Oggetto del Consiglio n. 185 del 26 novembre 1963 - Verbale

OGGETTO N. 185/63 - ELEZIONE DEL CONSIGLIERE AVVOCATO MARCOZ ORESTE A PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE.

Il Presidente, Avv. Oreste MARCOZ, fa presente che, a' sensi dell'articolo 19 dello Statuto speciale della Regione Autonoma della Valle d'Aosta e dell'articolo 5 del Regolamento interno del Consiglio Regionale, il Consiglio deve procedere in seconda adunanza alla elezione del suo Presidente, scegliendolo tra i suoi componenti.

Il Consigliere DUJANY, premesso che, a' sensi del terzo comma dell'articolo 5 del Regolamento interno del Consiglio, il Presidente è eletto con votazione a scrutinio segreto, a maggioranza assoluta, in rapporto al numero dei Consiglieri in carica, chiede al Presidente, Marcoz, quanti voti occorrano per avere la prescritta maggioranza assoluta e come vengano conteggiate le schede bianche e le astensioni dalla votazione.

Il Consigliere FOSSON osserva che la risposta al quesito posto dal Consigliere Dujany è data dal 3°, 4° e 5° comma dell'articolo 5 del Regolamento interno del Consiglio, comma di cui dà lettura e che sono del seguente tenore:

"Il Presidente è eletto con votazione a scrutinio segreto, a maggioranza assoluta, in rapporto al numero dei Consiglieri in carica.

Agli effetti della determinazione del numero dei votanti si computano anche le schede bianche.

Se dopo due votazioni nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta, si procede alla votazione di ballottaggio fra i due candidati che nella seconda votazione hanno ottenuto maggior numero di voti ed è eletto quello che ha conseguito la maggioranza di voti: a parità di voti ha la preferenza il più anziano di età."

Il Presidente, MARCOZ richiama l'attenzione del Consigliere Dujany, per quanto riguarda l'astensione dal voto, sul 2° comma dell'articolo 72 del Regolamento interno che dice: "I Consiglieri presenti all'adunanza, i quali non partecipino ad una votazione, saranno computati come astenuti agli effetti del numero legale".

Il Consigliere MONTESANO sottolinea che una cosa è la elezione del Presidente del Consiglio, del Presidente della Giunta e degli Assessori e altra cosa sono le votazioni su normali oggetti da deliberare dal Consiglio.

Precisa che le elezioni del Presidente del Consiglio, del Presidente della Giunta e degli Assessori sono regolate dal Titolo II° - articolo 5, col preciso disposto del Capoverso 3°, i1 quale non è di dubbia interpretazione e che sancisce che il Presidente del Consiglio, il Presidente della Giunta e gli Assessori devono essere eletti a maggioranza assoluta rispetto ai Consiglieri in carica e, cioè, con almeno 18 voti favorevoli, avendo il Consiglio 35 Consiglieri in carica.

Osserva quindi che nel caso in esame le schede bianche e le astensioni hanno un valore relativo.

In merito all'invito rivolto al Consiglio dal Presidente, MARCOZ, di procedere alla elezione del Presidente del Consiglio, il Consigliere MONTESANO fa la seguente dichiarazione di voto:

"Io dichiaro di astenermi dalla votazione per un duplice ordine di motivi:

1°) Perché sia data la possibilità, se anche gli altri gruppi aderiranno all'estensione, della verifica che il Presidente del Consiglio, il Presidente della Giunta e gli Assessori siano eletti esclusivamente con 18 voti, identificando i voti degli schieramenti di maggioranza;

2°) Soltanto nello spirito voglio dare, sia per quello che è stato detto in precedenza e sia per quello che dirò in seguito con il mio intervento, a questa astensione un contenuto di voto contrario".

Il Consigliere BERTHET fa la seguente dichiarazione di voto:

"A nome di gruppo consiliare democratico cristiano facciamo nostra la dichiarazione del Consigliere Montesano e dichiariamo, pertanto, di astenerci dalle votazioni per tutte le cariche".

Il Consigliere ALBANEY dichiara di associarsi alla dichiarazione di astensione dal voto fatta dal Consigliere Montesano.

