Oggetto del Consiglio n. 46 del 11 giugno 1968 - Verbale

OGGETTO N. 46/68 - Elezione del Consigliere Bionaz Avv. Cesare a Presidente della Giunta regionale.

Il Presidente, MONTESANO, fa presente che, a' sensi dell'art. 33 dello Statuto speciale della Regione Autonoma della Valle d'Aosta e degli artt. 5 e 9 del Regolamento interno, il Consiglio deve procedere alla votazione, a schede segrete, per la elezione del Presidente della Giunta Regionale.

Ramera (D.C.) - A nome del Gruppo Democratico-Cristiano propongo l'Avvocato Cesare Bionaz per l'elezione a Presidente della Giunta Regionale, certo questa volta di interpretare non solo la precisa indicazione dei Partiti della coalizione di Centro-sinistra, ma la volontà espressa il 21 aprile u. s. dall'elettorato valdostano di riconfermare l'Avvocato Bionaz a quel mandato che così bene ha espletato, negli ultimi 20 mesi della passata legislatura, nell'interesse della collettività valdostana.

A Lui vada il consenso dei Gruppi di maggioranza, con l'augurio più fervido e sincero per un proficuo lavoro che favorisca un sempre crescente progresso della nostra Regione.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Signor Presidente, Signori della Presidenza e Signori Consiglieri,

penso che sia questo il momento più propizio per illustrare quale sia la posizione politica del mio Partito, cioè nel momento in cui si sta per eleggere la nuova Giunta Regionale e il suo Presidente, per fare la mia dichiarazione di voto che non è personale, ma è propria del Partito e non è diretta contro singole persone ma a Gruppi politici.

Rappresento in questa sala consiliare il PSIUP, e il fatto che un rappresentante del PSIUP sieda in questa sala del Consiglio Regionale per la prima volta, dopo la sua costituzione, dà di per sé stesso la validità della nostra scelta politica a favore della classe lavoratrice, a favore degli agricoltori e delle classi meno abbienti.

I 1560 voti ottenuti dal nostro Partito sono senza dubbio voti dati dai lavoratori dei campi e delle fabbriche e dalle nuove generazioni. Questo risultato è tanto più significativo e rilevante in quanto conseguito con estrema modestia di mezzi, con un impegno dei militanti affidato essenzialmente alla chiarezza ed alla coerenza degli obiettivi di lotta al Centro-sinistra ed alla sua classe dirigente.

Purtroppo le elezioni del 21 aprile non hanno dato alle forze autonomistiche e popolari della Valle d'Aosta quel risultato che avrebbe premiato la volontà di portare avanti i problemi insoluti della nostra Valle. Il risultato del voto del 21 aprile è stato un risultato improvviso ed interrogativo, è stato un risultato che ha messo in pericolo l'Autonomia Valdostana.

L'Autonomia valdostana ha avuto una brusca frenata nella primavera del 1966 e la sua conseguente scossa nella tornata elettorale del 21 aprile.

Ma, dopo nemmeno un mese da quella interrogativa consultazione del 21 aprile, su cui il Centrosinistra locale aveva costruito quel grattacielo fatto di carte da gioco, ci si accorge che un'intera ala di quell'edificio crolla.

Le forze autonomistiche e popolari riacquistano una grossa parte delle perdite subite il 21 aprile. Ma vi è di più: a questa nuova avanzata del 19 maggio delle nostre forze, fa eco la grande vittoria delle forze di sinistra e dei cattolici progressisti in campo nazionale, la bollatura completa del Centro-sinistra ed il grande crollo della social-democrazia italiana.

L'unico grande indovino, che è riuscito a prevedere un'avanzata del P.S.U. nella sua circoscrizione, è stato l'autorevole Ministro Mancini, il quale, nel telegramma inviato a Franco Froio, dice testualmente: "Bravo Franco! Faremo bis Calabria".

Ecco che, a questo punto, si scioglie l'interrogativo che dicevo prima; mentre in tutta la Nazione, dai più piccoli ai più grandi paesi, il P.S.U. paga con una forte emorragia di voti la sua involuzione politica a favore del Padronato, in Calabria, ed in modo specifico nella città di Aosta, il P.S.U. aumenta i suoi voti e i suoi consensi.

Ma vorrei arrivare alla mia dichiarazione di voto, ritornando sul pericolo dell'Autonomia valdostana.

Quando dico che è in pericolo l'Autonomia Valdostana, non voglio certo fare qui la storia dei suoi 20 anni, ma penso sia sufficiente ricordare come la Democrazia Cristiana e la Socialdemocrazia al tempo dei Governi centristi e, in questi ultimi 4 anni, con la partecipazione del P.S.U., non abbiano mai avuto la volontà politica di adempiere ad un preciso dovere costituzionale, dando alla Valle d'Aosta le sue competenze.

Ma perché questo? Perché il vostro Partito, Signori democristiani - forse non tutti - sorretto dalla Socialdemocrazia unificata, è un Partito profondamente antiregionalista. Ecco allora che i Valdostani, se seguissero gli avvenimenti filo per filo, con un logico ragionamento, riferendosi a questo ventennio passato, nonostante le solenni promesse sempre più ripetute dai vari Ministeri e Presidenti, troverebbero la risposta nella realtà economica e sociale in cui versa la Valle d'Aosta dopo 20 anni di autonomia a Statuto Speciale.

Ecco perché, egregi Signori del Centro-sinistra, il sottoscritto, quale rappresentante del PSIUP, non può approvare con il proprio voto - che sarà in bianco - la costituzione di un Governo regionale di Centro-sinistra.

Non posso votare per un Presidente e per una Giunta di Centro-sinistra, dove vediamo che il P.S.U., alla ricerca di posti di Governo, non lesina a barattare quella che era la sua sana politica nel vecchio P.S.I. con posti di vistose presidenze, con vistosi posti di sottogoverno, che danno, come nel caso della Nazionale Cogne, il senso esatto della politica abbracciata dagli uomini della nuova Socialdemocrazia e della D.C., politica al completo servizio dei padroni; in questo caso è lo Stato-padrone.

