Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 12 del 1° luglio 2008 - Resoconto

OBJET N° 12/XIII - Débat sur le programme de gouvernement.

Président - On peut ouvrir le débat suite à la présentation du programme et du gouvernement, faite de la part du Président de la Région chargé. J'ouvre le débat.

La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Merci, Président Cerise, de me donner la parole. Je comprends d'être en pleine timidité de la part des collègues, certains desquels pour la première fois dans cette salle. Je prends sur moi la responsabilité de briser la glace et de toucher un mot sur ce rit ancien et nouveau, puisqu'il a lieu dans un contexte et par des procédures différentes par rapport au passé.

Il satisfecit del Presidente candidato nei confronti del suo predecessore è stato di una brevità assoluta. Merci au Gouvernement sortant, fin de citation. È una parentesi che si chiude in modo radicale, in modo lapidario, mi spiace collega Caveri, senza una piccola sottolineatura comunque, nei confronti dell'operato che lei ha svolto, che noi abbiamo di "Vallée d'Aoste Vive-Renouveau" e noi, posso dire più in generale anche, delle forze di opposizione, abbiamo anche contrastato e contestato in molti momenti, ma tant'è la gratitudine non sempre è di casa, e qui, purtroppo, vediamo che in questa fase è a lei che tocca portare un po' il cilicio. Si è qualificato come innovatore incompreso in qualche modo nei giorni scorsi rispetto ad un bilancio che poi farà il tempo, farà la storia nei confronti del suo mandato; sicuramente questa XII legislatura si apre sotto un segno radicalmente diverso, improntato ad uno stile che qualcuno di noi ha già conosciuto nel tempo, ispirato; all'epoca si parlava di pragmatismo, di concretezza, adesso torna questo leitmotiv, questa linea di azione che è tutta volta andare all'essenziale, almeno nelle dichiarazioni, e apportarsi sulla concretezza.

Noi, prima però di entrare nel concreto di questa XIII legislatura, non possiamo fare a meno di avere uno sguardo su un ciclo lungo che si è chiuso, non solo con la presidenza di Luciano Caveri, ciclo molto più lungo, ciclo che è stato di fortune economiche per la Regione Valle d'Aosta, un ciclo di benessere che si è diffuso, di ricchezza complessiva della Valle d'Aosta che è cresciuta dagli anni '80 agli anni 2000, ma ciclo che sappiamo essere oggi sicuramente ad un punto di svolta. È anche tra l'altro un ciclo che è stato segnato, purtroppo, da almeno 15 anni di vicende politico-giudiziarie molto sofferte in questa Regione. Vicende politico-giudiziarie che hanno coinvolto una parte cospicua della classe politica valdostana, che l'hanno in parte decimata e dalle cui fila ritorna con grande forza un leader politico della vaglia, del temperamento di Augusto Rollandin.

Le storie che ci lasciamo alle spalle non hanno bisogno di essere qui evocate, è il contesto, il quadro generale che deve essere tenuto presente, però. Ed è un quadro generale di difficile compatibilità tra quello che è la legalità e quella che è l'azione politica, quelle che sono le decisioni amministrative, che deve sicuramente essere ricomposto. Noi abbiamo fatto, durante una campagna elettorale, purtroppo è durata moltissimo tempo perché sono sovrapposti appuntamenti referendari, politici e regionali, abbiamo fatto dell'attenzione nei confronti, non di un generico legalismo, di una legalità condivisa, diffusa a cui, en passant, si è richiamato lo stesso Presidente candidato, e riteniamo che su di essa si debba fare perno per avere un governo efficiente. L'efficienza non disgiunta dalla legalità, non disgiunta dalla correttezza, nel rispetto di regole che appartengono a tutta la popolazione valdostana e in primis - lo ripeto, ce lo siamo già detti questa mattina - a coloro che siedono in questa aula. E poi c'è un dato politico nuovo, che è la nuova veste, la nuova veste "candida" del candidato Presidente, il nuovo laticlavio che porta, che fa sentire parole nuove in quest'aula da parte sua, oculatezza nella spesa, particolare attenzione all'ambiente, una cura ed un'attenzione per le fasce deboli della popolazione, un accenno alla meritocrazia. Temi che, se declinati correttamente, ci trovano, Consigliere Rollandin, nell'attenzione e nella collaborazione che è dovuta. Vorremmo che non fossero pure declamazioni di avvio legislatura, vorremmo che non fossero semplicemente un approccio, uno stile di apertura diverso, che - come già abbiamo visto in campagna elettorale - segna tutto il suo personale distacco dalla conduzione precedente, questo coraggioso e discreto agire, questa invocazione a pochi proclami e molta concretezza, sono, sicuramente, un segno di personalità, saranno forse anche il senso di una politica. Noi ci auguriamo che non siano l'impoverimento della politica, e la centralità esclusiva alla persona piuttosto ad una persona.

La Valle, collega Rollandin, l'ha premiata. L'ha premiato con un risultato di grandissima importanza numerica, sicuramente in parte in contrapposizione ad altre candidature, anche e soprattutto per sue capacità indiscusse, ma noi aggiungiamo anche perché lei era al centro di un sistema e ritorna al centro di un sistema che non è solo di governo, ma che è di potere su tutta la Regione Valle d'Aosta. Abbiamo avvertito in questa fase di preparazione del Governo regionale una situazione di one man show, un uomo solo al centro dell'arena. Siamo preoccupati, non tanto come opposizione nei cui confronti lei ha avuto del garbo personale che ci ha portati a due incontri, brevi, ma comunque significativi e di cui siamo stati attenti, partecipi e abbiamo avuto sensibilità da parte sua. Siamo preoccupati per i colleghi della maggioranza, in primis, dell'"Union Valdôtaine", nelle cui fila non vediamo più nessun Consigliere che ha calcato la scena nella scorsa legislatura. Io non sono profeta di sventure, ma invito a grande attenzione al ruolo che possono svolgere menti libere nei movimenti e partiti di maggioranza e che devono avere una loro possibilità di espressione, di azione, di concorso che ahimè, questi giorni, dal punto di vista quanto meno mediatico di come i giornali, di come la televisione hanno trattato la vicenda della costruzione di questo Governo, non vi hanno visti ancora molto partecipi.

Con la presidenza Rollandin è possibile, forse probabile che vengano by-passati moltissimi snodi della società valdostana. Abbiamo conosciuto, abbiamo sperimentato questo modo di governare che è di contatto diretto con la gente, con le singole persone, che rende qualche volta addirittura inutile la permanenza intorno di altre persone, soggetti, collaboratori perché una Valle piccola come la nostra, che fa anche del contatto personale una grande forza, il rischio di fare persona su una sola persona è un rischio spesso presente ed è un rischio che è stato presente, molto presente, vent'anni fa, quando un "primo ciclo Rollandin" giunse al suo punto più elevato e che non vorremmo si ripetesse. Sappiamo essere in presenza di persone attente, di persone capaci, ma invitiamo a non sottovalutare questo pericolo che è un pericolo per la comunità tutta intera. Abbiamo, noi, una visione leggermente diversa, molto più propensa al coinvolgimento, alla partecipazione, forse anche in qualche momento eccedendo su questi temi, peccando di eccessiva fiducia su questo terreno, ma noi riteniamo che sia una strada da percorrere e che non ci si debba aggrappare tutti allo stesso uomo al timone: questo è un pericolo per la Valle ed è un pericolo che la nostra forza di opposizione si prodigherà per evitare.

Con l'elezione del 25 di maggio naturalmente la Valle d'Aosta ha fatto una scelta, l'ha fatta massicciamente. Avremmo auspicato, noi, che altre forze qui presenti, in particolare il "Partito Democratico"... poter dare vita ad un'altra svolta politica. Ci dispiace non solo che non si sia raggiunto quel risultato, ma ci dispiace anche che altre forze, che con noi hanno concorso in questa competizione elettorale, non facciano sentire, qui, la loro voce. È nostra opinione che ogni sensibilità significativamente presente nella comunità valdostana, e riteniamo che 4.000 Valdostani siano una quota elevata di questa sensibilità, possano e debbano in qualche modo fare sentire la loro voce, le loro opinioni, certamente non nella sede decisionale, non nella sede del Governo, ma nella sede dell'Assemblea. Abbiamo una legge elettorale sulla quale sicuramente torneremo più avanti, tra qualche mese a discutere, ma intanto registriamolo questo, registriamolo tra di noi questo fenomeno, questa sparizione questa volta di una voce ormai quasi storica anche in quest'aula, la voce di forze attente alle sensibilità ambientali e progressiste che si è spenta con questa tornata elettorale. Non sono lacrime di coccodrillo, sono una constatazione, me lo permettete, se fosse successo ad altre forze politiche, sicuramente potremmo dire la stessa cosa. È un problema di quote significative, di comunità, di popolazione, che non portano più in quest'aula la loro opinione.

Quanto alla proposta politica, sulla quale noi riteniamo proprio anche in linea con un discorso più corale, che anche altri colleghi del nostro gruppo possano poi intervenire per alcune puntualizzazioni, doverosamente, Presidente candidato, candidato Presidente Rollandin, le facciamo alcune osservazioni. Naturalmente Lei ha avuto la gentilezza di illustrarci un programma di governo particolarmente sintetico, pregio che certamente le riconosciamo con dei punti di rilievo e priorità e non come sviluppo complessivo del discorso, ma alcuni di questi punti, mi permetta, peccano sicuramente di estrema genericità e per altri constatiamo l'intelligente acquisizione, l'intelligente assorbimento anche di alcune problematiche che non erano sicuramente state appannaggio del suo movimento e dei movimenti alleati nel corso degli ultimi mesi. Così per la questione dei costi della politica, o costi della democrazia che dir si voglia, sul quale altro è stato l'atteggiamento finora mantenuto. Su questo, mi permetta semplicemente un rilievo. Noi discutiamo volentieri della riduzione di questi costi, del peso enorme che oggi porta il cittadino valdostano sulle proprie spalle per permettersi un'Assemblea come questa e molte altre Assemblee elettive o organismi amministrativi, o organismi decentrati, eccetera. I cittadini valdostani hanno un peso enorme sulle spalle, c'è da sfrondare, proporremmo una sfrondatura vigorosa anche a partire dalle indennità di carica di noi Consiglieri, di noi Amministratori regionali. Mai collegare questo con temi come le fasce deboli, con temi come il sostegno ai giovani, è un passaggio che suona demagogico. Parliamo serenamente di risparmio nell'interesse della comunità valdostana nel suo complesso per non dare il senso che un piccolo sacrificio fatto dagli uomini e dalle donne che sono in quest'aula sia fatto generosamente, direi quasi compassionevolmente nei confronti di qualche valdostano più sfavorito. Dobbiamo essere più decisi nella lotta alle povertà, più incisivi nel sostegno ai giovani e non mettere in collegamento questi due temi che un collegamento diretto sicuramente non hanno. E che altri temi li abbiamo trovati piacevolmente ripresi nel suo intervento quali... alla lettera, mi riferisco in particolare al sistema autostradale tangenziale, ad altre idee che erano avanzate da noi, su tutto quello che è un'indicazione prospettica, condivisa, cose che faremmo anche noi. Non diremo né a lei, né alla sua maggioranza, né al suo Governo dei "no" preconcetti. Noi abbiamo l'assoluta tranquillità di valutare singole proposte, singoli temi, di studiare con gli organi della Regione le migliori decisioni.

Dissentiamo però dall'impostazione che lei sta dando in questo momento alla strutturazione, alla vertebrazione di questo Governo. Il primo passo a fronte di una dichiarata volontà di ridurre i costi della politica, diventa quello di aumentarli, in termini di aumento di spesa, sulla creazione di un nuovo Assessorato; poi discuteremo, si discuterà da adesso in poi a iosa, sono temi che abbiamo già affrontato anche in altre assemblee: quella della nascita di nuove strutture. Noi non crediamo che aumentando il numero degli Assessorati si migliori la soluzione dei problemi. L'abbiamo detto già in altra sede, alcuni vicini da cui ogni tanto potremmo ispirarci come i colleghi del Canton Vallese, dove un governo per una Regione ben più grande della nostra, funziona perfettamente con cinque Ministri con funzioni che vanno ben oltre le nostre, comprendono la Polizia, comprendono la giustizia, e quant'altro. Quando si parla di stringere rapporti, di fare rete con le Regioni frontaliere, facciamola lì, la rete, cominciamo lì, cominciamo a prendere quello che hanno di buono, di saper gestire con meno persone, dodici Ministri a livello nazionale... credo che sette Assessori non fossero un numero troppo esiguo, abbiamo amministrato e governato con questo numero per molti anni!

La linea di tendenza che lei inaugura di nuovo, quella dell'espansione delle strutture per far quadrare i conti nella maggioranza, non i conti economici, ma i conti nella maggioranza, rappresentano per noi un errore. Come rappresenta un errore nel complesso non aver posto l'accento in modo netto sulla volontà di arretrare la macchina del potere pubblico rispetto all'economia e alla società regionale, non ne ho ravvisato, non ne abbiamo ravvisato nel complesso di questo documento la volontà. Noi crediamo che si debba progressivamente andare ad individuare quali strutture, dipendenti della Regione, finanziate dalla Regione o strumentali della Regione, possano essere progressivamente privatizzate, lasciate ad altri soggetti. Il peso ormai della macchina, l'abbiamo già detto, è terrificante e questo segnale, che sarebbe stata la vera rivoluzione che un uomo con la forza del candidato Augusto Rollandin avrebbe potuto fare, questa indicazione, questa linea non mi pare che sia stata imbroccata. Non è tempo e non c'è modo di soffermarsi su tutti i punti. Pochissime e brevissime sottolineature, ripeto, poi lascio volentieri ai colleghi riprendere altre questioni.

Su tematiche economiche come quella del turismo, le vogliamo evidenziare, Presidente Rollandin, l'accentuarsi di questa invasione pubblica. Le do un solo riferimento: l'idea che ci siano dei presidi territoriali che fungono da centro di accoglienza o a cui possa essere attribuita la gestione delle seconde case; anche la gestione delle seconde case in Valle d'Aosta deve passare sotto centri di accoglienza pubblici a livello comunale. Non esistono, in Valle d'Aosta, delle strutture private che già oggi commercializzano la disponibilità di spazi nelle seconde case, non possiamo lasciare un po' anche a questa società di cui lei stesso ha lamentato un difetto di imprenditoria che si sviluppi un pochettino questa capacità autoorganizzativa. Noi pensavamo, in materia di turismo, che un ente di promozione regionale forte sarebbe stato necessario, questo sì, non un ente regionale soltanto preposto all'informazione, all'accoglienza turistica, abbiamo un'idea diversa, questo è un tema sul quale le indichiamo una linea di sviluppo del nostro pensiero che non è la stessa che le ha, la regia da parte della Regione, l'idea comunque che debba sempre esserci la mano pubblica che si spinge oltre.

Sul territorio parleranno i colleghi; annunciamo preoccupazione, non solo per la nascita di un nuovo Assessorato che, in fondo, è solo uno strumento, dipende dalla filosofia, dagli uomini, dalle donne che lo vanno a gestire e ad animare. Preoccupazione che quel giusto snellimento delle procedure, quella giusta rapidità che si invoca non sia accompagnata da una forte attenzione al territorio, c'è bisogno di una grande salvaguardia del nostro ambiente e c'è bisogno di una politica nuova sul territorio. Non ne abbiamo ancora elementi, è sicuramente presto, ed è ancora prematuro ed ingiusto dare dei giudizi prima di aver visto all'opera, ma sappia che su questo la nostra attenzione sarà totale, il nostro pensiero non sarà limitato alle declamazioni, ma entreremo nello specifico dell'azione programmatoria e di controllo che compete alla Regione ed al coinvolgimento giusto in questo campo, non solo degli Enti locali, ma anche di quanti soggetti, oggi sempre più attenti e partecipi alla gestione del territorio, alla sua salvaguardia, alla sua protezione, devono essere non solo ascoltati, ma coinvolti nelle scelte pianificatorie.

