Objet du Conseil n. 3128 du 10 janvier 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3128/XVI - Interpellanza: "Stime dell'impatto economico negativo sulla Valle d'Aosta derivante dalla chiusura del Traforo del Monte Bianco".
Bertin (Presidente) - Punto n. 27. Consigliere Lavy per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Arriviamo alla prima chiusura del Traforo del Monte Bianco, chiusura che ci sarà da qui ai prossimi diciotto anni per circa tre mesi all'anno e lo sappiamo tutti: abbiamo parlato tantissime volte in quest'aula dell'importanza strategica del Traforo del Monte Bianco, per la Valle d'Aosta ma non solo, pure per i traffici di una grandissima parte del Nord Italia, basta vedere anche tutti i gridi d'allarme che sono stati lanciati nei mesi scorsi, basti per esempio pensare a quello del Presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi.
Già sul DEFR c'era un'analisi sulle eventuali perdite date dalla chiusura del Traforo per quanto riguarda essenzialmente i passaggi che da settembre a dicembre erano stimati già a 470 mila, quindi meno 470 mila passaggi che costituiscono circa il 25% del totale all'anno dei passaggi nel Traforo.
Queste ovviamente sono le previsioni che erano legate all'aspetto del traffico; c'erano poi delle previsioni legate all'aspetto dell'economia, perché il centro studi di Confindustria ha fatto uno studio che, a livello cumulativo - quindi per i 18 anni di chiusura per tre mesi all'anno del Traforo - stimava una perdita di valore aggiunto pari a -9,8% e una perdita di PIL intorno al -6,7% per la Valle d'Aosta.
Sappiamo che la politica, purtroppo, si è un po' mossa in ritardo, perché si sapeva che prima o poi il Traforo si doveva chiudere, e si sapeva benissimo anche della volontà da parte dei Francesi di non lavorare su di una seconda canna: ora stiamo un po' faticando nel tentare di far loro capire invece l'importanza di questa seconda canna, quando però in realtà, e lo si è appreso qualche settimana fa dal Presidente della Savoia Hervé Gaymard, da parte dei Francesi non c'è questa grandissima volontà d'interessarsi al Traforo del Monte Bianco, perché, appunto, Hervé Gaymard ha detto che se ne parlerà dopo il 2033, quando dovrebbe entrare in funzione l'alta velocità Torino-Lione.
Dato che però siamo al di fuori della prima chiusura - e che questa chiusura comporterà un impegno per i prossimi 18 anni - è necessario capire quali siano stati gli impatti - oltre che sui traffici - sul tessuto economico, perché, sempre secondo Confindustria, il settore del turismo e anche quello della logistica sono quelli che potevano essere più colpiti, e questo lo dobbiamo vedere poi dai dati.
Con quest'interpellanza si vuole capire se sia già stata iniziata una sorta di analisi degli effetti negativi della chiusura del Traforo in Valle d'Aosta e non solo, se ci sia stata una volontà di concertazione anche con varie associazioni di categoria per fare un'analisi completa su tutti i settori delle ripercussioni della chiusura del Traforo del Monte Bianco, e poi, una volta terminata una prima analisi, sulle ricadute, anche in ottica delle prossime chiusure per i prossimi anni e, infine, capire se ci sia la volontà da parte del Governo e della Regione di chiedere dei ristori, a livello romano, per avere appunto una compensazione per queste chiusure.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - Come comunicato in precedenti occasioni, la Presidenza della Regione aveva già concordato con l'Università della Valle d'Aosta l'opportunità di sviluppare uno studio sugli impatti socio-economici della chiusura del Traforo del Monte Bianco, quando era ancora prevista la chiusura lunga di 15 settimane, prima che la frana della Maurienne portasse i Governi a decidere per un'interruzione più corta della circolazione, sostanzialmente al rinvio dei primi lavori di rifacimento della volta della galleria.
L'Università della Valle d'Aosta ha dunque dato avvio a questo progetto di ricerca nel mese di settembre scorso - un progetto che per il momento è di durata biennale e che quindi si concluderà nel mese di agosto del 2025 - articolato su diverse linee di ricerca che comprendono i flussi di persone e merci ma anche il turismo, la logistica e gli effetti sulle imprese. Sicuramente il progetto avrà momenti d'interfaccia e di confronto con gli operatori economici valdostani, con l'obiettivo di disporre di dati e informazioni utili non necessariamente a richiedere dei ristori, ma a impostare le più opportune politiche conseguenti ai dati risultanti.
Come da progetto, ci sarà una prima restituzione dei risultati a sei mesi dall'avvio, quindi nella prossima primavera, una seconda a 18 mesi e la terza conclusiva nel 2025 dopo 24 mesi.
Questo per dire che evidentemente tutte le analisi che devono essere fatte e che devono essere portate a termine necessitano di momenti di sedimentazione, di elaborazione dei dati, di confronto sul territorio e di acquisizione d'informazioni che non possono essere rappresentate a qualche settimana dalla riapertura del Tunnel, anche perché possono avere dei ritorni che possono essere desunti solo dai bilanci o da tutta una serie di situazioni che si svilupperanno nei prossimi mesi.
Questo è comunque un percorso che attenzioniamo per mille motivi, nei confronti del quale sollecitiamo anche costantemente il Governo nazionale per sottolineare l'importanza di quello che rappresenta per la Regione autonoma Valle d'Aosta il Traforo del Monte Bianco, così come lo rappresenta sicuramente anche per il resto d'Italia e per le regioni limitrofe; un percorso che abbiamo sottolineato anche all'interno del Traité du Quirinal con delle interlocuzioni che ci permettono di intravedere delle indicazioni diverse rispetto a quelle enunciate, magari anche da Gaymard, ma che fanno parte di un percorso e di un dialogo che bisogna continuare a tenere acceso proprio per non incorrere in situazioni che non ci porterebbero delle finalità favorevoli.
Presidente - Per la replica, consigliere Lavy.
Lavy (LEGA VDA) - Dello studio commissionato all'Università sapevo della sua esistenza, però quest'interpellanza credo fosse doverosa, un po' per capire se comunque sul tavolo al di là di questo studio - e non è un caso che abbia tirato comunque in mezzo anche l'associazione di categoria - ci fosse la volontà di approfondire il tema, al di là di questo studio che sarà sicuramente più completo rispetto ai dati che si possono avere, nel caso, ora.
Magari poteva essere interessante già avere qualche stima per quanto riguarda i traffici, gli spostamenti di traffico, mentre, per quanto riguarda l'aspetto economico, le ricadute, dal punto di vista turistico o su altri settori, è ovvio che le stime richiedano dei mesi di tempo di elaborazione.
Certo non è che fosse mia intenzione con quest'interpellanza capire quanto sia stato a oggi l'impatto negativo sul PIL della Valle d'Aosta con questa chiusura di tre mesi, però, come ha detto lei, è essenziale in qualche maniera avere un po' le antenne in alto, pronte, perché sicuramente, se le ripercussioni saranno alquanto gravose, anche se ci sarà poi una volontà in futuro di richiedere dei ristori allo Stato, è necessario essere pronti al massimo e capire già da subito, dal prima possibile, cosa si voglia poi chiedere sulla base delle ripercussioni negative che ci possano essere.
Aspettiamo allora i primi risultati che arriveranno fra circa sei mesi, in primavera, e poi sicuramente un'analisi più approfondita potremo ancora farla, maggiormente.