E, difatti, a noi pare assurdo che il Presidente della Giunta Regionale designato, il quale è Prefetto della Valle d'Aosta, sia anche rappresentante responsabile della politica aziendale della Cogne, per il fatto che siede nel Consiglio di quella Amministrazione; ma ciò non è assurdo nella politica del Centro-sinistra, anzi è una conseguenza logica, che noi però denunciamo e condanniamo per la sua intolleranza.

Il Presidente della Giunta Regionale rappresenta tutti i Valdostani e, di conseguenza, anche quei lavoratori della "Cogne", che in un domani, per una vertenza sindacale, potrebbero scendere in lotta e magari trovarsi appoggiati dagli studenti e dall'opinione pubblica, come è avvenuto a Valdagno e in molte Città d'Italia e in Francia in questi giorni.

In questo caso, Signori del Centro-sinistra, sarebbe proprio il Presidente della Giunta, in qualità di Prefetto, a fare intervenire la forza pubblica e, magari, ripetere i fatti di Valdagno, i fatti di molte altre Città d'Italia e i fatti della Francia di questi giorni.

Non posso votare per questa maggioranza proprio perché manca in questa maggioranza la volontà politica di portare avanti i problemi dei lavoratori, dei contadini, degli artigiani, dei piccoli commercianti e delle nuove generazioni che lottano per costruire una società migliore.

Non posso votare per questa Giunta, perché essa non rappresenta quell'organo soggetto al controllo ed alla partecipazione articolata di tutte le forze del lavoro valdostane che si sentono escluse da un costante affiancamento di stimolo in seno alla maggioranza. Il mio voto di non partecipazione alla votazione ha ragione di essere, perché collegato al Partito - e il Partito collegato con le esigenze di massa - perché non vi è nel vostro programma il riconoscimento di organismi operai di controllo nelle aziende statali e private, un rapporto di diretto legame tra processo produttivo e condizione operaia, un severo e scrupoloso controllo sulle condizioni dello sfruttamento operaio, sul riconoscimento delle malattie professionali, sullo sfruttamento del lavoro minorile e femminile.

Noi proponiamo e lottiamo per una più ampia e concreta partecipazione dei lavoratori alla direzione amministrativa della Regione e delle sue entità produttive.

Proprio per questo il nostro Partito si era presentato all'elettorato con un preciso slogan, che non era solamente uno slogan, ma una grande conquista: "Dare la Regione in mano ai lavoratori".

La crisi che attraversa l'agricoltura ha bisogno di un aiuto immediato, non fatto di interventi sporadici e isolati, ma di interventi politici che abbiano alla loro radice la volontà concreta di risollevare lo stato d'animo e di arretratezza economica e industriale in cui versa la nostra agricoltura, promuovendo la costituzione di nuove e reali forme di cooperazione contadina, sia per l'acquisto di prodotti, sia per la vendita diretta ai consumi, sia infine per una industrializzazione regionale per la trasformazione dei prodotti tipici della nostra agricoltura.

Il turismo si è voluto concentrare verso certi poli di sviluppo, ove la speculazione di monopoli ha già fatto la sua apparizione, dimenticando di promuovere opportune iniziative per soddisfare le esigenze di un turismo di massa, mediante risanamento delle case dei villaggi agricoli. Vi siete dimenticati che vi sono piccoli paesi che guardano al loro futuro senza nessuna prospettiva di sviluppo, specie nel fondo Valle e nelle valli laterali.

In questi due ultimi anni di Centro-sinistra avete stanziato delle cifre iperboliche per quei poli di cui vi dicevo prima, mentre per il fondo Valle avete stanziato solo 40 milioni per la costruzione di un campo sportivo, milioni che in realtà non abbiamo ancora visto. Anzi, si dice che la Regione non può spendere per l'acquisto dei terreni quella somma che giustamente i contadini richiedono.

L'entrata in funzione dell'Autostrada Quincinetto-Verrès ha già fortemente contribuito a mettere in crisi l'economia di quei paesi; fra non molto entrerà in funzione la bretella che collegherà la Milano-Torino, con la Torino-Valle d'Aosta.

Ebbene, quel giorno quei paesi di fondo valle saranno messi al lastrico, mentre vi sarebbe ancora una possibilità di riportare un po' di speranza in quelle zone, che interessano le Valli di Gressoney, di Champorcher, di Ayas, e i paesi dì fondo Valle.

Era questo un problema che qualcuno aveva prospettato e poi altri hanno lasciato cadere; era il Traforo della Mologna. Solo con l'apertura di questo Tunnel sarà possibile riparare, in parte, alle condizioni di abbandono in cui si sono venute a trovare quelle popolazioni, collegando la Valsesia ed importanti centri industriali dell'Alta Italia con la Valle di Gressoney e, di conseguenza, con i paesi di fondo Valle.

Sul problema dell'assistenza sanitaria ed ospedaliera, sempre per quanto riguarda la Bassa Valle, vi è una iniziativa di 3 anni or sono, una iniziativa presa dai 23 Sindaci del Mandamento. Non solo loro si sono trovati d'accordo sull'opportunità di costruire un Ospedale in fondo Valle, ma si sono trovati d'accordo anche i Medici condotti di quei paesi. Morale della favola: per bocca di qualche responsabile del Centro-sinistra si è detto che un Ospedale in fondo Valle sarebbe stato deficitario per la Regione.

Allora, penso di aver ragione a non partecipare alla votazione di questo Governo regionale.

Voi siete contro i reali bisogni dei lavoratori, dei contadini, della società, perché non volete fare delle opere assistenziali per le suddette categorie. Ma in quel di St. Vincent, sì! Voi concentrate tutto su determinati poli capitalistici, mentre le nostre popolazioni della Bassa Valle continuano ad ammucchiarsi nelle corsie e nei corridoi dell'Ospedale di Ivrea.

Ai rappresentanti del P.S.U. vorrei dire, proprio nel momento in cui si apprestano ad entrare in Giunta, che essi sono rimasti insensibili al loro ultimo Comitato Centrale ove, da più parti, nell'analizzare il voto del 19 maggio, è stato riconosciuto che il Centro-sinistra si è dimostrato fallimentare. Il vostro Partito ha franato là dove avete rotto l'alleanza delle sinistre, il che è stato ampiamente riconosciuto dai vostri colleghi in quel Comitato Centrale. Questa è anche una delle ragioni per cui non posso concordare con voi.