Una grande svolta è possibile sulle linee che lei ha tracciato rispetto ad alcune grandi opere, mi pare di trovare una netta sterzata rispetto all'impostazione che era stata dal suo predecessore, anche se le linee su cui lei si muove non sono ancora del tutto chiare, in qualche caso sono obiettivamente di difficile lettura, come l'idea di una metropolitana leggera nel centro di Aosta, con asse nord-sud-est-ovest, che lei abbandoni progetti obiettivamente un po' sopra le righe come quelle del prolungamento della funivia fino al centro di Aosta non ci dispiace per niente, che si lancino così, ma forse lei ne avrà elementi e noi discuteremo e approfondiremo idee come questa della metropolitana leggera per Aosta, non sappiamo se già concertata o meno con l'ente locale nel quale noi eravamo, in cui forse ricordo male, ma i colleghi che erano presenti possono essere... ma non si è mai parlato fino ad oggi. Ecco, questo dà il senso, il rischio forse che anche lei si faccia prendere dalla politica dell'annuncio da cui ha preso le distanze nel suo intervento.

Sulle politiche sociali, le sei-sette righe, forse, che lei dedica, sono sicuramente troppo poco per esprimere un'opinione compiuta, ma non abbiamo trovato le parole "sanità", "ospedale". Abbiamo sospettato che ci fosse stata una pagina dimenticata nel suo fascicolo, forse sono temi già risolti, questioni già definite, ma non lo sono ai nostri occhi: la politica sanitaria, la sua programmazione, la sua articolazione sul territorio, il soddisfacimento dei bisogni e, perché no, da parte nostra, il ripensamento anche, poi, delle localizzazioni ospedaliere, sono un tema sul quale ci piacerà confrontarci, ma penso che avremo occasione. Ci diamo appuntamento su questo ai mesi, alle settimane a venire.

Dove invece tiriamo il segnale d'allarme, molto fortemente - e qui confesso c'è anche un filo di interesse supplementare legato ad un'attività mia professionale - è sul tema dell'università. Undici parole: rivedere impostazioni dei corsi diplomi devono essere respiro europeo, alta qualità, selettivi. Se fosse solo la sintesi di un pensiero potrebbe anche starci: è un telegramma sulla materia, ma ciò che preoccupa altamente e penso che preoccupi moltissimo a qualche centinaio di metri da qui, è che si possa immaginare che qui si definiscono impostazioni dei corsi e dei diplomi universitari, perché questa è la morte dell'autonomia universitaria, non esiste università al mondo che si faccia ridefinire corsi e diplomi da un'aula politica. Su questo noi alziamo una barricata perché, pur condividendo - glielo diciamo con chiarezza - la necessità di rivedere anche verso gli obiettivi che lei ha indicato, perché sono anche i nostri, l'impostazione della nostra università, questo non si enuncia per diktat e non si rivede autoritariamente. Noi crediamo che lei avrà modo, se andrà a ricoprire l'incarico di Presidente del Consiglio di amministrazione dell'Università, di confrontarsi con questo ambiente e di discuterne, crediamo che il suo "senato accademico", crediamo che il suo rettore, non siano organi periferici dell'Amministrazione regionale. Chi ha dato corpo all'esperienza universitaria, chi l'ha seguita da vari ambiti, è sicuramente molto sensibile e comprende perfettamente ciò che noi stiamo dicendo.

Sul Casinò, è presto, sentiamo la sua urgenza di ridefinire l'organigramma; è una buona opportunità per lei questa del restringimento, questa della diminuzione numerica dei componenti del Consiglio di amministrazione; vedremo alla prova dei fatti, se questo intento di lasciare la politica, sulle soglie della Casa da gioco, sarà o meno rispettato. Non abbiamo... chiedo scusa, Presidente, ma non ho percezione esatta del tempo... ancora 16 minuti, cercherò di non utilizzarli tutti. Chiedo scusa, ma non ho l'abitudine a consultare questo tabellone.

Volevo aggiungere una parola sulla composizione della Giunta, non sui singoli componenti, ma nelle sue fila, oltre ad un presidente che ha chiuso poche settimane fa questioni di grande peso, sul fronte giudiziario figurano altri esponenti che sono stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione... userei il singolare. Noi abbiamo fatto delle scelte, nella formazione stessa delle liste elettorali, radicalmente diverse. Non possiamo non sottolinearle una diversità di fondo, in questo. Con rammarico, ben conoscendo magari anche l'attenuità di determinati fatti, è una questione di ordine generale che noi poniamo, non una questione di ordine personale e singolare. Riteniamo non di meno che anche qui, un segnale nei confronti della comunità, non dovrebbe essere di totale inutilità.

L'ultima considerazione che svolgo cari colleghi riguarda l'apertura politica che è stata annunciata al termine dell'intervento del candidato Presidente Rollandin rispetto alle Commissioni consiliari, tema che potrebbe portarci molto lontano. Noi abbiamo già avuto modo di segnalarle questa mattina il rammarico per il mancato coinvolgimento nella condivisione della scelta del Presidente di questa Assemblea. Lei, nell'incontrarci, nell'aprire un dialogo con noi, ha posto dei binari molto stretti, ha posto in sostanza, sul tavolo, un pacchetto di offerta. Davanti a me chi si intende molto di pacchetti, di offerte diventa difficile la scelta, soppesare il perché, il per come, le opzioni, vero collega Benin, quindi anche qui è un po' un prendere o lasciare quello che lei ha evidenziato alle opposizioni tutte. Non so come dirle, ma in qualche modo noi non ci sentiamo né di prendere, né di lasciare, non perché siamo indecisi, ma perché la nostra visione del dialogo è diversa. Noi avremmo desiderato fortemente una compartecipazione in alcuni ruoli strategici del Consiglio regionale, ma con una vocazione diversa, con un segno diverso da quello che lei ha indicato. Non abbiamo da chiosare e da interpretare sul perché lei ha fatto determinate offerte, lei ha detto "n. 1 e n. 5", "Istituzioni e Autonomia" e "Servizi sociali e istruzione". Non è questione di questo o di quell'altro, è di tipo di coinvolgimento, un coinvolgimento in sede di controllo, in sede di maggior verifica di quanto si svolge all'interno della macchina regionale ci avrebbe trovati molto, molto contenti. Avrebbe, secondo noi, dato il segno che la maggioranza non aveva paura di lasciare guardare in qualche modo all'interno della macchina regionale, di lasciare verificare puntualmente quanto sta avvenendo e come viene fatto. Invece l'organizzazione che lei ha proposto, anzi vorrei quasi dire, ha stabilito, nei confronti dell'aula è molto precisa: 5 a 2 nelle Commissioni, quindi 5 alla maggioranza e 2 all'opposizione; è una leggera, ma significativa sottorappresentazione delle proposizioni, cioè alla minoranza si danno meno presenze in commissioni e vengono offerti due ruoli di direzione, di rappresentanza di queste commissioni. Non c'è concertazione, si è già deciso. Noi valuteremo più avanti con le altre forze delle opposizioni come rispondere a questa proposta, ma devo dirle che il metodo non ci ha entusiasmato, non vorremmo che chiedesse il senso di un'apertura in qualche modo paternalistica all'opposizione. Noi crediamo, quale che sia l'indicazione che daremo nel pomeriggio poi rispetto a queste presenze nelle commissioni... riteniamo invece che si potesse procedere in modo diverso con un'attenzione diversa alla co-decisione su come organizzare quest'aula. So che il suo carattere è un po' sbrigativo, forse passa sopra a questi dettagli, queste nuances, ma noi siamo fatti così... che vuole, per qualche tempo ci dovrà sopportare! Questa, candidato Presidente, è la nostra visione.

Monsieur le Président du Conseil c'est cela le sens de notre opinion, de l'opinion du groupe "Vallée d'Aoste Vive-Renouveau" au sujet de la candidature du futur Président de la Région, de son programme de Gouvernement et de la composition de son propre Gouvernement et il sera, à mes collègues qui souhaiteront intervenir, d'intégrer cette pensée. Je vous remercie.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Il mio collega Benin mi diceva: "mi raccomando, non farla così lunga"... Sarò decisamente più sintetico, nel senso che chi è abituato ai tempi del lavoro, ancora non si abitua ai tempi della politica, ma credo che la politica si dovrà abituare ai tempi della concretezza delle decisioni.

La legislatura che sta per iniziare, la XIII legislatura, dovrà necessariamente cambiare passo rispetto alle precedenti, lo hanno capito gli elettori innanzitutto e, come sempre, il popolo, prima ancora che la sua classe governante, che il 25 maggio ha determinato in maniera chiara il senso di un bisogno di una serie di priorità, alle quali le forze autonomiste sono state chiamate a dare una risposta in primis, e anche con una esplicitazione chiara al di là delle leggi elettorali della candidatura a Presidente della Regione da parte di Augusto Rollandin.

Il popolo ha indicato in maniera chiara chi deve assumersi la responsabilità di traghettare la Valle d'Aosta nel prossimo quinquennio. Un quinquennio che finirà nel 2013, quando finiranno i fondi europei per la Valle d'Aosta, perché verranno dirottati verso i Paesi dell'est che in Europa sono decisamente più bisognosi di quanto non lo sia la nostra piccola Regione che, in montagna, fa fatica a competere con il mercato internazionale, a mantenere i suoi livelli di benessere, di welfare e di una condizione economica decisamente più favorevole, anche se si alzano forti le voci di disagio anche nella nostra Regione.

Dovremo affrontare sfide tremende, mi permetto solo di ricordare che questa piccola Regione deve vivere la propria esistenza nella consapevolezza che fa parte di un sistema ancora più grande e mostruoso sistema economico, dove non è solo l'Italia, ma è l'Europa che è schiacciata fra economie potenti, quella occidentale degli Stati Uniti e quella delle grandi nuove economie che dall'Asia si sono affacciate nei pochissimi anni precedenti. Noi, solo 7-8 anni fa, non sapevamo economicamente chi era la Cina... oggi la Cina è molto vicina come lo sono l'India e il Pakistan: economie che a noi sembrano lontane, ma che colpiscono le nostre aziende, che hanno fatto chiudere le nostre attività industriali nella bassa Valle, mettendo in mezzo alla strada delle famiglie valdostane. Un'economia valdostana, che come giustamente il - per il momento - collega Rollandin esprimeva con preoccupazione, fa fatica a mantenere il passo con la sfida della globalizzazione e che ha la necessità di smarcarsi da una omogeneizzazione dei processi non solo economici, ma anche culturali di specificità.

Condividiamo che il primo valore sul quale dobbiamo basare il nostro impegno politico nei prossimi cinque anni sia il rilancio del valore dell'autonomia, auspicheremmo però che non si ripeta quello che è successo in questi ultimi 15 anni, cioè l'autonomia utilizzata solo come strumento per gestire il potere fine a sé stesso, ma possa essere finalmente uno strumento straordinario per dimostrare che il nostro modello funziona innanzitutto a noi stessi. Perché in questo momento il modello non funziona, se non a chiacchiere, se non nei salotti della politica. In bassa Valle non funziona, nel turismo non funziona, nell'economia non funziona! Se l'Italia in queste ore ha visto il suo PIL crescere solo dello 0,10% in questo trimestre, la Val d'Aosta è addirittura fra le Regioni che si situano al di sotto di questa media nazionale. La Valle d'Aosta fa fatica. Fanno fatica le centinaia di piccole imprese e ditte individuali che hanno chiuso la loro partita IVA nei primi quattro mesi di quest'anno, oltre 113 partite IVA sono state chiuse e non perché ne sono nate di nuove. Lo sanno perfettamente quelle 4.000 imprese del settore artigiano che non solo fanno fatica ad arrivare a fine mese, non arrivano neanche alla prima settimana del mese! Pagati i contributi e le tasse non hanno i soldi per fare investimenti nelle loro aziende, ma neanche per alimentare la loro famiglia. Fanno fatica le famiglie che si ritrovano senza lavoro magari a 40-50 anni e non hanno alcuna opportunità di rientrare nel mercato del lavoro perché in Valle non esiste. C'è stato finora un unico e grande collocamento, un grande serbatoio e ammortizzatore sociale, ovvero la burocrazia regionale: la Regione, le Comunità montane, i Comuni, hanno assorbito questa disoccupazione evidente, che è diventata però latente proprio per effetto di questa ridistribuzione della ricchezza regionale là dove, invece che diventare valore di crescita, è diventato costo per i cittadini tutti.

Non saremo noi a determinare i livelli di tassazione nei prossimi anni, speriamo che lo faccia il "Governo Berlusconi" compatibilmente con quelle che sono le risorse di questo Paese, che è fortemente indebitato e impegnato in una sfida mortale dell'economia mondiale, ma crediamo che da questo "Palazzo" possa e debba partire un'operazione di ridisegno dei servizi della Pubblica Amministrazione al cittadino, perché in questa Regione questa struttura burocratica non solo non funziona ed è inefficiente, ma è molto costosa in termini economici e soprattutto di tempo che fa perdere ai cittadini nelle relazioni con la Pubblica Amministrazione. Se è vero che questa grande "macchina burocratica" è stata per un lungo decennio un ammortizzatore sociale, crediamo che possa diventare un volano per mettere nelle condizioni le poche imprese, speriamo incentivandole sempre di più, che hanno ancora voglia di scommettere sul futuro di questa Regione.

Il programma che abbiamo ascoltato, ci permettiamo di evidenziarne la pochezza in termini di contenuti; è una critica che non possiamo esimerci dal fare quando il programma di una legislatura intera, in un momento così importante e delicato per la nostra Regione, è ridisegnato in quattro paginette, quattro pagine che dovrebbero disegnare la Valle d'Aosta del nostro futuro. Non ci formalizziamo per la forma - lo abbiamo detto stamani -, ci concentriamo sulla sostanza. Auspichiamo che questi siano i punti di priorità dell'azione di governo futura. È evidente che auspichiamo di poter valutare meglio i contenuti operativi strategici di questi, che possiamo considerare semplicemente degli obiettivi della maggioranza, obiettivi peraltro condivisi.

Possiamo essere contrari a un rilancio dell'economia, di mettere in piedi tutte le norme e le leggi che possano aiutare l'economia? Non possiamo essere contrari! Speriamo che lo strumento della formazione, di cui ha parlato il Presidente incaricato, non sia - come è avvenuto in questi ultimi dieci anni - semplicemente un escamotage, anche qui ammortizzatore sociale, per mettere in tasca dei soldi ad alcuni cittadini in disagio, ma non creatore di valori in termini di competenze e di professionalità. Auspichiamo che lo strumento della formazione, come lui ha citato, per aiutare a rilanciare le imprese per creare valore, possa - anche vista la pochezza delle risorse e la limitatezza del tempo, nel 2013 non avremo tutti questi soldi - nei prossimi cinque anni fare la differenza là dove è richiesta, soprattutto nel campo della tecnologia e dello sviluppo della tecnologia in questa Regione. Nella precedente legislatura, fra mille difficoltà, qualcuno ha gettato alcune basi; noi ci aspettavamo molto di più e lui lo sa, ma speriamo che queste basi possano diventare oggi un trampolino di lancio importante per creare un valore di competenza tecnologica, per fare in modo che questa Regione possa... non dico vincere la sfida, ma almeno non perderla!

Altrettanta preoccupazione può andare nello strumento della formazione legato al rilancio dell'agricoltura, strumento economicamente importante per mantenere intatte le nostre vallate, oltre che abitate, visto che parliamo del turismo come industria primaria per la nostra Regione. Una industria che lo è nei fatti, lo dicono i numeri, il turismo come industria primaria di questa Regione, al quale rileviamo non è stata data moltissima importanza in questo programma, dove sono pochissime le righe dedicate al turismo. L'amico Benin ci ha fatto notare come tante siano le cose che si dovrebbero fare in questa Regione... avremo modo, come gruppo, di fare delle proposte concrete, ma riteniamo che ci debba essere verso questo settore una nuova consapevolezza: la consapevolezza che questa è l'industria primaria di questa Regione, quella che può creare valore e ricchezza per tutti i cittadini, anche quelli che non lavorano in questo settore. Questo concetto vorremmo fosse chiaro in questa legislatura, non abbiamo tante altre chances. Il fondovalle ci chiede di insediare nuove strutture produttive, certamente dovrà essere la qualità e lo sviluppo della tecnologia il faro che ci possa condurre alla creazione di posti di lavoro ad alta competitività. Non possiamo competere semplicemente nel fare, qui in Valle, qualcosa che in Ungheria e in Bulgaria, in Russia, in Cina o in Bangladesh fanno a un centesimo del nostro costo: non è quella la strada! Crediamo che le dichiarazioni di intenti - tali le giudichiamo - di questo programma possano trovare una loro formulazione più concreta, come il Presidente ha voluto sottolineare, nella capacità di risposta che questa maggioranza e questa Giunta dovranno dare.

