Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2237 du 4 avril 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2237/XVI - Interpellanza: "Posizione della Regione in merito allo schema di disegno di legge sull'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario".

Bertin (Presidente) - Punto n. 12. Illustra il consigliere Lavy, ne ha facoltà.

Lavy (LEGA VDA) - Diciamo che da valdostani non possiamo che guardare con grande interesse quello che sta capitando a Roma, per quanto riguarda il disegno di legge sull'autonomia differenziata, semplicemente perché anche noi, bene o male tutti, credo che vorremmo che tutte le Regioni della penisola italiana abbiano maggiori competenze. Sappiamo benissimo però che il federalismo è tutta un'altra cosa, ma mi auguro che questo sia un passaggio intermedio per arrivare al federalismo.

È ovvio che questo disegno di legge, che è all'ordine del giorno giù nelle stanze romane e non solo, può avere degli effetti un minimo anche indiretti sulla Regione Valle d'Aosta, perché è incentrato essenzialmente sulle Regioni a statuto ordinario, riguarda le competenze del terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione che si potrebbero ottenere grazie all'articolo 116, tramite il fare un processo, cabine varie. Non mi sto qui a dilungare, però è ovvio che ci possono essere anche certi effetti indiretti sulla Regione autonoma Valle d'Aosta. A cosa mi riferisco?

Con la scorsa legge di bilancio statale è stata approvata la famosa cabina di regia che deve occuparsi della quantificazione e dell'elaborazione dei cosiddetti LEP, i livelli essenziali di prestazione, e poi i successivi costi e fabbisogni standard, che riguardo le competenze e le risorse che dallo Stato passerebbero alle Regioni a statuto ordinario.

Il problema qual è? O meglio, non è un problema in sé, bisogna comunque fare attenzione, perché la definizione di questi LEP va a inficiare sulla legge n. 42 del 2009, quella sul federalismo fiscale, che per gli articoli 15, 22 e 27 ha anche degli effetti sulle Regioni a statuto speciale. Quindi, ecco che lì bisogna in qualche maniera avere gli occhi aperti su quello che capita, perché sicuramente questo disegno di legge ha degli effetti sulle Regioni a statuto ordinario, ma qualche effetto indiretto con la determinazione dei LEP potrebbe esserci anche sulle Regioni a statuto speciale, tra cui ovviamente noi; quindi: occhi aperti.

Seconda questione. Con questo disegno di legge le Regioni a statuto ordinario, che faranno un certo tipo di richiesta allo Stato, avranno anche più competenze di noi, che siamo Regione a statuto speciale; questo bene o male non è un grandissimo problema da un lato, perché anche noi eventualmente potremo richiederle queste competenze in più. Il problema è la modalità: con questo disegno di legge si sancisce, per le Regioni a statuto ordinario, il principio dell'intesa; per la nostra Regione invece no, questo principio non vale, è tutto un iter molto più elefantiaco: la Commissione paritetica, le norme di attuazione. Quindi, per avere accesso a queste competenze in più, potremmo avere dei tempi molto più lunghi, che ci renderebbero magari un pochino con le mani legate. Ecco perché, anche da questo lato, bisogna fare un minimo di attenzione.

Le Regioni a statuto speciale che, in qualche modo, sono sempre state viste un minimo come un faro sotto tanti punti di vista. Non possiamo stare solamente a guardare e a fare attenzione, in qualche modo bisogna anche pensare di rilanciare, perché giustamente se le Regioni a statuto ordinario vanno in un certo tipo di direzione, noi dovremmo essere più avanti di loro. Ecco che qui è interessante capire qual è la posizione del Governo per quanto riguarda certe pretese che possono e devono essere portate a Roma, perché comunque sfruttando l'onda favorevole di questo momento, del fatto che i territori vengono rimessi al centro, dobbiamo essere anche noi propositivi. Con questa interpellanza si vuole un po' capire qual è l'attitudine del Governo regionale verso questo disegno di legge in termini generali, qual è l'attenzione posta verso questo disegno di legge, e se ci sia la volontà o meno di approfondire alcune questioni, fiscali e normative, per avere delle proposte da portare a Roma.

