Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3742 du 19 juin 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3742/XVI - Interpellanza: "Soluzioni per contrastare il problema del calo demografico nella Regione".

Bertin (Presidente) - Punto n. 49. Consigliere Ganis, a lei la parola.

Ganis (LEGA VDA) - Questa iniziativa riprende una nostra interpellanza presentata dal nostro gruppo nel settembre 2023: già allora si trattava del problema della crisi demografica nella nostra Regione.

Occorre precisare che il tema del calo demografico è all'ordine del giorno: negli ultimi decenni il tasso di natalità è diminuito in modo costante, lo abbiamo più volte evidenziato in questo Consiglio, portando così l'Amministrazione ad una serie di sfide sociali ed economiche.

Ricordo però che alcuni Stati hanno invertito il trend, inserendo un'introduzione massiva di politiche a sostegno delle famiglie e pare che stia dando dei risultati, ma quali possono essere le cause che contribuiscono al calo delle nascite?

Il precariato lavorativo, che non permette ai giovani e alle giovani coppie di avere dei figli, i cambiamenti nei modelli sociali (nel contesto attuale le donne sono sempre più impegnate nel mondo del lavoro e spesso diventa difficile conciliare carriera e maternità).

Inoltre, secondo i dati Istat basati sui consumi delle famiglie, il costo di mantenimento di un figlio di età compresa tra 0 e 5 anni si attesta sui 530 euro al mese, per poi scendere a 390 per un figlio di età da 6 a 18 anni.

Tenuto conto anche dello stipendio italiano medio che si aggira intorno a 1.800 euro per gli impiegati e 1.500 euro per gli operai, 530 euro al mese incidono notevolmente sul budget familiare.

Permettetemi ora di fare un breve excursus sulla situazione della nostra Regione: ad oggi, secondo i dati Istat, la popolazione residente in Valle d'Aosta, definita sulla base del censimento al 31/12/2022, ammonta a 123.130 residenti, in calo rispetto al 2021, e rappresenta solo lo 0,2% della popolazione italiana.

Vorrei citare inoltre alcuni dati: l'età media si è innalzata rispetto al 2021, si passa da 46 a 47 anni, gli stranieri censiti sono circa 8.382 e rappresentano il 6,8% della popolazione regionale.

Il tasso migratorio con l'estero si attesta al 4 per mille circa, mentre la migrazione interna ha fatto registrare un saldo positivo di 67 persone (dati Istat).

In una Regione, la nostra, che a livello demografico ha perso in un anno circa 230 residenti con 781 nati e 1.530 morti, si cerca oggi di fare il punto della situazione, domandandosi anche come poter arginare il crollo demografico

In risposta alla nostra iniziativa presentata l'11 ottobre 2023, il Presidente della Regione ci rassicurava, sottolineando che nel DEFR vi erano presenti una serie di iniziative volte a migliorare la situazione occupazionale, garanzie stabili per il futuro dei nostri giovani.

Permettetemi una considerazione: oggi la situazione lavorativa, soprattutto tra i giovani, non è così stabile e rosea, quindi ben vengano anche i sostegni per acquistare la prima casa, come ha ben evidenziato il Presidente, ma poi se manca una certa stabilità lavorativa, di conseguenza viene a mancare anche quella familiare, quindi il tema sarà pure complesso ma va affrontato, perché le misure a sostegno della natalità non hanno risolto il problema, e i dati lo confermano.

Ora, in merito a queste considerazioni, si interpella l'Assessore competente per conoscere quali siano le possibili soluzioni che l'Amministrazione regionale intende mettere in atto al fine di contrastare il problema del calo demografico nella nostra Regione.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - La questione del calo demografico emerge come un tema sociale di estrema importanza e complessità, che necessita di un approccio integrato tra i diversi livelli di Governo e tra le varie politiche di settore.

Nonostante le azioni di sostegno alle famiglie, prettamente di carattere economico, messe in campo sia dallo Stato che dalle Regioni, per cercare di invertire la curva negativa della natalità in Italia, i dati confermano una tendenza in peggioramento; ciò dimostra che l'incentivo economico da solo non può bastare e che il tema debba essere trattato a livello di sistema nazionale, considerate tutte le dimensioni del fenomeno attraverso politiche coordinate che possano contribuire a garantire un futuro demografico equilibrato e sostenibile per l'intera nazione.