Ecco, Signori del Centro-sinistra, per tutte le ragioni a cui ho accennato e per altre che verranno fuori, non conoscendo ancora io tutti i problemi della nostra Valle, voi avete la partecipazione al voto, però come voto in bianco, del rappresentante del P.S.I.U.P.

Però, non avrete il mio voto contrario ogni qualvolta voi affronterete e dimostrerete di avere la volontà politica di portare avanti tutti questi problemi. Ma ne dubito!

Ne dubito molto proprio perché ne abbiamo una eloquente prova nel passato, durante la IV legislatura in campo nazionale e durante i trascorsi due anni di Centro-sinistra alla Regione, nel corso dei quali ci è sembrato che l'unico obiettivo, l'unica prospettiva politica del Centro-sinistra fosse lo sviscerato anticomunismo, la lotta contro l'U.V. e contro il nostro Partito. In sintesi, una serrata lotta condotta soprattutto dai socialdemocratici unificati contro l'unità dei lavoratori, contro quelle eroiche lotte condotte dal P.C.I. e dall'ex P.S.I. nei suoi 70 anni di storia.

Ma non voglio polemizzare oltre; voglio solo ricordarvi, Signori della maggioranza, i vostri impegni presi di fronte all'elettorato. A differenza del silenzio dei vostri Ministri e di altre personalità politiche romane venute ad Aosta, per quanto riguarda il problema della zona franca, voi avete strombazzato nei paesi della Valle, magari non tanto nei comizi, ma sulle macchine dei vostri fedeli, che votando per la D.C. e per il P.S.U. i valdostani avrebbero avuto la sicurezza di avere la zona franca.

Ebbene, al lavoro dunque! Su questo annoso problema avrete certamente l'unanimità dell'intero Consiglio.

Comunque, il nostro impegno politico, in questa sede, sarà rivolto a dare nuovi contenuti all'Autonomia Valdostana, intesa non solo come fatto giuridico, ma come una conquista democratica; intesa nel senso dell'autogoverno di popolo, della partecipazione diretta delle masse operaie e contadine ai problemi politici e sociali della nostra realtà valdostana e della nostra era.

In questo senso, ogni nostra decisione, ogni nostro intervento politico sarà la risposta non solo del PSIUP, ma espressione della volontà dei Valdostani.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Manganoni. Ne ha facoltà.

Manganoni (P.C.I.) - Penso che sia indispensabile una dichiarazione di voto che precisi la posizione del Gruppo Comunista sulla votazione per l'elezione del Presidente della Giunta; e questo senza escludere le osservazioni od i commenti che doverosamente faremo dopo le dichiarazioni programmatiche che, per consuetudine, il Presidente della Giunta fa dopo la sua elezione e dopo l'elezione degli Assessori da lui proposti per formare la Giunta.

Annunciando, pertanto, il nostro voto in bianco in occasione dell'elezione del Presidente della Giunta, intendiamo significare la nostra opposizione non alla persona designata dalla Democrazia Cristiana e dal Centro-sinistra, ma alla politica che egli rappresenta e che intende condurre. Lo possiamo dire questo, perché già lo abbiamo visto all'opera in 22 mesi di Governo regionale ed abbiamo avuto la prova dei metodi e degli orientamenti che persegue.

I metodi, secondo noi, rispecchiano una tendenza ad evitare la vita democratica, il confronto delle idee e la partecipazione delle forze politiche all'elaborazione di soluzioni interessanti la popolazione della Valle e, particolarmente, le classi meno abbienti. Bisognerà che la Giunta che oggi nominiamo dedichi molta attenzione e molta della sua attività per esaminare la situazione dei contadini e la situazione degli operai.

Sono metodi questi - mi riferisco ai metodi usati nei passati 22 mesi dal Presidente designato - sono metodi di direzione personale, che mal si conciliano con le concezioni moderne e democratiche che dovrebbero ispirare la vita di una Regione Autonoma a Statuto speciale e, in genere, tutta la vita politica, economica e sociale di una Regione come la Valle d'Aosta, che è ricca di tradizioni e di esempi di attiva partecipazione popolare alla elaborazione ed alle decisioni amministrative e politiche.

Sono metodi - permettetemi la parola - discriminatori quelli che si sono manifestati con la Presidenza Bionaz, che vanno dall'esclusione dei Partiti politici dalla Commissione per la programmazione, all'esclusione degli elementi più rappresentativi della minoranza dalle Commissioni permanenti o da altri organismi.

Riteniamo che questo non sia utile per la Valle d'Aosta, per un'azione efficace e coordinata, tesa alla soluzione dei problemi più importanti che assillano le categorie produttive e i lavoratori della Regione. Ma non è nemmeno utile per la maggioranza, che respinge e rifiuta in tal modo un competente e doveroso apporto, doveroso per l'obbligo morale e legale che hanno gli eletti di interpretare le aspirazioni degli elettori e di assolvere al loro mandato di Amministratori con un apporto costruttivo, non respinto a priori.

Riteniamo che il metodo seguito sino ad ora nelle discussioni consiliari - in cui gli Assessori, salvo poche eccezioni, sulle domande e sulle questioni poste dai Consiglieri si chiudevano in un assoluto mutismo, perché non volevano rispondere o non sapevano rispondere, in quanto ignoravano i problemi o li conoscevano solamente con una preoccupante superficialità - riteniamo che questo metodo ha portato ad una mortificazione del dibattito in questo Consiglio. In molti casi la stessa personalità dell'Assessore veniva umiliata dal Presidente della Giunta, il quale rispondeva, quando rispondeva, su questioni di specifica competenza dei singoli Assessori. La direzione troppo personale non aiuta il manifestarsi di una corretta vita politica amministrativa, anzi, favorisce manifestazioni quanto mai deleterie di clientelismo e di sottogoverno.

Noi ci auguriamo che l'impostazione passata sia motivo di ripensamento e con la nostra presenza ed attività non tralasceremo, comunque, di svolgere, anche con iniziative autonome, la nostra funzione di Consiglieri eletti, per realizzare il programma su cui gli elettori hanno fatto confluire il loro consenso.