Il Consigliere PEDRINI dichiara quanto segue:

"Diciamo subito, al fine di fugare ogni dubbio, che noi, Consiglieri regionali del Partito Liberale, ci asterremo e la nostra astensione va interpretata come voto contrario ad una Giunta formata da comunisti-unionisti-socialisti e preannunciamo, sin da questo momento, la nostra opposizione più intransigente e che purtuttavia sarà, e desidera esserlo, un'opposizione costituzionale a questa Amministrazione Regionale.

Ci asterremo dalle votazioni, dando a tutto il senso, di voto contrario per motivi di indole ideologica amministrativa o formale.

Ideologicamente, infatti, non possiamo noi liberali, che lottiamo per la libertà e l'iniziativa privata, essere con i comunisti (e con i loro fratellastri socialisti) che fanno parte di un partito totalitario, i quali seguendo le teorie marxiste negano ogni valore al singolo individuo, irregimentandolo o facendolo servo di uno Stato "monstrum", padrone assoluto di tutto e di tutti, negatori di Cristo e di ogni altra concezione filosofica di discussione e di libertà.

Non possiamo ideologicamente neppure iniziare un dialogo con chi professa tali teorie e ci meravigliamo che l'Union Valdôtaine (che l'Unità stessa in ogni suo articolo scritto sulla Valle in questo ultimo periodo definisce "Movimento cattolico autonomista") possa accordarsi con ideologie tanto divergenti e. lontane dallo spirito e dalla tradizione valdostana.

Siamo poi anche contro l'attuale formula di governo regionale per motivi locali, amministrativi e di indole sostanziale.

Siamo contro questa formula, infatti, perché è la stessa che ha governato per quattro anni; sono praticamente gli stessi uomini contro cui levammo pubblicamente gravi accuse e che dimostrarono in quattro anni di non aver saputo risolvere uno solo degli impellenti problemi che gravavano sulla nostra Valle.

Sono gli stessi uomini, è la medesima formula di governo regionale che ha perso anni preziosi per la costruzione dell'autostrada, che non ha saputo affrontare il problema dei piani regolatori dei nostri centri turistici lasciando via libera a costruzioni mostruose e alla distruzione del paesaggio, che non ha risolto la questione dell'organico degli impiegati della Valle, che per gli appalti e spese di amministrazione si è servita da commercianti o artigiani forestieri anziché dai nostri locali, che non ha risolto la vertenza degli insegnanti, che non si è minimamente interessata di salvaguardare gli interessi dei contadini nei confronti dell'oleodotto SNAM, della Centrale del latte, delle strade poderali, che nulla ha fatto per lo snellimento delle pratiche burocratiche per le bonifiche dei terreni e per aiuti concreti agli agricoltori, che ha incamerato lasciando fermi in banca i milioni del piano verde mentre il nostro contadino necessita di un piccolo prestito agrario ed avrebbe necessità di trovare nel piano verde motivo concreto per continuare il suo duro e faticoso lavoro.

Sono gli stessi uomini che, nonostante le sollecitazioni del Partito Liberale, non hanno voluto ricorrere contro l'ENEL che si vuole appropriare delle nostre acque, con un danno per la nostra popolazione di circa due miliardi all'anno. Si è ricorso quando i termini erano scaduti, nonostante le nostre pressioni; auguriamoci nell'interesse della Regione che qualcuno a Roma sia più giudizioso di coloro che hanno anteposto gli interessi di partito a quelli della Valle.

Niente zona franca, ma anche nemmeno un tentativo di trattativa per ottenere un provvisorio aumento del contingentamento, nessun aumento del riparto fiscale, nessun passaggio dei beni demaniali dallo Stato alla Regione.

Questo il vero bilancio di quattro anni di amministrazione! Che cosa vi è oggi di mutato riguardo al passato?

Che cosa possiamo sperare ottengano questi uomini che già ci hanno dato esempio di quale è il loro modo di amministrare?

Veramente qualcosa vi è di mutato; per esempio il fatto che prima erano 25 contro 10, ora sono solamente più 18 contro, noi speriamo, 17; comunque, con certezza, sicuramente contro due, i due liberali.

Questo c'è di mutato, non la formula, non gli uomini.