È a livello nazionale che occorre in primis ragionare sulle politiche del lavoro fiscali, migratorie e di welfare, in modo da rendere il sistema Paese più flessibile, competitivo e in linea con l'economia degli altri Paesi europei.

In ambito regionale, evidenziamo quanto ultimamente abbiamo messo in campo anche con la finalità di contribuire all'inversione del preoccupante fenomeno della denatalità.

Nell'ambito delle politiche sociali, in accordo con il territorio, abbiamo deliberato nelle ultime settimane la riduzione del 20% delle rette a carico delle famiglie per i servizi di asilo nido e di spazio gioco. Inoltre, proseguiamo il percorso per soddisfare al meglio le richieste degli Enti locali rispetto al finanziamento di posti aggiuntivi di asili nido e spazio gioco.

Grazie alla continuità delle risorse che il Consiglio assegna al territorio, i posti di asili nido del biennio 2022-2023 sono aumentati del 17%; se si realizzerà la previsione di nuovi posti per il 2024, la percentuale di incremento nel triennio sarebbe di oltre il 33%, per un numero complessivo di 862 posti.

L'offerta complessiva di servizi educativi, intesi come servizi di nidi d'infanzia, spazio gioco e tate familiari, presenti nella nostra regione al 31 dicembre 2023 è pari al 43,35% della domanda potenziale, di cui il 39,72% offerte dal sistema pubblico e il 3,63% dal sistema privato.

A fine 2024, sulla base dell'esito della ricognizione effettuata presso gli Enti locali, l'offerta complessiva dovrebbe raggiungere la percentuale del 47,80%, tra le più alte in Italia; ciò significa che 1.107 bambini della prima infanzia sui 2.316 presenti avrebbero accesso a servizi educativi, di cui il 92% nell'ambito del sistema pubblico.

Nel corso del 2023 il Dipartimento politiche sociali ha avviato in via sperimentale un servizio educativo e pedagogico a sostegno della neo-genitorialità completamente gratuito. Tale servizio vuole rispondere al bisogno di accompagnamento e cura delle famiglie con il supporto delle risorse presenti nella comunità locale che aiutano a rilevare precocemente le situazioni di difficoltà.

Il servizio è complementare agli interventi offerti dall'Azienda USL ed offre consulenze individualizzate di gruppo alle neo-famiglie con un focus specifico sul ruolo del papà, attività domiciliare di orientamento per il miglior utilizzo dei servizi di prima infanzia presenti sul territorio.

Dal primo gennaio di quest'anno è attivo, attraverso la procedura di co-progettazione, il nuovo centro per le famiglie, al quale abbiamo dato recente rilievo con una conferenza stampa dedicata sabato mattina.

Le sue attività sono rivolte a tutte le famiglie presenti sul territorio regionale e pongono la centralità della famiglia sin dai primi momenti della sua costituzione e lungo ogni fase del suo ciclo di vita, favorendo quindi lo scambio di competenze e il confronto tra pari, quale importante stimolo per interpretare al meglio possibile il ruolo genitoriale educativo che assiste il proprio familiare in situazioni di difficoltà.

Il Dipartimento politiche del lavoro e della formazione del collega Bertschy ha comunicato inoltre di aver avviato la sperimentazione di un voucher di conciliazione dedicato agli utenti del programma GOL per l'erogazione dei servizi diversi dalla prima infanzia agli anziani alle persone con disabilità.

Inoltre, il Dipartimento ha comunicato di aver programmato, già per l'anno in corso, uno studio con l'Università della Valle d'Aosta per un'approfondita analisi del bisogno dei servizi di conciliazione di tutta la popolazione.

Il suo richiamo alla proposta di legge sul fattore famiglia mi consente di informare l'intero Consiglio rispetto a quanto relazionato nel corso dell'audizione della quinta Commissione consiliare lo scorso 29 maggio.

In quella sede ho riconosciuto come la proposta abbia già riportato l'attenzione sul tema che, di fatto, è oggetto di un percorso già avviato con la legge regionale 24/2016 di stabilità regionale 2017-2019, che prevedeva l'istituzione di un apposito gruppo di lavoro interistituzionale per lo sviluppo del fattore famiglia.