Permettetemi ancora di esprimere una seconda considerazione sugli orientamenti. Non conosciamo ancora il programma concordato dal Centro-sinistra e, quindi, dobbiamo votare sapendo solo che la Giunta Regionale Bionaz avrà la maggioranza. Il voto, quindi, è un problema che riguarda i Consiglieri che daranno il loro consenso e comporranno tale maggioranza, ma noi vogliamo anche significare che voteremo in bianco perché, sempre in base al recente passato, non possiamo approvare l'orientamento manifestato, che è la politica del compromesso con il potere centrale, la manifestazione continua del cedimento sui principali diritti autonomisti, invece dell'azione unitaria coerente per il rispetto della legge e per l'applicazione dello Statuto speciale.

Sappiamo, purtroppo, per lunga esperienza, che il cedimento e i compromessi non si sono mai tradotti in effettivi benefici, salvo, semmai, qualche consenso elettorale del momento. Riteniamo che ben altri orientamenti dovrebbero caratterizzare l'azione del Presidente della Giunta, dal quale vorremmo, invece, impegno nei fatti e non nelle parole o nelle solite e vaghe promesse, impegno di azione unitaria per l'ottenimento dei diritti autonomistici consacrati dallo Statuto a seguito della lotta antifascista e di Liberazione.

Noi non riteniamo che il Presidente designato e la stessa coalizione di Centro-sinistra, proprio per quanto hanno fatto in questo recente passato, siano in grado di rispondere a queste aspettative e, pertanto - lo ripeto - deporremo scheda bianca, sia per la votazione del Presidente, sia per la votazione degli Assessori.

Per inciso, ho notato l'assenza sia del Deputato, sia del Senatore; eppure, là ci sono due posti riservati ai due Parlamentari valdostani. Forse che essi non si sentono di avallare con la loro presenza il varo della nuova Giunta uscita da un interminabile mercanteggiamento di quasi due mesi fra i vari Gruppi che rappresentano il Centrosinistra?

Chamonin (R.V.) - Nous nous associons à la proposition faite par Monsieur le Conseiller Ramera pour l'élection de Monsieur l'Avocat Bionaz à la charge de Président de la Junte Régionale, avec le souhait, avant encore que de bon travail, qu'il saura et voudra, lui et la Junte qu'il présidera, sauvegarder de la manière la plus absolue l'ethnie du Peuple Valdôtain et, avant tout, son patrimoine linguistique, sauvegardant de cette manière notre Autonomie et, en définitive, sauvegardant l'avenir et le progrès du Peuple Valdôtain.

Milanesio (P.S.U.) - Signor Presidente, Signori Consiglieri, a nome del Partito Socialista Unificato, faccio dichiarazione di voto per l'elezione del Presidente della Giunta.

Era mia intenzione di dire, per il momento, poche parole, ma poiché i Consiglieri che mi hanno preceduto e, precisamente, il Consigliere Tonino e il Consigliere Manganoni, hanno fatto riferimento al Partito Socialista Unificato e hanno anche avanzato delle illazioni sul modo con cui si sarebbero portate avanti queste trattative, mi dilungherò un pochettino, senza abusare, peraltro, della pazienza del Consiglio.

Innanzitutto, tengo a precisare che il Partito Socialista Unificato voterà per l'Avvocato Bionaz perché la legislatura di Centro-sinistra che si è testé conclusa nei mesi trascorsi ha visto il P.S.U. in posizione di governo, in posizione di responsabilità ed ha trovato nella Presidenza dell'Avv. Bionaz una guida sicura, decisa e leale.

Inoltre, mi permetterò di contraddire quanto il Consigliere Tonino ha detto, leggendo diligentemente la lezioncina che gli era stata preparata.

Analizzando i risultati elettorali dell'ultima competizione, posso senz'altro dimostrare che il P.S.U. non ha solo aumentato i suoi voti nella Città di Aosta o nella Calabria, così come ha detto il Consigliere Tonino, ma ha aumentato i suoi voti indifferentemente in tutta la Valle d'Aosta. Ad Aosta abbiamo conseguito un notevole successo, ma altrettanto notevole è il successo conseguito a La Thuile, a Courmayeur, a St. Vincent, a Pré St. Didier e in tanti altri Comuni della nostra Valle. È vero, il nostro Partito ha subito una flessione elettorale nella Bassa Valle ed in alcuni Comuni dove la presenza del P.S.I.U.P. era considerevole al momento della scissione. Però, mi pare che questo possa essere compreso da tutti, mi pare che il Partito Socialista Unificato abbia registrato un considerevole successo, passando da 4800 voti circa, quale era la somma dei voti del P.S.I. e del P.S.D.I. nel 1963 prima dell'unificazione, a circa 7000 voti. È un successo sul quale, mi pare, non ci sia nulla da eccepire.

Si continua poi ad alimentare la solita polemica delle vistose Presidenze, dei vistosi posti di sottogoverno e si dimentica una cosa; si dimentica, cioè, che il Partito Socialista Unificato è, in questo momento, un Partito di governo e che, come tale, condivide tutte le responsabilità, a tutti i livelli, in quella che è la cosa pubblica, sia essa cosa di governo o, come si ama definire in senso dispregiativo, di sottogoverno.

Io ritengo che il sottogoverno non abbia un contenuto dispregiativo, se viene esercitato con certi metodi, se viene utilizzato rispettando la correttezza amministrativa e rispondendo ad un controllo democratico, e penso che i socialisti, come forza responsabile di Governo e di tutte le implicazioni che derivano dal Governo, debbano comportarsi in questo modo.

Aggiungo ancora che la dichiarazione di voto in bianco del Consigliere Tonino è stata tutta corroborata da una analisi della situazione amministrativa e politica della Valle d'Aosta che non ci trova per nulla consenzienti. Sono spiacente di dover dire al Consigliere Tonino che egli ha fatto una valutazione del Socialismo un po' fine secolo che, mi si consenta, un po' tutti ormai hanno messo in soffitta, meno il P.S.I.U.P., che forse in questo momento si diverte a scavalcare sul piano dell'operaismo il Partito Comunista e cerca uno spazio a sinistra del Partito Comunista stesso. Del resto, i risultati elettorali sono una conferma di questo, perché noi non abbiamo perso voti verso il P.S.I.U.P., ma li ha persi soprattutto il Partito Comunista.