Nelle scorse settimane come "PdL" abbiamo sottolineato come quasi 8.000 elettori che ci hanno dato la loro fiducia e che hanno eletto 4 Consiglieri in questa Assemblea, non siano elettori che ci vogliono all'opposizione di uno sviluppo, ma ci vogliono protagonisti, impegnati concretamente per aiutare questa Regione ad uscire dal guado nel quale si è infilata in questi ultimi 15 anni. Sono elettori che hanno espresso una forte preoccupazione sui livelli di occupazione e di lavoro e di impegno che, in questa Regione, sono diventati veramente difficili. Ed è per questo che con senso di responsabilità negli incontri che abbiamo avuto con la maggioranza, come minoranza responsabile abbiamo estrinsecato la volontà di collaborare in maniera concreta, senza però fare sconti. Non vi faremo sconti: se non sarete allineati con quello che oggi annunciate, saremo lì a rilevarlo!

Abbiamo il dovere, la responsabilità oltre che il diritto che i cittadini ci hanno dato, di stimolare alla realizzazione di questo programma che dicevamo essere largamente condiviso, ma essere complesso da realizzare, se non illuminati da una chiara consapevolezza che è finito il tempo delle feste, della distribuzione dei pani e dei pesci, delle consulenze inutili, di tutte quelle strutture che hanno appesantito l'agire politico di questa Regione. La festa è finita, i cittadini se ne sono accorti, abbiamo una nuova classe dirigente, in gran parte questo Consiglio regionale per 20/35 si è rinnovato, ed è anche questo un chiaro segnale di volontà dei cittadini di cambiamento, non solo delle persone, ma soprattutto di cambiamento culturale. Questo è il vero cambiamento sul quale dobbiamo sfidarci: il cambiamento di dare delle risposte alle richieste di questi cittadini, che chiedono, da una parte, al Governo nazionale di ridurre la pressione fiscale e l'impatto della spesa sulle attività produttive e sul costo del lavoro, di rendere più snelli i rapporti che ci sono fra i cittadini e l'Amministrazione e, dall'altra, di dare delle risposte in tempo reale. Il tempo è scaduto, non abbiamo tanto tempo. Ecco perché in questa prima fase di legislatura abbiamo annunciato la nostra disponibilità, una disponibilità condizionata - non incondizionata - e ferma al raggiungimento di questi, che consideriamo solo degli obiettivi. Vorremmo al più presto poterci confrontare sulle strategie, sui percorsi, sulle scelte; se ci sarà la condivisione su questo percorso, mantenendo chiarissimo i rispettivi ruoli di maggioranza e minoranza, nel nostro caso stimolante costruttiva, ma inflessibile, penso che la Valle d'Aosta potrà beneficiare anche di una relazione che potrebbe essere virtuosa nei rapporti con lo Stato.

Nell'espressione del suo programma il Presidente incaricato ha citato un passaggio importante quando ha detto che dovremo vincere la sfida sulla politica locale e, al tempo stesso, porre la nostra attenzione con i Parlamentari a quello che avviene a livello nazionale in Parlamento nelle due Camere, perché è indubbio che a Roma hanno altri problemi per la testa, che non pensare a proteggere una piccola comunità come la nostra! È successo con il "Governo Prodi", potrebbe succedere anche con il "Governo Berlusconi"; per questo è importante che noi del "PdL" con i Parlamentari e con il Governo si possa iniziare un dialogo proficuo. Certo, un dialogo non è favorito dai voti contrari dei nostri Parlamentari, e auspichiamo che su questo ci sia un ravvedimento operoso fin d'ora, per dimostrare a Roma la volontà di dialogo, come abbiamo stamani fatto votando il Presidente del Consiglio. Un chiaro messaggio di disponibilità concreta, non chiacchiere!

Abbiamo la necessità di far sentire a Roma la nostra voce; certo, potremmo essere dei buoni porteurs di fiducia, ma non sarà sufficiente se con il Governo regionale e i Parlamentari non ci sarà una collaborazione concreta per fare in modo che la Regione possa... non solo difendere le proprie prerogative costituzionali, ma addirittura pensare a come portare del valore aggiunto, indicando nei temi della montagna le problematiche che impongono alle nostre famiglie, alle nostre imprese, di lavorare in un territorio disagiato come il nostro. Un tema che in queste ore è all'attenzione dell'Europa con le 27 donne che sono andate al Monte Bianco questa mattina con Manuela Di Centa, a ricordare all'Europa che le comunità di montagna hanno esigenze particolari, bisogni importanti e gravi come le più grandi aree disagiate di questa Europa.

Questi sono i temi sui quali ci sentiamo di dare una disponibilità, non ci sentiamo di dare disponibilità incondizionate, saremo inflessibili se continueranno le procedure politico-amministrative del passato. Confidiamo molto nel cambio di direzione in termini di Amministrazione ed è per questo che daremo il nostro contributo soprattutto sui temi importanti che abbiamo appena esposto. Auguriamo a tutto il Consiglio e ai Consiglieri una legislatura consapevole e un buon lavoro, perché non ne abbiamo bisogno solo noi 35, ne hanno bisogno le famiglie che a casa aspettano da noi delle risposte importanti, non solo dalla maggioranza. È per quello che abbiamo ritenuto importante il gesto - anche se considerato nella forma magari non ottimale delle commissioni di lavoro - ... la disponibilità di offrire due Commissioni alle opposizioni per condividere il lavoro delle riforme e nei settori importanti per la società valdostana. Consideriamo questi quali timidi gesti di disponibilità che arrivano da parte della maggioranza, non vogliamo lasciarli cadere, ma non illudetevi che sia una legislatura facile e... noi siamo qui per fare in modo che sia la più costruttiva possibile!

Président - La parole à la Conseillère Fontana Carmela.

Fontana (PD) - Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, è con particolare emozione che intervengo in questa seduta inaugurale del nuovo Consiglio regionale, a nome del gruppo del "Partito Democratico". L'emozione mi viene non solo dalla responsabilità di svolgere nel miglior modo possibile il ruolo di Capogruppo, ma anche dalla responsabilità di rappresentare in aula tutte le elettrici e gli elettori del "PD".

È fondamentale a nostro avviso, nel rispetto del risultato elettorale, che ci affida un ruolo significativo di opposizione, assieme a chi ha sottoscritto con noi un programma elettorale, cercare di cambiare la Valle d'Aosta per far superare ai valdostani le difficoltà crescenti generate da una congiuntura economica sfavorevole. Dobbiamo fare in modo che il dialogo fra le distinte forze politiche fra maggioranza e minoranza, a cui noi aspiriamo nel rispetto e nella chiarezza dei ruoli, non sia un teatrino o una commedia dell'inganno, ma diventi l'occasione per un vero approfondimento per le questioni.

Prendiamo dunque atto della disponibilità concreta mostrata dalla maggioranza, attribuendo all'opposizione due presidenze di Commissione. È un primo passo per costruire un modo nuovo di affrontare i problemi e di risolvere le emergenze, un primo passo intorno al quale occorrerà costruire una prassi nuova di lavoro, nuove modalità di relazione. Per essere chiari, è opportuno sottolineare alcuni temi che ci stanno particolarmente a cuore. In primo luogo, il "problema casa", sia esso legato al peso crescente delle rate del mutuo per l'acquisto, sia esso la complessità e i tempi lunghi del contributo regionale di integrazione all'affitto, sia esso la scarsa disponibilità di case popolari per l'emergenza abitativa e per le nuove esigenze. Per risolvere queste problematiche, a nostro avviso occorre rimettere mano in modo organico al regolamento dei mutui prima casa, rendendolo più agile, aumentando la possibilità di accesso, incrementando a 140mila euro per nucleo familiare il massimale erogabile. Per quanto riguarda l'integrazione dell'affitto, auspichiamo più fondi e tempi di erogazione più stretti, mentre per l'emergenza abitativa chiediamo che i nuclei familiari in attesa di un alloggio siano soddisfatti nel minor tempo possibile e comunque nell'arco di mesi e non di anni.

La Valle d'Aosta ha bisogno di risorse per poter finanziare il suo stato sociale, per questo occorre moltiplicare gli sforzi per un nuovo sviluppo economico. I valdostani stanno dimostrando con la propria iniziativa privata di contribuire alla tenuta del tessuto economico, ma è opportuno che anche l'Amministrazione regionale faccia la sua parte, incrementando significativamente i propri investimenti. In particolare la Regione deve investire in infrastrutture, perché è un investimento con due aspetti positivi: si iniettano importanti somme nel sistema produttivo e si realizzano opere che renderanno più competitiva l'economia: ciò vale innanzitutto per la ferrovia che, con la crisi petrolifera, sarà sempre più strumento di sviluppo durevole e sostenibile, ma anche per le strade informatiche, le strade vere e proprie, gli impianti a fune, eccetera. Investire in infrastrutture significa poi, attraverso lo sviluppo economico, incrementare le occasioni di lavoro, il lavoro, che è un'esigenza indispensabile per ogni cittadino e che troppo spesso nella nostra Regione è carente per quantità e qualità.

Più sviluppo - si diceva - per avere più risorse per lo stato sociale. La nostra Valle da questo punto di vista offre già molto, tuttavia vediamo dei settori in cui si deve fare di più. Innanzitutto occorre garantire un reddito minimo dignitoso, che può oggi essere valutato a 700 euro a tutti gli ultrasessantacinquenni e a tutti gli invalidi che non hanno la possibilità di svolgere un'attività lavorativa e che non godono di tale reddito. A queste persone l'Amministrazione regionale deve integrare il reddito ai livelli sopra menzionati per il principio di dignità. Più in generale occorrerà una maggiore attenzione alle famiglie, alle persone sole, alle persone in condizioni di disagio, perché il tessuto sociale sia vivo e perché l'area dell'esclusione sia sempre più limitata.

A questo punto non posso non richiamare il tema delle pari opportunità. In questo Consiglio regionale siamo ancora solo in cinque Consigliere donne su trentacinque. Un segnale simbolico, ma chiaro, di quanta strada c'è ancora da fare in questo settore. Mi auguro che nella scelta dei dirigenti dell'Amministrazione regionale di nomina fiduciaria e nella scelta dei rappresentanti dell'Amministrazione regionale nelle società partecipate si tenga conto delle grandi competenze presenti nell'universo femminile, che sino ad oggi non hanno avuto la possibilità di dimostrare le proprie capacità.

A conclusione, il gruppo del "PD" ribadisce lo stile con cui vuole affrontare questa legislatura, lo spirito di servizio nei confronti di tutta la comunità valdostana.

Président - La parole au Conseiller Salzone.

Salzone (SA-UdC-VdA) - Approfitto di questo primo intervento della XIII legislatura per augurarle, signor Presidente del Consiglio, un sereno ed incisivo lavoro in questa che è la più importante assise della nostra Regione, e con lo stesso spirito voglio salutare tutti i colleghi con particolare riferimento a quelli che per la prima volta siedono in questi banchi, nell'auspicio di una collaborazione reciproca all'insegna dell'interesse comune e della nostra comunità.

Se dobbiamo in modo molto sintetico trarre le conclusioni del risultato elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale, non possiamo nel nostro ragionamento prescindere dal fatto che alla vigilia le proiezioni erano tutte o quasi per un ballottaggio fra la nostra coalizione e le forze di Sinistra del "Galletto", anche perché dall'altro fronte il partito del "Popolo della Libertà" era dato in grande crescita anche sulla scia del risultato nazionale... come è ovvio a tutti, così non è stato!

Il nostro progetto politico di solo forze autonomiste è stato premiato dall'elettorato ed ha, con un colpo di spugna, cancellato l'ipotesi da qualcuno adombrata di percorrere l'esperienza nazionale di un bipolarismo che ad oggi ha dato solo pessimi risultati. Ni droite, ni gauche e ben posizionati al centro, ben collocati in un centro determinato. Determinato a raggiungere obiettivi importanti, ma anche moderato, quando per moderato si intende lontani dalla politica urlata, lontani dalla politica del "no" sempre e comunque, lontani da quei partiti o quei personaggi che soffrono della sindrome di coloro che credono di avere sempre ragione su tutto o, peggio ancora, rifiutano di sapere quello che non fa loro comodo sapere. L'elettorato ha bocciato quei partiti e quei personaggi politici che hanno rappresentato tutto questo. La gente invece ha bisogno di una classe politica seria, che abbia voglia di lavorare per il bene della comunità, che sia capace di prendere decisioni importanti, che burocratizzi l'apparato pubblico, che dia sostegno a chi ha più bisogno, che sia intransigente con i furbi e con i fannulloni, ma nello stesso tempo sappia valorizzare chi ha qualità ed iniziativa.

Abbiamo la sensazione che per troppo tempo abbiamo diseducato i nostri giovani al miraggio di un posto di lavoro in Regione o al Casinò e anche per questo, forse, oggi manca una classe dirigente giovane, capace di creare competitività e mercato soprattutto nel settore privatistico. Ci sono momenti nella vita politica di un Paese o di una Regione in cui è necessario rimboccarsi le maniche, nella consapevolezza che gli anni che ci aspettano saranno molto duri. Non possiamo illudere nessuno, la crisi internazionale che parte dagli Stati Uniti e ha raggiunto l'Europa, quindi anche il nostro Paese - basti ricordare che alcune banche anche in America stanno fallendo proprio sulla questione dei mutui casa - per non parlare del caro prezzo del petrolio che oggi è a 143 $ al barile con tutti i riflessi negativi che questo comporta, tutto ciò ci fa pensare che siamo in un momento in cui bisogna riflettere seriamente. Il mondo globalizzato e l'apertura delle frontiere in Europa ci pongono problemi di integrazione e di convivenza con gli altri popoli di cultura diversa, ma ci pongono anche problemi di mercato, problemi che solo con tenacia, qualità e con la qualità e con i grandi numeri possiamo sperare di risolvere dimostrando di essere competitivi. Il nostro Paese, poi, paga con anni e anni di governi deficitari un prezzo troppo alto che come sempre pesa in maniera maggiore su chi è più debole. Basti pensare che ancora oggi abbiamo un debito pubblico di 1.500 miliardi di euro, e ogni anno paghiamo 70 miliardi di interesse che incidono in percentuale anche sul nostro bilancio; anche per questi motivi dovremmo avere l'onestà intellettuale di essere chiari sulle difficoltà che ci attendono.

L'appuntamento con il federalismo fiscale dovrà trovarci tutti, maggioranza e opposizione, uniti nella difesa della nostra territorialità montanara, che non può certo essere paragonata in senso generale a quella più facile della pianura. Alcune sirene da Roma non ci consentono di restare tranquilli; ci attendono quindi sfide difficili. La situazione la conosciamo: a fronte di salari statici dobbiamo fare i conti con il caro-prezzi, che è aumentato solo quest'anno di 1.500 euro per famiglia e l'aumento pare non fermarsi, anche i dati degli ultimi giorni sono sempre in aumento. L'antitrust punta il dito sui telefoni, assicurazioni, energia, credito; alcune banche sono addirittura sotto inchiesta per usura. Eppure il Ministro Tremonti aveva assicurato un intervento sulle banche che ad oggi non c'è stato. Sembrava che si fosse pattuita una sorta di pace sociale nell'interesse del Paese, ma basta aprire i giornali o accendere la televisione per capire in quale caos perduriamo. Che fare quindi? A noi toccherà pensare in modo serio ai problemi che inevitabilmente hanno toccato la nostra Regione e che, viste le premesse, necessiteranno di un impegno particolare e un confronto continuo, sia con le forze politiche che con le parti sociali. E soprattutto dobbiamo chiederci come mai il nostro PIL cresce meno che nel resto del Paese.

Il nostro programma di legislatura non è certo il "libro dei sogni", vuole anzi essere uno strumento concreto per intervenire in alcuni settori, dove si sono evidenziate delle preoccupazioni. Citiamo nei rapporti con lo Stato l'assoluta necessità di salvaguardare la nostra specificità e il rispetto del nostro particolarismo culturale e linguistico, bisogna salvare la nostra autonomia. È necessario raggiungere un accordo che sancisca definitivamente il principio dell'intesa Stato-Regione, bisognerà riscrivere lo statuto di autonomia in una logica federalista ed europeista, partendo dai vari lavori già effettuati, compreso quello della convenzione che, a nostro avviso, rimane un'esperienza importante per quanto si è già prodotto.