Ho ricordato che il gruppo, poi costituito nel 2017 con il compito di elaborare fattori proporzionali al carico familiare per il calcolo delle tariffe dei servizi appunto a carico delle famiglie stesse, non abbia ancora concluso il percorso avviato.

Per quanto espresso quindi, anche prendendo atto di attenzione rinnovata sul tema con la presentazione della PL 120, abbiamo lavorato, nel rispetto di una linearità politica amministrativa in ordine a quanto abbiamo riportato, con l'obiettivo di riprendere il lavoro interrotto, attualizzarlo e portarlo a termine.

Pertanto, lo scorso 16 maggio abbiamo scritto a tutti i soggetti che partecipavano al gruppo di lavoro al fine di costituirne la composizione sulla base dell'attuale struttura assessorile in ragione della mutata macro organizzazione della Regione rispetto al 2017.

Il gruppo di lavoro ricostituito ha ora il compito di riprendere il percorso iniziato e non concluso e di produrre il documento di analisi finale.

Nel contesto della proposta della 120, si inserisce appieno il parere di astensione del CPEL dello scorso 23 ottobre, trasmesso ai Presidenti del Consiglio e della Regione della proposta di legge.

Il CPEL, nel condividere l'importanza e la necessità di garantire alle famiglie eque modalità di accesso alle prestazioni, evidenzia diversi aspetti da tenere in considerazione prima di definire ogni decisione in merito.

Il CPEL stesso infatti ritiene imprescindibile un ulteriore e maggiore approfondimento sulla realizzazione di studi e simulazione anche attraverso l'istituzione di un tavolo di lavoro interistituzionale.

Di fatto, uno degli aspetti fondamentali che spesso si evidenzia, e che anche la sua iniziativa connota, è il fatto che spesso, ahimè, le famiglie vengono individuate come oggetti di contributi e iniziative, mentre quello che deve diventare il vero oggetto del contendere è il fatto che le famiglie devono diventare i soggetti che attuano le politiche a proprio sostegno.

Questo però è una parte del problema, perché se la politica e l'Amministrazione possono dare una mano, in realtà per la soluzione di questo problema, prima di tutto, ci vuole una presa in carico di matrice comunitaria, perché non possono sicuramente essere le leggi o i contributi a fare in modo che tutti quanti noi ci si renda conto di dove malamente stiamo andando.

Presidente - Per la replica, consigliere Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Ovviamente, a mio avviso, sono le famiglie quelle che soffrono maggiormente, comunque un tema completo certamente, ma che va affrontato - come ha detto giustamente lei - in un contesto nazionale però partendo innanzitutto dalla nostra Regione, mettendo in atto tutte le misure necessarie.

Lei ne ha evidenziate alcune, collaborando anche con l'Assessore competente.

Abbiamo gli investimenti in politiche familiari, come asilo nido, contributi alle famiglie, ma che possono - a mio avviso - incentivare la natalità, ma occorrono anche altre misure. Lei non le ha citate, io ne cito alcune: sostegno alle donne e ai padri separati che spesso, come le ho detto, non riescono a conciliare lavoro e figli. Questa è una misura che può essere gestita anche a livello regionale. Poi rafforzare il congedo parentale e, per quanto riguarda gli aiuti economici alle famiglie, rivedere alcuni parametri, perché se una persona vive da sola con un figlio a carico e possiede una casa, non è ricca e dovrebbe accedere anch'essa a tutti gli aiuti concessi, sia a livello nazionale sia a quelli regionali.

È chiaro, come lei ha ben evidenziato, il tema è molto complesso, ma occorre intervenire in tempi brevi perché si è calcolato che fino al 2040 ci saranno solo 5 milioni di giovani in meno; una carenza, questa, di forza lavoro, una forza lavoro che dovrebbe inserirsi in quel tessuto produttivo, economico, nazionale e regionale, una carenza che già oggi noi tocchiamo con mano.

Mi permetta, Assessore, di ricordare la nostra proposta di legge che vede come primo firmatario il collega Lavy, e che ha come finalità quella di contrastare lo spopolamento dei piccoli Comuni aumentandone l'attrattività, grazie a dei contributi mirati per le famiglie appunto.

Una proposta di legge a nostro avviso da valutare e da valorizzare.

Noi continueremo a vigilare sull'argomento, dato che sono le famiglie quelle che soffrono maggiormente.