All'Assessorato ai Lavori Pubblici siederà probabilmente ancora quell'Assessore che per alcuni anni avversò fieramente e con tutte le sue forze la costruzione dell'autostrada, sicché oggi ci troviamo alla vigilia dell'apertura dei trafori e non si sa come si potrà smaltire il traffico.

All'Assessorato al Turismo troveremo lo stesso Assessore che ha sempre permesso che il bilancio del suo dicastero (importantissimo per la Valle) fosse al penultimo posto, che in pieno periodo estivo lasciò il suo Assessorato per andarsene in Russia o comunque all'estero, che ha la grande abilità di organizzare Convegni turistici con finalità politiche addossandone tutte le spese sulle spalle già abbastanza curve del contribuente valdostano.

All'Istruzione Pubblica avremo un Assessore Unionista e noi conosciamo molto bene le idee dell'Union in merito alla Scuola. Si vogliono i ruoli regionali chiusi, si vuole mortificare lo spirito dei nostri Maestri, li si vuole mettere in stato di soggezione politica, li si vuole poter trasferire secondo dettami del "con noi o contro di noi" di non lontana memoria ed il tutto contro la volontà della quasi totalità degli insegnanti valdostani.

Da quindici anni si trascina sul tappeto questo insoluto problema ed ora forse lo si vuole risolvere con grave nocumento di quella benemerita categoria che costituisce uno dei fondamentali pilastri della società?

Quale garanzia ci possono dare i socialisti, l'Assessore all'Industria e Commercio, quando già nel programma si scrive "o zona franca o niente altro?".

Non parliamo poi dell'Agricoltura e conseguente Assessorato, perché su questo dolorosissimo tasto abbiamo molto, troppo da dire e lo faremo (abbondantemente e con prove) in susseguenti riunioni e non in questa nostra dichiarazione di voto.

Ecco in breve i motivi principali per cui noi liberali diamo al nostro voto significato contrario, contro l'attuale Giunta, ecco perché lotteremo strenuamente e continuamente, il tutto però in modo anche costruttivo e positivo, affinché quei problemi che abbiamo indicato nel nostro programma e che più di tremila elettori hanno approvato vengano affrontati e risolti. E la nostra opposizione sarà continua ed oculata.

Non faremo sicuramente come forse continuerà a fare la Democrazia Cristiana (non vi fu praticamente opposizione nel passato Consiglio da parte della D.C.) che nella speranza di attirare a sé, con ostinata cocciutaggine, il P.S.I. e l'Union, molte volte con prese di posizioni chiare e nette, come quando si trattò di ricorrere contro l'ENEL. Ed è la stessa Democrazia Cristiana la vera ed unica responsabile di questa nuova Giunta unionsocialcomunista, perché prima e durante la campagna elettorale non cercò mai di essere decisamente contro l'Union, illudendo in questo modo persino l'elettorato unionista cattolico che in questa occasione ritornò all'ovile unionista convinto dell'alleanza D.C.-U.V., elettorato che aveva deciso a priori di abbandonare la barca unioncomunista.

Questa D.C. che non cercò mai di strappare voti al movimento regionalista - tanto che la sua propaganda (l'abbiamo sentita tutti su tutte le piazze, quindi è verità) fu più volta contro di noi che contro il P.S.I., e l'U.V., con il bel risultato di portare nuovamente i comunisti al potere e farli continuare nella loro opera di affondamento delle radici di tutti i gangli vitali della nostra Regione. Il tutto con la prospettiva di un centro sinistra in Valle, centro sinistra deleterio a tutte le categorie sociali non solo in campo locale ma specie in campo nazionale.

Velocemente questo, in sintesi, il nostro programma futuro: sollecitare la soluzione dei massimi problemi, opporci acché la politica vinca l'amministrazione, perché la vita politica sia moralizzata, perché cessi il clientelismo e il personalismo, perché in sostanza si faccia sempre e soprattutto l'interesse della nostra "Petite Patrie".

Il Consigliere GERMANO dichiara quanto segue:

"Signor Presidente,

Signori Consiglieri,

In rappresentanza dei 15.374 elettori comunisti, un quarto dell'elettorato valdostano, composto da operai, da contadini, da intellettuali d'avanguardia, da giovani e da donne, gente attiva ed inserita in tutte le attività produttive della Valle, noi diamo la nostra adesione alla riconferma della Giunta autonomistica e popolare del Leone.