Comunque, dicevo, nell'analisi che il Consigliere Tonino ha fatto della realtà valdostana mi è parso di cogliere delle grosse contraddizioni. Io posso condividere la parte che riguarda la difesa della classe lavoratrice. È una parte che ci vede in prima linea, caro Tonino, perché non siete voi i soli depositari di certi interessi e di certe esigenze.

Non condivido, però, quel discorso che ha la presunzione di essere un discorso antimonopolistico e che, invece, è un discorso, in questo momento, contro lo sviluppo della Valle d'Aosta, un discorso che deriva da una malintesa analisi delle cause che hanno portato al ristagno dell'economia valdostana in questi ultimi anni. Per esempio, la punta polemica e demagogica contro l'Autostrada, che, secondo il Consigliere Tonino, avrebbe gettato nella miseria alcuni Comuni del fondo Valle, mi si consenta, è una posizione irresponsabile e smaccatamente demagogica.

Tutti noi sappiamo che l'Autostrada è destinata a portare alla Valle d'Aosta una facilità di transiti, una facilità di afflussi turistici dall'Italia e dall'estero verso l'Italia; che l'Autostrada e i Trafori Alpini hanno rotto il tradizionale isolamento politico, culturale, economico, in cui si trovava la Valle d'Aosta, per cui penso che non sia più il caso di tornare su questo argomento.

Io ricordo anche che, quando il Consigliere Tonino militava nel Partito Socialista Italiano, si battè allora per l'attuazione dell'Autostrada, era d'accordo sulla costruzione dell'Autostrada. Adesso, invece, che non è più nel Partito socialista Italiano ma nel Partito Socialista di Unità Proletaria - evidentemente, solleticando quelle che possono essere le aspettative, entro certi limiti anche legittime, dei proprietari dei terreni attraversati dalle autostrade - vuole fare della facile demagogia su questo problema.

Per quanto riguarda poi l'interpretazione che il P.S.I.U.P. dà delle decisioni del nostro Comitato Centrale e della decisione assunta dalla Federazione Valdostana di costituire un Centro-sinistra in Valle d'Aosta, io dirò che i termini del problema sono, evidentemente, quanto meno opposti e ribaltati. Cioè, per quanto riguarda la situazione nazionale, il Partito ha subìto una flessione elettorale, su di questo non ci sono dubbi. Ha perso voti nei confronti del P.S.I.U.P. e, probabilmente, anche del Partito Comunista.

Per quanto riguarda invece la situazione locale, la situazione regionale, il nostro Partito, che si è presentato con una chiarezza esemplare di intenti a questa consultazione elettorale, che ha detto fin dall'inizio che era disponibile per una sola politica, e cioè per la politica del Centro-sinistra sulla base di un programma avanzato e garantito, il nostro Partito ha avuto il consenso dell'elettorato valdostano. Quindi, questo, da parte nostra, era corrispondere alle aspettative del nostro elettorato, che non ha equivocato le nostre dichiarazioni di costituire una Giunta di Centro-sinistra.

Per quanto riguarda poi l'osservazione che il Consigliere Manganoni ha fatto sui presunti interminabili mercanteggiamenti, io ritengo che la discussione che si è svolta in questi giorni fra i Partiti e le Forze del Centro-sinistra sia stata ispirata, essenzialmente, alla ricerca di un programma concreto, avanzato, di un programma di sviluppo economico e sociale della Valle d'Aosta.

Si è discusso, evidentemente, anche sulla composizione degli Organi di governo regionale, si è discusso sulla responsabilità che ciascun Partito o Movimento deve assumere nell'ambito di una coalizione governativa. Ma questo non ha il significato di un mercanteggiamento; ha il significato di una discussione serena e di una valutazione responsabile.

Quindi, mi pare che il Partito Socialista Unificato, in questo momento, possa, con assoluta serenità e certezza di fare una cosa sensata e responsabile verso i propri elettori, votare quale Presidente della Giunta l'Avvocato Bionaz.

A nome del Partito Socialista Unificato, mi riservo, inoltre, di svolgere in un'altra seduta - perché non credo che oggi, come è consuetudine del resto in altri Parlamenti, in altri Consigli regionali, il Presidente della Giunta farà le dichiarazioni programmatiche - mi riservo di svolgere in altra seduta, all'atto di queste dichiarazioni programmatiche, le considerazioni sul voto favorevole a questa Giunta da parte del Partito Socialista Unificato.

Germano (P.C.I.) - Una brevissima considerazione, conseguente all'intervento del Consigliere Milanesio. Io non avrei affrontato, al posto tuo, questa discussione; ma l'hai voluta affrontare e allora devo fare una brevissima considerazione.

Tu hai detto che il Socialismo del compagno Tonino è un Socialismo messo in soffitta da molti a quest'epoca e che, invece, il Socialismo vero, quello moderno, attuale, che corrisponde alle esigenze di questa situazione, è il vostro.

Mi permetto di dissentire da questa affermazione, soprattutto per l'atteggiamento che tengono in questi ultimi tempi i dirigenti del Partito Socialista Unificato. E l'opinione pubblica che borbotta in questo senso.

Ma, riteniamo forse di poter modificare la situazione della "Cogne" facendone Presidente un socialista? No! La situazione della "Cogne" la si modifica solo se vi è l'unità dei lavoratori, se vi sono le lotte dei lavoratori.

Questa è la sola strada ed è la strada che per 70 anni il Partito Socialista ha insegnato. Da quando noi eravamo piccoli, da quando erano piccoli quelli che sono già morti, è sempre stata quella la strada; non è stato il posto di Presidente della "Cogne" che ha modificato la situazione della "Cogne".

Ma poi, guardiamo al resto: ho appreso oggi che il Vice Segretario del Partito Socialista - che secondo le indiscrezioni dei giornali, dato che il Consigliere Milanesio dovrà diventare Assessore, sarà chiamato a ricoprire la carica di Segretario del Partito - è un membro del Direttivo della Confindustria.

Non ho l'onore di conoscerlo, quindi non ho niente contro di lui; non gli ho mai parlato, non so chi sia, ma è un membro del Direttivo della Confindustria e rappresenta la Confindustria nella nostra Commissione per la programmazione. Ma come è possibile concepire che in questo modo si possano tutelare gli interessi dei lavoratori?

