L'idea quindi di ritornare insieme su questo è sicuramente importante. La prima infanzia, per esempio, io su questo io avevo promesso e chiedo scusa se non si è fatto, ma di venire in commissione a riferire prima, purtroppo, non essendo stato approvato questo documento, come io pensavo che fosse stato, ecco, non siamo venuti a confrontarci su questo. Aspettavamo sempre una risoluzione del CELVA, che adesso c'è, quindi, come ha detto il Presidente Restano, noi siamo più che disponibili, e lo aggiungerei nella mozione, a confrontarci, a verificare questi criteri, questo tipo di evoluzione all'interno della commissione, perché è una questione fondamentale per il futuro della nostra comunità e non può essere gestita solo da alcuni.

Avrei anche tante altre cose da dire, ma le diremo poi, magari in commissione. La prima infanzia andava di pari passo, abbiamo riunito più volte i sindacati del settore, abbiamo parlato di standard, come avevamo fatto una volta in commissione, e aspettavamo anche lì, dopo questo pronunciamento sugli anziani, un pronunciamento del CELVA sui bambini, comunque il Consiglio regionale deve andare avanti su questo e anche su questo abbiamo un'ipotesi di revisione del settore, che, prima chiaramente di approvarla, la verificheremo in V Commissione, su questo, come sapete, c'è una disponibilità completa a riverificare e a parlarne insieme.

Chiaramente lei, Consigliere Gerandin, sa benissimo che il problema degli standard è fondamentale, purtroppo non è l'unico, nel senso che, dal punto di vista strutturale, abbiamo dei grandi problemi, nel senso che la risoluzione stessa citata del CELVA dice: "bisogna arrivare ad una riorganizzazione dei servizi". Coi costi standard in mano dovremo vedere, e anche dando più qualità ad alcuni servizi, di riorganizzare alcune cose. Capisco la difficoltà di chiudere delle comunità, delle micro in questo momento, però abbiamo dei posti vuoti a Gressan e anche altre comunità lì vicino non vogliono chiudere. Abbiamo il problema, giustamente citato di Morgex, che non è l'unico, ma in cui forse siamo in ritardo, abbiamo convocato già i Sindaci, perché abbia una velocizzazione diversa, ma non solo, oltre a questi problemi di queste comunità, abbiamo delle comunità, mi permetto di dire, come quella di Gaby che è stata ristrutturata, portata a ventiquattro posti, però funziona per sedici. Ci sono dei problemi che dovremo affrontare insieme, cercando poi, alla luce dei costi standard che sono fondamentali, di convincere - "convincere" è la parola giusta -, di andare tutti insieme verso un'evoluzione, che a volte può essere molto triste per qualche sindaco che ha costruito una micro. Questo è il primo passo della riforma degli Enti locali, permettetemi, nel senso di mettere insieme i servizi, migliorandone la qualità.

Altro problema, oltre a questo strutturale, è il problema dei costi. Ecco, noi nel nostro concetto, con questa crisi, chi può dovrà pagare di più, ci sarà, sapete benissimo che con i vecchi calcoli, con i vecchi ISEE scappavano molte cose, il nuovo ISEE, che sarà pronto da luglio, speriamo. Con l'indagine sui patrimoni, sulle società potrà dare una presentazione diversa di quella che è la situazione economica e quindi quello che può pagare un po' di più paghi un po' di più, soprattutto per gli anziani per le microcomunità rispetto a quanto versano nelle regioni vicine è molto inferiore.

Termino quindi dicendo che noi siamo disposti, il Governo e la maggioranza è disposta su questo ad un confronto leale, trasparente, vero, perché è un problema di grandissima importanza. Sulle richieste, perché in una mancanza di risorse, come avete ricordato, ci vuole un diverso orientamento, un orientamento condiviso. La mozione è sicuramente propositiva e il nostro desiderio è di accettarla, togliendo soltanto laddove c'è un impegno finanziario, perché in questo momento, per una questione di serietà, non possiamo impegnarci finanziariamente perché per un impegno finanziario che non sappiamo ancora in modo preciso che cosa sia il futuro e quindi chiedo un momento di interruzione per confrontarmi con la mia maggioranza di governo. Grazie.