Ci sono poi i problemi che tocchiamo più con mano, come quello allarmante della Casa da gioco: qui ci sono diversi ordini di problemi che incidono sia sotto il profilo economico che sotto il profilo occupazionale. Le varie gestioni della passata legislatura che hanno operato in maniera orizzontale si sono dimostrate gestioni incapaci, fatto che abbiamo sempre denunciato. Oggi bisogna pensare a una riorganizzazione verticale, con una chiara individuazione delle posizioni, e avere il coraggio di sollevare, qualora ce ne fosse bisogno, da responsabilità verticistiche quei dirigenti che non hanno dimostrato capacità ed iniziativa. Sarà necessario poi trovare gli strumenti che consentano un rilancio dell'immagine con un piano di sviluppo serio e consono con l'obiettivo che si vuole raggiungere. Sì, perché il problema è sempre lo stesso e al quale non abbiamo ancora dato una risposta definitiva: quale Casinò vogliamo?

I temi su cui "Stella Alpina-UdC" sarà più incalzante saranno però, come sempre, quelli che ruotano attorno alla famiglia, quei problemi sociali che riguardano le esigenze della gente, così come abbiamo fatto nella passata legislatura proponendo iniziative come quella sul risparmio del 30% sulla bolletta elettrica o sullo sconto autostradale per i pendolari valdostani o la proposta sul telelavoro, che dovrà partire. La qualità della vita, il diritto al lavoro, il diritto alla casa, il diritto all'assistenza, povertà e nuove povertà: tutti argomenti che ruotano attorno all'uomo e all'ambiente in cui viviamo e hanno bisogno di un approfondimento di tipo sociologico ancor prima dell'elaborazione progettuale.

Senza doverci addentrare in modo specifico su tutti i problemi, pare ovvio ormai a tutti che l'incidenza dell'affitto sul reddito di una famiglia media è diventato in alcuni casi insopportabile. È pur vero che i contributi sull'affitto nella nostra Regione sono una valvola di sfogo, ma bisogna anche tener conto dei numerosi contratti ad evasione che non consentono ai richiedenti il contributo di attestare l'esatto importo del canone, con il risultato di avere un contributo non rispondente all'effettiva congruità. Negli ultimi anni, poi, sono sempre più le famiglie che hanno raggiunto livelli di povertà, non invento l'acqua calda su questo tema; sono più di 3 milioni le famiglie povere che rappresentano 8-10 milioni di individui residenti nel nostro Paese. Questi dati li fornisce l'ISTAT in una indagine sulla povertà relativa e altri 2 milioni di persone sono molto prossime alla soglia di povertà, che è fissata a 970,34 euro per due persone, a 582 per una persona sola, che cresce per una famiglia di quattro persone a 1.581,65 euro. Questo vuol dire che le famiglie che hanno una spesa media pari o inferiore a questa soglia vengono classificate come povere. Si badi bene che questi dati nazionali devono essere valutati nella maniera più corretta, perché i 1.000 euro di una famiglia del sud o del centro Italia valgono molto di più dei 1.000 euro guadagnati in Val d'Aosta. Basta pensare che da noi il trasporto, il vestiario, il riscaldamento incidono molto di più che in altre zone.

Un altro aspetto da non sottovalutare è la difficoltà che incontriamo a reperire i dati relativi alle famiglie in difficoltà economiche. Sovente vengono nascosti da quella che ho sempre chiamata "dignità montanara", atteggiamento che contraddistingue la nostra comunità, ma arriviamo a uno dei punti cruciali, peraltro dati che ho già esposto anche alla fine dell'ultima legislatura. Oggi, valutando i dati forniti dall'ISTAT, abbiamo di fronte una situazione nel centro-nord, dove la Regione Valle d'Aosta è quella che ha più povertà. Basta pensare che il livello di indigenza - questi sono dati che risalgono a più di un anno fa - per esempio a Trento è di 5,3%, a Bolzano del 7,1%, in Toscana è a 6,8%, in Emilia Romagna al 3,9%, in Valle d'Aosta raggiunge l'8,5% con un PIL che rispetto al resto del Paese cala dello 0,9%. Se questi dati hanno un senso nonostante le numerose iniziative a sostegno dei più deboli e che si possa affermare che siamo all'avanguardia in materia di politiche sociali, avendo un osservatorio che funziona, sono dati che ci devono far riflettere. Ci devono far capire quanto la casa pubblica ha rappresentato in passato, ma rappresenta in modo particolare adesso, un ammortizzatore sociale importante.

Siamo sempre più convinti che esistono e continuano ad aumentare troppe fasce di cittadini con problemi che si moltiplicano e si aggravano e chi è attento capisce che nei prossimi anni i dati rischiano di peggiorare: basta pensare alla situazione dei cassaintegrati, dei licenziamenti nella bassa Valle. Purtroppo ci sono molti casi nella realtà quotidiana, in cui questi problemi assumono connotati diversi: quando la casa più che un desiderio diventa un'angosciante speranza o quando la precarietà del lavoro crea ansia o insicurezza o quando si convive con una disabilità. Queste dovrebbero essere le preoccupazioni primarie di noi amministratori pubblici, perché evidenziano problematiche complesse e diverse, perché riguardano il serio, diffuso e spesso nascosto disagio sociale, perché attengono ad aspetti che non dovremmo trascurare, ma dovrebbero guidare le nostre scelte politiche con leggi serie e lungimiranti, perché quando non si dimostra a favore dei cittadini e delle loro necessità la politica allora segue percorsi sbagliati. Quando siamo sulla difensiva, rischiamo di nascondere la realtà e sbagliamo. Dicevamo che sono i temi sociali sui quali porremo la nostra attenzione: dalla casa al lavoro, dalla sanità all'istruzione, fino alla solidarietà.

L'attenzione delle istituzioni e di noi amministratori pubblici deve essere rivolta a quel processo di rinnovamento che auspichiamo dalla società. Al di là dei confini fra maggioranza e opposizione sono sicuro che con la buona volontà saremo in grado di trovare soluzioni capaci di soddisfare molte persone, perché siamo convinti che stanziare risorse a favore degli anziani e di chi li assiste, pur essendo una soluzione parziale, assicura sollievo a molte persone. Offrire contributi alle giovani coppie che intendono sposarsi non risolleverà le sorti del mondo, ma permette di affrontare la vita con maggiore serenità a molte famiglie. Occuparsi e dare sostegno alle madri sole che intendono prendersi cura dei propri figli non produrrà effetti universali, ma consente una maggiore serenità a tante donne. Studiare formule di microcredito alle famiglie in difficoltà restituibile con forme di prestazioni lavorative non risolleverà il problema della loro vita, ma darà una boccata di ossigeno a molte persone che tribolano. Creare opportunità di lavoro, formare le professioni, finanziare nuove imprese non inciderà sull'economia internazionale, ma certamente su quella locale ed è già qualcosa.

Abbiamo l'impressione che ci sia bisogno di riallacciare quel rapporto indispensabile fra offerta dei servizi necessari e crescita sociale. In passato ci siamo trovati troppe volte davanti a una negazione o perlomeno a una sottovalutazione di queste esigenze sociali, e quando ci sentiamo proporre i dati demografici di questo Paese, avvertiamo la necessità di fermarci a riflettere. Questa è una Italia che, da un lato, non procrea più e, dall'altro, i flussi migratori da altri Paesi superano il calo demografico interno, i dati ci dicono che se vogliamo mantenere gli attuali livelli produttivi c'è bisogno dei flussi migratori. Quando si prende atto che ci sono delle trasformazioni sociali e dei processi connessi con lo sviluppo economico e la globalizzazione, se non sono ben governati rischiano di avere anche come altra faccia della medaglia fenomeni di esclusione sociale. Ecco cosa significa per noi governare i nuovi problemi: conoscerli, prima di tutto, per poi intervenire con proposte serie e lungimiranti, ma avremo modo nel corso della legislatura di approfondire meglio questi ed altri temi che ci stanno a cuore, lo faremo in particolare con quelli connessi all'Assessorato dei lavori pubblici che Marco Viérin andrà a gestire.

Prima di terminare, il gruppo di "Stella Alpina" vuole manifestarle, Presidente, con assoluta trasparenza, la propria disponibilità a lavorare con dedizione affinché si possano raggiungere gli obiettivi che come maggioranza ci siamo prefissi. "Stella Alpina-UdC" vuole fare squadra con lealtà ed essere incisiva nel Governo, vuole avere un dialogo e un rapporto costruttivo non solo con l'"Union Valdôtaine" e "Fédération Autonomiste", ma anche con le forze di opposizione, soprattutto sui temi di interesse generale, tutto con garbo e nel rispetto dei singoli ruoli. "Stella Alpina-UdC" vuole svolgere il suo ruolo con serenità e caparbietà sapendo che lei per primo, Presidente, si adopererà nel rispetto reciproco per riconoscerci il giusto ruolo che in questa coalizione ci compete. Per questo sin da oggi auguriamo a lei e alla sua Giunta di raggiungere i massimi successi, magari abbattendo parte di quei costi della politica a cui molti hanno fatto riferimento, facendo della buona ed oculata amministrazione, nell'interesse primario della nostra comunità.

Président - La parole au Conseiller La Torre.

La Torre (FA) - Innanzitutto mi associo al saluto ai colleghi, con i quali avremo modo di conoscerci, penso che sarà una bella esperienza per tutti.

Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi della minoranza, mi ha fatto piacere sentire un clima sereno e di qualità: questo è un buon auspicio, un modo positivo di iniziare una legislatura. Ho registrato alcune cose, in particolare sentendo parlare l'amico Louvin, il passaggio dove lui dice "abbiamo idee diverse". Credo che sicuramente abbiamo idee diverse, ma devo dire che lei, le sue, come sempre - glielo riconosco pubblicamente - le esprime molto bene, però lei vorrà convenire con me che gli elettori valdostani si sono espressi in modo inequivocabile a queste elezioni, indicando da quali forze politiche volevano essere governate, le forze regionaliste autonomiste che noi rappresentiamo. Questo credo sia un dato di fatto, da cui dobbiamo partire, anche perché oggi non è una giornata - sebbene rituale, formale - di bilancio; oggi non stiamo facendo un bilancio delle intenzioni, noi qui stiamo trasformando, per quel che ci riguarda, questo mandato preciso che abbiamo avuto dagli elettori in un progetto di governo. E su questo forse abbiamo delle idee diverse, ma d'altronde eravamo anche in schieramenti diversi; la legge elettorale stessa dice questo. Io, oggi, sono qui a confrontarmi con la minoranza, perché questa legge elettorale costruiva già così questo percorso.

Allora oggi questo progetto di governo prende forma, è un'assunzione di responsabilità rispetto a questo voto che ha detto inequivocabilmente una cosa, e credo che sia un progetto di governo chiaro, che getta delle prospettive politiche, anche perché questo voto è un voto consapevole, perché viene da un'esperienza di queste forze di governo già sotto l'egida del Presidente Caveri, e poi diventa un voto maturo, perché nel momento stesso in cui presentiamo un programma comune, ci esponiamo in maniera chiara, quindi chi ha votato questo progetto in modo maturo ha capito quello che proponevamo, oserei dire un "modello valdostano della politica". Un modello che oggi potrebbe essere di esempio anche per altre Regioni. Questo un po' il tentativo, il tentativo di dare un senso a questo voto dei cittadini valdostani che hanno compreso come in un bipolarismo imperante in Italia, non ci sia una soluzione per le piccole autonomie come la nostra, ma che forse un processo di miglioramento della qualità della vita o di mantenimento di questo benessere passa attraverso un consolidamento di quelle forze che operano sul territorio e dimostrano e dimostreranno con le loro azioni di assumersi la responsabilità di garantire questa qualità della vita.

Ecco che allora questo progetto che oggi presentiamo - come qualcuno ha detto - in modo sintetico, ha un senso della realtà: rivendico per la nostra maggioranza un senso della realtà. Comprendere i problemi e cercare di sintonizzarsi con essi in modo semplice, concreto, con delle azioni che poi dovranno - e sicuramente lì ci sarà modo di confrontarsi con l'opposizione - trovare applicazione. Voglio subito dire perché questo progetto di governo delle forze autonomiste, che dà un senso ad una alleanza politica, secondo me è un progetto su cui le forze politiche dovranno lavorare molto, in quanto è un progetto che potrà dare grandi soddisfazioni a questa Regione. Voglio anche dire che deve essere un progetto di dialogo, non vedo perché ci debba essere una chiusura nei confronti delle forze, così come giustamente penso che sia estremamente importante - mi rivolgo all'amico Lattanzi - che questo governo, e quindi apprezzo il fatto che lei, in qualità di Presidente della I Commissione... non è lei, pensavo, era una mia intuizione, non felice in questo caso... apprezzo il fatto che si possa dialogare, perché il federalismo fiscale se da un lato può sottolineare un percorso positivo dell'autonomia, dall'altro è un rischio per le piccole autonomie. Questa deriva federalista, se non è gestita a livello centrale, perché la nostra voce a livello centrale è modesta rispetto ai numeri del "Governo Berlusconi", oggi può diventare un problema per la Valle d'Aosta, ecco che allora il dialogo diventa indispensabile e credo che voi stessi, che vivete la Valle d'Aosta come forza politica, sentiate anche voi questa necessità di condividere con noi questa difesa all'interno di un federalismo fiscale che potrebbe essere dannoso per la nostra realtà.

Allora penso che oggi non dobbiamo tanto entrare in singole questioni, avremo modo sicuramente di confrontarsi più a lungo, oggi abbiamo gli aspetti formali che sono anche sostanziali da portare avanti, ma credo che la vera questione sia una questione politica, collega Louvin, e avremo modo sicuramente di riparlarne. Con questo "Fédération" credo abbia espresso il suo pensiero all'interno del progetto politico.

Président - La parole au Vice-président Chatrian.

Chatrian (VdAV-R) - Mi associo ai saluti di tutti i colleghi, soprattutto ai diciotto nuovi in questo Consiglio regionale, soprattutto di quelli della XIII legislatura. Abbiamo sentito tanti aggettivi, tante parole importanti; riassumendo, vorrei fare qualche considerazione ad alta voce con voi, soprattutto sulla terminologia utilizzata: tempi, costi, risposte, impulsi.

Ringraziamo, come detto già dai colleghi di minoranza, il Presidente incaricato che ci ha incontrato due volte, cortesia, non solo; primo dibattito, prime analisi, poco puntuali, indubbiamente non siamo scesi nel dettaglio, e oggi siamo a discutere sul Presidente candidato, non più incaricato, alla Presidenza della Regione. La sua relazione, ci è stata presentata verso mezzogiorno... e noi abbiamo avuto queste tre ore di attento lavoro su queste sette pagine abbondanti. Punti di rilievo e priorità: sintetico, è stato utilizzato questo termine, e poi pragmatico. In precedenza è stato detto dal collega Lattanzi, non perdiamo troppo tempo, legandolo al collega Benin. Però proprio su questo passaggio penso che ci vada anche del tempo per discutere, per confrontarsi, se vogliamo confrontarci!

Il popolo valdostano ha legittimato la maggioranza, ha dato titolo, è stato riconosciuto anche nei due incontri informali che abbiamo avuto le scorse settimane. La maggioranza dovrà governare e l'opposizione dovrà fare minoranza, un'opposizione puntuale, determinata, ma quello che chiediamo, come gruppi di minoranza, è il vero confronto, sulle modalità, sul come eventualmente affrontare, sulle diverse soluzioni per affrontare i piccoli e grandi temi e in queste sette paginette e mezzo, molto forti, troviamo dei punti di altissimo livello e troviamo, anche dei dettagli, quali il passaggio sulle "nuove specie cacciabili", il passaggio sulla legge regionale n. 45 (dove sono da rivedere le competenze), il passaggio sul part-time; scendiamo quindi in dettaglio per certi argomenti, la fontina di alpeggio, e si scende anche per quanto riguarda il turismo anche se troviamo solo due frasette. Sappiamo quanto sia importante il turismo per la nostra Regione, unico ente Regione preposto all'informazione, e questo penso sarà oggetto di dibattito futuro.