Secondo me, questa è la strada sbagliata. La strada giusta è quella dell'unità dei lavoratori, è quella di mettere da parte questo socialismo moderno, che io non condivido, e di fare veramente quelli che sono gli interessi dei lavoratori.

Presidente - Rivolgo un invito a tutti i Consiglieri di non incominciare le polemiche.

Germano (P.C.I.) - Non avrei voluto discutere su questo argomento, ma non posso tollerare che un militante socialista come il Consigliere Tonino venga considerato come una persona che mette il Socialismo in soffitta e che, invece, si dica che i moderni socialisti sono coloro che si adattano a queste situazioni. No, questo è esagerato!

Presidente - Consigliere Milanesio, per favore, non proseguire nella polemica! Tu mi devi dare un aiuto, dato che sei del mio Partito. Il Consiglio si trova in questo momento in tema di dichiarazioni di voti; perciò ognuno si deve mantenere nel contesto di quella che è l'espressione del voto. Pertanto non possiamo, caro Milanesio, rispondere alle polemiche.

Io, naturalmente, ti darò la parola in sede di dichiarazioni programmatiche e risponderai, allora al Consigliere Germano; adesso siamo in sede di votazione, quindi, per regolamento, sono ammesse soltanto delle brevi dichiarazioni di voto.

Io voglio fare presente anche al Consigliere Tonino, il quale per la prima volta siede in questo Consiglio, che in base alle norme che regolano il funzionamento del Consiglio stesso, prima della votazione, sono ammesse soltanto brevi dichiarazioni di voto, appunto per evitare le polemiche.

Ci sono altri Consiglieri che intendono prendere la parola?

Bionaz (D.C.) - Dichiaro di astenermi dalla votazione.

Pedrini (P.L.I.) - Signor Presidente, io ho testé dichiarato che avrei preso la parola dopo l'insediamento del Presidente della Giunta, Avvocato Bionaz, ma siccome sono venuto ora a conoscenza, da un oratore che mi ha preceduto, che il Presidente Bionaz non farà dichiarazioni programmatiche, a nome del Partito Liberale desidero esprimere il mio parere e dire, cioè, prima della votazione, che cosa pensa in proposito il Partito Liberale.

Abbiamo votato, poco fa, per l'elezione del Presidente del Consiglio e noi Liberali abbiamo dato il nostro voto favorevole - voto non richiesto, come abbiamo precisato - alla persona e non all'uomo politico.

Con estrema franchezza diciamo che vorremmo poter ripetere l'operazione anche in questo caso. Però vi è una difficoltà e questa difficoltà consiste nel fatto che, mentre il Presidente Montesano è il Presidente del Consiglio e, come tale, dovrebbe essere il Presidente di tutti i Gruppi politici che qui sono rappresentati, il futuro Presidente della Giunta, Bionaz, rappresenta invece una caratterizzazione politica, per cui non si può disgiungere la sua persona dalla sua figura politica.

Pertanto, il voto del Partito Liberale sarà contro questa impostazione.

Evidentemente, io debbo ripetere quello che altri prima di me hanno detto, perché risponde al vero. In effetti, sono trascorsi due mesi in veri mercanteggiamenti non già su di un programma, bensì su cose ben determinate, su punti ben chiari, di cui tutta l'opinione pubblica è a conoscenza, e che noi, Consiglieri, ancora una volta sentiamo riportare da altri, senza esserne mai stati informati.

Naturalmente, ognuno, nel proprio ambito e nel proprio Gruppo, è padrone di fare quello che meglio crede e di imboccare la strada che meglio ritiene.

Però, mi sia concesso di dire che non è certamente esempio di buon costume il fatto che la Stampa e altri quotidiani, la scorsa settimana, abbiano pubblicato la notizia che non si era raggiunto l'accordo col Rassemblement Valdôtain e che, quindi, sarebbe stato formato un Governo regionale di minoranza, bipartitico, social-democristiano.

Salvo poi a leggere sugli stessi giornali - e Dio solo sa cosa dice la gente fuori, non soltanto la gente valdostana, di questo esempio di correttezza - salvo poi a leggere sugli stessi giornali che si era nuovamente buttato tutto a mare, che il Governo bipartitico non si faceva più - tutti ne sappiamo i motivi, tutta la popolazione valdostana ne sa i motivi - e che si doveva, per forza di cose, fare un accordo a tre col Rassemblement Valdôtain, ma non già su quei determinati punti programmatici che erano stati indicati sui sopradetti giornali, in quel determinato modo e con quel determinato contenuto. No, su altre cose, che, evidentemente, non hanno nulla a che vedere con il programma.

In proposito, ha detto bene il mio amico Manganoni quando testé ha dichiarato: "Ma noi dobbiamo votare (in questo caso, tengo a precisare) noi dobbiamo votare a scatola schiusa". Infatti, se il Presidente della Giunta avesse assicurato che avrebbe fatto le sue dichiarazioni programmatiche, si sarebbe potuto attendere queste dichiarazioni e poi, su queste dichiarazioni, eventualmente votare contro, astenersi o dare il voto a favore. Ma in questo momento non si sa niente; oggi, ripeto, noi nominiamo a scatola chiusa una Giunta, senza sapere minimamente che cosa questa Giunta ha in programma di fare.

Il mio collega della bassa Valle, Tonino, parlava poco fa del campo sportivo della bassa Valle, parlava del traforo della Mologna, ecc.... Sono tutti argomenti che - e questo egli lo dovrebbe sapere, in quanto è stato un Amministratore del Comune di Donnaz - sono tutti argomenti che sono stati dibattuti ampiamente in questa sede e sui quali si era già arrivati, almeno in certi casi specifici, quasi ad una conclusione, ma che poi, non si sa bene per quali motivi, sono tornati in alto mare, salvo poi imputare ai Sindaci di Pont St. Martin e di Donnaz la colpa per la mancata realizzazione, per esempio, del campo sportivo della bassa Valle.

Ora, questo ragionamento che io faccio in questo momento non è valido, non può essere valido, perché noi non abbiamo sentito nulla di quanto la nuova Giunta intenderà fare. Noi siamo soltanto costretti a venire qua a votare pro o contro una Giunta, senza - ripeto - minimamente sapere che cosa questa Giunta farà.