Questa nostra posizione non è frutto di alchimie politiche o di deteriori calcoli legati al numero delle poltrone a disposizione, ma è conseguente alla linea politica che il nostro partito si è tracciata nei suoi congressi e nelle sue assemblee e che anche in questa campagna elettorale e nelle vicende post-elettorali ha guidato la nostra attività e le nostre iniziative.

Noi siamo convinti, e lo abbiamo sempre sostenuto, che è necessaria la massima unità delle forze popolari autonomiste ed antifasciste valdostane se si vuole realizzare un nuovo ed importante passo in avanti nel campo autonomistico e nel progresso sociale in Valle d'Aosta.

Per questo, mentre noi siamo tra coloro che più hanno creduto, lottato e si sono sacrificati per lo schieramento del Leone, noi abbiamo anche accettato con entusiasmo la proposta dell'Union Valdôtaine di costituire una Giunta che comprendesse tutti i partiti antifascisti della Valle d'Aosta. La D.C. ed altri non hanno voluto accettare questa proposta, riproponendo la discriminazione fra i valdostani accampando pretestuosi motivi ideologici. Ma, come fra Unione Sovietica e Stati Uniti è stato possibile realizzare determinati accordi di reciproca utilità, pur non rinunciando nessuno dei due Stati al proprio ordinamento economico-sociale, anche nella nostra Valle d'Aosta, in cui tutte le forze politiche dicono di volere l'attuazione dello Statuto speciale e la difesa dell'autonomia, una intesa su questi temi fra tutti i partiti che in questa Assemblea sono rappresentati sarebbe stata possibile, senza che nessuno di essi dovesse rinunciare alla propria particolare ideologia, come noi comunisti che strenuamente ci battiamo per l'autonomia della Valle d'Aosta, continuiamo ad avere come fondamentale ed irrinunciabile nostro obiettivo la costruzione di una società socialista in cui gli uomini non siano più divisi in sfruttati e sfruttatori.

Se altri hanno ritenuto di non poter collaborare con le forze politiche che costituiscono questa maggioranza per la realizzazione di quegli obiettivi autonomistici, unanimemente ritenuti necessari, è chiaro che la volontà autonomista di quei partiti non è poi così forte come essi vorrebbero fare credere.

Crediamo, ne siamo anzi certi, che nei settori di opposizione a questa maggioranza formata dall'Union Valdôtaine, Partito Socialista Italiano e Partito Comunista Italiano, vi siano forze sinceramente autonomiste e comprendiamo, anche se non possiamo giustificare tale posizione, i motivi per cui i partiti di questa opposizione non hanno saputo sufficientemente opporsi alle pressioni che dalle Direzioni Centrali sono venute loro perché non fosse aperto un dialogo franco e costruttivo sui problemi della Valle d'Aosta fra tutti i partiti.

Proprio per questo, noi confidiamo che nei quattro anni della legislatura regionale che si apre oggi sia ugualmente possibile realizzare, di volta in volta, l'unità di tutti i partiti sui singoli provvedimenti che questa Assemblea dovrà assumere, come già più volte è accaduto nel passato.

E da questi incontri dei differenti partiti sulle singole questioni, che noi auspichiamo possano sempre avvenire sui problemi di maggiore impegno ed interesse per la Valle d'Aosta, non nascerà certo alcuna confusione tra le diverse ideologie, ma si rafforzerà, diciamo così, per usare un termine sindacale, il potere contrattuale della Valle d'Aosta nei confronti del Governo accentratore di Roma.

Da molti anni Ministri e Segretari nazionali della D.C. in Valle promettono di realizzare concretamente quanto nello Statuto speciale è stato riconosciuto come un diritto della Valle d'Aosta.

Queste promesse venivano fatte soprattutto in periodo elettorale.

Passati i giorni del voto, chi aveva promesso dimenticava, però, i propri impegni e tutto tornava come prima, con un Governo nazionale ed un Partito Democristiano che non intendevano assumere i provvedimenti concreti sui quali ad essi spettava di decidere a Roma. Anche in queste elezioni, particolarmente durante i giorni delle trattative per la formazione del nuovo Governo regionale, abbiamo inteso una mole di promesse l'errore commesso è stato forse quello di averne fatto troppe, che, se realizzate, significherebbero, grosso modo, l'attuazione completa dell'autonomia valdostana.