Quindi una relazione ampia con un range molto ampio, con una maglia molto ampia dove le soluzioni possono essere tante e diversificate, di respiro. Possiamo leggerla da due parti: dall'una, quasi la possibilità di scegliere giorno dopo giorno gli indirizzi di tipo politico; dall'altra, quel dare pragmatismo per dare delle risposte al quotidiano. Auspichiamo che ci sia non solo il giorno dopo giorno, ma che ci sia proiezione, prospettiva per il futuro. Poi leggendo più che analizzando (in tre ore non è che si possa analizzare in dettaglio, anche se in maniera superficiale i contenuti li avevamo già avuti due settimane fa dal Presidente incaricato) queste sette pagine, vediamo: dare risposte, concretizzare, velocizzare, razionalizzare, ridurre, consolidare, e ancora: efficacia, efficienza reale, risolvere, riorganizzare. Parole importanti e forti, la "macchina" è elefantesca, forse volutamente complicata e complessa, quindi metterci mano immagino che non sia semplice, lo sappiamo tutti.

Vorrei farvi solo un'ultima piccola considerazione. Tutto ciò che ho ricordato in precedenza ci può dare quell'indirizzo di essere quasi d'accordo sui vocaboli che ho appena citato. Il Presidente incaricato già una settimana fa ci ha confermato il fatto di organizzare un Assessorato in più, prevedendone otto e non sette. È stato detto dal collega Louvin come nel '91 ci sia stato un ampio dibattito ma, (indipendentemente dal dibattito del '91) ritengo che ci sia stata un'evoluzione della società e anche della politica, se siamo qui a discutere di tempi, costi e risposte pragmatiche, è perché la "macchina politica" è lontana dal "sistema Valle d'Aosta", e soprattutto dai valdostani. Proprio nel '91 il collega Rollandin diceva queste parole che condivido totalmente: "Pour les citoyens il est déjà très difficile de comprendre où il faut s'adresser pour avoir une certaine réponse à une démarche, si on voulait compliquer les choses je crois qu'on a réussi". Parlo del Consiglio del 12 luglio 1991, l'oggetto era un disegno di legge, ma il dossier politico era la creazione di un nuovo Assessorato, quello all'ambiente, territorio e trasporti.

Lo stesso passaggio che vi leggerò adesso l'ho portato a conoscenza del Presidente incaricato tre giorni fa, quando ci siamo incontrati. Se la giustificazione politica è quella dell'impulso, perché non dare impulso direttamente al Dipartimento, conosciamo la macchina organizzativa di questa Regione: 18 Dipartimenti, una Segreteria generale, e quindi se c'è la volontà di dare delle risposte (come in queste sette paginette sembra esserci), diamo impulso a livello organizzativo all'interno del Dipartimento. La risposta è stata: dobbiamo dare delle risposte di tipo politico, quindi dobbiamo dare forza all'indirizzo di tipo politico, e non solo a quello amministrativo dirigenziale.

Il collega Rollandin nel '91 diceva: "A mon avis c'était beaucoup mieux de prévoir un système pour coordonner les services existants, ce qui était possible au niveau des fonctionnaires et des dirigeants, et en même temps de prévoir la possibilité de coordonner au niveau politique l'ensemble des compétences". Résumé: era stata detta praticamente nell'ultimo incontro la stessa cosa. Cito questo passaggio, perché al momento conosciamo solo la suddivisione degli Assessorati, non possiamo entrare nei dettagli, qui si parlava di disegno di legge, per cui si poteva entrare in dettaglio fino in fondo fra Direzioni, Servizi, eccetera, mentre in questo momento non conosciamo neanche le macrostrutture, quindi non possiamo andare oltre, ma andremo oltre nei prossimi Consigli. "Je voudrais savoir déjà aujourd'hui quel est l'Assessorat qui n'a pas de compétences sur l'environnement. Je crois que de l'instruction publique au tourisme, en examinant tous les Assessorats, tous ont des compétences sur l'environnement". Penso che anche su questo siamo d'accordo.

L'ultimo passaggio e poi termino, legandolo alle otto pagine presentate dal candidato Presidente: "Je regrette de devoir dire qu'on a fait face à des problèmes internes, en jouissant d'une possibilité comme l'environnement, qui peut tout dire que dans ce sens ne signifie rien, c'est un système triste de résoudre les problèmes sans rien aborder". Queste erano le sue considerazioni del '91 quando sono state create le condizioni politiche per un Assessorato in più, un Assessorato difficile e, allo stesso tempo, che si interseca come citato da Lei collega Rollandin nel lontano '91. Ecco, i dubbi li avevamo portati sul tavolo non solo a livello politico, ma anche amministrativo e, di conseguenza, organizzativo, ma cozzano un poco con quel pragmatismo che abbiamo letto in queste otto pagine, dove si parla di razionalizzare, di efficacia ed efficienza, di tempi, di costi. Sappiamo cosa significherà parlare non con due Dipartimenti, ma con due Assessorati, quindi con competenze diverse, struttura politica diversa, Dipartimenti diversi, dirigenti diversi.

Poniamo ancora una volta all'attenzione, (come abbiamo fatto tre giorni fa nell'ultimo incontro) il fatto che forse c'è qualcosa che cozza con l'indirizzo con cui si vorrà rivedere la legge n. 45, come ci è stato esplicitato negli ultimi due incontri. Facciamo attenzione, se vogliamo dare delle risposte e ridurre i tempi, se vogliamo soprattutto ridurre i costi, dobbiamo essere concreti e coerenti anche perché sono i cittadini che pagano. Direi, quindi in conclusione che ne riparleremo, vedremo successivamente, in questo momento non conosciamo la suddivisione delle strutture e delle competenze.

Président - La parole à la Conseillère Morelli Patrizia.

Morelli (VdAV-R) - Je vous remercie, Président. Je salue les collègues dans cette première séance.

Je prends essor de l'intervention du collègue La Torre, qui invite à ne pas entrer dans les détails aujourd'hui, nous aurons le temps. Je suis bien d'accord, mais je me dois de faire une remarque rapide, qui - je me souhaite - aura une réponse ponctuelle, car elle nécessite d'une réponse ponctuelle, car dans le cas contraire cela aurait des conséquences profondes en termes de tracas dans la société valdôtaine.

D'une première lecture rapide du programme de législature, nous pouvons remarquer que rien de spécifique n'est explicité pour ce qui concerne la santé publique. Vice-versa, comme le soulignait M. Chatrian, on entre dans les détails dans des domaines qui ne touchent pas à la généralité de la population. S'agit-il d'une volonté manifeste ou d'un oubli? C'est ce que nous nous demandons et que nous vous demandons, M. le Président chargé. Nous croyons que le manque apparent d'attention vers un secteur primordial nous parait tout au moins peu délicat, ou bien alors de ce point de vue devons-nous croire que, selon l'avis de cette majorité, nous vivons dans le meilleur des mondes et que notre Région est déjà au top dans le domaine de la santé publique? C'est tout ce que j'avais à préciser et à demander. Je vous remercie.

Président - La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - È la prima volta che prendo la parola nell'aula del Consiglio regionale. Sono emozionato e preoccupato nel contempo, perché sento forte il peso di rappresentare, anche se in piccolissima parte, i bisogni, i "Desiderata", le speranze dei cittadini elettori che poche settimane fa ci hanno delegato a rappresentarli. Per questo motivo rivolgo sinceri auguri di buon lavoro al Presidente, all'Ufficio di Presidenza, al Presidente della Regione e agli Assessori. Auguri sinceri che rivolgo anche agli operatori dell'informazione per il loro lavoro difficile e delicato, e ai dipendenti della Presidenza del Consiglio, che con scrupolo sono sicuro ci supporteranno, e... a noi tutti, perché ne abbiamo bisogno! La Valle d'Aosta ha bisogno di un lavoro serio e concreto di questa Assemblea, per questo tutti noi dobbiamo abituarci anche ad ascoltare parole ed opinioni che non condividiamo con il rispetto che si deve a ciascuno in un'aula consiliare. E mi ha fatto piacere sentire questo concetto nell'intervento introduttivo di questa mattina del Presidente incaricato.

Nelle scorse settimane, il Segretario nazionale del "PD", intervenendo alla Camera dei Deputati, ha ricordato una frase scritta da Piero Calamandrei, uno dei padri fondatori della nostra Costituzione. Cito: "Il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza". E aggiungeva però: "Quest'ultima a sua volta deve avere rispetto per la legittimità elettorale della maggioranza e la legittimità costituzionale del Governo". Questa è l'essenza di una democrazia parlamentare che cercherò di praticare.

Il Governo regionale che oggi sarà eletto ha una sua maggioranza forte. La forte rappresentanza conta, ma conta di più l'esistenza di un disegno alto e forte di governo e di cambiamento. Mi dispiace, signor Presidente Rollandin, non è sufficiente una relazione nella quale peraltro mi ritrovo in diverse parti, non bastano i titoli, richiamandosi al programma elettorale comune, le indicazioni di alcuni punti e la mancanza di opere che erano per noi sbagliate, per fare di un programma di legislatura un'idea di futuro praticabile e positivo. Non ho trovato questo disegno nel suo pur positivo discorso: per questo, Presidente, conoscerà un'opposizione seria, responsabile, che avanzerà proposte, convergerà quando sarà d'accordo e si opporrà quando non lo sarà.

Dagli incontri avuti come gruppo del "PD" e dalle parole del Presidente, avvertiamo e condividiamo l'esigenza di essere all'altezza delle aspettative dei cittadini in anni in cui la politica è spesso apparsa e appare alla gente distante e sorda. Avvertiamo tutti l'esigenza di restituire certezze ad una società inquieta e percorsa da mille febbri ed insicurezze. Per questo motivo abbiamo apprezzato la volontà espressa nel discorso del Presidente di un confronto costruttivo con le forze di opposizione sui problemi centrali della Regione. Ci sembra corretto il richiamo alle responsabilità di ciascuno per mettere al centro della politica le attese, le aspettative, le domande dei valdostani. L'intento quindi è quello di dare il nostro apporto per approvare misure che diano velocità e trasparenza alla "macchina decisionale" della Regione, che sappiano incidere sui costi della politica e dell'Amministrazione pubblica, che riescano a dare impulso alla capacità di affrontare e sciogliere i nodi del lavoro, della formazione, delle nuove povertà, che siano insomma capaci di dare immagine e un volto, un'anima alla vocazione di questa Regione.

La Valle d'Aosta è una piccola Regione, ma ha grandissimi problemi che, se non governati, diventeranno una barriera insuperabile per il futuro dei nostri ragazzi. Da troppo tempo in Italia e anche in Valle d'Aosta la cultura dei "no", i vizi ideologici, il pressappochismo, il vivere alla giornata e il clientelismo hanno impedito l'innovazione infrastrutturale e tecnologica e tanti conservatorismi di destra e di sinistra hanno frenato la costruzione di nuove competitività, di valorizzazione del merito, di equità sociale, di nuove scelte ambientali.

Signor Presidente, lei riparte dopo 18 anni: sono trascorsi 18 anni dalla sua ultima presidenza ed il panorama politico, economico e sociale della Valle d'Aosta le consegna nodi irrisolti e problematiche nuove. Tutto ciò in presenza di una crisi del mondo globalizzato, lo ricordava il collega Lattanzi: dallo sconquasso finanziario alle tensioni sul prezzo del petrolio e dei beni alimentari, dagli sconvolgenti flussi migratori al disordinato imporsi nell'economia internazionale di Paesi come la Cina e l'India, dall'esplosione di vecchie e nuove disuguaglianze, al degrado ambientale e climatico... tutto ci dice che l'autoregolazione del mercato si rivela illusoria! Non è illusorio però l'avanzamento concreto dell'individualismo - egoistico - proprietario - acquisitivo - possessivo, generato dall'enfasi sullo scambio di mercato come etica in sé stessa: l'esaltazione del privatismo, l'isolamento e la depoliticizzazione dei cittadini che rendono superflue le funzioni della cittadinanza e dell'identità civica. Ho apprezzato nel suo intervento il richiamo alla depoliticizzazione della società; se questo è vero, questa Assemblea deve essere all'altezza dello spessore e della complessità dei problemi evidenziati. E il primo compito è proprio quello di un grande investimento culturale, la necessità di un largo sforzo di discussione ed elaborazione che, da una parte, incorpori ricerca, studio, analisi; dall'altro, si cimenti con la produzione di nuovo pensiero e di nuova teoria.

In questa direzione voglio brevemente richiamare l'attenzione del Presidente e dei Consiglieri su alcune questioni presenti nel documento programmatico, temi che sono direttamente legati ai concetti sopra indicati, legati al futuro della Valle d'Aosta, temi sui quali cercherò di cimentarmi, temi legati alla mia cultura e alla mia esperienza di vita. Parto dalla cosa che ogni famiglia considera più preziosa: il bambino appena nato, preziosa anche per una società che vuole guardare al domani. In questi anni mi sono interessato alla demografia, per questo mi hanno regalato in questi giorni il libro di Piero Angela e Lorenzo Pinna "Perché dobbiamo fare più figli". Nel mondo c'è un problema di sovrappopolazione e sembra contraddittorio parlare di natalità. Non è così, in Valle d'Aosta per la verità ancora di più - ne ha parlato il collega Salzone - perché, come in Italia e nei Paesi sviluppati, vi è uno squilibrio di segno opposto, che è l'eccesso di denatalità.

La famiglia valdostana è più vecchia, meno numerosa, in trasformazione rispetto al passato e un po' più povera. Ci sposiamo sempre meno e sempre più tardi, facciamo meno figli e quelli nati fuori dal matrimonio aumentano costantemente. Nell'arco di una generazione sono cresciute le famiglie monoparentali, i nuovi figli delle seconde unioni, i figli unici, i figli adottivi, i figli in affido, le coppie senza figli, i divorziati, le convivenze di fatto, i figli naturali. Nelle famiglie si sono trasformati i cicli di vita, fenomeno che poi incide profondamente nel difficile equilibrio tra il privato e il sociale. Tutti lamentano la bassa natalità, ma nessuno dice che le donne e gli uomini non riescono ad avere i figli che desiderano. Secondo dati ISTAT il 63% delle donne vorrebbe due figli, il 28 ne vorrebbe 3 e solo il 9% vuole fermarsi a un figlio. E quando le donne finalmente diventano mamme, sono costrette al triplo salto mortale per conciliare i tempi del lavoro, dell'impegno domestico e quello di cura. Ancora oggi il 77% complessivamente dedicato al lavoro familiare ricade sulle spalle delle donne, tutte dinamiche che sollecitano a ridisegnare lo stato sociale, pensato e costruito per una società e una famiglia ben diverse da quelle odierne.

Rispondere ai cambiamenti demografici si deve: il sostegno all'autonomia dei giovani, ammortizzatori sociali, affitti agevolati, la conciliazione fra responsabilità familiare e vita lavorativa, in ultimo abbattere il peso dell'eredità sociale... concetto, questo, che mi sembra anche lei, Presidente, se pur timidamente, abbia evidenziato. Purtroppo nel nostro Paese il figlio dell'operaio ha buone possibilità di fare l'operaio, mentre quello del medico, il medico. Questa gerarchia sociale è un limite da superare, ma per selezionare in base al merito in modo giusto è necessario promuovere le pari opportunità. La vita quotidiana dei cittadini e soprattutto l'educazione dei bambini come strumento per un superamento delle diversità derivanti da condizioni di nascita disuguali e per evitare il consolidamento di condizionamenti sociali ed economici, deve diventare centrale nelle coscienze e nel modo di indirizzare l'uso delle risorse. E se è vero, come sostiene l'Europa nei suoi documenti ufficiali, che la principale risorsa di ciascun sistema produttivo sono le persone, è su queste che bisogna investire.

L'anno scorso è stato l'anno europeo delle pari opportunità per tutti. Mi piacerebbe che quella che si apre oggi possa diventare "la legislatura delle pari opportunità". In questi anni la Regione, i Comuni e le Comunità montane hanno attuato esperienze innovative nel campo dei servizi alla persona e alla famiglia, anche attraverso una politica integrata fra servizi e istituzioni. Dobbiamo quindi consolidare ed estendere quelle esperienze. In questa direzione giudico insufficienti le linee indicate nel documento programmatico, anzi, una in particolare: il nido aziendale nel comune di Aosta mi trova contrario e le ragioni sono spiegate in un documento prodotto da un gruppo di lavoro interistituzionale, consegnato alla precedente Giunta regionale lo scorso anno.