Se, per esempio, l'Avvocato Bionaz ci avesse detto: "Io sono favorevole alla realizzazione del traforo della Mologna, sono favorevole alla costruzione del campo sportivo della bassa Valle, sono favorevole alla valorizzazione totale della conca di Pila, alla costruzione di non so quali opere, il nostro programma sulla Sanità è questo, sulla Scuola è quest'altro, ecc...", evidentemente il Gruppo Liberale avrebbe anche potuto esaminare la situazione e, eventualmente, adeguarsi e votare a favore della nuova Giunta o astenersi.

Ma noi riteniamo di essere delle persone responsabili, che abbiamo circa 4000 elettori che hanno dato il loro voto alla nostra lista, noi non possiamo dare il nostro voto senza minimamente conoscere quali sono i programmi futuri per la nostra Valle.

Con rincrescimento, perché noi abbiamo collaborato per circa due anni con questa Giunta - la quale, mi pare, è rimasta grosso modo tale e quale - con rincrescimento dobbiamo dichiarare che noi voteremo scheda bianca. Non ci sono altre possibilità.

Però, vogliamo nello stesso tempo dichiarare che noi non diventeremo né filo-democristiani, quando la Democrazia Cristiana porterà in sede di Consiglio qualche provvedimento buono nell'interesse della Valle d'Aosta, né filo-comunisti quando voteremo contro questa Giunta in tutte quelle occasioni in cui riterremo opportuno di votare contro. Io mi ricordo - e mi si permetta questa brevissima parentesi - che quando gli union-comunisti, anzi i comunisti, presentarono un disegno di legge in favore dei lavoratori silicotici, ci fu un lungo dibattito in questa sede e che in questa sede la Democrazia Cristiana non votò a favore di quel disegno di legge, dichiarando che, avendo nuovi programmi, avrebbe presentato un suo proprio disegno di legge. Noi, invece, responsabili del mandato affidatoci da parte della popolazione valdostana, in quella occasione votammo a favore della legge presentata dai comunisti e per questo nostro voto fummo poi accusati, appena usciti dall'aula, di essere diventati filo-comunisti.

Noi siamo ancora oggi del parere che, se i comunisti o altri presenteranno una nuova legge, si debba dare loro il nostro voto; noi siamo in una posizione di centro, chiaro e pulito, e voteremo a favore di tutti quei provvedimenti che andranno veramente incontro alle necessità della popolazione, dei lavoratori, degli agricoltori, di tutto il Popolo Valdostano.

Su quelle basi noi siamo sempre disposti a dare il nostro voto favorevole. Dichiariamo, però, che in questo momento voteremo scheda bianca per l'elezione della futura Giunta.

Caveri (U.V.) - Monsieur le Président, Messieurs les Conseillers, pendant les quatre années de notre mandat, en tant que Conseillers régionaux unionistes, nous suivrons, avant tout, une ligne valdôtaine et nous défendrons, d'abord, les droits ethniques et linguistiques du Peuple Valdôtain.

Nous considérons la proposition de loi Codignola-Borghi comme le danger le plus grave pour l'existence même de la communauté valdôtaine puisque, si elle était approuvée, si elle était adoptée, elle déterminerait, évidemment, la destruction de l'École valdôtaine, la destruction de l'École régionale et de la langue française en Vallée d'Aoste.

Pour renforcer ce précieux patrimoine linguistique il faudrait constituer à Aoste une Université Européenne de langue française et il serait urgent et nécessaire que des répéteurs puissent faire entendre aux valdôtains les transmissions de la télévision française et de la télévision suisse.

Nous savons très bien quelles ont été les Autorités italiennes, les hautes Autorités italiennes qui, en continuant la politique fasciste de génocide blanc, sous un camouflage pseudo-démocratique, se sont opposées au rayonnement de la Télévision française en Vallée d'Aoste, tandis que les Autorités françaises, souvent accusées de nationalisme ou d'antieuropéisme par les journaux de Turin, de Milan ou de Rome, laissent tranquillement que la Corse soit arrosée abondamment par la télévision et par la radio italiennes.

Tout cela démontre que, si nous voulons sauvegarder notre ethnie, il faut que la question valdôtaine cesse de ressembler à une querelle de notables provinciaux; il faut que la question valdôtaine, comme la question sud-tyrolienne, comme la question catalane, comme toutes les questions minoritaires, ethniques et linguistiques européennes, devienne un problème européen.

Jusqu'à présent, les questions minoritaires européennes ont été écrasées dans l'étau de la lutte entre Washington et Moscou. Beaucoup d'eau est passée, heureusement, sous les ponts; la guerre froide semble finie, un climat nouveau commence à se former et nous pensons que, par une nouvelle solidarité européenne, toute la communauté nationale, toute communauté minoritaire, comme la communauté valdôtaine, pourra retrouver sa dignité et sa liberté.

Ainsi ce n'est qu'en posant la question valdôtaine sur le plan européen que nous pourrons conquérir un jour la zone franche, indispensable dans ce carrefour européen qu'est la Vallée d'Aoste, et cette autonomie financière sans laquelle l'autonomie politique et administrative n'existe pas, n'est qu'un simulâcre, n'est qu'une tromperie, n'est qu'une escroquerie qui cache, qui masque un régime de protectorat purement colonial.

Voilà quel est le rôle que l'Union Valdôtaine pourra jouer dans le Pays, selon un style de dignité, de fierté, d'indépendance valdôtaine, selon le testament spirituel d'Emile Chanoux.

En décembre 1963, la Stampa de Turin rendait hommage à l'honnêteté des Valdôtains, du point de vue politique, et à l'honnêteté des administrateurs de la Région de la Vallée d'Aoste.

Quelques années après, les systèmes de la corruption et du chantage envahissaient la Vallée. En ces derniers mois et en ces dernières semaines nous avons assisté à des phénomènes édifiants, tels que la nomination de Monsieur Froio - absolument incompétent en matière de sidérurgie et en matière de finance - comme Président de la Cogne. Qu'est-ce que cela démontre? Cette nomination démontre quelle était la monnaie d'échange pour la formation de ce nouveau Gouvernement Régional soi-disant de Centre-gauche.