L'Union Valdôtaine ed il Partito Socialista hanno giudicato che le promesse di un Partito, che per 15 anni ha sempre negato quanto ora dice di voler realizzare, siano da considerare con estrema cautela, soprattutto perché tali promesse erano fatte , per ottenere, come contropartita la rottura tra le forze che compongono lo schieramento autonomista e popolare del Leone.

Noi comunisti riteniamo, - anche perché l'attuazione dello Statuto speciale non può essere oggetto di baratti di sorta, - che l'Union Valdôtaine e la Federazione Socialista valdostana abbiano ben saputo individuare quali sono oggi gli interessi della Valle d'Aosta: non il compromesso, non l'adagiarsi sulla speranza che le promesse fatte vengano mantenute, non l'accettazione che quanto lo Statuto speciale assegna come diritto alla Valle d'Aosta possa da qualcuno essere considerato merce di scambio, di baratto, di pressione politica, ma l'unità dei valdostani nella lotta perché il nostro buon diritto sia rispettato.

Con questo orientamento non abbiamo avuto alcuna esitazione nell'impegnarci a mettere a disposizione i nostri incarichi di governo, perché sia possibile la formazione di nuove maggioranze, quando lo Statuto speciale valdostano sia concretamente e pienamente realizzato.

L'appoggio che noi diamo a questa Giunta non è limitato al voto che nei prossimi quattro anni saremo chiamati a dare sui singoli provvedimenti della vita politico-amministrativa che saranno all'esame di questo nostro piccolo Parlamento, ma l'azione che sarà intrapresa dallo schieramento autonomistico e popolare del Leone potrà senz'altro contare sull'appoggio dei 15374 elettori di "Falce, martello e stella", i quali saranno sempre in prima fila nelle lotte che dovranno essere intraprese per la realizzazione piena dello Statuto speciale valdostano e della nostra autonomia e per un maggior progresso economico e sociale della nostra Valle.

In queste lotte sarà misurato ancora una volta l'effettivo amore per la "Petite Patrie" dei Partiti e Movimenti politici che in questo Consiglio Regionale sono rappresentati."

Il Consigliere MONTESANO dichiara di riservarsi di fare il suo intervento al momento della elezione del Presidente della Giunta, che è la carica massima del Governo regionale.

Il Consiglio prende atto.

Il Consigliere FOSSON, a nome dei Consiglieri della maggioranza, propone come candidato per la elezione a Presidente del Consiglio il Consigliere Avv. Oreste Marcoz.

Il Presidente, Avv. Oreste MARCOZ, invita il Consiglio a procedere alla elezione del suo Presidente mediante votazione a schede segrete.

Procedutosi alla votazione a schede segrete ed allo spoglio dei voti, con l'assistenza degli scrutatori Consiglieri Signori ARTAZ-DOTTO Giuseppe, BENZO Dott. Ing. Carlo e CASETTA Giuseppe, i1 Presidente accerta e comunica i seguenti risultati della votazione:

- Consiglieri presenti: trentacinque;

- Consiglieri astenutisi dalla votazione: diciassette (ALBANEY, BENZO, BERTHET, BIONAZ, BONICHON, BORDON, CHABOD, DUJANY, GHEIS, LUSTRISSY, MAPPELLI, MAQUIGNAZ, MONTESANO, PEDRINI, PERSONNETTAZ, TORRIONE e VERTHUY);

- Consiglieri votanti: diciotto;

- Consigliere Avv. MARCOZ Oreste - voti riportati: diciotto.

Il Presidente, Avv. Oreste MARCOZ, in base all'esito della votazione, proclama eletto alla carica di Presidente del Consiglio Regionale della Valle d'Aosta il Consigliere Avv. Oreste MARCOZ, con voti favorevoli diciotto su diciotto Consiglieri votanti.

Il Consiglio prende atto.

Il Presidente, MARCOZ, dichiara che è suo intendimento rivolgere un saluto al Consiglio, ma ritiene opportuno che si proceda in primo luogo alla costituzione dell'Ufficio di Presidenza con la nomina dei Vice Presidenti e del Segretario del Consiglio.

Il Consiglio prende atto

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