Un'altra parte del documento che giudico insufficiente è quella relativa alla scuola. Lo avevo richiamato nell'incontro che abbiamo avuto come gruppo del "PD" con le forze di maggioranza. In questi mesi ho avuto l'opportunità, la fortuna di partecipare ai lavori dell'Ufficio di piano che sta lavorando per la costruzione del piano di zona della Valle d'Aosta. Il piano di zona è un processo di sviluppo della comunità, di cui deve accompagnare le dinamiche e le evoluzioni. È lo strumento per dare risposte ai problemi delle persone e delle comunità locali. Il piano di zona è anche un'occasione privilegiata di partecipazione in quanto è essenziale l'apporto delle diverse comunità locali, delle organizzazioni e di tutti i cittadini. Nel mese di marzo l'Ufficio di piano ha avuto l'occasione di incontrare i dirigenti scolastici di molte scuole di vario ordine e grado e tipologia. Mi aspettavo rilievi e critiche nei confronti dell'edilizia scolastica, degli Istituti superiori e soprattutto di Aosta, della mancanza di palestre. Dagli incontri è emersa invece un'anamnesi per me preoccupante. È emerso che la scuola registra una perdita di valori, l'assenza della famiglia, il rifiuto delle regole, la mancanza di credibilità della scuola stessa ed il poco interesse dei ragazzi nei suoi confronti, la perdita del concetto di merito, la non presenza di una cultura della legalità. I dirigenti, gli insegnanti e le famiglie più responsabili cercano come possono di far fronte a una situazione difficile e le innovazioni sono tentativi di cambiamenti lasciati alla buona volontà dei singoli. In sostanza, dal confronto è stata evidenziata l'assenza di una visione di sistema, di un'analisi dei reali fabbisogni per la Valle, di figure professionali, del fatto che non c'è un luogo in cui prendere decisioni comuni. Non c'è confronto, ogni scuola fa i conti con sé stessa. Se questo è vero, e non credo che i dirigenti abbiano descritto una realtà di fantasia, le indicazioni contenute a partire dalla regionalizzazione, che dobbiamo certo verificare attraverso un lavoro di concertazione, mi sembrano riduttive rispetto a un problema rilevante sottolineato in tutte le audizioni: quello dell'emergenza educativa.

Vivere il quotidiano, guardando però al domani dei nostri ragazzi, passa inevitabilmente anche dal completamento della riforma e dal consolidamento del sistema regionale delle autonomie, tema da lei accennato. Una nuova identità della nostra Regione che sappia rinvigorire e rielaborare le ragioni alla base dello Statuto speciale di autonomia, una carta capace di delineare un nuovo modello di governo della comunità, un autogoverno nel quale siano indicati con chiarezza quali sono i principi che vogliamo affermare: sussidiarietà innanzitutto, attribuzione delle competenze amministrative agli Enti locali, leale collaborazione e pari dignità istituzionale. Principi, questi, capaci di costruire un sistema aperto, vicino ai cittadini, lontano da ogni centralismo, sia statale che regionale.

Ritengo infatti che un maggior protagonismo degli Enti locali nelle relazioni con le istituzioni regionali favorirebbe anche una più forte identificazione dei cittadini con la propria comunità. I governi locali, sapete benissimo e lo sanno gli ex Sindaci presenti numerosi in questa Assemblea sono quelli in prima linea con le grandi e complesse questioni, una su tutte quella dell'immigrazione. Una nuova stagione riformatrice che sia in grado di sostenere con più efficacia l'azione dei governi locali: penso agli strumenti e alle politiche riguardanti la coesione sociale, l'integrazione, la riqualificazione territoriale, utili per politiche locali che riducano le tensioni su bisogni concreti come la casa, le politiche familiari e giovanili, il lavoro, il multiculturalismo, le nuove povertà. Autonomie locali significa per noi attenzione e legame con le domande e i bisogni della comunità e insieme assunzione di responsabilità e spirito solidaristico. In questo modo leggo, voglio leggere, le parti del documento programmatico riferite alla concretizzazione della legge regionale n. 54/1998. A distanza di 6 anni dalla prima legge di attuazione, il percorso per dare applicazione piena al principio di sussidiarietà si è interrotto, dobbiamo ripartire per portare a compimento la transizione da troppo tempo incompiuta. Noi siamo disponibili a cercare insieme agli Enti locali, alle sue organizzazioni le convergenze utili e necessarie.

Piena applicazione del principio di sussidiarietà vuol dire però anche dare attuazione a quella orizzontale, che dovrebbe favorire il ruolo delle imprese, associazioni no profit, cooperazione in settori nei quali le autonome forme di organizzazione della società civile possono fare meglio e con maggiore efficienza. Certo, questo secondo profilo del principio di sussidiarietà è quello dove mancano concrete esperienze e dove le contraddizioni sono più rilevanti, frutto di carenze culturali e di scarso approfondimento. Lavorare insieme società civile e Istituzioni, realizzare rapporti fra Istituzioni e cittadini, le loro formazioni sociali per affermare il principio di sussidiarietà orizzontale, significa affermare una nuova coscienza civile a fronte della crisi della politica.

Non si può pianificare il futuro dimenticando il ruolo di Aosta quale moderno capoluogo regionale. Non si può ragionare sulla città unicamente a proposito delle grandi opere: alcune di queste sono in via di realizzazione, altre sembrano chiuse nel cassetto, altre ancora sono sembrate pensate estemporanee. Non si è mai riusciti, in questi anni, o non si è mai voluto definire insieme, Regione e comune di Aosta, un disegno di sviluppo complessivo. È evidente in questo anche una mia responsabilità, ma quando si è impegnati direttamente, l'Assessore tende ad occuparsi quasi unicamente dei suoi problemi e del suo orticello!

Sospesa fra declino e fiducia, Aosta - si dice - non ha un'anima: non è industriale, né turistica, né città di servizi avanzati, è una città anarchica, ma Aosta non può cambiare passo, non può progettare il futuro perché non è chiara la direzione di marcia. Deve essere per forza di cose la politica, le forze politiche che devono indicare i fattori di sistema, la ricerca necessaria alle imprese, anche a quelle turistiche, per l'innovazione e la competitività, l'investimento in sapere e formazione, l'ammodernamento infrastrutturale, la nuova qualità ambientale. D'altra parte nel commercio, nelle libere professioni, nelle attività terziarie c'è bisogno di investimenti, ma fondamentalmente c'è bisogno di spirito imprenditivo che si può sollecitare e questa mattina il Presidente Rollandin lo ha fatto; solo in presenza di una forte capacità progettuale della politica che dia fiducia alle risorse umane, economiche, produttive... impossibile utopia? Forse...

Perché invece non vedere la stupefacente metamorfosi ancora in movimento di Torino? Da città del fordismo a città del turismo, straordinari risultati per un luogo dove un tempo nessuno voleva andare, un posto triste che meritava il viaggio solo se di viaggio della speranza si trattava... Torinesi che non sapevano citare neppure un monumento degno di nota, a parte la Mole e il Museo Egizio dove nessuno andava mai se non in gita scolastica! Non è più così, oggi è la Torino post-olimpica, la Torino della Reggia di Venaria, del Museo del cinema, dei musei, dell'Egizio finalmente entusiasmante, del Regio, la Torino che fa tendenza fra i giovani con la sua musica e fra i bon vivant con la seduzione del cibo e del vino. Sono servite visioni utopiche e lungimiranze. Torino città turistica è un progetto costruito con metodo, creando strutture e manager, investendo e lavorando sodo. Insieme Regione, Comune e Provincia. Ma è anche frutto di un ambiente e di un clima favorevole: la necessità di trovare un nuovo destino di fronte a una profonda crisi industriale ha obbligato Torino a guardare ad altre vocazioni già presenti, ma fino ad allora trascurate. Ambiente favorevole perché tutti, Istituzioni, banche, partner privati, diocesi, imprese, hanno raccolto la sfida per il futuro di quella città. Un futuro che adesso è presente. Ecco, Aosta può rilanciare la Regione e viceversa; ci vuole però un'azione di sistema che veda coinvolti tutti i protagonisti del territorio, i quali, però, devono remare tutti nella stessa direzione. Si può fare. Occorre crederci. Grazie per l'attenzione.

Président - La parole au Conseiller Rollandin.

Rollandin (UV) - Je veux avant tout remercier - ce n'est pas un rite dans ce cas - les interventions des collègues, en avoir voulu donner une lecture de ce qui a été distribué comme point important du programme.

Ce matin, lorsque j'ai fait mon intervention, j'avais dit clairement que "più che presentare il programma di legislatura ormai noto, ritengo più importante presentare un progetto di governo indicandone le urgenze e le priorità". Peut-être j'ai mal fait, je devais relire l'ensemble du programme, en ajoutant pour chaque point l'indication des priorités. Je croyais d'être trop long et qu'enfin il n'y ait pas d'attention par rapport à un programme que les forces politiques connaissent très bien, tout en ayant fait objet de débat pendant la campagne électorale, et ici il y a les élus de cette campagne électorale. Peut-être je pouvais être plus exhaustif sur une série de matières, mais je donnerai tout de suite des réponses aux interventions des collègues.

Je crois que l'intervention de M. Louvin est appréciée surtout lorsqu'il fait l'histoire de chacun de nous. On avait une "maison commune", donc on se connaît très bien, là je crois qu'il n'y a pas besoin de dire trop sur une série de passages. On a voté des lois ensemble, on a discuté des problèmes et, en accord, on avait souhaité de le faire dans le bien commun. Aujourd'hui il y a des passages qui nous portent sur une position différente, ça n'empêche d'avoir un débat sérieux et qui entre dans le mérite des choses. Je crois que le sens de la mesure et le fait d'avoir indiqué des points qui, à votre avis, ne sont pas suffisamment éclaircis du point de vue du programme de gouvernement, nous portera à revenir sur ces points et quand on ira délibérer sur ces problèmes-là, on sera sans doute plus clairs; mais tout de même je donnerai quelques réponses.

Pour ce qui est de l'Assessorat à l'environnement, je remercie M. Chatrian qui a voulu faire mémoire du débat en 1991, que je rappelle très bien. Je voudrais rappeler que 18 ans après le concept d'environnement a changé. Les compétences de l'environnement et les charges d'un modèle d'environnement il y a 18 ans étaient entièrement différentes. Au cours de nos rencontres j'avais essayé de dire les raisons pour lesquelles on croit opportun de prévoir cet Assessorat, qui n'est pas la même chose qu'un Département en liaison avec les travaux publics. Il y a, là, une expérience positive d'un raisonnement qui a été fait pendant ces années, d'une collaboration qui doit être maintenue; la prévision d'un Assessorat en plus ce n'est pas pour régler une question d'une place en plus, mais c'est pour une série d'engagements prioritaires là où soit au niveau national qu'au niveau communautaire il y a des indications précises, surtout en ce qui concerne la pollution et d'autres aspects liés à l'air, aux eaux, et cetera, qui nous portent à dire que c'est important d'avoir une gestion politique de ce secteur.

En même temps je souligne la question des plans d'aménagement des Communes, qui est un thème délicat, qui a déjà vu un dialogue serré entre les Communes et l'Administration régionale, en essayant d'accélérer l'analyse de ces documents, qui est très importante pour le futur même des communautés. Il y a, là, un retard qui n'est dû à personne, sinon au fait qu'il n'y a pas eu la possibilité de faire l'analyse politique d'un document qui doit arriver à sa fin. Alors il y a une série de justifications sérieuses pour le fait que ce qui n'était pas possible il y a 18 ans, aujourd'hui est une nécessité et on est convaincus de faire un choix qui va dans la direction non pas d'augmenter les Départements, au contraire, on ira réduire certaines Directions en réservant une attention spécifique à l'organisation de l'Administration. Je veux donc rassurer que le choix de l'environnement est strictement lié à l'exigence d'avoir un point de repère important politique.

Pour ce qui est du choix dans le secteur touristique, on a dit de faire une agence unique, un point de repère unique pour la gestion de l'information et de la publicité évidemment de l'Administration dans son ensemble, c'est-à-dire pendant ces années on a beaucoup discuté sur le rôle des 11 AIAT qu'on a distribués sur le territoire, je crois que la conclusion à laquelle on est arrivés c'est de prévoir un organe unique pour l'image de la Région et de saisir l'opportunité - déjà existante sur le territoire - de la présence des bureaux et du personnel préparé qui peut être lié en convention avec une activité, qui peut être faite aussi de la part des privés, sans aucun problème. Je crois que là c'est une question très délicate à résoudre dans notre Région; si aujourd'hui - comme je crois le fait le collègue Louvin - on va dans nos Vallées latérales, on voit un certain nombre de logements qui sont fermés. Et ça n'est pas dû seulement à un manque de personnes qui pourraient arriver en Vallée d'Aoste, mais c'est un fait d'organisation qui malheureusement est encore très peu attentive à ce système, un système qui doit être changé.

L'attention au territoire est lié au problème de l'environnement et à la gestion correcte de cette ressource, sur ce thèmes les lois et la gestion nous diront si on va être d'accord sur le système à gérer, surtout pour ce qui est l'attention au territoire. Les travaux qu'on prévoit surtout pour ce qui est de l'intervention dans la Commune d'Aoste; je veux rassurer tous les collègues, en particulier M. Rigo, qui a demandé qu'est-ce qu'en est du projet pour "Aosta capitale", que le problème est déjà part du programme de législature; alors on ne l'a pas repris, compte tenu du fait qu'on l'avait déjà éclairci. Avec la Commune on aura un rapport de collaboration, il n'y aura aucune imposition de n'importe quoi, il y aura un dialogue avec l'Administration communale, avec le Conseil, pour prendre les décisions que vous souhaitez.

Abbiamo introdotto il discorso della metropolitana non a caso, ma per una ragione temporale, per una coincidenza che ci ha portati ad inserire questo tema, di cui sono a conoscenza sia gli uffici, sia l'Amministrazione comunale: è collegato alla realizzazione del teleriscaldamento. Come sapete, il progetto del riscaldamento è in fase avanzata. Prevede un utilizzo corretto di un sistema di eliminazione dell'inquinamento di Aosta, perché una delle principali fonti di inquinamento, dopo le auto, è data da sistemi di riscaldamento antiquati. Per portare il teleriscaldamento all'interno della struttura della città, è necessario o provvedere nel modo classico, cioè intervenire su tutte le strade con un disagio che conosciamo, quindi scavare, con dei tempi storici lunghi, oppure avere - ed è la soluzione alternativa, che già altre città europee hanno adottato con successo - un tunnel che in questo caso, approfittando del fatto che si può fare un tunnel che per il teleriscaldamento non avrebbe le dimensioni necessarie per far passare una metropolitana, potrebbe essere una connessione corretta fra tre elementi che vanno nella direzione di non guastare la città, di rendere possibile una riduzione del traffico con la metropolitana, il teleriscaldamento e, in più, il sistema di raccolta pneumatica dei rifiuti che Lione ed altre città hanno già, che prevede una raccolta molto facile, sempre con raccolta differenziata; sistema, questo, che velocizza il tutto. Abbiamo voluto inserire questo perché c'è una priorità collegata con una tempistica che è in questo momento collegata con l'esigenza di dare una risposta a tutti quelli che si chiedono se per il problema del riscaldamento devono passare al gas, ad altri sistemi, oppure hanno una possibilità, in tempi corti, di avere una risposta su questo. Noi abbiamo, per questo motivo, inserito questo tema delicato nell'ambito di un programma che avrà un impegno finanziario non indifferente, ma che risolverà molti problemi per Aosta.

Sulla sanità e ospedale, qui rispondo anche al problema che è stato posto: se è una dimenticanza... è tutt'altro che una dimenticanza! Convengo con la collega Morelli che diceva: "siete coscienti che la sanità in Valle d'Aosta è al top"; è così, ma non lo diciamo noi, lo dicono le analisi che sono state fatte dalle Commissioni competenti e dai vari metodi che hanno rilevato, qui, la efficienza del sistema sanitario, sia ospedaliero che territoriale. Per questo non abbiamo voluto intervenire su questo tema che è stato oggetto di dibattito. Vorrei ancora ricordare che sull'ospedale non abbiamo voluto dire nulla, per delicatezza nei confronti dei referendari, siccome c'è stato un referendum che ha dato un certo risultato, non abbiamo voluto affondare il coltello nella piaga. Ci scusiamo della delicatezza, saremo più incisivi in futuro...