En matière sociale, je dois encore faire un appendice sur la nomination de Monsieur Froio comme Président de la Cogne. Tout le monde sait que j'ai toujours été antifasciste, alors je ne peux pas être soupçonné d'apologie de fascisme, quand je dis que pendant le régime fasciste on n'avait jamais vu une cochonnerie semblable, parce que les fascistes mêmes ont eu toujours la pudeur de nommer comme Président de la Cogne des personnes qui étaient compétentes. Je rappelle ici M. l'Ing. Brezzi, je rappelle ici M. le Professeur Silvestri, dont je n'ai jamais partagé les idées politiques, parce qu'ils étaient des fascistes. Je dois cependant reconnaître que Monsieur Brezzi était un Ingénieur de grand renom et de grande capacité, et que Monsieur Silvestri, Professeur ordinaire du Polytechnique de Turin, était une personne certainement compétente et n'était pas un petit maquignon de la politique venu comme cela, à la surface, à travers de petits jeux auxquels nous n'étions pas habitués nous, Valdôtains.

En matière sociale, nous repoussons la politique réactionnaire du soi-disant Centre-gauche.

On parle beaucoup de politique des revenus, mais on ne dit pas que cette politique des revenus, la fameuse "politica dei redditi" équivaut à un bloc des salaires, selon les intérêts du grand capital. D'autre part nous demandons que l'on reconnaisse un jour aux travailleurs le droit au travail, tandis qu'aujourd'hui, et surtout en Vallée d'Aoste, la place de travail n'est devenue qu'un instrument de chantage, de marchandage et de corruption.

Il est nécessaire aussi que des Conseils de gestion à participation ouvrière puissent dire leur mot sur les plans de production et sur les salaires qui souvent sont inférieurs au minimum vital.

En matière d'agriculture, il faudra que le Conseil Régional, en examinant les résultats des recherches économiques et sociales, qui ont été rédigées pendant notre administration, en examinant ces résultats et les réformes qui ont été faites en d'autres pays, qui ont plus ou moins notre configuration géographique, sociale et économique, il faudra que le Conseil Régional défende les intérêts et les prix de revient de l'agriculture et surtout de la zootechnie, qui sont gravement menacées par le Marché Commun.

Du reste, nous savons que l'économie agraire de la plaine du Pô est beaucoup plus forte que l'économie agraire de la Vallée d'Aoste et des pays de montagne, mais nous savons que dans la plaine du Pô, en ces derniers mois, on a abattu des dizaines et des dizaines de milliers de têtes de bétail. Pourquoi? Parce que les campagnards comprennent qu'avec le Marché Commun il y aura fatalement une réduction de la production, parce que l'économie agraire de la plaine du Pô n'est pas compétitive avec l'économie plus moderne, plus évoluée et plus guidée par des principes techniques d'autres pays du Marché Commun.

Et alors voilà un ample domaine dans lequel tout le Conseil Régional devra se mettre à l'œuvre pour étudier sérieusement ces questions.

D'autre part, il ne faut pas oublier que les intérêts de la paysannerie peuvent être défendus aussi par l'aménagement de villages touristiques, à gestion coopérative, tout en laissant à nos campagnards la propriété du sol et de leurs maisons rurales.

Nous avons vu surgir des centres à grand développement capitaliste, mais à la fin les paysans valdôtains ont perdu leur propriété. Est-ce qu'on croit que cela a été un enrichissement de notre paysannerie? Non. Au long aller, ce sera un appauvrissement de la paysannerie valdôtaine et des valdôtains en général, parce que l'argent coule. Toutes les familles ont besoin de beaucoup d'argent et une quantité de ces anciens propriétaires sont destinés à devenir des prolétaires ou des sous-prolétaires et, par conséquent, à déterminer un abaissement du niveau de vie des valdôtains et surtout des paysans valdôtains.

Et alors voilà un autre problème que nous devrons étudier ensemble.

Je m'excuse si je termine par une note qui peut sembler polémique. Nous avons entendu parler d'un Assessorat à la Programmation. Nous ne savons pas - je ne ferai pas comme Monsieur Pedrini qui se plaint de devoir apprendre ces nouvelles par les journaux - nous ne savons pas si cela est vrai, mais, en somme, il y a eu des déclarations - Monsieur Milanesio aime prononcer cette parole - il y a eu des déclarations responsables qui annoncent la formation d'un futur Assessorat à la Programmation. Si c'est vrai, nous déplorons la chose, parce qu'il nous semble que créer le huitième Assessorat dans un Pays de 100.000 habitants n'est qu'un fait de cuisine partitocratique, de chantage et de mauvaise administration des deniers publics.

Enfin la dernière note qui n'est pas polémique, parce qu'elle est basée sur les principes politiques, que nous, de l'Union Valdôtaine, nous croyons fondamentaux: nous ne pouvons que déplorer le choix dans l'élection du Président du Conseil, parce qu'en faisant ce choix la majorité actuelle a démontré d'avoir bien peu de sensibilité valdôtaine et bien peu de sensibilité démocratique et antifasciste.

Presidente - Mi pare che tutti i Gruppi consiliari hanno fatto le loro dichiarazioni di voto. Possiamo quindi procedere alla votazione per l'elezione del Presidente della Giunta.

Il Presidente, MONTESANO, invita quindi il Consiglio a procedere alla votazione, a schede segrete, per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale.

Procedutosi alla votazione, a schede segrete, e allo spoglio dei voti, con l'assistenza degli scrutatori Consiglieri Signori Albaney, Crétier e Mappelli, il Presidente accerta e comunica i seguenti risultati della votazione:

- Consiglieri presenti: trentacinque;

- Consiglieri votanti: trentaquattro;

- Astenutosi dalla votazione il Consigliere Bionaz;

- Consigliere Bionaz Avv. Cesare - voti riportati: diciotto;

- Schede bianche: sedici.

Il Presidente, MONTESANO, in base all'esito della votazione, proclama eletto alla carica di Presidente della Giunta Regionale, con voti diciotto su trentaquattro Consiglieri votanti, il Consigliere Bionaz Avv. Cesare.

Il Consiglio prende atto.

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Si dà atto che, su invito del Presidente del Consiglio, il Presidente neo-eletto della Giunta Regionale BIONAZ Avv. Cesare, prende posto al banco della Giunta.