Presidente - Il Consiglio quindi è sospeso.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,22 alle ore 10,39.

Rini (Presidente) - Riprendiamo i nostri lavori. Qualcuno vuole prendere la parola? La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Sì, grazie.

La maggioranza decide di accettare la mozione con queste due variazioni: nelle premesse al punto "valutato" dire: "valutato, inoltre, che l'introduzione del concetto di costo unitario ottimale di riferimento per gli enti locali permetterà inoltre una semplificazione delle modalità di finanziamento dei suddetti servizi" e cancellare la frase successiva; nell'impegno al punto 2 dopo "affinché intervenga nelle disposizioni finanziarie rivolte agli enti gestori dei suddetti servizi" togliere "in coerenza...", eccetera. Questi due cambiamenti sono legati al fatto che non ci sia ancora una certezza di bilancio, per cui non si può prendere un impegno, ecco. Ribadisco l'idea, l'impegno per un confronto in commissione su questi temi. Grazie.

Presidente - Grazie. Altri? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Ci fa piacere, ecco, che ci sia stata...che ci sia questa condivisione di questi contenuti della mozione. Da parte nostra, ecco, capiamo anche le difficoltà ad accettare questi due passaggi riferiti al discorso del trasferimento delle risorse necessarie in quanto probabilmente in questo momento ci sono una serie di difficoltà legate anche al trasferimento di quelle risorse necessarie, e qua ne approfitto per dire che comunque gli enti gestori che sono le comunità montane, non avendo entrate proprie, in questo momento sono in grande difficoltà di cassa. Riferito anche al fatto dell'audizione che abbiamo avuto, essendo a conoscenza che la Regione in questo momento difficoltà di cassa non ha, io chiederei di almeno cominciare in tempi veramente brevi a fare un primo trasferimento, perché sennò saranno obbligate ad andare in anticipazione di cassa, pagando interessi ad istituti di credito. Non è il momento di sprecare risorse pubbliche, per cui ne approfitto per dire: "muovetevi al più presto", perché sono veramente agonizzanti dal punto di vista delle risorse finanziarie.

Detto questo, io dico che noi ci siamo confrontati e accettiamo questa proposta, perché crediamo veramente che il futuro sia legato al discorso dei costi standard, ma io ci tengo anche a sottolineare che noi non parlavamo solo di costi standard, ma anche di costo unitario ottimale proprio perché crediamo che per alcune realtà i costi standard abbiano necessità di avere magari qualche correttivo, come giustamente diceva. Non siamo inflessibili su questo, ma dobbiamo dare delle indicazioni che vadano in questa direzione.

Sul discorso USL è vero il ragionamento che faceva il collega Restano che ormai sono nate come sociali e in questo momento sono molto più sanitarie, però è anche vero che, e lo sappiamo - non l'abbiamo detto noi, ma sono dei dati che provengono dall'USL - il posto letto dello stesso anziano, magari anche con qualche complessità, alimentato...al Beauregard costa tre volte tanto rispetto alle nostre micro, anche le più care. Su questo pertanto pensiamoci bene, perché conviene magari, giustamente, percorrere quella strada che diceva lei e non fare come è stato nel passato, dove il personale infermieristico era assegnato col contagocce in queste strutture e proprio per questo magari a volte ci si trovava obbligati anche a non accettare alcuni casi che erano magari un po' più complessi. La strada è diversa, bisogna proprio cercare di portare il servizio presso l'anziano, presso il malato, presso queste strutture che hanno un valore, torno a ribadirlo, non solo sociale, ma in questo momento molto più sanitario. Grazie.

Presidente - Grazie.

Chiudiamo la discussione generale. Non ci sono altre richieste, possiamo passare alla votazione del testo quindi emendato. La votazione è aperta. Colleghi, siete invitati a votare. Possiamo chiudere la votazione? La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 32

Favorevoli: 32

Il Consiglio approva.

Punto 25 all'ordine del giorno.