Anche il sociale è un tema che anticipa una riflessione sul perché noi - domanda che è stata posta - nel rapporto con il Consiglio abbiamo proposto due Commissioni come la I e la V. Avevamo cercato modestamente di illustrarne il perché negli incontri con le forze che oggi sono qui, dicendo che questa apertura era trasparente e aveva un significato preciso. La V Commissione tratta di problemi delicati, che i colleghi Rigo e Fontana hanno affrontato - il discorso della casa, i discorsi socioculturali -, temi che hanno ricadute fortissime su tutta la Regione, come hanno dimostrato gli interventi che ho molto apprezzato, entrando anche in particolari che ci permetteranno di meglio situare alcune iniziative che sono state ipotizzate con un intento che, forse, non risolverà tutti i problemi. Perché la V Commissione? Proprio per questa grande importanza del sociale e della cultura, che sono temi trasversali. Lo stesso vale per la I Commissione. Perché abbiamo scelto di dare la I Commissione a disposizione delle opposizioni? Perché abbiamo ritenuto di non ripetere l'esperienza della Commissione speciale per le riforme. È già stato fatto un lavoro egregio durante questi anni nel predisporre una serie di documenti; credo che a questo punto - poi può darsi che mi smentisca la I Commissione - non manchino i documenti, l'esperienza è sufficiente, si deve arrivare a una conclusione disponendo di un progetto che sia largamente condiviso. Per queste ragioni abbiamo indicato la I e la V, credendo di dare un'apertura nell'ambito di un rapporto corretto, di un confronto il più costruttivo possibile, e lo abbiamo fatto in modo trasparente, invitando tutte le forze a ragionare su questa disponibilità. Non c'è nessun'altra finalità, se non ottenere, appunto, questo risultato. Su questo abbiamo costruito un discorso che vede la rappresentatività in Consiglio e nelle Commissioni in un rapporto di 5:2; qualcuno ha obiettato che i numeri porterebbero a un 4:3. Ho cercato di rappresentare che da un punto di vista numerico il rapporto sarebbe di 4,60 per la maggioranza e 2,40 per la minoranza, e tenendo conto che c'è una disponibilità ad avere in due Commissioni importanti la presidenza delle forze di opposizione, mi sembrava corretto mantenere nelle 4 Commissioni classiche - perché nella I il rapporto sarà di 6:4 o quel che è - il 5:2, non sembrandomi, questo, un rapporto mortificante. Sottolineo un altro aspetto, in linea con quanto ci siamo detti dell'equità del trattamento: ci sarà la possibilità per tutti i Consiglieri di partecipare a due commissioni. Tutti. Maggioranza e opposizione. Pertanto 12 Consiglieri della minoranza, 4 Commissioni, 2x4, 8, più 4 fanno 12. Nell'ambito di un rapporto che crediamo dignitoso, abbiamo cercato di preoccuparci di una rappresentatività che sia la più corretta possibile.

Mi è stata fatta un'annotazione che è stata molto incisiva perché proveniente da un ambito che il Consigliere Louvin conosce, l'università, perché poche parole per dire qualcosa sull'università. Non vogliamo entrare nel merito dei corsi e diplomi nel senso di imporre; noi sottolineiamo una preoccupazione che è quella di avere una università che sia sicuramente un vanto per la nostra Regione, ma che deve avere dei contenuti. Non credo che oggi nessuno voglia più continuare sul discorso dell'università sotto casa, non riteniamo che sia questo lo scopo, ma deve essere - come era all'inizio - una università di grande richiamo. Vogliamo che qui ci sia la possibilità di avere un campus e quando avremo la disponibilità di locali adeguati all'università vogliamo che ci possa essere un confronto con gente che arriva da altre realtà per studiare in Valle d'Aosta. Sul resto ci sarà ampio margine per seguire questo tema. Nell'ambito della discussione che oggi facciamo, sicuramente non sarò esaustivo su tutto, però credo che mi possiate capire: non è possibile oggi entrare nel dettaglio di tutti i temi. Credo di aver dato alcune risposte almeno sulle osservazioni, più che corrette, fatte da parte del Consigliere Louvin.

Ringrazio il Consigliere Lattanzi per quello che ha voluto esprimere nell'ambito di alcune osservazioni sul metodo e sulla concretezza e sul modo in cui si può gestire. Sintesi e concretezza credo che non siano termini che vanno al di là del significato preciso che hanno, e non sono antitetiche con le idee, perché per dare concretezza alle cose bisogna avere delle idee. Abbiamo cercato di esporle, magari in modo non troppo organico, ma vi posso garantire che idee la maggioranza ne ha, ne farà corpo con dei provvedimenti ad hoc, là dove si verificherà se quello che abbiamo detto qui sarà credibile o meno.

Credo che ci sia una preoccupazione sostanziale sul rapporto fra la nostra Regione e Roma, che va nella direzione di poter sostenere come Regione, e... questo lo vogliamo fare con l'apporto di tutti, la necessità di un confronto leale e serio. Per fortuna oggi non c'è più, in quest'aula, chi dice che "la Regione riceve troppi soldi", ma chi afferma "guardiamo come spendiamo i soldi", una cosa più che legittima come legittimi sono tutti quegli strumenti di controllo atti a verificare quello che l'Amministrazione fa: facciamo però attenzione a non creare le premesse per far apparire le spese sostenute dalla Regione come privilegi che la Regione continua ad avere in forza di uno Statuto speciale... così non è! Il tavolo tecnico che da anni va avanti ha potuto dimostrare che su alcuni temi la Regione ha portato la documentazione attestante di come spende i 9/10, e credo che ci sarà motivo, di questo ringraziamo - lo abbiamo detto pubblicamente - se ci saranno degli incontri a Roma che noi terremo sempre nei contatti con i Parlamentari, se ci sarà l'apporto delle forze che hanno contatti con il Governo, saremo lieti di averli. L'importante è che ci sia la sintonia che noi crediamo sia giusto avere, nella difesa di questi valori e di queste esigenze. Sulle possibilità di accennare alla parte più cospicua, concernente le imprese, credo che sia una nostra preoccupazione e mi ha fatto piacere che, se da un lato si è guardato con lungimiranza alle sfide tecnologiche, non si è dimenticato un settore come l'agricoltura.

L'agricoltura è uno dei punti che sovente viene sottovalutato nell'ambito del peso dell'attività, perché se guardiamo il PIL l'agricoltura viene menzionata negli ultimi spazi. Si dice: "Ma cosa volete investire per l'agricoltura, quando vale come PIL un'inezia"? Il vero prodotto dell'agricoltura è in quello che dà per l'ambiente, il turismo, e quindi ringrazio per la sottolineatura del collegamento agricoltura-turismo. Sotto il profilo delle aziende che verranno in Valle, sappiamo qual è la difficoltà nella scelta; l'oculatezza in questo caso è sicuramente premiante, ci vorrà l'impegno di tutti per ottenere il massimo da parte di chi sceglie di venire in Valle. I cambiamenti e i confronti che cerchiamo di avere, vanno nella direzione di ottenere massima efficacia nella "macchina regionale" in primis, ma anche nella macchina delle partecipate, di tutte le attività che sono collegate con la Regione, il che non significa disconoscere i meriti di chi li ha, anzi significa valorizzare le persone che hanno sempre lavorato.

Mi ha fatto molto piacere anche l'accenno alla montagna, saluto con favore le manifestazioni delle donne in particolare che vogliono impegnarsi a sostegno di questa politica. Purtroppo la nuova Costituzione europea che prevedeva in questo senso un aggancio importante sulle autonomie e sulla montagna come qualità di vita e come possibilità per superare quella dicotomia che troppo spesso verifichiamo legata ai prezzi, non è ancora realtà. Anzi, il discorso sembra che abbia uno scivolamento pericoloso, quindi speriamo che assieme si valorizzino i dati veri per difendere la montagna come patrimonio di tutti.

Per quanto riguarda l'intervento della collega Fontana, la ringrazio per avere sottolineato dei punti importanti legati all'emergenza abitativa e a quel che ne consegue; questo sarà uno dei temi e per questo abbiamo cercato di dare una condivisione con la gestione di questa Commissione, perché si faccia l'impossibile per affrontare questo tema.

Sul sistema sociale sicuramente nel programma abbiamo messo poche righe, ma i concetti che abbiamo voluto esprimere sono forti. Credo che nessuno possa disconoscere che in questa Regione c'è un sistema sociale dignitoso, un sistema di attenzione alla persona anziana che è importante: le microcomunità sono una realtà importante, si sta cercando di migliorare questo rapporto. C'è una impostazione positiva nei confronti delle nuove emergenze e anche verso gli immigrati l'attenzione è corretta, non discriminante da parte dell'Amministrazione, e in questo senso si continuerà.

Per quanto riguarda le infrastrutturazioni, l'attenzione che dedichiamo alla ferrovia, ai nuovi importanti mezzi di comunicazione e di trasmissione, credo che sia molto importante. Si parlava di reddito minimo; su questo bisognerà fare delle valutazioni importanti per vedere come attivare dei meccanismi che reggano a fronte di un disagio effettivo. Si sono espresse delle cifre che saranno oggetto di dibattito.

Ringrazio il Consigliere Rigo per aver sottolineato il discorso delle pari opportunità. Da quel che mi risulta da un convegno su questo tema, la Regione è già fra le prime come disponibilità di posti a livello di Pubblica Amministrazione per quanto riguarda la presenza di donne in carriera; ma questo non significa fermarsi ma anzi incentivare, quindi condividiamo questo tipo di preoccupazione. Per i colleghi di maggioranza, mi permetterò di non insistere, li ringrazio per aver voluto dare un appoggio alla relazione che è stata fatta.

Ancora due brevi note sull'intervento di Chatrian, sul problema della "macchina regionale". Nessuno meglio di lui, credo, può dire qualcosa su questo tema, perché ci ha lavorato fino a ieri e sa quanto sia difficile risolvere i problemi e quanto sia delicato impostare dei cambiamenti. Mi auguro che adesso che è fra noi possa trovare lo stimolo per dare un impulso ad una organizzazione, per carità, correttissima, ma con dei tempi che sono troppo lunghi. L'elefante va bene per la memoria, ma non per il passo, quindi direi di accelerare!

Sull'intervento del Consigliere Rigo, molto complesso nella sua stesura, che raccoglie una serie di problematiche che, come preoccupazioni, faccio mie, quelle sul sociale di cui in parte ho già detto dovranno essere affrontate. Sul tema dei bambini e dell'aiuto alla famiglia, speriamo di non essere stati fraintesi, ma credo che sia una delle richieste fatte dalle famiglie. Quando si dice che molte volte i figli non ci sono perché mancano le condizioni per averli, fra le difficoltà che vengono sottolineate alle nostre forze, c'è un punto che emerge, cioè la difficoltà per le mamme di avere un sostegno per i bambini. Parliamo delle mamme che lavorano anche negli enti pubblici, per questo siamo scesi nel dettaglio del part-time, che va regolamentato in modo diverso. Non è possibile dire che non si può più dare il part-time perché abbiamo già raggiunto il numero massimo; credo che vadano trovati dei meccanismi più elastici, meno legati alla struttura e più legati a dare un supporto a problemi reali. In questo senso spero che ci sia un chiarimento su questi temi.

Sugli interventi sulla famiglia concordiamo, per la riflessione molto attenta sulla scuola credo che l'Assessore Viérin abbia le idee chiare su alcune problematiche della scuola in sé, viste dall'ottica della scolaresca, perché le problematiche che sono state sollevate dal collega Rigo vanno nella direzione di dire: "attenzione, pensiamo alla struttura, ma il problema è in chi frequenta le scuole". Sappiamo anche noi... non dico che il problema è solo il bullismo, ma c'è effettivamente l'esigenza di vedere come raccordare meglio l'attività, spesso legata a carenze o a difficoltà della famiglia che non riesce a supportare l'esigenza dei professori. Spero che su questo ci sia un'azione incisiva nel prossimo futuro.

Due notazioni sugli Enti locali: qui concordo in pieno sull'esigenza di un raccordo il più possibile corretto e positivo. Certo, l'esempio portato di Torino ci fa dire che quando ci sono grandi eventi, poi si mette in moto una macchina, perché l'evento Torino è nato non perché la città aveva trovato di colpo una veste nuova, ma per effetto dell'insieme mondiale... ha avuto uno stimolo. Ci auguriamo di rivitalizzare la città, avevamo pensato a ritrovare con il Comune un dialogo che porti a fare delle scelte su alcune situazioni che tutti conosciamo.

Chiedo scusa al Presidente per aver rubato qualche minuto, so di non avere risposto esaurientemente a tutte le questioni, spero di farlo quando entreremo nel merito dei singoli problemi. L'unica nota che vorrei rimarcare è che il dialogo è un aspetto che va nella direzione che tutta la maggioranza vuole e credo che nell'arco di questa legislatura avremo l'opportunità di dimostrare che non è solo un modo di aprire questa seduta, ma è un comportamento. Credo che uno abbia modo di imparare quando succedono delle cose. Credo che nell'ambito dei rapporti ogni cosa può dare un insegnamento, la storia dice che forse un minimo di collaborazione dà dei risultati maggiori... di questo sono convinto e ringrazio tutti i colleghi per i loro interventi.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato con attenzione sia l'intervento del Presidente incaricato Rollandin, sia l'intervento dei vari colleghi, che hanno partecipato a questa prima fase del dibattito. Noi vorremmo riassumere con alcune considerazioni le nostre intenzioni di voto e sono le seguenti.

L'avvio di legislatura naturalmente presenta dei segni di discontinuità col passato, dei segni di discontinuità che sono indubbiamente apprezzabili, signor Presidente, e il primo segno è quello che fa il Presidente quello che ha avuto il maggior numero di suffragi popolari. Questo non è assolutamente di secondo piano, è assolutamente importante invece perché cinque anni fa non accadde così, e lo sgambetto del 2003 provocò una legislatura che è stata assolutamente infausta, sia da un punto di vista politico, sia da un punto di vista di produzione amministrativa-legislativa e quindi di scelte efficaci per la comunità valdostana. Naturalmente a lei che ha avuto la massima legittimazione popolare, una legittimazione di tutto rispetto, perché 14.000 voti non sono uno scherzo, il suo suffragio supera abbondantemente, tanto per fare una cifra, o meglio un paragone, quella che è la somma dei voti di lista dei vostri due alleati, e questo sta a significare la forte legittimazione popolare che le è stata conferita, e naturalmente la responsabilità di cui è stato investito. È una legittimazione che noi non intendiamo assolutamente disconoscere, siamo democratici, e naturalmente come è stato espresso durante quegli incontri di cordialità istituzionale che si sono verificati nelle scorse settimane, siamo quanto mai disponibili a un dialogo che sia costruttivo e fautore di buoni propositi per tutta la comunità. Il secondo segnale di discontinuità è quello che dopo tanti anni un Presidente della Regione offre due presidenze di Commissioni anche all'opposizione, alle forze di minoranza. Al di là di questa generosità che potrebbe anche sottendere a qualche tatticismo politico, noi crediamo che rispetto alla "Giunta Viérin" del 1995 che invece sottrasse questa opportunità o anche al "semestre Louvin" del 2003, e alla "Giunta Perrin" che seguì alla "Giunta Caveri", questo segnale sia invece un atto di attenzione nei confronti delle minoranze.

Accanto a questa discontinuità si affiancano però segnali di continuità che sono, a nostro avviso, preoccupanti. Il primo è che viene ricostituito un ottavo Assessorato, e questo stride fortemente con il taglio ai costi della politica, auspicato, dichiarato, scritto anche nel suo programma, che naturalmente dovrebbe invece invertire una tendenza, una tendenza che è diventata un po' un malcostume sia a livello nazionale, ma che è stato importato, anche con una certa facilità, nella nostra Regione. Quindi, Presidente le chiediamo di valutare se effettivamente non sia più opportuno coordinare funzioni e ruoli attraverso Dipartimenti, come è stato fatto anche a livello nazionale dal recente "Governo Berlusconi". Staremo poi a vedere come verranno assegnate le deleghe e le competenze, perché è importante; oggi abbiamo assistito effettivamente a dei conferimenti di incarico molto, molto generici. Sappiamo chi sono gli Assessori, sappiamo chi è il Vicepresidente, conosciamo i nomi e i cognomi, sappiamo che quattro degli Assessori della scorsa "Giunta Caveri" sono stati in qualche maniera riconfermati, due nelle stesse posizioni che avevano precedentemente, e questo è un segnale di continuità, speriamo non in senso programmatico complessivo, e di metodologia, perché qualcosa effettivamente deve cambiare, e noi auspichiamo che cambi.