Presidente - Risponde il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - Le projet en question ne concerne que les Régions à statut ordinaire, comme l'a bien dit le collègue, et il ne pourrait pas en être autrement, du fait de la formulation du troisième alinéa de l'article 116 de la Constitution, selon lequel des formes et des conditions particulières d'autonomie peuvent être attribuées à d'autres Régions. Il est évident que, par autre, la Constitution fait référence à des Régions qui ne sont ni le Friuli Venezia Giulia, ni la Sardaigne, ni la Sicile, ni le Trentin-Haut- Adige-Tyrol du Sud, ni la Vallée d'Aoste, lesquels figurent au premier alinéa de l'article 116.

La Vallée d'Aoste et les autres autonomies historiques ne peuvent qu'être favorables à l'attribution constitutionnelle encadré par les formes d'autonomie aux autres Régions. Nous offrons donc notre soutien aux Régions à statut ordinaire, au sein des institutions prévues à cet effet, je fais référence notamment au système des conférences, afin que le parcours pour l'attribution de ces fonctions arrive à bon fin. Il s'agit par ailleurs de matières faisant déjà l'objet de la législation concurrente, indiquée au troisième alinéa de l'article 117 de la Constitution : la protection de la santé, la mise en valeur des biens culturels et environnementaux, ainsi que la promotion et l'organisation des activités culturelles. Mais aussi de certaines matières dans lesquelles l'État a le pouvoir exclusif de légiférer, et qui sont visés au deuxième alinéa de ce même article, parmi lesquelles figurent les règles générales en matière d'éducation, de même que la protection de l'environnement et l'écosystème du patrimoine culturel. Ce sont donc des matières et des fonctions qui ont une importance concrète et directe pour tous les citoyens.

Ce soutien ne pourra pas manquer, ça va de soi, de la partie des Régions et des Provinces autonomes, qui depuis plus de 75 ans, chacune avec ses particularités statutaires, représente le point avancé d'un modèle régionaliste imaginé par l'Assemblée constituante, qui dans l'histoire de la République a malheureusement rencontré l'immobilisme d'innombrables obstacles et subit plusieurs ralentissements.

L'application du troisième alinéa de l'article 116 représente donc une occasion exceptionnelle pour l'Italie, de moderniser son architecture institutionnelle républicaine. Il ne s'agit pas de bouleverser celle-ci, mais de moderniser, dans le cadre incontournable de la Constitution et des principes constitutionnels des subsidiarité, les différenciations et applications.

Ce processus de réforme institutionnelle réserve des opportunités et des espaces d'intervention que les autonomies historiques ont déjà identifiés, à propos desquels un dialogue a déjà été engagé avec le ministre Calderoli, substantiellement sur des aspects qui sont les suivants.

Les nouvelles formes d'autonomie attribuées aux Régions ordinaires doivent être étendues également aux Régions à statut spécial et aux Provinces autonomes, si elles ne les ont pas déjà, conformément à l'article 10 de la loi constitutionnelle numéro n. 3 du 2001. Pour cette raison, également, il est fondamental que le principe de l'entente, déjà rappelée par le conseiller, soit inscrit dans le Statut des Régions et des Provinces autonomes.

Il faut remettre en vigueur les exercices des compétences attribués par les Statuts d'autonomie, qui ont été affaiblies au fil des ans par la jurisprudence constitutionnelle, en raison d'une interprétation transversale des compétences exclusives de l'État. Par analogie avec ce qui est prévu pour les Régions ordinaires, il faut définir des procédures dont le déroulement et le délai soient certains pour l'examen et l'approbation des dispositions d'application des Statuts, redonnant leur juste valeur aux commissions paritaires, qui représentent le moment fondamental de rencontre entre l'État, les Régions à statut spécial et les Provinces autonomes.

Compte tenu du projet de réforme fiscale du Gouvernement, qui peut concerner les recettes des plus importants impôts, sur lesquelles repose l'exercice des compétences de l'autonomie historique, le thème de la protection des ressources financières et des dernières lois, doit être réinsérée dans l'agenda, et ce afin de neutraliser les effets d'éventuelles réformes fiscales, tout d'abord.

Dans la phase actuelle, et dans l'espoir que le parcours d'approbation de la loi-cadre pour l'application du troisième alinéa de l'article 116 de la Constitution s'achève rapidement, nous poursuivrons le travail conjoint avec les autres autonomies spéciales, qui a déjà commencé et démarrée, pour lancer avec le Gouvernement un parcours visant à appliquer les points que je viens d'illustrer, et nous continuerons à soutenir les autres Régions dans toute action visant à développer le régionalisme italien dans son ensemble.

Presidente - Per replica consigliere Lavy.

Lavy (LEGA VDA) - Dalla sua risposta, presidente Testolin, mi sembra che sia stato fatto il compitino; per cui c'è un minimo di attenzione. Però la cosa che mi preoccupa un po' di più è che nella sua parte iniziale ha detto che addirittura non ci saranno ripercussioni sulla Regione, perché il disegno di legge non riguarda le Regioni a statuto speciale. È vero, è assolutamente vero, c'è proprio l'articolo che dice le Regioni e le Province autonome non sono toccate da questo disegno di legge, ma come le ho detto prima, l'effetto può essere indiretto, perché con la determinazione dei LEP, dei costi e fabbisogni standard, c'è una ripercussione sulla legge sul federalismo fiscale che in parte è anche applicata alla Regione Valle d'Aosta, quindi l'effetto indiretto ci può essere. Facciamo attenzione! Sappiamo benissimo che le nostre piccole dimensioni, dal punto di vista dei costi standard, per esempio, non ci favoriscono. Quindi, occhi aperti! Io la invito veramente ad approfondire il tema, al di là di quello che le è stato scritto.

A un certo punto mi sono detto: ma il presidente Testolin è dell'Union Valdôtaine? Perché stare comunque qui a dire e a giustificare che comunque questo disegno di legge non mette in pericolo l'unità dello Stato italiano! Non so se si ricorda l'articolo 2 del suo statuto in quanto movimento? A un certo punto, chi se ne frega di questa precisazione fatta da lei.

Altro aspetto. Vogliamo rilanciare su qualcosa? Va bene dire che facciamo attenzione alla questione fiscale, d'accordo con le altre Regioni a statuto speciale, siamo tutti d'accordo, ma un minimo di spirito di iniziativa dicendo no, noi puntiamo a quello. E cos'è quello? Un esempio: l'autonomia impositiva, la Regione deve essere lei a determinare le aliquote delle varie tariffe, su alcune questioni, avere una manovrabilità fiscale, avere la possibilità di defiscalizzare alcune aree; ma qui se ne parlerà magari anche in seguito.

Lanciamoci un po' avanti, lo abbiamo sempre fatto. Poi, che le cose siano state concretizzate, quello è un altro tipo di discorso, ma se siamo qui a parlare di fare il compitino, dove vogliamo andare? Non lo so! È ovvio che saremo sempre più indietro, non solo rispetto alle Regioni a statuto ordinario che adesso avranno maggiori forme di autonomia, ma anche delle altre Regioni a statuto speciale. Per una volta torniamo a essere un bacino di idee, un bacino di obiettivi per il nostro territorio, perché altrimenti smettiamola, adeguiamoci su tutto ed è finita lì. Un minimo di spirito di iniziativa, perché questa riforma non implica in prim'ordine le Regioni a statuto speciale, ma in maniera indiretta magari sì, però se non sfruttiamo ora questo clima favorevole, non so quando potremo farlo.