Se limitassimo il nostro giudizio a quanto scritto in queste otto pagine, non potremmo che associare le nostre osservazioni critiche a quanto detto dai colleghi che mi hanno preceduto. Sul Casinò di Saint-Vincent che è stato individuato come prima emergenza, per citarne uno, effettivamente le due azioni mirate si riassumono in poca cosa. Ci fa piacere sapere che lo stabilimento "Tecdis" di Châtillon deve essere risolto come crisi, anche perché Châtillon, oggi come oggi, in Valle d'Aosta è l'area economicamente più depressa. Ci piacerebbe sapere anche questa tentacolare holding pubblica, come viene... le partecipazioni regionali come possono essere razionalizzate e riorganizzate. Effettivamente sui trasporti il tutto viene liquidato con due frasi che dicono tutto, o meglio, possono intendere tutto e il contrario di tutto, e così via.

Ripeto: se noi ci soffermassimo su quanto è stato scritto e proposto oggi il giudizio sarebbe sicuramente critico, e critico negativo, ma noi, come ci siamo proposti sin dai primi incontri che abbiamo avuto e sin da oggi all'intervento in particolare del Capogruppo Lattanzi, vogliamo dimostrare che siamo anche pragmatici, vogliamo cogliere anche quel senso responsabilità che invocato da un uomo importante che senz'altro non è un uomo di Destra, che è il Presidente della Repubblica Napolitano, che dice che se vogliamo risollevare l'Italia - e io aggiungo se vogliamo risollevare e rilanciare la Valle d'Aosta come lei ha detto questa mattina - non dobbiamo farci paralizzare dai contrasti ideologici, non dobbiamo farci bloccare da una sorta di iperpartitismo, perché diventerebbe una camicia di forza. Noi rinunciamo volentieri a queste camicie di forza, ne abbiamo parlato anche con in colleghi dell'opposizione, sia del "PD", sia di "Renouveau-VdA Vive", ci proponiamo in maniera positiva. Noi abbiamo buone intenzioni, speriamo Presidente che anche le sue intenzioni siano effettivamente buone come lei ha dichiarato, anche apportando dei correttivi in sede di replica e cercando di dare delle risposte alle numerose considerazioni che sono state fatte.

Il nostro voto sarà espresso attraverso una scheda bianca, una scheda bianca che non significa una delega incondizionata, come diceva appunto il collega Lattanzi, è una scheda bianca che si riempirà di contenuti, in particolare di giudizi di valutazione nel corso di questa legislatura. Sin dai primi atti politici dei vostri provvedimenti legislativi che ci porterete in aula, sin da quelle che saranno le scelte che verranno fatte in quell'importate documento programmatico di indirizzo che è il bilancio, noi naturalmente riempiremo questa casella bianca, che oggi lasciamo bianca, con il segno positivo o il segno negativo o con le proposte ed i suggerimenti che riterremo utili, non per la maggioranza, non per il Consiglio, ma per la comunità valdostana. E le diciamo di più: ci piacerebbe che, come Presidente investito di questa larga e forte legittimazione, lei fosse capace di dare già nei primi 100 giorni, come si suole fare anche a livello italiano, dei segnali forti. Il "Governo Berlusconi" non appena si è insediato nella prima riunione del Consiglio dei Ministri, o nella seconda, se non sbaglio, ha abolito l'ICI, ha alleggerito le famiglie valdostane di questa famigerata imposta che venne introdotta prima come ISI nel 1992, poi consolidata come ICI nell'anno successivo. Ci piacerebbe che il pragmatismo che lei ha invocato, la disponibilità che lei ha invocato anche da parte nostra, avesse come concretizzazione immediata nelle prossime settimane, le dico nei prossimi 100 giorni, questi primi 6 mesi, scelga lei un tempo relativamente breve, però non troppo lungo per dare dei segnali "Noi invertiamo la tendenza". Allora lo vedremo nelle nomine societarie se effettivamente c'è un calo di presenze in termini di amministratori, o di revisori, visto che abbiamo una pletora di consulenti e professionisti che sono annidati in tutte queste società, spesso anche improduttive! Se effettivamente c'è un'inversione di rotta per quanto riguarda la carta, la carta monumentale che i cittadini e le imprese devono presentare alla Pubblica Amministrazione per potere avviare un'attività, per poter così esercitare un diritto riconosciuto da una legge. Sappiamo che peraltro venti milioni all'anno sono stati spesi per esempio dal superAssessore, l'ex superAssessore Marguerettaz per l'informatizzazione della Pubblica Amministrazione. Ecco, ci piacerebbe che venti milioni, per cinque sono cento milioni, se contiamo anche il quinquennio precedente si sommano altre cifre importanti e se guardiamo quelle in prospettiva ancor di più, si traducessero effettivamente in una semplificazione di questa operazione burocratica che, alla fine dei conti ha informatizzato gli uffici, ha informatizzato i cittadini, ma ha aumentato i quintali di carta che devono essere in qualche maniera prodotti o stampati.

La nostra, ci passi il termine, potrebbe essere intesa come una "astensione evolutiva; vorremmo vedere se voi, come maggioranza, ma in particolare ci rivolgiamo a lei Presidente, perché lei che è forte del suffragio popolare, sarà in grado di cogliere queste nostre disponibilità. Naturalmente, questa nostra disponibilità, ripeto, non è incondizionata, è "sub-conditio" e saranno i fatti, i fatti che voi, e gli atti che sarete in grado di proporre, di produrre, a permetterci un giudizio più compiuto sin dai prossimi mesi. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, Presidente incaricato, cari colleghi, mi spetta riassumere brevemente quanto con molta chiarezza hanno palesato nei loro interventi i miei colleghi di gruppo, di cui condivido pienamente l'impostazione.

Abbiamo cercato, sin da questa prima seduta, di essere soprattutto propositivi, di cercare di aggiungere qualcosa nseil, pour prendre les décisions que vous souhaitez.

ature. dministrative gouvernement, nou a ciò che ritenevamo profondamente insufficiente. Abbiamo avuto modo, anche negli incontri, di sottolineare che per adesso vediamo soprattutto dei titoli, degli elenchi di cose che potrebbero essere fatte, ma nella concretezza ancora non ci sono i numeri e i dati che sono necessari perché questi "Desiderata" si trasformino in fatti reali. Nessuna intenzione da parte nostra di sovvertire l'esito del voto, anzi, vorremmo ribadire che siamo pienamente coscienti del nostro ruolo di minoranza, ma lo facciamo tenendo la schiena ben dritta e con assoluta chiarezza.

Vorrei ricordare a tutti, riprendendo un passaggio che ho fatto questa mattina, che se aggiungiamo a quel 26% di persone che si è astenuto il 5,61% dei voti dell'"Arcobaleno", arriviamo a quasi un 31% di valdostani che qui non hanno un rappresentante. Dobbiamo tener conto che i 4.121 elettori dell'"Arcobaleno" una intenzione di avere una rappresentatività in questa sede ce l'avevano. Non pretendiamo, certo, noi del "PD" di voler rappresentare altre forze politiche, ma quello che lanciamo è un appello a tutti ad essere attenti anche a chi, in questo momento, non ha una voce in questo Consiglio, ad essere attenti a tutta la comunità valdostana; a non pensare che le forze di maggioranza che hanno il 44% dei voti dei valdostani che hanno il diritto di votare siano una maggioranza assoluta in Valle d'Aosta. È proprio per questo problema che riteniamo rilevante di distacco dalla politica, pensiamo che sia necessario ridare credibilità alla politica. Per fare questo è nato anche il nostro partito ed è nato volendo fare uno sforzo, dando un segnale. Non lo chiediamo soprattutto agli altri, vogliamo cominciare anche noi a fare questo primo passo.

Sappiamo come sia difficile il confronto per noi, forze di minoranza, con una maggioranza così solida, ma vogliamo cominciare; questo ci dà ragione del fatto che abbiamo accettato la sfida di assumerci delle responsabilità nelle presidenze di commissione, e di affrontare con molta serietà e determinazione un modo diverso di fare politica. Abbiamo apprezzato certamente il pragmatismo, siamo convinti che urgano scelte fatte con una certa urgenza; quello che è mancato e che manca, che abbiamo denunciato più volte, è la mancanza del vero progetto complessivo.

Partiremo con delle azioni immediate, ma vorremmo capire dove va questa Regione, dove va lo sviluppo, se c'è veramente un'idea non settoriale, ma un'idea generale di sviluppo di una realtà di montagna, dove in modo sinergico e virtuoso possano trovarsi ad agire tutti i settori. Vorremmo capire come gli interventi nel settore zootecnico si leghino a quelli del turismo e come l'industria si inserisca in questo panorama. Su queste cose non ci limiteremo a dire dei "no", anzi, oggi abbiamo cercato di fugare questi "no", ma abbiamo soprattutto portato delle proposte. Sicuramente dobbiamo dire che abbiamo delle perplessità sulla questione degli Assessorati che vengono aggiunti, il tema dell'ambiente ci interessa, siamo convinti che sia un tema strategico anche per lo sviluppo della Valle d'Aosta. Una Regione come la nostra che sappia essere attenta all'ambiente è una Regione che sa come dare risposte anche a temi come il turismo e lo sviluppo, però sarà difficile per noi accettare l'idea che l'aumento delle strutture sia, di per sé, una risposta a questi temi.

Una preoccupazione fra tutte, poi, quasi in un passaggio che avremo modo di chiarire tutti insieme in quest'aula, è rivolta a quella gigantesca discarica che sparisce di colpo in un cilindro da prestigiatore. Su queste cose credo che ci dovrà essere grande chiarezza, un confronto serrato, e noi partiamo con la più grande disponibilità; certamente in questa sede per noi non potrà che esserci per il momento una scheda bianca, ma la nostra scheda non è una scheda bianca perché manca un nome. Oggi i miei colleghi si sono presi incarico già di scrivere alcune cose in quella scheda; abbiamo notato la sua attenzione nella replica a queste proposte che abbiamo cominciato ad avanzare e questo sarà il modo con cui continueremo a lavorare finché ci sarà attenzione alle nostre proposte. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Merci Président.

In cinque settimane, tante ci separano infatti dal voto popolare del 25 maggio, si sarebbe potuto forse avere un programma più articolato e preciso, credo che l'auspicassero in tanti per capire meglio le intenzioni di questo Governo. Il candidato alla presidenza ha portato qualche complemento di informazione, lo ringraziamo comunque per la cortesia che ha avuto nel rispondere puntualmente ad alcune rapide sottolineature che abbiamo fatto; ma sono sempre più i vuoti dei pieni in questo programma, e tutti i colleghi hanno sottolineato la sua genericità. Al di là di essa, ci rapportiamo anche come opposizioni in modo diverso e con sfumature significativamente diverse rispetto alla proposta di Governo che c'è sul tavolo. Noi non abbiamo la stessa fiducia, la stessa apertura di credito, che i nostri colleghi del "Popolo della Libertà" hanno avanzato poco fa. Non crediamo di poterci iscrivere nella minoranza irresponsabile, in contrapposizione con la loro autoqualifica di minoranza responsabile. Pensiamo di avere la nostra quota di responsabilità, pensiamo di poter collaborare anche noi con le funzioni generali della Regione. La loro è una volontà di collaborare con il Governo regionale, di condivisione anche, lo hanno detto, del programma e di buona parte di esso, condivisione che, in termini astratti, in termini generali, potrebbe anche starci, ma che non ci sentiamo onestamente di mettere sul tavolo in questo momento, credo che ci appartenga la chiarezza di ruolo in questo caso ed è una chiarezza di ruolo che ci fa anche assumere, lo ribadisco, una certa prudenza nei confronti di questa apertura.

Presidente, candidato Presidente Rollandin, non ne abbia a male, l'abbiamo valutata con attenzione, l'abbiamo soppesata con molta attenzione, eppure ci risuona sempre, ma forse perché siamo diffidenti di natura, questo vecchio "Timeo Danaos et dona ferentes", un po' di preoccupazione per i Greci anche quando portano doni, rimane sempre, qualche volta bisogna comunque, pur nell'accettazione del gesto, che va sempre accettato, soppesarne attentamente anche i riflessi. Noi riteniamo di dover valutare poi all'interno delle singole Commissioni come si esprimeranno le forze di opposizione, ma ribadisco un disaccordo di fondo, se ci fosse stata sul tavolo una discussione aperta tra tutti, non tra la maggioranze e le singole forze di opposizione, ma tra tutti, su quale strumento avrebbe meglio garantito il ruolo di controllore, di verificatore, di ispiratore di una politica generale, allora sicuramente ci avreste trovati in prima fila; qui siamo più cauti, qui siamo più prudenti noi, in questo momento, e un'apertura di credito su questo non ci sentiamo di farla. Noi facciamo naturalmente un augurio, molto sereno, che va ad un Governo che si insedia e va ad una Valle d'Aosta che ha bisogno di essere accompagnata e sostenuta dalle sue istituzioni. Non crediamo che sia questo il Governo migliore per farlo, altrimenti non saremmo da questa parte del tavolo, e non avremmo condotto per la popolazione una campagna elettorale di segno diverso.

Rispetto a questa popolazione vogliamo essere ancora garanti di possibilità di partecipazione diversa, la sua ironia, pur sempre apprezzabile, sulla questione referendaria non è passata inosservata in questi banchi. Il referendum è stato un momento importante per questa comunità, sul quale si sono scontrati due modi radicalmente diversi di vedere la politica, su uno strumento ancora imperfetto, per noi, perché una soglia referendaria come quella del 50% non consente, né adesso, né mai, alla Valle d'Aosta di potersi poi esprimere come popolazione su queste tematiche. Noi crediamo invece che bisogna... e su questo le tendiamo una pertica Presidente Rollandin, le diamo una disponibilità alla discussione, su strumenti nuovi di partecipazione, su modi nuovi di fare esprimere la comunità valdostana, senza ricorrere solo ed esclusivamente al referendum. Consultazione, incontri con la popolazione, non solo da Governo a popolazione, ma incontri aperti; discussioni su quelle che saranno le grandi scelte, a partire dal termovalorizzatore, non modi radicali di impostare la politica da Palazzo a comunità, ma modi, per noi, partecipati. Su questo ci troverà naturalmente aperti alla discussione. Una discussione che ci rincresce, una sottolineatura, non abbiatene a male...

Chers collègues de l'"Union Valdôtaine", pas un mot de la part d'un mouvement, ou d'un groupe de Conseillers. Qu'un seul homme ait la parole dans cette Assemblée et il a parlé en tant que candidat d'une majorité, mais qu'une force tel quelle est la votre n'ait pas eu un mot dans ce débat, nous le regrettons, nous le regrettons énormément ça a appauvri cette Assemblée, nous espérons dans l'intérêt du Conseil de la Vallée, dans l'intérêt de toute la Vallée, que vous parliez d'avantage, que vous disiez ce que vous avez à dire, vous en avez, vous êtes des hommes et des femmes qui ont des grandes qualités, des grandes compétences. Parlez, ne restez pas en silence, ne laissez pas qu'un seul homme parle au nom de tout un chacun!

Solo il potere ferma il potere, Presidente Rollandin... vous avez commencé avec une phrase qui appartient à Montesquieu et aux origines de la démocratie libérale, je me la relie: "Quel est le pouvoir qui peut arrêter votre pouvoir?" c'est la question que je vous laisse, c'est la question que nous avons nous tous, qui peut arrêter le Gouvernement Rollandin. Dans le sens d'être un contre-pouvoir, dans le sens de pouvoir limiter son choix le plus discrétionnaire. Nous voterons, par conséquence, le même bulletin blanc que les autres, sans y donner un sens différent, parce-que nous n'avons pas d'alternative, la proposition est tant celle de voter pour vous, nous ne pourrons pas prendre ce plaisir cette foi, et vous n'aurez pas notre adhésion. Nous ne souscrivons pas en ce moment la votre programme de Gouvernement, tout en faisant, évidemment, les meilleurs veux à l'équipe qui sera en fonction d'ici peu.

Merci.